giovedì 7 febbraio 2019

Roberto Perini (1950 - 2019)


«Dicono che il mio segno è grottesco - spiegava Perini - ma come avviene nei pittori fiamminghi, a cui mi ispiro, grottesca, a dire il vero, è la realtà».
Perini ha vissuto tra Roma e Cuba: «Riviste satiriche da noi non se ne fanno più, non mi occorre lavorare in Italia».
Nel suo passato prodigi di abilità («Disegnavo monete sul pavimento del Liceo Ripetta, la gente si chinava a raccoglierle») e una lunga serie di vignette su Cossiga: «Quando le lesse mi mandò i corazzieri con una cassa di champagne...» e tante altre cose...



Il saluto di Alessandro Schwed / Jiga

È uscito da quella porta Roberto Perini, il disegnatore dadaista del Male.

Romanissimo. Simpaticissimo. Grandissimo. Erano in due i disegnatori romani del nostro immenso, forsennato, irripetibile settimanale satirico, due romani da dire romani, ma romani che più non si poteva, uno era Roberto e l'altro il grande Angese, scomparso anni fa nel suo esilio umbro a cavallo di un caval. Per me lui e Roberto erano i gemelli della moto. Arrivavano con le loro grandi moto sotto la redazione e la sera, o anche a pranzo, andavano via insieme. Scanzonati. Ridendo. Sembrava sempre che andassero a fare una scampagnata fuori porta, o a Fiumicino a fare una mangiata di pesce. Non riesco a disgiungerli umanamente, e ora che Roberto ha raggiunto Sergio, so che sono via tutti e due a darsi gomitate in qualche osteria di un Testaccio celestiale. Da molti anni Roberto se n'era andato a vivere a Cuba, ogni tanto tornava in Italia e facevamo insieme un'avventura satirica. Poi si è fermato a Roma. Ci trovavamo e facevamo le vocine, come due liceali che continuano tutta la vita a scherzare nello stesso modo, l'universale modo di chi rimane felicemente ragazzo. Roberto non era solo spiritosissimo, disegnava come una divinità. Non sottolineava come lui fosse bravo in un modo stratosferico, lui arrivava e guardava gli altri come se fosse per caso nella stanza col cappellino da baseball, per caso al bar come fosse per strada e ovunque, sbucato dalla porta accanto. Ciao Roberto, chiaro che ti voglio un gran bene
Tuo, Jiga



Alcune delle tantissime opere di Perini condivise sui social:
foto Mencarini per il Salone di Lucca 1986
Lucca, 1986. Italian illustrator, drawer artist, cartoonist and set designer Roberto Perini. He founded with Roland Topor the anti Futurist Frou-Frou Movement, against the speed of modern life / 
Lucca, 1986. Roberto Perini, illustratore, disegnatore, vignettista e scenografo. Ha fondato con Roland Topor il movimento antifuturista Frou-frou contro la velocità della vita moderna - © Marcello Mencarini















Una delle sue invenzioni più note era stata il signor Cossiga Francesco, in cui immaginava la vita domestica e quotidiana dell’allora presidente della Repubblica.

VINCINO, VAURO, ROBERTO PERINI
 foto: Laura Marras per IL MALE | http://www.ILMALE.net/  presso Circolo Arci Fuori Orario.


Il saluto di Vauro:

