domenica 16 febbraio 2014

Roberto "Freak" Antoni

Roberto "Freak" Antoni era un bardo, un cantante punk, uno dei simboli del rock 'demenziale' italiano, che ha sempre conservato la convinzione di meritare di più di quel che poi il mercato discografico ha riservato a questi “35 anni di grandi insuccessi”, come li definiva lui.
“Di questi anni ricordo grande sbattimento, la voglia di pretendere più considerazione da pubblico e critica, e una grande fatica per nuotare controcorrente”, confidava dopo il suo ultimo concerto con la band, gli Skiantos, a maggio 2012 a Bologna.
Da quel giorno Freak aveva iniziato una nuova sfida musicale, un progetto solista assieme alla pianista Alessandra Mostacci.
Ma Freak è stato anche attore con la partecipazione ad alcuni film, come “Paz!” e “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” e uno scrittore, autore di 9 libri tra cui  Non c'è gusto in Italia ad essere intelligenti
Qui sotto, qualche frase famosa, qualche canzone e le tavole dei disegnatori che lo hanno apprezzato...
mentre per le foto ed altre notizie vi metto il link del bell'articolo di Luca Boschi Un saluto a Freak Antoni


Roberto Freak Antoni

di Marilena Nardi


Famosi i suoi aforismi, eccone qualcuno:

La fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo. 
Il sesso è peccato... farlo male.
Si dice che una volta toccato il fondo non puoi che risalire. A me capita di cominciare a scavare.

Toccatevi, perché l'amore è cieco.

 A volte il fumo è molto meglio dell'arrosto.
Dio c'è ma ci odia!
Se uno si impegna, può stare male ovunque.
Fai bene a lasciarmi, anch'io fossi in me mi lascerei.
Nella vita è importante che gli altri ti vengano incontro, così sai da che parte spostarti.
Se sei muto ridi con gli occhi, se sei cieco ridi con la bocca. Se sei muto e cieco c'è ben poco da ridere.
Mangiate merda: miliardi di mosche non possono avere torto! 

Se c'è una cosa che non sopporto è la presunzione di chi crede di essere
migliore di me.


 Skiantos: "Sono un ribelle..."
Tiziano Riverso



 Pronto, passami la mamma
lo so che è ancora sveglia nella stanza
sono le quattro del mattino
avrei bisogno di parlarle un attimino

Sto bene, non è un incidente
guarda, mamma, non mi è successo niente
stanotte non torno li a dormire
resto fuori, non c'è niente da spiegare

Giuro, non è per farti male
dormo fuori, non farmela pesare
c'è un posto qui a casa degli amici
parla forte, non capisco cosa dici

Sono un ribelle, mamma
vai a letto, non star sveglia nella stanza
Sono un ribelle, mamma
vai a letto, non star sveglia nella stanza

Ci vediamo, torna pure a letto
domani arrivo, okay te lo prometto
e per favore stira la maglietta
c'è un concerto, mi serve quella rotta

Ricorda di comprarmi dei calzini
fai mettere le borchie ai pantaloni
ho il pullover e la giacca di pelle
non ho freddo e sono un ribelle

E va bene, non ho niente nella testa
può anche darsi, però adesso basta
sono un ribelle, l'ho deciso
e non m'importa di essere capito

3 volte: Sono un ribelle, mamma
vai a letto, non star sveglia nella stanza
Sono un ribelle, mamma
vai a letto, non star sveglia nella stanza

Sono un ribelle, mamma
Sono un ribelle, mamma


...1-2-6-9! Largo all'Avanguardia!
InkyJohn






Torno indietro?
Fabio Magnasciutti

Coro: mi piaccion le sbarbine mi piaccion le sbarbine mi piaccion le sbarbine Non posso farci niente mi sento deficiente lo so che non conviene ma poi chi si trattiene Quelle alte 1 metro e 80 quelle basse 1 e 50 non esiste divisione quel che conta è il calore Le sbarbine sono bionde le sbarbine sono more le sbarbine sono tante le sbarbine in amore Mi piaccion le sbarbine anche se mi fan soffrire non c'ho mai niente da dire quel che voglio è solo amore Sono un tipo senza storia m'han fregato la memoria ma l'amore di una sbarba mi fa andare giù di testa .............(ripete ritornello)............ Le sbarbine son carine le sbarbine c'hanno gli occhi le sbarbine con i tacchi che mi mandano nei matti Mi piaccion le sbarbine lo so che non conviene mi piaccion le sbarbine io voglio starci assieme .........(ripete ritornello)...... Yes..!

