27 gennaio... Tiziano Riverso |
27 GENNAIO 2013: GIORNATA DELLA MEMORIA
MAUTHAUSEN..DACHAU...BIRKENAU...FOSSOLI...AUSCHWITZ....
Dietro i cancelli,
dietro i fili spinati
ci siete ancora tutti,
Fratelli!
Gridate aiuto
con l'anima
impressa negli occhi.
Voglio ascoltarvi,
incrociare il vostro sguardo,
abbracciare i vostri corpi
coperti
appena
da pigiami a righe...
Vi sento
e voglio continuare a sentirvi
a vedervi.
Dimenticarvi
è
ora
la vergogna più grande.
Lidia Taffurelli
27 January 1945-2013, to Remember Paolo Lombardi - Toonpool |
Se ancora non l’avete fatto, correte a leggere “La notte” di Elie Wiesel (La Giuntina). Lo rileggo, come mia personale tradizione, a ogni Giornata della memoria. Ora, sono dinanzi a questo brano: «Faceva giorno quando mi svegliai. Allora mi ricordai di avere un padre: dopo l'allarme avevo seguito la folla senza occuparmi di lui. Sapevo che era allo stremo delle forze, sull'orlo dell'agonia, eppure l'avevo abbandonato. Partii alla sua ricerca. Ma nello stesso istante nacque in me questo pensiero: "Purché non lo trovi! Se potessi sbarazzarmi di quel peso morto, così da poter lottare con tutte le mie forze per la mia sopravvivenza, occupandomi solo di me stesso". E subito ebbi vergogna, vergogna per sempre di me stesso».
Roberto Saviano
Day of selective memory Marco Careddu |
Oggi è la giornata della memoria. Ma per ricordare bisogna sapere
“Il campo di internamento di Solofra fu ospitato nel fabbricato sito in Via della Misericordia n. 2, e fu attivo dal ’40 (il primo documento pervenutoci porta la data del 5 luglio 1940), al 1943, allorquando, dopo l’arrivo degli Alleati, il campo perse ogni valore giuridico, ma continuò ad operare.
La sua capienza era di 50 posti letto, ma in realtà in esso furono ospitate in media 25 internate fisse, più internate di passaggio provenienti o destinate ad altri campi del Sud: Troia, Campagna, Ferramonti di Tarsia, Pisticci, Ustica, Lipari.
Da un documento del 4 febbraio 1943, risulta che in esso erano ospitate 26 prigioniere…“.
[Antonietta Favati, Le internate, Atripalda, Mephite, 2002]
Donne francesi, inglesi, russe, italiane, turche, olandesi, ex jugoslave, polacche, rumene, ebree, zingare, alcune sospette di “attività antinazionale”…
Questo in Irpinia, la terra dove sono nato; altri campi di internamento erano ad Ariano e Monteforte.
In tutta Italia erano un centinaio, distribuiti in tutte le regioni.
E non ne sapevamo niente, e chi sapeva (qualcuno doveva pur esserci) ha in fretta rimosso. Certo, erano strutture ben diverse dai campi del terrore, ma pur sempre luoghi in cui la libertà e la dignità delle persone venivano annientate.
Niente ci venne detto a scuola, niente in parrocchia; niente nei tanti venticinqueaprile, duegiugno, primomaggio; niente dalle istituzioni. E penso che così sia stato dappertutto, evitando che si formasse quella memoria che oggi ha tristemente bisogno di un giorno ad essa dedicato.
[segue su: http:// www.veronainblog.it/wp/ 2013/01/27/ oggi-e-la-giornata-della-me moria-ma-per-ricordare-bis ogna-sapere/]
“Il campo di internamento di Solofra fu ospitato nel fabbricato sito in Via della Misericordia n. 2, e fu attivo dal ’40 (il primo documento pervenutoci porta la data del 5 luglio 1940), al 1943, allorquando, dopo l’arrivo degli Alleati, il campo perse ogni valore giuridico, ma continuò ad operare.
La sua capienza era di 50 posti letto, ma in realtà in esso furono ospitate in media 25 internate fisse, più internate di passaggio provenienti o destinate ad altri campi del Sud: Troia, Campagna, Ferramonti di Tarsia, Pisticci, Ustica, Lipari.
