mercoledì 25 novembre 2015

25 Nov - Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

25 /11/2015
Giornata contro la violenza sulle donne
Day for the Elimination of Violence Against Women

Enough!    Doaa Eladl (Egypt)
stop the violence against women
25 Nov 2015





Day for the Elimination of Violence Against Women    Vilma Vargas (Ecuador)
In my country, six of out 10 ecuadorian women suffer some form of violence.
25 Nov 2015


Stoning    Shahid Atiqullah (Afghanistan)
Stop stoning and the violence against women
25 Nov 2015



Stop alla violenza sulle donne
CeciGian (Italia)
http://cecigian.blogspot.it/


Macho trap    Alex Falcó Chang (Cuba)
Macho trap.
24 Nov 2015




Violencia contra la mujer-PxMolinA (Nicaragua)


No violenza
Riverso


No alla violenza
Silvia Ziche



Firuz Kutal


GIORNATA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE 2015
Ieri era la giornata contro la violenza sulle donne. Impressionante il numero di casi verificati specialmente in Italia ma un po' in tutto il mondo. Gli uomini non dovrebbero sottovalutare questo scandalo.
Prima o poi qualcosa scoppia.
Uber

White ribbon #WhiteRibbonDay
David Rowe





Fonte Ansa: 
Il 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, non è una data a caso. E' il ricordo di un brutale assassinio, avvenuto nel 1960 nella Repubblica Dominicana, ai tempi del dittatore Trujillo. Tre sorelle, di cognome Mirabal, considerate rivoluzionarie, furono torturate, massacrate, strangolate. Buttando i loro corpi in un burrone venne simulato un incidente. Non sempre, non ovunque, le cose sono cambiate da quel giorno: basti pensare alle bambine dell'India che quasi ogni giorno vengono stuprate e uccise, ma anche a casa nostra, dove la violenza contro le donne è spesso nascosta in ambito domestico.

   La Giornata è stata istituita dall'Onu con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999. La matrice della violenza contro le donne può essere rintracciata ancor oggi nella disuguaglianza dei rapporti tra uomini e donne. E la stessa Dichiarazione adottata dall'Assemblea Generale Onu parla di violenza contro le donne come di "uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini".

   I dati dell'Onu rivelano che il 35% delle donne nel mondo ha subito una violenza fisica o sessuale, dal proprio partner o da un'altra persona. Il rapporto sottolinea anche che due terzi delle vittime degli omicidi in ambito familiare sono donne. Nel mondo solo 119 Paesi hanno approvato leggi sulla violenza domestica e 125 sul 'sexual harrassment' (le molestie a sfondo sessuale). Dalla ricerca Onu arriva anche la conferma che prosegue la discriminazione in ambito lavorativo tra uomini e donne. I tassi di disoccupazione rimangono piu' elevati per le lavoratrici, e le donne occupate a tempo pieno nella maggior parte dei Paesi hanno uno stipendio che va dal 70% al 90% di quello dei colleghi maschi.

   E in Italia, secondo i dati Istat di giugno 2015, 6 milioni 788 mila donne hanno subito nel corso della propria vita una violenza fisica o sessuale. Si tratta del 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni, quasi una su tre. Ma se negli ultimi 5 anni sono leggermente diminuite le violenze fisiche o sessuali, aumenta invece la percentuale dei figli che vi assistono.

   Per combattere il fenomeno sul campo fondamentali sono i Centri Antiviolenza. L'utilizzo dei fondi stanziati dal governo per tali strutture di protezione delle donne vittime non risulta sempre chiaro. E' infatti una mappa con molti buchi neri quella presentata di recente da DonneCheContano, piattaforma open data ideata da ActionAid in collaborazione con Dataninja, in occasione dell’incontro “Sulla violenza voglio vederci chiaro” organizzato con Wister (Women for Intelligent and Smart Territories) e D.i.re (Donne in Rete contro la violenza). Solo sette amministrazioni locali (Veneto, Piemonte, Puglia, Sardegna e Sicilia, Firenze e Pistoia) fanno sapere in modo chiaro e trasparente come stanno utilizzando i fondi. Per altre amministrazioni, i dati sono frammentari, deducibili reperendo altri atti amministrativi (Abruzzo) o per via del numero ridotto di strutture presenti (Valle d’Aosta e Basilicata). Per il resto delle Regioni non è stato invece possibile reperire alcun dato.

