giovedì 8 maggio 2014

Per le studentesse libere... #BringBackOurGirls

#BringBackOurGirls

 

Studentesse Libere
Nigeria. Rapite circa 200 ragazze, studentesse, da Boko Haram, gruppo estremista islamico.
Mauro Biani





Kidnapping in Nigeria
Alfredo Martirena
:(
07 May 2014

 
Kidnapped Nigerian Girls
By Pat Bagley, Salt Lake Tribune - 5/6/2014





Kidnapping...
Pedro X. Molina
... 05 May 2014

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 Da il The Post Internazionale 

Il sito  http://bringbackourgirls.blogspot.it/
Aggiornamento: Il numero delle ragazze scomparse è in realtà molto più alto di quello che si pensava inizialmente. Infatti, nel dormitorio erano alloggiate anche ragazze di altre scuole. Al momento mancano all'appello 276 ragazze, ma si sa che due di loro sono morte per colpa di serpenti velenosi, e altre 20 sono gravemente ammalate. (6 maggio 2014, ore 10:52).
La notte del 16 aprile, 234 ragazze tra i 16 e i 18 anni sono state rapite da un gruppo fondamentalista islamico chiamato Boko Haram.
Le ragazze si trovavano nella boarding school di Chibok, una piccola città di contadini nel nordest della Nigeria, per prepararsi agli esami di fine anno quando, nel pieno della notte, un numero imprecisato di militanti del gruppo islamico vestiti da militari sono andati a prenderle.
Circa 40 studentesse sono riuscite a scappare, ma i numeri sono confusi. Secondo alcune fonti ne mancano all'appello ancora 180, secondo altre molte di più.
Deborah Sanya è una di quelle che ce l'ha fatta. Ha raccontato al New Yorker che le dicevano di essere lì per proteggerle dai miliziani e che non dovevano preoccuparsi, che erano al sicuro. Solo quando gli uomini armati si sono messi a sparare per aria e gridare Allah Akbar (Dio è grande), hanno realizzato che non erano veri militari.
Hanno preso il cibo dalla scuola, incendiato l'edificio, fatto salire le liceali su camioncini e motociclette, e sono stati visti inoltrarsi nelle foreste al confine con il Cameroon.
Le ultime notizie non sono confortanti. Secondo gli abitanti della zona, sono state - o saranno a breve - vendute come spose a militanti del gruppo, per 12 dollari ciascuna. Facendo un po’ di matematica, 12 dollari per 234 ragazze fanno 2,808 dollari, poco più di 2,000 euro.
Halite Aliyu, membro di un'organizzazione chiamata Borno-Yobe People’s Forum, che si occupa di fare pressione sul governo affinché dedichi più energie a risolvere i problemi dei nord-est del paese, sostiene che siano state portate in Cameroon e in Chad.
Boko Haram, che letteralmente significa “l'educazione occidentale è un peccato”, è un gruppo fondamentalista islamico che crede che il nord della Nigeria sia governato da mussulmani corrotti, e pertanto vuole instaurare la Sharia. In particolare, sono avversi all'educazione di ispirazione occidentale, e credono che le donne debbano stare a casa a prendersi cura della famiglia,e non a scuola.
Le scuole statali e i villaggi del nord del paese sono stati i principali obiettivi dell'organizzazione, che negli ultimi quattro anni ha ucciso più di 4,000 persone e ne ha disperse mezzo milione.
Lo scorso febbraio Bako Haram aveva dato fuoco a una scuola maschile uccidendo 29 persone. Per questo motivo, pochi giorni prima del rapimento delle studentesse, il governo nigeriano aveva lanciato l'allarme, raccomandando alle scuole di restare chiuse. Ma il collegio di Chibok, quello dove sono state rapite le 234 ragazze, ha deciso di restare aperto in vista degli esami di fine anno.
Finora il governo si è mostrato incapace di affrontare l'emergenza di Boko Haram, e secondo l'International Crisis Group, non ha la volontà politica di fermarli. Il leader del gruppo, Mohammed Yusuf, è stato arrestato e interrogato più volte, ma non è mai stato processato perché alti ufficiali governativi sono intervenuti.
Dal 2013, il presidente Goodluck Jonathan ha aumentato il numero di truppe schierate nel triangolo che comprende gli stati nigeriani di Borno, Yobe e Adamawa. Il consigliere della sicurezza nazionale, Mohammed Sambo Dasuki, ha annunciato il 18 marzo di volere sconfiggere le cause prime del terrorismo proponendo un approccio soft. Ma questo non ha impedito alle violenze di intensificarsi.
Il ministro della difesa nigeriano Aliyu Mohammed Gusau ha dichiarato che il governo sta facendo tutto il possibile: “Stiamo ricevendo molte informazioni utili per liberare le ragazze. Le forze armate assicurano a tutti i nigeriani che continueranno a valutare ogni singola informazione ricevuta”.
Tuttavia, “le forze armate sono consapevoli che alcune informazioni ricevute vogliono in realtà essere solo uno stratagemma per distrarci dall'obiettivo di fermare il terrorismo e altri crimini violenti”, ha poi concluso il ministro della difesa.
Secondo il commissario dell'educazione, Musa Inuwa Kubo, il governo starebbe trattenendo informazioni essenziali circa le operazioni di salvataggio per “ragioni di sicurezza”.
Tuttavia, i dubbi sull'efficacia e sulla buona fede dell'azione del governo restano. Inizialmente le autorità hanno sostenuto che le ragazze rapite fossero più di 100, mentre la scuola e i genitori ne hanno contate 234 mancanti all'appello. Il giorno dopo il rapimento i militari hanno dichiarato di aver trovato e liberato quasi tutte le studentesse scomparse, affermazione successivamente smentita.
I genitori e i familiari hanno quindi deciso di mobilitarsi autonomamente. Hanno raccolto fondi per inviare una spedizione privata nella foresta Sambisa, ma gli abitanti dei villaggi li hanno dissuasi dal proseguire perché avevano visto le ragazze rapite insieme a miliziani su convogli pesantemente armati. I genitori hanno raccontato di non aver visto nessuna missione governativa per la ricerca delle studenti.
In centinaia hanno marciato per le strade della capitale nigeriana, Abuja, chiedendo al governo di intensificare le ricerche.
La comunità internazionale ha lanciato l'hashtag #bringbackourgirls. L'ONU sta facendo forti pressioni al governo nigeriano affinché intensifichi le ricerche. Far sparire 200 persone non è un'operazione facile.
06/05/2014




