sabato 8 marzo 2014

8 marzo, una mimosa per le donne... ma anche no!


Timeless, ageless filled with love. På Internationella Kvinnodagen! Publiceras i Sydsvenskan idag.
From left: Figure of venus (Giacometti) 1956. Venus from Milo ca 130 - 100 BC. Venus from Willendorf ca 24000- 22 000 BC.
Riber Hansson
Teresa Mattei
di Marilena Nardi

“E sono fiorite le mimose. E divampano sulle prode, le chiudende e gli orti di riviera. Procaci, smargiasse, caste come il disegno di un bambino, profumano come delle puttane, fragili al primo sussulto del vento, invadenti, infestanti. Mandano in visibilio le mimose in fiore, ti friggono gli occhi come una mossetta di Marylin Monroe che si scuote i capelli, ti arrampichi sui muretti per prenderne una rama, pronto a cadere, pronto a rubare come faresti per un suo bacetto anche solo involato da lontano. Consolano le mimose in fiore, come le fossette di una bambina che si è appena svegliata, come un cannolo alla crema con la crema che ti schizza sul labbro. E mi ricordano le mimose in fiore la compagna Teresa Mattei, ti mando un bacio comandante Chicchi, la ragazza madre che si alzò in piedi alla Costituente e non se ne ristette fin quando non fu aggiunta la parolina “di fatto” all’articolo 3 punto 2 di questa nostra Costituzione, che in tal modo recita: "E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini...." Non fosse che per questo, questo giornale le assomiglia. È già, espulsa da tutte le scuole del regno per antifascismo, espulsa dal PCI per antistalinismo. Fu lei, che non avendo una lira in tasca per un po’ di garofani, prese rame di mimose più che poté, perché le donne se ne adornassero nel giorno della loro festa, e della loro battaglia.” 
Maurizio Maggiani, da “Vivario”, Il Fatto Quotidiano del Lunedì, 24/2/2014


Rappresentazioni
Mauro Biani


Festa
CeciGian

Say No and unite to End violence against women!
Firuz Kutal
Say No and unite to End violence against women! 04 Mar 2014

Tiziano Riverso
Tiziano Riverso


Women's day throughout human history
Bernard Bouton
Mrs Newton suddenly coming up with the apple pie recipe 07 Mar 2014


Woman's Occasion
Sergei Tunin
Woman's Day 03 Mar 2014


days of self-deception
E L E N A . ospina
less holding... more thought 08 Mar 2014


International Women's Day
By Kap, Spain - 3/8/2014


8 marzo
Oderzo Inquieta


Journèe de la Femme
Ballouhey P.


Le vignette di ElleKappa - Repubblica.it


Giannelli - Corriere della sera


8 MARZO 2014
----------
L’Editoriale a Fumetti di oggi si ispira a questa ricorrenza QUA:
http://it.wikipedia.org/wiki/Giornata_internazionale_della_donna
-----------
La vignetta è visionabile anche sul mio Spazio Flickr QUA:
http://www.flickr.com/photos/moisevivi/12997776765/
-----------
…e sulla rubrica “MoisEditoriali” di afNews QUA:
http://www.afnews.info/wordpress/2014/03/07/8-marzo-2014/
Moise


SERGIO STAINO

Donna e Dudù

Tra Camera e Senato ci sono quasi 300 donne parlamentari. Confidiamo che tutte quante si asterranno dal votare la legge elettorale se questa si presenterà senza parità di genere. Non c’è molto da girarci attorno: se non ora quando? Può solo esserci una spiegazione alla mortificazione di questa legge: i soliti uomini hanno già in mente i maschi che siederanno su quelle poltrone. Che siano già tutti programmati per fare la parte dei burattini manovrabili che le femmine invece hanno rifiutato? Se così fosse abbiamo un motivo in più per pretendere la parità dei generi: se non ora quando?
Ho scorso tra il serio e il faceto una carrellata di pubblicità degli anni ’50 tutte rivolte al compiacimento (tra manicaretti, saponette e reggicalze/seni) delle mogli nel soddisfare i mariti. I commenti riportavano l’orrore dell’epoca. Siamo sempre pronti a sbertucciare o commemorare il passato, ma siamo sempre in ritardo per occuparci del presente.
Nel privato è la donna moglie e madre che s’occupa della famiglia 24 ore pro die come nessun altro componente e nel mentre porta pure a casa uno stipendio. E’ la donna, a parità di lavoro con l’uomo, che guadagna stipendi inferiori. E’ la donna che è licenziata per prima. E’ la donna che viene massacrata di botte, stuprata, schiavizzata, comprata e venduta. Nel pubblico è la donna a patire per prima tutte le vessazioni delle leggi ingiuste nei campi principali: istruzione, sanità, politiche per la famiglia. Chi ci rimette, infatti, per la carenza vergognosa delle strutture e dell’assistenza sociale? Chi, se non ancora la donna, subisce e patisce vere e proprie torture per le storture della famigerata legge 40 che gli uomini hanno avuto il coraggio di definire “fecondazione assistita”?!
Altro che “Donne du-du-du”. Specialmente nel nostro Paese una donna è molto, ma molto meno considerata del barbocino d’Arcore.
7 marzo 2014


