domenica 6 novembre 2016

Vincitori e foto da Gallarate 2016

Il presidente della Pro Loco Gallarate, sig. Vittorio Pizzolato proclama il vincitore GRAND PRIX MARCO BIASSONI 2016, Agim Sulaj.


In un bellissima location, il museo MA*GA,  stamattina si è svolta la premiazione della XXII edizione di Humour a Gallarate  ecco i nomi dei vincitori:

Categoria Caricatura:

Menzioni

Marzio Mariani, Marco Spadari, Benny Nicolini, Ivailo Tsvetkov (Bulgaria), Joaquin Aldeguer (Spagna)

Premio della Giuria

Kfir Weizman (Israele)

Primo Premio

Raul Alfonso Grisales (Colombia)

Categoria Satira:

Menzioni

Pietro Vanessi, Vitaly Bondar (Bielorussia), Makhmudjon Eshonkulov (Uzbekistan), Stefano Magnani, Wesam Khalil (Egitto)

Premio della Giuria

Tessarolo Sergio

Primo Premio
Mihai Hignat (Romania)


Categoria Grafica

Menzioni

Agim Sulaj (Italia), Emanuele Benetti (Italia), Vladimir Kaznevsky (Ucraina), Pawel Stanczyk (Polonia), Sergio Tessarolo (Italia)

Premio della Giuria
Elena Ospina (Colombia)

Primo Premio

Victor Becerra Velez (Messico)


Premio Cava

Mariusz Wolansky (Polonia)

Grand Prix Marco Biassoni

Agim Sulaj


Tanti gli autori presenti qui sotto qualche foto della cerimonia:

la sala degli arazzi di Missoni  dove si è svolta la premiazione



la sala


Palex davanti ad alcune opere della personale di Achille Superbi

Cristina Bernazzani

  Achille Superbi ed Agim Sulaj
Athos Careghi
Chiostri, Isca, Benny.
Tiziano Riverso

Marilena Nardi

Mariagrazia Quaranta/GIO , Marilena Nardi e Fany


 Agim Sulaj e Fany
Marco D'agostino



Palex, Gianni Audisio e Ugo Sajini


la scultrice Laura Lapis
Marzio Mariani


Agim Sulay , Re Risotto /Pietro Tenconi, Luigi Bona.

Achille  Superbi ed Agim Sulaj

Riverso, Fany  e Mario Airaghi

Mario Airaghi, Fulvio Fontana, Tiziano Riverso, Fany, Marco Fusi, Marilena Nardi



 la copertina del catalogo (disegno di Agim Sulaj)

Le tavole sono state vagliate da una giuria presieduta da Axinte Doru e composta da Mariagrazia Quaranta, Gianni Audisio, Marco Gavagnin, Aldo Macchi, Claudia Mazzetti, Lorena Giuranna e Alessandro Castiglioni, che ha dapprima selezionato i migliori e successivamente ne ha decretato i vincitori.
Gli autori selezionati sono protagonisti della mostra, in programma al MA*GA di Gallarate, fino al 8 gennaio 2017, con tutte le opere vincitrici e quelle scelte per il catalogo. Sono oltre cento i lavori esposti che propongono quanto di meglio è stato creato dalla verve di umoristi e vignettisti italiani e stranieri, che ancora una volta si sono dimostrati maestri nel fermare un’impressione o un’emozione con pochi tratti e colori.
Inoltre, il Museo MA*GA ospita, fino al 8 gennaio 2017, un omaggio al disegnatore e caricaturista Achille Superbi (Bondeno, FE, 1959).
 Il museo MA*GA di Gallarate

Le foto sono di Ida D'angelo, ed autori vari.

sabato 5 novembre 2016

Humour A Gallarate - Elenco selezionati mostra e catalogo 2016


 il disegno nella locandina dell'inaugurazione della mostra è di Vilma Vargas (Ecuador)


Elenco selezionati mostra e catalogo 2016
Ecco l’elenco degli autori selezionati per la mostra e il catalogo di “Humour a Gallarate – Grand Prix Marco Biassoni 2016”
Here is the list of the authors selected for the catalog and for the exposition of “Humour a Gallarate – Grand prix Marco Biassoni 2016”

Ora non ci resta che aspettare domenica 6 novembre per scoprire chi fra questi autori selezionati avrà vinto i premi!
Now we just have to wait untill Sunday November the 6th to find out who among these selected authors will win the prizes!


Qui il PDF e  dalla pagina FB di Luc Descheemaeker l'elenco scritto :