Wounded Innocence
Silvano Mello
Cruel reflections 30 Apr 2014
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Con un video messaggio il capo dei guerriglieri estremisti islamici di Boko Haram, Abubakar Shekau, ha rivendicato il rapimento di 223 studentesse di un liceo della Nigeria avvenuto il 14 aprile scorso. «Le ragazze saranno vendute o fatte sposare con la forza», dice nel comunicato. Nel Paese intanto infiammano le proteste. (Rcd - Corriere Tv)



 
Goodluck Jonathan
By Taylor Jones, El Nuevo Dia, Puerto Rico - 5/7/2014


 Tiziano Riverso



The abduction of Nigerian schoolgirls is just the latest despicable act committed by violent men who cling to archaic privileges given them by religion, ideology and tradition. I have more to say about that at http://lat.ms/1kZqFEoby David Horsey



by Pierpaolo Perazzolli

Schoolgirls abducted in Nigeria
Chappatte

 

L'HASHTAG di Uber
 Quanto effetto potrà avere l'hashtag #BRINGBACKOURGIRL sui rapitori Boko Haram delle ragazze nigeriane non lo so ma comunque va bene tentare. La foto delle ragazze rapite me ne ha fatto venire in mente un altro: #helpus. Proviamoci.



Boko Haram
By Bob Englehart, The Hartford Courant - 5/7/2014


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http://bringbackourgirlsitalia.wordpress.com/

www.repubblica.it/quella_paura_negli_occhi_delle_ragazze_rapite

Meno male ... che Grillo... c'è!

ALTRIMENTI A CHI SI DIFFAMAVA
by Elchicotriste
click to enlarge

  1. Ferrara: “Disprezzo per chi prende Grillo sul serio”
  2. Eugenio Scalfari: "Grillo è l'arci-italiano del peggio"
  3. Grillo querela Belpietro per diffamazione. Libero lo aveva paragonato a Stalin
  4. Beppe Grillo dice a Floris di non essere un vero giornalista ma un servo del padrone.
  5. Gruber, l'ancella del potere
  6. Rai, Grillo contro Fabio Fazio: è stuoino del Pd
  7.  Il colloquio tra Grillo e Giletti 
  8. Santoro: “Grillo smetta di usare toni illiberali o anche noi andremo in piazza”
  9. Alessandro Di Battista risponde a Formigli: a Piazzapulita solo bugie sul M5S
  10. Vauro: «Nel M5S sento puzza di fascismo». Grillo: «Attacco raccapricciante»
  11. NOMINANO GRILLO IN STUDIO, LA D'URSO REAGISCE COSI'
  12. Grillo tratta con Vespa
  13. Sallusti

mancano questi

 Europee, Renzi: “Grillo è sciacallo”. Lui: “Premier come Genny ‘a Carogna”
 Berlusconi sfida i giudici: “Sentenza golpe”. E su Grillo dice: “Come Hitler e Stalin”

mercoledì 7 maggio 2014

Sergio Staino a Siena. Satira e sogni di un maestro

Rispondo in modo collettivo ai vari amici e conoscenti che si sono detti interessati a visitare la mia mostra a Santa Maria della Scala a Siena.
Sabato 17 maggio sarà la Notte dei Musei, manifestazione in cui rientra anche l'antico ospedale in cui sono esposte le mie opere. Per questa occasione io mi troverò in loco ad accogliere ed accompagnare tutti quegli amici che non hanno potuto essere presenti il giorno dell'inaugurazione. Sarò lì dalle 17 in avanti e se le condizioni tecniche lo permettono intorno alle 19 farò anche una breve dimostrazione di disegno digitale sulla tavoletta grafica.
Chi di voi fosse interessato alla cosa mi scriva in modo da avere un'idea di quanti potremmo essere.
Un caro saluto,
Sergio

 Si, riporto l'e-mail  di Sergio  per condividere  con tutti voi amici della satira, la splendida possibilità per chi non è potuto andare all'inaugurazione della mostra antologica a Siena
di incontrarlo il maestro il 17 maggio per la sua grande mostra:

Satira e Sogni


 Dal 6 aprile al 3 novembre è aperta al pubblico la prima rassegna “antologica” di Sergio Staino.
Nell’esposizione, dall'emblematico titolo “Satira e Sogni”, che evoca le due attitudini principali che hanno da sempre caratterizzato il lavoro dell'artista, si potranno ammirare gli acquarelli e le più recenti opere digitali che hanno reso Sergio Staino uno tra i maggiori protagonisti della satira in Italia. Sono esposte in mostra oltre trecento opere, dalle prime strisce di Bobo per Linus, che risalgono ai primi anni Settanta, fino alle più recenti creazioni in digitale.
“Utilizzare queste tecnologie”, ha raccontato, “mi sembrava un ripiego e una cosa triste. In realtà ho scoperto una parte meravigliosa del mondo. Non nascondo che sono emozionato, perché sono nato a Piancastagnaio (Siena) e in età avanzata mi vedo consacrato in una bella mostra nella mia terra”.