8 MARZO 2014
La questione della parità di genere fa ritardare l'approvazione della nuova legge elettorale.
Allo studio una soluzione definitiva.
Uber


---------------------------------------------------------------
 Ti può interessare anche :

8 marzo, gli auguri di Agim Sulaj


Emilio Agra (1952-2014)

The look


 EMILIO AGRA (1952-2014) è stato un'artista, scultore  ed uno fra i più grandi cartoonists del mondo.
Nato in Spagna nel 1952,  all'età di 7 anni si era trasferito in Venezuela, per qualche anno a Caracas e poi a Maracay, , capitale dello stato di Aragua, dove ha trascorso la sua esistenza.
Ho raccolto qualche sua opera per ricordarlo tra cui quelle bellissime con il tema delle Olimpiadi
e qui di seguito i link dei suoi blog e siti dove potrete ammirare tutte le altre. In fondo una breve biografia e il ritratto omaggio di Paolo Lombardi.





día de la mujer
Festa della Donna

BOOK
Emilio Agra
09 Nov 2013
 

A Tribute
Emilio Agra
It´s not a cartoon. Only a little homage to "The Electric Poet" 28 Oct 2013


 
The big bulldog
Emilio Agra
. 20 Aug 2012


 
That`s why they want Assange

Emilio Agra
An old pitch, but necessary today. 20 Aug 2012
 
Sandy arrives to N.Y.
Emilio Agra
... 29 Oct 2012


Complementation


paisaje
Emilio Agra


ELECTIONS IN VENEZUELA 5
Emilio Agra
Venezuela's dilemma for next Sunday is between a young nation seeking a social direction and the old capitalism countries eater, who wants to turn things back and impose his doctrine of exclusion 05 Oct 2012

ALLENDE
Emilio Agra
The September 11 1973, the beast of horror, fed by Washington and the multinational ITT, pounced on Chile ... Allende... Allende... your name still resonates in the memory of the continent!



GOOGLE
Emilio Agra
... 29 Jun 2013

 

Olympic-vision
Emilio Agra
. 26 Jul 2012



worlympics
Emilio Agra
. 27 Jul 2012

 
Olympic awards
Emilio Agra
. 01 Aug 2012

 

Olympicnastics
Emilio Agra
A little trouble 06 Aug 2012

http://www.aporrea.org/actualidad/n246355.html
 http://albaciudad.org/wp/index.php/2014/03/fallecio-el-caricaturista-emilio-agra/

---------------------------------------------------------------------------------------------------
Emilio Agra
di Paolo Lombardi

Biografia
Emilio Agra (1952- 2014)
At age of seven he lived in Caracas and to twelve in Maracay (Venezuela). Since 1970 he is a sculptor given to humor drawing or perhaps a humorist devoted to sculpture. From that year to date, he has made more than fifty exhibition (between collective and individual), both in the field of sculpture and drawing and the graphic humor. He has published his drawings (either as cartoons or illustrations) in: various magazines and newspapers. For 16 years maintained a daily cartoon (La Ñapa ) in "El Periódico" (then called "El Periodiquito") Maracay (1988-2004)... Since 2006, he published an inter-daily caricature in "Ultimas Noticias" (Caracas, Venezuela). He occasionally illustrated in different national and foreign publications... He has published five books. see more:
http://agraelhumor.blogspot.com/

giovedì 6 marzo 2014

Gli Oscar 2014: i protagonisti ed il 'selfie'



Dopo il selfie da record (oltre 3,3 milioni di retweet) di Ellen DeGeneres e delle star del cinema durante la notte degli Oscar si è scatenenata l'ironia del web: in testa i Simpson con una selfie-vignetta.