È morto Roberto Perini 😢
Vauro




****

Da Repubblica:
Addio a Roberto Perini, disegnatore de «Il Male» con Vauro e Vincino
Aveva 69 anni, fu uno degli animatori della rivista che ha segnato gli anni ‘70 e ‘80 del Novecento. Romano, ha vissuto a Cuba per molti anni ed è stato anche lo straordinario illustratore di libri di Daniel Pennac in Italia, pittore di grandi tele e caricaturista
di Paolo Brogi
A poco tempo di distanza da Vincino se ne è andato un altro grande illustratore del «Male». la rivista satirica che ha segnato gli anni ‘70 e ‘80 del Novecento: Roberto Perini, romano de Roma, cubano per una lunga parentesi della sua vita, è stato anche lo straordinario illustratore di libri di Daniel Pennac in Italia, gemellato con Roland Topor, vocazione apertamente surrealista, pittore di grandi tele, caricaturista come era stato per anni su «Il Riformista»: celebre il suo Cossiga.
In giro per il mondo
Perini è deceduto nella notte in una clinica romana al termine di una malattia che non aveva fiaccato le sue energie pronte sempre al gioco e allo scherzo. Il 24 gennaio aveva festeggiato i suoi 69 anni, spesi in giro per il mondo con un lunghissimo soggiorno a Cuba e poi di nuovo a Roma dove aveva esordito dopo gli studi di architettura vincendo un premio per «Paese Sera» nei primi anni ’70 con un nuovo personaggio dei fumetti. Tra i fondatori del «Male» Roberto Perini aveva collaborato con Linus, Il Sale, Tango, Cuore, Comic Art, Frigidaire. Due i premi conseguiti al festival di Lucca con i cortometraggi «Upupa», realizzato con Enzo Sferra, e «I grandi film in due minuti».
****

lunedì 4 febbraio 2019

LA POLEMICA SU “SCENDI IL CANE” E “SIEDI IL BIMBO”



Scendi il cane? "Anche no". L'Accademia della Crusca precisa: le regole non cambiano
Si era diffusa la notizia di uno "sdoganamento" di un uso transitivo di verbi come sedere, scendere e altri. Ma l'Accademia smentisce

L’Accademia della Crusca: nell’uso formale e nei contesti ufficiali “siedi il bambino” o “scendi il cane” sono assolutamente da correggere. In altre parole, si può dire ma non si può scrivere.

LA POLEMICA SU “SCENDI IL CANE” E “SIEDI IL BIMBO”

“Scendi il cane”, “siedi il bambino”: due esempi di verbi intransitivi con complemento oggetto. Vittorio Coletti, socio dell’Accademia della Crusca ai numerosi lettori che avevano chiesto se fosse lecito costruire il verbo sedere con il complemento oggetto, aveva dato questa risposta:
«[…] Diciamo insomma che sedere, come altri verbi di moto, ammette in usi regionali e popolari sempre più estesi anche l’oggetto diretto e che in questa costruzione ha una sua efficacia e sinteticità espressiva che può indurre a sorvolare sui suoi limiti grammaticali».

Il messaggio è stato interpretato come un via libera ad espressioni come “scendere” o “uscire il cane”. Vittorio Coletti ha però, precisato che esistono gli usi regionali e popolari. Per la stessa ragione al Nord si usa l’articolo di fronte ai nomi di donna.

Il presidente dell’Accademia Claudio Marazzini, intervistato dall’Agi, ha chiarito: “Gli insegnanti sono chiamati a correggere quelle forme nell’italiano scritto e formale”.

“Coletti – ha precisato Marazzini – ha guardato con simpatia a una spinta innovativa che trasferisce un modo di dire popolare, accettandola nell’eccezione della quotidianità e delle situazioni familiari. Naturalmente se si traspone nella grammatica della scuola nascono dei problemi perché l’insegnante sarà comunque chiamato a correggere quelle forme nell’italiano scritto e formale. I fatti di grafia rientrano totalmente in un livello convenzionale perché la lingua scritta, a differenza di quella parlata, non nasce spontanea, ma è regolata. Di fronte alle tendenze del parlato il linguista è sensibile perché tenta di cogliere il mutamento in atto; ma il grammatico no e si erge a limite invalicabile”.







Le vignette sono di Franco Portinari / Portos
**********************************************

Nota : il testo integrale dal sito della Crusca:

Da Accademia della Crusca

Quesito: 
Molti lettori ci chiedono se è lecito costruire il verbo sedere con l’oggetto diretto di persona: siedi il bambino, siedilo lì ecc.



Siedi il bambino! No, fallo sedere!

