"Che cosa è accaduto in questo tormentato periodo estivo? Non lo si comprende, care amiche e cari amici, se non si torna indietro al giorno in cui tutto è cominciato. Un giorno che non è lontano, calendario alla mano, ma che sembra ormai sepolto, il 29 di luglio. Quando l'ufficio politico del Pdl, il massimo organismo di vertice del partito, dopo una riunione durata un paio d'ore, in mia assenza, ha decretato di fatto la mia espulsione da quel partito, un partito che ho certamente contribuito a creare, non in ragione di quel che potevo rappresentare come persona, ma in ragione di quel che rappresentava quella grande comunità politica che era ed è la destra italiana. Una riunione al termine della quale è stato approvato un documento in cui si scrive testualmente che la mia posizione, e la posizione dei cosiddetti finiani, rappresentava uno stillicidio di dissenso, una critica demolitoria, un atteggiamento di opposizione permanente spesso in sintonia con posizioni e temi della sinistra, una - e questa veramente è da ridere - una partecipazione attiva al gioco al massacro delle procure e, quindi, - questa era la conclusione - Fini è assolutamente incompatibile con i principi ispiratori del Popolo della libertà. Il 29 di luglio. E, allora, per cominciare a fare chiarezza, non c'è stata alcuna fuoriuscita, non c'è stato alcun tipo di scissione, non c'è stato alcun atteggiamento volto a demolire il Popolo della libertà. C'è stata di fatto la mia estromissione dal partito che avevo contribuito a creare con un atto profondamente illiberale, con un atto autoritario, con un atto che nulla ha a che spartire con quel pluralismo che rappresenta una delle garanzie, una delle condizioni perché un partito sia autenticamente un partito liberale di massa. Nessuna follia, nessuna scissione. Un atto, non ho difficoltà a dirlo, che forse è stato ispirato da quel libro nero del comunismo che ci fu consegnato quando demmo vita ad Alleanza nazionale. Un atto in perfetto stile stalinista quello di essere messi alla porta senza alcun contraddittorio. Quel documento fu una brutale repressione della dialettica interna, prima che del dissenso, fu il tentativo di annullare ogni tipo di diversità."
Il discorso integrale
SERGIO STAINO
Fini: "Io espulso come in stalinismo".
Mirabello, tirato in ballo il Dittatore Georgiano nonostante nell'album di famiglia del Presidente della Camera non manchino certo Personalità qualificate in materia....
Tant'è, grazie per lo spuntoPORTOS Comic strip
Giannelli http://www.corriere.it/
Enrico Bertuccioli (EBERT)
De Santis
IL RITORNO DEL FIGLIOL PRODIGO, ANZI NO
Difficile interpretare l'esito del discorso di Fini a Mirabello ma una cosa è certa: l'accenno alla volontà di modifica del "porcellum" rischia di spingere ancor di più a elezioni anticipate.
Pubblicato da uber
Etichette: berlusconi, destra, elezioni, FINI, pdl
Giannelli http://www.corriere.it/
Confini
fabiomagnasciuttiQuestione di metodo
Chiamiamola lapidazione, passi, ma non riesco a dimenticare di chi stiamo parlando e da dove viene Gianfranco Fini. Anche Galeazzo fu allo stesso modo trattato da traditore e per questo fucilato. Ma era sempre un fascista che si era rivoltato contro il suo dittatore. Mi passerete questa riflessione anche se le vignette non si spiegano.
Marco Careddu GRAFFI DIGITALIIl pacco
Giulio LaurenziIl PdL è morto! Viva il PdL!
Patorno http://mauropatorno.blogspot.com/
Fini dixit
ottomax
Meglio tardi che mai
Paride Puglia PUNCH Matteo Bertelli
FINISVEST
La terza caricanico pillinini
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