mercoledì 16 febbraio 2011

"Le croniche di fra' Salmastro da Venegono" di Enzo Lunari

LE CRONICHE DI FRA' SALMASTRO


Fra' Salmastro
Voleva essere questo Salmastro da Venegono un cronachista francescano alla maniera di Fra’ Salimbene da Parma. Al suo stesso modo egli narra gli eventi buttandoli alla rinfusa in un calderone dove le liti di cortile e le grandi lotte fra il papato e l’impero assumono rilevanza, a seconda che vengano a galla o vadano in fondo come fanno le patate e i fagioli nel bollore di un buon minestrone casereccio. Dotato di mediocre intelligenza ma di una fede che smuove le montagne vaga per un mondo dove neanche i sassolini vogliono saperne di muoversi. Le sue parole sono sante e piene di buoni intendimenti ma ogni volta, non so se per sfortuna o per sfiga o per qualche arcano disegno del demonio, gli eventi si stravolgono fino a dimostrare l’esatto contrario di quello che era l’assunto. Lo dice anche lui: “La vita dell’uomo è come una giornata di nebbia bassa in Val Padana: alto sopra la testa, nel cielo sereno gli splende il sole della fede ma quaggiù muove i suoi passi senza sapere se il suo piede calcherà il terreno sicuro o l’orlo di un precipizio o la coda di un serpente”.
Enzo Lunari










"Le Croniche di Fra' Salmastro da Venegono" di Enzo Lunari


Correva l'anno 1975 e Enzo Lunari disegnava la storia delle Croniche di Fra' Salmastro  con ambientazione medievale. In realtà faceva riferimento usando la tecnica narrativa della straniazione, al presente concreto ed attualissimo, nonostante si ricordi che si era allora nel 1975.
Ad essere giustamente bersagliate in modo pungente e con uno spirito caustico di altissimo livello sono le eterne istituzioni kafkiane italiche che in quanto ad assurdità non rivaleggiano con nessuno detenendo di fatto un tradizionale primato plurimillenario.




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Nato il 2 gennaio 1937 a Milano, Enzo Lunari si laurea in scienze politiche e sociali, ma preferisce dedicarsi al fumetto e all'illustrazione. I suoi personaggi più famosi, tutti apparsi sulle pagine di "Linus", sono il preistorico Girighiz, creato nel 1965, il medievale Fra' Salmastro, nato lanno successivo, e due vecchietti, nati a metà degli anni Ottanta, protagonisti di storie amare e patetiche incentrate sui problemi della terza età. Oltre ai fumetti, Lunari ha pubblicato e pubblica vignette su numerose testate e ha realizzato alcuni fascicoli speciali per il Partito socialista in occasione di varie campagne elettorali.(http://www.fumetti.org/)

Link correlati:
Il sito di Enzo Lunari
http://letteraturagrafica.over-blog.com/article-enzo-lunari-51359601.html
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Una dedica speciale  all'amico salmastro https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_PlXyBDnCh4tDBjSt-WAvBWCtx-piwNPXi3e_Q8QMtBW9_IG8KNhSE0OHrCP26LOmowB4PWlNCE-4sNFAiISsg_y3mibOjyNWEXvDlq3XEmNyIgP3q-ub8xLKZeo5xn3N5mYBsi1JP5U/s1600/fany-wink.png

lunedì 14 febbraio 2011

13 febbraio: un milione di donne in piazza

 Le Donne...
Queste Donne Fanno paura a lui!


Ro Marcenaro L'Asino

Non so se qualcuna/o di voi ha partecipato alla manifestazione odierna. Vi posso assicurare -e parlo di Torino- che in vita mia non ricordo (a parte la caduta del muro Berlinese, e al Cairo non ci sono stata in questi giorni ) una fiumana di questa portata! Già si sapeva che l'afflusso sarebbe stato elevato, ma questo oceano era veramente del tutto imprevedibile.  Certo è che oggi mi sono resa conto di quanto sia enorme il popolo elettorale astensionista...
Nadia Redoglia da ÆNIGMATICA



Giuditta day - Paride Puglia -L'Asino
Ora o mai più!
Lunedì 14 Febbraio 2011 11:39
di Nadia Redoglia
Il giro de mondo in 24 ore! L'oceano delle donne, dei loro figli e compagni, dall'Europa in 230 città italiane, Parigi, Grenoble, Lille, Lione, Strasburgo, Tolosa, Bruxelles, Londra, Madrid, Barcellona, Stoccolma, Atene, Amsterdam, Lisbona, Praga, Zurigo, Ginevra, Berlino, si è riversato a Tokyo, New York, Washington, Boston, Portland, Michigan e perfino in Bangladesh, Mozambico, Corea, Nepal, Hawaii, a Toronto, Seul, Giakarta, Katmandu, Maputo e oggi ad Auckland, in Nuova Zelanda...

