lunedì 28 marzo 2022

"La Città delle Donne a Vignette"

 

Teresa Noce (di Fabrizio Azzali)
Elsa Morante (di Monica Lasagni)
Katherine Mansfield (di Giulia Zatti)
Madame Wu (di Alessia e Bruno)
Lina "Gabriella" Polizzi (di Sophie Lamoretti Donoso)
sono le protagoniste in copertina della "Città delle Donne a Vignette"



"La Città delle Donne a Vignette", rappresenta il quarto capitolo della serie degli “Stradari Parmigiani” prodotti dalla Fondazione Matteo Bagnaresi Onlus. Si tratta di albi a fumetti nei quali i protagonisti della toponomastica cittadina vengono presentati attraverso piccoli ritratti e caricature accompagnate da un breve approfondimento biografico. E’ una operazione senza fini di lucro: il ricavato dell’iniziativa è reinvestito nelle attività didattiche della Fondazione.

Per il quarto volume la Fondazione ha pensato di iniziare un nuovo percorso: non più stradari “generici” ma dedicati volta per volta a un tema specifico. Su suggerimento di Cristina Bagnaresi, l’idea è stata quella di dedicarsi alle figure femminili della toponomastica cittadina. “La Città delle Donne a Vignette” vuole essere un volume che, col sorriso, racconta vite di donne diverse tra loro nel tempo e nelle vicende, ma spesso accomunate dalla capacità di resistenza e reazione a contesti che per lungo tempo le hanno volute subalterne agli uomini. E purtroppo le mappature della toponomastica ancora oggi spesso sono lì a dimostrarlo data, ad esempio, la difficoltà di trovare personaggi femminili nelle vie del centro storico.

Come ogni anno, il progetto ha potuto contare sulla collaborazione di Cubo – Contenitore Creativo che, da sempre, si occupa di diffondere gli stradari parmigiani nei circuiti digitali.

Altre realtà coinvolte sono la Casa delle Donne di Parma alla quale destineremo parte del ricavato della vendita dei volumi. Hanno supportato il progetto anche l’associazione Toponomastica femminile (che cura l’appendice del volume), il gruppo di artiste parmigiane “La meraviglia di Artemisia” già autrici della guida illustrata “Parma l'é béla bombén” uscita l’anno scorso, il Centro Studi Movimenti di Parma e l’Assessorato alle Pari Opportunità che ha fornito il Patrocinio.

Al volume hanno partecipato circa 70 artisti di Parma e provincia: professionisti, amatori, studenti del liceo Toschi, volontari della Fondazione Bagnaresi.

I testi sono a cura di Michele Belmessieri e Giulia Carenzi, con contributi del Centro Studi Movimenti. Il titolo “La Città delle Donne”, in effetti, vuole omaggiare anche una loro iniziativa omonima del 2018 quando diffusero 10 paline per la città, ciascuna delle quali legata a un luogo e a un momento storico di riscatto da parte delle donne di Parma. A sua volta nel titolo riecheggia anche il famoso film di Fellini e, soprattutto, il testo quattrocentesco Le livre de la Cité des Dames di Christine de Pizan.

“La Città delle Donne a Vignette” presenta più di 120 personaggi legati alla toponomastica parmigiana e della provincia, fornendo una inedita mappatura che contribuisce a raccontare non solo biografie di grandi donne, ma assieme passaggi importanti della storia della nostra città.


Lo trovate da Libraccio, Mondadori Ghiaia, Libri e Formiche, Fiaccadori, Mondadori EuroTorri, a Parma e in  Libreria 80 a San Secondo.


Adele Zucchi 
© Alice Bonelli


PARMA. LA CITTÀ DELLE DONNE A VIGNETTE 

articolo di Danila Baldo (vicepresidente di Toponomastica Femminile)

https://vitaminevaganti.com/2021/10/02/parma-la-citta-delle-donne-a-vignette/

Siamo state coinvolte, come associazione Toponomastica femminile, in un’impresa editoriale che ci è apparsa subito molto interessante e importante per far conoscere le donne che hanno contribuito alla crescita della civiltà. 

Poniamo alcune domande a Michele Belmessieri, che ci ha contattate su suggerimento della dr.a Fabrizia Dalcò, esperta in politiche di parità e appassionata di storia delle donne, autrice del blog In genere: dedicato a donne e uomini, pubblicato dalla Gazzetta di Parma. 