In Italia non mancano le leggi per combattere la violenza contro le donne, disciplina ulteriormente rafforzata dal Decreto Legge 93 del 2013 sulla violenza di genere, convertito nella Legge 119 del 15 ottobre 2013.  Serve ora pero' una rivoluzione culturale, a partire dalle scuole. "Ma per costruire una nuova cultura - spiega Cotrina Madaghiele, presidente dell'Associazione Genere Femminile - servono modelli, leggi, educazione, protezione. Oggi c'è una maggiore presa di coscienza femminile, ma molta violenza si agita nel sommerso, non segnalata per paura o scarsa consapevolezza. La violenza domestica è molto più diffusa di quanto si pensi. Resta nella sfera privata in gran parte invisibile e sottodenunciata".

   Con la Legge n. 107 di luglio 2015, è stata introdotta la previsione dell'educazione alla parità tra i sessi nelle scuole di ogni ordine e grado. E' per questo che, secondo Associazione Genere Femminile, è necessario "prima di tutto, di promuovere nei programmi scolastici l'educazione alle relazioni non discriminatorie e il rispetto delle differenze di genere.

  I centri antiviolenza in Italia

lunedì 23 novembre 2015

Madonna!



... Madonna
di Tiziano Riverso


Madonna!

di Nadia Redoglia
La regina del pop, a differenza di molti suoi colleghi, non ha rinunciato alla sua tournée in giro per il mondo. Il titolo (Rebel Heart) in effetti già la dice lunga. Per ciò che riguarda il tour italiano: tre serate tutte a Torino! La prima del 19 è stata un successo grazie alla strepitosa pop star, ma quell’altro l’ha surclassato: il controllo antiterrorismo capillare, cioè sui fans uno per uno (muniti di biglietto e carta d’identità alla mano se no stavi fuori) e uno per uno sui loro involucri al seguito. Un astuccio pur anche di rossetto finiva nelle centinaia di cesti-spazzatura attrezzati ad hoc. Tra i 12mila attesi, circa mille non si sono presentati (resoconto tra biglietti venduti e presenti ai tornelli) ché la psicosi ha prevalso, inoltre c’è da mettere in bilancio chi c’era, ma solo perché non è riuscito a rivendere il biglietto.

Chapeau dunque all’organizzazione per la sicurezza. La sensazione però di “messi alla prova” ovvero di “cavie torinesi” è molto forte: è andata, in ogni caso è andata perché tutto è proceduto bene, quanto a sicurezza. Quanto a tutto il resto, no. E’ infatti impensabile sostenere PER SVAGO, specie a fronte di parecchie decine/centinaia d’euro spesi- a differenza dell’Expo praticamente gratis negli ultimi due mesi- ore di coda, accampamenti, ritardi di ore sull’evento, peraltro pur passibile all’ultimo momento di cancellazione.

E’ ciò che sta accadendo oggi. Sia chiaro: a ragione!

Ma ha da essere ben chiaro molto altro: tutto quanto culturalmente (cultura è ciò che racchiude tutti noi a 360°) legato ad aggregazione con centinaia/migliaia di nostri simili, oggi ha da ritenersi associato a pericolo.

E’ botta tremenda per l’umano essere perché il suo DNA non è compatibile con l’individualismo, nonostante internet e intranet si diano e si siano dati un gran daffare per dimostrarne il contrario…

21 novembre 2015


madonna
BY PETAR PISMESTROVIC, KLEINE ZEITUNG, AUSTRIA  -  2/18/2005




non riusciranno a chiuderci in casa
Tiziano Riverso

venerdì 20 novembre 2015

Se verrà la guerra, ...

Se verrà la guerra,
Marcondiro'ndero
La guerra  è dappertutto,
Marcondiro'ndera
La terra è tutta un lutto,
chi la consolerà?

Parigi.