Qualche anticipazione della mostra di Sergio Staino
da Artribune

Sergio Staino. Satira e sogni - Santa Maria della Scala, Siena 2014 from Artribune Tv on Vimeo.
Video di Giulio Frediani
coordinamento e testi: Helga Marsala
Produzione Artribune Television per Opera Laboratori Fiorentini – Gruppo Civita


Il rapporto con l’attualità è fondamentale, perché seguendo come seguo io, sempre appassionatamente, le vicende politiche italiane, ed essendo immerso fino in fondo nella voglia di cambiamento, se non avessi questa possibilità di sfogarmi giorno per giorno con una vignetta, rispetto a tutte le cose che mi danno fastidio, probabilmente sarei ammalato di ulcera”.
Satira come terapia, come sopravvivenza, come forma di resistenza, come maniera di stare al mondo. Immergendosi nel flusso caotico ed aspro delle cose, ma per imparare a metabolizzarne la sostanza, a reggerne il peso, a farne creatività e pensiero. Così, Sergio Staino, da oltre quarant’anni, inforca prima la sua matita, poi la sua penna elettronica, raccontando frammenti d’Italia con quell’esprit sagace, umoristico, tagliente, brillante e insieme emotivo, che contraddistingue le sue celebri illustrazioni. Usi, costumi, fatti e misfatti, vizi e virtù, ingenuità e genialità, scorci di cronaca politica, sociale e culturale, diventano materia prima di micro narrazioni grafiche, affidate a personaggi umanissimi, popolari, autentici, calati in una quotidianità domestica, familiare.


Il mitico Bobo, papà tenero e disincantato, con la freddura sempre pronta e uno sguardo tanto impietoso quanto affettuoso sull’esistenza, è l’icona semplice per eccellenza, incarnazione di una saggezza popolare condivisa con moglie, figli e un bouquet di personaggi altrettanto comuni, altrettanto straordinari. Commentatori arguti di un Paese che seduce e che tormenta, difficile da raccontare, difficile da radiografare. E la satira, in quest’operazione di ascolto e di scoperchiamento, di osservazione ravvicinata e di educata provocazione, diventa spazio necessario di critica, di libertà, di lettura ludica e non allineata. “Se ancora funziona”, continua Staino, “se ancora la vignetta fa ridere, se ancora il personaggio è amato, è perché si fa collettore di un umore popolare. E questo lo ottieni vivendo tra la gente, non andando tra i salotti, tra i corridoi ministeriali”.
Il suo inconfondibile tratto pittorico, aggraziato, appassionato, privo di analitiche freddezze, si racconta in tutta la sua maestria tra le sale di quest’antologica dal titolo Satira e Sogni, che Siena gli dedica negli spazi di Santa Maria della Scala, grazie a un progetto di Opera Laboratori Fiorentini – Gruppo Civita. Una panoramica della mostra nel video report di Artribune Television,  con le parole dello stesso Staino e del curatore, Maurizio Boldrini, a condurre il percorso tra memorie, facezie, segni, disegni, pensieri.
Helga Marsala

Sergio Staino, Satira e Sogni
4 aprile 2014
3 novembre 2014
Santa Maria della Scala – Piazza del Duomo 2, Siena
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La mostra, fortemente voluta dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Siena e organizzata da Opera Civita Group, sarà parte integrante dei sette percorsi museali del Santa Maria della Scala.
Contemporaneamente alla mostra sarà infatti possibile percorrere i suggestivi ambienti monumentali dell’antico ospedale così da valorizzare i sette percorsi museali esistenti: I luoghi dell’accoglienza e della cura; Jacopo della Quercia (La Fonte Gaia); Museo Archeologico Nazionale; Le bandiere delle Contrade (dal museo Stibbert); Siena, Racconto della città (Dalle origini al medioevo); Il tesoro (Le reliquie e gli ori) e il Museo d’Arte per bambini.

Orari
Tutti i giorni 10.30 – 18.30
La biglietteria del Santa Maria della Scala e della Mostra chiude alle 18.00

Prenotazioni
0577 292615
Ticket@comune.siena.it
www.b-ticket.com/b-ticket/sienateatri/

Informazioni
www.sergiostaino.it
 http://www.santamariadellascala.com/w2d3/v3/view/sms2/mostre/in_corso--52/index.html

martedì 6 maggio 2014

Ritratto di Giorgio Gaslini

Il 13 aprile su la Repubblica un grande ritratto di Riccardo Mannelli
e l'intervista di Antonio Gnoli
a Giorgio Gaslini


Giorgio Gaslini: "Ho scoperto il paradiso del jazz nell'Africa da salotto di mio padre"

