"Coraggio e fantasia" mi scriveva durante il covid.
Sono stata così fortunata ad avere la sua stima!
Famosissima per i suoi acquerelli sui gatti, lei invece mi inviava delle bellissime streghe e mostri, che adoravo immensamente.
Che la terra ti sia lieve
Mariagrazia Quaranta / GIO
ELENA PONGIGLIONE / PONGI
Nata a Genova, ha sempre disegnato e dipinto, fin dall’infanzia.
Ha studiato al Liceo Artistico “ Nicolò Barabino “ di Genova.
Si è dedicata all’illustrazione di libri e riviste, ha collaborato con
gli editori - Mondadori, Zanichelli, Rizzoli, Paravia, Capitol, AMZ - con
riviste culturali ed industriali – Shell, Piaggio, Ansaldo Nucleare, Banca
Carige, Fiera di Genova, RAI Radiotelevisione Italiana, ed altri.
Ha partecipato a Saloni Internazionali dell’Umorismo a Berlino,
Gabrovo, Bordighera, Tolentino, e a quelli di Bologna dedicati
all’Illustrazione. Ha ricevuto molti premi nazionali ed internazionali. Sue
opere si trovano in collezioni pubbliche e private :
la sede del Consiglio d’Europa, la sede della Regione Liguria, la
quadreria della Banca Carige, la Civica Raccolta Bertarelli del Comune di
Milano, l’Università di Modena, il Museo della Stampa di Istanbul ecc.
Ha amato profondamente la libertà, la Liguria e i gatti.
Si è spenta il 3 dicembre 2023
Qui sotto alcuni dei tanti lavori di Pongi:
1977, 30° Salone Internazionale dell'Umorismo
E' un fine settimana indubbiamente triste, legato a pensieri e ricordi che mi riportano indietro a quando, ventenne, conobbi Elena Pongiglione e Mariano Congiu al Salone dell'Umorismo di Bordighera. La notizia della loro scomparsa è arrivata a un giorno di distanza l'uno dall'altra, veramente troppo...
Loro già note firme dell'umorismo e dell'illustrazione e io appena affacciato al mondo della grafica umoristica. Era il '75 e l'amicizia che nacque subito con entrambi si è mantenuta salda attraverso gli anni.
Elena la ricordo con grande affetto, come ricordo i suoi racconti e i consigli che non faceva mancare a questo giovane disegnatore. Ci vedemmo spesso anche quando da Genova si trasferì per un periodo a Roma: viveva a cinquanta metri da casa mia e ogni tanto l'andavo a trovare per fare piacevoli chiacchierate con lei e il marito Claudio G. Fava (famoso critico cinematografico) su umorismo, fumetti e cinema. Illustratrice bravissima dal tratto raffinato, nota anche per i suoi gatti indimenticabili, fine umorista di notevole poliedricità, schietta e onesta nei suoi giudizi, che ringrazierò sempre per la stima che mi ha dimostrato.
