mercoledì 1 febbraio 2012

Stereotipi, razzismo ed europei.

Stereotipi
Gianfranco Uber

Si è parlato con molto clamore nei giorni scorsi, del giornalista dello Spiegel,Jan Fleischhauer,
che si domandava, se un capitano inglese o tedesco, avrebbe mai abbandonato una nave, come ha fatto Schettino:
" Hand aufs Herz: Hat es irgendjemanden überrascht, dass der Unglückskapitän der "Costa Concordia" Italiener ist? Kann man sich vorstellen, dass ein solches Manöver inklusive sich anschließender Fahrerflucht auch einem deutschen oder, sagen wir lieber, britischen Schiffsführer unterlaufen wäre?"
Non si prendeva,  nemmeno in considerazione, la possibilità che esistano, inglesi e tedeschi paurosi e italiani coraggiosi, ma che solo gli italiani possano essere così codardi, salvo poi un po' ipocritamente lamentarsi che
gli stereotipi sono duri a morire.
I titoli poi di Libero e la copertina del  Giornale, purtroppo sono stati squallidi come l'articolo dello Spiegel.
 L'articolo sembra non fosse stato tradotto correttamente e si volesse parlare solo di stereotipi e che quindi la polemica italiana fosse tutta una bufala. L'ambasciatore italiano, ha scritto una lettera alla direzione del giornale, e c'è chi dice che se la poteva risparmiare mentre per altri ha fatto addirittura troppo poco, tanta è l'indignazione italiana.
Lo Spiegel purtroppo non è nuovo a campagne anti-italiani, famosa, è una sua copertina raffigurante una pistola fumante sopra un piatto di spaghetti altrettanto fumante (foto in fondo al post). E neppure Libero ed Il Giornale danno splendidi esempi di democrazia visti gli articoli che pubblicano spesso sulle loro pagine.

Mentre imperversa la polemica  6 giornali, famosi quotidiani europei The Guardian, Le Monde, La Stampa,  Suddeutsche ZeitungGaceta Wyborcza , El Pais,  per il  Progetto Europa  chiedono a 6 giornalisti ed a 6 disegnatori, dei loro staff  di individuare gli stereotipi del proprio paese, per sfatare i pregiudizi. Qui di sotto, prediligendo per il mio blog, la parte grafica,  riporto le sei vignette ed i link per chi volesse leggere gli interessanti articoli.


AUREL (LE MONDE)

British stereotypes: do mention the war, please!

 scritto da  Jonathan Freedland di The Guardian
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PAUL BOMMER (THE GUARDIAN)
French stereotypes: arrogant and good in bed? Bien sûr!
scritto da  Jean-Michel Normand di Le Monde


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CHIOSTRI (LA STAMPA)

German stereotypes: Don't mention the towels

scritto da  Rainer Erlinger del Süddeutsche Zeitung
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FORGES (EL PAÍS)
Italian stereotypes: yes, we are all individuals!
scritto da Massimo Gramellini della La Stampa
"Il nostro peggior difetto lo avrai (o lo avrete) intuito leggendo questo articolo, è l'auto-compiacimento"(M. Gramellini)
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OLIVER SCHOPF (SÜDDEUTSCHE ZEITUNG)

Polish stereotypes: hard-drinking Catholic zealots? Nie!

scritto da  Adam Leszczynski per Gazeta Wyborzca
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JACEK GAWLOWSKI (GACETA WYBORCZA)

Spanish stereotypes: statistics tell us they have Mondays, too

 scritto da Carmen Moràn di El Pais.
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 The Guardian ed El Pais riportano tutti i sei articoli. Sotto ai disegni ho messo i link delGuardian
e qui di seguito quelli in spagnolo di El Pais
Repasa en estos artículos seis estereotipos europeos:
»También hay lunes en España
»Reino Unido, vivir de las glorias pasadas
»Los alemanes y las toallas en las tumbonas
»Italianos: Valientes, no, pero sí astutos
»¡Cuidado con la vanidad francesa!
»Polacos: más católicos que creyentes

Ma cos'è il  Progetto Europa?

Sei paesi, sei quotidiani, milioni di lettori.
Una Europa.
L'Unione europea è alle prese con la sua più profonda crisi in 60 anni, un malessere che va oltre la debacle dell'euro e la marea di un enorme del debito che sta inondando il continente. L'unione sembra esaurita. L'espansione è a un punto morto. Rallentamento delle economie dell'UE sono eclissata da rivali in Asia e America Latina. "Bruxelles" è diventata una parola sporca, non più solo in Gran Bretagna. l'euroscetticismo è in aumento in tutto il continente. Il tabù è stato sollevato su stereotipi nazionali e capro espiatorio - Greci pigri, tedeschi prepotenti, sciovinisti francesi, inglesi altezzosi. In questa congiuntura critica, sei principali quotidiani dei più grandi paesi dell'Unione europea si sono riuniti in un progetto comune per costruire un quadro più sfumato dell'UE ed esplorare ciò che l'Europa fa bene e cosa non così bene. Cominciamo indagando i benefici l'Unione europea ha portato a 500 milioni di persone e poi oggi esaminare i leader nazionali lavorando per guidare fuori delle sue difficoltà attuali. Domani guardiamo euroscetticismo e stereotipi nazionali. Alla fine della settimana, si può prendere il nostro test "Come europei si sono" e vedere come te e gli altri europei rango lettori.
(fonte The Guardian)


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Le considerazioni di Carletto Darwin, un manager italiano che risiede da molti anni in Germania

