A Forte dei Marmi oggi due mostre inaugureranno la riapertura del Museo della Satira.
Di “Renziade” ne ho già parlato qui.
La seconda è “I disegni del ‘Marc’Aurelio’ nel Fondo Giulio Brunner”, e mostra di un corpus di disegni realizzati per il giornale negli anni ’50 e donato dai familiari di uno degli ultimi caporedattori del Marc’Aurelio.
30 luglio
2 ottobre 2016
Museo della Satira
Forte di Leopoldo I
Forte dei Marmi
Aperto tutti i giorni: 18-24
Sabato 30 luglio ore 18,30 inaugurazione della mostra "I disegni del Marc'Aurelio nel Fondo Giulio Brunner"
La donazione di disegni originali che il Museo ha ricevuto da Anna Del Lungo, Gianmarino e Francesco Brunner in memoria di Giulio Brunner, che fu l’ultimo caporedattore del giornale, ha rappresentato l’occasione per raccontare l’intera avventura editoriale di questa rivista satirica che uscì per la prima volta a Roma il 14 marzo 1931, grazie a Oberdan Cotone e Vito De Bellis e cessò le pubblicazioni alla fine degli anni Cinquanta.
Il giornale, come disse Scola, fu una vera e propria università dell’umorismo, dove si insegnava la tecnica del far ridere, tecnica che ha regole ben precise e diventò poi un vero e proprio vivaio culturale della commedia all’italiana, tanto che quasi tutti i collaboratori divennero poi o registi o sceneggiatori.
Tra i collaboratori degli anni ’30 e ’40: Gabriele Galantara, Attalo (Gioacchino Colizzi), Vittorio Metz, Marcello Marchesi, Giovanni Mosca, Cesare Zavattini, Enrico De Seta, Age (Agenore Incrocci), Furio Scarpelli, Ettore Scola, Federico Fellini; tra quelli degli anni ’50: Girus (Giuseppe Russo), Franco Castellano, Pipolo (Giuseppe Moccia), Walter Faccini, Danilo Aquisti, Dipas (Adriano Di Pasquale), Giam (Hugo Giammusso), Vittorio Vighi, Gaetano Vitelli, Gaspare Morgione, Pippo Coco, Mariano Congiu.
In mostra tutti i disegni originali del Fondo Brunner e a corredo un ricco catalogo che illustrerà la storia del giornale con presentazioni firmate da Fabiana De Bellis – nipote del fondatore del giornale Vito de Bellis – nonché studiosa della testata e Lorenzo Facchinotti, ricercatore e studioso della storia del giornale.
I disegni di questo celebre giornale – che riportano alla luce un’Italia che si era avviata lentamente alla normalizzazione post-bellica e che guardava già al boom economico – rappresentano un catalogo beffardo di vizi e virtù nazionali che amiamo sfogliare ancora oggi, forse perché, come scrisse Oreste Del Buono, “Da noi c’è una grande tolleranza verso la satira perché è nella nostra tradizione una grande tolleranza verso i difetti nazionali”.
disegno di Attalo: "Le maschere cambiano ma i duellanti sono sempre gli stessi" |
disegno di Danilo |
Disegno di Anonimo, "Il colore del Monocolore" |
disegno di Giam |
disegno di Castellano: Parri |
disegno di Vighi: Antonio Segni |
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