Il grande maestro racconta passioni, amici e colleghi illustri: "Avevo in più l'improvvisazione"
di ANTONIO GNOLI
QUANDO finiamo la nostra conversazione nel bar Cucchi non distante dal suo studio milanese, dove tutto è cominciato, davanti a un paio di panini e una spremuta d'arancia, il nostro musico illustra il "teorema Gaslini": la fortuna non è inversamente proporzionale alla sfiga (Lapalisse ringrazierebbe); la fortuna è direttamente proporzionale alla determinazione. Se vuoi avere successo devi pedalare, anche sull'acqua, dice ironico il Gaslini mentre si tocca la cravatta Hermès. Noto i gemelli ai polsini. Vistosi senza essere un pugno nell'occhio: sembrano due piccole noci multicolori. Un misto di corallo, giada e oro. Dice il Gaslini: "Acquistati all'aeroporto di Bangkok e messi in suo onore". Penso che scherzi. Non scherza. Penso che se non avesse fatto il musicista  -  ed è davvero un grande  -  sarebbe stato un mago della televendita. "Ci vuole determinazione ", ripete. Elenca: "Quattromila concerti, 80 paesi, tremila dischi. È la mia vita in numeri!". A 84 anni Gaslini è tra le più sorprendenti scatole dei ricordi che abbia aperto.

È un dono la memoria?
"Nel mio mestiere è importante. Ma non fondamentale. Tra i miei amici Luciano Berio aveva scarsa memoria. Non ricordava neppure le partiture scritte il giorno prima. Claudio Abbado invece aveva una capacità mnemonica pazzesca".

E la sua?
"La mia è di elefante. Certe volte penso sia più un peso che un sollievo. Certe volte mi dico: se passo il tempo a ricordare cosa mi resta del futuro?".

Cosa immagina che resti?
"Incorporare il proprio passato nella memoria è un'arte difficile. Quando diventa nostalgia, solo allora il futuro muore".

C'è un ricordo al quale non rinuncerebbe?
"Beh, sono tanti. Il più sgargiante: io bambino in casa, tra gli oggetti africani che mio padre collezionava".

E cosa ha di speciale?
"Quel mondo esotico e strano, capii in seguito, fu alla base della mia formazione".

Suo padre cosa faceva?
"Era un militare. Andò in Africa alla fine degli anni Dieci. E ne subì il fascino. Divenne addetto culturale in Eritrea. Per passione mise insieme un archivio di diecimila foto. Si improvvisò etnografo, scrisse libri. L'amore che non riuscì a condividere con mia madre lo ebbe per quel continente. L'Africa fu la sua puttana. Riempì la casa milanese di strumenti musicali strani, di statuette, di tessuti dai colori bellissimi, di scudi e lance di guerrieri".

E quello divenne il suo mondo?
"Furono i miei sogni di bambino. Immaginavo mio padre - che con mio fratello vedevamo pochissimo - come l'ideatore di un mondo favoloso".

E sua madre?
"Si erano separati. Questione dolorosa. Il tribunale ci affidò a lui. Nei momenti di sconforto ho chiesto aiuto alla musica".

Come è nato il rapporto con la musica?
"C'era un pianoforte verticale in casa. A sei anni mi venne il desiderio di studiarlo. È una cosa seria? Chiese mio padre. E il giorno dopo si presentò con un'insegnante".

Da che cosa nasceva quel desiderio?
"Toccando i tasti, la prima volta, sentii una vibrazione fortissima e, poco dopo, pensai che quello strumento mi avrebbe accompagnato per tutta la vita. Ciò che scopriamo del mondo è quello che abbiamo già dentro".

E cosa si porta dentro?
"Una forte volontà, una grande fantasia e una piccola verità".

Una piccola verità?
"Trasforma, se puoi, la confusione in un lieve paradiso di suoni".

E lei scoprì il paradiso con il jazz?
"Fu la mia rivelazione. Influì quell'Africa da "salotto" che mio padre aveva arredato. Poi, un giorno, comprai per caso un disco di Earl Hines, che era stato pianista di Armstrong. Già suonavo e ascoltandolo scoprii che il suo stile mi corrispondeva".

Cos'era quello stile?
"Lo chiamarono il trumpet style, Hines lo aveva mutuato dalla tromba di Armstrong. Rimasi impressionato, in Italia non si suonava niente del genere".

Dove viveva?
"A Milano. Suonavo con alcune orchestre e nei locali. Si era sparsa la voce che fossi bravo. E la cosa arrivò all'orecchio di Achille Scotti, un pianista cieco, ma strepitoso, che teneva tutti i sabati un concerto alla radio. Aveva rotto con il suo partner e ne cercava uno nuovo. Feci un'audizione. Alla quinta nota mi disse ok, il posto è tuo. Per un anno lavorai alla grande. Guadagnavo bene, cominciavo ad essere famoso nell'ambiente. La guerra era alle spalle e il paese aveva un gran voglia di ricominciare a vivere. Ma sentivo in me crescere l'insoddisfazione".

Perché?
"Non mi bastava quello che avevo. Il jazz era una bellissima esperienza. Al tempo stesso avvertivo il bisogno di qualcos'altro. E lo capii il giorno in cui mi arrivò una partitura di Stan Kenton. Semplicemente rivoluzionaria: staccava le sezioni come fossero in stereofonia. Venni a sapere che aveva preso lezione da Edgard Varèse, che da Parigi era emigrato negli Stati Uniti".

Cosa le suggerì quella circostanza?
"Mi fece capire che una risposta al mio malessere potevo cercarla nello studio. Interruppi i rapporti professionali. Mi dimenticai delle band, piantai tutto e mi iscrissi al conservatorio. Avevo vent'anni. Mi inserirono al quinto anno. Mi diplomai nel 1949. Tra i maestri ho avuto Antonino Votto, che fu braccio destro di Toscanini, Carlo Maria Giulini. Per due anni ho seguito le lezioni di armonia e contrappunto di Giulio Cesare Paribeni. Il mio compagno di studi era Claudio Abbado".