Selected for Humour a Gallarate Italia
Theme 'TEAR DOWN THE WALL'
BELGIO 
Luc Descheemaeker
SUNNERBERG CONSTANTI
Luc Vernimmen
BIELORUSSIA 
BONDAR VITALY
BRASILE 
RODRIGUES WLAMIR
TROVO NILO
BULGARIA 
Trayko Popov
Jovcho Savov
Anatolity Stankulov
Ivailo Tsvetkov
CINA 
GUIBAO GAI
JING SHAN LI
COLOMBIA 
GRISALES RODRIGUEZ RAUL ALFONSO
LOPERA ARROYAVE JUAN CAMILO
Elena Ospina
CROAZIA 
SLOBODAN BUTIR
ECUADOR 
VARGAS VILMA
EGITTO 
KHALIL WESAM
GERMANIA 
JAHSNOWSKI-HERSCHEL STEFFEN
INDIA 
Shankar Pamarthy
INDONESIA 
AGOES UMIANTO
IRAN 
Arash ForoughiI
HASHEMINEZHAD YALDA
KHIANI MAHDI
ISRAELE 
Kfir Weizman
ITALIA
AUDISIO GIANNI
BARTOLOMEI JACOPO
BEDUSCHI GIOVANNI
BENETTI EMANUELE
Cristina Bernazzani
BOCHICCHIO MARIO
BOSCHIERI LORIS
BUCCI NICOLA
CAMPANER ANGELO
CARDELLI RITA
CAREGHI ATHOS
CHIOSTRI GIANNI
CORVI GABRIELE
CURI GIOVANNI
Marco D'Agostino
Paolo Dalponte
Milko Dalla Battista
Marco De Angelis
DE CAPITE PAOLO
FONTANA FULVIO
FUSI MARCO
GAVAGNIN MARCO
GISBERT DE ELIO ELENA LILIANA
Emilio Isca
LEOTTA ALFIO
MA THAI SAC
MAGNANI STEFANO
Marzio Mariani
MARINI VALERIO
MELLANA CLAUDIO
Marilena Nardi
NICOLINI BENNY
Andrea Pecchia
QUARANTA MARIAGRAZIA
RIVERSO TIZIANO
ROSSETTI GIULIANO
SAINT PIERRE EUGENIO
SAJINI UGO ALESSANDRO
SPADARI MARCO
SQUILLANTE CARLO
Agim Sulaj
Achille Superbi
Sergio Tessarolo
TROJANO LUCIO
UBER GIANFRANCO
VANESSI PIETRO
KAZAKHSTAN 
Айдарбек Газизов
MESSICO 
VELEZ BECERRA VICTOR EMMANUEL
MONTENEGRO
DRLJEVIC DARKO
LAGATOR LUKA
NIGERIA 
NWOKOCHA AZUKA
POLONIA
KROTOS TADEUSZ
MACIEJ TRZEPALKA
PISZCZCAKO ZBIGNIEW
STANCZYK PAWEL
WOLAVISKI MARIUSZ
ROMANIA 
CHIOREAN MARIN CORNEL
CIOSU CONSTANTIN
Mihai Ignat
LENGHER NICOLAE
PETRY AND CRISAN
RUSU GABRIEL
Liviu Stanila
RUSSIA 
KHAKHANOV WVLADIMIR
SERBIA 
JAKOVLIEV MIROSLAV
SLOVACCHIA
PAVLIK VLADIMIR
SPAGNA 
ALDEGUER JOAQUIN
UCRAINA
CHMYRIOV VALERIY
Vladimir Kazanevsky
Oleksiy Kustovsky
UZBEKISTAN 
Makhmud Eshonkulov
FURKAT USMANOV




Dal 06 Novembre 2016 al 08 Gennaio 2017
GALLARATE | VARESE
LUOGO: Museo MA*GA
ENTI PROMOTORI:
  • Pro loco di Gallarate
COSTO DEL BIGLIETTO: intero € 5, ridotto € 3

COMUNICATO STAMPA:
Dal 6 novembre 2016 all’8 gennaio 2017, il Museo MA*GA di Gallarate ospita la XXII edizione di HUMOUR A GALLARATE - GRAND PRIX MARCO BIASSONI, la manifestazione che ogni anno raduna i migliori cartoonist, illustratori, umoristi e caricaturisti provenienti da tutto il mondo e presenta una serie di iniziative come mostre, concorsi, mercato, incontri e molto altro.

L’evento è organizzato dalla Pro loco di Gallarate ed è inserito nel programma di OFFICINA CONTEMPORANEA [OC] - Sistema Culturale Urbano, progetto sostenuto da Fondazione Cariplo ed elaborato da undici istituzioni attive nella città di Gallarate nei diversi ambiti che contraddistinguono la cultura contemporanea.

L’argomento scelto per quest’anno è Abbatti il muro. Tear down the wall.
“Il muro come simbolo di una barriera da abbattere – sottolinea il presidente della Pro Loco Gallarate, Vittorio Pizzolato –, ma anche come confine, come punto di non ritorno, come rottura tra mondi diversi o ancora come ostacolo al raggiungimento di un obiettivo. Il tema, non posso negarlo, è ostico come spesso è ostico e di difficile comprensione l’umorismo stesso”.
“Un veicolo di riflessione - prosegue Vittorio Pizzolato - e di comunicazione efficace, poiché più di mille parole un’immagine e il suo significato possono arrivare dritte al cuore di ognuno di noi, semplicemente interpretandola”.

Durante l’inaugurazione, domenica 6 novembre alle ore 11.00 al Museo MA*GA, si terrà la premiazione del Grand Prix Marco Biassoni che ha visto giungere a Gallarate 600 vignette, realizzate da 211 autori, in rappresentanza di 45 nazioni, che hanno lavorato sulla base del tema scelto per questa edizione.