Queste domande evocano situazioni, per così dire, tutte di ambito domestico, spesso caratterizzato da rapidità di linguaggio per affrontare determinate circostanze, ad esempio quando c’è urgenza di far sedere, mettere seduto, posare su una sedia o un divano un bambino, magari piangente. In questo significato l’uso transitivo di sedere è registrato in qualche dizionario, ad esempio nell’autorevole GRADIT ma non compare nello Zingarelli 2019. Si tratta di una costruzione nata, probabilmente, dall’assorbimento nel verbo semplice del composto causativo fare + sedere, una procedura sintetica che riguarda da tempo anche altri verbi di moto come salire e scendere ma anche uscire e persino, al sud, entrare, che in molti italiani regionali (non solo meridionali) ammettono, specie all’imperativo, il complemento oggetto (sali/scendi il bambino dalla nonna, esci il cane). Sedere con l’oggetto diretto di persona si legge ormai nei manuali sulla cura dei bambini o nelle istruzioni su come mettere un bambino sul seggiolino dell’automobile. Dunque, è una costruzione abbastanza diffusa e neppure solo recente. Google books riporta un “siedilo sopra una poltrona damascata” in un testo edito a Cremona nel 1865 (N.F., Memorie storiche della Colonna Mantovana nella guerra d’indipendenza 1848-49).

È lecita allora la costruzione transitiva di sedere? Si può rispondere di sì, ormai è stata accolta nell’uso, anche se non ha paralleli in costrutti consolidati con l’oggetto interno come li hanno salire o scendere (le scale, un pendio). Non vedo il motivo per proibirla e neppure, a dire il vero, per sconsigliarla. Ma certo è problematico definirla transitiva perché la prova di volgere il verbo al passivo (accertata invece ormai per salire, specie nel linguaggio alpinistico col valore di scalare: la cima è stata salita da…) non sembra per ora reggere (la mamma ha seduto il bambino sul seggiolino ma *il bambino è stato seduto sul seggiolino dalla mamma) come del resto non regge per altri verbi in costruzione transitiva non passivabile (per es. si può dire ho dormito un lungo sonno ma non *un lungo sonno è stato dormito da me). Diciamo insomma che sedere, come altri verbi di moto, ammette in usi regionali e popolari sempre più estesi anche l’oggetto diretto e che in questa costruzione ha una sua efficacia e sinteticità espressiva che può indurre a sorvolare sui suoi limiti grammaticali.

Una lettrice chiede invece dell’ausiliare di sedere intransitivo: è essere, tanto più che in genere questo verbo si dà nei tempi composti soprattutto in forma pronominale (mi ero seduto, dopo che si fu seduto...).

Questo aspetto rende non del tutto semplice la risposta alla domanda di un’altra lettrice che chiede: “quest’anno sono seduto con Elena: che tempo verbale è sono seduto? Si tratta di un predicato nominale al presente o è solo il passato prossimo di sedere?”. Proprio l’assenza della diatesi media fa interpretare nella frase riportata seduto come aggettivo, nel nostro caso sinonimo di vicino: per questo andrebbe chiamato complemento predicativo (quindi parte del predicato nominale), come quando si accompagna a stare in una delle tante lettere di mamme ansiose: “il mio bimbo ha un anno e non sta seduto”. Per maggior chiarezza, si può pensare alla differenza che corre tra quando ci fummo tutti seduti… e quando fummo tutti seduti…: nel primo caso è percepibile l’atto, il movimento del sedersi di gente prima in piedi, e quindi il valore verbale espresso nel tempo composto; nel secondo, le persone sono già sedute, il movimento è concluso e si percepisce il valore nominale dell’aggettivo. Una conferma si può avere anche confrontando i tempi verbali delle coppie: siede/è seduto e si siede/si è seduto: nella prima, il tempo è lo stesso nei due membri (“Oggi Giorgio siede a destra/ Oggi Giorgio è seduto a destra”), nella seconda si oppongono un presente e un passato prossimo (“Oggi Giorgio si siede a destra/ Ieri si è seduto a sinistra”).



Vittorio Coletti



11 gennaio 2019

giovedì 31 gennaio 2019

INTERVISTA A GIO SUL SUO PREMIO NEL 8º Concurso de Humor Gráfico GIN

Mare di plastica di GIO
3° premio nel 8° Concurso de Humor Gráfico GIN



INTERVISTA A GIO SUL SUO PREMIO NEL  8º Concurso de Humor Gráfico GIN, Spagna
Por Francisco Punal Suarez
31 / 01/ 2019
Congratulazioni Gio, per il terzo premio nel concorso GIN Graphic Humor
Grazie Francisco! Una bellissima soddisfazione! Un caro abbraccio

Qual è il tema del tuo disegno?
L'inquinamento che ci circonda e l'adattamento forzato per sopravvivere.