Noi eravamo a Torino. Da Porta Nuova, per via Roma, passando per piazza S.Carlo e Castello, via Po fino a piazza Vittorio con a disposizione giusto lo spazio del nostro corpo. Un'ora e mezza per spostarci di dieci metri. Non un simbolo di partito, solo cuori e cervelli. Sventolavano le sciarpe bianche e chilometri di filati colorati, intrecciati sotto il cielo e sopra di noi. Dai balconi applaudivano, sminuzzavano coriandoli, spargevano bolle di sapone giganti, mestoli e coperchi intonavano inni, chitarre, maracas, armoniche, improvvisavano ritornelli e stornelli...

Il "se non ora, quando" è stato omologato a tutti gli effetti: tornare indietro non è più possibile. In tal senso non è certo il caso d'occuparci degli sproloqui deliranti, prima e dopo, del sultano e dei suoi accoliti. E' ben altro, semmai, che dovrebbe destare preoccupazione a tutte le genti del dissenso. Ci sembra appena il caso di fare notare ai dirigenti partitici che fanno opposizione per mestiere, che questo oceano italiano non ha votato il sultano o i suoi alleati, ma evidentemente non ha votato neppure voi! Temiamo fortemente che la stragrande maggioranza non abbia votato proprio, pur nel passato avendovi preferito o scelto quegli altri.
Lasciate da parte il vostro atto di dolore, fate piuttosto un atto di fede -visto il dono che vi hanno offerto le sorelle d'Italia- sul fatto che il "se non ora quando(?!)" ora passa prorompente a voi. Trattacelo con cura e fatene buon uso! fonte: NUOVASOCIETA'
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Mellana da NuovaSocietà




Burqa bunga
Massimo Gramellini
Anch’io domenica scenderò in piazza contro chi disprezza il corpo e l’anima delle donne. E cioè contro i vecchi bavosi che le riducono a gingilli. Contro gli arrivisti che le utilizzano come merce di corruzione presso i potenti. Contro le ragazze che si vendono, spacciando la loro bramosia di denaro e di fama per libertà. Contro i genitori disposti ad accettare l’idea umiliante che la carne della propria carne diventi strumento di carriera. Contro chi pensa che non esista una via di mezzo fra il burqa e il bunga bunga e invece esiste: chiamiamolo burqa bunga, oppure dignità. Contro i pubblicitari che da trent’anni riempiono di seni & sederi le tv e i muri delle nostre città per promuovere prodotti (telefoni, gioielli, giornali di sinistra) che nulla c’entrano con la biancheria intima. Contro le tante signore «impegnate» che hanno accettato questo insulto senza protestare. Contro gli autori televisivi che hanno ridotto il vestito delle ballerine a un filo interdentale, imponendo al Paese un’estetica trucida e volgare. Contro gli autori televisivi che hanno fatto la stessa cosa, ma sostenendo che si trattava di una forma sottile di ironia, mentre di sottile c’era solo la gonna. Contro chiunque considera il corpo delle donne un fatto pubblico, quando invece è un bene privato da esibire soltanto a chi si vuole, e nell’intimità. Contro i giornali e i siti «seri» affollati di culi & sederi. E contro coloro che se ne lamentano, ma intanto cliccano lì.

In fondo domenica scenderò in piazza un po’ anche contro me stesso
(10-02-11)
SERGIO STAINO

http://img829.imageshack.us/img829/1152/vignetta13022011.jpgGianni Carino per http://www.rainews24.rai.it/

