venerdì 26 settembre 2025

A St-Just-le-Martel 2025, Marilena Nardi "Vachement obstinée."

 




44° Salon International de la caricature, du dessin de presse et d’humour di St-Just-le-Martel - 27 settembre / 5 ottobre.


La precedente edizione  ha visto Marilena Nardi, vincitrice del massimo riconoscimento, ovvero il Premio Humour Vache consistente in molta gloria, un trofeo in porcellana di Limoges e in una vacca vera... viva e vegeta, di nome Justine.(foto in fondo al post).


Così per l'edizione 2025 Marilena Nardi ha avuto l’onore di disegnare integralmente il manifesto  e di essere invitata al Salon con una corposa (oltre 80 lavori) mostra personale dal titolo Nardi, "Vachement obstinée".

Congratulazioni Marilena!!




Dice Marilena Nardi della sua mostra: 

Vachement obstinée

Aujourd’hui, face à la crise de la presse, aux risques de procès et d’attaques personnelles, à la dévalorisation du graphisme et à l’avènement de l’IA, dessiner est un acte de résistance, ou du moins de grande obstination. D’où le titre de cette exposition qui présente des dessins de divers types : caricatures (dont celles de personnages d’autrefois), dessins humoristiques (sur des thèmes qui me sont très chers), et dessins d’actualité.

Pourquoi ce recueil ? Parce qu’il représente mon parcours : je suis caricaturiste, illustratrice et professeur à l’Académie des Beaux-Arts de Venise. J’ai toujours cherché (et parfois même touvé !) l’équilibre nécessaire pour permettre à ces multiples « âmes » en moi de coexister. Le dessin même est une forme de communication qui utilise des registres multiples et différents. Dans le dessin de presse, domaine auquel je me consacre particulièrement depuis 15 ans, deux mondes se rencontrent : celui de l’art et celui du journalisme. Permettez-moi une métaphore. Le/a dessinateur/trice de presse est un peu comme un funambule : il évolue sur une corde tendue entre le journalisme, avec son besoin d’information et de véracité du contenu, et l’art, qui ouvre au lecteur des chemins de compréhension différents et plus profonds. Dans mes dessins, comme un funambule, parfois je suis un peu plus proche de l’actualité (avec la politique et les caricatures), d’autres fois je me rapproche du dessin expressif et poétique. L’humour comme balancier… ce qui dans mon cas ne veut pas dire nécessairement chercher le “comique” et le rire.

Mes dessins visent avant tout à faire réfléchir les lecteurs, à poser des questions, à susciter des doutes. Et certainement, dessiner m’aide moi-même à explorer plusieurs directions, d’une manière vachement obstinée et contraire.

Molto ostinata

Oggi, di fronte alla crisi della stampa, al rischio di cause legali e attacchi personali, alla svalutazione della grafica e all'avvento dell'intelligenza artificiale, disegnare è un atto di resistenza, o almeno di grande ostinazione. Da qui il titolo di questa mostra, che presenta disegni di vario genere: caricature (anche di personaggi del passato), disegni umoristici (su temi a me molto cari) e di attualità.

Le petit clown, 2025
Perché questa collezione? Perché rappresenta il mio percorso: sono caricaturista, illustratrice e docente all'Accademia di Belle Arti di Venezia. Ho sempre cercato (e a volte persino trovato!) l'equilibrio necessario per far coesistere queste molteplici "anime" dentro di me. Il disegno stesso è una forma di comunicazione che utilizza registri molteplici e diversi. Nel disegno editoriale, un campo a cui mi dedico da 15 anni, due mondi si scontrano: l'arte e il giornalismo. Permettetemi una metafora. Il vignettista editoriale è un po' come un funambolo: cammina su un filo teso tra il giornalismo, con il suo bisogno di informazione e contenuti veritieri, e l'arte, che apre al lettore percorsi di comprensione diversi e più profondi. Nei miei disegni, come un funambolo, a volte mi avvicino un po' di più all'attualità (con politica e caricature), altre volte gravito verso un disegno espressivo e poetico. L'umorismo come equilibrio... che nel mio caso non significa necessariamente ricercare il "comico" o la risata.

I miei disegni mirano soprattutto a far riflettere i lettori, a porsi domande, a suscitare dubbi. E certamente, il disegno mi aiuta a esplorare diverse direzioni, in modo molto ostinato e contraddittorio.

+++


"Nardi. Vachement obstinée"
Voilà le catalogue pour l'exposition qui s'ouvre aujourd'hui au Salon de l'Humour de Saint-Just-le-Martel Haute Vienne France. Préfacé par Thierry Vissol que je remercie, il s'agit d'un recueil de 116 dessins. Édition en nombre limité (200 copies signées et numérotées), format A4, couverture rigide, 90 pages, prix 24€.




🎖️ Prix de l'Humour Vache 





St-Just-le-Martel 2025 . tutto il programma



lunedì 22 settembre 2025

La mannaia di Trump sulla cultura americana, oltre la censura

 Da Pagina 21


Feggo, Vista del 4 luglio dal confine meridionale

La mannaia di Trump sulla cultura americana, oltre la censura

Ne fa le spese anche Felipe Galindo, conosciuto come Feggo, artista messicano nazionalizzato americano

scritto da Thierry Vissol 19 Settembre 2025 

Il desiderio di riscrivere la storia (o di scriverla) per valorizzare i poteri o le ideologie dominanti, imporre la propria visione della morale e l’adeguatezza dei comportamenti degli individui che vivono sotto il loro dominio, è antico quanto le società urbane organizzate attorno alla triade dei poteri politico-militari, economici, e religiosi.

È probabile che esistesse già da molto tempo nelle società senza scrittura che le hanno precedute, così come nelle società cosiddette primitive (intese come non occidentalizzate) studiate da oltre due secoli dagli etnologi attraverso i miti e le norme comportamentali. In Europa, il Calvinismo e la sua applicazione moralizzante nella Repubblica di Ginevra hanno introdotto nel Seicento una nuova forma dittatoriale di controllo sociale, da cui derivano prima il puritanesimo anglosassone e poi, a partire dagli anni Venti del secolo scorso negli Stati Uniti, i preludi del movimento woke, con vere e proprie guerre culturali volte a imporre il dominio di un politicamente corretto cioè di un ethos culturale e morale corrispondente a una visione puritana del mondo.

