mercoledì 23 novembre 2016

I fondamenti dell’accozzaglia

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi per definire il fronte del No che si oppone alla riforma costituzionale: «In questo referendum vediamo che c’è un’accozzaglia di tutti contro una sola persona. Ci sono Berlusconi e Travaglio insieme, D’Alema e Grillo insieme».

L'Italia è un'accozzaglia fondata sul livore
Riccardo Mannelli



I fondamenti dell’accozzaglia
di Nadia Redoglia

Questa non è cultura, è pedanteria, non è intelligenza, ma intelletto e contro di essa ben a ragione si reagisce. La cultura è cosa ben diversa” [perché] “la cultura è organizzazione, disciplina del proprio io interiore. E’ presa di possesso della propria personalità e dunque conquista di coscienza superiore ed è così che si riesce a comprendere il proprio valore storico, la propria funzione nella vita, i propri diritti, i propri doveri”…(A. Gramsci)
La pedanteria sta indubbiamente nel mediatico battage referendario. L’intelletto  è il tutto racchiuso in ciò che è possibile fare apparire anche spacciandolo per intelligenza.
Da settimane il capo di governo c’ innaffia col suo personalissimo après nous le déluge con cateratte di nuove piaghe e consolidamento delle vecchie, ove prevalesse il No. Il Sì porterebbe invece risparmio di soldi, velocizzazione legislativa, snellimento burocratico: tutte espressioni che un governo intelligente  avrebbe potuto mettere in pratica senza riforme costituzionali, invece nessun governo a oggi le ha realizzate. Dunque l’agognato Sì referendario  non ha l’obiettivo di migliorare  la nostra Costituzione, ma riformarla squassandola con accozzaglia di periodi, paragrafi, proposizioni, richiami strutturati in grammatica (de)generativa. Così facendo si sbatacchia il valore del suo insieme, col che diventerà facile in un secondo tempo modificarne tutta la natura.
Diffidate di chi insiste nel dichiarare che i principi fondamentali della nostra Carta sono inviolabili. Sono 12 *(rileggiamoli attentamente) e salvo l’ultimo che riguarda la bandiera, in quasi settant’anni mai siamo stati capaci di adempiere ai primi 11 o quanto meno sforzarci per dimostrarne la volontà. Ne abbiamo mai capito il valore storico, la loro funzione nella vita e perciò quali sono i nostri diritti e doveri.
Con quale conquista di coscienza dunque ciascuno di noi può deliberarne la riforma?


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Facciamo un'accozzaglia fino al 4 dicembre
Tiziano Riverso

Accozzaglia: «Turba confusa di persone spregevoli...», recita il dizionario della Treccani.
 E proprio di «accozzaglia» ha (ri)parlato in Basilicata il presidente del Consiglio Matteo Renzi per definire il fronte del No che si oppone alla riforma costituzionale: «In questo referendum vediamo che c’è un’accozzaglia di tutti contro una sola persona. Ci sono Berlusconi e Travaglio insieme, D’Alema e Grillo insieme». Ma stavolta — a due settimane dal voto del 4 dicembre — il premier ha fatto un passo in più, annunciando che il Pd e il comitato Bastaunsì presto invieranno «a casa degli italiani un depliant» e «tutti quelli che dicono che spendiamo soldi pubblici per farlo li quereliamo...». E tanto per essere ben compreso sul concetto di «accozzaglia», il segretario del Pd ha fatto proiettare nel teatro che lo ospitava le slide del depliant con un collage fotografico: D’Alema, Brunetta, De Mita, Zagrebelsky, Dini, Grillo e Monti messi insieme in una macedonia di volti e di radici politiche. Dal foglio di propaganda per il Sì, però, manca l’effige di Silvio Berlusconi i cui elettori, nonostante l’endorsement del Cavaliere per il No, sono l’obiettivo di Renzi: «I voti dobbiamo a prenderli a destra....».
(continua)


L'accozzaglia
Franco Portinari/Portos

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