Migliorfilm 2014 è 12 anni schiavo, che però non ha ottenuto nessun altra statuetta se non quelle andata a Lupita Nyong'O come miglior attrice non protagonista e a John Ridley come miglior sceneggiatura non originale.
Un vero trionfo per Gravity, che oltre al premio per la miglior regia andato ad Alfonso Cuaron ha dominato in praticamente tutte le categorie tecniche, mentre torna a casa a mani vuote la compagine di American Hustle, così come quella di The Wolf of Wall Street.
Continua quindi la maledizione per DiCaprio, sconfitto anche quest'anno come miglior attore: l'Academy ha scelto al suo posto  Matthew McConaughey, premiando anche come non protagonista il suo compagno di set in Dallas Buyers Club Jared Leto.
Miglior attrice, Cate Blanchett per la magistrale interpretazione in Blue Jasmine, e  la miglior sceneggiatura originale è andata a Spike Jonze per Her.
 Alfonso Cuarón è diventato il primo regista latinoamericano a vincere il premio per la miglior regia, 12 anni schiavo è il primo film diretto da un regista nero a vincere il premio per il miglior film.


Oscar 2014
By Taylor Jones, Politicalcartoons.com - 3/3/2014

Adams Telegraph



Ucraina mon amour
 Mauro Biani


Alfonso Cuarón
By Dario Castillejos, El Imparcial de México  -  2/21/2014



Alfonso Cuarón
By Antonio Neri Licón, El Economista, Mexico - 3/3/2014


Oscar winner Lupita Nyongo
By Taylor Jones, Politicalcartoons.com - 3/5/2014



Statuettes
 By Nate Beeler, The Columbus Dispatch - 2/28/2014



Oscar for Mother Nature
By Dave Granlund, Politicalcartoons.com - 2/28/2014


Alla sua quarta nomination Dicaprio non ce la fa ....
sarà la maledizione del titanic?
Uva P.


Marco Careddu


I candidabili
CeciGian



Kim Jong Un
By Bob Englehart, The Hartford Courant - 2/28/2014


Selfie
By Nate Beeler, The Columbus Dispatch - 3/5/2014

-----------------------------------------------------------------------------------

Miglior film:

12 anni schiavo
American Hustle
Captain Phillips
Dallas Buyers Club
Gravity
Her
Nebraska
Philomena
The Wolf of Wall Street

Miglior regista:

Alfonso Cuaron per Gravity

David O.Russell per American Hustle
Alexander Payne per Nebraska
Steve McQueen per 12 anni schiavo
Martin Scorsese per The Wolf of Wall Street


Miglior attore protagonista:

Matthew McConaughey per Dallas Buyers Club

Christian Bale per American Hustle
Bruce Dern per Nebraska
Leonardo DiCaprio per The Wolf of Wall Street
Chiwetel Ejiofor per 12 anni schiavo


Miglior attrice protagonista:

Cate Blanchett per Blue Jasmine

Amy Adams per American Hustle
Sandra Bullock per Gravity
Judy Dench per Philomena
Meryl Streep per I segreti di Osage County


Miglior attore non protagonista:

Jared Leto per Dallas Buyers Club

Barkhad Abdi per Captain Phillips
Bradley Cooper per American Hustle
Michael Fassbender per 12 anni schiavo
Jonah Hill per The Wolf of Wall Street


Miglior attrice non protagonista:

Lupita Nyong'o per 12 anni schiavo

Sally Hawkins per Blue Jasmine
Jennifer Lawrence per American Hustle
Julia Roberts per I segreti di Osage County
June Squibb per Nebraska

Miglior film d'animazione:

Frozen

I Croods
Cattivissimo me 2
Ernest & Celestine
The Wind Rises

Miglior film straniero:

La grande bellezza

The Broken Circle Breakdown
The Hunt
The Missing Picture
Omar

Miglior sceneggiatura non originale:

John Ridley per 12 anni schiavo

Richard Linklater, Ethan Hawke e Julie Delpy per Before Midnight
Billy Ray per Captain Phillips
Steve Coogan e Jeff Pope per Philomena
Terence Winter per The Wolf of Wall Street