La guerra culturale american (e non solo): woke versus MAGA

Dalla sfera della cultura, i temi nel tempo si sono allargati all’aborto, all’omosessualità, ai diritti dei transgender, alla pornografia, al multiculturalismo, ai punti di vista razziali e ad altri conflitti basati su valori, moralità e stili di vita. Assumerà una dimensione mondiale con i movimenti identitari e le campagne come #metoo e #blacklivesmatter. Diffusa grazie alla cassa di risonanza degli social network, si è quindi creato, prima negli USA per decenni, poi anche nel resto del mondo occidentale democratico, una Doxa vittimistica nella quale la diversità è ridotta al colore della pelle, al genere, alla religione o all’orientamento sessuale.

Nessuno può mettere in dubbio la legittimità delle battaglie contro le discriminazioni, contro il sessismo e la misoginia, il razzismo, le disuguaglianze, né l’importanza politico-sociale di permettere alle minoranze di esprimere i loro disaggi e le loro rivendicazioni che non vengono prese in considerazione dai politici e dai media mainstream. Tuttavia, è incomprensibile il conflitto che si è creato tra wokisti e antiwokisti.

Non si può fare finta che la Cancel culture non sia l’espressione della rabbia di una popolazione emarginata che non ha altra possibilità di fare sentire se non con internet. Una popolazione stufa della passività delle istituzioni e delle autorità di fronte al razzismo, all’ingiustizia sociale, al sessismo, all’omofobia, alla transfobia. Una rabbia esacerbata da coloro che esprimono il loro disaccordo, disgusto o addirittura il loro odio nei confronti di queste minoranze.

Di fatto questi eccessi sono contrastati da eccessi inversi, condanne e repressioni. Ognuna delle parti in causa si considera come quella buona e gli altri sono sempre e solo i cattivi, pervertiti sociali o malati di mente, a seconda di chi si esprime. Questo mette in luce la contraddizione esistente tra la volontà di sembrare culturalmente corretto, in linea con i messaggi delle minoranze razziali o di orientamento sessuale, promossi dai movimenti woke e la realtà vissuta da una grande parte della società che si sente tradita e abbandonata dall’esagerata attenzione data a questi movimenti al discapito delle sue difficoltà nella sua vita quotidiana (povertà, disoccupazione, mancanza di servizi pubblici, sicurezza sul lavoro, educazione, paura della concorrenza degli immigranti, terrorismo islamico…).

Questa riduzione del mondo in buoni (autocertificati) e cattivi (da rieducare) ha spinto a destra molti liberali americani e sta contribuendo al successo politico e culturale di Donald Trump e dei MAGA. Il rischio è che cominci ad avere gli stessi effetti nel resto dell’Occidente.

Dall’inizio del suo secondo mandato, il presidente Trump vuol mettere a tacere ogni opposizione politica e riscrivere la storia americana in chiave patriottica, ovvero sradicare la diffusione dell’ideologia woke e l’ideologia di sinistra dei democratici al quale l’ha associata perché ha promosso questa ideologia corrosiva. Lo afferma chiaramente in un Ordine Esecutivo del 27 marzo 2025, intitolato Ripristinare la verità e la saggezza nella storia americana.

«Suo obbiettivo è chiaramente definito. Negli ultimi dieci anni, gli americani hanno assistito a uno sforzo concertato e diffuso per riscrivere la storia della nostra nazione, sostituendo fatti oggettivi con una narrazione distorta guidata dall’ideologia piuttosto che dalla verità. Questo movimento revisionista cerca di minare i notevoli risultati raggiunti dagli Stati Uniti mettendo in cattiva luce i suoi principi fondanti e le sue pietre miliari storiche. In base a questa revisione storica, l’eredità senza pari della nostra nazione in termini di promozione della libertà, dei diritti individuali e della felicità umana viene ricostruita come intrinsecamente razzista, sessista, oppressiva o comunque irrimediabilmente imperfetta. Anziché promuovere l’unità e una comprensione più profonda del nostro passato comune, lo sforzo diffuso di riscrivere la storia approfondisce le divisioni sociali e alimenta un senso di vergogna nazionale, ignorando i progressi compiuti dall’America e gli ideali che continuano a ispirare milioni di persone in tutto il mondo».

Questo ordine esecutivo fa seguito ad altri tre, con lo stesso orientamento ideologico antiwoke, firmati da Trump il giorno del suo secondo insediamento come presidente degli Stati Uniti, il 20 gennaio 2025: l’ordine esecutivo 14151, intitolato Porre fine ai programmi radicali e dispendiosi del governo DEIA (Diversità, Equità, Inclusione e Accessibilità) e alle preferenze; l’ordine esecutivo 14168, intitolato Difendere le donne dall’estremismo dell’ideologia di genere e ripristinare la verità biologica nel governo federale, e l’ordine esecutivo 14172, intitolato Ripristinare i nomi che onorano la grandezza americana.

A questi ordini hanno fatto seguito azioni concrete come la nomina del vicepresidente J.D. Vance al Consiglio di amministrazione della Smithsonian Institution, poi con il suo ordine di missione: esaminare i contenuti della Smithsonian alla ricerca di ideologie «improprie, divisive o antiamericane». Di fatto, per Trump: «Un tempo ampiamente rispettata come simbolo dell’eccellenza americana e icona globale dei risultati culturali, la Smithsonian Institution è stata, negli ultimi anni, influenzata da un’ideologia divisiva e incentrata sulla razza. Questo cambiamento ha promosso narrazioni che descrivono i valori americani e occidentali come intrinsecamente dannosi e oppressivi».


Perché tanto accanimento contro l’istituzione culturale più prestigiosa degli Stati Uniti?

Fu creata grazie alla donazione del suo patrimonio agli Stati Uniti da parte di un ricchissimo scienziato britannico, John Smithsonian, per fondare «a Washington, con il nome di Smithsonian Institution, un istituto per l’incremento e la diffusione della conoscenza». La donazione fu approvata dal Congresso nel 1836 e, il Senato degli Stati Uniti approvò la legge che istituiva la Smithsonian Institution, firmata dal presidente James K. Polk nel 1846. Da allora, è diventata la più grande struttura di cultura e di ricerca storica degli USA, con ventuno musei o gallerie direttamente collegati all’istituzione, e diversi centri di ricerca. Organizza mostre temporanee, conferenze e altri eventi occasionali. Infine, condivide i suoi tesori con oltre 90 altri musei in ventitré Stati diversi. Uno dei problemi principali di Trump è che l’Istituzione sia un covo di democratici: al 4 agosto 2025, il suo consiglio di amministrazione era composto da 10 membri democratici, 5 repubblicani (tra cui il vicepresidente Vance) e 2 indipendenti.

