sabato 30 marzo 2013

Enzo Jannacci: "El purtava i scarp de tennis…"

Ogni volta che muore un uomo intelligente diventiamo un po' più poveri...

Arrivederci Enzo...




Enzo 29/03/13
CeciGian

El purtava i scarp de tennis…
un saluto,
Marilena Nardi


a Enzo Jannacci
di Tiziano Riverso


Pietro Vanessi


Nico Pillinini




Quelli che cantano dentro nei dischi perche' ci hanno i figli da mantenere, oh yes!
Quelli che da tre anni fanno un lavoro d'equipe convinti d'essere stati assunti da un'altra ditta, oh yes!
Quelli che fanno un mestiere come un altro.
Quelli che accendono un cero alla Madonna perche' hanno il nipote che sta morendo, oh yes!
Quelli che di mestiere ti spengono il cero, oh yes!
Quelli che Mussolini e' dentro di noi, oh yes!
Quelli che votano a destra perche' Almirante sparla bene, oh yes!
Quelli che votano a destra perche' hanno paura dei ladri, oh yes!
Quelli che votano scheda bianca per non sporcare, oh yes!
Quelli che non si sono mai occupati di politica, oh yes!
Quelli che vomitano, oh yes!
Quelli che tengono al re.
Quelli che tengono al Milan, oh yes!
Quelli che non tengono il vino, oh yes!
Quelli che non ci risultano, oh yes!
Quelli che credono che Gesu' Bambino sia Babbo Natale da giovane, oh yes!
Quelli che la notte di Natale scappano con l'amante dopo aver rubato il panettone ai bambini, oh yes!
Intesi come figli, oh yes!
Quelli che fanno l'amore in piedi convinti di essere in un pied-a-ter, oh yes!
Quelli, quelli che sono dentro nella merda fin qui, oh yes! Oh yes!
Quelli che con una bella dormita passa tutto, anche il cancro, oh yes!
Quelli che, quelli che non possono crederci neanche adesso che la terra e' rotonda, oh yes!
Quelli che non vogliono tornare dalla Russia e continuano a fingersi dispersi, oh yes!
Quelli che non hanno mai avuto un incidente mortale, oh yes!
Quelli che non vogliono arruolarsi nelle SS.
Quelli che ti spiegano le tue idee senza fartele capire, oh yes!
Quelli che dicono "la mia serva", oh yes! Oh yes!
Quelli che organizzano la marcia per la guerra, oh yes!
Quelli che organizzano tutto, oh yes!
Quelli che perdono la guerra... per un pelo, oh yes! Oh yes!
Quelli che ti vogliono portare a mangiare le rane, oh yes!
Quelli che sono soltanto le due di notte, oh yes!
Quelli che hanno un sistema per perdere alla roulette, oh yes!
Quelli che non hanno mai avuto un incidente mortale, oh yes!
Quelli che non ci sentiamo, oh yes!
Quelli diversi dagli altri, oh yes!
Quelli che puttana miseria, oh yes!
Quelli che quando perde l'Inter o il Milan dicono che in fondo e' una partita di calcio e poi vanno a casa e picchiano i figli, oh yes!
Quelli che dicono che i soldi non sono tutto nella vita, oh yes!
Quelli che qui e' tutto un casino, oh yes!
Quelli che per principio non per i soldi, oh yes! Oh yes!
Quelli che l'ha detto il telegiornale, oh yes!
Quelli che lo statu quo che nella misura in cui che nell'ottica, oh yes!
Quelli che non hanno una missione da compiere, oh yes!
Quelli che sono onesti fino a un certo punto, oh yes!
Quelli che fanno un mestiere come un altro.
Quelli che aspettando il tram e ridendo e scherzando, oh yes!
Quelli che aspettano la fidanzata per darsi un contegno, oh yes!
Quelli che la mafia non ci risulta, oh yes!
Quelli che ci hanno paura delle cambiali, oh yes!
Quelli che lavoriamo tutti per Agnelli, oh yes!
Quelli che tirano la prima pietra, ma che anche la seconda,la terza, la quarta e dopu? E dopu se sa no...
Quelli che alla mattina alle sei freschi come una rosa si svegliano per vedere l'alba che e' gia' passata.
Quelli che assomigliano a mio figlio, oh yes!
Quelli che non si divertono mai neanche quando ridono, oh yes!
Quelli che a teatro vanno nelle ultime file per non disturbare, oh yes!
Quelli, quelli di Roma.
Quelli che non c'erano.
Quelli che hanno cominciato a lavorare da piccoli, non hanno ancora finito e non sanno che cavolo fanno, oh yes!
Quelli li'...







