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La lanterna magica 1863 |
Laicità e anticlericalismo. Una storia con origini lontane
DINO ALOI | Editore e storico della satira grafica
Laicità e anticlericalismo.
La satira anticlericale in Italia ha origini lontane, ovvero pone le sue radici nel Risorgimentoper questioni principalmente politiche in quanto lo Stato Pontificio si è sempre opposto all’unificazione italiana. Oltretutto, la posizione dedita alla laicità ha sempre visto come fenomeno naturale una netta distinzionetra potere spirituale e potere temporale.
Il papa agiva infatti come un capo di stato avocando a sé sia un potere politico (temporale e di governo) che quello spirituale. I satirici che nella loro natura hanno già per traverso ogni tipo di potere – finanziario, politico, militare, istituzionale, giuridico, ecc. – non potevano che avere fortemente inviso anche quello di un papato che oltretutto era anche rappresentante di ostentate ricchezze. È dunque normale che durante la Repubblica Romana, nel 1849, nel momento incui si insediò il triumvirato composto da Giuseppe Mazzini, Aurelio Saffi e Carlo Armellini, con la fuga temporanea del papa Pio IX a Gaeta, sia uscito a Roma un giornale come “Don Pirlone” in cui l’obiettivo di dileggio principale era proprio il potere della chiesa. Non sono certo da meno altri giornali, fortemente favorevoli alla riunificazione italiana come “Il Fischietto” di Torino e “Il Lampione di Firenze”. Su quest’ultimo le vignette contro il papa abbondano, mentre il giornale torinese si pone in modo più leggero e politico non gettando un vero e proprio guanto di sfida e ponendosi principalmente in chiave anti austriaca.
Dopo l’Unità del 1861 si pone dunque ciò che sarà chiamata “la questione romana” ovvero l’atteggiamento da tenere nei confronti dello Stato Pontificio, con personaggi come Garibaldi che cerca di andare ad occupare i territori per ben due volte (Aspromonte, 1862 e Mentana, 1867) nonostante gli accordi con il regno appena nato, cosa che lo costringerà alla ritirata sotto le fucilate degli stessi piemontesi.
Curiosa la posizione francese che, con Napoleone III, si trova ad essere protettore sia del regno d’Italia che, nel contempo, dello Stato Pontificio, una sorta di arbitro o di vigile urbano che tende a non far acuire conflitti tra le due parti.
La posizione della chiesa, contraria al Risorgimento porterà ovviamente ad una maggiore laicizzazione dello stato anche per via del decreto “Non expedit” emanato da Pio IX (29 febbraio 1868), che impediva ai cattolici di partecipare alla vita politica nazionale, dando ovviamente il fianco a coloro che incrementarono anche l’anticlericalismo. Dopo la battaglia di Sedan (1870), apice della guerra franco-prussiana che vede la disfatta dei francesi, gli italiani, attraverso l’esercito, si fanno più arditi e appena 20 giorni dopo, in una città senza più la protezione francese, occupano l’urbe attraverso la “Breccia di Porta Pia”. Nonostante l’emanazione
Rata Lunga (Galantara), Clericalismo, L’asino 1914 |
della “legge delle guarentigie” (13 maggio 1871) da parte dello Stato italiano, ora riunificatosi e con Roma capitale, in cui si stabilivano tutta una serie di privilegi per il papato, non essendo stata riconosciuta dalla parte clericale, i papi restarono chiusi all’interno dei loro territori, ormai molto ridotti, per sessant’anni, sino alla firma dei “Patti lateranensi” (11 febbraio 1929) in cui si stabiliva un accordo formale tra stato e chiesa. La presa di Roma porto alla fuga i redattori del giornale di ispirazione cattolica “Cassandrino”.
Oltre alla satirica anticlericale è opportuno osservare che anche nell’Ottocento vi furono molti giornali satirici di chiara posizione cattolica e antigovernativa come “La Frusta”, “La Lente” e “Il Caccialepre”, giusto per citarne alcuni. Il più importante di questi sarà poi nel Novecento “Il Mulo”, nato su posizioni ultracattoliche, antisocialista e antimassonico, per contrastare il grande successo de “L’Asino” creato da Guido Podrecca e Gabriele Galantara.
Spesso mi diverto a mostrare le vignette laiche contro il papa dell’Ottocento in quanto, essendo ormai storicizzate, non devono passare sotto le forche caudine di un politicamene corretto oggi imperante, un qualcosa che è decisamente in funzione antisatirica e soprattutto antipensiero, volto a un’omologazione che può far comodo ai poteri davvero forti, non quelli politici ma più propriamente quelli capitalisti/finanziari. Le vignette contro la chiesa e contro il papa nello specifico, in quanto rappresentante principale, erano davvero forti e oggi non passerebbero nemmeno la censura. Motivo in più per poterle godere e soprattutto continuare a farle girare.
Galantara fu davvero autore di vignette anche molto forti rivolte a Leone XIII e soprattuttocontro Pio X, bersaglio prediletto dalla satira socialista nascente proprio in quegli anni. Il Giornale “L’Asino” venne infatti fondato nello stesso anno del Partito Socialista Italiano (1892) e possiamo considerarlo il primo foglio socialista italiano - e lo rimarrà fino alla sua censura nel 1925 - in cui ci si inizia a preoccupare degli oppressi e dei deboli come i contadini e gli operai che finalmente trovano qualcuno che politicamente inizia a farsi carico delle loro problematiche. La politica resta appannaggio della borghesia, ma quantomeno è una borghesia che guarda oltre gli interessi di classe.
In Francia, le riviste su posizioni anticlericali sono molte, anche queste sempre in veste antipotere ricoperto dalla chiesa, giornali che si scagliano ferocemente contro le ricchezze accumulate anche grazie agli oboli.Tra queste citiamo “Le Canard Sauvage” (1901), La Calotte (1906-1912) e soprattutto “L’Assiette au Beurre” (1901-1912) che videro come collaboratori artisti di prima grandezza, pittori e vignettisti satirici, Théophile Alexandre Steinlen, Juan Gris, František Kupka e Gustave-Henri Jossot, ma anche alcuni italiani come lo stesso Gabriele Galantara (che dedicò al Vaticano un intero numero del giornale) e Cesare Giri (in arte “Giris”, anche lui artefice di un numero sull’elezione del nuovo pontefice Pio X).
La laicità prende forma e si concretizza certamente grazie all’uso delle vignette che mettono alla berlina piccoli soprusi esercitati dal potere dei rappresentanti della chiesa, facendo sorridere ma nel contempo riflettere su certi atteggiamenti, cercando di portare la gente a pensare con la propria testa.
Una storia antica che ci permette di poter godere di riflessioni del passato, osservando i disegni,a prescindere dalle posizioni politiche personali •
Frantis!ek Kupka, Religions, L'assiette au Beurre, 1904 |
Lange-Gabriel (Asmode"e), La pieuvre, La Calotte n°12 (30 novembre 1906) |
Curatela editoriale
Thierry Vissol
Direttore responsabile
Oscar Antonio Buonamano
www.pagina21.eu
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