Come ti è venuto in mente di farlo?
In questo periodo fortunatamente è cresciuta la sensibilità della gente sui problemi derivanti dall'inquinamento ambientale ma si sottovalutano ancora i pericoli delle microplastiche disperse in mare per esempio, che stanno arrecando danni permanenti alle varie specie viventi.



Perché hai usato il tema dei due squali?
Ho sempre considerato gli squali martello un po' buffi con quella testa, sembrano quasi degli alieni. Hanno la fama di essere pericolosi per l'uomo, anche se non ci sono evidenze scientifiche, ma ho scoperto invece che sono inseriti tra le specie minacciate di estinzione.
Ho disegnato madre e figlio (con la capacità dei litri diversi naturalmente ...) proprio ad indicare come la contaminazione dell'ambiente stia diventando così impattante da poter influire anche sulle caratteristiche fisiche trasmesse di generazione in generazione.


Riguarda l'inquinamento dei mari?
Ho immaginato che mangiare le microplastiche tutti i giorni trasformerà praticamente tutti gli esseri viventi e soprattutto quelli marini che ne sono sempre a contatto. Imballaggi degli imballaggi degli imballaggi? non stiamo bene! Non è impossibile,  uno stato come la California per esempio da anni sta facendo del riuso un sistema integrato che funziona.


In quest'anno, in quali altri contests intendi partecipare?

disegni?
Amo disegnare ma il tempo è sempre limitato, quindi lo faccio quando mi è possibile e non riesco a pianificare più di tanto. Elenco solo quelli a cui sono riuscita già a mandare qualcosa e di cui ancora non si conosce il risultato come Eskisehir, Knokke Heist, World Press Cartoon, Satyrikon, PortoCartoon, Goldpencil e Batom lapis humor.


Perché l'umorismo e la satira sono importanti nella società?
Aiutano a "prevedere" e a dire con un sorriso ... "Diamoci una mossa!!!"


Francisco ringrazio l'Instituto Quevedo de las Artes del Humor (IQH) e la Fundacion GIN (Humoristan) per questo importante premio che sono onorata di ricevere e che mi dà l'opportunità di esprimermi come artista.


--------------------------------------------------------

Congratulazioni Maria Grazia Quaranta e grazie Francisco per la bella intervista!

GANADORES DEL 8º CONCURSO DE HUMOR GRÁFICO GIN


La Fundación GIN y el Instituto Quevedo de las Artes del Humor (IQH) de la Fundación General de la Universidad de Alcalá ya han dado a conocer a los ganadores del 8º Concurso de Humor Gráfico GIN.
El jurado, compuesto por miembros de ambas instituciones, ha decidido premiar a los autores que se mencionan a continuación, y cuyas obras han sido seleccionadas entre más de mil creaciones enviadas de artistas de todas partes del mundo:
  • Primer premio: Brady Izquierdo (Cuba).
  • Segundo premio: Manuel Arriaga (España).
  • Tercer premio: Mariagrazia Quaranta, Gio (Italia).

SOBRE LOS GANADORES
Brady Izquierdo: nacido en Cuba en el año 1983, posee un trabajo gráfico compuesto por caricaturas, caricaturas políticas, cómics e ilustraciones. En 2007 se graduó en Educación Plástica en el Instituto Superior Pedagógico Rubén Martínez Villega, y a partir de 2009 colabora en la revista cubana La Calle del Medio, además de con la revista satírica digital Spot de Dinamarca. Aparte de participar en más de 40 exposiciones colectivas (nacionales e internacionales), ha realizado 12 exposiciones personales y es coautor de algunos libros como ‘Los viajeros del Sarcófago’ o ‘Miedo ambiente’.
Manuel Arriaga: dibujante autodidacta nacido en Ciudad Real (1954), cuya obra ha sido distinguida con premios y menciones en diversos certámenes de humor gráfico nacionales e internacionales (p.ej. Premio Ganador en el certamen Curuxa do Humor en 2015). Ha publicado viñetas en revistas como Jara y SedalTrofeo Caza y Safaris, entre otras, además de en diarios regionales de Murcia. También realizó ilustraciones para el libro ‘Cien consejos para conocer y proteger el medio ambiente’, editado por el Ministerio del Interior.
Mariagrazia Quaranta, Gionacida en 1963 en Abruzzi (Italia), se graduó en arquitectura pero también ha ejercido de diseñadora, caricaturista y caricaturista independiente para importantes revistas italianas e internacionales. Ha participado en exposiciones individuales y colectivas internacionales, y tiene como técnicas artísticas favoritas las acrílicas, las tintas de dibujo y los lápices solubles en agua. También ha sido galardonada en el Concurso Internacional de Humor y Sátira S-Coomix de Italia (primer puesto), en el Festival Mundial de PortoCartoon dentro de la categoría de caricatura (segundo puesto), y en el World Press Cartoon (tercer puesto), entre muchos otros premios.