Miglior sceneggiatura originale:

Spike Jonze per Her

Eric Warren Singer e David O. Russell per American Hustle
Woody Allen per Blue Jasmine
Craig Borten e Melisa Wallack oer Dallas Buyers Club
Bob Nelson per Nebraska

Miglior colonna sonora originale:

Gravity

The Book Thief
Her
Philomena
Saving Mr.Banks

Miglior canzone originale:

"Let it Go" da Frozen

"Alone Yet Not Alone" da Alone Not Yet Alone
"Happy" da Cattivissimo me 2
"The Moon Song" da Her
"Ordinary Love" da Mandela: Long Walk to Freedom

Miglior montaggio:

Gravity

American Hustle
Captain Phillips
Dallas Buyers Club
12 anni schiavo

Miglior scenografia:

Il grande Gatsby

American Hustle
Gravity
Her
12 anni schiavo

Miglior trucco:

Dallas Buyers Club

Jackass Presents: Bad Grandpa
The Lone Ranger


Miglior fotografia:

Gravity (Emmanuel Lubezki)

The Grandmaster
Inside Llewyn Davis
Nebraska
Prisoners


Migliori costumi:

Il Grande Gatsby

American Hustle
The Grandmaster
The Invisible Woman
12 anni schiavo


Miglior montaggio sonoro:

Gravity

All is Lost
Captain Phillips
Lo Hobbit: la desolazione di Smaug
Lone Survivor


Miglior missaggio sonoro:

Gravity

Captain Phillips
Lo Hobbit: la desolazione di Smaug
Inside Llewyn Davis
Lone Survivor


Migliori effetti visivi:

Gravity

Lo Hobbit: la desolazione di Smaug
Iron Man 3
The Lone Ranger
Star Trek Into Darkness


Miglior documentario:

20 Feet from Stardom

The Act of Killing
Cutie and the Boxer
The Square

Miglior cortometraggio documentario:

The Lady in Number 6: Music Saved My Life

CaveDigger
Facing Fear
Karama Has No Walls
Prison Terminal: The Last Days of Private Jack Hall

Miglior cortometraggio d'animazione:

Mr. Hublot

Feral
Get a Horse|
Possessions
Room on the Broom

Miglior cortometraggio:

Helium

Aquel No Era Yo (That Wasn't Me)Avant Que De Tout Perdre (Just Before Losing Everything)
Pitääkö Mun Kaikki Hoitaa? (Do I Have to Take Care of Everything?)
The Voorman Problem


martedì 4 marzo 2014

Gli Oscar 2014 e La Grande Bellezza

E...  l'Oscar per il miglior film straniero dopo 15 anni torna in Italia grazie a La grande bellezza di Paolo Sorrentino: a lui e a tutto il team creativo e produttivo del film i migliori complimenti della  nostra redazione.
di Olimpia De Angelis


......complimenti e orgoglio!
Pierpaolo Perazzolli

La grande bellezza, recensione della recensione
Mauro Biani


"THAT'S AMORE! - Oscar 2014, trionfa La Grande Bellezza"
Fran De Martino



Tiziano Riverso


Ci disegnano così
Massimo Gramellini
04/03/2014
Ma ti pare possibile, sospirava al telefono un amico dopo l’Oscar a «La Grande Bellezza», che per gli altri noi siamo sempre e soltanto la nostalgia del passato, la decadenza infinita, i monumenti che cadono, i mosaici che si scrostano, l’antica Roma e la Roma dei papi, entrambe manipolate nel ricordo e inscatolate dagli stranieri dentro una sequela di luoghi comuni? Ti pare possibile che di un’Italia senza gladiatori, pizzaioli, pittori, mandolinisti, tenori, sarti, ruffiani, avvelenatori rinascimentali e playboy della mutua non interessi niente a nessuno? Ti rassicura questo rinchiuderci in un eterno cliché per compiacere i pregiudizi degli altri nei nostri confronti?

