venerdì 13 ottobre 2023

7 ottobre attacco di Hamas ad Israele

 

La guerra suicida
Chapatte

Israel attacked at its heart
Chappatte
https://www.chappatte.com/en/images/israel-attacked-its-heart



Sabato mattina, 7 ottobre 2023 decine di razzi sono stati lanciati dalla Striscia di Gaza verso Israele, mettendo fine a una tregua che era stata sostanzialmente rispettata da maggio.

I lanci, provenienti da diverse località della Striscia di Gaza, sono cominciati prima delle 6.30 e sono proseguiti per quasi quarantacinque minuti. In Israele le sirene di allarme hanno suonato in diverse città.

I miliziani planano sul territorio israeliano, radar sono ingannati

I razzi su Israele, le incursioni via terra e gli attacchi dal cielo con i deltaplani. Hamas, con un video, documenta la strategia particolare utilizzata per evitare i radar israeliani. Decine di miliziani sono planati sul territorio di Israele con deltaplani, spinti anche da motori. Hanno potuto superare agevolmente muri e barriere, atterrando in zone prive di sorveglianza prima di passare all'azione.

Il rave party del kibbutz Reim è diventato uno dei primi obiettivi per Hamas nell'attacco senza precedenti contro Israele. Spari contro la folla, presa di ostaggi, strade bloccate da uomini armati, imboscate ad auto in fuga. Secondo il gruppo di volontari Zaka, sono stati recuperati almeno 260 corpi senza vita.

Secondo il Ministero della Sanità, oltre 1.300 israeliani e cittadini stranieri sono stati assassinati venerdì notte e più di 3.484 sono rimasti feriti circa 130 gli ostaggi.

Hamas ha impiegato 2 anni per elaborare il piano top secret dell'attacco. Lo ha svelato un alto dirigente dell'organizzazione militare palestinese, Ali Baraka, in un'intervista rilasciata l'8 ottobre scorso a Russia Today Tv e ora rilanciata da diversi media. "L'ora zero dell'attacco è stata tenuta completamente segreta - ha detto Baraka -: la conoscevano solo un gruppo ristretto di leader di Hamas. Il numero delle persone che sapevano dell'attacco e della sua tempistica poteva essere contato con le dita di una mano".

Per questo, ha spiegato ancora Baraka, negli ultimi anni Hamas "non è andata in guerra, non si è unita alla Jihad Islamica nella sua recente battaglia". "Era tutto parte della strategia per preparare l'attacco - ha continuano - far pensare che Hamas fosse impegnata a governare Gaza, concentrarsi sui suoi 2,5 milioni di abitanti, abbandonando la resistenza".

"Per mantenere l'attacco segreto, le differente fazioni e i nostri alleati non conoscevano l'ora zero - ha detto ancora - ma dopo mezz'ora dal suo inizio, tutte le fazioni di resistenza palestinesi sono state contattate, come i nostri alleati Hezbollah e Iran. Anche i turchi sono stati informati - ha concluso - e un incontro con loro è stato tenuto 3 ore dove, verso le 9. Anche i russi hanno inviato un messaggio e sono stati aggiornati sulla situazione e gli obiettivi della guerra".

A distanza di una settimana più di mille cinquecento morti palestinesi di cui settecento sono bambini, e non è ancora iniziato l'attacco via terra.

Povere popolazioni!!


Tjeerd Royaards 12 October 2023

Cheering for both sides

The one happy person in the war.

https://cartoonmovement.com/cartoon/cheering-both-sides



7 ottobre 2023: sabato nero in Israele

10/08/2023 di Michel Kichka

Questo è senza dubbio il modo in cui questa data fatidica verrà registrata nella storia moderna di Israele. Non atti di terrorismo di Hamas contro la popolazione civile. Un vero e proprio pogrom il cui bilancio e il cui orrore crescono di ora in ora.

L’aveugle menant les aveugles, Bruegel l’Ancien 1568

La cecità di Bibi

09/10/2023 di Michel Kichka

Grazie a Breughel il Vecchio che mi permette di esprimere in modo chiaro e preciso ciò che penso del modo in cui Bibi guida il Paese dal 2009. Lui e il suo governo saranno responsabili nei confronti della società israeliana quando inizierà la guerra, come ha detto Hamas. Sopra.


La scuola dell'odio di Hamas
09/10/2023 di Michel Kichka

Classe dotata!