Da un documento del 4 febbraio 1943, risulta che in esso erano ospitate 26 prigioniere…“.
[Antonietta Favati, Le internate, Atripalda, Mephite, 2002]
Donne francesi, inglesi, russe, italiane, turche, olandesi, ex jugoslave, polacche, rumene, ebree, zingare, alcune sospette di “attività antinazionale”…
Questo in Irpinia, la terra dove sono nato; altri campi di internamento erano ad Ariano e Monteforte.
In tutta Italia erano un centinaio, distribuiti in tutte le regioni.
E non ne sapevamo niente, e chi sapeva (qualcuno doveva pur esserci) ha in fretta rimosso. Certo, erano strutture ben diverse dai campi del terrore, ma pur sempre luoghi in cui la libertà e la dignità delle persone venivano annientate.
Niente ci venne detto a scuola, niente in parrocchia; niente nei tanti venticinqueaprile, duegiugno, primomaggio; niente dalle istituzioni. E penso che così sia stato dappertutto, evitando che si formasse quella memoria che oggi ha tristemente bisogno di un giorno ad essa dedicato.
[segue su: http://
Pietro Vanessi |
Il Pallido puntino azzurro
Da questo lontano punto di osservazione, la Terra può non sembrare di particolare interesse. Ma per noi è diverso. Guardate ancora quel puntino. È qui. È casa. È noi.
Su di esso, tutti coloro che amate, tutti coloro che conoscete, tutti coloro di cui avete mai sentito parlare, ogni essere umano che sia mai esistito, hanno vissuto la propria vita. L'insieme delle nostre gioie e dolori, migliaia di religioni, ideologie e dottrine economiche, così sicure di sé, ogni cacciatore e cercatore, ogni eroe e codardo, ogni creatore e distruttore di civiltà, ogni re e plebeo, ogni giovane coppia innamorata, ogni madre e padre, figlio speranzoso, inventore ed esploratore, ogni predicatore di moralità, ogni politico corrotto, ogni "superstar", ogni "comandante supremo", ogni santo e peccatore nella storia della nostra specie è vissuto lì, su un minuscolo granello di polvere sospeso in un raggio di sole. La Terra è un piccolissimo palco in una vasta arena cosmica.
Pensate alle crudeltà senza fine inflitte dagli abitanti di un angolo di questo pixel agli abitanti scarsamente distinguibili di qualche altro angolo. Quanto frequenti le incomprensioni, quanto smaniosi di uccidersi a vicenda, quanto fervente il loro odio. Pensate ai fiumi di sangue versati da tutti quei generali e imperatori affinché, nella gloria e nel trionfo, potessero diventare i signori momentanei di una frazione di un puntino.
Le nostre ostentazioni, la nostra immaginaria autostima, l'illusione che abbiamo una qualche posizione privilegiata nell'Universo, sono messe in discussione da questo punto di luce pallida. Il nostro pianeta è un granello solitario nel grande, avvolgente buio cosmico. Nella nostra oscurità, in tutta questa vastità, non c'è alcuna indicazione che possa giungere aiuto da qualche altra parte per salvarci da noi stessi.
La Terra è l'unico mondo conosciuto che possa ospitare la vita. Non c'è altro posto, perlomeno nel futuro prossimo, dove la nostra specie possa migrare. Visitare, sì. Colonizzare, non ancora.
Che ci piaccia o meno, per il momento la Terra è dove ci giochiamo le nostre carte. È stato detto che l'astronomia è un'esperienza che suscita umiltà e forma il carattere. Non c'è forse migliore dimostrazione della follia delle vanità umane che questa distante immagine del nostro minuscolo mondo.
Per me, sottolinea la nostra responsabilità di occuparci più gentilmente l'uno dell'altro e di preservare e proteggere l'unica casa che abbiamo mai conosciuto. Questo pallido puntino azzurro.
– Carl Sagan, 1934-1996
Tradotta da Paolo Attivissimo
e disegnata da Zen Pencils
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Messaggio di Bertrand Russell ai posteri
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Memorial day Enzo Apicella |
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Marianeve Leveque
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