giovedì 25 aprile 2019

25 Aprile




"Se volete andare in pellegrinaggio 
nel luogo dove è nata la nostra costituzione, 
andate nelle montagne dove caddero i partigiani, 
nelle carceri dove furono imprigionati,
nei campi dove furono impiccati.
Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità,
andate lì,
o giovani, col pensiero perchè lì è nata la nostra costituzione."

(Piero Calamandrei)


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Tiziano Riverso




25 aprile
Mauro Biani


Mauro Biani



Moise



Liberarsi
Gianlorenzo Ingrami


25 aprile
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Lele Corvi


che memoria grande che hai
Fabio Magnasciutti


25 Aprile
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Airaghi


Oggi 25 Aprile
„Il fascismo per me non può essere considerato una fede politica... il fascismo è l'antitesi di tutte le fedi politiche [... ], perché opprime le fedi altrui.“ — Sandro Pertini.
Durando



Resistere sempre, ragazza!
http://www.rete8.it/cronaca/456compie-98-anni-ultimo-ufficiale-della-brigata-maiella/
Mariagrazia Quaranta / Gio


Resistenza
Soria


Mauro Cerulli:
Ogni tanto qualcuno si sveglia e pensa che sia possibile riscrivere la storia a suo uso e consumo. Nascono così le leggende metropolitane dei "partigiani comunisti" o del loro contributo minimo alla Liberazione del Nord Italia. E' vero che le truppe alleate sono sbarcate prima in Sicilia e poi ad Anzio facendo cadere il regime fascista e poi ripiegare a nord l'invasore tedesco sceso dopo l'8 settembre 1943. Ma costoro sanno cos'era la linea gotica, quella che separava in due l'Italia sino all'aprile del 1945? Costoro sanno che fra i partigiani c'erano persone di ogni credo politico? Non solo comunisti ma anche socialisti, repubblicani, democristiani, azionisti, liberali e monarchici. Costoro sanno cos'erano le Brigate del Nastro Azzurro? Costoro sanno che le truppe alleate arrivarono quando le principali città del Nord si erano liberate da sole dai nazifascisti? Un po' di ripasso della storia non farebbe male a chi parla a vanvera e non sa che la festa del 25 Aprile fu istituita da Alcide De Gasperi, non certo un comunista.



Giannelli

O partigiano portalo via...
Riccardo Mannelli


Errata corrige
Ellekappa

Beppe Mora





Paride Puglia


UNA FESTA DI (QUASI) TUTTI
di Aldo Cazzullo

Salvini considera il 25 aprile una «cosa di sinistra» e non sa o non vuole sapere nulla del colonnello Montezemolo, del generale Raffaele Cadorna, di Edgardo Sogno, dei sacerdoti che si fecero uccidere insieme o al posto dei loro fedeli, dei carabinieri trucidati alle Ardeatine, dei 600 mila internati militari in Germania che scelsero di restare nei lager piuttosto che andare a Salò a combattere altri italiani. Oppure Salvini sa che il suo elettorato di riferimento considera il 25 aprile una «cosa di sinistra» e non sa o non vuole sapere nulla del colonnello Montezemolo e di tutti gli altri. Le due ipotesi non sono in contraddizione. Forse sono vere entrambe. La seconda è probabilmente la più importante. Il fatto che la sinistra tenda a monopolizzare la memoria della Resistenza è sbagliato; ma un vicepremier che rifiuta di commemorare la Liberazione - dovuta in primo luogo agli eserciti angloamericani, ma anche agli italiani che nelle varie forme dissero no al nazifascismo - finisce per rinfocolare una disputa ideologica che non avrebbe ragione di essere. Perché a dire no al nazifascismo furono donne e uomini di ogni fede politica, compresi molti che erano stati fascisti fino al 25 luglio. Non credo alla memoria condivisa. Di memoria ognuno ha la propria, e non la può cambiare. Ma i valori dell'antifascismo, della libertà, della democrazia dovrebbero essere considerati una precondizione comune a tutti. Un tempo era così, con l'eccezione del Movimento sociale. Ora non lo è più; ed è molto triste. (Il Corriere della Sera, 25 aprile 2019)









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25 aprile. Piero Calamandrei: “Ora e sempre resistenza”

Il generale Albert Kesselring era il comandante delle forze di occupazione tedesche in Italia fra il 1943 e il 1945. Processato e condannato a morte dagli Alleati per crimini di guerra (sentenza poi commutata in ergastolo per intervento del governo britannico), nel 1952 fu tuttavia liberato per motivi di salute. Dichiarò che gli italiani dovevano essergli grati e avrebbero dovuto dedicargli un monumento. Gli rispose allora uno dei più amati padri costituenti della Repubblica, Piero Calamandrei, con questo componimento in versi liberi noto come “Lapide ad ignominia” che vogliamo ricordare nella Giornata della Liberazione
Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
 Ma soltanto col silenzio del torturati
più duro d’ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA




Non sarebbe meglio finirla non con il 25 aprile ma con il chiedersi se sarebbe meglio dimenticarlo?
Rappresenta la nascita della nostra Repubblica e la nostra Costituzione democratica punto.
E allora viva il 25 aprile ieri come oggi e come domani.
Gianfranco Uber

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