Tra i musei, quattro sono considerati da Trump come i più pericolosi perché i loro contenuti potreberro presentare «narrazioni divisive, escludendo i ricchi, bianchi e maschi». Se quasi tutti i musei sono sotto critica, quattro di loro sono considerati come i più pericolosi. Tra questi ci sono: il California African American Museum (CAAM) di Los Angeles, inaugurato nel 1984 e dedicato alla storia e al contributo culturale degli afroamericani nell’America occidentale; il National Museum of the American Indian, fondato nel 2004, dedicato alla storia, alla cultura e alle arti degli indiani nordamericani; il National Museum of African American History and Culture o NMAAHC  fondato nel 2003.

Tuttavia, per Trump, il più pericoloso sarebbe il futuro National Museum of the American Latino, la cui la creazione è stata decisa dal Congresso nel 2020. Questo museo intende dimostrare che la storia dei latinoamericani fa parte della storia americana, tanto più che essi, 63,7 milioni, rappresentano il 19% della popolazione. Numerose istituzioni hanno reso il bilinguismo inglese-spagnolo una norma sui loro siti web ufficiali, come il governo, l’FBI, Medicare o la Biblioteca Nazionale di Medicina. In attesa della sua inaugurazione, è stata aperta nel giugno 2022 una galleria temporanea, la Molina Family Latino Gallery, in un altro museo dello Smithsonian, il National Museum of American History, con una mostra intitolata ¡Presente! A Latino History of the United States che doveva durare fino a novembre 2025.

A seguito della missione affidata al vicepresidente Vance, Trump ha firmato un nuovo ordine esecutivo il 21 agosto 2025 intitolato Il presidente Trump ha ragione riguardo allo Smithsonian, un promemoria in 26 punti che mira a correggere i contenuti delle mostre e di altri programmi. Il suo bersaglio sono le opere d’arte e le mostre volte a educare il pubblico su «una società che privilegia i bianchi e la bianchezza», perché definiscono la cosiddetta «cultura dominante bianca» come «il modo in cui i bianchi, le loro tradizioni, i loro atteggiamenti e il loro stile di vita sono stati normalizzati nel corso del tempo» e descrivono «la famiglia nucleare», «l’etica del lavoro» e «l’intelletto» come qualità bianche radicate nel razzismo. In sintesi, Trump sta compiendo il primo passo per cancellare la teoria critica della razza, le storie LGBTQ+ e altre narrazioni che ritiene antipatriottiche.

L’ordine esecutivo elenca una serie di mostre e opere d’arte (con riproduzioni fotografiche) che devono essere chiuse o rimosse dall’esposizione che sia nella National Portrait Gallery, nell’American History Museum, nel National Museum of African Art, nel National Museum of the American Latino, Museum of American Art.

È così, la mostra Sulla storia latina degli Stati Uniti, prima citata, è stata smantellata a fine agosto, tanto più che era illustrata dal quadro in coda a questo articolo, realizzato dal nostro amico Felipe Galindo, conosciuto come Feggo, artista messicano nazionalizzato americano. Raffigura dei migranti che guardano i fuochi d’artificio del Giorno dell’Indipendenza «attraverso un’apertura nel muro di confine tra Stati Uniti e Messico».

Secondo l’ordine esecutivo è divisiva perché afferma che i fondatori dell’America «temevano l’immigrazione non bianca». Una realtà storica, pure, per i WASP (White Anglo-Saxon Protestant) di tutti i tempi, ma una realtà storica che i MAGA non vogliono accetare. Il testo che commenta questo dipinto, in una sezione della mostra intitolata Paura e pregiudizio, non fa altro che riconoscere questa lunga e documentata storia: «Molti politici statunitensi, a partire da Benjamin Franklin, hanno temuto l’immigrazione non bianca. Anziché essere riconosciuti come costruttori di comunità, gli immigrati latinoamericani sono talvolta descritti come invasori. Molti hanno rischiato la vita per immigrare perché credono negli ideali statunitensi quali la democrazia, l’uguaglianza e le opportunità».

Feggo ha creato questa immagine nel 1999, da allora è stata esposta e riprodotta ampiamente. Faceva parte della sua serie Manhatitlan: Mexican and American Cultures Intertwined (Manhatitlan: culture messicana e americana intrecciate), un progetto con opere su carta, animazioni e un libro e che ha ricevuto numerosi premi ed è presente in molte collezioni private e pubbliche, tra cui la Biblioteca del Congresso.

L’elenco delle «opere d’arte discutibili» presentato in questo decreto esecutivo – e successivamente ritirate dalle sale espositive di diversi musei – ricorda gli anni bui e difficili in cui Adolf Hitler decise di eliminare dai musei tedeschi quelle opere d’arte che definiva «arte degenerata».

Siamo molto lontani dalla missione del Museo Nazionale di Storia Americana descritta sul suo sito web: «La nostra missione è quella di consentire alle persone di creare un futuro giusto e compassionevole attraverso l’esplorazione, la conservazione e la condivisione della complessità del nostro passato».

mercoledì 17 settembre 2025

53° PREMIO SATIRA Forte dei Marmi - edizione 2025

 


53° PREMIO SATIRA Forte dei Marmi - edizione 2025

Per la satira illustrata è stato premiato Fabio Magnasciutti, disegnatore che ogni giorno commenta le notizie di prima pagina con tratto raffinato e pittorico, riuscendo a donare poesia anche ai temi più drammatici.

Tratto asciutto e parole essenziali, il lavoro di Fabio unisce la tradizione della vignetta satirica alla leggerezza poetica: uno sguardo laterale che racconta l'attualità e la vita in ogni suo aspetto.

Magnasciutti era già stato premiato nel 2015. 

Congratulazioni Fabio!!






Beppe Cottafavi e Fabio Magnasciutti



Le stelle dell’umorismo al 53° Premio Satira Forte dei Marmi

Sabato 13 settembre 2025, alle ore 18:00, si terrà la 53ma edizione del Premio Internazionale di Satira Politica Forte dei Marmi, storico riconoscimento che dal 1973 incorona i protagonisti di satira e umorismo in tutte le sue declinazioni. Come da tradizione, la premiazione si terrà anche quest’anno alla Capannina di Franceschi.

