Giuseppe Scalarini
(Mantova, 29 gennaio 1873 – Milano, 30 dicembre 1948)
É considerato il creatore della vignetta satirica politica in Italia. Disegnatore satirico per il quotidiano del Partito Socialista Italiano, l'Avanti! dal 1911 al 1925, e fervente pacifista e antimilitarista, fu poi duramente perseguitato dal Fascismo. Era solito firmare le proprie vignette e disegni con un vero e proprio inconfondibile rebus formato sul suo cognome: il disegno stilizzato di una scala a pioli seguito dalle sillabe "rini" finali.
Mentre il popolo muore di fame, i privilegiati nuotano nell'abbondanza.
Data: 12-7-1946
Argomenti: Borghesia - Proletariato - Carovita
Data: 26-2-1922
Didascalia: Si solleva la cupola di Dublino, si solleva la pagoda dell'India, si solleva la piramide dell'Egitto, e la cassaforte inglese traballa.
Argomenti: Inghilterra - Capitalismo - Colonialismo - India - Egitto
Il ritorno in città delle caricature di Scalarini
Inaugurate il 3 settembre le due esposizioni allestite alla Biblioteca Teresiana e all’Accademia Virgiliana
A più di quarant’anni dall’ultima esposizione a lui dedicata, sono state inaugurate ieri le due mostre sul caricaturista mantovano Giuseppe Scalarini, creatore della vignetta satirica in Italia nel primo ventennio del XX secolo, che rimarranno aperte al pubblico fino al 30 settembre. All’evento sono intervenuti i curatori delle esposizioni, che hanno fornito una breve descrizione del materiale presentato e dei cataloghi delle mostre, e i rappresentanti delle istituzioni che hanno contribuito alla realizzazione del progetto, tra cui la fondazione Cariplo e la fondazione Anna Kuliscioff, che in collaborazione con gli eredi dell’illustratore ha fornito la maggioranza del materiale inedito esposto. Lo stesso nipote di Scalarini, Ferdinando Levi, ha partecipato all’evento, orgoglioso del risultato raggiunto e dell’opportunità di far conoscere i lavori dell’artista, oggi quasi sconosciuto: «Il nostro compito come eredi è quello di far ricordare il nonno». Anche Paola Nobis, assessore alle Biblioteche del Comune di Mantova, ha sottolineato l’importanza di far conoscere la figura del disegnatore mantovano, fondatore di popolari testate locali, quali Merlin Cocai e La Terra.
Nell’esposizione “Giuseppe Scalarini racconta la Grande Guerra” all’interno dell’Accademia Virgiliana sono raccolte le vignette, inedite e non, realizzate durante gli anni del conflitto e che testimoniano lo spirito pacifista e antigovernativo dell’illustratore. Numerosi sono i disegni apparsi sull’Avanti! e in cui Scalarini si impegnò a fornire un’immagine del primo conflitto mondiale opposta alle apparenze di civiltà e tradizioni gloriose fornite da altre pubblicazioni nel corso della guerra.
Alla Biblioteca Teresiana è ospitata la mostra “Giuseppe Scalarini: la sua Mantova, il suo tempo” che, raccogliendo una grande varietà di illustrazioni, da quelle del periodo giovanile fino a quelle dell’apice della carriera, testimonia il percorso che ha portato alla maturazione dello stile caratterizzante i disegni di Scalarini. Tra le sette sezioni dell’esposizione si trova quella dedicata alla produzione mantovana dell’autore, con la raffigurazione di personaggi e istituzioni locali e quella dedicata al bestiario, in cui Mantova è rappresentata come una rana tra la vegetazione e gli stagni che circondano la città.
Giulia Beluzzi
La guerra
Data: 7-8-1914
Argomenti: Guerra - Proletariato
I figli della guerra
Data: 1-7-1922
Argomenti: Guerra - Fascismo - Affarismo
Il carro della vittoria
Il carro della vittoria
La vittoria marcia su una carrozzella per invalidi, ha le braccia e le gambe di legno, gli occhiali neri dei ciechi, la corona in testa dei pazzi, il corno acustico dei sordi, la corona dei fiori dei morti, la bocca chiusa dei muti, un fascio di stampelle dei mutilati, la sputacchiera dei tisici. In fondo, il pozzo in cui hanno gettato 90 miliardi.
Due cattolici (L'Asino)
Articolo pubblicato sull’Asino il 4/10/1924
Don Abbondio e Fra Cristoforo erano due cattolici di diversa tendenza. Don Abbondio stava sempre col più forte, col soverchiatore potente contro il debole oppresso. A chi messo a sostener le sue ragioni contro un violento rimaneva col capo rotto, Don Abbondio sapeva sempre trovare qualche torto, e finiva col dar ragione al torturatore.
Faceva parte del Centro nazionale italiano ed era abbonato all’ Osservatore Romano ed alla Civiltà Cattolica.
Fra Cristoforo, invece, stava sempre col debole oppresso contro il soverchiatore potente, col bastonato contro il bastonatore. Faceva parte del Partito popolare ed era abbonato al Popolo di Roma.
Il primo ubbidiva all’iniquità di Don Rodrigo e de’ suoi bravi; l’altro si ribellava al tirannello. Un bel giorno anzi lo affrontò, come tutti sanno, nel suo palazzo, per tentar di smuoverlo da’ suoi infami propositi.
L’Osservatore Romano gliene disse di tutti i colori, per questa opposizione che faceva a Don Rodrigo. Il cardinale andava sperando che la cosa svanirebbe da sé, che il frate tornerebbe finalmente in cervello; ma vedendo che le cose andavano per le brutte, lo fece chiamare a Roma.
Il cardinale, lasciatolo venire vicino, gli disse: - Padre perché vi siete messo ad avversare Don Rodrigo? – Monsignor illustrissimo avrà ben sentito parlare delle prepotenze commesse da questo signore e da’ suoi bravi contro quel povero contadino.
- Domando – riprese il cardinale – se è vero che gli fate, insieme agli altri del paese, un’opposizione ostinata. – Ho creduto che fosse mio dovere prendere le parti del povero contadino oppresso contro l’oppressore. – Che sarebbe la Chiesa se codesto vostro linguaggio fosse quello di tutti i vostri confratelli? Dove sarebbe, se fosse comparsa nel mondo con codeste dottrine?
- Ma che cosa devo fare?
- Lo domandate? E devo dirvelo? Ubbidire, figliuolo; ubbidire e pregare. Ubbidire sempre a chi comanda.
Scalarini
Le vignette sono state prese da http://www.scalarini.it/it/home
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