Ostaggi nelle mani di Hamas
10/10/2023 di Michel Kichka

Non ho nulla da aggiungere al mio disegno che dice tutto in un'immagine e due fumetti!


Il sostegno incondizionato di Biden a Israele
11/10/2023 di Michel Kichka

Ieri, in un discorso storico molto toccante, il presidente Biden ha dichiarato con forza il sostegno incondizionato degli Stati Uniti a Israele. Le sue parole forti hanno toccato l'intera popolazione israeliana, sotto shock e trauma a seguito degli orrori barbarici perpetrati dai terroristi di Hamas nelle città e nei kibbutz nel sud del Paese.


Hezbollah si riscalda nel sud del Libano
12/10/2023 di Michel Kichka

No comment






Iran: "Il mondo islamico si unisca contro Israele"
https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/israele-guerra-hamas-diretta-giorno-6_71216455-202302k.shtml
Franco Portinari Portos



Troglodytes
Hamas Israel war
Paolo Lombardi


Attack on Israel
Paolo Lombardi


Waiting
Paolo Lombardi




se cresciamo?..
@financialreview
 #GuerraIsraelePalestina
David Rowe

da qualche parte in Iran
@FinancialReview



riflessione
@FinancialReview
David Rowe

Il ruolo dell'Iran nell'attacco di Hamas a Israele
rb.gy/velg3 
@FinancialReview

martello e incudine
@FinancialReview
David Rowe








by Plantu




By Kap



Un clamoroso episodio di censura, con la trama di  troppo antisemita , la vignetta che Steve Bell aveva inviato al quotidiano The Guardian . Il disegno censurato si ispira ad una celebre caricatura di Lyndon B. Johnson realizzata nel 1966 da  David Levine  (1926 - 2009) basandosi su alcune suggestive immagini del presidente degli Stati Uniti che, in una conferenza stampa tenutasi il 20 ottobre 1965, Dodici giorni dopo aver subito un intervento chirurgico alla cistifellea, ebbe l'impulso di mostrare la cicatrice ai presenti. E Levine ebbe la brillante idea di ricrearlo nella forma del Vietnam , che poi continuò a ricevere contingenti crescenti di truppe americane.





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Scrive Plantu:

UN DISEGNO PREMONITORIO: questo disegno è esposto da venerdì scorso a Liegi in una mostra Cartooning for Peace. È il fumettista israeliano Michel KICHKA:

'Enjeux Humains', la nuova mostra della Città di Miroir che mette in discussione lo stato dei diritti umani - rtbf. Bel

https://www.rtbf.be/.../enjeux-humains-la-nouvelle...

Le Hamas déterre la hache de guerre
10/07/2023 par Michel Kichka

En attendant d’y voir plus clair je remets en ligne ce dessin de 2021. A situation qui ne change pas, dessin inchangé!

Hamas tira fuori l'ascia di guerra
10/07/2023 di Michel Kichka

Nell'attesa di vedere le cose con più chiarezza, rimetto online questo disegno del 2021. Una situazione che non cambia, disegno invariato!


lunedì 9 ottobre 2023

Benny in mostra a Fidenza

 

Benny- Benedetto Nicolini (Modena 1974), illustratore e pittore.

Modenese di nascita, si trasferisce ancora bambino a Torino. Scopre subito l’amore per le matite, che lo portano a frequentare e a diplomarsi al liceo artistico “Vittorio Veneto” di Torino.

Dopo una specializzazione conseguita all’Istituto Europeo di Design in qualità di Illustratore, indossa la divisa militare e diverte i suoi colleghi ufficiali con le prime caricature.

Approda poi all’agenzia Armando Testa di Torino (1998) dove rimane in qualità di Visualizer per sette anni.

Ha collaborato e collabora con importanti testate italiane ed estere, da “Tuttosport” a “Il Giorno”, da “Libero” al “Corriere dello Sport”, “Hurra’ Juventus”, “Fegato Granata”, “Torino Magazine”, “Calcio 2000” “Dagospia”. “Il Caffè” (Svizzera)

In ambito pubblicitario collabora con agenzie e clienti come Fca, Birra Moretti. e Acqua Sant’Anna, Cruciani... Ha realizzato nel 2016 una graphic novel tratta dal film di Renzo Martinelli “Ustica”.

