appendice alla settimana in vignette: 20 - 27 settembre.
ALESSANDRO PROFUMO
Un grande Istituto Bancario non è
una Fiat Panda: per eliminare un Profumo
sgradito non basta certo un arbre
magique. L’Amministratore Delegato
Alessandro Profumo si è improvvisamente
dimesso dalla guida
di Unicredit, dopo essere stato più
volte accusato di favorire la scalata
libica. A far precipitare la situazione,
avrebbe dato un innegabile contributo
l’irruzione di una motovedetta
di Gheddafi nella sede centrale
dell’Istituto di Credito: l’i m b a rc a z i o -
ne avrebbe aperto il fuoco sui correntisti,
mentre sottocoperta alcuni
ragionieri italiani erano testimoni attoniti
della turpe manovra. I vertici
di Unicredit da mesi si oppongono
strenuamente agli arditi progetti del
Colonnello che, qualora riuscisse ad
ottenere il tanto desiderato pacchetto
di maggioranza, sarebbe pronto a
introdurre clamorose innovazioni,
come la concessione di mutui in datteri
e, sotto le feste natalizie, l’oma ggio
ai clienti di un cammello rilegato
in pelle da usare come agenda. Peccato
che le sterili polemiche di questi
giorni non permettano di sfruttare
in ambito finanziario le grande
competenza di Muammar Gheddafi:
visto com’è combinata l’economia
italiana, uno che s’intende di deserto
ci farebbe comodo.
Il poliedrico Sindaco di Adro, nel
bresciano, ha intestato una scuola
elementare del suo paese a Gianfranco
Miglio, il noto inventore di
mangime per uccelli, preferendolo
di gran lunga al Ciappi. Scelta condivisibile.
Non si è fermato qui, però.
Ha sparso simboli leghisti per
tutta la scuola, sui banchi, sul portone
d’entrata, sugli zerbini. In effetti
il verde, colore ufficiale del partito
di Bossi, è quello che più di ogni
altro si addice alla situazione economica
della nostra scuola pubblica. I
genitori dei bambini, purtroppo, si
sono rifiutati di vestirli da Nibelunghi,
dimostrando scarsissima coscienza
politica. Il Senatur, in seguito
alle inevitabili polemiche, gli ha
chiesto la rimozione d’ogni simbolo,
ma Lancini non ha eseguito l’ordine.
“Sono mortificato – ha dichiarato
– devo aver frainteso. Ero convinto
che Simbolo fosse uno dei sette
nani, mi sono precipitato nel giardinetto
della scuola e ho rimosso Pisolo
e Brontolo, gli unici due che ho
trovato. Ora chiedo ai vertici del
Partito: Biancaneve almeno, posso
tenerla?”. Le azioni di Lancini, sia
detto con chiarezza, sono state comunque
del tutto disinteressate:
come ha detto ai giornali, infatti,
suo figlio va a scuola privata.
Abiliante invenzione?
Nei corso di questa variegata settimana,
Walter ha suscitato molta
preoccupazione, quando ha dichiarato
alla stampa “Non sono io il Papa
s t ra n i e ro ”, esplicitando con questa
frase quale sia il suo attuale progetto
di Stato: lo Stato confusionale. Pare
che inoltre, incontrando Piero Fassino,
gli abbia confidato “Non sono
io Antonello Cuccureddu. Tu comunque
puoi chiamarmi Pizzaballa”.
Nonostante il momento difficile,
Veltroni rimane l’ideatore e il leader
della cosiddetta opposizione degli
ONI, cui ha dato vita insieme a Fioroni
e a Gentiloni, dando la certezza
a gran parte dell’elettorato di sinistra
che certe rime, benché di basso livello,
non sono del tutto infondate.
Finora, il gruppo di deputati e intellettuali
che fa capo a Walter è composto
da 75 persone: gliene mancano
solo altre 525 per raggiungere il
numero di 600 e ripetere la simpatica
carica di Balaclava. Nell’ambito
del suo gruppo parlamentare, l’ex
Sindaco di Roma gode ancora di
grande stima e incrollabile fiducia,
anche se il segretario del PD Pierluigi
Bersani, dopo il recente faccia a
faccia, ha detto che l’unico modo
che Veltroni ha di creare una sua corrente
è lasciare aperta contemporaneamente
una porta e una finestra.
Usare le intercettazioni telefoniche
per cercare conferme a una banale
accusa di camorra, è indegno di un
Paese civile. Per fortuna, il nostro
Parlamento, baluardo di libertà, ha
impedito questa vergogna. “Adesso
sono disposto a farmi processare –
ha detto visibilmente soddisfatto
Cosentino – anche se mi piacerebbe
che in tribunale ci fosse una moquette
panna e che la moglie del Pubblico
Ministero avesse almeno una quarta
di seno. Sono garanzie minime, in
una democrazia matura”. Del resto,
da sempre in Italia esiste una Commissione
Antimafia: per il rispetto
delle pari opportunità, è giusto che
venga istituita anche una Commissione
Promafia. Dopo il voto della
Camera di mercoledì scorso, siamo a
un passo dalla realizzazione di questo
prestigioso obiettivo. “Il Pdl – ha
detto il deputato Maurizio Paniz - ha
voluto ribadire con fermezza l’i nv i o -
labilità delle conversazioni di un parlamentare,
come previsto dalla nostra
Costipazione… no…. dalla Coagulazione…
n e a n ch e …ah, dalla Costituzione!”.
La prassi, infatti, prevede
due punti fondamentali: A) La magistratura,
prima di intercettare il
parlamentare, deve chiedere l’autorizzazione
a procedere al Parlamento;
B) Il Parlamento la nega. Tutto è
molto semplice e lineare.
Tratti da Il Misfatto
Inserto di satira e maldicenze de Il Fatto Quotidiano
http://www.ilmisfatto.it/
Disegni di Disegni di Portos
e
Testi satirici di Marco Presta.
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