Grazie anche a Buduàr con entrambi ci eravamo anche un po' ritrovati. Buon viaggio e grazie. 🌷❤️
Marco De Angelis
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ELENA PONGIGLIONE E LA BELLEZZA DELL’ANIMA
Artista eclettica e osservatrice acuta, racconta il modo a modo suo. Intervista in occasione del Festival di Bioetica (Santa Margherita Ligure, 24 e 25 agosto)
“La bellezza è l’anima che si riesce a vedere nelle persone andando oltre i volti”. Così si presenta Elena Pongiglione, andando dritta al punto nel definire la sua idea di bellezza. L’occasione di questa interessante conversazione è il Festival di Bioetica (Santa Margherita Ligure, 24 e 25 agosto), organizzato dall’Istituto Italiano di Bioetica in collaborazione con il Comune di SML, dedicato a questo tema. “Certe streghe nelle tele di Goya, per esempio, le ho osservate a lungo domandandomi cosa voleva cogliere in quei tratti deformati. Poi ho capito: ha trovato le loro anime. Io osservo le persone e cerco di catturarne l’essenza”. Osservazione e ricerca che trova sintesi efficace nei suoi lavori, tutti di straordinario interesse. I disegni di Elena Pongiglione oltrepassano i canoni estetici e colpiscono per una originale rappresentazione della bellezza. Che si tratti di animali o persone, i soggetti che ritrae o disegna esprimono grande forza espressiva. “Le mie streghe marine delle Cinque Terre sono sicuramente brutte, ma sono belle nel tratto e nelle movenze. A differenza delle torve streghe di Triora, le ho volute bonaccione, divertenti e immerse in un mondo fantastico popolato di diavoli marini, draghi, pesci-draghi e drago-pesci”. In questa scia imaginifica si muovono anche gli affascinanti gatti danzanti, realizzati in una serie che li rappresenta nelle movenze dei balletti. Tanta prolifica fantasia è frutto di anni di lavoro. “Disegnavo per strada su carta da macellaio perché mio padre mi aveva tagliato i fondi e non mi potevo permettere altro, osservavo i passanti allenandomi ad individuare gli imbecilli e i cattivi. Dopo aver fatto tonnellate di schizzi e prove diventa istintivo riconoscerli. La capacità di osservare e cercare di capire cosa c’è dietro e dentro un essere umano viene prima della tecnica”. Insomma Elena Pongiglione non cade nella trappola dell’estetica di superficie e ricorre all’esempio significativo di “alcuni mascheroni delle fontane di Roma, che sono orrendi ma hanno una bellezza e una potenza di comunicazione indiscutibili”. Non si può che darle ragione!
Ma la bruttezza, o la non bellezza, esiste? “Esiste la bruttezza interiore, che è quella che traspare da un viso che non ha anima, come le Barbie”. E l’anima ce l’hanno anche i luoghi. “Le pietre di un ricovero di capre delle Cinque Terre sono diverse da quelle del Monferrato perché raccontano altre storie e se non si è capaci di trasmettere le differenze, anche in modo modesto per carità, hai fallito la missione”. Affermazione perentoria e maturata in anni di studio del tratto e del colore, che ama usare nei contrasti: fondi scuri su cui dalla pennellata chiara emerge lo spessore del soggetto: “ho bisogno del contrasto forte perché è quello che mi emoziona e mi rappresenta di più”.
Artista a tutto tondo, Elena Pongiglione si è espressa in vari campi: illustrazioni per ceramica, per riviste culturali e industriali e per libri dell’infanzia, pittura e stampa su tessuti, decorazioni murali. Il suo è un percorso molto particolare che, nonostante lunghe battute d’arresto per prendersi cura della famiglia, è riuscito a svilupparsi anche attraverso passaggi originali che sono andati dal disegno industriale (ha disegnato le prime Vespe e i “vari ammennicoli motociclistici”) a illustrazioni di vario genere che hanno ottenuto numerosi riconoscimenti e premi. Solo dopo la morte del marito, una decina di anni fa, si è potuta dedicare interamente alla sua passione e oggi, alla soglia dei 90 anni, prova un grande piacere a raccontare il mondo come lo vede o come vorrebbe che fosse.
Cosa la preoccupa maggiormente osservando ciò che la circonda? “Mi preoccupa la superficialità, la mancanza di capacità di analisi. La gente non è abituata ad andare in profondità, a guardare oltre. È un limite che ritrovo anche nella chirurgia estetica, in cui le persone si rifugiano non avendo nulla da dire. Certo, se uno ha due nasi deve intervenire. Ma, a parte casi estremi, ci vorrebbe un po’ di buon senso e con un minimo di riferimenti culturali si eviterebbero labbra spropositate e volgari che certamente non rendono quei volti più belli”.
Intervista di Tiziana Bartolini
https://www.istitutobioetica.it/i-i-b-in-italia/liguria/193-news/news-liguria/938-elena-pongiglione-e-la-bellezza-dell-anima
Il sito di Elena
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