Le tavole sono state vagliate da una giuria presieduta da Axinte Doru e composta da Mariagrazia Quaranta, Gianni Audisio, Marco Gavagnin, Aldo Macchi, Claudia Mazzetti, Lorena Giuranna e Alessandro Castiglioni, che ha dapprima selezionato i migliori e successivamente ne ha decretato i vincitori.
Gli autori selezionati sono protagonisti della mostra, in programma al MA*GA di Gallarate, fino al 8 gennaio 2017, con tutte le opere vincitrici e quelle scelte per il catalogo. Sono oltre cento i lavori esposti che propongono quanto di meglio è stato creato dalla verve di umoristi e vignettisti italiani e stranieri, che ancora una volta si sono dimostrati maestri nel fermare un’impressione o un’emozione con pochi tratti e colori.
Inoltre, il Museo MA*GA ospita, fino al 8 gennaio 2017, un omaggio al disegnatore e caricaturista Achille Superbi (Bondeno, FE, 1959).

Dopo aver ottenuto il diploma nel 1977 al 1° Liceo artistico di Torino, trova impiego per qualche anno presso agenzie pubblicitarie. Dal 1982 lavora al Centro di Produzione RAI di Torino diventando successivamente coordinatore dell'Area Grafica. Un anno dopo inizia una collaborazione con Aldo Biscardi e il suo Processo. Nel 1984 comincia a lavorare anche per giornali, riviste e case editrici, disegnando caricature principalmente a tema sportivo. Tra le testate, si ricordano Sport Master, Autosprint, I Padroni del pallone, Ulisse 2000, Hurrà Juventus, Witty World Cartoon Magazine, Guerin Sportivo, The Finest International Political Cartoon of our Time, L'Almanacco di Frate Indovino, Panorama Economy.
Negli anni novanta collabora a tre edizioni dell'album Calciatori Panini, disegnando le caricature dei protagonisti del campionato italiano.

Anche quest’anno sarà riproposto il Premio Cava, intitolato a Osvaldo Cavandoli, maestro della grafica italiana, animatore, regista e fumettista italiano, creatore de “La Linea”, che premia la vignetta umoristica, che si distingue fra tutte quelle partecipanti per la semplicità nei tratti e nella composizione e che coniuga la bellezza del contenuto umoristico, satirico o caricaturale con la massima essenzialità dell’esecuzione grafica.

Tra le varie iniziative di Humour a Gallarate, si segnala, martedì 6 e mercoledì 7 dicembre, al MA*GA, il workshop di Marco Gavagnin. (www.gavavenezia.it)
Gli incontri avranno la durata di 4 ore e proporranno cenni sulla satira, visione dei lavori di Gavagnin, prospettive professionali nel mondo della satira e illustrazione, visione di diversi stili di altri vignettisti, individuazione del tema della prova in aula. Sarà richiesto agli alunni la realizzazione di una vignetta satirica.
Sarà creata una pagina Facebook dove i partecipanti al workshop potranno postare il loro disegni direttamente con il loro cellulare.

Humour a Gallarate - Grand Prix Marco Biassoni - è nata ufficialmente nel 1995. Cresciuta in questa città, la manifestazione è divenuta una delle più importanti nel panorama dello humour a della grafica satirica. Un occhio spalancato su una forma di comunicazione che da una parte è motivo di divertimento, dall’altro diventa in alcuni casi un momento di riflessione critica della società.
Il Grand Prix Marco Biassoni è un evento culturale che, oltre a celebrare la città di Gallarate, rende onore ad una forma artistica pura e diretta, capace di oltrepassare le differenze culturali e di far comunicare persone con provenienze anche molto lontane. Dialogando attraverso le immagini, talvolta senza bisogno di parole, culture diverse possono incontrarsi, entrare in relazione, conoscersi e far conoscere le proprie peculiarità e quelle dei rispettivi territori.

Orari: Lunedì chiuso
Martedì-venerdì, 9.30|12.30, 14.30 | 18.30
Sabato e domenica, 11.00|19.00

giovedì 3 novembre 2016

Turchia: grande repressione contro la stampa, arrestato anche Musa Kart.

La situazione di repressione in Turchia contro i vignettisti e la stampa è scandalosa.Il caso di fumettista Musa Kart catturato è l'ultimo di una serie di repressioni del regime di Erdogan.
Cartoonists Association della Turchia ha paura e non dice nulla
Il mondo dei cartoonists si è mobilitato in una grande solidarietà.
Allego alcuni disegni sul tema abbracci
Francisco

Grazie Francisco, le notizie che arrivano dalla Turchia sono gravissime. la chiusura di 15 giornali e i vari arresti tra cui il cartoonist Musa Kart ed il direttore di Cumhuriyet, Murat Sabancu, mi trova molto favorevole alla preparazione di questo post.



Represión en Turquía - Antonio Rodríguez García


The Guardian:
Turkey detains editor and staff at opposition Cumhuriyet newspaper
Columnists and cartoonist among those arrested amid crackdown on dissenting voices following failed coup attempt

Turkish police have detained the editor and at least 12 senior staff of Turkey’s opposition Cumhuriyet newspaper in a widening crackdown on dissenting voices.

The editor-in-chief, Murat Sabuncu, the cartoonist, Musa Kart, the paper’s lawyer and several columnists were detained, some following raids at their homes, Cumhuriyet reported on its website. Police had warrants for the detentions of 16 staff members, the paper said.

The detentions at the left-leaning and pro-secular Cumhuriyet, one of Turkey’s oldest newspapers, come amid accusations by opposition parties and human rights groups that Turkey’s government is using the state of emergency imposed following a failed military coup in July to clamp down not only on the alleged coup plotters but on all government critics.