L’edizione 2025 del Premio – diretto da Beppe Cottafavi – punta i riflettori sulle nuove leve della comicità: artisti che, oltre a ottenere crescente successo negli spettacoli dal vivo, hanno saputo conquistarsi spazi televisivi di rilievo. «Talenti che sono anche autori di sé stessi: non solo dei propri testi, ma scrivono sui giornali e pubblicano libri. E proprio alla autorialità e alla qualità della scrittura comica e satirica nella stand-up, in tv, nei libri e sui giornali è dedicato il premio di quest’anno» annuncia Cottafavi.

A ricevere il Premio per il programma tv sarà infatti Valerio Lundini, ideatore e protagonista di “Faccende complicate” (RaiPlay e Rai 3), serie di reportage itineranti che, partendo da temi di attualità, deragliano tracciando percorsi comici ai limiti dell’assurdo. Già premiato nel 2021 per “Una pezza di Lundini”, il comico si conferma uno dei più originali interpreti della scena italiana.

Edoardo Ferrario sarà premiato per l’interpretazione di Maicol Pirozzi, tra i più apprezzati e virali personaggi del “GialappaShow”, esilarante parodia dei tanti guru dell’imprenditoria che affollano la rete promettendo denaro e successo. La migliore invenzione satirica delle ultime stagioni.

Il Premio per la stand-up va a Monir Ghassem, giovane monologhista romana dalle radici iraniane, ospite ricorrente di “Propaganda Live”, e a Martina Catuzzi, comica pugliese che fa della scorrettezza – anche sui social network, dove le sue battute scatenano spesso reazioni indignate – il suo marchio di fabbrica.

Al comico romano Saverio Raimondo, presenza fissa con i suoi monologhi dissacranti nel programma “In altre parole” di Massimo Gramellini, va il Premio per il giornalismo; il riconoscimento per il libro va a Stefano Rapone con “Racconti scritti da donne nude” (Rizzoli Lizard), spassosa raccolta di storie brevi e imprevedibili provocatoriamente candidata al Premio Strega.

Il Premio per l’animazione va a “Il Baracchino” (Prime Video), di Nicolò Cuccì e Salvo Di Paola, serie dalla scrittura raffinata e piena di citazioni, intrisa di una comicità profonda e spesso amara – oltre che impreziosita da una squadra di doppiatori d’eccezione, come i già citati Ferrario e Rapone.

Torna anche il riconoscimento per il programma radiofonico, assegnato a Chiara Galeazzi e Francesco Lancia per “Chiacchiericcio” (Radio Deejay), contenitore quotidiano di attualità dal graffio satirico e mai banale.

Per la satira illustrata sarà premiato Fabio Magnasciutti, disegnatore che ogni giorno commenta le notizie di prima pagina con tratto raffinato e pittorico, riuscendo a donare poesia anche ai temi più drammatici.

Una menzione speciale della Giuria andrà ad Aurora Nina Allegra per la sua tesi di laurea su Sergio Staino.

Chiuderà la serata il “Premio Satira alla carriera” a Cochi Ponzoni, tra i più amati comici italiani, per aver portato in tv e a teatro, nell’impareggiabile duo con Renato Pozzetto, un linguaggio rivoluzionario e surreale, poetico e al tempo stesso popolare, che ancora oggi rappresenta un punto di riferimento per autori navigati e nuove leve.

Fonte: festival della satira

sabato 13 settembre 2025

Ciao Stefano Benni

 Ciao, Stefano…

© Riccardo Mannelli


Io ti amo

e se non ti basta

ruberò le stelle al cielo

per farne ghirlanda

e il cielo vuoto

non si lamenterà di ciò che ha perso

che la tua bellezza sola

riempirà l’universo

Io ti amo

e se non ti basta

vuoterò il mare

e tutte le perle verrò a portare

davanti a te

e il mare non piangerà

di questo sgarbo

che onde a mille, e sirene

non hanno l’incanto

di un tuo solo sguardo

Io ti amo

e se non ti basta

solleverò i vulcani

e il loro fuoco metterò

nelle tue mani, e sarà ghiaccio

per il bruciare delle mie passioni

Io ti amo

e se non ti basta

anche le nuvole catturerò

e te le porterò domate

e su te piover dovranno

quando d’estate

per il caldo non dormi

e se non ti basta

perché il tempo si fermi

fermerò i pianeti in volo

e se non ti basta

vaffanculo.

Stefano Benni


© Riccardo Mannelli


La Luisona di Stefano Benni 

Al bar Sport non si mangia quasi mai. C'è una bacheca con delle paste, ma è puramente coreografica. Sono paste ornamentali, spesso veri e propri pezzi d'artigianato. Sono lì da anni, tanto che i clienti abituali, ormai, le conoscono una per una. Entrando dicono: «La meringa è un po' sciupata oggi. Sarà il caldo». Oppure: «È ora di dar la polvere ai krapfen». 

Solo, qualche volta, il cliente occasionale osa avvicinarsi al sacrario. Una volta, ad esempio, entrò un rappresentante di Milano. Aprì la bacheca e si mise in bocca una pastona bianca e nera, con sopra una spruzzata di quella bellissima granella in duralluminio che sola contraddistingue la pasta veramente cattiva. Subito nel bar si sparse la voce: «Hanno mangiato la Luisona!». 

La Luisona era la decana delle paste, e si trovava nella bacheca dal 1959. Guardando il colore della sua crema i vecchi riuscivano a trarre le previsioni del tempo. La sua scomparsa fu un colpo durissimo per tutti. Il rappresentante fu invitato a uscire nel generale disprezzo. Nessuno lo toccò, perché il suo gesto malvagio conteneva già in sé la più tremenda delle punizioni. Infatti fu trovato appena un'ora dopo, nella toilette di un autogrill di Modena, in preda ad atroci dolori. La Luisona si era vendicata. La particolarità di queste paste è infatti la non facile digeribilità. 

Quando la pasta viene ingerita, per prima cosa la granella buca l'esofago. Poi, quando la pasta arriva al fegato, questo la analizza e rinuncia, spostandosi di un colpo a sinistra e lasciandola passare. La pasta, ancora intera, percorre l'intestino e cade a terra intatta dopo pochi secondi. Se il barista non ha visto niente, potete anche rimetterla nella bacheca e andarvene. 