Che allievo era Abbado?
"Bravissimo. All'inizio sembrava che volesse dedicarsi al concertismo pianistico, poi virò decisamente sul- la direzione d'orchestra. Claudio veniva qualche volta a casa mia e credo che il suo primo interesse per il jazz lo ebbe grazie a me. Gli facevo ascoltare i miei vecchi amori e un giorno gli diedi un disco di Friedrich Gulda dicendogli: ecco un esempio di come la musica classica si sposa con il jazz. Dopo il diploma so che si perfezionò al piano proprio con Gulda".

C'era anche Berio?
"Con Luciano ci diplomammo lo stesso giorno. Il suo saggio mi sbalordì. Era un talento della composizione. Ma non credo che la sua direzione fosse all'altezza del suo genio compositivo. La sua fortuna la creò negli Stati Uniti".
do. E quel disco è stata la mia fortuna".

Perché lì?
"Fu Cathy Berberian il tramite. All'inizio, anche lei allieva al Conservatorio Verdi, cercava un pianista e Luciano si offrì. Poi si innamorarono e si misero insieme. Si sposarono. E si trasferirono in America. L'enorme talento vocale di Cathy fu una delle molle che consentì a Luciano di sviluppare la sua musica, che tra l'altro si avvalse del sostegno non indifferente di Luigi Dallapiccola".

Come erano quei personaggi che lei ha conosciuto da giovani?
"Caratterialmente differenti. Abbado era molto discreto. Berio impetuoso. Perfino prepotente. Piuttosto avaro, forse memore di un'infanzia poco agiata. Divenni molto amico di Niccolò Castiglioni. Era l'opposto di Berio. Invaso da una timidezza che una polio, contratta da piccolo, aveva trasformato in solitudine. Fu un uomo coltissimo e pieno di gusto. E solo oggi si scopre il talento della sua scrittura compositiva".

E lei in quel bel gruppo che ruolo si ritagliò?
"Possedevo una cosa che gli altri non avevano: l'improvvisazione. Non mi ero dimenticato del jazz, volevo arricchirlo con l'esperienza che stavo facendo nella musica contemporanea".

Che poi era la musica dodecafonica."Sì, ma senza farne un feticcio. Molti miei compagni di corso, negli anni Cinquanta, andarono a Darmstadt, per proseguire la loro preparazione. Improvvisamente tutto si radicalizzò".

Darmstadt era una cittadina tedesca dove dalla fine della guerra iniziarono i corsi estivi di musica contemporanea.
"Nacque lì la "nuova musica", e il nume tutelare di quella svolta fu Webern. C'erano le più grandi promesse della musica d'Avanguardia: Stockhausen, Boulez, Berio, Maderna. Quest'ultimo, tra gli italiani, fu il più grande".

E Luigi Nono?
"Ovviamente c'era anche lui. Oggi è un classico del Novecento che sublimò l'impegno politico e civile dentro forme nuove della sua ricerca musicale".

Quando dice "impegno" intende ideologia?
"La musica di Nono è stata di un rigore assoluto. Ma il fatto che egli la destinasse alla classe operaia, come a volte mi è sembrato di capire, dimostra che in quegli anni l'ideologia era più importante o altrettanto importante della creazione artistica. Ma lei se li immagina gli operai della Mirafiori davanti a un concerto di musica elettronica? ".

Perché non seguì i suoi compagni a Darmstadt?
"Perché nonostante tutto nella mia vita c'era ancora il jazz. La mia musica non vive di pregiudizi. È colta senza essere astrusa. Scrivo per chi ascolta, non per dieci addetti ai lavori. La musica nasce come un'arte coinvolgente e il jazz trasmetteva tutto questo. Ricordo la volta in cui Duke Ellington suonò con la sua orchestra al Lirico di Milano. Alla fine del concerto Herbert von Karajan bussò al camerino di Duke. Era l'omaggio non solo a una personalità immensa ma anche al mondo del jazz".

Però non ha disdegnato la cosiddetta "musica totale".
"Non era in contraddizione. Nel 1957, suggestionato dalle lezioni di Enzo Paci sulla fenomenologia, scrissi: Tempo e relazione. Mi sia frutto le mie competenze nel contemporaneo".

In che modo aveva conosciuto Paci?
"Insegnava all'università di Milano, era un grande studioso di Husserl. A quel tempo avevo letto alcuni testi del filosofo tedesco senza capirci un accidente. E fu così che frequentai il corso di Paci. Mi si dischiuse un mondo. E quel disco è stata la mia fortuna".

Perché?
"La vita a volte è curiosa. Lavoravo alla casa discografica "La Voce del Padrone", un giorno venne Nicola Arigliano nella mia stanza: ti presento un grande attore, disse. E fece entrare Marcello Mastroianni. Bellissimo. Timido. Perfino impacciato. Conversammo e alla fine gli regalai il disco che era appena uscito e che era sul mio tavolo. Lui ringraziò. Io avvertii: guardi è musica d'avanguardia. E lui con un sorriso: siamo stati tutti avanguardisti".

Poi che accadde?
"Qualche tempo dopo ricevetti una telefonata da Michelangelo Antonioni. Stava girando La notte e cercava qualcuno che gli scrivesse la musica. Marcello gli aveva passato il mio disco. Gli era piaciuto. Mi convocò per le nove di sera. Direttamente sul set. All'aperto. Voleva che con il mio quartetto suonassi nel giardino. Mi disse semplicemente: lei deve farmi un pezzo così. Così come? Gli chiesi. Così, e se ne andò. Marcello insieme a Monica Vitti e a Jean Moreau, ridevano. Hai capito? Lo devi fare così".

