sabato 9 maggio 2020

Ben tornata Silvia!

Silvia Romano è libera!
Gianlo
https://gianloingrami.blogspot.com/2020/05/bentornata.html


L'annuncio è stato dato tramite tweet da Giuseppe Conte



Silvia Romano era stata sequestrata verso la fine del 2018 all'età di appena 23 anni in un villaggio kenyota ad opera di un gruppo armato che aveva aperto il fuoco sugli abitanti ferendo cinque persone.
Silvia Romano si trovava in Kenya come cooperante con l'organizzazione Africa Milele che sostiene i bambini in questi paesi. La vicenda è stata sempre ammantata di un certo segreto. In Kenya i sequestri di stranieri sono abbastanza rari e quando questo succede ci sono conseguenze disastrose per il turismo. Per questo il governo fa di tutto per evitare che fatti del genere accadano.




Silvia Romano è libera!
#SilviaRomano
Gianluca Costantini





Mauro Biani
Grazie
@maurobiani
  grazie a te, e alla tua preziosa matita, #SilviaRomano è stata presente nei cuori, negli occhi e nei pensieri di tutti noi in questi lunghi mesi!
#SilviaLibera




In una giornata in cui ricordavamo due tristi notizie, almeno ne è arrivata una molto bella: la liberazione della volontaria Silvia Romano, rapita in Kenya un anno e mezzo fa. Bentornata!
Marco De Angelis



Silvia Romano libera. Conoscete altre cose più belle di questa?
Il nobile Signor Giancarlo concorderà sicuramente.

Bentornata Silvia
Marco Gavagnin











sabato 2 maggio 2020

PRIMO MAGGIO 2020

1st May HAPPY LABOUR DAY
by Marilena Nardi

1° Maggio 2020,  un primo maggio senza cortei, tutti chiusi in casa. Tanti hanno perso il lavoro, tanti addirittura la vita.Che strage questa pandemia!Dal quattro maggio inizia la seconda fase , auguri  a tutti di un ritorno alla normalità, al più presto, in sicurezza.Un grande abbraccio ai più colpiti.Fany

PRIMO MAGGIO 2020
Ci mancava la pandemia per dare un ulteriore scossone al mondo del Lavoro o forse ci voleva?
Lavoro nero, lavoro precario, immigrazione, ammortizzatori sociali, sicurezza sul lavoro ecc. ecc. tutti mali in realtà già perfettamente conosciuti  che vengono ora amplificati dall'emergenza Coronavirus. Dalla quale però occorre uscire presto e si spera con qualche anticorpo in più.
Gianfranco Uber


1° Maggio, lavoratori e politica
1st May, workers and policy #1stmay #cartoomovement #courrierinternational #cartooningforpeace #lavoratori #larepubblicaxl #lavoro
Marco De Angelis


1 maggio a Rimini
Agim Sulaj


1 maggio
Fawzy Morsy



#1maggio - Lavoro a casa, circondata dalle cose che amo e da quelle che finisco per odiare nel vederle ogni minuto, da quelle che mi supportano e da quelle che mi distraggono, con un orario flessibile sull’orologio e uno implacabile nella testa, con la connessione attiva, la lavatrice che gira, il caffè che viene su, il telefono che squilla a tutte le ore, le ciabatte ai piedi, i calzini da stivare nei cassetti, il tavolo da riordinare. Mi coccolo e mi bastono (spesso più la seconda), mi premio e mi disciplino. In questo periodo non è vero che non è cambiato niente solo perché continuo a lavorare a casa. Ma amo il mio lavoro e continuo a difenderlo dalle circostanze difficili e dalle insidie di questa ondata di Smart working che non è quasi mai veramente Smart. Buon primo maggio, a chi è in full immersion da sempre o per la prima volta in uno spazio nuovo (anche se familiare). Tracciate una rotta, non scaricate rifiuti in navigazione e ne usciremo bene ❤️.
https://stay-hop.com/collections/marianna-balducci-chidisegna
#chidisegna #stayhop @hopedizioni
Marianna Balducci