A statement from the Istanbul chief prosecutor’s office said those detained were suspected of “committing crimes” on behalf of the movement led by US-based Muslim cleric Fethullah Gülen, accused by the government of masterminding the coup attempt as well as the outlawed Kurdistan Workers’ party, or PKK.
[...]



Riber



Askin Ayrancioglu - Represión.


Censura - Oleksy Kustovsky


Censura en Turquía - Luc Descheemaeker.





Contaminación - Oleksy Kustovsky


erdogan karayel


Firuz Kutal - censura en Turquía


Lombardi




TURKISH HALLOWEEN    Gianfranco Uber
No, it's not really a joke! Anyway, Halloween is not a European tradition.
Erdogan continues with the progressive removal of any contrary voice to his regime.
Arrested yesterday the director of the newspaper opposition Cumhuriyet Murt Sabuncu and other journalists and employees of the newspaper including the cartoonist Musa Kart.
01 Nov 2016
No, non è proprio uno scherzetto! E comunque Halloween non è una tradizione europea.
Erdogan prosegue con l'eliminazione progressiva di qualunque voce di contrasto al suo regime.
Arrestato ieri il direttore del Giornale di opposizione Cumhuriyet Murt Sabuncu e di altri giornalisti e di altri collaboratori del giornale tra cui il vignettista Musa Kart.



Devouring Turkey   Antonio Rodríguez
Erdogan Devouring Turkey, with apologies to Goya.
03 Nov 2016

Da Courrier International:

Cartooning in Turkey
Tjeer Royaards


Turquie. Le journal “Cumhuriyet”, symbole de la répression

“Je ne suis toujours pas en prison, mon frère” : Murat Yetkin résume en ces termes, sur le site du quotidien anglophoneHurriyet Daily News“l’état d’esprit des journalistes en Turquie ces jours-ci”.
Plusieurs salariés du quotidien d’opposition Cumhuriyet étaient toujours détenus, mercredi 2 novembre, deux jours après leur arrestation. Parmi eux, le rédacteur en chef du titre, Murat Sabuncu.  

Accusés de collusion avec Gülen et le PKK

”D’après le bureau du procureur d’Istanbul, Sabuncu et dix de ses collègues sont accusés d’avoir aidé – ‘sans en être membre’– la propagande de deux organisations : la galaxie Gülen (…) et le Parti des travailleurs du Kurdistan (PKK), hors la loi”, précise Yetkin.
En exil aux États-Unis, le prédicateur Fethullah Gülen est considéré par le pouvoir comme l’instigateur du coup d’État manqué du 15 juillet.  

Plus de 100 000 personnes avaient déjà été renvoyées ou suspendues, et 37 000 arrêtées, depuis la tentative de coup d’État”, souligne Al-Jazira. Le site précise que “la Turquie a démis de leurs fonctions 10 000 fonctionnaires supplémentaires et fermé quinze autres organes de presse au cours du week-end”.
Présenté comme le plus vieux quotidien indépendant de Turquie, Cumhuriyet est, selon Yetkin, “un porte-étendard des traditions laïque et kémaliste”.


-



Manifiesto de caricaturistas


Musa Kart - caricaturista turco, reprimido por el régimen

*

WE CONDEMN THE CARTOONISTS ASSOCIATION FOR KEEPING SILENT AGAINST FREEDOM AND OPRESSION!

The ongoing fascist opression of the ruling power is getting worse against the intellection, human rights and arts. Its latest act is the probation and arrests at CUMHURIYET newspaper. 
We are condemning the Cartoonists Association for keeping silent during these acts against many innocent people like Musa Kart, a member of our association. 
As our country going through hard times, we see people who don’t support its member, obey the ruling party that lead the county to dictatorship step by step, keep silent while facing these acts are also a part of this irresponsibility and invite them to raise voice against fascist opressions. 

CARTOONISTS IN TURKEY CANNOT BE SILENCED!

Supporters of the campaign:


Abdülkadir Demirhindi
Ali Fuat Süer
Arman Salepçi
Aslı Alpar
Atay Sözer
Atilla Atala
Beti Gül Umuroğlu
Bülent Okutan
Cafer Yıldırım
Coşkun Göle
Erdoğan Karayel
Feridun Demir
Gürcan Özkan
Halil İ. Yıldırım
Hayati Boyacıoğlu
Haydar Işık
Hicabi Demirci
Hülya Can Erşahin
İsmail Doğan
Levent Elpen
Mehmet Gölebatmaz
Mehmet Zeber
Metin Cedden
Muammer Olcay
Necmi Yalçın
Ohannes Şaşkal
Saadet Demir Yalçın
Serhat Filiz
Turgay Karadağ
Turgut Demir
Uğur Durak
Yılmaz Okumuş
Yurdagün Göker
Yusuf Akıncı
Yusuf Temiz
Yüksel Can


Sources

“La Costituzione e i suoi disegni”.



“La Costituzione e i suoi disegni”. 

