Sergio Staino L'Unità
Portos
Morto il Presidente Emerito Francesco Cossiga...
Marilena Nardi http://www.marilenanardi.it/ |
Oltre ad aver lasciato un testamento con le disposizioni per il suo funerale, Cossiga ha lasciato 4 lettere destinate alle più alte cariche dello Stato: Napolitano, Berlusconi, Schifani e Fini.
La lettera a Schifani. «Nel mio testamento, ho disposto che le mie esequie abbiano carattere del tutto privato, con esclusione di ogni pubblica onoranza e senza la partecipazione di alcuna autorità»: è quanto scrive Francesco Cossiga nella lettera-testamento inviata al presidente del Senato Renato Schifani e resa pubblica da Palazzo Madama. «Per quanto attiene le onoranze che i costumi e gli usi riservano di solito ai membri ed ex-Presidenti del Senato, agli ex-Presidenti del Consiglio dei Ministri ed agli ex-Presidenti della Repubblica, qualora Ella ed il Governo della Repubblica decidessero di darne luogo - aggiunge - è mia preghiera che ciò avvenga dopo le mie esequie, con le modalità, nei luoghi e nei tempi ritenuti opportuni».
Messaggi di cordoglio. Appena appresa la notizia, il presidente del Senato Renato Schifani ha interrotto le vacanze a Lipari per fare ritorno a Roma. Molti i messaggi di cordoglio dal mondo politico.
Silvio Berlusconi lo ricorda così: «Piango un amico carissimo, affettuoso, generoso. Mi mancheranno il suo affetto, la sua intelligenza, la sua ironia, il suo sostegno. Ai suoi figli l'impegno della mia vicinanza».
Massimo D'Alema: «È stato un grande protagonista della vita democratica del nostro paese. Con lui abbiamo avuto momenti di incontro così come di aspri conflitti, vissuti sempre con rispetto reciproco e lealtà. In questi ultimi anni - conclude - ci ha unito un'intensa amicizia, della quale gli resterò grato».
Per Pierluigi Bersani, segretario del Pd: «Se ne vanno una persona singolare e straordinaria e una parte della nostra storia». «L'Italia dei Valori si associa al dolore della famiglia per la scomparsa del presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga». Lo afferma in una nota il leader dell'IdV, Antonio Di Pietro.
Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini lo ricorda come un personaggio scomodo, anche nell'amicizia ma sempre affettuoso e leale».
CONCORRENZA
Ci mancherai, Presidente picconatore!
brulliotoi
LO SPECIALISTA
L'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga è morto all'età di 82 anni. Sarà ricordato per molte cose ma soprattutto per il ruolo di picconatore del vecchio sistema politico che aveva voluto interpretare al termine del suo settennato.
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Mauro Biani
Cossiga senza K
"(I "coccodrilli" in genere si preparano prima di quando servono, per far prima. Questo dovrebbe essere del '94 o '95 e mi sembra che vada ancora bene).
Definirlo col kappa era sicuramente esagerato. Muoveva molto le palpebre, mentre mentiva. Su Giorgiana Masi dovette mentire molto, ma mai con arroganza. Piuttosto, come uno che cerchi di sfuggire a una pena. "A domanda risponde: non c'erano squadre speciali..." e alzava gli occhi dal foglio, e ti guardava. Per alcuni è molto difficile perdonare al mondo la propria mediocrità. Dovettero creargli apposta una cattedra - diritto costituzionale dell'isola, o qualcosa del genere - su misura, perchè cinquanta pagine di pubblicazione sono davvero poche per i concorsi regolari; non perdonò mai neanche questo, e ancora dopo vent'anni teneva a ripetere, dovendo polemizzare con qualcuno, la battuta su "coloro che studiano il diritto costituzionale sui manuali". Ascoltandolo si capivano - almeno sul piano umano - molte cose, specie quando la voce, a un terzo circa del discorso, s'incrinava improvvisamente e diventava stridula, da rancorosa. Non aveva molto sense of humour, ma questo in Italia non lo danneggiò mai molto. Gli fecero un paio d'articoli su questa sua caratteristica, sui giornali inglesi, ma egli per sua fortuna, pur avendoli letti, non se ne accorse mai; tranne una volta che, avendo riflettuto parecchio, dette al corrispondente del figlio di ***. Complessivamente, non era un uomo pericoloso; eppure ci fu un momento, fra l'autunno '90 e l'estate '91, in cui sembrò quasi riuscito