E lo fece così come?
"Come mi poteva venire seguendo l'estro dell'improvvisazione. Non sapevo che quel film sarebbe stato un capolavoro e che la mia musica avrebbe vinto il Nastro d'Argento".

Le si aprì anche una carriera di compositore per il cinema.
"Ho composto musiche per 42 film".

Anche quella celebre per Profondo rosso di Dario Argento.
"Fu un'impresa lavorare con Dario Argento. Anche se prima di Profondo rosso avevo fatto con lui quattro telefilm e Le cinque giornate".

Perché fu un'impresa lavorare con lui?
"Perché era indiscutibilmente bravo, ma anche nevrotico".

Con Antonioni non ha più lavorato?
"No. Era un uomo misterioso. Remoto. Non si congratulò neppure per il mio Nastro d'Argento. Lo rincontrai vent'anni dopo in un aeroporto. Vidi un signore alto ed elegante spingere un carrello. Maestro! Esclamai. Lui si voltò. Ah è lei Gaslini. Mi afferrò un braccio e disse: che bella musica ha scritto per La notte. E se ne andò".

Lo ha più rivisto?
"Fui invitato per la festa dei suoi novant'anni. C'era tanta gente. Era venuto perfino Rostropovich. Antonioni era su una sedia a rotelle. Senza più la parola. Mi avvicinai. Nella confusione generale sembrava una statua. Gli dissi qualche parola affettuosa. Sfiorandogli le mani. Mi rispose, o così a me sembrò, con il semplice movimento

Non sembra facile alla commozione. Ma avverto un'incrinatura nella voce.
"È stato un grande artista. E la vita ha voluto che lo incontrassi. Probabilmente senza di lui non avrei mai intrapreso la parte di carriera che ha riguardato il cinema".

Chi è Gaslini oggi?
"Un signore anziano. Pienamente autonomo. Che dipinge e compone. Viaggio molto meno. Sono fiero di quello che ho realizzato. Orgoglioso di aver fatto inserire una cattedra di jazz nei maggiori conservatori italiani. E soprattutto di aver tolto al jazz quella patina di maledettismo che l'ha spesso ricoperto. Dimenticando che i suoni vengono prima delle persone".




giorgio gaslini quartet - blues all'alba from Michelangelo Antonioni's La Notte (1961)
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Giorgio Gaslini dell'84 a Domenica IN
by Arcangelo Carrera

lunedì 5 maggio 2014

Il nuovo libro di Pietro Vanessi: Picio alla riscossa!

E' USCITO

A  MAGGIO FATTI UN REGALO....

Finalmente è uscito PICIO ALLA RISCOSSA!
Si tratta di un libro a fumetti e vignette tutto a colori, pubblicato dall’editore Koinè Nuove Edizioni nella collana Koinè Comix. 
Un libro “adulto” sui contenuti ma pieno di satira leggera sul sesso visto dalla parte “di lui”.
Un libro NON volgare e men che meno “hard” ma un volume leggero, divertente e spassoso che ha avuto il placet del grande Milo Manara che ne ha scritto la prefazione.
Un libro insomma, che mai come in questi tempi di crisi, rappresenta una vera scommessa per rilanciare la lettura anche… dal basso!

Ecco alcuni link con:

- una sintesi del libro:
http://issuu.com/hom … scossa!&sort=title

- il mio sito ufficiale:
http://www.unavignettadipv.it

- la mia pagina facebook:
http://www.facebook. … ietro.vanessi.fans


Per acquistarlo a soli 13,00 € scrivi all’email: info@edizionikoine.it

- See more at: http://www.unavignettadipv.it/public/pv190313/#sthash.GG4Ja866.dpuf

Pietro Vanessi

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Buduàr 11

BUDUÀR 11
rivista umoristica online 
diretta da Dino Aloi e Alessandro Prevosto  

http://www.buduar.it/buduar11


Sperimentazione senza utopia
Con questo numero inizia la collaborazione con Buduar Jordi Artigas, storico e esperto di satira spagnola, a testimonianza del respiro internazionale che vogliamo dare al nostro esperimento.  
Continueranno a collaborare anche gli amici francesi Rousso, Ballouhey e  San Millan, il turco Firuz Kutal, l’argentino Omar Perez e speriamo, a breve, di allargare ancora di più l’internazionalità dei collaboratori, sia per quanto riguarda i testi che per ciò che concerne i disegni. Tutto questo senza togliere nulla ai grandi disegnatori italiani che lavorano con noi.
Come avrete visto stiamo sperimentando strade nuove, percorrendo vie contigue come la felice  contaminazione con artisti e manifestazioni collegate, con articoli che lambiscono vie alternative fedeli all’arte leggera che è l’obiettivo che contraddistingue il nostro lavoro.
Ed è proprio la leggerezza il tema dominante, ciò che ci distingue in questo momento storico in cui da ridere pare vi sia ben poco. 
Un progetto ottimista, non certo utopistico, almeno nelle nostre calorose intenzioni. 
Ci stiamo accorgendo che le pagine potrebbero diventare molte di più ad ogni numero, tra le rubriche che vogliamo fisse e gli articoli di grande interesse che via via stiamo iniziando a raccogliere.
Buduàr vuole essere un punto di riferimento per le arti  umoristiche, una palestra dove ci si possa scambiare idee, ma soprattutto un luogo dove si impara qualcosa. 
(Dino Aloi, dall'editoriale del numero 11)
In questo numero:
Dino Aloi, Mirko Amadeo, Pietro Ardito, Jordi Artigas, Pierre Ballohuey, Carlo Baffi, Renzo Barbarossa, Marco Biassoni, Antonio Botter, Franco Bruna, Gian Paolo Caprettini, Luciano Caratto, Sergio Cavallerin, Giorgio Cavallo, Davide Ceccon, Lido Contemori, Milko Dalla Battista, Marco De Angelis, Umberto Domina, Franco Donarelli, Paolo Garretto, Gianlorenzo Ingrami, Emilio Isca, Benito Jacovitti, Firuz Kutal, Alfio Leotta,  Cesare Lomonaco, Boris Makaresko, Valerio Marini, Aldo Mola, Paolo Moretti, Gaspare Morgione, Melanton, Claudio Mellana, Marilena Nardi, Angelo Olivieri, Franco Oneta, Franco e Agostino Origone, Danilo Paparelli, Andrea Pecchia, Omar Perez, Elena Pongiglione, Alessandro Prevosto, Robert Rousso, Marta Sajini, Ugo Sajini, François San Millan, Lucio Trojano, Umberto Romaniello, Giuliano Rossetti, Fabio Sironi, Carlo Squillante, Nehar Tublek. 
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 COPERTINA DI: DAVIDE CECCON

