Il progetto Ucraina del Centro Librexpression, Fondazione Giuseppe Di Vagno
di THIERRY VISSOL
L’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, i bombardamenti e la conseguente distruzione di edifici, scuole, ospedali e infrastrutture, l’uccisione di civili, la violenza e l’esodo di persone, non solo stanno distruggendo proprietà e vite umane, ma impediscono a molte persone di lavorare e quindi di provvedere ai propri bisogni.
Queste tragedie umane non risparmiano giornalisti e vignettisti di stampa. Il loro lavoro è indispensabile perché l’ironia è un mezzo indispensabile di resistenza alla sopravvivenza di fronte all’orrore. È fondamentale anche perché il lavoro dei vignettisti di stampa nella guerra dell’informazione che caratterizza i conflitti armati di queste guerre ibride è anche un’arma. È un mezzo per sensibilizzare tutti coloro che si sentono coinvolti e che potrebbero aiutare questa popolazione martirizzata.
Così, alcuni vignettisti ucraini, membri della rete del Centro Librexpression/Libex della Fondazione Giuseppe Di Vagno, hanno chiesto a Libex di aiutarli a far conoscere le loro opere e, pubblicandole, di aiutarli a continuare il loro lavoro e la loro battaglia. Sette di loro hanno inviato decine di vignette, a volte in bassa definizione, perché spesso internet non funziona e possono comunicare solo con i loro telefoni. I sette sono: Alexander Dubovsky, Valerii Momot, Oleksiy Kustovsky, Oleg Gutsol, Vladimir Kazanevsky, Leonid Storozhuk, Viktor Holub.
Abbiamo quindi lanciato un progetto chiedendo a giornali italiani, francesi, belgi, catalani, spagnoli, olandesi, tedeschi e argentini di pubblicare una o due pagine delle loro vignette e di pagarne i diritti d’autore. Il primo giornale a rispondere positivamente è stato il quotidiano italiano Domani che nell’edizione di sabato 28 maggio ha pubblicato due intere pagine con 9 vignette.
Il Centro Librexpression/Libex ha anche chiesto a due di loro, Kazanevsky e Dubovsky, che sono regolarmente pubblicati su questa rivista come vedono il loro lavoro in questi tempi di guerra.
Un vignettista politico può sopravvivere in tempo di guerra? E come?