Parigi
Mauro Biani



A la guerre comme a la gueule

di Nadia Redoglia

Guerra!? Gli anni settanta (solo venticinque anni dopo il secondo conflitto mondiale) a guerra aggiunsero “fredda”. Fu proprio quell’aggettivo a metterci i cuori in pace per decenni nonostate fossero proprio quei decenni a dare la partenza alle olimpiadi per la corsa agli armamenti…

E mentre noi in Largo Occidente avevamo i cuori in pace, peraltro ringalluzziti, accentuati, euforici da boom economico senza precedenti, in Medio Oriente l’Unione Sovietica faceva guerra all’Afghanistan: territorio pregiatissimo perché miglior corridoio in assoluto per ogni traffico (legale e no) tra oriente e occidente. Ed è per questa ragione che gli Stati Uniti foraggiarono i mujāhidīn (l’etimo è jihad, oggi sinonimo di terrore, ma all’epoca per noi alleati di quegli States significava solo patriottismo, resistenza al nemico) contro i sovietici…

Oggi martoriati dalla mattanza del 13 novembre 2015 con quale coraggio (o peggio rabbia e orgoglio) possiamo ancora parlare di “guerra fredda”? Quella era GIA’ la terza guerra mondiale! Ed è perciò che proprio da lì saremmo dovuti partire per riflettere e dunque ragionare… Dopo quella ogni conflitto assunse tutt’altra natura, forma, ma soprattutto (potere della semiotica) tutt’altro nome, il più paradossale in assoluto: missioni di pace. L’incipit fu l’ 11 settembre 2001.

Da quel dì il pianeta (a sua insaputa?) inanellò guerre (pardon, missioni) di pace mondiali senza più tener conto dell’ordine numerico, ma col principale obiettivo d’elevare in espressione numerica il valore dei G ovvero Grandi della Terra fino ad arrivare al possesso di (sedicente) onnipotenza assoluta. Quella, per capirci, che Bush dichiarò di possedere il 12 settembre 2001 dichiarando guerra al (ex amico) figlio di Ladino sotto forma di: “infinite jiustice” poi cambiato in “enduring freedom” perché non era bello, non stava bene paragonarsi a Dio -per quanto di fatto sentirsi- nomando quella missione “giustizia infinita”…

E siamo all’oggi di Hollande che dichiara guerre (da qui alla modifica della Costituzione simile alla nostra quanto ad art. 11). Dichiara guerra a quale Stato? Isis Is Isil Da ish (acronimi stranieri che in italiano fanno “stato islamico)? Non è dato sapere perché per noi onnipotenti quello stato manco esiste, in quanto solo accozzaglia, per quanto potente, di terroristi più spietati. Tuttavia ciò che ci viene comunicato/trasmesso fin dalla fine di quel venerdì maledetto non si discosta per nulla dal tutto ciò che ci venne comunicato/trasmesso (a posteriori imposto) da quel maledetto martedì 11 settembre 2001…

Veramente siamo così certi d’essere noi invincibili onnipotenti? I fatti non solo ci smentiscono, ma sembra, a brutto muso (guele ), che vogliano invitarci a moderare il becco (guele) per ritrovare valori d’umiltà e d’umana specie.

Lo scopriremmo solo vivendo, ma con “quei” terroristi e “con questi” noi non è più vita ciò che ci viene imposto di tracciare perché libertà e democrazia da tempo -e oggi più che mai- sono solo formali così come formale è il termine “guerra”…

17 novembre 2015


Chiamata alle armi
Al parlamento riunito a Versailles Hollande chiede di cambiare la Costituzione e proclama: «La Francia è in guerra. La Ue intervenga con noi». Al G20 gli stessi Paesi che hanno finanziato l’Isis decidono sanzioni contro se stessi. La vignetta di oggi per il manifesto
Mauro Biani



Fatto
Mauro Biani


 Le parole
Muro Biani


Le domanda e l'offerta
Mauro Biani



Il cambiamento
Mauro Biani

mercoledì 18 novembre 2015

Iran: arrestato il cartoonista Hadi Heidari

#france #franceattak #hadiheidari #hadi_heidari #crime #francecrying
*

Iranian political cartoonist Hadi Heidari was taken into custody by government agents at his newspaper, Shahrvand, on November 16.  The arrest was made shortly after Heidari posted a cartoon of solidarity with Paris following terrorist attacks there.  The arresting agents were reportedly members of the Islamic Revolutionary Guard Corp.
Heidari’s lawyer told Reuters news agency that the artist has been taken to Tehran’s Evin prison to serve the balance of a suspended prison sentence imposed for cartoons critical of his government.  “He was convicted two years ago for his cartoons and was sentenced to one year in jail,” lawyer Saleh Nikbakht told Reuters.  Heidari, his lawyer said, has served a month of that one-year sentence.
Over the last 20 years Hadi Heidari has cartooned for a variety of Iran’s pro-reform newspapers.  In 2009, according to the International Campaign for Human Rights in Iran, he spent 17 days in jail for “collusion against national security.”  In 2010 he was jailed for two months for “propaganda against the state.”  In 2012 Heidari’s newspaper at the time, Shargh, was banned and Heidari taken to court after a cartoon critical of Iran’s leadership was published.
In recent weeks a number of Iranian journalists, artists and rights advocates have been jailed on charges of being Western “infiltrators.”  More than 20 users of the social-media app Telegram were arrested and charged by Iran’s Islamic Revolutionary Guard Corps of “insulting Iranian officials” and “satire” in the last week.
Committee to Protect Journalists regional coordinator Sherif Mansour has said, “Iran’s jails are already packed with journalists who are facing spurious charges for the simple act of voicing criticism or independent views.”
CRNI Director Robert “Bro” Russell: “Hadi has been and will continue to be a fine and responsible cartoonist and social commentator.  We followed his troubles with the authorities a number of years ago when he responded with calm and patience.  We hope he will be released soon, with a minimum of damage . . . to the credibility of the Revolutionary Guards.”


The short URL of the present article is: http://cartoonistsrights.org/yVsY2


lebanon #insta_lebanon #hadi_heidari #hadiheidari #crime #terrorism #war
NOTIZIA:
Il Cartoonist Iraniano Hadi Heidari è stato arrestato per aver disegnato questo cartoon in solidarietà della Francia colpita dagli attentati del 13 Novembre.
COSIDERAZIONI TRA QUESTA NOTIZIA E I MEDIA ITALIANI:
In questi giorni tutti i più importanti giornali d'Europa e degli USA riportano la notizia dell'arresto di Hadi, la notizia è stata diffusa grazie soprattutto al passaparola tra Cartoonists di gran parte del Mondo.
Nessun giornale Italiano fino ad oggi ha riportato la notizia anche se sono stati informati, per loro è più semplice e sbrigativo ridurre tutto ai minimi termini....Islamico= Terrorista, troppo complicato per loro verificare, analizzare, o forse è che manca proprio la sensibilità per la sorte di queste persone.
E pensare che fonti del governo Iraniano immediatamente dopo le stragi di Parigi , rilasciarono dichiarazioni ufficiali di condanna degli attentati, questo a mio modo di vedere contrasta con l'arresto di Hadi.
Qualcuno potrà pensare che con tutto quello che sta accadendo la sorte di Hadi è insignificante; allora vorrei mettere all'attenzione il fatto che già nel 2009 Hadi venne arrestato solo per aver partecipato ad una veglia di preghiera per le vittime della repressione accaduta quello stesso anno, anche allora grazie ad alcuni sfigati cartoonist di mezzo mondo la notizia venne diffusa da tutti i giornali mondiali, questo servì a fare pressione su l'Iran e Hadi venne rilasciato (naturalmente nessun cenno di notizia sui media Italiani).
Per chi ancora non l'avesse capito , è il silenzio che permette che persone come Hadi rimangano in carcere.
Non mi faccio illusioni , ma almeno quando mi guardo allo specchio non mi faccio schifo, nel mio piccolo posso dire di aver provato a cambiare qualcosa, come non mi illudo perchè so che molti neanche leggeranno questo mio post, e probabilmente apparirò ridicolo, ma sto bene con me stesso.
Paolo Lombardi


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L'appello per la sua libertà


Ho fatto questo cartone animato quando è stato arrestato nel 2009. speranza sarà rilasciato immediatamente
Firux Kutal

Jonah Lomu




the game they play in heaven
David Rowe



È morto all’età di 40 anni il rugbista neozelandese Jonah Lomu, leggenda degli All Blacks. Ne dà notizia la Federazione di rugby della Nuova Zelanda: «Jonah era una leggenda del nostro gioco, amato dai suoi tanti fan sia qui che in tutto il mondo - ha detto l’a.d. della federazione Steve Tew -. Non abbiamo parole, i nostri pensieri e sentimenti vanno alla sua famiglia». Nel rugby c’è un prima e un dopo Jonah Lomu: il tre quarti ala è stato la prima vera superstar globale della palla ovale, che la sua enorme popolarità aiutò a far conoscere ben oltre gli appassionati tradizionali (che già non erano pochi). (continua)

Da All Black a All Black
Mondo Cana

lunedì 16 novembre 2015

Moira la regina del circo

CIAO REGINA DEL CIRCO

di Tiziano Riverso

di Perazzolli


IL NOME MOIRA
Il suo nome di battesimo era Miranda, ma per la sua carnagione scura e gli occhi neri l’hanno sempre chiamata Mora e poi Moira, su consiglio di Dino De Laurentiis, che inventò per lei anche il look con il turbante, diventato iconico. Era nata “per caso” a Codroipo, il paese friulano dove era per le feste di Natale del 1931 il piccolo circo di suo padre, Riccardo Orfei, il celebre clown Bigolon. Sua madre era Violetta Arata, anche lei protagonista del mondo circense. Sotto il tendone si è esibita per la prima volta a sei anni come cavallerizza, poi come virtuosa del trapezio e acrobata, domatrice di elefanti.

DIETRO IL TRUCCO UNA BRAVA SIGNORA
«Le ciglia finte e il trucco, faccio tutto per il circo - raccontava Moira Orfei -, ma sono una donna semplice, non mi dò arie, nel parlare, nei modi. Io sono una brava signora, e basta». L’immagine che sicuramente la consacrò è quella scattata dal grande fotografo Mario De Biasi nel ’53 a Milano, che mostra un “lato b” mozzafiato sotto gli occhi ammirati dei passanti. Foto che venne ospitata al Guggenheim di New York per una retrospettiva dedicata all’Italia, The Italian Metamorphosis.


UN CARAVAN PER CASA
Da 1961 era sposata con Walter Nones, un sodalizio sentimentale e artistico alla base dell’intera azienda fondata sul nome e sull’immagine di Moira. Due figli, Lara e Stefano, che ebbe come nella migliore tradizione un battesimo nella gabbia dei leoni. Sono considerati fra i più importanti artisti di circo italiani della nuova generazione. Per casa un caravan speciale: «Quando si viaggia è largo solo 2 metri e mezzo, quando arriviamo sul posto, si apre idraulicamente e diventa un appartamento largo 8 metri e lungo 24» raccontava muovendosi nelle stanze curate e kitsch, fra pizzi e decori.

IL CIRCO DI MOIRA
Tanti i successi della coppia Orfei-Nones, dalle grandi attrazioni dei primi anni ‘70, come “l’uomo proiettile”, al colossale Circo sul Ghiaccio e numerose le tournée all’estero. Nel 1977 il gruppo rimase bloccato con 100 artisti e 50 animali in quella che all’inizio della tournée si chiamava Persia e alla fine Iran, il Ministero degli Esteri che fece inviare l’Achille Lauro a recuperare personale, animali e attrezzature. Un primato importante è quello di essere stato il primo circo italiano a conquistare, nel 1987, un Clown d’Oro al Festival Internazionale del Circo di Monte Carlo, con un numero di 12 tigri. Del 1989 un altro importante riconoscimento, 2 Clown d’Argento per il numero di animali esotici e per l’alta scuola presentati dai figli.

GLI ANIMALI
Alle critiche degli animalisti, la “regina degli elefanti” rispondeva con una frase: «Chi critica la presenza di animali al circo vuole farsi solo pubblicità, perché chi ama gli animali li tiene con sé. Io adoro gli elefanti, hanno l’intelligenza di un bambino di quattro anni. Pensate che uno costa 160 mila euro, perché dovrei trattarlo male?».

IL CINEMA
Soprattutto da giovane ha interpretato oltre 40 film, alcuni impegnati con Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, altri divertenti con Totò e la coppia Ciccio Ingrassia e Franco Franchi, diretta da registi come Lattuada, Visconti, Germi, De Sica. Vviene ricordata dal pubblico soprattutto per i colossal all’italiana, i vari Maciste e Ursus tanto di moda negli anni ‘60/’70. La sua ultima apparizione sul grande schermo è del 2003 quando interpretò brevemente se stessa nel film Natale in India.