Gli articoli della Costituzione illustrati da fior di disegnatori con il commento di fior di giuristi. Il libro, a cura di Luisa Marchini, esce giovedi 3 novembre con Il Fatto Quotidiano e costa euro 6,50.
 I disegni sono di 25 autori del gruppo “Vignettisti per il NO”  : Alessio Atrei, Dino Aloi, Francisco Basile, Franco Bianco, Enrico Biondi, Michelangelo Cannizzaro, Paolo Caruso, Natalino Clemente, Lido Contemori, Giancarlo Corvino, Giorgio Croce, Marco De Angelis, Dario Di Simone, Mimmo Lombezzi, Roberto Mangosi, Danilo Maramotti, Ro Marcenaro, Mauro Patorno, Francesca Piraccini, Tiziano Riverso, Umberto Romaniello, Eugenio Saint Pierre, Gianpiero Scola, Pietro Vanessi , Wolfango.
 Gli scritti del libro sono di Luca Alessandrini, Umberto Allegretti, Ugo De Siervo, Mario Dogliani, Luigi Ferrajoli, Raniero La Valle, Tomaso Montanari, Valerio Onida, Alessandro Pace, Umberto Romagnoli e Massimo Villone.

Qui i dettagli sul libro pensato per rileggere bene la nostra Carta prima che sia stravolta :
http://www.referendumcostituzionale.online/single-post/2016/10/26/I-DISEGNI-DELLA-COSTITUZIONE



di Marco De Angelis

lunedì 31 ottobre 2016

FBI riapre indagine sulle email della Clinton

A undici giorni dal voto, una nuova tegola si abbatte su Hillary Clinton. La Fbi riapre l’indagine sullo scandalo delle email. Il messaggio di un giornalista che lo annuncia, viene ritwittato moltissime volte e la democratica cerca di correre ai ripari, chiedendo lei stessa agli inquirenti di rendere pubblico quanto scoperto. Il manager della campagna democratica Podestà però, accusa di killeraggio mediatico e di pescare nel torbido solo per colpire la Clinton.



brian adcock ‏ 29 ott
my @Independent cartoon for tomorrow....scares for Hillary!...x


HILLAWEEN
29 ottobre 2016
Franco Portinari / Portos


Christian Adams
My #HillaryClinton #FBIReopensCase #fbi #USElection @Telegraph cartoon



Knock, knock... Ma'm Hillary... trick or treat...    Ramses Morales Izquierdo
Knock, knock... Ma'm Hillary... trick or treat.
30 Oct 2016


Mail    Paolo Lombardi
.
31 Oct 2016



ahead
BY JOEP BERTRAMS, THE NETHERLANDS  -  10/29/2016

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Clinton's Email Affair    Marian Kamensky
Will the renewed investigation into Hillary's emails influence the US election?
31 Oct 2016



Morland per The Times





The donkey on the wire    Marco De Angelis
...
31 Oct 2016
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Nota scrive Bado nel suo Blog

Grandi menti pensano allo stesso modo


I love this cartoon by the great Clay Bennett published in today's edition of The Chattanooga Times Free Press.
It turns out I came up with the same idea:



Così l’ex segretario di Stato: “Gli americani meritano di conoscere immediatamente tutti i fatti”, ha detto la Clinton. “Lo stesso direttore della Fbi ha ammesso di non sapere se queste email sono rilevanti. Non conosciamo i fatti, per questo chiediamo alla Fbi di rendere pubbliche tutte le informazioni in suo possesso”.

Ovviamente l’avversario repubblicano si getta a capofitto su questo nuovo scandalo.

Donald Trump ha affermato non senza enfasi: “Questa storia è più grave dello scandalo Watergate. La corruzione della Clinton è una cosa mai vista prima. Non dobbiamo permetterle di portare il suo progetto criminale nello studio ovale”.

Una situazione che ha richiesto un intervento più muscolare di Barack Obama a favore della candidata del suo partito. (fonte)

sabato 29 ottobre 2016

Ritratto di Gian Luigi Rondi

Un mese fa se ne andava Gian Luigi Rondi

« Io i David li faccio dal '58, quindi da sessant'anni. Ero un giovanetto quando ho cominciato a occuparmene. Ogni anno abbiamo rinnovato l'elogio e la difesa del cinema, soprattutto italiano, perché il mio amore e la mia vita sono il cinema, ma soprattutto il cinema italiano. E questo spero che continueranno quest'opera anche i miei successori. Perché eliminare dai nostri amori il cinema sarebbe un gravissimo errore »(Gian Luigi Rondi Nasalli, 2016)

Gian Luigi Rondi Nasalli è stato un critico cinematografico italiano. Decano dei critici italiani
aveva il sorriso sempre pronto e portava un'inconfondibile sciarpa bianca, felliniana. Aveva novantaquattro anni e ha attraversato da protagonista la storia del cinema e del nostro paese, scrivendo fino all'ultimo le sue recensioni. E' stato presidente dell'Accademia del Cinema Italiano e dei Premi David di Donatello e tante altre cose ancora.

Su una Repubblica del 2013 ho trovato un'interessante  intervista di Antonio Gnoli 

e il ritratto  di Riccardo Mannelli.




Gian Luigi Rondi Sono stato un moralista ma ora mi pento
Gian Luigi Rondi "Sono stato un moralista ma ora mi pento" na vita per il cinema. Un potere senza eccezioni, esercitato con blanda ferocia. 