A tutte e tre le domande di quell’italiano riluttante ho risposto con un semplice monosillabo. Sì. L’autorevolezza in certi ruoli non si improvvisa. Noi per gli altri siamo ciò che venticinque secoli di storia hanno stabilito che fossimo: depositari distratti della grande bellezza e custodi approssimativi della memoria universale. Quando ci riusciamo, anche costruttori di benessere. Anni fa, alla delegazione tricolore che durante la visita a un importante organismo internazionale si lamentava perché nella struttura lavoravano dirigenti di ogni nazionalità tranne che della nostra, il direttore generale replicò sorpreso: «Vi sbagliate. Agli italiani abbiamo affidato un settore assolutamente cruciale: il catering».

 "Grazie alle mie fonti di ispirazione: i Talking Heads, Federico Fellini, Martin Scorsese, Diego Armando Maradona. Mi hanno insegnato tutti come fare un grande spettacolo." (P. Sorrentino)
Sorrentino
di Gianni InkyJohn

Gambardella
InkyJohn





Omaggio a Paolo Sorrentino...
...vincitore del Premio Oscar 2014 come miglior film straniero.Paride Puglia


Oscar Sorrentino
Bucnic


L'onorevole Brunetta non ha visto "La Grande Bellezza"
Fulvio Fontana

Lino Casadei

3 marzo 2014, ore 17
Roma sprofonda in Italia, ma vince nel mondo
Di Ferdinando Camon
Romano-napoletano al 100 per 100, “La Grande Bellezza” ha vinto il più mondiale dei premi, l’Oscar, e adesso tutti quelli che non l’han visto correranno a vederlo. E questa è decadenza, ignoranza artistica, mancanza di autonomia culturale, di cervello. Proprio quello che il film denuncia. Non si va a vedere un film perché ha vinto un premio, ma perché è un grande film o tratta un grande tema. “La Grande Bellezza” non è un grande film, ma tratta un grande tema, e il grande tema è Roma. Non è il film che ha vinto l’Oscar, è Roma. La capitale più gloriosa e corrotta, splendida e lurida, mistica e postribolare, piena di storia e di miseria ad ogni metro. Esci dalla stazione Termini e dopo 80 metri t’imbatti nelle mura di Tarquinio e Servio, sei secoli prima di Cristo, ma se non stai attento sbatti le scarpe sulla testa dei barboni insaccati dentro i cartoni, gli sbucci il cranio e loro non protestano, non sanno neanche se sono vivi o morti. L’umanità variopinta che incontri dalla stazione Termini al Colosseo o a San Pietro riunisce tutto il peggio e una particella del meglio dell’umanità. Ricchi sfondati che non hanno mai lavorato per nessuno e hanno sempre fregato tutti, puttane moleste che si offrono di sera e di mattina, politici che sono razzialmente diversi dagli umani, lavoratori dei ministeri e delle partecipate, dipendenti o impiegati che non hanno mai visto un padrone, una fabbrica, un orario, un cartellino da timbrare. Per questa umanità che sembra discesa pari pari dalla decadenza di un impero mondiale morto 1500 anni fa, tutto ciò per cui il resto dell’umanità vive soffre o gode è diverso, da Dio al sesso, dal denaro alla morte, dalla santità al puttanesimo. La vita è “dolce” se è senza etica, senza Dio, senza valori, se tu uomo animato vivi come un animale senz’anima: lo sapeva Fellini e la sua “Dolce vita” è un film disperato e straziante, un pianto o un urlo, lo sa Sorrentino e la sua “Grande Bellezza” è un film cinico e irridente, ateo e miscredente, bello di una bellezza di plastica, che oggi è l’unica vera natura. Perfino Sabrina Ferilli sembra di plastica, come una bambola gonfiabile, dalle misure standard. Per non parlare del protagonista Jep Gambardella, che approda a Roma a ventisei anni, stessa età in cui vi giunse Fellini, solo che Fellini era un provinciale e imparava tutto, mentre Jep sa già tutto. Fellini veniva da Rimini, più a Nord, Jep viene dal Vomero e da Posillipo, più a Sud, ed è un dandy, che è il Superuomo nell’incarnazione della decadenza italiana. Lezioso, danaroso, viveur da salotti e terrazze, che a Roma significa vista sul Colosseo. Sotto la vista del Colosseo, dove venti secoli ti guardano, si gode, che non significa più si scopa ma si sniffa, la dea che ti porta sulle sue ali dalla vita mondana alla super-vita extra-sensoriale è la cocaina, tu la tiri su per il naso e lei ti tira su nel mondo dove sei quel che vuoi. La terrazza con vista sul Colosseo è un incrocio di vite, da qualunque parte vengano i protagonisti minori passano di lì. Verdone buffo e sbruffone più del solito, il guru del botulino sempre con la siringa in mano, la missionaria santa, che ti domandi se è vera o falsa, e non sai quale scegliere, la girandola di artisti che vanno a Roma per sentirsi artisti, i prelati di cui Roma è piena, e per cui è la Città Santa ma querelata dai tribunali di mezzo mondo. Si ballano balli frenetici dal ritmo duro, stordenti come un’altra droga, per cui la folla degli ospiti ondeggia su e giù come sugheri sul mare. Lo scopo della vita è “la festa”, per cui si vive se si va alla festa, ma si super-vive se si è padroni della festa: Jep dichiara “volevo il potere di fare le feste e farle fallire”, che è come dire godere e rovinare il godimento agli altri. Quando dalla terrazza s’inquadra il Colosseo, non capisci se la Grande Bellezza è quella di venti secoli fa o questa di oggi, o il trapasso da quella a questa, o la convivenza delle due. A Los Angeles i premi più importanti per il cinema, i produttori, i registi, gli attori si assegnano nel teatro più kitsch e nella strada più pacchiana del mondo. Si vince se si ha la “forza” di vincere, forza mediatica, mitica, strategica. Roma ha questa forza. Abbiamo vinto per merito di Roma. Una capitale che all’estero esercita un fascino immenso che noi non sentiamo più perché siamo depressi, smemorati, drogati di nullismo. Le città che nel mondo hanno un decimo dell’arte che ha Roma, richiamano turisti dieci volte più di Roma. E lo stesso vale per Napoli, Amalfi, Pompei, Agrigento, Firenze, Venezia… Il nostro Paese è zavorrato di problemi che lo fanno sprofondare. Ma la colpa non è del paese. È nostra. (fercamon@alice.it)