martedì 29 gennaio 2019

OltreEconomia Festival: "Lands of Disobedience" (political cartoon contest)

By OltrEconomia



Purpose

This political cartoon competition is organized by the Oltreconomia Festival of Trento together with the #MyTakeOn project of the political cartoonist Emanuele Del Rosso.
Its theme is in line with the one of the sixth edition of the abovementioned festival, i.e. “Lands of Disobedience”. Lands – real or metaphorical – where civil disobedience takes place are everywhere. A positive and peaceful change has been achieved several times in history, and any of these experiences of civil activism taught us something. This competition asks cartoonists to tackle the theme of civil disobedience at large, so to give the public the chance to reflect on it in a fruitful way.
The contest is also sponsored by the Dutch and the Norwegian cartoonists collectives Cartoon Movement and Cartoon Home International and by the Italian Association “Strike!”.

Terms of Participation

1 - The competition is organized internationally and it is open to all amateur or professional cartoonists.

2 - The SUBJECT of the competition is "Lands of Disobedience". Under this title are topics like activism, peaceful protests, movements that oppose the status quo. Such lands can be real or imagined/metaphorical.

domenica 27 gennaio 2019

Giornata della Memoria, 2019



"Panni stesi"
Per non dimenticare - 27 Gennaio 2019 - Giornata della memoria
Marco D'Agostino


#giornodellamemoria – Der Untermensch
Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria, celebrazione internazionale che onora le vittime dell’Olocausto: il massacro genocidio di 12/17 milioni di umani dei quali circa 6 milioni appartenenti al popolo ebreo: Shoah. Per arrivare a raggiungere  12, o peggio 17 milioni, dobbiamo elencarne altrettanti, o peggio di più, tra disabili, dissidenti politici, massoni, omosessuali, pentecostali, polacchi non ebrei, rom e sinti  (il loro olocausto si chiama Porajmos) slavi, testimoni di Geova
La Germania nazista ben coadiuvata dai suoi seguaci li archiviava solo in un nome: Der Untermensch, i sub-umani
Il giorno della Memoria è (dovrebbe essere) genuflessione, ascoltando echi assordanti di donne uomini e bambini che abbiamo marchiato subumani fino alla morte. Non li abbiamo riscattati, perciò quegli echi potranno mai più spegnersi. E’ vitale dunque per noi ricordarli tutti, proprio tutti, perché se non lo facciamo corriamo poi il rischio di innalzare barriere per diversificare gli uni dagli altri…



27 Gennaio, Giornata della Memoria,
per non dimenticare e fermare i nuovi nazismi.
27th of January, International Holocaust Remembrance Day,
not to forget and stop the new Nazisms.
Marco De Angelis



Ilya Katz


Giorno della memoria 2019
Più passa il tempo e più il ricordo del baratro in cui era caduta l'umanità si affievolisce e aumenta il rischio di poterci ricadere.
Tra poco fatalmente mancheranno anche i pochi testimoni sopravvissuti all'Olocausto.
Riuscirà a sopravvivere la memoria della Shoah senza essere ridotta ad un giorno di calendario?
Le pietre d'inciampo rubate, le svastiche graffite, gli sgomberi dei CARA e degli SPRAR
sono li per ricordarci ogni giorno che l'idiozia è dietro l'angolo, sta a noi capire che la cosa ci interessa anche se non tutti ci chiamiamo Pasquale.
Gianfranco Uber


