Figlia di due pittori e scultori molto noti e fondatori di una scuola pittorica romana, Mario Mafai e Antonietta Raphael, Miriam Mafai era nata a Firenze il 2 febbraio 1926. Non ancora ventenne, era gia' staffetta partigiana. Nel 1982 inizia la sua relazione con Pajetta, da qui il soprannome di ''ragazza rossa'' perche' il suo compagno aveva titolato la propria autobiografia ''Il ragazzo rosso''. La loro relazione durera' fino al 1990, quando Pajetta muore prima che si sia conclusa l'eclissi del Pci.
Qualche anno dopo, nel 1994, Miriam si candiderà come deputata per il Pds, ma lascerà un anno più tardi: «Una cosa è dare le noccioline alle scimmie e una cosa trovarti dentro la gabbia delle scimmie». Grande giornalista ( direttrice di Noi Donne, inviata di Paese Sera, cofondatrice di La Repubblica, anche tra le tante cose presidente della Federazione nazionale della stampa ) ha trascorso la maggior parte della vita ad un grande impegno sociale specialmente a favore delle donne.
«Alle giovani dico sempre - dichiarò in occasione dei suoi 80 anni - di non abbassare la guardia, non si sa mai. Le conquiste delle donne sono ancora troppo recenti».
All’impegno giornalistico Mafai affianca una vasta produzione saggistica, da L’uomo che sognava la lotta armata (1984) a Pane Nero. Donne e vita quotidiana nella seconda guerra mondiale (1987) a Il lungo freddo. Storia di Bruno Pontecorvo, lo scienziato che scelse l’Urss (1992), da Botteghe Oscure addio. Com’eravamo comunisti (Premio Cimitile nel 1996) a Dimenticare Berlinguer (1996), da Il sorpasso. Gli straordinari anni del miracolo economico 1958-1963 (1997) a Il silenzio dei comunisti (2002), scritto insieme a Vittorio Foa e Alfredo Reichlin, per citarne solo alcuni.
Cari Amici,
continua a tornarmi in mente la lettera scritta nel 1986 da Andrea
Pazienza a Miriam Mafai in seguito al fatto che erano stati negati i fondi a
Frigidaire (giornale definito dalla Mafai “non culturale”).
Fu un errore, ma non voglio che di lei mi resti in
prevalenza QUEL ricordo.
Marilena Nardi
Le brave ragazze vanno in Paradiso, quelle cattive vanno ovunque
Paride Puglia
Nadia Redoglia:
...La conobbi 24 anni fa, mi chiamava la "grande" lettrice...Era un piacere che durava nel tempo ascoltarla e parlare con lei. Mi sorrideva con tenerezza e simpatia. Non aveva nulla della sua forza nota ai più, della sua determinazione, della sua "grinta". Era dolcissima...Parlavamo dei suoi libri, amava tanto "Pane nero"
L'ultima volta che la vidi mi abbracciò forte forte, ancora ci raccontammo, ancora e ancora la ascoltai, tenendole la mano e guardandola accucciata ai suoi piedi. Fu la prima e l'ultima volta che fu lei a farmi un infinita tenerezza. E' dolore fortissimo
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Video da
Addio a Miriam Mafai, la ragazza rossa di «Pane nero»
Una donna fortissima dolcissima(Ezio Mauro)
PS: la lettera di Andrea Pazienza alla Mafai
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