Michele, ci piacerebbe leggere una tua piccola presentazione. Di che cosa ti occupi? 

Sono uno storico dell’arte, operatore culturale e insegnante. Professionalmente ho sempre lavorato in contesti museali con incarichi che sono andati dalla curatela di mostre, l’organizzazione e la conduzione di visite guidate a responsabilità legate a progetti editoriali. Oltre a queste attività, faccio parte di una associazione che si occupa di diffusione della cultura cinematografica con la quale organizziamo progetti scolastici e programmazioni in sale d’essai. 


Come è nato questo progetto? 

La Città delle Donne a Vignette è un progetto dedicato alla toponomastica femminile di Parma, promosso dalla Fondazione Bagnaresi Onlus, e che rientra all’interno di un percorso intrapreso già quattro anni fa con il primo volume della serie Stradari Parmigiani. La serie, di cui la Città delle Donne rappresenta il nuovo capitolo, nasce da un paradosso: dello spazio urbano in cui viviamo, per le nostre consuetudini, abbiamo familiarità con i nomi, talvolta con i volti, ma il livello di conoscenza è spesso parziale e la lacuna più dolorosa è la mancanza di consapevolezza dei valori che questi personaggi incarnano. Pur non essendo un disegnatore professionista, direi più un semplice scarabocchiatore, ho deciso di provare a realizzare dei volumi a vignette che raccontassero non senza ironia le storie di questi personaggi, suddividendo la città in quartieri e accompagnando i disegni con testi biografici. Per ora sono usciti tre volumi, ciascuno dei quali mi ha tenuto impegnato per circa un anno, per un totale di ben 365 volti della toponomastica parmigiana. I primi due libri sono stati interamente illustrati da me, e quindi risultano un pochino naif, dal terzo in poi abbiamo scelto di realizzare una sorta di call aperta a chiunque decidesse di contribuire con un disegno. Anche per la Città delle Donne a Vignette è avvenuta la stessa cosa. Settanta autori e autrici diverse ci hanno permesso di raggruppare, grazie al tempo che ci hanno regalato, e al loro talento, circa centoventi personaggi realizzati da: illustratrici e illustratori professionisti, studenti, volontari/e della Fondazione e anche matite dilettanti, ma piene di entusiasmo. 

Maria Luigia D'Asburgo Lorena duchessa di Parma
© Leo Ortolani


Il fatto che sia a vignette vuole anche coinvolgere in modo privilegiato l’universo giovanile? 

Non necessariamente. Senz’altro la forma del fumetto, data la frequente familiarità con il mezzo, può essere considerata più accessibile a un pubblico di ragazzi/e rispetto a un semplice articolo di giornale, per non parlare di un vero e proprio saggio. Tuttavia riteniamo che il meccanismo di sintesi che il disegno produce e il suo carattere leggero incuriosiscano anche le persone adulte. Dirò di più, spesso in alcune illustrazioni particolarmente riuscite i ragazzi e le ragazze notano alcuni aspetti, mentre gli adulti/e qualche altro dettaglio, ciascuna/o dal proprio punto di vista. L’obiettivo dei nostri volumi in parte è proprio questo: offrire a ciascuna categoria di lettori/lettrici chiavi diverse per interpretare il nostro lavoro e le lezioni dei personaggi che fanno capolino. La presenza di tanti artisti/e diverse, ciascuna/o con il proprio stile e approccio al personaggio, aiuta questa molteplicità di lettura. 


Avete dei contatti col mondo della scuola? 

Numerosi, sia diretti che indiretti. La principale attività della Fondazione Bagnaresi consiste in un doposcuola gratuito per le classi medie e superiori della città. Questo perché la signora Cristina Bagnaresi è una insegnante in pensione e all’apertura della Fondazione ha coinvolto tanti dei suoi vecchi colleghi nel progetto. Il nostro corpo docenti è quindi composto da volontari/e dotate non solo di sensibilità, ma anche di grande esperienza. Diverse/i di loro hanno partecipato con un disegno al terzo volume dello Stradario e parteciperanno alla Città delle Donne. In questo modo, per amicizie con direttori scolastici o insegnanti ancora a lavoro, del volume si è parlato nelle scuole e qualche alunno/a del nostro liceo artistico ha anche partecipato con illustrazioni sorprendenti. Ma, soprattutto, il Comune di Parma, per iniziativa dell’Assessorato alla Cultura, ha sempre acquistato un numero consistente di Stradari, diffondendoli nelle scuole e nelle biblioteche. Con ogni probabilità anche per il prossimo progetto avverrà lo stesso meccanismo, benché il nostro interlocutore (di comune accordo) sia diventato per l’occasione l’Assessorato alle Pari Opportunità. 