domenica 4 maggio 2014

Salviamo World Press Cartoon Sintra

Salviamo World Press Cartoon Sintra
 Save World Press Cartoon Sintra
Scrivi anche tu alla nuova amministrazione!
Write yourself to the new administration!

Cattive notizie dal WPC Sintra.
Dopo le ultime elezioni, il nuovo sindaco Basilio Horta ha intenzione di revocare il sostegno alla prossima edizione. Proviamo a fargli cambiare idea scrivendogli una email. A seguire il possibile testo e sotto la notizia dal sito ufficiale della manifestazione.

Basilio Horta, el novo prefeito da cidade de Sintra, Portugal, não cumpre o seu compromisso e apoio remove o World Press Cartoon 
Cartunistas, jornalistas, editores e pesquisadores do humor, temos de expressar o nosso protesto contra esse tipo de ação. 
Este é o e-mail do atual presidente da Câmara de Sintra:

Sr. Basílio Horta
Alcalde   de Sintra
Largo Dr. Virgílio Horta
2714-501 Sintra, Portugal
Tel:
00 351 219 238 500
Fax:
00 351 219 238 657
Email:
presidencia@cm-sintra.pt

Sr. Basílio Horta
Alcalde   de Sintra

O World Press Cartoon é o evento mais importante de humor na imprensa mundial. 

A cidade de Sintra tem apoiado até agora a celebração deste grande evento  que promove não só o melhor trabalho de cartunistas, mas também  lança ao mundo o nome da cidade  de Sintra. 

Surpreso ao ler que vocé decidiu retirar o apoio à realização de este importante evento,  a sua décima edição, e já havia recebido centenas de obras. 

Nós convidamos você a reconsiderar a sua atitude negativa, para o bem da cultura, e da cidade de Sintra,  e novamente o World Press Cartoon receber o apoio que merece, sendo um evento de prestígio  e cuja realização enobrece Portugal. 

Obrigado pela sua atenção 





Sr. Basílio Horta
Alcalde   de Sintra
Largo Dr. Virgílio Horta
2714-501 Sintra, Portugal
Tel:
00 351 219 238 500
Fax:
00 351 219 238 657
Email:
presidencia@cm-sintra.pt

The Honorable Basilio Horta
Mayor of Sintra, Portugal
  Mr. Horta:

The Sintra World Press Cartoon Annual Salon is internationally recognized as the most important event of the World Press Cartoon organization. Until last year the city of Sintra had supported the celebration of this great event, which promotes not only the best works of world cartoonists, but places your city as an international cultural center as well.  

We have learned in disbelief that you have decided to withdraw Sintra´s support to the realization of this important event, precisely when it is organizing its tenth edition and has already received hundreds of works from all over the world. 


We invite you to reconsider your decision for the sake of art and culture. A prestigious event as the World Press Cartoon Salon deserves to receive the support from your office once again. That would be the right decision to make for the cultural enrichment of both Sintra and Portugal. 








COMUNICADO DE LA DIRECCIÓN DEL WORLD PRESS CARTOON


WORLD PRESS CARTOON BOARD OF DIRECTORS ANNOUNCES THE POSTPONEMENT OF THE 2014 SALONBy its nature and scope, World Press Cartoon is an event whose viability depends on the combination of multiple supports and sponsorship. The natural main sponsor is the city that welcomes and associates its name to World Press Cartoon. This was the path that World Press Cartoon and Sintra followed together for the last 9 years, making of Sintra the international capital of the humour drawings in the Press.In the context of the municipal government transition that resulted from the local elections held in October 2013, the World Press Cartoon Board of Directors has been trying, by all means, to organize the salon 2014 in Sintra. The event was announced, last October, on the basis of a gentlemen´s agreement with the winning candidate, but this commitment has not yet been honoured by the new administration of the municipality.
The works of the authors were received and registered, as usual, but the meeting of the jury, scheduled for February, was cancelled, pending the formal decision of our main sponsor. Unfortunately, were are still waiting for a final decision and it is not possible to organize this Spring the 2014 salon, as expected and announced. The organization decided in favour of the postponement, while searching for an alternative solution that ensures the continuity of the event within the standards of excellence that are its trademark.
To all the authors who submitted their works, we apologize for this change in timetable and the associated disadvantages. Our goal is to continue to celebrate the creativity that feeds annually our catalogue and our exhibitions. More than ever, we enliven the incentives and the words of encouragement that we have received from authors and newspapers. Our commitment is to fight for the life of this salon that over a decade has proved to be the mandatory meeting point to cartoons and cartoonists throughout the world.
Lisbon, 20 of April 2014
World Press Cartoon