Realizza per lo stesso regista gli storyboard per i precedenti progetti “Carnera” “Barbarossa” e “11 settembre 1683” Ha realizzato le mostre personali: “The Art of Benny” (Belgirate 2007), “Eleven Princes” (Hotel Principi di Piemonte Torino 2011) e “Il Giovane Amante e la Vecchia Signora” (Circolo Sporting della Stampa 2013 Torino), “SatirArt-Benny Nicolini” nel 2018, “Now Something Completely Different- The Benny's Cinema” nel 2020, oltre ad altre mostre collettive. Ha partecipato a numerose rassegne satiriche nazionali ed internazionali, tra le quali il prestigioso “World Press Cartoon”, vincendo due edizioni di “Sporthoumor” e l’ambito “Premio Satira Forte dei Marmi 2011”

Ai World Humor Awards a Salsomaggiore ha vinto il Golden Trophy nel 2018 e quest’anno ha ricevuto il premio speciale “Rino Montanari”



QUANTO AVREI VOLUTO ESSERE UN MODELLO RITRATTO DA ANDY WARHOL!!! 🤪🤪


DENZEL HATE MOSQUITOES...
My Work (2023)
Benny












Celestina Art Gallery in piazza Duomo a Fidenza. 

domenica 8 ottobre 2023

A Narges Mohammadi il NOBEL PER LA PACE 2023

 Narges Mohammadi (Zanjan, 21 aprile 1972) è un'attivista iraniana, vice-presidente del Centro per la difesa dei Diritti Umani imprigionata dalle autorità iraniane dal maggio 2016. Il 6 ottobre 2023 è stata insignita del Premio Nobel per la pace "per la sua battaglia contro l'oppressione delle donne in Iran e per promuovere diritti umani e libertà per tutti".

Un Nobel da 154 frustrate e 31 anni di carcere  

Narges Mohammadi-Premio nobel pace 2023.

GIO / Mariagrazia Quaranta 


Ali, 17 ans, est le fils de Narges Mohammadi, Nobel de la paix. Il a appris la récompense décernée à sa mère ce matin, alors qu'il était en cours de physique-chimie. Il raconte à 

@Libe

 : «Sans que le prof me voit, je n’ai pas arrêté de rafraîchir la page sur mon portable. Quand la fin de la classe a sonné, j’ai foncé, quitté le lycée et suis rentré direct à la maison, j’avais besoin de célébrer avec mon père. On est très très fiers et très heureux, c’est assez fou. Ce prix est pour ma mère, mais pas seulement. Il est pour toutes les personnes qui se battent en Iran, pour toutes les prisonnières, pour les femmes aussi qui se battent contre le régime des talibans en Afghanistan.»




NOBEL PER LA PACE 2023

 Il Comitato norvegese per il Nobel ha assegnato il Nobel per la Pace del 2023 all’attivista iraniana Narges Mohammadi per «la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e la sua lotta per promuovere i diritti umani e la libertà per tutti».

Finalmente un Nobel per la Pace che troverà d'accordo tutti... o quasi.

Gianfranco Uber


Nobel Prize salutes the courage of Iranian women 
by Patrick Chappatte, Le Temps, Switzerland
https://politicalcartoons.com/cartoon/278918







let the sunshine in

#NargesMohammadi

Fabio Magnascutti



Woman Life Freedom

The Norwegian Nobel Committee has decided to award the 2023 
@NobelPrize
 to Narges Mohammadi for her fight against the oppression of women in Iran and her fight to promote human rights and freedom for all. 

#NobelPrize #مهسا_امینی #Mahsa_Amini
Gianluca Costantini

Narges Mohammadi awarded Nobel Peace Prize.
Roar Hagen - Norvegia


Nobel Prize for Narges Mohammadi 
by Rainer Hachfeld, Germany, PoliticalCartoons.com





Rahma Cartoons
8 October 2023
Narges Mohammadi
Nobel Peace Prize 2023 Narges Mohammadi Iran Feminismus Frauenrechte Womens Rights Jail Knast Gefaengnis Harm Bengen Cartoon Karikatur Iranian,, women,activist, Narges Mohammadi ,2023 Nobel Peace Prize Iran, Narges Mohammadi, Nobel Prize, fight against oppression of women
https://cartoonmovement.com/cartoon/narges-mohammadi

Narges Mohammadi, lauréate du Prix Nobel
Heng (Singapour)


Vu par… Mana Neyestani




‎هزار روز انتظار
‎به مناسبت هزارمین روز حبس نرگس محمدی،
It is totally outrageous that today this is Narges' 1000th day behind bars in Iran! And all for her peaceful support of human rights.
Shahrokh Heidari Sorjani




