giovedì 5 luglio 2018

Marilena Nardi parla del premio WPC





Sono passate due settimane dalla premiazione e solo ora trovo il tempo di scriverne.
Premetto che, in circostanze normali, un qualsiasi premio al WPC mi avrebbe fatto ballare per la felicità! Ma nei mesi scorsi sono successe cose che hanno cambiato profondamente la mia vita, cambiandone radicalmente le priorità e richiedendo la mia attenzione altrove. La notizia di “un” premio al WPC, quando è arrivata, mi ha reso felice, ma con la mente ero già proiettata al viaggio che mi aspettava in Perù e soprattutto alla ragione di quel viaggio. Quindi, l’ho archiviata in fretta. E poi ero rassegnata al fatto che non sarei riuscita a rientrare in tempo. Invece la buona sorte mi ha aiutata e, devo dire, soprattutto gli organizzatori che hanno trovato un volo per me all’ultimo minuto!
Lisbona è una città che amo, che conosco piuttosto bene. Trascorrere qualche ora da sola per le strade del centro, godere della sua luce e della vista del Tejo mi hanno permesso di ritrovarmi e concentrarmi un po’ sul motivo del mio viaggio in Portogallo. Ne ho approfittato per scrivere qualche riga da leggere durante la cerimonia, ripensando ai tre disegni che avevo inviato e sperando di indovinare quello che aveva vinto.
Si, perché nel caso del concorso del WPC, del premio non si sa nulla fino all’ultimo secondo. Nessuna indiscrezione.
A Caldas sono arrivata la sera, accompagnata da due cari amici, Cristina Sampaio e Angelo Frade. Sono arrivata tardi rispetto agli altri amici disegnatori, a solo un quarto d’ora dall’inizio dello spettacolo. Giusto il tempo di abbracciare qualcuno e sedermi all’estremo della prima fila, da dove ho scorto gli altri.
Poi la musica è cominciata, i comici hanno iniziato il loro numero e io finalmente ho provato a rilassarmi e a godere di quel buon momento.
Un bel teatro, un’ottima orchestra, presentatrice e attori di alto livello. Pause e momenti in scena ben calibrati, per convogliare l’attenzione sui momenti della consegna dei premi. Sullo schermo, in grande, la proiezione dei disegni e le foto dei vincitori.
Un vero spettacolo, per il pubblico e per i vincitori.
Quasi un premio, nel premio, se non fosse per tensione della suspence…!
Ho vinto il Primo Premio nella sezione Editorial Cartoon. E con il disegno per il quale avevo preparato il discorso qualche ora prima. Una bella emozione e una grande soddisfazione, perché si tratta di un disegno sulla censura e per la libertà di espressione, soprattutto dei vignettisti. Un disegno che avevo realizzato espressamente per la copertina di Agosto di Satiraopinion, giornale online curato da Wilfredo Torres che mi ospita da oltre un anno, e che poi avevo inviato a dicembre alla redazione di IllegalTimes, per un numero interamente dedicato alla questione catalana e alla censura in atto, in particolare in quel periodo. Un numero speciale, pensato e curato dal mio caro amico Jaume Capdevila,in arte Kap, uscito sia su carta che in digitale. Anche questa volta il disegno è stato scelto per la copertina.
Questo disegno mi è particolarmente caro. Ero consapevole che fosse “buono”. Per questo, l’ho voluto dedicare a tutti quei colleghi che non hanno la possibilità di disegnare ed esprimere liberamente la loro opinione. Per condividere idealmente il premio anche con loro.

Non pensavo però di aver vinto anche il Grand Prix.
È stata una sorpresa inattesa, spiazzante, forte come un pugno al cuore.
In un lampo, nella mia testa sono corsi un sacco di pensieri. E nel groviglio dei pensieri si sono perse le parole che avrei potuto dire.
In fondo è per questo che disegno. Perché posso raccontare quello che vedo, ciò che sento e penso, con un mezzo e con un tempo che mi appartengono di più.
Il “silenzio” di un disegno grida più forte di mille parole.

È stata una bella serata. Intensa di emozioni. Molto toccante anche il momento della consegna del premio alla carriera al disegnatore portoghese Augusto Cid.
E poi è stato bello ritrovare i vecchi amici e incontrarne altri con i quali ero in contatto solo via internet da lungo tempo. Il WPC è anche questo: la possibilità di incontri e confronti con il pubblico ma soprattutto fra colleghi e amici.
Il giorno dopo è stato ben speso a visitare le varie esposizioni. La mattina, a Caldas, la mostra organizzata su tre piani, secondo le tre sezioni del concorso, nello spazio espositivo del CCC. Il pomeriggio a Vila Franca de Xira, per gustare la personale “Desenhos desordenados” di Oscar Grillo e CartoonXira, la collettiva con le migliori vignette dell’anno 2017 dei maggiori vignettisti portoghesi. Notevoli, come di consueto, anche i relativi cataloghi.

Un ultimo appunto.
Hanno rimarcato in molti, e per più ragioni, il fatto che il Grand Prix fosse stato vinto per la prima volta da una donna.
A me è stato chiesto solamente che effetto mi facesse. Non lo sapevo e non mi ha fatto nessun particolare effetto. Però ne ha fatto molto in alcuni. Parecchie persone, spiace dirlo ma erano tutti uomini e alcuni anche colleghi, mi hanno fatto dei complimenti “speciali” per rimarcare come io sia, secondo loro, “la migliore tra le donne vignettiste”, con il sorriso e la benevolenza di chi considera le disegnatrici una categoria a parte. Non se ne accorgono, ma ancora una volta, questi “speciali complimenti” nascondono una ben nota sfumatura di maschilismo, dura a morire. Nella testa - per altro spaziosa di questi signori - il talento è di due generi e, ahimè, di due livelli. Così ne approfitto per ricordare loro e spero gli altri mi scuseranno, che un vignettista è, chi più chi meno, secondo il proprio percorso di vita e non secondo quello di cui dispone tra le gambe, una persona dotata di talento grafico, intelligenza, sensibilità, acume, ironia, umorismo, senso estetico, cultura, passione e molto altro.
Disegnare non è mai stata una questione di muscoli, neanche all’Età della pietra.

Un grazie di cuore, sincero, a tutti.
Marilena Nardi

(Piccolo extra per chi ha letto tutto il testo fino alla fine. La ragione per cui sono stata tutto questo tempo in Perù è il mio bambino. Ora è con me, in famiglia e sta bene.)

l'articolo per Marilena su Buduàr 53




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