A 92 anni Gian Luigi Rondi ha un solo vero cruccio: non poter sconfiggere il tempo. Eppure è lì, sulla pedana della vita - alto, elegante, lucido, avvolto nell' inconfondibile sciarpa bianca - a duellare con i giorni che passano. Più che di sciabola, va di fioretto. La stoccata deve essere un ricamo. Non necessariamente all' ultimo sangue, dice con qualche punta di ironia. La casa dove vive ha il serio tono borghese che si addice a certe abitazioni dei Parioli: un fasto misurato mi accoglie nel grande salone. Tutto intorno divani, libri, una scrivania colma di carte, e alle pareti un' impressionante serie di ritratti di una donna che scopro in seguito essere la mamma di Rondi. Devozione filiale, penso. Ma è come se in quella testimonianza si annidi la domanda originaria: chi sono veramente? Chi è quest' uomo che, al di là delle mode, per sessant' anni ha monopolizzato la critica cinematografica, raccontato film, descritto personaggi, occupato ruoli di direzione pubblica sopravvivendo a polemiche, accuse, insinuazioni?
Il cinema è un territorio battuto soprattutto dalla sinistra. Come ha fatto lei che giunge da lidi politici più conservatori a ritagliarsi un ruolo così importante? 
«Sono stato un partigiano e un antifascista. E non dell' ultima ora. Fu mio padre, che era tenente dei carabinieri, a trasmettermi certi valori. E poi Adriano Ossicini mi aiutò a capire l' importanza di certe idee. Ho militato nella sinistra cristiana che fu sciolta per ordine di Pio XII, molto scontento del legame con i comunisti. In quel periodo conobbi Giulio Andreotti».
Di quale anno parliamo?
 «Mi pare fosse il 1948, stavo per sposarmi. Ero da un anno il critico ufficiale al quotidiano Il Tempo, fondato e diretto da Renato Angiolillo. Ricordo che Andreotti mi chiese di far parte della giuria alla Mostra del Cinema di Venezia. Capii che era molto interessato al peso e all' importanza che il cinema cominciava ad avere in Italia. Mi portò anche a Cinecittà. Nei suoi progetti c' era l' idea di sistemare nuovamente gli studi che erano allora pieni di sfollati».
Aveva capito che il cinema era uno strumento per la politica? 
«Non posso dirlo. Credo semplicemente che gli piacesse. Tra i politici, soprattutto democristiani, era il più attento al mezzo e alle storie che i film raccontavano».
Lo era al punto che criticò il neorealismo dicendo che i panni sporchi si lavano in famiglia. 
«Non fu lui a pronunciare quella frase, ma un ambasciatore. E comunque io sono sempre stato un sostenitore del neorealismo. Di Rossellini e De Sica soprattutto, per i quali mi sono battuto con convinzione. Quando uscì Ladri di biciclette chiusi l' articolo con un "grazie De Sica", Angiolillo si arrabbiò tantissimo: come è possibile terminare un pezzo di giornale con quella frase? Raccontai l' episodio a Vittorio che mi inviò una lettera con sopra scritto: "Grazie Rondi!". Fino alla fine restammo amici. Era molto charmant e con una vita complicata dal vizio del gioco e praticamente da un doppio matrimonio».
Accennava a Rossellini. 
«Un genio, un avventuriero, generoso, soprattutto con i soldi degli altri, e un donnaiolo. Contemplava i tratti dell' italiano che affascinava il mondo. Ingrid Bergman, dopo aver visto Roma città aperta, gli scrisse una lunga lettera colma di elogi e lusinghe. Della quale parlò diffusamente un giorno a pranzo davanti alla sua compagna di allora».
 Chi era?
«Anna Magnani, ovviamente. Li avevo accompagnati ad Amalfi e pranzammo all' Hotel dei Cappuccini. In quella lettera Ingrid chiedeva di incontrare il maestro e Roberto volò a Hollywood per vederla. Non so se ci fosse stato già qualcosa, ma la Magnani si era fatta sospettosa. E irascibile. Quando a tavola Rossellini cominciò a magnificare le qualità artistiche delle Bergman, Anna prese il piatto di pasta al sugo che aveva davanti e lo tirò in faccia a Rossellini. Poi gelida e furiosa come una regina se ne andò».
E Rossellini come reagì? 
«Con molta calma. Ricordo che disse una sola cosa: "Ah, le donne!". La Magnani continuò a essere gelosa. Quando Rossellini girò Stromboli con la Bergman, gli feci visita sul set. Qualche tempo dopo Aldo Fabrizi mi telefonò per dirmi che Anna mi voleva vedere a pranzo. Passò tutto il tempo a chiedermi com' era quell' americana sul set. Era ossessionata. Sospetto che l' insuccesso del film non dovette dispiacerle».
 Una donna più scomoda o ingombrante?
«Aveva un carattere impossibile. Aggressivo. Negli ultimi anni non riusciva a fare quasi più niente. Voleva che l' aiutassi a trovarle delle parti a teatro. La sua aspirazione era interpretare il ruolo della cattiva. La verità è che era stata una grande maschera del nostro cinema, grazie a Rossellini che seppe farle interpretare il dolore delle donne italiane. Il neorealismo non ha prodotto altre figure femminili all' altezza della sua».
Abbiamo avuto in seguito Gina Lollobrigida e Sophia Loren e i loro contrasti. 