ad affossare la Repubblica; non ci arrivò solo per il caso fortunato di un referendum e un'elezione che spazzarono via i suoi alleati, un tipo strano che voleva fondare repubbliche fra Varese e Lecco e un ex-direttore dell'"Avanti" calvo e ladrone. Come sia riuscito ad arrivare così avanti, è uno dei misteri della storia d'Italia. Da allora, comunque, si dette a scrivere e riscrivere progetti di nuove Repubbliche e Stati, che la radio gli mandava poi in onda la mattina presto e di nuovo all'ora di cena. Aveva dei segreti; come tutti del resto in quel paese. Pensò, a un certo punto, di provare a servirsene anche lui; ma aveva poca tecnica, e troppa avidità; riuscì semplicemente a confessare senz'accorgersene due o tre reati di natura politica - che, in quel paese, non venivano più perseguiti da anni - consistenti essenzialmente nell'idea di ammazzare o mettere in galera quelli che non la pensavano come lui in caso vincessero le elezioni. In un paese dove decine di cittadini erano state ammazzate coi metodi più diversi per gli stessi motivi, la cosa non fece molto scalpore; certo, di queste faccende non era considerato elegante discutere in società. Si parlò dei suoi rapporti, anche, con gli uomini del Gruppo Gelli che il vecchio Presidente Pertini aveva cacciato a calci in *** dal paese; uno di loro era il suo consigliere più intimo e fidato e faceva - su questo si speculò molto - lo psichiatra. Usava molto le parole patria e patriota. Fra quelli che dovevano ammazzare o mettere in galera gli oppositori, ce n'erano che in fatto d'ammazzare una qualche esperienza se l'erano fatta (e il marchio di tutta la cricca, chissà perchè, era il loro: spada romana e fronde, ma senza camicia nera). Siccome, proprio in quegli anni, un bel mucchio di gente finé per essere ammazzata per davvero, ci furono quelli che si fecero delle domande; furono energicamente scoraggiati, e la cosa sarebbe pure finita lì, se non fosse stato per quella dozzina di giornalisti - i peggiori, addirittura Siciliani - che ebbero pietà e rabbia di tutti quegli ammazzati e s'intestardirono dunque a volerci scavare per forza fino in fondo. Fra i morti c'erano anche dei personaggi molto importanti, il capo dei carabinieri per esempio, ucciso nell'82 a Palermo, e il capo della sinistra democristiana, rapito da una squadra di professionisti, portato in un carcere "del popolo" e ucciso dopo essere stato interrogato. "Avremmo ucciso senza esitare chiunque si fosse messo d'accordo con gli oppositori" dichiarò uno della cricca, molti anni dopo; lui gli dette una medaglia e gli disse anche bravo. Dopo un paio d'anni che era sparito dalla scena ferveva ancora il dibattito se si fosse trattato di un caso medicalmente interessante o solo d'un malriuscito tentativo - in Bolivia avrebbe funzionato un po' meglio - di colpo di stato. Poi la gente si stufò e si mise a occuparsi di cose serie."
Riccardo Orioles
Kossiga
Giulio Laurenzi
Giannelli http://www.corriere.it/
CRUCIVERBA O REBUS ?
Molta la curiosità sul contenuto delle missive che Cossiga ha indirizzato alle alte cariche dello Stato. Dopo anni di mezze verità è tuttavia improbabile che ne contengano una intera.
Pubblicato da uber
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L'addio al picconatore
VADELFIOnico pillinini
Segreti di Stato
Lele&Fante
Fonte: http://www.leleefante.blogspot.com/ per mamma
L'Isola dei Morti
Paolo Lombardi INSERTO SATIRICO
Le ultime tre
Mauro Patorno
Morte di un picconatore
Enrico Bertuccioli (EBERT)
Grieco
SATIRICAL COSSIGA'S REVIVAL...
QUANDO IL "GATTOSARDO" PICCONO' NILDE IOTTI, CH'ERA STATA COMPAGNA - A PUGNO CHIUSO E DI FATTO - DEL "MIGLIORE"...
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Arnaldo Amabile INSERTO SATIRICO
R.I.S.
GAVA http://gavavenezia.blogspot.com/ Una carriera in continua ascesa...
Pubblicato da ZARATHUSTRA INSERTO SATIRICO
Un pazzo della nostra storia...
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Tomas
In ricordo di Giorgiana Masi, Rosario Livatino, e Aldo Moro
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PERT, PAZ E I LORO AMICI di Luca Boschi
Sarò onesto, Cossiga non mi mancherà di Nando Dalla Chiesa.
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