WORLD PRESS CARTOON 2014 | COMUNICADO

A DIRECÇÃO DO WORLD PRESS CARTOON ANUNCIA O ADIAMENTO DO SALÃO DE 2014Pela sua natureza e dimensão, o World Press Cartoon é um evento cuja viabilização depende da conjugação de múltiplos apoios e patrocínios, o principal dos quais tem obrigatoriamente origem na cidade que o acolhe e que associa o seu nome ao World Press Cartoon. Foi assim que, ao longo de 9 edições, o World Press Cartoon fez de Sintra a capital internacional do desenho de humor na Imprensa.No contexto da transição de governo autárquico que resultou de eleições locais realizadas em Outubro de 2013, a organização vem tentando por todos os meios viabilizar o seu salão de 2014 em Sintra. O evento foi oportunamente anunciado tendo por base um compromisso informal com o candidato vencedor, mas este compromisso não foi ainda assumido pela nova administração do município.
Os trabalhos dos autores concorrentes foram recebidos e registados, mas a reunião do júri, prevista para Fevereiro, foi adiada na expectativa de uma decisão atempada dos patrocinadores. Porque o impasse se mantém, e não sendo possível realizar nesta Primavera o salão de 2014, como se esperava e foi anunciado, a organização decidiu-se pelo adiamento, assim ganhando tempo para a procura de uma solução que garanta a continuidade do evento dentro dos padrões de excelência que sempre o caracterizaram.
A todos os autores que nos enviaram os seus trabalhos, apresentamos as nossas desculpas por esta alteração de calendário e pelos inconvenientes que a mesma lhes possa trazer. O nosso objectivo é continuar a celebrar a criatividade que alimenta anualmente o nosso catálogo e as nossas exposições. Mais do que nunca nos animam os incentivos e as palavras de estímulo que recebemos dos autores e dos jornais que os publicam. O nosso compromisso é lutar pela vida deste salão que ao longo de uma década se revelou ponto de encontro obrigatório de cartoons e cartoonistas, com uma mostra anual do melhor que se produz em todo o mundo.
Lisboa, 20 de Abril de 2014
World Press Cartoon

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Nota

Caro signor sindaco e cara amministrazione se non conosci World Press Cartoon Sintra
e la sua importanza internazionale guarda i resoconti degli anni scorsi QUI

Dear Mr. Mayor and expensive administration if you do not know the World Press Cartoon Sintra
and its international significance looks at the reports of previous years HERE



Caro Sr. Prefeito e administração caro se você não sabe o Mundo Press Cartoon Sintra
e sua importância internacional olha para os relatórios dos anos anteriores AQUI

Estimado Sr. Alcalde y administración costoso si usted no sabe el Press Cartoon Sintra Mundial
y su importancia internacional se analizarán los informes de años anteriores AQUÍ


sabato 3 maggio 2014

14 Premio internazionale per la Libertà della Stampa della Canadian Committee for World Press Freedom (CCWPF)

 Dal blog di Bado i risultati del 14 Premio internazionale per la Libertà della Stampa della Canadian Committee for World Press Freedom (CCWPF)
 
14th World Press Freedom International Editorial Cartoon Competition-Results 

The jury (Jennifer Ditchburn, Roderick Macdonell and Guy Badeaux) met April 8, 2014 to select the winners of the 14th World Press Freedom International Editorial Cartoon Competition.

Grand Prize: Bruce Mackinnon, Canada


Second Prize: Pierre Brignaud, Canada
Third Prize: Rodrigo de Matos, Macao
Awards of Excellence
José Rubio Malagón, Spain
Ali Miraee, Iran
Gilbert Daroy, Philippines
Diego Herrera (Yayo), Canada
Frédérick Fontaine (Frefon), Canada
Daniel Murphy, Canada
Muammer Olcay, Turkey
Run Tang Li, China
Kevin Kallaugher (Kal), USA
William Rasoanaivo (Pov), Mauritius

venerdì 2 maggio 2014

Bertone ed il mega attico

Non si placa la polemica di Pasqua che vede sotto i riflettori il cardinal Tarcisio Bertone che si accingerebbe a trascorrere la pensione nel mega-attico di palazzo San Carlo insieme alle tre suore che lo seguono da quando aveva assunto l’incarico di Segretario di Stato. Il suo successore, il cardinale Parolin, si è invece adeguato al nuovo corso low-profile di Papa Francesco andando ad abitare a pochi metri di distanza nella Domus Sanctae Marthae accontentandosi però di un bilocale.
Giovanni Angeli



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FRANCESCO ATTENTO AGLI SCHERZI !
Riuscirà Papa Francesco a imporre alla Curia romana, se non proprio la povertà del Vangelo, una maggiore sobrietà?
Il compito è duro e il rischio che nel modello dell'appartamento spartano della Residenza Santa Marta ci rimanga chiuso solo lui è alto.
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by Tiziano Riverso




 Bertone l'eroe
Sorella povertà, fratel Tarcisio.
Mauro Biani



Consigli utili
by Tomas


La festa dei papi - Ber-orgoglio
mario airaghi