Ali, figlio di Narges Mohammadi, premio Nobel per la pace: “Questo premio è per tutti i prigionieri, per le donne che combattono”

Alle 16, il liceale apprese la notizia mentre era in classe. Insieme a suo padre e alla sorella gemella Khiana, ritiene che questo premio implichi “una maggiore responsabilità” nel continuare la lotta per l’uguaglianza.

di Sonia Delesalle-Stolper

Ali ha 16 anni, è uno studente del primo anno in un liceo di Parigi. Questo venerdì mattina, poco prima delle 11, era a lezione di fisica e chimica. “Sapevo che in quel momento sarebbe arrivato l’annuncio del Premio Nobel per la Pace, quindi, con discrezione, senza che l’insegnante mi vedesse, ho continuato ad aggiornare la pagina sul mio portatile, ma è durato qualche minuto prima che comparisse il nome di mia madre!” dice al telefono a Libération. La sua voce è un po' affannata, il telefono non si è fermato dall'annuncio che il premio è stato assegnato a Narges Mohammadi. “Siamo molto, molto orgogliosi e molto felici, è davvero pazzesco”, aggiunge Ali, che è riuscito a rimanere calmo e in silenzio fino alla fine del suo corso.In effetti, avevo così paura di tradirmi che evitavo di stabilire un contatto visivo con i miei amici. Quando è suonata la fine della lezione sono corsa fuori, sono uscita da scuola e sono andata dritta a casa, dovevo festeggiare con mio padre”.

È metà pomeriggio e Ali confida ridacchiando: “Mia sorella gemella Khiana va ancora al liceo. Ci sono buone probabilità che non se ne sia ancora accorta, non è molto sui social network, avrà una bella sorpresa quando tornerà a casa. La sua voce si incrina un po' quando spiega che "non parla con nostra madre da due anni". Il regime non permette alle persone a lei più vicine, al marito Taghi Rahmani, anch'egli oppositore di lunga data, e ai loro due figli, Ali e Khiana, tutti rifugiati da otto anni in Francia, di parlare direttamente con Narges, incarcerato nel sinistro Il carcere di Evin, nel cuore di Teheran. “I contatti avvengono tramite le mie zie e i miei zii a Teheran, che a volte possono parlarle o vederla”.

Nella conversazione interviene poi il padre, Taghi Rahmani. “Il Premio Nobel per la Pace è un immenso prestigio, un immenso motivo di orgoglio, ma è anche una responsabilità aggiuntiva. Come lei stessa ha affermato nel messaggio che aveva preparato e dettato alla sorella, questo premio non fa altro che rafforzare la lotta, la determinazione di tutti noi, per ottenere tre cose in Iran: democrazia, libertà e uguaglianza." Né lui né suo figlio si aspettano che il rilascio di Narges venga accelerato dalla concessione di questo premio. "Al contrario, c'è indubbiamente il rischio di ripercussioni in carcere", giudica Ali. Ma “l’importante è che il cammino verso la libertà continui, che si intensifichi la lotta contro le discriminazioni etniche, di genere e sociali”,aggiunge suo padre.


Le reazioni dopo l'assegnazione del Premio Nobel per la Pace all'iraniana Narges Mohammadi: “È anche il riconoscimento della rivoluzione “Donne, Vita, Libertà””

Medio Oriente

6 ottobre 2023

Diverse ore dopo il premio Nobel, la sua famiglia in Francia non sapeva ancora come Narges avesse ricevuto la notizia tra le mura della sua prigione. «Nel complesso sta abbastanza bene, anche se da due anni è sottoposta a pesanti cure mediche e all'intervento a cuore aperto, che in carcere non è facile», spiega Taghi . Ma vorrebbe che menzionassimo altri due prigionieri politici che attualmente versano in pessime condizioni di salute, Nahid Taghavi e Mahvash Sabet”.

“Questo premio è per mia madre, ma non solo. È per tutte le persone che combattono in Iran, per tutti i prigionieri, anche per le donne che combattono contro il regime talebano in Afghanistan”, aggiunge Ali. Non ci sarà una vera e propria festa per festeggiare il premio. Sabato l'adolescente visiterà sicuramente l'associazione Seda, che in persiano significa “la voce” e che aiuta i rifugiati al loro arrivo. L’organizzazione è gestita da “una persona molto, molto cara al mio cuore, vederla sarà un modo per festeggiare questo premio”.