Nel giorno della memoria..... per non dimenticare anche tutti quei bambini...😢

Pierpaolo Perazzolli



Gianlorenzo Ingrami


#pernondimenticare #giornatadellamemoria
Romaniello


Vanessi


Antonio Guarene



Giannelli



Mauro Biani



Per la terra sarebbe stato un vero affare 
Buno Bozzetto


******************************
*******************************





Ti possono interessare anche:



Giornata della memoria 2010

Giorno della memoria 2011

27 gennaio 2012 ... Giornata della Memoria.

Giornata della memoria 2013


Giornata della memoria 2014


Giornata della memoria












sabato 26 gennaio 2019

174517 Deportato: Primo Levi

174517
Deportato: Primo Levi

Una graphic novel su Primo Levi ispirata a “La tregua” e “Se questo è un uomo”.
174 517 era il numero di matricola impresso sulla sua pelle, un segno indelebile che marchia il deportato e annienta la persona. Un numero non casuale ma altamente simbolico: Primo Levi viaggiava sul vagone numero 174 ed era il cinquecentodiciassettesimo uomo sceso da quel treno. Era il 26 febbraio 1944, quando varcava la porta di un inferno inimmaginabile.

La graphic novel di Franco Portinari e Giovanna Carbone ripercorre le tracce di Primo Levi, dalla sua deportazione ad Auschwitz fino al suo ritorno a casa.
Un racconto che trova nuova vita nella forma dell’illustrazione e che merita, oggi più che mai, una rilettura attenta per fare memoria e non permettere all’orrore di ripetersi.

edizioni la meridiana



Ecco la tavola che Bruno Luvera ha richiesta a Franco Portinari per accompagnare la segnalazione su Billy, il vizio di leggere della Graphic Novel “174517. Deportato: Primo Levi”.
Una esclusiva per Billy. Una immagine da condividere. Perchè lo sguardo di Primo Levi, nel tratto di Portinari, ci arrivi dentro con la sua inquietante domanda: 'Voi che... considerate se questo è un uomo'.
Grazie Bruno Luvera. Grazie Billy, il vizio di leggere




venerdì 25 gennaio 2019

Ciao Nadia, amica della stampa libera

Da Articolo 21

Banksy's Balloon Girl, avatar di KK *




Ciao Nadia, amica della stampa libera

“Fai quel che devi, accada ciò che può” era il motto di Roberto Morrione, il nostro indimenticabile direttore. Ma quel motto l’aveva fatto suo anche Nadia, amica fedele di RaiNews24, di Report, di tutta la stampa libera. Una passione inossidabile quella per il giornalismo che Nadia Redoglia ha coltivato in silenzio e per anni in parallelo alla sua attività ufficiale. Una passione incrollabile per il giornalismo perché sostenuta da un’incrollabile passione civica, sempre in difesa dei più deboli. Una vita a sbattersi contro le disuguaglianze e le ingiustizie.

Una vita passata a pensare alla cura degli altri, anche quando avrebbe potuto e dovuto prendersi cura di se stessa. Se avevi un problema, o finivi sotto il tiro incrociato da parte del potere, Nadia era la prima persona che un giornalista trovava al suo fianco nel momento del bisogno. Quasi una perversione dettata dalla sua infinita generosità. Ricordo quando al ritorno da un viaggio in Medio Oriente mi donò una bottiglietta con l’acqua del Giordano, in occasione della nascita di mio figlio. O quando volle accompagnarmi nelle miniere di amianto a Balangero, mettendo a rischio la sua incolumità, solo per provare le emozioni che si vivono nel realizzare un’inchiesta giornalistica.

