sabato 18 marzo 2017

Libro: L'UMORISCA

 L'UMORISCA
il meglio del peggio

di Emilio Isca


Emilio Isca



la dedica a Fany


La presentazione 

L'Isca Magnum 
Dino Aloi 
Ci sono sicuramente molti modi per approcciarsi ai disegni di Emilio Isca. Quello che preferisco e certamente il lato umoristico, perché le sue tavole sono divertenti. Poi possiamo ragionare su molti altri parametri. Ad esempio sul fatto che l'autore è nel campo del disegno da un po' di annetti (diciamo oltre 60) avendo iniziato a collaborare nella metà degli anni 50 sia con alcune riviste dirette da Gec, Enrico Gianeri, a tutt'oggi riconosciuto come il maggiore esperto di satira italiano, che con altri giornali sparpagliati nella penisola. Il suo tratto viene da lontano ed è legato a profonda passione verso questo modo riverente e goliardico di vivere la vita. Mi diverte ogni tanto pensare che ho trovato sue vignette di esordiente sui giornali in cui era accanto ad un altro gigante dell'umorismo come Giuseppe Coco che fu suo inseparabile amico. Ma torniamo al segno, frutto di esperienza calibrata raccolta in anni dedicati anche alla grafica. Non si deve infatti, dimenticare che Isca arriva da quella generazione che i caratteri tipografici li sapeva (e comunque doveva) disegnarli a mano. Altro che computer dove con un banale clic decidi una giustezza un corpo di misura idonea. In quegli anni dovevi avere tutto nella testa, oltre che nella mano, e se per caso sbagliavi "qualcosa" ti toccava ripetere tutto, di nuovo a mano. Certo la grafica, il senso estetico dello spazio in pagina non era frutto di improvvisazione ma di sudate sperimentazioni sul campo. E tutta questa esperienza lo portò nel corso degli anni ad aprire una sua agenzia di comunicazione pubblicitaria attraverso cui realizzò importanti commistioni tra foto e disegni con invenzioni di eadline pubblicitari che hanno fatto scuola. E da qui scaturisce anche il suo amore per la colorazione che poi ha saputo traslare anche nel disegno umoristico. Le sue tavole sono intrise di questa esperienza che definirei vasi comunicanti che si avvalgono di senso estetico, di importante e decisa colorazione mantenendo, nello stesso tempo quella raffinata essenzialità che connota a pieno diritto il disegno umoristico quello senza fronzoli che deve comunicare immediatamente, meglio se con uno stile ben riconoscibile, un'idea o un contenuto che faccia scattare nella memoria del lettore un riferimento che è stato ribaltato o capovolto dal senso dell'umorismo la porto al mondo dell'umorismo. L'apporto al mondo dell'umorismo non si ferma solo il disegno ma è andato molto oltre. Ad esempio con la creazione del giornale Help!, uno dei più interessanti giornali satirici editi in Italia con una carovana di giovani autori del periodo che poi si sono affermati a scroscio sulle pagine dei più blasonati giornali italiani. E come se non bastasse, attraverso un pezzo della Visual (la sua agenzia) dedicata l'umorismo, ha creato una collana di libri il pubblicando tavole di Giuliano, Athos, Danilo, Riz, Guarene e Cavallo (altro suo amico fraterno). E ancora a rincarare la dose, nel 1977 con la complicità del citato Gec ha pubblicato "Professione umorista" piccola enciclopedia degli autori del periodo con ampio spazio dedicato al Gec per una fondamentale storia della satira italiana. Ancora prima, negli anni 60 si era scatenato creando diversi giornali umoristici come Okay, Burlesco e Sottozero dedicando grande attenzione al disegno senza sdegnare attenzione alle belle signorine del periodo. Poteva forse non organizzare anche mostre umoristiche? Certamente no,
per cui nel 1980 mette in spiedi Sporthumor più tardi Umoristi D.O.C. a Fossano che durerà vent'anni, tra le più longeve rassegne del settore in Italia.
Ecco, ho scritto questo non per rubare spazio ai suoi disegni, ma per contestualizzare meglio, sia pur molto in breve, il legame imprescindibile con tutto un mondo che ruota intorno alla grafica. Le sue tavole, ricche e colorate, possono essere annoverate sia tra quelle con parole che senza ed è in quelle senza che spesso riesce ad esprimersi al meglio, ragionando solo sulla forza del disegno che arriva rapido, senza scorciatoie, a far sorridere il lettore. Figlio e prosecutore di quella scuola di fine Ottocento che inventò i pupazzetti - fu Yambo, Enrico Novelli, a coniare questo termine posto come testata di un giornale - slegandosi dal disegno tradizionale che vedeva la vignetta come fortemente allegorica e illustrativa, ancora ricca di rimandi al disegno accademico, Isca è perfettamente introdotto in questo filone. Decide di tuffarsi in quell'avventura negli anni 50, avendo le spalle anche la grande scuola di Bertoldo, rivista uscita negli anni 30 che semplificò ulteriormente il disegno grazie alla lezione di Saul Steinberg ma anche degli italianissimi Giaci Mondaini, Giovanni Mosca e persino Giovannino Guareschi, in quella fase caporedattore del giornale, maestri che spostarono l'attenzione sugli omini che di fatto diventano pupazzi mossi dalle abili mani del disegnatore per raccontare battute o creare gag divertenti . Una lezione imparata e fatta sua che ha saputo poi modernizzare le sue creature mettendole al centro di un teatrino che ha per focus il foglio del disegno. E così ci si trova davanti ad alcuni disegni presenti nel libro come il naufrago sull'isola dentro la bottiglia come se fosse lui stesso il messaggio inviato o il pervertito che apre l' impermeabile davanti al quadro di Munch, "Il grido" dando spiegazione e semantica di quelle espressione che tutti conosciamo.  scorciatoie , a far sorridere lettore .  E nel sociale, il signore che nella sua vasca da bagno è immerso dentro a rifiuti di ogni sorta come una campagna volta alla raccolta differenziata in grande anticipo sui tempi e ancora l'uccellino che forma il nido dentro il cappello di un carabiniere. Questi sono alcuni esempi di lavori di Emilio chiamato amichevolmente "il maestro" per questioni sia di disegno che di donne, che accompagneranno la lettura di un mondo buffo fantasioso e ammiccante. Un mondo divertente che Isca racconta da anni "inenarrabili".



Alcune vignette dal libro:







Bibliografia:


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