Il Premio Nobel verrà ufficialmente assegnato durante una cerimonia che si terrà a Oslo all'inizio di dicembre. Taghi, Ali e Khiana andranno lì insieme per rappresentare Narges. "A meno che, possiamo sempre sperare, non verrà rilasciata per allora e le sarà permesso di andare lì con noi."



sabato 7 ottobre 2023

Numero Unico, Burägh 2023 Nove Ottobre: la copertina firmata Benny Nicolini

 

E' in edicola il Numero Unico edizione 2023!

Benny Nicolini, Premio "Rino Montanari" 2023, ha realizzato il disegno di copertina del Numero Unico di Fidenza, la pubblicazione che dal 1898 caratterizza la festa patronale.






"Buragh 2023 NOVE OTTOBRE" l'attuale testata del numero unico in continuità con la tradizione riprende questa disegnata da PIR (Quirino Bernardi) per l'edizione del 1927.

Già dalla precedente edizione del 1922, la prima dopo la prima guerra mondiale, "NOVE OTTOBRE" è la testata del numero unico e resiste fino al 1938 quando la pubblicazione viene interrotta in quanto il "clima politico" anticipa la tragedia della seconda guerra mondiale.

La pubblicazione con la testata "Numero unico", grazie soprattutto all'impegno della Famiglia fidentina, riprende subito dopo la guerra, nel 1946, e continua per mezzo secolo fino a lasciare il testimone all'emergente "Asino che ride"...

Dal 1898, solo le guerre hanno fermato la pubblicazione del nostro fogliaccio, quindi è beneaugurante comperare il Numero Unico!


PIR (Quirino Bernardi) per l'edizione del 1927

Numero Unico, Burägh 2022 Nove Ottobre: la copertina firmata Cannistrà


giovedì 5 ottobre 2023

Laicità e anticlericalismo. Una storia con origini lontane

 By Il giornale di Libex 2023



La lanterna magica 1863


Laicità e anticlericalismo. Una storia con origini lontane

DINO ALOI | Editore e storico della satira grafica


Laicità e anticlericalismo.

La satira anticlericale in Italia ha origini lontane, ovvero pone le sue radici nel Risorgimentoper questioni principalmente politiche in quanto lo Stato Pontificio si è sempre opposto all’unificazione italiana. Oltretutto, la posizione dedita alla laicità ha sempre visto come fenomeno naturale una netta distinzionetra potere spirituale e potere temporale.

Il papa agiva infatti come un capo di stato avocando a sé sia un potere politico (temporale e di governo) che quello spirituale. I satirici che nella loro natura hanno già per traverso ogni tipo di potere – finanziario, politico, militare, istituzionale, giuridico, ecc. – non potevano che avere fortemente inviso anche quello di un papato che oltretutto era anche rappresentante di ostentate ricchezze. È dunque normale che durante la Repubblica Romana, nel 1849, nel momento incui si insediò il triumvirato composto da Giuseppe Mazzini, Aurelio Saffi e Carlo Armellini, con la fuga temporanea del papa Pio IX a Gaeta, sia uscito a  Roma un giornale come “Don Pirlone” in cui l’obiettivo di dileggio principale era proprio il potere della chiesa. Non sono certo da meno altri giornali, fortemente favorevoli alla riunificazione italiana come “Il Fischietto” di Torino e “Il Lampione di Firenze”. Su quest’ultimo le vignette contro il papa abbondano, mentre il giornale torinese si pone in modo più leggero e politico non gettando un vero e proprio guanto di sfida e ponendosi principalmente in chiave anti austriaca.

Dopo l’Unità del 1861 si pone dunque ciò che sarà chiamata “la questione romana” ovvero l’atteggiamento da tenere nei confronti dello Stato Pontificio, con personaggi come Garibaldi che cerca di andare ad occupare i territori per ben due volte (Aspromonte, 1862 e Mentana, 1867) nonostante gli accordi con il regno appena nato, cosa che lo costringerà alla ritirata sotto le fucilate degli stessi piemontesi.

Curiosa la posizione francese che, con Napoleone III, si trova ad essere protettore sia del regno d’Italia che, nel contempo, dello Stato Pontificio, una sorta di arbitro o di vigile urbano che tende a non far acuire conflitti tra le due parti.