Ilaria Alpi
© Mina Tedesco


Quali sono le risorse economiche che ne consentono la stampa? 

Le risorse per la stampa sono provenute da una campagna di crowdfunding, sponsorizzazioni e attraverso il sostegno del Comune di Parma che ha sin da subito patrocinato l’iniziativa. Tutto il ricavato ottenuto della vendita e dalle offerte dei libri è stato destinato alla Fondazione Bagnaresi. Visto l’interesse che Parma ha riservato agli Stradari abbiamo deciso di proseguire, ma con una sostanziale variazione: non più suddividendo semplicemente la città in quartieri ma affrontando, ogni anno, un tema diverso. Osservare le nostre strade e le nostre piazze partendo da un punto di vista, anziché raggruppando genericamente nomi sempre nuovi.  


Come è stato scelto il tema di quest’anno? 

L’idea di indirizzarci verso il tema della toponomastica femminile è partita da Cristina Bagnaresi. Inizialmente si pensava di realizzare uno Stradario dedicato alla memoria partigiana della nostra città, ma abbiamo deciso di spostarlo all’anno prossimo per inquadrarlo nelle celebrazioni del centenario delle Barricate antifasciste di Parma. Tuttavia l’intuizione di Cristina mi è piaciuta subito e immediatamente ho pensato sia alle amiche della Casa delle Donne, di cui seguivo lo sviluppo associativo, che a Toponomastica femminile, la cui mappatura di Parma e provincia mi è stata utile in fase di realizzazione degli scorsi Stradari. A pensarci bene forse avrei dovuto ringraziarvi. Lo faccio ora. 


Alcuni esempi? 

Come sempre, almeno per quello che mi riguarda, quando ci si avventura nella toponomastica sono spesso i personaggi meno conosciuti a custodire storie straordinarie. Naturalmente male non farà a chi legge una rinfrescata in merito alle vite di Giuditta Sidoli, Grazia Deledda o Maria Montessori, ma dal mio punto di vista preferisco ricordare la partigiana Laura “Mirka” Polizzi, un mito per molti di noi, l’ostetrica Maria Godi (“Mamma Cicogna”, che fece nascere migliaia di parmigiani), oppure la badessa Caracosa De Adam, sorella quasi sconosciuta dell’invece pluricelebrato Fra’ Salimbene. 


Alda Lagazzi (tra le fondatrici dello scoutismo a Parma)
© Letizia Farisato


Quali le collaborazioni? 

Seguendo alcuni dei princìpi dello statuto della Fondazione, abbiamo deciso di proporre un’alleanza con la nascente Casa delle Donne di Parma cui ci lega l’impianto valoriale. Per supportarle nella loro fase organizzativa, infatti, sarà destinato a loro il ricavato dell’iniziativa. Altre collaborazioni importanti sono con il gruppo di illustratrici parmigiane La Meraviglia di Artemisia, disegnatrici di età e stili diversi ma accomunate dal talento e dalla voglia di mettersi al servizio nella riscoperta della propria città. L’anno scorso Susanna Binacchi, Roberta Ferretti, Paola Gennari, Katia Guglielmi, Anna Mezzadri e Giulia Zatti hanno realizzato una guida illustrata di Parma (Parma l’é béla bombén, traducibile con Parma è proprio bella) che di fatto si è affiancata allo scorso stradario nelle biblioteche cittadine. Abbiamo quindi deciso di unire le forze per la Città delle Donne a Vignette. 

Senza dimenticare Toponomastica femminile, un’ultima collaborazione per noi essenziale è quella con l’Assessorato alle Pari Opportunità presieduto dalla Assessora Nicoletta Paci, da subito vicina al progetto con grande partecipazione. 


Bianca Pellegrini, per lei Per Maria Rossi ha costruito il castello di Torrechiara
©Michele Belmessieri

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