«La Lollo è stata la mia più cara amica. Una Magnani senza tragedia. La rivalità con Sophia fu creata ad arte, come quella tra due ciclisti. E loro ci credettero così tanto che finirono per detestarsi. Si dice che le occasioni nel cinema sono fondamentali. E Sophia le ha sapute sfruttare tutte con grande abilità».
 A cosa allude?
«Al fatto che la sua carriera è stata magistralmente guidata dal marito Carlo Ponti. Visto che si parla di attrici vorrei ricordarne un' altra secondo me straordinaria: Monica Vitti. Fu Antonioni che me la fece scoprire al teatro Eliseo dove recitava. Puntò su di lei per il suo nuovo cinema, ne colse e ne sfruttò in pieno il talento. L' ho seguita in tutti i suoi lavori fino a quando la malattia l' ha rinchiusa nel suo buio».
La spaventa o la sconcerta che la bellezza e il successo hanno spesso una data di scadenza? 
«Nel caso della Vitti mi rattrista. Ma il cinema è un po' anche questo: vive al di sopra dei propri mezzi sentimentali. E poi ti abbandona. Mi ricordo certe sere al caffè Canova con Fellini, avvolto nello sciarpone rosso, che mi diceva: mi trattano come un pensionato. Eppure era stato immenso. Per me il più bugiardo e geniale tra i registi che ho conosciuto. Soffriva molto se non lo si lodava abbastanza».
Un insicuro? 
«Si era fatto parecchi anni di psicoanalisi. Parlava spesso dei suoi sogni, di quell' immaginario che lui legava al processo creativo e che popolava di atmosfere strane: figure deformi, donne grasse e un senso di morte leggero e inquietante».
Lei sogna?
 «Un sogno ricorrente è perdere la strada mentre sto andando dai miei genitori. Ma non so che senso attribuirgli. Dopo che ho sognato mi capita di scrivere molto».
La psicoanalisi lo consiglia. Ne fa pratica?
 «Non credo in quel metodo e non mi interessa raccontare i miei sogni a un altro. Quando cado preda dei momenti di ansia ho un medico che mi prescrive dei farmaci che mi tolgono le paure».
Non si direbbe un uomo ansioso. 
«Passo dei momenti in cui avverto l' ala della depressione scendere su di me. È come se sentissi un grande avvenire dietro le spalle. Fu Gassman a coniare questa espressione. Sa qual è il problema? Non accetto la mia età, da ogni punto di vista la osservo, rifiuto l' idea che ho quasi 92 anni. Non voglio ripiegare su me stesso».
Non le è sufficiente quello che fa? 
«Non mi basta. Passo la mattina a leggere, o andare in accademia, al Donatello; ma ho il bisogno di costruire. Ho creato premi, festival. Non mi rassegno alla noia, al non far niente, alla morte».
C' è un' età in cui si comincia a ripiegare le vele. 
«E perché? Chi lo ha detto? L' anno scorso è morta mia moglie. Mi ha molto sconcertato, in genere le mogli sopravvivono ai mariti».
Sconcertato e non addolorato?
 «Non me lo aspettavo. Perché lei? Mi dicevo. Il dolore ho cercato di nasconderlo. Non sono mai stato un tipo espansivo».
C' è una misura nelle cose? 
«Occorre trovarla. Nel lavoro come nella vita».
Nella sua lunga carriera di critico è sempre stato oggettivo, giusto, adeguato?
 «Ci ho provato».
È stato anche un censore al servizio della pubblica morale.
 «Dicevano che se avessi potuto avrei messo le mutande alle Naiadi di Piazza Esedra».
Lo avrebbe fatto? 
«Ho passato un periodo in cui mescolavo religione e professione. Oggi faccio autocritica. Vivo la religione in modo più consapevole».
È un moralista pentito?
 «Spero mi venga riconosciuto».
A proposito di riconoscimenti che la riguardano ho appreso di una lista di premi impressionante. Le piacciono le onorificenze? 
«Mi piacciono, è il mio limite. Mio fratello Brunello, quando con Fellini scrisse la sceneggiatura di Ginger e Fred, mise nel film l' uomo più decorato d' Italia, quella figura permanentemente in frac voleva essere la mia parodia. Fui insignito da giovane della Legione d' Onore. E molto altro. Che dire? Guardi quel grande quadro».
Quello in cui è avvolto in un mantello? 
«Sì, è un mio ritratto di quando entrai nell' Ordine del Cavalieri di Malta».
Non le sembrano immagini di una vanità eccessiva?
 «A volte penso che sia il cinema a trasmettere i germi di questa vanità. Ma se glielo dico è perché c' è sempre un ravvedimento».
Vedo anche molti quadri che ritraggono una donna. 
«È mia madre. Ho chiesto, nel corso degli anni, ad artisti importanti come De Chirico, Vespignani, Clerici, Caruso, Maccari e tanti altri di farle un ritratto».
Devozione filiale.
«A lei devo tutto: le mie letture, il formarsi del gusto e le scelte nella vita. La sua morte nel 1979 fu straziante per lei e per me. Però continuo a parlarle, come in una specie di dialogo ininterrotto. Sono convinto che non sia un' illusione, resto un uomo razionale che sa che la realtà è qualcosa di tangibile. Ma anche quell' altra è in qualche modo realtà».
Sente delle voci? 
«Per carità, non sono mica Giovanna d' Arco. È il mio intimo più riposto che affiora e sono io che immagino questi dialoghi. Non ci faccia caso, alla mia età si può fantasticare. Molto più che in passato. È uno dei pochi privilegi che la vecchiaia può vantare senza essere presi per pazzi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ANTONIO GNOLI