1 MAY, THE INVISIBLES
Paolo Lombardi


1 Maggio 2020
Dal terzo stato allo stato epidemico
Giannelli


1 maggio
Tiziano Riverso


cosa meglio di una vertenza sindacale il 1° maggio?
Come vedete ogni tanto (anche oggi!) pubblico vignette su il manifesto. Da circa sette mesi infatti il giornale sta cercando il nuovo vignettista al posto di Biani che è approdato a Repubblica. A tale scopo è stato indetto un concorso: mandate le vostre vignette e le pubblicheremo senza compenso, ma potrete ambire ad essere scelti. Il "concorso" è iniziato a settembre dell'anno scorso ed è alle ore finali, come scritto sul giornale. Solo che questa frase è così da almeno quattro mesi. Nel frattempo, ogni giorno il manifesto pubblica quattro vignette. In sette mesi fanno più di 500 vignette pubblicate. E gratuitamente. Ora, io ringrazio tanto Il manifesto per lo spazio concesso a me e a tanti altri autori, professionisti o alle prime armi. Mi permetto però anche di ricordare, visto che è anche il 1° maggio, che il lavoro ha una sua dignità e questa corrisponde anche ad una retribuzione. E ricordo che la dignità del lavoro è uno dei pilastri del comunismo, e che un "quotidiano comunista" dovrebbe averla a cuore, scegliendo e retribuendo i suoi collaboratori in modo degno. Senza finti concorsi o piaggerie da una parte e dall'altra, ma solo riconoscendo che chi manda una vignetta, anche se fa ridere, non sta scherzando, ma ha lavorato per anni per raggiungere quel risultato artistico e giornalistico insieme. Quindi caro il manifesto, grazie dello spazio che mi hai concesso, ne sono stato contento, ma è il momento di decidere chi vuoi pagare per lavorare con te. Fallo per la dignità dei tuoi lavoratori, e per la tua. Diversamente sarai solo un giornale come gli altri.
PS: ieri alla redazione ho mandato anche questa vignetta, ne hanno pubblicata un'altra, ma spero che il messaggio sia arrivato ugualmente.
#primomaggio #ilmanifesto
Gianlo


#PrimoMaggio per tutte/i
un abbraccio e forza.
Oggi su la Repubblica
Mauro Biani


"1°Maggio 2020" - Festa dei Lavoratori -
per chi ha sempre lavorato, per chi lavora, per chi ha perso il lavoro e per chi lo troverà...buon 1°Maggio —
Marco D'Agostino


Lido Contemori


Yasasın 1 Mayıs / Hurray for 1 May in the coronavirus-times

#1Mayıskutluolsun #1ofMay #firuzkutal
Firuz Kutal


International Workers' Day 1May
©️May2020 Ahmed ManSour


1 maggio
Ugo Sajini


1 maggio
Durando


#primomaggio #1maggio #FestadelLavoro #dirittilavoro #dirittideilavoratori #Coronavirus #coronavirusitalia #covid_19italia #fasedue #fase2 #vignette #satira #satiraneurodeficiente #IChinson
Mario Airaghi


Vanessi


Moise

sabato 25 aprile 2020

25 aprile 2020 festeggiamolo a casa #iorestolibero #iorestolibera

Resistere, resistere, distanziare!
Hasta la victoria!
Grazia / GIO


25 Aprile 2020
Bella ciao ...
Auguri a tutti per tutto
Gianfranco Uber


Questo è il mio fiore del Partigiano e lo troverete così nelle mie prossime (diverse) vignette per il 25 aprile. Per un'iniziativa dell'Anpi di Colleferro, per l'Istituto Cervi, per la vignetta su Repubblica del 25, e per un'animazione (!) video per il 54esimo di matrimonio dei miei (proprio il 25 aprile). E' sempre lo stesso fiore del Partigiano. Da sempre, per sempre.
Mauro Biani


25 Aprile
Durando


#antifa #Anpi #25aprile #bellaciao #bellaciaoinognicasa #Liberazione #festadellaliberazione #Resistenza #partigiani #SatiraNeurodeficiente
Mario Airaghi


 Passepartout
 Darix

Tiziano Riverso

Passepartout

Passepartout


Buon 25 aprile.
https://gianloingrami.blogspot.com/2020/04/festa.html
Gianlo

L'ultimo Partigiano
Giannelli
[O calembour, portami via... Eh sì, anche oggi il Maestro ce ne regala uno, anche se può essere colto solo dagli ultrasettantenni. Calembour, però senza rinunciare al mash up con l’attualità. Una vera e propria dipendenza, questa del Maestro. La questione senile continua a contraddistinguere questa fase della produzione giannelliana, oggi con l’immancabile richiamo alla Liberazione. Ma mentre il messaggio in chiaro va alle ben note vicende virali, qua e là troviamo segni altri: il tricolore, rigido e striato, che sembra uno zerbino (l’italia con l’Europa in questi giorni?), la manicure punk della signora di dubbia interpretazione, ma soprattutto chi, anzi che cosa risponde alla notizia. È il fiore, il fiore del partigiano. Grande Maestro.
(IlPartigianoEmil)]



25 APRILE!
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Bella Ciao
https://www.youtube.com/watch?v=55yCQOioTyY
MOISE


La memoria con divisa
Marassi





*
Il 25 aprile 2020 sarà una giornata di liberazione, forse la più grande dal dopoguerra. Quest'anno, a causa della emergenza sanitaria Covid-19, non si potranno riempire le piazze di canti e bandiere ma l’Italia potrà unirsi nella grande manifestazione virtuale 25 aprile 2020 #iorestolibera #iorestolibero, trasmessa in streaming a partire dalle 14,30 dalla pagina Facebook e da numerose altre piattaforme il cui elenco è aggiornato sul sito

www.25aprile2020.it

Massimo Jatosti



Non più madri e casalinghe, ma “bandite” e clandestine. In una sola parola: Partigiane, le donne che hanno scritto le pagine della Resistenza italiana, quelle che hanno combattuto al fianco degli uomini per dare cittadinanza ai diritti di parità e di genere. A loro è dedicato un documentario bello e profondo, “Bandite” (del 2009), a cura delle registe Alessia Proietti e Giuditta Pellegrini, che in questi giorni è disponibile In STREAMING fino al 26 aprile: "BANDITE".

lunedì 20 aprile 2020

Totò



Totò
Andrea Pazienza per il Male




CINQUANTATRE ANNI FA...

Totò, pseudonimo di Antonio de Curtis (Napoli, 15 febbraio 1898 – Roma, 15 aprile 1967), attore e comico italiano.

Simbolo dello spettacolo comico in Italia, soprannominato «il principe della risata», è considerato, anche in virtù di alcuni ruoli drammatici, uno dei maggiori interpreti nella storia del teatro e del cinema italiani.


Totò
Marzio Mariani



Totò cinquantenario
Gio / Maria Grazia Quaranta



TOTÒ (ANTONIO DE CURTIS)
by WALTER TOSCANO
Traditional work.




Totò
Antonio Bottone




Totò
Agim Sulaj

Omaggio a Totò
Romaniello


Totò
Gianni InkJohn










"Mi chiamo Guardalavecchia, ma guardo dove mi pare".
Totò
Marilena Nardi


Totò
Angel Boligan


Il Principe fresco di giornata.
Beppe Mora


Fonte Ansa
Immortale Totò, principe della risata e imperatore solitario
Cosa si può dire ancora di Totò, per gli amici Antonio De Curtis ma per l'anagrafe Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi de Curtis di Bisanzio, scomparso il 15 aprile 1967 nella sua casa romana di Viale Parioli a soli 69 anni di una vita furibonda e frenetica? Tanto fu applaudito ed esecrato in vita, specie dalla critica, tanto suscitò passioni ed amori nel pubblico e nelle donne, tanto fu un'anima solitaria come solo i grandi comici sanno essere e tanto visse sempre nell'angoscia di non essere ricordato se non per la sua maschera farsesca. Dopo una consacrazione postuma che lo ha innalzato ai vertici della popolarità e dell'arte, dopo le mille e mille righe a lui dedicate da studiosi (Umberto Eco) e artisti (Pasolini scrisse che la "sua maschera riuniva perfettamente l'assurdità e il clownesco con l'immensamente umano") cosa resta da dire?

Figlio illegittimo del Barone Giuseppe De Curtis e di Anna Clemente, Antonio "N.N." Clemente detto Totò nasce il 15 febbraio 1898 nel cuore della "guapperia" napoletana al Rione Sanità in quella casa modesta che oggi sarebbe il suo museo ed è invece lasciata nell'incuria a rischio di crollo. Malinconico e solitario, poco versato per gli studi e complessato per il suo stato di "figlio di nessuno" (il padre lo riconobbe dopo i 20 anni), Totò si rifugia fin da bambino dietro la maschera del comico e dell'istrione, le sole armi con cui si fa amare da compagni e grandi. Esordisce sui palcoscenici periferici di Napoli già nel 1913, ma è solo dopo la Grande Guerra (sotto le armi ma lontano dal fronte) che abbraccia il suo destino sul palcoscenico della Sala Napoli scritturato da Eduardo D'Acierno.

Il padre riunisce la famiglia a Roma e qui Totò, nella totale disapprovazione dei genitori, comincia la sua vera gavetta da "straordinario" di compagnia, aggregato a diverse formazioni, spesso lasciato senza lavoro e senza soldi, solo a fatica in grado di farsi largo nel mondo della commedia dell'arte e dell'avanspettacolo. Il fortuito incontro con Giuseppe Iovinelli, l'impresario dell'Ambra Iovinelli di Roma e l'inaspettato successo delle sue macchiette ne fanno rapidamente un divo della scena comica. Non scorderà mai però la fatica degli esordi: "La miseria - diceva - è il copione della vera comicità... Non si può essere un vero attore comico senza aver fatto la guerra con la vita". Simile in questo a Charlot, che spesso additò a modello, desolato come Buster Keaton a cui fin troppo spesso veniva accostato per la gestualità straniata, Totò fu però soprattutto un formidabile autodidatta, capace di cogliere nei tic della gente comune i tratti che poi elevava a gesti comici (da bambino lo chiamavano 'o spione per la sua attenzione al lato buffo degli altri), anarchico nel lavoro quanto meticoloso nella costruzione di sé e delle sue maschere.

Nel pantheon dei grandi interpreti "del corpo" assomma i tratti di Eduardo e Tati, Chaplin e Keaton, ma non viene mai meno a una originalità senza limiti che, lo faceva applaudire anche dagli stranieri (dalla Svizzera alla Spagna), mentre solo la pigrizia e la timidezza provinciale gli preclusero i palcoscenici più grandi, compreso quello americano dove venne invano invitato. La sua eredità non viene ben descritta dai numeri, comunque impressionanti: 97 lungometraggi interpretati a passo di carica dopo l'esordio nel 1937 con "Fermo con le mani", voluto da Goffredo Lombardo che cercava volti nuovi per il cinema; oltre 50 spettacoli tra commedia, rivista, avaspettacolo nell'arco di tempo che va dal 1928 al 1957 quando l'aggravarsi di una acuta malattia agli occhi lo rese praticamente cieco. In parallelo ci sono poi le prove da cantante (con un successo speciale per "Malafemmena"), le apparizioni televisive (memorabile "Studio Uno" con Mina), le poesie (la raccolta di "A' livella"), i fumetti, le pubblicità, le apparizioni a sorpresa. Ma il cuore di un successo che ancora oggi lo fa primeggiare su ogni altro protagonista della scena italiana (a grande distanza da Alberto Sordi e Massimo Troisi) viene da una genialità interpretativa che sempre lo fece autore di se stesso, in una dimensione sospesa tra osservazione del reale e astrazione surrealista, satira e farsa, intuizione verbale (celeberrimi i modi dire che sono entrati nel lessico comune) e costruzione fisica (la maschera-automa, il guitto e il poeta, il pulcinella e il nobile).

Benché abbia avuto al cinema pigmalioni come Cesare Zavattini e De Sica, poi grandi sodali come Carlo Ludovico Bragaglia, Steno e Monicelli o perfetti complici del suo genio (da Corbucci a Mattoli a Mastrocinque), solo a fine carriera ebbe l'onore dei maggiori autori italiani: lo voleva Fellini per mai realizzato "Viaggio di G. Mastorna", lo scelse Pasolini (da "Uccellacci e uccellini" a "Che cosa sono le nuvole"), lo chiamarono Risi, Bolognini, Lattuada. Eppure nell'immaginario popolare vive soprattutto per i film interamente modellati su di lui, da "Miseria e nobiltà" a " Totò le mokò", da "I pompieri di Viggiù" a "47 morto che parla" fino ai vari episodi di " Totò e Peppino" in coppia con l'amico De Filippo.

Fece scalpore anche nella vita privata, segnata da grandi passioni e dolori: dal suicidio della prima moglie, la sciantosa Liliana Castagnola, fino alla tormentata e appassionata storia con Franca Faldini. Si fece adottare, nel 1933, dal marchese Francesco Maria Gagliardi Focas, in rincorsa a quel prestigio aristocratico che gli sembrava riscattare le sue origini; si sentiva davvero erede del sacro romano impero e della corona di Costantinopoli, anche se le battaglie legali gli fruttarono spesso denunce e delusioni. Come in una pièce di Pirandello ebbe l'onore di 3 funerali: il primo a Roma, vegliato per due giorni dai più grandi di cinema e teatro; il secondo a Napoli in un bagno di folla con 250.000 anime straziate dietro al feretro; il terzo nel cuore di Spaccanapoli dove un guappo locale organizzò la cerimonia intorno a una bara vuota. Ma a quel punto la sua arte volava ormai da giorni nel firmamento dei geni.

giovedì 16 aprile 2020

Federica Pareschi

Da Crittografie 

Da Crittografie 1
 l'Anima in Gioco
Si chiama Pasquale, ha i capelli rossi, il sorriso in
bocca ed è quello che tutte le mattine alle sette e
mezzo ti prepara il cappuccino e tiene da parte la
brioche che ti piace.
È quello a cui, tutti i santi giorni, paghi euri uno e ottanta
e dici: "Buona giornata, Pasquale".
Pasquale. E se lavorerai tutta la vita glielo dirai tutti
i giorni, Pasquale, Pasquale e Pasquale.
Né Mario, né Carlo, né Vercingetorige.
Egli è un insieme di sfaccettature che, messe insieme,
fanno di lui un Pasquale e tutti lo conoscono
come tale, punto.
E provaci, domani, a dirgli: "Ciao, Anna", guarda come
ci rimane.
Comincia a chiamarlo così, vedrai che prima o poi si
farà coraggio e ti dirà: "Guardi signora, che mi chiamo
Pasquale..."
E tu rispondigli: "No, bellino, finora ci sono cascata
ma alla fine ho capito: tu sei Anna perché hai i capelli
rossi, Pasquale è un nome sbagliato, tanto
più che sei nato in agosto, figuriamoci".
E poi dimmi se egli non sarebbe giustificato a chiamarti
Giovanna (la pazza, naturalmente).
Ecco. A un certo punto della mia vita m'è capitato e
m'hanno ribattezzata tagliando via parti che mi
qualificavano. Non mi resta che bisensare e bisensare
e bisensare e la cosa, per l'appunto di senso
me ne fa parecchio.
Fui l'ombrello di mogli frigide e ricovero di Lise pestate
per benino, fui.
Ora sono qui, mozza e sbilenca, dice che così mi si
capisce meglio ma tu lo capiresti un pasquale che
ti dicesse: "Da oggi qui si fa solo il caffè: brioche, latte
e zucchero portali da casa, così è più chiaro il
senso dell'insegna fuori, <Caffè> appunto".
Io mi chiamo crittografia mnemonica, chi vuole mi
capisce e sa cosa può trovare in me, senza snaturarmi
tanto in nome della logica. Usatelo quel cuore,
il cervello tenetelo per risolvermi. E per chiamare
il barista col nome giusto.
Sempre vostra.

