Steve Breen -http://www.signonsandiego.com |
06/08/11
PIU' POOR CHE STANDARD
L'agenzia di rating Standard & Poor's declassa gli USA.
Per la prima volta nella storia, perdono una delle tre A ...
Roberto Mangosi www.enteroclisma.com
07/08/11
LA TRIPLA "A"
Standard & Poors dopo quello di Grecia Spagna e Italia riduce il rating anche agli Stati Uniti da tripla "a" a "aa+".
Qualcuno pero' resiste ancora.
Pubblicato da Gianfranco Uber
Etichette: crisi finanziaria, globalizzazione
La Cina declassa il debito USA
PORTOS / Franco Portinari
è pan bagnato
in edicola con il Misfatto del 14 agosto
fabiomagnasciutti
SERGIO STAINO |
08/08/11
Urgenti le nuove misure
Marco Careddu GRAFFI DIGITALI
Giannelli http://www.corriere.it/
8/08/11
C'É´UNA LETTERA PER TE
Merkel e Sarkozy scrivono a Berlusconi preoccupati per le sorti dell´Euro. Noi sicuramente abbiamo le nostre colpe ma sarebbe il caso di ricordare anche a tutti che buona parte di questa situazione dipende anche dalla scarsa fiducia nell'Europa di tutti.
Cerchiamo di sorridere comunque ricordando i due inarrivabili prodotti tipici italiani Toto' e Peppino.
Pubblicato da Gianfranco Uber
Etichette: crisi finanziaria, euro, europa, globalizzazione, merkel, sarkozy
Crisi - Lele Corvi |
USA: dal G8 al cerotto basta un niente…gianfalco
Tiziano Riverso |
09/08/11
Giannelli http://www.corriere.it/
9/08/11
RAPINE
Il mondo intero sta tremando per gli effetti di una finanza globale che sembra impazzita. Molte colpe vengono addossate agli ormai famosi "derivati". Come molti operatori fanno notare in effetti gli strumenti non hanno colpe ma qualcuno li ha creati e certo non per non utilizzarli.
Pubblicato da Gianfranco Uber
Etichette: banche, FINANZA, globalizzazione
Vincino per Vanity Fair
Giulio Laurenzi |
"O la borsa o la vita"
Era la frase d'obbligo dei borseggiatori di una volta.
Oggi tutto è cambiato.
I soldi si rubano ai risparmiatori con altri metodi, ovviamente più redditizi e sicuri.
Basta convincere i risparmiatori ad investire in azioni che poi crollano ed il gioco è fatto ... i risparmi di una vita finiscono per magia nelle tasche dei grandi speculatori che dominano i mercati mondiali.
Roberto Mangosi www.enteroclisma.comTiziano Riverso |
De Santis L'Asino |
Tiziano Riverso |
10/08/11
Giannelli http://www.corriere.it/
MAURO BIANI - http://maurobiani.splinder.com/
Maramotti - L'Unità |
Borse - Lele Corvi |
SERGIO STAINO |
11/08/11
Burattinai
Marilena Nardi
PORTOS / Franco Portinari
L' Europa vista dal satellite
da SASA GENSABELLA L'Asino
AAAl'agenzia di rating standards & poor's declassa gli Stati Uniti Matteo Bertelli |
Il declino dell'Impero Americano
07/08/11
di Ferdinando Camon
Ci riguarda tutti la crisi dell'America, l'abbassamento della fiducia del mondo sulla sua capacità di pagare i debiti. Perché siamo tutti un po' americani. Se il nostro paese rappresenta qualcosa, l'America rappresenta tutto. È da mezzo secolo la guida della nostra civiltà, politica, militare, economica, culturale, perfino universitaria, perfino artistica, soprattutto cinematografica. Questa funzione dell'America come guida del mondo era basata sulla potenza militare ed economica, e ambedue queste potenze erano basate sulla forza del dollaro. Il declassamento del rating segna il secondo passo sulla via del declino, e avviene dieci anni dopo il primo passo, l'abbattimento delle Due Torri, che rivelò al mondo la sua vulnerabilità militare. Un impero che ha questi punti deboli non è più in grado di dominare, deve passare sulla difensiva. Su questo giornale scrivemmo che i terroristi che avevano violato lo spazio aereo americano stavano all'impero americano come i primi barbari che sconfinavano dentro l'impero romano stavano all'impero stesso. Per quelle prime irruzioni dei barbari l'impero romano non crollò, ma il mondo comprese che poteva crollare. Per la quadruplice operazione dei terroristi dell'11 settembre l'impero americano non è crollato, ma il mondo ha capito che può crollare. Questo abbassamento della fiducia nella capacità americana di pagare i debiti non è il crollo dell'America, ma avverte che è cominciato il declino. L'impero che ci guida, e che dà l'impronta alla nostra vita collettiva e individuale, ha oggi meno potenza, meno ricchezza, meno capacità di guida, meno autorità di ieri. È meno sicuro. E con lui siamo meno sicuri anche noi.
Forse l'America sta intravedendo nel paese col quale è più indebitata e che sta facendo la voce grossa per ottenere garanzie sui propri crediti, il paese che gli succederà nella guida del mondo. Da tempo la guida americana non è più universale, ma soltanto economica e militare. Non è, per esempio, giuridica, perché l'America mantiene in molti Stati la pena di morte, che i paesi europei escludono come indizio di barbarie. Non è diplomatica, perché l'America, come tutti gli Stati imperiali quando s'avvia la decadenza, è diventata un paese tirannico, che si riserva di non rendere conto al mondo delle azioni illegali che compie. Anche noi italiani siamo stati vittime di questa dottrina, abbiamo patito stragi, come il Cermis, e delitti, come quello di Calipari, ad opera di americani che i tribunali americani non hanno voluto condannare, con ciò affermando che la sicurezza degli americani sta al di sopra della vita degli altri. Come in tutti gli imperi, nell'impero americano i cittadini del paese-guida valgono più dei cittadini dei paesi guidati. E questo destabilizza l'impero. Nell'ordine americano lo strumento che stabilisce la gerarchia è il dollaro, il dollaro crea la graduatoria non solo fra stranieri e americani, ma anche fra americani e americani. Il campo nel quale è più visibile questa divisione fra americani con pieno diritto e americani con mezzi diritti è la Sanità, che è il campo in cui si dovrebbero spartire equamente i beni e i mali dell'esistenza. Nell'impero americano questa equità non esiste. È questo uno dei fattori di debolezza interna dell'America, che crea sacche di infelici, che cercano rimedio nelle branche dello Stato a loro accessibili, come l'esercito. Nel giorno in cui si diffonde nel mondo la notizia del declassamento del debito americano, si diffonde anche la notizia dell'abbattimento di un loro super-elicottero, in Afghanistan, con 38 soldati morti: non era mai accaduto. Debolezza economica e debolezza militare vanno insieme. Per ora è crisi. Ma se non si corregge in fretta diventa declino.
Ferdinando Camon - www.ferdinandocamon.it
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( 4 - continua)
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