FONTE: http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2013/07/22SIL1155.PDF

  •  https://it.wikipedia.org/wiki/Gian_Luigi_Rondi
  • http://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2016/09/22/news/gian_luigi_rondi_addio_al_grande_critico-148291710/

martedì 25 ottobre 2016

"Love is an olive tree", l'amore è una pianta d'olivo.


Se ne è andato a soli 47 anni Paolo Coppini, imprenditore dell'olio. Lo ha stroncato un malore mentre era al lavoro nel suo ufficio a San Secondo. Una vita dedicata all'azienda di famiglia che conduceva al fianco del padre e dei fratelli Francesco, Matteo e Pier Luigi, e un amore infinito per la moglie e per i figli Mattia e Anita. Primogenito di Ernesto, presidente di Coppini Arte Olearia, e di Vanna, era il responsabile export dell'azienda. Nel 2015 venne premiato con la benemerenza Sant'Ilario dal sindaco Federico Pizzarotti per la Coppini Arte Olearia.

"Love is an olive tree", l'amore è una pianta d'olivo ed il suo grande amore per questo albero non lo ha espresso solo in azienda ma lo ha portato nel mondo , all'Expo e persino sull'Everest.

"...ritengo che portare una piantina di olivo sul tetto del mondo, sulla vetta più vicina a Dio rappresenti un atto di fede nei confronti dell’umanità.
Un luogo dell’anima che sia nazione, montagna o rifugio che mi permetta un pensiero per gli uomini e le donne di questo pianeta.
L’olivo non muore mai." Cit. Olivetree Man


Che la terra ti sia lieve Paolo, Olivetree Man.




5 Ottobre 2016 - 16:51 (fonte)
"Love is an olive tree": il trailer del docu-film che pubblichiamo è tratto da YouTube. Questa la descrizione:

L'amore e la passione per la montagna, il rispetto della natura e la forza unificante di albero di olivo. Paolo Coppini, insieme ad alcuni compagni di cordata, è riuscito a realizzare un sogno: portare un piccolo ulivo sull'Everest.
Lungo la via per l'Everest hanno incontrato persone provenienti da ogni dove, centinaia di occhi che si sono commossi alla vista di Amèrico, l'Olivo compagno di viaggio, trovando nelle diversità e nella tolleranza il significato di una intera esistenza. "Love is an olive tree", questo è il mantra che ha accompagnato il gruppo e che è passato di bocca in bocca, è stato tradotto in molte lingue e ci ha fatto sentire tutti parte di un unico sogno.
Da questo viaggio è scaturito un docu-film, con la regia di Giampaolo Bigoli.

Dalla Gazzetta di Parma del 20 giugno 2009

Il simbolo di pace sull'Himalaya

Scuote il capo Faulkes, l’incredibile protagonista de «Il pittore di battaglie», ultimo romanzo di Arturo Pérez-Reverte. Scuote il capo e isola l’umanità in simmetrie di sofferenza: «Ci sono luoghi dai quali non si torna indietro. Non si torna mai veramente». È il valore del viaggio, della scoperta disarmante della propria nudità interiore e di una ricostruzione (o annullamento, come nel caso del testo dell’autore spagnolo) che può scaturire solo da un cammino già cominciato. Paolo Coppini (esponente dell'omonima azienda olearia parmense) l’ha sperimentato sulla propria pelle a partire da un’idea - da un’immagine, sarebbe più giusto dire - che ruba il sogno concreto ad una simbologia universale: portarsi sulle spalle una pianta bonsai d’olivo - ribattezzata Americo come il capostipite dell'azienda - in un tragitto a piedi che raggiunga il punto più alto possibile in direzione dell’Everest.
San Secondo Parmense (38 metri sul livello del mare), Kathmandu (1355), Namche Bazaar (3.440) e Cha La pass (5.375) sono le tappe di un itinerario che riconduce l’ideale ad un luogo fisico, quella vetta di 8.848 metri che si vede sullo sfondo. Un cammino che ritroviamo ne «L’uomo con l’albero d’olivo», il documentario ideato dallo stesso Coppini, realizzato da Gianpaolo Bigoli, già premiato al Trento Film Festival e presentato dagli autori giovedì scorso all’arena estiva del cinema Edison. Che ci siano luoghi da cui non si torna come prima, Coppini se ne accorge alla partenza con un’intuizione che gli fa dire: «Forse capiremo il valore della nostra missione solo quando saremo già a destinazione». E il valore lo colgono per bocca di un uomo che da un anno marcia per la pace e, vista la pianta, non esita a dire «love is an olive tree».
Bigoli mette in rilievo una simbologia elementare, ma ci aggiunge qualcosa di più grazie alla presenza delle figura umana nell’inquadratura: protagonista assoluta quando il viaggio è ancora turismo, in secondo piano rispetto all’albero mentre i passi diventano metafore e distanti, quasi persi nella nebbia, nei momenti di difficoltà. Poi ci sarebbe il ritorno a casa. Mai come prima.

IL MUSEO DELL’ARTE OLEARIA E L’OLIO DEL DUCATO
http://www.museorsicoppini.it/
http://www.coppiniarteolearia.com/


di Valerio Marini