2. Crittografia mnemonica 5 2 5
MASTITE
Tedina


l'Enigmistica è Femmina (Speciale 8 marzo 2014)

Gli è che tutto si ripete, uguale, identico: e non
importa di quali mondi si tratti.
Non si è diversi dagli umani, qui.
Gli uomini chiacchierano, le donne fanno; e
chiacchierando chiacchierando son giunti alla conclusione
che per ogni uomo ci siano sette donne,
l'harem potenziale e bramato, anche se non sanno
esattamente dove siano.
Pure quel venticinque marzo del 1911 gli uomini
dirigevano e le donne eseguivano: finì che le donne
ci rimasero stecchite e gli uomini furono assolti.
Ora, per carità, non è che qui ci si lasci le penne -
qualcuno ci lascia le matite ma non dipende dal
sesso - però sarebbe ora di bilanciare certe diseguaglianze
che ci fanno ormai storcere la bocca.
La crittografia è femmina, lo dice il nome e con la
sua definizione spiega come ci si debba muovere
per giungere all'agognata soluzione, femmina anch'essa.
Subito sotto sta il diagramma: maschio! esclamerete.
E mica tanto: è formato da una chiave, una prima
lettura e una frase risolutiva.
Tre femmine per originare un maschio, scusateci
se è poco.
Eh, vi sento ribattere, intanto termina per "a".
Certo, bella soddisfazione, andate a dirlo a quei
maschietti che si chiamano Andrea, per esempio.
Che poi, mica per pignoleria, ma il diagramma è
fatto di numeri (maschi) ma i numeri son formati
da cifre e qui la femmina è palese.
E qui si rischia seriamente il tranello delle "quote
rosa" tanto in uso tra gli umani e che sa di "almeno
state zitte" da un miglio di distanza.
Non si vuole questo, no, noi si ambisce alla giustizia
vera.
Quel che ci fa rabbia è l'esposto.
Sta lì, placido e beato, poche parole, meglio una
sola e tutto il suo oziare premiato col neretto e il
maiuscolo, lui, il pavone.
Insopportabile nel suo disperato apparire, quasi
narcisistico e comunque travestito da sobrio, talvolta
serioso leader in un gioco di squadra.
Dice che anche il ragionamento è maschio.
E ce lo vediamo, pieno di mascolino orgoglio, costretto
a restare prigioniero nel cervello rifiutandosi
d'aver a che fare con sinapsi, corde vocali, mani
e biro.
Insomma, troviamo un altro nome a quest'esposto,
non tanto per essere autoritarie, per volerla
vinta a tutti i costi, semmai per una certa turnazione.
Che ci si riposi anche noi, ogni tanto, il neretto è
sempre chic, ci garberebbe indossarlo e fare la nostra
bella figura.
E se proprio non si può non consolateci con un
ramo di mimosa, il giorno dopo già a capo basso.
Se mimosa dev'essere che sia una bella fetta.
Sempre vostra.





Ipermetropia.

L’albero a cui tendevi
la pargoletta mano,
credevi fosse acanto
invece era l’ontano.



Federica Pareschi (1967-2018) ,valente autrice e redattrice della rivista Crittografie

PS: oggi 16 aprile sarebbe stato il compleanno di Tedina, e voglio ricordar qui questa splendida amica virtuale, con questo post che forse è troppo poco per far capire quanto sei stata una grande enigmista . Timida io e timida tu  a Roma alla mostra dei rebus, nella stessa stanza nella visita  guidata, siamo riuscite a non incontrarci. Quanto abbiamo sorriso di quel mancato incontro.
Buon compleanno Tedina!


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