Da allora ha seguito tutte le inchieste sui temi più pruriginosi, ha scritto su ecomafie, guerre, sulle deformazioni del rapporto tra politica e stampa. L’ha fatto sempre con caparbietà, tenacia, lucidità. E’ raro trovare tanta determinazione in uno scricciolo di donna, una forza alimentata dal desiderio della scoperta, di togliere la maschera agli ipocriti. L’ha fatto fino all’ultimo, fino a quando l’infame malattia l’ha fiaccata. Siamo certi, conoscendola, che ha cercato d’entrare nella morte a occhi aperti. Ci mancherai Nadia. L’unica consolazione, magra, è che hai raggiunto il tuo, il nostro, maestro, Roberto Morrione.
Sigfrido Ranucci






Ho conosciuto Nadia sul forum di Aenigmatica, dove scriveva col nick name KK.
Mi mancheranno tantissimo i suoi articoli, i suoi messaggi.
Un grande abbraccio alla famiglia.

Ciao amica cara...


Ci ha lasciato Nadia Redoglia
Ci ha lasciato oggi l'amica e collega Nadia Redoglia. Non diremo che ha vinto la malattia, non perché non sia così, ma perché Nadia non era proprio tipo su cui qualcuno o qualcosa potesse vincere. Sessantatrè anni, giornalista da sempre, pubblicista da quasi 15 anni, ha scritto per Verde Ambiente, per l'Unione Sarda, per MondoErre, per l'Eco del Chisone. Quest'anno per la prima volta non c'era col suo caschetto d'argento al corteo del Primo Maggio, dietro lo striscione della Subalpina. Ma non aveva fatto comunque mancare il consueto appoggio per promuovere il Premio Morrione.  Combattiva, fortemente impegnata nelle battaglie civili e professionali, negli ultimi anni incisivi i suoi brevi editoriali per Articolo 21. Vogliamo ricordarla con le parole che lei stessa scrisse per la morte di Santo Della Volpe: "Pochi mestieri offrono condivisione, complicità, passione tenerezza. Il nostro ne fa parte. Se poi questo mestiere appartiene a Giornalisti come Santo, allora questo mestiere diventa il più bello del mondo… Smette addirittura d’esser lavoro per diventare un tutt’uno con chi quel mestiere lo esercita. (Nadia Redoglia)".
A Corrado, alla famiglia e agli amici di Nadia le nostre sincere condoglianze.

Nadia Redoglia col marito Corrado Pasini


Qui tutti gli articoli di Nadia

Banksy's Balloon Girl, avatar di KK *= Il famoso stencil di Balloon Girl di Banksy, che è apparso per la prima volta a Londra nel 2002, è stato trasformato per assomigliare ad una ragazza siriana che lascia il palloncino rosso a forma di cuore sul sito web dell'artista e appare insieme a una spiegazione di come i graffiti figuravano nella crisi siriana, la rivolta civile si è trasformata in un conflitto che ha causato la morte di oltre 100.000 persone.

lunedì 21 gennaio 2019

Addio Bort, il disegnatore di «Le ultime parole famose»




Bort circondato dai suoi personaggi


Addio Bort, il disegnatore di «Le ultime parole famose»

Il disegnatore Mario Bortolato aveva 92 anni. Ha fatto sorridere generazioni di lettori con la rubrica «Le ultime parole famose» della Settimana Enigmistica.
Nato nel 1926 a Salzano in provincia di Venezia, «Bort» si era trasferito prima a Voghera (Pavia) poi ad Alessandria, in Piemonte. Laureato in Giurisprudenza aveva esordito negli anni Cinquanta sul periodico satirico Marc'Aurelio e in seguito, oltre che sul settimanale di quiz stra-imitato, si era fatto conoscere anche collaborando con riviste popolarissime come Famiglia Cristiana, Grazia, Il Monello e altre testate della casa editrice Universo, come Intrepido e Albi dell’Intrepido, che pubblicavano le sue barzellette (sino agli anni Sessanta si chiamavano così) anche a tutta pagina.
I disegni di Bort sono variamente apparsi anche in televisione, partecipando anche a «Drive In» su Finininvest, chiamato da Antonio Ricci, e a «L’altra domenica» di Renzo Arbore, insieme al gruppo dei Disegnatori Riuniti, organizzato da Cassio Morosetti.
Nel 1955 vinse il Dattero d’Argento al Festival dell’Umorismo di Bordighera a pari merito con Pierre Farinole e poco dopo un volume americano dedicato ai migliori umoristi del mondo pubblicò una selezione delle sue vignette.

Sentite condoglianze alla famiglia.


Da Fumettologica: