sabato 24 ottobre 2015

Fidenza: "WORLD HUMOR AWARDS" Anteprima "dal Mondo Piccolo al Mondo Grande"

"WORLD HUMOR AWARDS" 
Anteprima "
dal Mondo Piccolo al Mondo Grande"


Nei locali del Palazzo Orsoline a Fidenza è stata inaugurata nei giorni scorsi, il 16 ottobre 2015, l'esposizione " dal Mondo Piccolo al Mondo Grande" che nasce da un'idea di Gianandrea Bianchi. L'esposizione vuol essere un primo momento, un'anteprima come recita il manifesto, di un progetto più ampio che negli anni futuri potrebbe fare del  "mondo piccolo" fidentino la capitale dell'umorismo grafico.

Parlare di "Mondo Piccolo" è parlare di Giovannino Guareschi ed a lui è dedicata la prima parte della mostra, con alcuni disegni dello scrittore e quelli degli illustratori del Mondo Piccolo nel mondo, da Gus Bofa (Francia), a Istvan Kelemen (Ungheria), a Karel Thole (Paesi Bassi) a GiPi ( lo "straniero di casa nostra" che illustrò l'edizione di Don Camillo stampato dal settimanale satirico "Cuore" ).



Ma mondo piccolo è anche prossimità ed allora ecco nella seconda saletta le copertine del Numero Unico, il giornale satirico di Fidenza, nato il 9 ottobre 1898 in occasione della fiera locale "San Donnino" e da allora una tradizione indispensabile della festa patronale.
Nel 1899 viene fondato anche il Risveglio, voce dei cattolici fidentini, in un confronto che precorre  quello fra Peppone e Don Camillo.
Luigi Musini, il fondatore del numero unico, è laico socialista e quindi i direttori del settimanale della curia sono sono spesso oggetto della satira dal fogliaccio.




Il raccordo tra i due mondi ha pur sempre la sua chiave di lettura in Giovannino Guareschi, gli autori non sono della "bassa" o delle nostre zone, ma  autori italiani pluripremiati internazionalmente Lucio Trojano e Marco De Angelis
La mostra è molto interessante  e consiglio la visione diretta delle opere, ricordando che l'esposizione è aperta sino al primo di novembre a Fidenza in Via Andrea Costa n° 8.
da lunedì a venerdì: 17-19,30
sabato e domenica: 10-12 e 16-19,30

ingresso in Via Andrea Costa, 8


Karel TholeDON CAMILLO NEL MONDO



 
Marco De Angelis
MOSTRA PERSONALE





Lucio Trojano
MOSTRA PERSONALE

 



I "WORLD HUMOR AWARDS" sono un progetto per il 2016.

L'anteprima "dal Mondo Piccolo al Mondo Grande" pur non avendo opere in concorso propone un’interessante rassegna di autori qualificati.

L'associazione culturale LEPIDUS con la collaborazione di Alberto e Carlotta Guareschi presenta infatti una mostra di autori internazionali
che hanno illustrato le opere del padre ed alle quali il titolo fa riferimento.

Sono pannelli che riproducono le tavole di Karel Thole (Olanda), Gus Bofa (Francia), Istvan Kelemen (Ungheria), Gipi (Italia).
La rassegna inizia con alcune riproduzioni di Giovannino Guareschi.
Sul tema del "Mondo Piccolo" anche le sculture di Maurizio Zaccardi.

Un’interessante integrazione alla mostra riguarda le caricature realizzate per pubblicazioni locali d'epoca da: Nullo Musini - Musolino (1902) - Erberto Carboni (1922, la mano del futuro designer Barilla si vede già in questa esperienza giovanile) - Vittorino Ortalli - Il Tarlo (1927) assieme agli esordi di Rino Montanari con Bruno Rabaiotti e l'arch. Tassi Carboni.

Sono i precursori ed i contemporanei del "Mondo Piccolo".







Il "Mondo Grande" entra in scena con le personali di Lucio Trojano e Marco De Angelis, affermati e pluripremiati disegnatori di livello internazionale, entrambi fra i componenti della giuria del premio in progetto. Completa la rassegna Gio Testi (1° premio alla Biennale dell'Umorismo di Vercelli, 2000 per la caricatura di Dario Fo).





Inaugurazione, Gianandrea Bianchi al centro spiega il progetto.

Lucio Trojano, Fany e Marco De Angelis

Il sito: www.worldhumorawards.org/
La pagina di FaceBook

EXBOH Satira e vignette su EXPO & dintorni

Non tutte le ciambelle riescono col buco
la mostra non è andata in porto
ma cari amici del blog non fate che tutto questo lavoro cada nel nulla
sfogliate il catalogo online e condividete





Da Expo a Exboh: 35 matite per nutrire lo spirito
Di Gianni Falcone On 18/10/2015

Ci eravamo messi in 35 per realizzare una mostra di satira sull’Expo, ma non se ne fa niente.

Per motivi tecnici, organizzativi, sponsor ritirati, riunioni rimandate, persone prima disponibili ma che poi si sono rese irreperibili e altro ancora, la mostra che era programmata per giugno è stata ripetutamente rimandata, talmente tanto che alla fine è diventato tardi… per tutto!
Infatti l’Expo sta per chiudere e la mostra è expirata prima ancora di vedere la luce.
Ma non tutto è perduto: Pietro Vanessi, che si è dato da fare per realizzare l’idea, ci mette a disposizione il catalogo online. Non costa niente e non c’è coda chilometrica da affrontare.
Mettetevi comodi e sfogliatelo: la tavola che illustra quest’articolo è di Gianni Burato.






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Catalogo EXBOH
Catalogo virtuale per una mostra mai fatta. Questo è il catalogo EXBOH, pronto da 6 mesi, per una mostra che doveva tenersi a giugno, poi a luglio, poi a settembre e poi... mai avvenuta e sempre rimandata per motivi tecnici, organizzativi, sponsor ritirati, appuntamenti mancati ecc ecc.
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Non è facile, io ci avevo creduto ed ero, come al solito, partito pieno di entusiasmo ma ...alla fine ho dovuto desistere e abbandonare la lotta. Mi sono ritrovato SOLO ad affrontare tutto e non era né giusto né corretto.
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Mi spiace solo per i tanti professionisti che ho coinvolto invano... ora dovrò sdebitarmi con loro per la figuraccia fatta. Ma non è dipeso da me, sappiatelo....
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Godetevi queste pagine testimoni di quello che SAREBBE POTUTO ESSERE e che invece non è stato
Pietro Vanessi

mercoledì 21 ottobre 2015

Funerale laico per Burato




Senza parole per il necrologio,
a lui proprio non piacevano.
Lo Saluteremo insieme e a modo suo,
Mercoledi' 21 Ottobre dalle 15 alle 17 presso la "Sala del commiato" del cimitero monumentale di Verona.
Non fiori ma da bere
Iaia Anita e Alessandro ringraziano tutti per l'affetto...

"Nello stile di Gianni", dice Iaia, "naturalmente, lo saluteremo anche con dei sorrisi e, perchè no, anche con un buon bicchiere di vino!"



ANOTHER TIME, ANOTHER PLACE
Gianni Burato, 59 anni da poco compiuti, disegnatore satirico, art pubblicitario e molto altro si ritrovò in quell’ottobre del duemilaquindici – un po’ spaesato a dire il vero – dinnanzi ad una Grande Porta.
Quando la oltrepassò fu subito investito da un ondata di applausi e di saluti , in decine di lingue diverse.
Il primo che riconobbe, però, fu Lino Simeoni che con il solito sorriso beffardo lo apostrofò “Eccolo, sempre in ritardo! Ma lo sai che son più di dieci anni che aspetto?”
Burato, un po’ perplesso ma felice di rivedere il vecchio amico sorrise. “ehh che pressia! proprio ti te me parli de puntualità!” disse abbracciando Lino.
“Vieni che ti presento gli altri” proseguì il Simeoni “quelli che sono già arrivati, almeno…”
Solo allora Gianni si rese conto di chi lo stava applaudendo e salutando con calore. Riconobbe immediatamente Crepax, Tamburini, Bonvi, Pratt, Wolinski… e poi tutti gli altri, disegnatori satirici, scrittori, vignettisti, advertiser, illustratori di ogni stile e di ogni tempo. In mezzo all’immenso gruppo notò anche Gustavo Dorè!

Lino, rendendosi conto, della titubanza dell’amico gli indicò, per tagliare l’aria, un omino magro e infagottato che indossava, a corredo del suo buffo dishabillé, un paio di sandali francescani, rigorosamente sopra i calzini corti. “E questo lo conosci?” gli disse indicandoli Cesare Furnari.
Cesare – come sempre con l’aria da intellettuale sovietico decaduto, dopo la caduta del muro – abbraccò sorridente Gianni.

“Porca putana! ma si tuti qua!” escamo il Burato ” Ma cosa fate tutto il giorno? ghelo mia un goto de Ripasso? e na cicca magari?”
“Certo che c’è mon amì” disse Wolinski, tendendogli un pacchetto di Marlboro “per il vino, però, Vi porto io a bere un bicchiere di Bourgogne, altro che il vostro ridicolo Ripasso!”
Lino, Gianni e Cesare lo fulminarono con lo sguardo… la folla di artisti si azzitti improvvisamente… Wolinski, impettito, si aggiustò gli occhiali, li guardò con fare arcigno e poi scoppiò in una fragorosa risata. Era il Mondo Felice, come potevano litigare?

Con un’agilità che non ricordava da tempo, abbracciato ai compagni, si diresse assieme ad un folto gruppo di artisti verso l’insegna di un’osteria che non prometteva niente male.
Il sole splendeva, il clima era mite e Gianni iniziò a fischiettare come fanno i ragazzi di ven’anni quando sono felici.
Stefano Russo










Ciao Gianni Burato, grande illustratore.
Premio Satira Politica




Marilena Nardi scrive:

Stamattina ho deciso che sarei andata a dare un ultimo saluto a Gianni Burato. Volevo portare il mio abbraccio a Iaia e alla sua famiglia. Stranamente sono arrivata a Verona puntuale e senza intoppi. Per contro, ho sbagliato parcheggio, ma il custode quando ha saputo che ero lì per il commiato a Gianni, mi ha guardata negli occhi e mi ha fatto passare senza aggiungere altro. Ho lasciato l’auto e, non sapendo bene che direzione prendere, ho seguito alcune persone. Non sapevo se fosse il corteo giusto. Dopo una frazione di secondo, mi è arrivato un chiarissimo profumo di vino e ho avuto la certezza di essere arrivata. Erano in tanti raccolti nel cortile, che chiacchieravano, si abbracciavano e bevevano alla memoria di Gianni. Molte belle facce e molta cordialità. Dentro, nel salone erano altrettanto numerosi. Una piccola folla riunita intorno al feretro. Diversi gli omaggi. Dei fiori, gerbere in particolare, dei biglietti, forse qualche disegno. Anche una cassetta di legno - quelle della frutta, per intenderci - e una sporta di carta da cui si intravedevano forse un cespo di insalata e alcune bottiglie di vino. Omaggi volutamente semplici ma di sostanza. Come le persone presenti lì. Dietro il feretro, di lato sulla parete erano proiettate le illustrazioni e le vignette, e una bella musica scaldava il cuore. Molti dei presenti hanno dedicato poesie e raccontato aneddoti ed episodi divertenti. Molte le testimonianze e le risate. Poco per volta si è composto e condiviso un ritratto nitido di Gianni, fatto di piccole sfumature che ognuno aveva raccolto dentro di sé. A guardar bene, in tanti avevamo gli occhi velati, ma si è riso parecchio, come lui avrebbe desiderato.  Poi ho visto Iaia, che è una donna straordinaria per davvero. Ci siamo abbracciate e strette forte. Non so spiegare, ma sentivo in cuor mio che le portavo non solo il mio, ma un affetto più grande: quello degli amici, dei vignettisti e degli estimatori di Gianni che avrebbero voluto essere lì a stringerla con me.  Per stare accanto a lei, ai suoi figli e con Gianni ancora una volta.
Ciao Iaia, ciao Gianni.
Marilena


...hic!!
di Marco Careddu

Paolo Lombardi: "Rende proprio l'idea questa tua vignetta Marco, un GRANDE VUOTO ..... e restano quelli come noi...piccoli piccoli, pressoché  insignificanti al cospetto di un grande come Gianni...



Ciao Gianni
Luc
*

lunedì 19 ottobre 2015

Legge di stabilità e appannaggi presidenziali

Mario Airaghi



Appannaggi e appannatoi per spending ovation

di Nadia Redoglia
Oltre mezzo milione di euro annuale è appannaggio (chissà poi perché) riservato alle segreterie personali degli ex presidenti della repubblica italiana (di diritto senatori a vita). Grazie alla riforma costituzionale in atto chiamata Boschi e (bontà sua riconoscente) Napolitano ( nell’ art. 40 C.5 ddl 1429) nulla è modificato e così gli ex presidenti, in carica garanti dello Stato e della Costituzione (mica sovrani), proseguiranno a essere “…regolati secondo le disposizioni già vigenti alla data di entrata in vigore della presente legge…” ovvero saranno regolati con quella stessa somma oltre a benefit vari, a esclusiva garanzia di se stessi, però in carica.

500 e rotti mila euro sono l’equivalente di 1000 e rotti euro mensili per 500 mesi (40 anni circa) di pensione media di un italiano che per ottenerli dovrebbe doppiare la boa dei cent’anni, ben distante però dalla vita media. Perciò con quella somma lo stato retribuisce assai più di un pensionato per non parlare di quelli che percepiscono solo la metà (meno è incompatibile con la vita).
I signori ex presidenti della repubblica invece li ottengono una volta l’anno per ogni anno che sopravvivono alla dismissione del loro mandato.

Questa è la revisione della spesa pubblica (spending review per i più fichi) agganciata a quella legge di stabilità che lo Renzi il munifico proclama: “Si scrive legge di stabilità ma si pronuncia legge di fiducia per un Paese più semplice e più giusto”?!
Difficile a credersi a meno di non spostare provvisoriamente le pezze dalle chiappe alle palpebre.

17 ottobre 2015



Mannelli


Ellekappa



LA QUIETE
Io non ho mai capito la necessita' e l'urgenza delle modifiche costituzionali. Adesso comunque non resta che aspettarne gli effetti e confidare nella promessa del Referendum confermativo sperando che una convinta maggioranza di italiani lo approvi o lo cancelli.
UBER

sabato 17 ottobre 2015

Ciao Gianni Burato


La moglie Iaia ha annunciato la gravissima dipartita del marito Gianni.
Se ne è andato  in silenzio, senza scalpore e senza preavviso. Era malato da tempo, ma non ha mai voluto che si venisse a sapere. Diceva che non avrebbe sopportato sguardi pietosi e mutamento di atteggiamenti nei suoi confronti.
 Era schivo, di poche parole, eravamo amici di FB. Mi disse, quando abbiamo fatto amicizia:
 "gran bel hobby! ciao!"
e da allora mi faceva partecipe di capolavori.
Mancherà a tutti noi e tantissimo alla sua famiglia a cui mi stringo forte.
In questo post ho raccolto i suoi angeli e i disegni del salto , del volo, del passaggio...
...che la terra ti sia lieve caro amico.



Il talento di disegnatore di Gianni Burato è talmente lampante da convincerti già dalla prima occhiata. Se poi li osservi più a lungo, i suoi disegni rivelano un'altra diabolica qualità : la capacità di osservazione, di individuare una quantità sbalorditiva di dettagli che solo lui è in grado di registrare e che anche tu ti ricordi di avere visto, ma solo dopo che lui te li ha spiattellati davanti. Ma tra le capacità straordinarie di Gianni ce n'è una particolarmente ammirevole: la cura che mette in qualsiasi cosa faccia. Ho collaborato con lui a un giornalino satirico piuttosto irregolare, Verona Infedele. Ovviamente il giornalino veniva chiuso sempre e comunque all'ultimo momento, la notte prima di consegnarlo in tipografia, anche per sfruttare tutto il tempo utile ad inserire eventuali avvenimenti recentissimi che meritassero un commento. Nel cuore della notte, il nostro impareggiabile direttore Cesare Furnari pronunciava ogni volta, convinto che fosse la prima, la frase che a noi disegnatori faceva tremare i garretti: "Bene, il giornale è fatto. Mancano solo i disegni". Per un giornalino composto al novanta per cento da disegni, quell'avverbio "solo" poteva suonare magari ironico, o minaccioso, o preoccupato. Invece no. Cesare lo pronunciava senza la minima intenzione, neppure vagamente di rimprovero, ma con il sollievo di avere terminato la sua parte, lui era scrittore, e con la serena fiducia che noi disegnatori avremmo terminato la nostra entro la nottata. Fiducia quasi mai giustificata. La fretta, la stanchezza, il sonno, il fumo, il vino (soprattutto il vino) gradualmente, col passare delle ore, inducevano noi disegnatori ad abbassare sempre di più la soglia della decenza grafica, azzerando ogni barlume autocritico. Tutti noi, tranne Gianni Burato. Lui continuava col suo passo regolare macinando disegni su disegni, sempre con la stessa cura, la stessa perfezione, la stessa ricchezza di dettagli, la stessa freschezza. Non era solo (e lo era) sacrosanto rispetto per i lettori, tanto meno era sfoggio di un virtuosismo sovrumano (non è il tipo) . Era semplicemente la spontanea inderogabile necessità di fare bene il proprio lavoro. Potrei dire addirittura il piacere di fare bene il proprio lavoro. Anche quando, sfiniti, abbrutiti, praticamente morti, davamo gli ultimi ritocchi al carro di carnevale di Verona Infedele, carro già rimarchevole per la cazzuta ferocia, mentre era ormai partita la sfilata per le vie della città, Gianni aggiungeva quei nuovi letali dettagli, quei contundenti particolari che rendevano il carro definitivamente indigeribile per i bersagli della satira. E anche qui per lo stesso motivo: fare bene il proprio lavoro. C'è chi pensa che se ognuno facesse bene il proprio lavoro il mondo farebbe un gran balzo in avanti. Probabilmente è vero. Il problema è che non tutti abbiamo il talento e la coscienza di Gianni Burato.
Milo Manara



Gianni Burato: un cane sciolto in mezzo ai burattini aggrappati ai fili, che esercita quell'elementare diritto all'irrisione con armi desuete. Innanzitutto sa disegnare, e già questo è un handicap, e, ancora più grave, sa pensare. Basterebbe la sua antesignana serie prima dell'avvento dell'euro (esposta proprio a Forte dei Marmi) con la vignetta che mostrava la nuova sciagurata moneta nella quale campeggiava "l'artefice" di tale bella trovata intento a martellarsi gli attributi, per farne un classico. Formatosi nella fucina di Verona Infedele, diretta dal mai abbastanza compianto Cesare Furnari, con a fianco Milo Manara, l'ottima sua sorella Nives, Luca Garonzi e altri talenti, Burato ha fatto tesoro di tale esperienza, periferica e vernacola quanto si vuole, ma proprio per questo unica e nodale. Qui ha compreso che il vignettista deve essere una sorta di terrorista e le sue tavole bombe che scoppiano, facendo saltare conformismi e opportunismi, corruzioni e malcostume.
Fabio Norcini



Gli amici:


 La notizia fulminea ha attraversato la rete, gli amici dichiarano stupore e dolore: Gianni Burato non è più qui.

La prima volta che ci siamo incontrati abbiamo condiviso un piatto di pasta e ceci e mi sorprese il suo voler sapere come era stata fatta, da dove venivano gli ingredienti. Normalmente se uno gradisce mangia volentieri e raramente approfondisce più di tanto; lui no, era curioso, dedicava attenzione sincera a quello che gli altri facevano.
Poi ci siamo rivisti in altre occasioni: performances poetiche, un dibattito dopo la tragedia di Parigi, un incontro con gli studenti, la presentazione di un libro. C’era stima reciproca e avevamo più di una visione in comune ed ero sicuro che prima o poi si sarebbe presentata l’occasione per scambiarsi, magari con in mezzo una bottiglia, pensieri e idee sulla satira e sull’ironia. Non è andata così, le cose bisogna farle quando ti vengono in mente: la vita (anzi la morte) arriva all’improvviso e non ti lascia niente in mano.
Non voglio ricordare Gianni illustratore e disegnatore di satira (altri lo faranno meglio di me), ho voluto solo rimpiangere una persona che ammiravo e avrei voluto conoscere più a fondo.
Cerco di farlo con questo schizzo veloce; rinuncio alla mia sigla e firmo col suo stile, riconoscendo in lui un maestro.

Ciao Gianni, che l’ultimo sentiero ti porti incontro al sole.

Gianni Falcone



ADDIO A GIANNI BURATO.
Oggi se ne è andato un grande della Satira, che ho conosciuto e visto 3/4 volte. L'ultima a Verona a una conferenza su Charlie Hebdò in cui strabiliò tutta la platea con il disegno improvvisato di Maometto con un pisello gigante scrivendo "UL-ALLAH".
Personaggio schivo e disallineato ma di una dolcezza d'animo infinita... Emoticon frown Emoticon cry
Riposa in Pace, Gianni...
Pietro Vanessi



Ciao Gianni
Paolo Lombardi




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Gianni Burato
 Nasce a Verona 16/8/56  dove vive, lavora e ci lascia il 17/10/15
Artista  eclettico con una disposizione naturale per il disegno che sviluppa con  grande creativita' utilizzando tutte le tecniche.Grande talento e una  sensibilita' non comune lo portano a creare illustrazioni raffinate per  le maggiori testate, come le celebri copertine per il "Venerdi"(La  Repubblica) e la collaborazione con "Cuore".
E' tra i fondatori con Milo Manara del giornale satirico "Verona Infedele".
Nel 1995 vince,nella sezione multimediale
il  1° Premio Internazionale di Satira Politica di Forte dei Marmi  disegnando il CD interattivo "MegalomaNet",riconosciuto anche dalla  Apple Italia. E sucessivamente nel 1998 giunge il riconoscimento con il  piu' ambito premio "Pino Zac" sempre al Premio Satira Internazionale di  Forte dei Marmi, per le illustazioni dedicate all'Euro.
La satira non esaurisce la sua vena creativa.
lavora  per le piu' importanti Agenzie di pubblicita'. Crea splendide  illustrazioni per la Ferrero, il Gruppo Volkswagen,Chevrolet
Ferrari Spumanti, Aeroporto Catullo, Telecom, Unicredit e alcune fra le maggiori case vinicole Italiane.
Suo il Marchio del famoso Festival internazionale dei Giochi di strada "Tocati' "
Attualmente collabora con il "Fatto Quotidiano", con gli architetti designers Mendini e per Clear Channel Communications.
Ha illustrato svariati libri per le piu note case editrici.
Il suo segno e' ormai inconfondibile:preciso,espressivo,ricco di particolari, suggestivo.
Tutte le tecniche gli appartengono e sono esplorate con curiosita' e desiderio di scoperta
Le sue opere sono state esposte in Italia e all'estero
fonte:  Gianni Burato  - Museo della Satira

Facce da Prima Repubblica e dintorni

Pubblico dei bozzetti di politici della Prima Repubblica fatti da Ugo Sajini  quando collaborava a diversi quotidiani, e lo facevano lavorare sulle caricature. Ugo, famoso disegnatore umorista e satirico, nei giorni scorsi molto gentilmente li ha condivisi sulla sua pagina Fb, per farmi capire come e quanto si doveva lavorare per evidenziare i tratti salienti dei vari personaggi, cosa che purtroppo si è un po' persa ultimamente.
Erano gli anni 80/90 quelli della Prima Repubblica...


Facce da Prima Repubblica - De Mita 24 giugno 1983





Bettino Craxi firmava con lo pseudonimo "Ghino di Tacco" i suoi articoli e i suoi editoriali di analisi politica pubblicati dal giornale l'Avanti!, organo del Partito Socialista Italiano (PSI) ed arrivò a scriverne una biografia. Lo pseudonimo venne preso come risposta adottando l'epiteto con il quale il direttore de La Repubblica Eugenio Scalfari aveva spregiativamente accostato la sua «rendita di posizione», nel quadro politico italiano, a quella del celebre bandito medievale che, dalla rocca di Radicofani, calava sui viandanti della via Francigena, allora unica via di comunicazione tra Firenze e Roma.





Facce da Prima Repubblica - Sandro Pertini -
Campionato del Mondo di Calcio 1982





Facce da Prima Repubblica - schizzo preparatorio



Gianni De Michelis legge Olindo Guerrini



Facce da Prima Repubblica ... e dintorni
Wojciech Jaruzelski e  Solidarność
Ex Presidente della Polonia







Facce da Prima Repubblica...e dintorni -
Leonid Breznev
Interesse per il Mediterraneo . 198..?




Facce da Prima Repubblica - Nilde Jotti 199.?



Facce da Prima Repubblica - Pietro Longo 19..?



Facce da Prima Repubblica - Giulio Andreotti 19..?



Facce da Prima Repubblica - Ciriaco De Mita 199.?
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Pietro Longo segretario del PSDI
Piduista DOC, nell'elenco degli iscritti alla P2 in ordine alfabetico dopo Longo veniva Manca socialista ex Pres Rai.




Scrive di Ugo Sajini Dino Aloi in Buduàr n°6 pag.47

Ugo per tutti, tutti per Ugo

Ugo Sajini normalmente è abituato a realizzare vignette senza parole. E' il mezzo che preferisce per comunicare anche per il fatto che, in questo modo, i disegni diventano immediatamente esprtabili anche all'estero, dove possono essere compresi con grande facilità.
continua  


Note Biografiche di Ugo Sajini:
Nasce il 17 ottobre del 1947. Nel 1960 già disegna umorismo. Dal 1970 collabora con numerose testate, dalla rivista di fumetto Eureka all'edizione italiana di Playboy e al quotidiano Popolo di Roma.
Viene premiato in numerose rassegne in Italia e all'estero, da Montreal a Marostica e a Lecce.
Vive tra Vigevano, nella bella Lomellina, e lo spezzino, nelle belle 5 terre dove dice di far finta di coltivare la vite.

mercoledì 14 ottobre 2015

Buduàr 29



© dell'autore

L'Estate sta finendo. Buduàr 29!

COPERTINA DI NADIA KHIARI

Dopo l'ubriacatura delle 150 pagine nel mese scorso si torna alla normalità. "Solo" 116 pagine, ma di contenuti di assoluto primordine.

Qualche debutto e qualche riscoperta, come lo Scalarini del Corriere dei Piccoli, gioiellino concesso dalla famiglia del grande autore.
Tanta roba da leggere mentre ci godiamo il graduale rinfrescarsi dell'aria.
L'estate sta finendo...

Il giornale è sfogliabile usando gli appositi tasti di navigazione in basso a destra di ogni pagina.
E' anche possibile sfogliare clikkando col mouse o usando il dito (su palmari e smartphone) e trascinando la pagina a destra, sinistra o in basso.

Nota:





La disobbedienza a fumetti di Nadia Khiari

“Quando nessuno obbedisce nessuno comanda”, scandisce il rivoluzionario gatto Willis, creatura della vignettista tunisina Nadia Khiari. Willis e i suoi compagni felini hanno virtualmente partecipato alle manifestazioni del 2011 che hanno portato alla caduta del dittatore Ben Ali, dando il via alle primavere arabe. Con i loro slogan che chiedevano libertà, democrazia e lavoro, i personaggi disegnati da Khiari sono subito diventati molto popolari.

“Le vignette e la satira politica sono vitali per la salute di una democrazia: poter parlare e prendersi gioco di tutto è importante. Disegnare è un modo per far ridere ma anche per guardare le cose facendo un passo indietro, adottare una prospettiva diversa e più riflessiva”, spiega Khiari a Cartoon movement, un sito che riunisce disegnatori di tutto il mondo.

Il carattere indipendente del gatto Willis somiglia a quello di tanti giovani che hanno partecipato alla rivoluzione tunisina senza schierarsi con un partito, ma decisi a ottenere la democrazia. Che farà oggi il gatto? “La rivoluzione continua, ogni giorno. La frase che dico sempre è: ‘La rivoluzione è bella ma è lunga’”.
fonte Internazionale

Le Baxar de la Paix
Willis from Tunis



Nadia Khiari e la rivoluzione a fumetti - LaPresse




lunedì 12 ottobre 2015

#paroleorrende

La raccolta di #paroleorrende  sui social impegna tantissime persone nella denuncia della deturpazione della lingua italiana.
Bello l'articolo che spiega il fenomeno di Daniela Ranieri per il FQ,  illustrato magnificamente da Marilena Nardi.


Lingua italiana sotto attacco: tutto iniziò con “l’attimino”. Il boom delle parole orribili (da eliminare). Scrivici le tue
Oggi la raccolta di #paroleorrende (l’hashtag sta a significare che la cura non può che essere omeopatica) impegna su Facebook molte persone, che - in una specie di trance agonistica - propongono ciascuna le proprie parole-tabù, le bestie nere, le espressioni-orticaria. Diamo un contributo

di Daniela Ranieri
• Da obbrobri come “un attimino” a locuzioni improbabili del tipo “piuttosto che” usato come congiunzione: la lingua italiana, con le sue regole e la sua sintassi, è sotto l’attacco delle espressioni orribili. Sul Fatto Quotidiano continua la pubblicazione delle liste di proscrizione delle firme del nostro giornale. Qui, nei commenti sotto l’articolo, potete inserire le storpiature che più vi hanno colpito voi. Per una battaglia civile per combattere l’antilingua.

In principio era “un attimino”. Inesorabilmente, come un virus, si diffuse a tutti i piani della società, ci inseguiva in banca, in palestra, in ufficio, a casa, nessuno ne era immune, dal prete allo psichiatra, dalla casalinga al parrucchiere. Poi avanzò violento il “piuttosto che” usato non in senso comparativo o avversativo, ma come congiunzione. “Andrei in Giappone, piuttosto che in Cina, piuttosto che a Cuba…”, dicevano i pierre di moda da Milano a Cefalù, i medici estetici, gli avvocati di Prati, le shampiste della Magliana: piacendosi molto. E intorno tutto un florilegio di “gentilmente”, “una firmetta qui”, “naturale o leggermente”… Che fastidio! La lingua italiana, con le sue regole e la sua sintassi, era sotto attacco.

La comunità web delle #paroleorrende
Ne parlai con Vincenzo Ostuni, editor di Ponte alle Grazie, che convenne: ormai non potevamo più ignorare il crimine, l’attacco efferato, l’invasione di certi obbrobri che ci salivano automaticamente alla bocca, che si impossessavano delle nostre dita. Avremmo dovuto allestire una lista nera, perché, come disse Ostuni in una sorta di manifesto di lotta contro le parole orrende, “la lingua tutta è un campo minato”. Oggi la raccolta di #paroleorrende (l’hashtag sta a significare che la cura non può che essere omeopatica) impegna su Facebook molte persone, che – in una specie di trance agonistica – propongono ciascuna le proprie parole-tabù, le bestie nere, le espressioni-orticaria. Nessuno snobismo, nessuno spirito conservatore: oggi che il Papa parla la lingua del popolo e il latino lo parla solo Claudio Lotito, nessuno vuol tornare all’italiano di Machiavelli. La lingua è un’entità plastica, vulcanica, e l’uso che ne fa la nostra psiche, avvinghiata agli algoritmi della rete, la rimodula incessantemente. Ormai nessun ostacolo può fermare “la pirlolingua degli informatofoni” (Guido Ceronetti). E infatti controllate nelle vostre mail, quelle di lavoro, degli uffici stampa delle case editrici o dei nostri politici. Non ce n’è una in cui non compaia qualche orribile lemma, un trito stilema, un insopportabile tic verbale. Ci sarà un timing, una dead line, una tabella di marcia, un customizzare, un ottimizzare, un funzionare (nel senso di convincere), un top, un performante, un endorsare, un quant’altro.

Nella poltiglia restasoltanto il “Googlish”
Fonemi vuoti, gassosi, che non vogliono dire niente e non hanno un vero e caldo rapporto con la nostra vita, ma evocano tutto un mondo di cultura progredita, sofisticherie aziendali, meeting motivazionali, affettazioni al passo coi tempi. Parole-chiave, hashtag, rapidi input brucia-sinapsi, inglesismi usati per lo più impropriamente (e spesso da chi non sa l’inglese), voci in Googlish, quella lingua diffusa dai motori di ricerca che uniforma i lessici nazionali in una poltiglia globalizzata. Tic linguistici che usiamo per impreziosire il discorso e mostrarci parlanti evoluti, dopo la vittoria dell’antilingua di cui parlava Italo Calvino su Il Giorno nel 1965, quell’italiano paludato che impone di dire “ho effettuato” invece di “ho fatto”, col risultato comico di trovare scritto nei bar: “Non si effettuano panini”.

Oggi è tutto rapido e veloce, la contrazione delle parole è frenetica; negli spasmi del multitasking, non c’è tempo di scegliere. La palude è bassa. Se già nel ‘78 Alberto Arbasino registrava le fissazioni giornalistiche “dello scendere in lizza e dello spezzare una lancia, del lavorare ai fianchi e del battere in ritirata, della levata di scudi, delle frecce all’arco, del sentiero di guerra, della caccia alle streghe, della camicia di forza”, oggi il “giornalismo esploso” dei social diffonde i suoi cliché spompati di “paese reale” e “società civile”, i suoi automatismi dei “gusti del pubblico” e dei “due marò”, i suoi barbarismi da Jobs Act a start-up.

L’antilingua del potere
E non parliamo dei post-politici. Il basic italian da 140 caratteri di Renzi costringe alla ripetizione anche i più avvertiti, con i suoi “la volta buona” e “l’Italia riparte”, “andare a vedere le carte” e “non gettare la palla in tribuna”, “il risultato lo portiamo a casa” e “non cadiamo nel derby ideologico”. Tutta una scialba metafora a condire il vuoto di contenuti; già che un conto è trasformare, usare, muovere la lingua, un conto è fossilizzarla nell’antilingua, assistendo senza resistere all’esaltazione corale del nulla lessicologico. Perché, sempre Calvino: “La motivazione psicologica dell’antilingua è la mancanza d’un vero rapporto con la vita, ossia in fondo l’odio per se stessi”.

da Il Fatto Quotidiano di giovedì 8 ottobre


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I miei amici su FB
Pablito Morelli E poi: "Assolutamente sì", "assolutamente no", "settimana prossima", eccetera. Povera lingua bistrattata.


Anna Laura Folena ...e quantaltro! (scritto tutto attaccato)


Umberto Folena "NARRAZIONE"...

Michelangelo Lucco ·
E di "piuttosto che" al posto di "o" non ne vogliamo parlare?