(Da «Bar Sport» di Stefano Benni)

Vauro per Benni





Pennac, 'a Stefano Benni la malattia ha tolto la risata'
'Lassù ha aperto uno studio da psicanalista, domani vedrà Dio'
Quando morì Federico Fellini "Stefano Benni mi ha detto che è morto perché non poteva più sognare.
Ed era vero, era clinicamente vero.
I farmaci che prendeva Fellini per la sua malattia gli avevano impedito di continuare a sognare. Per trent'anni aveva appuntato i suoi sogni in un diario. Disegnava e dipingeva. E di colpo non ha più potuto sognare. A Stefano è successa la stessa cosa, ma con la risata: di colpo la malattia gli ha tolto la capacità di ridere, quella risata che per tutta la sua vita lui ci ha offerto". Lo ha detto lo scrittore francese Daniel Pennac ricordando l'amico Stefano Benni durante la camera ardente all'Archiginnasio.
    Pennac ha regalato ai familiari di Benni e ai tanti cittadini presenti un omaggio commosso e surreale, nel suo stile narrativo. Pennac ha rievocato scherzi e invenzioni condivise: "Il giorno in cui mi hai fatto ridere di più - ha detto - è stato quando mi hai detto che avresti aperto uno studio di psicanalista per curare gli insetti e gli animali: una formica individualista, un cane che non sopportava l'odore del padrone, un elefante complessato per la sua proboscide". Poi l'immagine finale, sospesa tra poesia e ironia: "Questa notte ho visto Stefano, ha aperto il suo studio di psicanalista lassù. Il suo primo cliente è un angelo che soffre di vertigini.
    Domani riceverà Dio, che è depresso perché avrebbe voluto un giorno in più per completare la creazione e rendere l'uomo un po' meno stupido, meno aggressivo, più tranquillo". Pennac ha concluso con un saluto tenero e ironico: "Coraggio, caro Stefano, con Dio. E presto arriveremo tutti lì, insieme a te".

"Camullo" di Stefano Benni

Ciao Stefano, avevi cominciato a lasciarci già da un po', ma ora non possiamo pensare che il Lupo non ci sia più. 

Ti ricordiamo con il "Camullo" che avevi disegnato tu stesso.

Riempi pure l'altro mondo di storie!

Stefano Benni 12 agosto 1947 – 9 settembre 2025

Gallucci Editore

il treno per Forte dei Marmi va a Firenze
devo vedermi con questo premio (opera di Altan) che è già arrivato e ne ha approfittato per un bagno
è crucciato, si è reso conto di non essersi mai dato a Stefano Benni che ne starà ridendo dietro un bicchiere
Fabio Magnasciutti




festival_satira:

A Stefano Benni, uno dei più grandi scrittori satirici italiani, paradossalmente mai premiato dal Premio Satira.

Ascoltate la sua lingua che si impenna nelle invenzioni onomastiche e arriva qui a sfottervi («A Forte dei Marmi il jet-set internazionale si è riunito nella villa del conte Ottavio della Squama Bufalino per festeggiare la contessina Maggioranza della Squama Bufalino che compiva 18 anni»).

Il Premio, pentito, ti saluta, Lupo, e continuerà a leggerti.

Lamento del mercante d’armi

Ho venduto un pezzo di cannone

poi le ruote e un altro pezzo di cannone

la culatta e l’otturatore

il mirino e un altro pezzo di cannone

e altri tre pezzi di cannone

e adesso c’è uno in televisione

che dice che mi spara col mio cannone

chi lo sapeva che coi pezzi di cannone

avrebbe fatto un cannone?

Se lo avessi saputo

mica avrei accettato l’ordinazione.

Ho venduto cento elicotteri

con relativo armamento

e un sistema puntamento missili

e un sistema anti-sistema di puntamento

adesso l’elicottero è lì che spia

come un falco sopra casa mia.

Se lo avessi saputo cosa voleva fare

non gli avrei venduto la testata nucleare

era così distinto, un vero signore

chi poteva sapere che era un dittatore?

Se avessi saputo che un cliente

può diventare un nemico

della mia patria

dell’Occidente

vi giuro gente

lo giuro sui figli

lo giuro su Gesù

gli avrei fatto pagare

il cinquanta per cento in più.

Da qui si vede

la mia buona fede.

Stefano Benni


© Tartarotti


È morto all’età di 78 anni Stefano Benni, scrittore, giornalista e drammaturgo. A causa di una lunga malattia, si era ritirato a vita privata. Autore di vari romanzi e antologie di racconti di successo, tra i quali Bar Sport, Elianto, Terra!, La compagnia dei celestini, Baol, Comici spaventati guerrieri, Saltatempo, Margherita Dolcevita, Spiriti, Il bar sotto il mare e Pane e tempesta. I suoi libri sono stati tradotti in più di 30 lingue. In segno di protesta contro i tagli alla cultura e alla scuola attuati dal governo Renzi, nel 2015 pubblicò sulla sua pagina Facebook ufficiale una lettera in cui spiegava le sue ragioni nell'aver rifiutato il premio Vittorio de Sica, attribuito annualmente ad alte personalità italiane e straniere che si sono distinte nelle arti.


L’indicazione data da suo figlio, che ne ha annunciato la scomparsa è di leggere le opere di Stefano a voce alta:

“Una cosa che Stefano mi aveva detto più volte è che gli sarebbe piaciuto che la gente lo ricordasse leggendo ad alta voce i suoi racconti. Come alcuni di voi sapranno, Stefano era molto affezionato al reading come forma artistica, lettura ad alta voce – spesso accompagnato da musicisti. Quindi, se volete ricordarlo, vi invito in questi giorni a leggere le opere di Stefano che vi stanno più a cuore a chi vi sta vicino”.

giovedì 11 settembre 2025

WHA 25: “Special Guest” Enzo d’Alò

 By World Humor Awards


WHA 25: “Special Guest” Enzo d’Alò

Regista e sceneggiatore di film e serie televisive, nel 1996 esordì al cinema con la regia del film d’animazione “La Freccia Azzurra”, col quale si aggiudicò due Nastri d’Argento e il David di Donatello per la migliore colonna sonora, composta dal cantautore Paolo Conte.

Da allora ha firmato sette lungometraggi di animazione, tra i quali “La Gabbianella e il Gatto”, “Pinocchio” e il più recente “Mary e lo Spirito di Mezzanotte”.

Enzo d’Alò ha inoltre diretto “Pimpa il Musical a Pois”, scritto insieme a Francesco Tullio Altan, il cui debutto è avvenuto al Teatro Romano di Verona nell’ambito dell’Estate Teatrale nel programma del Festival Shakespeariano, dove per la prima volta ospita uno spettacolo pensato per emozionare grandi e piccoli, dove si canta, si sogna e si gioca sul serio.