TOTO’ INNAMORATO E UNA CELEBRE FOTO
Tra i divi del cinema aveva un gran numero di corteggiatori. In un’intervista in occasione dei suoi 80 anni raccontò: «Ho lavorato con Mastroianni ed era un gran signore, Gassman uguale. Erano tutte persone perbene. L’unico che mi ha fatto un po’ di avance è stato Totò, che si era innamorato di me, e mi disse: “Se vieni sul letto con me, io ti accarezzo solo, non ti faccio niente, però ti regalo un appartamento...”. Eh... si era insomma sbilanciato, per cui mi chiesi che cosa potessi dirgli per non offenderlo. “Guardi, principe, se non fossi cosi´ innamorata di mio marito verrei subito con lei...” gli risposi».
fonte La Stampa


Moira
di Fulvio Fontana

domenica 15 novembre 2015

RÉQUIEM POR PARIS, POR VALERIA


-RÉQUIEM POR PARIS.
El Universal 15/11/15
Angel Boligan



Pour Paris
Marilena Nardi




"Tra le vittime di Parigi c'è una ragazza stupenda, per anni volontaria di EMERGENCY. Un abbraccio forte alla sua famiglia, agli amici, a tutti quelli che l'hanno conosciuta. Buon vento, Valeria. E grazie per come eri, grazie per il pezzo di strada fatto insieme."
Cecilia Strada





by Pedro Molina



Terrore senza precedenti a Parigi. 129 persone sono morte, 352 i feriti, di cui 99 gravi, in seguito a diversi attacchi simultanei, almeno sei fra sparatorie ed esplosioni messi a segno venerdì sera nel cuore della città. Due italiani sono rimasti lievemente feriti, una risulta irreperibile. La carneficina è stata rivendicata dall’Isis come «l’11 settembre francese ». La paura è cominciata allo Stade de France, dove si stava giocando Francia-Germania, tre le esplosioni all’esterno che hanno provocato diverse vittime e costretto la gente ad aspettare ore, sul campo, prima di poter lasciare la struttura. Il bilancio più cruento è quello del Bataclan, una sala concerto dove i terroristi hanno tenuto in ostaggio centinaia di persone: 87 le vittime. Colpiti bar, ristoranti e centri commerciali. A terra, per strada e nei dehors decine di corpi. Otto terroristi sono morti, ma non è escluso che ci siano dei complici in fuga. «Faremo una guerra implacabile», questo il messaggio del presidente francese Francois Hollande che ha proclamato lo stato d’emergenza. Le frontiere sono aperte, ma è sospeso Schengen. La Francia ha proclamato tre giorni di lutto nazionale.

sabato 14 novembre 2015

Peace for Paris non è di Banksy


Tutto il web questa notte, subito dopo gli attentati, ha iniziato ad esprimere la vicinanza a Parigi, ai francesi.

Anche Banksy, il writer più famoso del mondo, dedica un' immagine a Parigi colpita dagli attentati. E lo fa mandando un tweet con il simbolo della pace, in bianco e nero, in cui c’e’ una Torre Eiffel.

L'immagine non è sua come si credeva in un primo momento, suo il merito di averla postata su Twitter ed averla fatta diventare virale. Il disegno è stato  creato dal disegnatore francese Jean Jullien, che l'ha pubblicata sul suo sito internet.


#PrayForParis 

La storia del disegno diventato simbolo di solidarietà per le vittime di Parigi



venerdì 13 novembre 2015

Papa Francesco cita Guareschi e i suoi personaggi Don Camillo e Peppone.

di Pierpaolo Perazzolli


10 novembre 2015
"La Chiesa italiana ha grandi santi il cui esempio può aiutarla a vivere la fede con umiltà, disinteresse e letizia, da Francesco d`Assisi a Filippo Neri. Ma pensiamo anche alla semplicità di personaggi inventati come don Camillo che fa coppia con Peppone".
Così il Papa, al duomo di Santa Maria del Fiore a Firenze, nel convegno decennale della Chiesa italiana, cita i celebri personaggi dei romanzi di Guareschi in un passaggio dedicato alla tentazione, da sconfiggere, dello "gnosticismo".
 "Mi colpisce come nelle storie di Guareschi la preghiera di un buon parroco si unisca alla evidente vicinanza con la gente".
E Bergoglio continua: "Di sé don Camillo diceva: `Sono un povero prete di campagna che conosce i suoi parrocchiani uno per uno, li ama, che ne sa i dolori e le gioie, che soffre e sa ridere con loro`". "Vicinanza alla gente e preghiera - continua il pontefice - sono la chiave per vivere un umanesimo cristiano popolare, umile, generoso, lieto. Se perdiamo questo contatto con il popolo fedele di Dio perdiamo in umanità e non andiamo da nessuna parte".
- See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Il-papa-cita-Don-Camillo-e-Peppone-di-Guareschi-Stare-accanto-alla-gente-d795b178-42c9-41d9-9d24-a6a062160899.html

«Via crucis».
La vignetta di #Giannelli su http://www.corriere.it