Emper - L'Asino



La riscossa delle donne fa tremare il potere

Torno ora dal centro di Milano invaso dalla protesta delle donne, con una componente impressionante di giovanissime. E ho notizia di persone che per la prima volta in vita loro hanno partecipato a una manifestazione di piazza. E’ una giornata che ricorderemo, è la conferma che la questione femminile a lungo sottaciuta e irrisa rappresenta il punto debole di un establishment italiano neanche lontanamente consapevole della sua portata. Ci sarà tempo per rifletterne, anche all’Infedele di domani sera. Ho provato un’emozione forte (e anche un po’ di fifa) parlando a tanta gente dal palco di piazza Castello. No davvero, ministro Gelmini, non eravamo pochi “radical chic”. Chi ha offeso i sentimenti più intimi e il senso di dignità delle donne italiane, dovrà prendere atto di non essere più in grado di governare. Ma ho l’impressione che con questa presa di coscienza dovrà fare i conti un’intera classe dirigente. Era ora!
Gad Lerner

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Mauro Patorno
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VAURO Le vignette di Vauro

L'Urlo di Giannelli 
Corriere della Sera


Bandanax - L'Asino
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CHI SPINGE ?

Tutti gli opinionisti della maggioranza cercano di negare la grande partecipazione alla manifestazione di ieri.
Per chi c'è stato ma, anche per chi l'ha semplicemente vista in tv, questo tentativo appare in effetti un po' patetico.
Però e, se i sondaggi che ne confermano la grande popolarità sono veri, Berlusconi, un po' come il grande Sordi ne "il Vedovo" potrebbe giustamente chiedersi: "chi spinge?.


Pubblicato da uber
Etichette: berlusconi, donne, politica *



E' stata proprio una bella manifestazione anche a Vicenza!
Marilena Nardi http://www.marilenanardi.it/
Link correlati :

alberto cane blog:
Se non ora quando? Ora. L'altra metà del cielo ha invaso le piazze d'Italia

  Luca Boschi:
UNA DOMENICA CON GLI OMBRELLI ROSSI
L'EVOLUZIONE DELLA SPECIE, secondo BEN HILLMAN

domenica 13 febbraio 2011

"Farò causa allo Stato" (l'ira di Silvio)

Dopo aver saputo la decisione del tribunale di Milano 
La Procura di Milano ha chiesto il giudizio immediato per il premier in base a prove considerate tanto evidenti da permetterne una richiesta di condanna. Berlusconi attacca i pubblici ministeri, li definisce «eversivi», parla di «schifo» e «vergogna», annuncia una causa contro lo Sta-to-eannuncia che è pronto a portare al Quirinale il decreto legge sulle intercettazioni. Il Pdl, dopo un vertice a palazzo Grazioli: «Gravissimo uso politico della giustizia».
"Pm eversivi, farò causa allo Stato" - Sfogo del premier: schifo eversivo. Dovrò fare causa allo Stato


Causa effetto
fabiomagnasciutti
 Il frutto proibito
Giannelli http://www.corriere.it/



 Certezza assoluta
-Faccio causa allo stato!
-Ed è sicuro che la vinco perchè lo stato sono io!

Giannelli http://www.corriere.it/




Benny per Libero


CI VEDIAMO IN TRIBUNALE !!
Il piccolo Silvio è esasperato.
I brandelli di magistratura ancora in vita, dopo le sue riforme, lo attaccano da tutti i fronti.
La sua libertà di delinquere è in pericolo.
E allora cosa gli rimane ??
Rivolgersi alla stessa magistratura per pretendere giustizia !!
Roberto Mangosi www.enteroclisma.com



L'Ira del Pelide Silvio - fany

sabato 12 febbraio 2011

Egitto (vignette internazionali) seconda parte

 Seconda Parte(1-10 febbraio2011)
QUI la Prima Parte

px2447c
En Egipto ...Febrero 2nd, 2011
Pedro X.Molina
http://www.pxmolina.com/


px2448c
Revuelta digital…Febrero 3rd, 2011
 Pedro X.Molina
http://www.pxmolina.com/



http://img13.imageshack.us/img13/8463/hh1frlltqw2re1uolwaaw.jpg
Egypt Cries
Farhad Foroutanian  www.farhad.nl
The protest in Egypt has culminated into a bloody clash between demonstrators and supporters of Mubarak.
03 Feb 2011
http://www.cartoonmovement.com/cartoon





Mubarak Pharaoh
By Petar Pismestrovic
Kleine Zeitung, Austria


http://img684.imageshack.us/img684/8673/88890600.jpg

Mubarak as a mummy
By Riber Hansson, Sweden

http://img19.imageshack.us/img19/2686/88758600.jpg
Tattoo Removal
By Cardow, The Ottawa Citizen  -  2/1/2011