Perché, come dice Shakespeare… “Tutto il mondo è un palcoscenico”!


Per i cinquant’anni della cagnolina a pois rossi creata da Altan, prende vita uno spettacolo teatrale unico nel suo genere: “Pimpa il Musical a Pois”. Diretto da Enzo d’Alò, tra i più importanti registi europei di cinema d’animazione, lo spettacolo nasce dalla collaborazione creativa tra lo stesso d’Alò e Altan. Un musical originale che celebra l’incontro tra il mondo dell’infanzia, con la sua fantasia inesauribile, e la magia senza tempo del palcoscenico.



mercoledì 10 settembre 2025

WHA 25: Premio “Humor in Comics” 2025 a ReNoir Comics per la serie Don Camillo

 



Premio “Humor in Comics” 2025 

a ReNoir Comics per la serie Don Camillo

La serie Don Camillo a fumetti nasce nel 2010 su idea di Giovanni Ferrario, art director di ReNoir Comics, con la consulenza di Mario Palmaro, scrittore e docente e esperto di Guareschi. Una trasposizione a fumetti dei racconti di Don Camillo il più fedele possibile all’idea originaria dell’autore per dare nuova visibilità a quei racconti che il cinema non ha tenuto in considerazione. Gli eredi di Giovannino Guareschi mettono a disposizione la documentazione e gli appunti del padre e sovrintendono alla realizzazione dei fumetti. Lo sceneggiatore Davide Barzi e i disegnatori Sergio Gerasi, Elena Pianta, Ennio Bufi e Werner Maresta realizzano il progetto della serie e gli studi dei personaggi, cercando di non farsi influenzare dalle versioni cinematografiche ma risalendo alle ispirazioni dirette di Guareschi: don Camillo non ha quindi il volto di Fernandel e anche Peppone non assomiglia a Gino Cervi ma a Guareschi stesso, che in un primo tempo si era proposto per la parte per il film di Julien Duvivier. Allo stesso modo il Mondo Piccolo non è Brescello, location dei film, ma un melange di paesaggi, borghi, edifici della zona tra Parma e Piacenza, gli stessi che aveva in mente Guareschi mentre scriveva i suoi racconti. Gli autori dei fumetti si basano infatti sugli appunti conservati nel suo archivio e su sopralluoghi compiuti di persona per riportare nei loro disegni quell’angolo d’Italia a settant’anni fa.




Scrive ReNoir: 

Negli anni, la nostra collana Don Camillo a fumetti ha ricevuto numerosi premi, ma uno con "World" nel nome a oggi mancava.

Sabato abbiamo avuto l'immenso onore di ricevere il premio speciale "Humor in Comics" del World Humor Award 2025. La premiazione si è svolta in un luogo simbolico per l'umorismo italiano, ma anche per i nostri fumetti, Casa Archivio Guareschi e Club dei Ventitré, e l'emozione del momento traspare tutta negli occhi di Davide Barzi, sceneggiatore e curatore, che ha ritirato il premio.

Un risultato così importante non sarebbe stato possibile senza tutta la squadra: Davide, gli sceneggiatori e tutti i disegnatori che sono passati sulle pagine di Don Camillo, chi negli ormai quasi quindici anni di storie si è occupato di editing, lettering, revisioni. Ma soprattutto dei lettori, che continuano a sostenerci e amarci.

Un grazie enorme a tutti.

Ci vediamo al più presto nel mondo piccolo!

#doncamilloafumetti #worldhumorawardsScrive 




Davide Barzi:

E così,

ReNoir Comics   

ha vinto

lo Special Prize “HUMOR IN COMICS”

per

Don Camillo a fumetti!

Nel corso della 10ª edizione di WORLD HUMOR AWARDS “dal Mondo piccolo al Mondo grande”, l'Associazione Culturale Lepidus.it ha deciso di premiare la collana pubblicata da ReNoir Comics.

“La manifestazione consiste in un concorso a premi per disegnatori umoristi e 

nell’assegnazione di riconoscimenti ad opere letterarie, pubblicitarie e dello spettacolo che 

abbiano valorizzato l’umorismo.

La partecipazione al concorso grafico è riservata a un numero selezionato di artisti 

professionisti italiani e stranieri.”

Ho ritirato io il premio, ma mi preme ringraziare tutti coloro che hanno contribuito e/o contribuiscono alla pubblicazione e condividere con loro questo 

riconoscimento.

Grazie quindi al dottor Giovanni Ferrario, ovviamente, tanto visionario quanto tenace 

nell'intuire le potenzialità di questo progetto e nel sostenerlo sempre e comunque. E 

Rosanna Brusco, ma anche tutto il resto della famiglia Ferrario, che sa sempre farti sentire 

accolto.

Ad Andrea Rivi, il primo e il secondo in ReNoir Comics (uno dei rari casi in cui il sequel è a 

livello dell'originale).

Ad Alberto Bebo Brambilla, che macina chilometri facendosi trovare in ogni zona del 

campo come neanche il miglior Stankovic.

Ai colleghi di sceneggiatura dei primissimi numeri, Silvia Lombardi e Alessandro Mainardi.

Ai copertinisti, lo storico Ennio Bufi, la nuova-non-più-nuova Elena Pianta, il 

cinematografico Werner Maresta, gli “occasionali di lusso” Claudio Villa e Gabriele 

Dell'Otto.

E, per il colore, Anwar Abbas, Mirka Andolfo, Lorenzo Lanfranconi., Federico Pietrobon,.

Ai disegnatori Tommaso Arzeno, Francesco Bisaro, Francesco Bonanno, Angelo Bussacchini, Giampiero Casertano, Davide Castelluccio, Riccardo Chiereghin, Mattia Crotti, Beniamino Delvecchio, Simone Di Meo, Enza Fontana, Adriano Fruch, Sergio Gerasi, Alberto Locatelli, Italo Mattone, Rob "Dakar" Meli, Francesco Mercoldi, Matteo Mosca, Riccardo Nunziati, Francesco Petronelli, Andrea Popoli, Riccardo Randazzo, Emanuele Ranzani, Alberto Ricci, Andrea Rossetto, Luca Salvagno, Giorgio Sommacal, Mirko Treccani, Gianmarco Veronesi e Marco Will Villa.