Che scuse', ma mi vori cuntav
d'un me amis che l'era anda a fa'l bagn
sul stradun, per andare all'idroscalo
l'era li', e l'amore lo colpi'.
El purtava i scarp de tennis, el parlava de per lu
rincorreva gia' da tempo un bel sogno d'amore.
El purtava i scarp de tennis, el g'aveva du occ de bun
l'era il prim a mena via, perche' l'era un barbun.
Un bel di', che l'era dre' a parla'
de per lu, l'aveva vista passa'
bianca e rossa, che pareva il tricolore
ma po lu, l'e' sta bon pu' de parla'.
El purtava i scarp de tennis, el parlava de per lu
rincorreva gia' da tempo un bel sogno d'amore.
El purtava i scarp de tennis, el g'aveva du occ de bun
l'era il prim a mena via, perche' l'era un barbon.
(parlato)Un bel di a che'l pover diavul che riva na machina, ven giu' vun e domanda: "Ohe'!" "Chi a mi?" "Si', a lu, savaria, savaria no per piasee' la strada per andare all'aeroporto Forlanini?" "No, signore non sono mai stato io all'aeroporto Forlanini,non lo so in due l'e'." "La strada per andare all'Idroscalo, almeno, la conosce?" Si, l'Idroscalo al so in dua l'e', al meni mi all'Idroscalo, vengo su anch'io sulla macchina, e' forte questa, e' forte la macchina. "Lasa sta la machina barbon." "No, signore vengo anch'io sulla macchina, non sono mai stato su una macchina io, Bella questa macchina...Ferma signore, che'l me lasa, che'l me lasa giu chi che sono arrivato,un piasee' che'l se ferma chi.
(cantato) Un piasee', ch'el me lasa gio' chi
che anca mi mi go avu il mio grande amore
roba minima, s'intend, s'intend roba da barbon.
El purtava i scarp de tennis, el parlava de per lu
rincorreva gia' da tempo un bel sogno d'amore.
El purtava i scarp de tennis, el g'aveva du occ de bun
l'era il prim a mena via, perche' l'era un barbon.
L'an trova, sota a un muc de carton
l'an guarda' che'l pareva nisun
l'an tuca che'l pareva che'l durmiva
lasa sta che l'e' roba de barbon.
El purtava i scarp de tennis, el parlava de per lu
el purtava i scarp de tennis, perche' l'era un barbun,
el purtava i scarp de tennis, el parlava de per lu
el purtava i scarp de tennis, perche' l'era un barbun...




Lei e' bella lo so
e' passato del tempo e io ce l'ho nel sangue ancor.
Io vorrei, io vorrei
ritornare laggiu' da lei ma so che non andro'.
Questo e' un amore di contrabbando
meglio star qui seduto a guardare il vino che butto giù.
Mexico e nuvole il tempo passa sull'America
il vento suona la sua armonica,
che voglia di piangere ho
Mexico e nuvole la faccia triste dell'America
il vento insiste con l'armonica,
che voglia di piangere ho.
Chi lo sa come fa quella gente
che va fin la' a pronunciare sì... mah!
Mentre sa che è già provvisorio l'amore
che c'è sì ma forse no... ah!
Queste son situazioni di contrabbando
a me non sembra giusto neanche in Mexico, ma perchè?
Mexico e nuvole, il tempo passa sull'America
il vento insiste con l'armonica,
che voglia di piangere ho
Mexico e nuvole la faccia triste dell'America
il vento insiste con l'armonica,
che voglia di piangere ho.
Intorno a lei intorno a lei
la chitarra risuonera'
per tanto tempo ancor
e il mio amore per lei
i suoi passi accompagnerà nel bene e nel dolor.
Queste son situazioni di contrabbando
tutto si puo' inventare ma non un matrimonio non si può più.
Mexico e nuvole, il tempo passa sull'America,
il vento suona la sua armonica,
che voglia di piangere ho.
Mexico e nuvole la faccia triste dell'America
il vento insiste con l'armonica,
che voglia di piangere ho.
Mexico e nuvole, il tempo passa con l'armonica,
il vento insiste sull'America,
che voglia di ridere ho





di Bruno Bozzetto

Secondo te...Che gusto c'è? fu registrato negli studi Ricordi di Milano nel mese di ottobre 1977; il tecnico del suono è Gianluigi Pezzera, e la copertina del disco è di Bruno Bozzetto, ed è un'immagine tratta dal cartone animato che Bozzetto aveva realizzato per la sigla del programma Secondo voi, condotto da Pippo Baudo, che era la canzone che dà il titolo a questo disco; fu lo stesso Baudo a chiedere a Jannacci di preparare la sigla del programma.(fonte)