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Questa vignetta di Dave Brown da The Independent mostra il presidente Obama con un barattolo di vernice, che fa  il segno di V per vittoria .  Ha appena spruzzato lo slogan "Viva una transizione ordinata" sul lato di un carrarmato distrutto, che ha la forma dell'assediato presidente egiziano Hosni Mubarak . Una folla di manifestanti si sventolano cartelli in background.
 Il cartoon illustra l'atteggiamento ambivalente degli Stati Uniti verso la rivolta egiziana. In realtà, la politica americana è stata per decenni per aiutare a proteggere "regimi arabi moderati", come quello di Mubarak in Egitto (si noti che il serbatoio era "Made in USA"). Anche se quei regimi erano dicatorships, hanno fornito un baluardo contro la marea montante del fondamentalismo islamico.  D'altra parte, l'America piace vedere se stesso come promotrice della democrazia in tutto il mondo (ricordate l'Iraq?), Quindi non può davvero lamentarsi quando il popolo insorge contro un regime brutale.Il massimo che gli USA possono sperare, dunque, è 'un ordinata transizione verso una democrazia filo-occidentale. Questo è esattamente ciò che il Segretario di Stato Hilary Clinton ha chiesto .


http://media.timesfreepress.com/img/news/tease/2011/01/31/110201_Egypt.jpg
Clay Bennett (Chattanooga Times Free Press)
http://i.telegraph.co.uk/multimedia/archive/01815/garland-01_1815740a.jpgGarland (The Telegraph)

http://i.telegraph.co.uk/multimedia/archive/01814/adams-31-01_1814771a.jpg
Adams (The Telegraph)


http://img823.imageshack.us/img823/6961/49758855.png
Adams (The Telegraph)
La politica di Washington sulla crisi egiziana è stata ambigua e priva di chiarezza. Quindi i geroglifici, che simboleggiano qualcosa che è incomprensibile.

http://img248.imageshack.us/img248/8302/88957600.jpg
USA and Egypt
By Olle Johansson, Sweden  -  2/7/2011
http://img268.imageshack.us/img268/329/88959600.jpg
Balancing act-color
By Petar Pismestrovic, Kleine Zeitung, Austria

http://img191.imageshack.us/img191/5094/88990600.jpg
The meaning of hieroglyphics
By Frederick Deligne, Nice-Matin, France  -  2/8/2011http://img140.imageshack.us/img140/7627/89073600.jpg 
US Foreign Policy
By Shlomo Cohen, Israel  -  2/9/2011

http://img196.imageshack.us/img196/5985/89095600.jpgPeople Power in Egypt
By Brian Adcock, The Scotland  -  2/10/2011 

http://img833.imageshack.us/img833/5650/89124600.jpg 
The Sands of Mubarak
By Nate Beeler, The Washington Examiner  -  2/10/2011

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The Egyptian crisis: another day, another two US policies (The Guardian)
Dithering White House all at sea (The Guardian)
US fights mixed messages on Egypt crisis (Reuters)
U.S. deeds don't follow U.S. words on Egypt (Washington Post)

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(continua)

venerdì 11 febbraio 2011

17 marzo festa del 150° anniversario dell'Italia. E' polemica.


OTTIMISMO SFRENATO

Come spesso accade in Italia ci si divide su tutto. Lega e Confindustria  non intendono considerare giornata festiva il 17 marzo 2011 data della commemorazione del 150° dell'unità d'Italia.


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Etichette: disoccupazione, italia, LAVORO
10 febbraio 2011, ore 17


Unità d’Italia: festeggiarla o no?
 