Tuesday, January 24, 2012


Farsi prendere la penna

Un giornalista di Rep legge un po' al volo un articolo di Der Spiegel e ne trae tutta una serie di considerazioni razziste e contro razziste.
Che era proprio quello che voleva dire l'articolista teutonico: ci sono regole politically correct e poi nella vita quotidiana ci si scontra contro i pregiudizi, dal capitano della nave fino alla questioni economiche. E che, anche a identificare differenze climatiche o di cultura, se ci si allontana troppo dalle differenze che pure ci sono, si cade in una situazione culturalmente ingestibile.
L'articolo di Rep. è veramente pessimo. (fonte)

L'opinione di Ferdinando Camon


 Giornata della Memoria: Razzismo tra noi e contro di noi
Quotidiani locali del Gruppo "Espresso"-"Repubblica" 27 gennaio 2012 
Quando un leghista canta (i vertici della Lega, deputati e senatori, l’han fatto in tv): “Senti che puzza / scappano anche i cani, / sono arrivati / i napoletani”, fa una graduatoria: prima i cani, poi i napoletani. I napoletani fanno schifo ai cani. Quindi, a maggior ragione, fanno schifo a noi. È razzismo. I napoletani fanno schifo come razza, come sono per natura, non per storia. Un senatore che canta così dovrebb’essere espulso dal senato. Ma non succede. Dunque si può inneggiare al razzismo in tv, senza che scatti una punizione. Siamo nella Giornata della memoria, il 27 gennaio è il giorno in cui quattro soldati a cavallo dell’Armata Rossa entrarono nel Lager di Auschwitz, e l’umanità ha scelto questo giorno perché vi si ricordi lo Sterminio, figlio del razzismo. Noi italiani abbiamo inventato il fascismo, che fu il maestro del nazismo. Dovremmo stare attenti al razzismo non nel suo stadio finale, lo Sterminio, perché quando si è in quello stadio è troppo tardi, ma nel suo stadio iniziale, la predicazione dell’odio, del disprezzo e della calunnia. Noi italiani in questo stadio dell’odio-disprezzo-calunnia ci siamo. La Giornata della Memoria dovrebbe ricordarcelo. Perché non deve ricordare soltanto l’eliminazione degli ebrei, ma anche la loro ghettizzazione e la loro conversione coatta: le tappe che hanno portato all’eliminazione. Non si può più credere che tutto sia cominciato con Hitler. Questo lo credevano alcuni ebrei illustri, anche Primo Levi. È una visione “corta”, miope, della storia. Da vent’anni alcuni storici illustri ricordano come il rapporto con gli ebrei abbia conosciuto diverse tappe, a partire da quella in cui si diceva agli ebrei (l’ho già ricordato qui): “Potete vivere in mezzo a noi, a patto che diventiate come noi”, cioè vi convertiate. Era l’epoca delle conversioni coatte. Seguì l’epoca della separazione: “Non siete diventati come noi, andate a vivere da un’altra parte”, cioè nei ghetti. Hitler è venuto secoli dopo per concludere: “Né fra noi né lontano da noi, non potete vivere da nessuna arte, dovete morire”. Quest’ultima tappa non sarebbe stata possibile se non ci fossero state le tappe precedenti. Per evitare l’ultima, bisognava evitare le prime. L’errore che causa tutto è quando si tollera. Io non so come finirà la storia del console italiano a Osaka, filmato mentre in un concerto rock fa il saluto fascista e canta inni fascisti. È stato richiamato in patria, adesso è a Roma. Si difende dicendo che quando cantava quegli inni fascisti era fuori servizio. Inammissibile. Non si tratta di vedere se uno “fa” il fascista, ma se “è” fascista. È stato commesso un errore a monte: un fascista non doveva avanzare nella carriera diplomatica, non può rappresentarci nel mondo. Il presidente del governo iraniano ripete che l’“entità ebraica”, Israele, va distrutta. Sta lavorando alla bomba atomica per questo. L’umanità ha un problema: come impedire la costruzione di quell’atomica. È difficile fermare quel presidente. Bisognava evitare che diventasse presidente. Ma lo è diventato perché quel che sostiene è in linea con l’opinione pubblica ufficiale del suo paese: dove si dichiara che lo Sterminio non c’è mai stato, è un trucco degli ebrei. E’ quel che sostiene il presidente turco nei riguardi degli armeni. Questa è ignoranza. L’eterna madre di ogni razzismo. La Giornata della Memoria serve a combattere il razzismo combattendo l’ignoranza. È l’unica strada, non ce ne sono altre. Il giornale tedesco “Der Spiegel” vorrebbe cacciarci dall’Europa: “Si può fidarsi di un popolo di Schettini? Schettino è il perfetto italiano, potete immaginare che fosse un tedesco? Merita di stare in Europa un popolo che ha fatto Napoli?”. È un razzismo idiota. E sarebbe idiota rispondergli: si può fidarsi di un popolo che ha ucciso e bruciato 6 milioni di ebrei? Merita di stare in Europa un popolo che ha fatto Auschwitz? Ieri usciva un sondaggio in Germania: sotto i 35 anni, un tedesco su 4 non sa cos’è Auschwitz, mai sentito. Oggi è la Giornata della Memoria. Funziona se entro sera quel 25 % di giovani tedeschi finalmente sa. Soltanto dopo potranno dirsi europei.

Le copertine:

Der Spiegel -luglio 1977
Il Giornale- 27 gennaio 2012
LINK:

How European are you? (interactive quiz)
L'ITALIANO (STEREO)TIPO SECONDO BERLINO(Gian Antonio Stella)
 Gli stereotipi nella stampa europea
Spiegel online: "Ma vi sorprendete che il comandante fosse un italiano?"(la Repubblica)
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Elchicotriste alla ricerca degli stereotipi 'in peace'!

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