Grazie alle colonne della cucina redazionale: Giulia Beffa, Simone Campisano, Gioele Chiumento, Matteo Laudiano, Chiara Ferla Lodigiani, Grazia Malone. E a chi ha collaborato all'apparato redazionale o a vario titolo: Maurizio Carnago, Giorgio Casamatti, Guido Conti, Armando Fumagalli, Luca Giorgi, Manuela Nerolini, Axel Akiba Novelli, Ivan Pelizzari, Silvia Riccò, Luisa Vassallo.

A tutti coloro che ci hanno onorato di una loro prefazione: Egidio Bandini, Enrico Terzo Beruschi, Mauro Boselli,  Marina Corradi, Paolo Gallinari, Stefano Gorla, Giancarlo Governi, Eugenio Martani, Mauro Paccagnini, Giampiero Pomelli, Giacomo Poretti, Daniela Tonolini,  Romano Turrini.

Un pensiero speciale ad Alfredo Castelli, Mino Milani, Federico Nardo, Mario Palmaro e Giacomo Pueroni.

Ah, e grazie a tutti i nostri numerosi lettori, ovviamente!

P.S. Nel corso dell'evento è stato consegnato anche il Premio Umorismo nella Letteratura 

“GIOVANNINO GUARESCHI” a Luca Novelli: tantissimi complimenti anche a lui!


Don Camillo a fumetti


venerdì 5 settembre 2025

Worlds Humor Awards 25 : la mostra alle Terme di Tabiano

 





Worlds Humor Awards 25 : la mostra alle Terme di Tabiano 

29 agosto - 27 settembre 2025

WORLD HUMOR AWARDS


"dal Mondo Piccolo al  Mondo Grande"


10 edizione


In mostra all'ingresso le opere finaliste del concorso.

 






L’approdo dei World Humor Awards a Tabiano: un ponte tra tradizione e continuità

Nel 1985, in occasione del 38° Salone Internazionale dell’Umorismo di Bordighera, Tabiano ospita  una significativa appendice della manifestazione. La cerimonia di premiazione si svolge all’interno delle Terme Respighi, nel salone appositamente allestito per l’evento, dove un pubblico partecipe assiste al riconoscimento di due figure di spicco del mondo dell’umorismo: Raymond Peynet, celebre autore dei famosi “fidanzatini”, e Cesare Perfetto, premiato per una vita dedicata all’arte dell’umorismo.

Un legame che si rinnova nel tempo

I due protagonisti di quella storica edizione erano ospiti dell’Art Hotel Pandos, lo stesso albergo che oggi accoglie la giuria del concorso e nel cui suggestivo giardino si terrà la cerimonia di premiazione della decima edizione dei World Humor Awards. Questo particolare coincidenza sottolinea il filo conduttore che lega il passato al presente della manifestazione.

Tra i membri della giuria odierna figurano nomi di prestigio come Lucio Trojano e Marco De Angelis, autori più volte premiati al Salone di Bordighera, insieme a Olivier Raynaud, vignettista e illustratore parigino.  È proprio attraverso la frequentazione del Salone dell’Umorismo che Gianandrea Bianchi ha avuto modo di conoscere questi artisti, decidendo insieme a loro, nel 2015, di dar vita a una nuova rassegna che ne ricalchi le orme e ne perpetui lo spirito.




Nelle foto: la locandina della manifestazione del 1985 e l’immagine dei due protagonisti premiati.



Terme Respighi

LE “TERME DEL RESPIRO” PER ECCELLENZA

Le cure termali di Tabiano non si propongono come una panacea, come un generico rimedio per tutti i mali, ma trovano il loro campo di azione nella cura mirata delle affezioni in cui è dimostrata la loro efficacia. Questo aspetto, che non è affatto comune tra le stazioni termali, è una caratteristica di Tabiano fin dal suo ingresso a pieno titolo tra le stazioni termali europee, avvenuta nel 1841 per volere della duchessa Maria Luigia d’Austria.

mercoledì 3 settembre 2025

Concorso AssapurArt per fotografi, disegnatori e vignettisti.

 





Al Premio AssapurArt possono partecipare, gratuitamente, Fotografi, Disegnatori e Vignettisti di qualsiasi età e di qualsiasi nazione.
Le Opere saranno esaminate da una giuria composta da esperti di chiara reputazione che giudicherà in maniera insindacabile i vincitori delle due sezioni.
Tutti i partecipanti riceveranno una pergamena ricordo.
I vincitori una targa insieme a prodotti caseari.
La giuria, potrà a suo insindacabile giudizio, riservare menzioni speciali o riconoscimenti alle opere giudicate particolarmente interessanti.
I nomi dei finalisti verranno resi pubblici non meno di dieci giorni prima della cerimonia di premiazione.
Gli artisti vincitori del concorso saranno premiati con una cerimonia dedicata a “PALAZZO LOMBARDIA” il 10 ottobre 2025 da autorevoli rappresentati delle pubbliche istituzioni.
Le iscrizioni vanno inviate via mail, con la documentazione indicata sul bando, a assapurari.art@assapurari.it

REGOLAMENTO
Il concorso è riservato a opere inedite realizzate da artisti che, nelle loro opere, intendano rappresentare:
l’arte casearia, i caseifici, l’artigiano produttore, le tipicità dei prodotti, le caratteristiche territoriali, i percorsi della filiera e l’eredità storica, culturale e sociale;
Ogni partecipante può presentare due opere;
L’opera dovrà essere accompagnata dalla scheda di iscrizione compilata in tutte le sue parti, datata e firmata;
Tutte le opere prive di scheda di iscrizione oppure che non permetteranno un’attribuzione certa dell’autore verranno automaticamente escluse;
Le opere dovranno essere in formato GIF, JPG, PNG o PDF, risoluzione a 150 dpi, salvate in alta qualità, peso max 3 MB, ed inviate attraverso WeTranfer (http://wetrasfer.com/) all’indirizzo: assapurari.art@assapurari.it entro il 15 settembre 2025.
Ogni autore conserva la proprietà intellettuale delle opere inviate al concorso;
In nessun caso gli organizzatori del concorso, senza previo accordo con l’autore, potranno cedere a terzi ad alcun titolo le opere in concorso;
Ogni autore è responsabile del contenuto delle opere presentate e solleva gli organizzatori da ogni eventuale conseguenza inclusa la richiesta di danni morali e materiali da parte di terzi;
La consegna dell’opera da parte degli autori al concorso presuppone che siano in possesso delle liberatorie di eventuali soggetti ritratti;
In base a quanto stabilito, gli organizzatori non possono essere ritenuti responsabili di controversie relative alla paternità delle immagini o di qualunque altra conseguenza legata alle immagini oggetto del concorso;
Le opere delle due sezioni ammesse al concorso saranno valutate da una giuria composta da esperti di chiara reputazione che giudicherà in maniera insindacabile i vincitori delle due sezioni.
La giuria, che si riunirà dopo la data di scadenza di consegna delle opere, si riserva la facoltà di non accettare opere la cui realizzazione si presume abbia arrecato qualsivoglia danno
e/o offesa, o che comunque non siano congrue con le tematiche e le finalità del concorso;
Il giudizio della giuria in ordine all’eventuale non ammissione delle opere è insindacabile;