Di Ferdinando Camon
 

Siamo al caos: non sappiamo se il 150° anniversario dell’Unità d’Italia sarà festeggiato, se aziende e scuole resteranno chiuse, o solo le aziende, se le autorità istituzionali si troveranno tutte a Roma, o se quelle della Lega attueranno un boicottaggio, come per conto suo ha già annunciato il presidente della Provincia autonoma di Bolzano. È in ballo lo Stato, la coscienza di un suo ruolo, un suo passato, un suo futuro, una sua necessità, per tutti. Il nostro problema non è che “siamo uno Stato”, come pensa la Lega con i suoi capi, in primis Bossi e Calderoli, ma che “siamo uno Stato recente, immaturo e incompleto”. In Europa abbiamo a che fare con Stati più antichi, più solidi, più efficienti. E perdiamo il confronto. La soluzione di questo handicap non è sfasciare lo Stato, e tornare a tanti staterelli ininfluenti e trascurabili. La soluzione è fare uno Stato più completo, più definitivo, più unitario. Uno Stato che conti. Dunque, celebrare sì o no il 150° anniversario della nostra unità? Certamente sì. È giusto, ne abbiamo bisogno, ci fa più popolo. Perché siamo popolo se abbiamo uno Stato.
E come celebrare questa ricorrenza? Fermando il lavoro o lavorando? Ragioniamo. Lavorare significa andare in fabbrica per gli operai e a scuola per gli studenti. Non c’è dubbio che se gli studenti vanno a scuola, e a fine mattinata, nell’ultima ora, vengono portati ad ascoltare in aula magna il discorso esplicativo di un professore di Storia sul significato dell’evento, capiscono l’evento molto meglio che standosene a casa. La coscienza dello studente si forma a scuola, non a casa. Meglio ancora sarebbe se quel discorso venisse dal ministro della Pubblica Istruzione, e gli studenti di tutt’Italia lo ascoltassero contemporaneamente, ogni classe nella propria aula, via radio. Questo avrebbe, anche tecnicamente, un effetto unificante nazionale. Non so se l’attuale ministro sia in grado di scriversi un discorso all’altezza. Ma può sempre farselo scrivere. Il vero problema è che in questo momento nella maggioranza governante c’è un partito che non è né favorevole né neutrale, ma fortemente contrario, non solo verso la celebrazione dell’Unità nazionale, ma verso il concetto stesso. Se il concetto vien ribadito dal parlamento nazionale, con l’invito ai rappresentanti delle istituzioni di presenziare a Roma, ci sono alti esponenti di questo partito che rifiutano e restano a casa. Si comportano da perfetti stranieri. Esattamente come il presidente della Provincia Autonoma di Bolzano, che non vuole avere rapporti con l’Italia, se non quando può lucrare sontuose elargizioni di denaro pubblico. Allora corre, vota e intasca. Se no, no. L’Italia è un piatto dove mangia e sul quale sputa in eurovisione. Uno Stato funzionante dovrebbe o non farlo mangiare o non farlo sputare. E così i presidenti leghisti: ricoprire alte funzioni statali vuol dire far parte dello Stato e fare ciò che lo Stato chiede, se non vuoi celebrare lo Stato rinunci a quella carica e a quello stipendio. Certo, nelle aziende facendo una festa in più si salta una giornata di produzione, e la Marcegaglia calcola per le imprese una perdita di 4 miliardi di euro. Ma non è una festa celebrata ogni anno per 150 anni, è la prima in 150 anni. Nel corso dell’anno ci sono tante feste meno rilevanti, si può eliminare qualcuna di quelle. Ma la verità è che chi non vuole il 150° anniversario dell’unità d’Italia, in realtà non vuole l’unità d’Italia, e infatti con queste resistenze a festeggiarla la stanno sabotando: arriva il 150° anniversario dell’unificazione, e l’Italia, invece di farsi più unita, si fa più spaccata, al suo interno e anche di fronte al mondo. Tutto fa pensare che la festa si farà, quel giorno. Ma è una festa già rovinata fin da adesso.

(fercamon@alice.it)

...poichè la presidente di Confindustria, cui il padre Steno è indagato per traffico illecito di rifiuti tossici, non ha capito , o peggio, fa finta di non capire che non è che lavorando più ore si produce di più, ma lavorando meglio e più organizzati si rende meglio ed è necessario proprio per questo investire di più. Proprio per questo bisognerebbe chiedere alla Marcegaglia come mai in Germania che hanno più feste comendate i dipendenti guadagnano il doppio?...viva il 17 marzo!
Paride Puglia

SERGIO STAINO 


http://www.lelecorvi.com/

born on seventeenth of march
Festeggiare l’Unità d’Italia è certamente una bella idea, ma sarebbe un vero peccato mandare in fumo, per questo, l’immagine che diamo al mondo di paese serio, onesto e laborioso. Ma come – direbbero i più – se ne ricordano dopo centocinquanta anni ?! Magari è soltanto una scusa per racimolare un’altra giornata di non lavoro ! Eh già – si mormorerebbe in giro – si inizia così e poi si finisce con i festini a luci rosse, la droga, gli scandali e la corruzione. Pensassero piuttosto a lavorare ! Franco Stivali