Links:
La bellezza dell’Oscar (Curzio Maltese).

----------------------------------------------------------------


----------------------------------------------------------------------------------------------
Ti potrebbe interessare anche:


Gli Oscar 2014: i protagonisti ed il 'selfie'

lunedì 3 marzo 2014

"coming out"


"Quel giorno l'ho detto ai miei"
Il momento
del “coming out”, la decisione
di rendere esplicita la propria omosessualità:
le difficoltà,
le paure,
il bullismo,
le chiusure dentro casa e gli attacchi a scuola
Il momento
del grande salto nel racconto
di ragazzi e adulti 


da Il Fatto quotidiano di Lunedì 4 marzo 2014

disegno di Marilena Nardi


------------------------------------------------------------------

 Autorete
27/02/2014
Massimo Gramellini
Un calciatore del Cagliari, Daniele Dessena, è stato pesantemente insultato sul web da alcuni tifosi della sua squadra per avere indossato dei lacci color arcobaleno a sostegno della campagna contro l’omofobia. Una vicenda che ha subito propiziato nuovi sermoni contro l’arretratezza del maschio italiota. Sono andato a leggere i commenti incriminati: saranno stati una ventina. I tifosi del Cagliari sono almeno cinquecentomila. Se quella manciata di omofobi avesse scritto i propri pensieri sulla parete di un orinatoio, la questione sarebbe rimasta circoscritta ai frequentatori del luogo. Ma poiché i beceri hanno usato la Rete, la loro bravata è diventata una notizia. Senza che nessuno si fermasse a riflettere che sul web non interviene un campione significativo dell’opinione pubblica, ma solo chi è fortemente motivato a esprimersi sull’argomento in questione, perché ne è toccato in prima persona. E chi mai sarà toccato in prima persona dalle campagne contro l’omofobia, se non gli omofobi?
La sudditanza culturale dei giornalisti (e dei politici) verso la Rete sta cominciando ad assumere le forme di una malattia. Si vive appesi agli umori di minoranze infinitesimali, dilatandoli arbitrariamente a giudizi universali. Si scambia il salotto esclusivo di twitter per una piazza collettiva, quando la stragrande maggioranza degli italiani di twitter ignora persino l’esistenza. Come tutte le novità, il fenomeno è stato sopravvalutato proprio da chi dovrebbe avere gli strumenti intellettuali per filtrarlo. E adesso scusate, ma devo correre sui social network a leggere i commenti.