Altri testi su: http://www.angolotesti.it/S/testi_canzoni_skiantos_2411/testo_canzone_mi_piaccion_le_sbarbine_79377.html
Tutto su Skiantos: http://www.musictory.it/musica/Skiantos


rotten, eppur bisogna andar
Fabio Magnasciutti

Skianti -Mauro Biani


Freak - Gava





l'avanguardia è alternativa non fa sconti comitiva
l'avanguardia è molto dura e per questo fa paura
#pubblicodimerda

disegno di Andrea Pazienza


Skiantos - Io Sono Un Autonomo (1978)



http://www.freakantoni.it/
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Sulla sua vita ha scritto anche un fumetto, “Freak”, disegnato da Stefano Ianne

 Freak il fumetto

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Il Sanremo di Fazio, Serra e Piccolo non tocchi Freak Antoni, "
Il Fatto Quotidiano" 15 febbraio 2014
15 febbraio 2014 alle ore 8.53
Di Fulvio Abbate

Il Festival di Sanremo di Fabio Fazio, Michele Serra e Francesco Piccolo è bene - come si dice non senza fiammeggiante retorica - tenga giù le mani da Roberto Freak Antoni! Il ragazzo, il punk, il poeta, il front-man di un (nostro) sogno di ragazzi in rivolta, mai riconciliati con l’ordine naturale della conformità. Tantomeno quello socialdemocratico e post. Roberto, infatti, credeva nell’eversione poetica, ed è così morto senza mai scoprirsi affine al sistema, ai sistemi. Freak Antoni è stato il nostro Sid Vicious. Laggiù, nel Regno Unito, i Sex Pistols, qui, nel piazzale di casa nostra, anzi, a Bologna, sfolgoravano gli Skiantos, molto più di un gruppo musicale “di tendenza”, semmai uno stato d’animo, una barricata libertaria, un megafono mutante, un risotto che seppellisce.

“Rock demenziale”, situazionismo, mao-dadaismo, patafisica, così almeno secondo alcune definizioni abituali, buone, nel migliore dei casi, per “Muzak” o “Ciao 2001”. Rock, a suo modo, militante, festante, sfanculante, sbucato fuori da un’annata, il 1977, che sempre lì a Bologna, e non soltanto, donò al mondo l’assalto “alla vetrina della socialdemocrazia europea”, come d’altronde cantava un’altra (sempre nostra) voce poeticamente perfetta, profetica di quei giorni, Claudio Lolli: “… disoccupate le strade dai sogni e arruolatevi nella polizia, ci sarà il bisogno di partecipare, ed è questo il modo, al nostro progetto di democrazia”. Freak Antoni, cui dobbiamo alcune battute immense di saggezza perfino da adulto – “La fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo”, “A volte il fumo è molto meglio dell'arrosto”, “Dio c'è ma ci odia!”, “Si dice che una volta toccato ilfondo non puoi che risalire. A me capita di cominciare a scavare”. - non siarruolerà mai nel contingente del conformismo commerciale, discografico, marchettaro, Roberto manterrà, infatti, il puntiglio della propria idea di sedizione poetica, d’altronde, uno che ha esordito cantando “mi piaccion le sbarbine”, ma soprattutto “Questa è avanguardia, pubblico di merda”, non lo ficchi dentro il canone spettacolare della quiete conformista dopo la tempesta della rivolta giovanile. Oh, intendiamoci, Freak Antoni, da vivo, a Sanremo ci sarebbe voluto tornare, due anni fa addirittura presentò un brano accompagnato al piano da Alessandra Mostacci, “Però quasi”, un’elegia melodica che taglia la testa al toro del fracasso, ossia dell’equivoco che un rocchettaro demenziale non possa custodire la misura del sentimento, la chiarezza struggente di un bisturi che mostri il cuore in ogni sua sezione, armonica, ritmica, elegiaca. Un amico comune, tra l’altro, mi ha raccontato che poco tempo addietro il collega e conterraneo Gianni Morandi gli aveva detto che lì, tra i fiori, lo ritenevano “vecchio”, “superato”. Impedire che Sanremo pianga le sue lacrime di caimano sull’incanto di un ragazzo eterno che ci ha fatto ballare e sorridere con la sua rivolta è l’unico vero omaggio che si possa donare a Roberto e a Freak Antoni. Dopo Marx, c’è Aprile. Non certo Serra. E neppure Fazio.

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