Saranno premiate le opere che, in base all’insindacabile giudizio della giuria, avranno interpretato nel miglior modo i temi del concorso;
Le opere non conformi nella forma e nel soggetto a quanto indicato nel presente bando saranno escluse dal concorso;
Non saranno ammesse immagini offensive, improprie e lesive dei diritti umani e sociali;
L’autore concede all’organizzatore un irrevocabile e illimitato diritto d’uso delle foto inviate per esclusivi fini culturali senza scopo di lucro;
Ogni partecipante è responsabile del materiale da lui presentato al concorso ed esonera da ogni responsabilità l’organizzatore nei confronti di terzi, ivi compresi i soggetti raffigurati nelle opere;
Si informa che in conformità alla normativa vigente, i dati personali forniti dai partecipanti con la compilazione della scheda di iscrizione, raccolti e trattati con strumenti informatici, saranno utilizzati per individuare i vincitori e per identificare gli autori delle opere nelle varie occasioni in cui queste saranno esposte o pubblicate e per le comunicazioni relative al concorso stesso;

SEZIONE A
Arte Fotografica

Il concorso è patrocinato dalla UIF (Unione Italiana Fotoamatori)
Le fotografie potranno essere realizzate con qualsiasi dispositivo;
La partecipazione è aperta a tutti i fotoamatori residenti in Italia, che vi possono partecipare con 4 opere, a colori e 4 in bianco nero.
I file delle immagini devono essere salvati nel formato jpg nella dimensione lato lungo max 2000, ed avere un peso massimo di 2 Mb (megabyte) per file.
Il nome del singolo file dovrà essere formato dalle prime 3 lettere del cognome e dalle prime 3 lettere del nome, A – B o C per la sezione, numero file dall’1 al 4 e titolo dell’opera. (esempio Bianchi Mario, sez, A , 3° foto: mare: BIAMARA3Mare)
I file devono essere inviati assieme alla scheda di partecipazione debitamente compilata
Sono ammesse fotografie b/n e a colori con inquadratura sia verticali sia orizzontali; La risoluzione di ciascuna foto deve essere di 300 dpi e in formato Jpeg;
Non sono ammesse immagini realizzate interamente al computer;
Le fotografie dovranno essere inedite;
È necessario ottenere il rilascio di una liberatoria da parte di tutte le persone presenti all’interno dell’inquadratura;
Nel caso in cui siano fotografati dei minorenni è necessario richiedere il consenso all’uso dell’immagine ed alla pubblicazione delle foto di almeno uno dei due genitori o della persona che lo rappresenta legalmente;
La giuria provvede a formare una graduatoria espressa in centesimi, su una votazione massima di 100/100, tenendo conto dei seguenti criteri:
• originalità (fino a 30 punti);
• qualità della proposta (fino a 30 punti);
• valorizzazione dei luoghi e del territorio (fino a 40 punti).


SEZIONE B
Vignette Satiriche

Tutte le opere, possibilmente divertenti ma comunque assolutamente non volgari o offensive, dovranno essere espresse solo con disegno, anche digitale, ed eventuali battute (no collage, fotografie e oggetti) nella misura massima dei fogli A3;
Una buona vignetta si distingue per la sua capacità di comunicare un messaggio o una battuta in modo rapido ed efficace;
Dovrà esprimere la creatività che merita di essere celebrata. Che si tratti di un semplice schizzo o di una composizione elaborata;
Deve essere visivamente accattivante, con un disegno chiaro e un testo che colpisca nel segno. L’umorismo può essere sottile o esplicito, ma deve sempre essere intelligente e originale.
Le vignette sono una forma d’arte che richiede talento, creatività e una profonda comprensione del linguaggio visivo e dell’umorismo.
Come tutte le forme d’arte, riflettono la società e possono avere un impatto culturale significativo.
Gli elaborati saranno valutati secondo i seguenti criteri fino ad un massimo di 50 punti:
• attinenza al tema proposto (fino a punti 7);
• originalità e creatività dell’elaborato (fino a punti 14);
• completezza, universalità del messaggio (fino a punti 10);
• impatto visivo della grafica e del messaggio (fino a punti 5);
• identità del messaggio con i simboli che caratterizzano il tema (fino a punti 14).
Ad ogni artista gli sarà inviata una targa di partecipazione al concorso;
Il primo, il secondo e il terzo finalista vincitore, per ogni singola sezione, sarà premiato con una targa dedicata e una selezione di prodotti gastronomici d’eccellenza offerti dagli sponsor.
Il vincitore assoluto riceverà la targa, i prodotti enogastronomici e un premio speciale.
Ulteriori premi verranno consegnati a partecipanti meritevoli, individuati dalla giuria.







SCHEDA DI ISCRIZIONE AL CONCORSO
AssapurArt
nome e cognome
data di nascita
indirizzo
Telefono
e-mail
sezione di partecipazione
arte fotografica
vignette satiriche
cedo la mia opera all’organizzazione del concorso
la/il sottoscritta/o firmando dichiara che:
- ha letto e approvato il Regolamento del concorso “PREMIO AssapurArt”
- garantisce che l’opera presentata in Concorso è assolutamente originale e che alla creazione della medesima non hanno concorso terzi soggetti;
- garantisce l’autenticità dell’opera e si obbliga a fornire, su richiesta della giuria, ogni documentazione idonea a comprovare detta autenticità.
di sollevare l’organizzatore da eventuali perdite, danni, responsabilità, costi, oneri e spese di qualsivoglia natura;
di astenersi da qualsivoglia ricorso alle vie legali con riferimento alle norme del concorso e/o ad un eventuale esclusione, nonché alle decisioni della giuria; luogo e data
firma
Autorizzo il trattamento dei dati personali ai sensi del D.Lgs. 2018/101 e
del GDPR (Regolamento UE 2016/679).
firma


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