Tempi davvero tristi... Anche Enzo Jannacci, grandissimo artista, amico e collaboratore dei miei primi lavori, ci ha improvvisamente lasciato. Insieme a Paolo Tomelleri aveva creato la colonna sonora dei primi cortometraggi e accompagnato la nascita del sig. Rossi. Me lo ricordo come fosse oggi quando, ascoltando le poche parole di spiegazione del soggetto, canticchiava qualcosa a bassa voce e capivi che la musica che chiedevo era già lì, pronta e composta nella sua testa. Questa sua immediatezza e genialità, sfociata poi nei piccoli-grandi capolavori che tutti conosciamo, ha segnato un'intera generazione. Ciao Enzo... con te scompare anche una piccola parte del mio mondo, forse la più originale, e un sincero e affettuoso grazie per averci lasciato splendide canzoni che ci ricorderanno per sempre il tuo umorismo, la tua originalità e la tua grande poesia. Tu saresti stato sicuramente molto più spiritoso e originale nello scrivere il tuo epitaffio, ma io proprio non ce la faccio... Scusami. Un abbraccio.
Bruno Bozzetto

Il cane con i capelli / Gheru gheru - 1/12/1961 - RICORDI SRL 10-222
Testi e musiche di Enzo Jannacci disegni di Bruno Bozzetto

copertina di Vengo anch'io no tu no
disegnata da Joshua Held





Sotto la pioggia è inutile il freno
passano i giorni ci si parla sempre di meno
finisce il lavoro non c'entra l'età
di un uomo pulito diviso a metà
chissà se da giovane ha avuto un amore
chissà se qualcuno gli avrà spezzato il cuore
ah, la memoria ha dei risvolti curiosi
più dentro ci vai più niente viene di fuori

Dopo i temporali non viene più il sereno
c'è poca minestra, va beh, ne faremo a meno
poterla spartire con qualcuno che sai
c'è anche il telefono... non si sa mai

La vita si aggiusta ma non ci saremo
ore su ore atirare quel freno
e arrivi tardi a una porta sbagliata
la pasta va bene, anche un pò riscaldata

E certo che da giovane ha avuto un amore
per forza qualcuno gli avrà spezzato il cuore
ah, la memoria ha dei risvolti curiosi
più dentro ci vai più niente viene di fuori

Adesso è sera e l'uomo è da solo
balla su un disco di musica a nolo
verrebbe da ridere con gli anni che ha
come tutti quegli uomini divisi a metà

Dai temporali ormai non piove nemmeno
là dietro l'angolo non c'è più neanche il sereno
poco più in alto c'è l'areoplano
puzza di guerra neanche tanto lontano

Guarda più in alto se c'è l'areoplano
puzza di guerra
per molti niente di strano...




Di Roberto Salvetti


Omaggio ad Enzo Jannacci
Noi villan...
E sempre allegri bisogna stare
che il nostro piangere fa male al re
fa male al ricco e al cardinale
diventan tristi se noi piangiam,
e sempre allegri bisogna stare
che il nostro piangere fa male al re
fa male al ricco e al cardinale
diventan tristi se noi piangiam!
Paride Puglia

 


Antonio Gallo


... ho visto un re...
Gianni InkyJohn


Enzo Jannacci da Wikipedia
Vincenzo Jannacci detto Enzo (Milano, 3 giugno 1935 – Milano, 29 marzo 2013) è stato un cantautore, cabarettista e attore italiano, tra i maggiori protagonisti della scena musicale italiana del dopoguerra.

Caposcuola del cabaret italiano, nel corso della sua cinquantennale carriera ha collaborato con svariate personalità della musica, dello spettacolo, del giornalismo, della televisione e della comicità italiana, divenendo artista poliedrico e modello per le successive generazioni di comici e di cantautori.

Autore di quasi trenta album, alcuni dei quali rappresentano importanti capitoli della discografia italiana, e di varie colonne sonore, Enzo Jannacci, dopo un periodo di ombra nella seconda metà degli anni novanta, è tornato a far parlare di sé ottenendo vari premi alla carriera e riconoscimenti per i suoi ultimi lavori discografici.

È ricordato come uno dei pionieri del rock and roll italiano, insieme ad Adriano Celentano, Luigi Tenco, Little Tony e Giorgio Gaber, con il quale formò un sodalizio durato più di quarant'anni.(continua)






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