La posizione della chiesa, contraria al Risorgimento porterà ovviamente ad una maggiore laicizzazione dello stato anche per via del decreto “Non expedit” emanato da Pio IX (29 febbraio 1868), che impediva ai cattolici di partecipare alla vita politica nazionale, dando ovviamente il fianco a coloro che incrementarono anche l’anticlericalismo. Dopo la battaglia di Sedan (1870), apice della guerra franco-prussiana che vede la disfatta dei francesi, gli italiani, attraverso l’esercito, si fanno più arditi e appena 20 giorni dopo, in una città senza più la protezione francese, occupano l’urbe attraverso la “Breccia di Porta Pia”. Nonostante l’emanazione

Rata Lunga (Galantara), Clericalismo, L’asino 1914

della “legge delle guarentigie” (13 maggio 1871) da parte dello Stato italiano, ora riunificatosi e con Roma capitale, in cui si stabilivano tutta una serie di privilegi per il papato, non essendo stata riconosciuta dalla parte clericale, i papi restarono chiusi all’interno dei loro territori, ormai molto ridotti, per sessant’anni, sino alla firma dei “Patti lateranensi” (11 febbraio 1929) in cui si stabiliva un accordo formale tra stato e chiesa. La presa di Roma porto alla fuga i redattori del giornale di ispirazione cattolica “Cassandrino”.

Oltre alla satirica anticlericale è opportuno osservare che anche nell’Ottocento vi furono molti giornali satirici di chiara posizione  cattolica e antigovernativa come “La Frusta”, “La Lente” e “Il Caccialepre”, giusto per citarne alcuni. Il più importante di questi sarà poi nel Novecento “Il Mulo”, nato su posizioni ultracattoliche, antisocialista e antimassonico, per contrastare il grande successo de “L’Asino” creato da Guido Podrecca e Gabriele Galantara.

Spesso mi diverto a mostrare le vignette laiche contro il papa dell’Ottocento in quanto, essendo ormai storicizzate, non devono passare sotto le forche caudine di un politicamene corretto oggi imperante, un qualcosa che è decisamente in funzione antisatirica e soprattutto antipensiero, volto a un’omologazione che può far comodo ai poteri davvero forti, non quelli politici ma più propriamente quelli capitalisti/finanziari. Le vignette contro la chiesa e contro il papa nello specifico, in quanto rappresentante principale, erano davvero forti e oggi non passerebbero nemmeno la censura. Motivo in più per poterle godere e soprattutto continuare a farle girare.

Galantara fu davvero autore di vignette anche molto forti rivolte a Leone XIII e soprattuttocontro Pio X, bersaglio prediletto dalla satira socialista nascente proprio in quegli anni. Il Giornale “L’Asino” venne infatti fondato nello stesso anno del Partito Socialista Italiano (1892) e possiamo considerarlo il primo foglio socialista italiano - e lo rimarrà fino alla sua censura nel 1925 - in cui ci si inizia a preoccupare degli oppressi e dei deboli come i contadini e gli operai che finalmente trovano qualcuno che politicamente inizia a farsi carico delle loro problematiche. La politica resta appannaggio della borghesia, ma quantomeno è una borghesia che guarda oltre gli interessi di classe.

In Francia, le riviste su posizioni anticlericali sono molte, anche queste sempre in veste antipotere ricoperto dalla chiesa, giornali che si scagliano ferocemente contro le ricchezze accumulate anche grazie agli oboli.Tra queste citiamo “Le Canard Sauvage” (1901), La Calotte (1906-1912) e soprattutto “L’Assiette au Beurre” (1901-1912) che videro come collaboratori artisti di prima grandezza, pittori e vignettisti satirici, Théophile Alexandre Steinlen, Juan Gris, František Kupka e Gustave-Henri Jossot, ma anche alcuni italiani come lo stesso Gabriele Galantara (che dedicò al Vaticano un intero numero del giornale) e Cesare Giri (in arte “Giris”, anche lui artefice di un numero sull’elezione del nuovo pontefice Pio X).

La laicità prende forma e si concretizza certamente grazie all’uso delle vignette che mettono alla berlina piccoli soprusi esercitati dal potere dei rappresentanti della chiesa, facendo sorridere ma nel contempo riflettere su certi atteggiamenti, cercando di portare la gente a pensare con la propria testa.

Una storia antica che ci permette di poter godere di riflessioni del passato, osservando i disegni,a prescindere dalle posizioni politiche personali •

Frantis!ek Kupka, Religions, L'assiette au Beurre, 1904

Lange-Gabriel (Asmode"e), La pieuvre, La Calotte n°12 (30 novembre 1906)

Curatela editoriale

Thierry Vissol

Direttore responsabile

Oscar Antonio Buonamano

www.pagina21.eu

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