Fulvio Fontana
di Leo Magliacano e Valentina
Ce l’ho qui la brioche!
…Urlava il commissario
Zuzzurro (compianto Brambilla del duo con “Gaspare” Formicola). Questa
volta tocca al sindaco di Pomezia, incidentalmente grillino, essere
preso per la merendina. Contro di lui impazzano (sciupii di)
carte e inchiostri reali e virtuali da copia/incolla per Dickens&
Andersen (nella fattispecie copule tra brutto anatroccolo/canto di natale/piccola fiammiferaia).
Il sindaco, dopo riunione con il consiglio di genitori per scuole materne ed elementari, ha deliberato di differire i buoni pasto: quelli da 4 euro a copertura del solo pranzo, quelli da 4.40 anche della merenda. Se avesse disposto solo per i 4 euro da pasto principale -e per quanto concerne la merenda, gli scolari o se la portavano oppure la consumavano più tardi a casa- sarebbe stato assai meglio (specie per lui).
Ne è venuto fuori vero e proprio affare di Stato tra i 40 cent. sborsati per merenda interna e i più o meno di 40 cent. sborsati per chi la merenda preferisce portarla da fuori o mangiarla (non mangiarla per chi merenda non la fa proprio) a casa sua.
Che dire dunque degli adolescenti seppur per classi superiori (ma non meno sensibili dei pulcini, anzi forse di più data la delicatissima fase esistenziale che va dai 14 ai 18) che nei vari intervalli mattutini o nei rientri del pomeriggio sono accolti da carretti e distributori automatici interni che pretendono (per pranzi, merende e bibite) qualche euro e non solo qualche centesimo? Come la dobbiamo mettere, quanto a “discriminazione” con gli studenti che, se vogliono mangiare, sono costretti a portarselo da casa perché spendere 2 euro per quel panino distribuito internamente alla scuola è impossibile, visto che i loro genitori con quelli sono costretti a farci il pranzo per tutta la famiglia?
Il sindaco, dopo riunione con il consiglio di genitori per scuole materne ed elementari, ha deliberato di differire i buoni pasto: quelli da 4 euro a copertura del solo pranzo, quelli da 4.40 anche della merenda. Se avesse disposto solo per i 4 euro da pasto principale -e per quanto concerne la merenda, gli scolari o se la portavano oppure la consumavano più tardi a casa- sarebbe stato assai meglio (specie per lui).
Ne è venuto fuori vero e proprio affare di Stato tra i 40 cent. sborsati per merenda interna e i più o meno di 40 cent. sborsati per chi la merenda preferisce portarla da fuori o mangiarla (non mangiarla per chi merenda non la fa proprio) a casa sua.
Che dire dunque degli adolescenti seppur per classi superiori (ma non meno sensibili dei pulcini, anzi forse di più data la delicatissima fase esistenziale che va dai 14 ai 18) che nei vari intervalli mattutini o nei rientri del pomeriggio sono accolti da carretti e distributori automatici interni che pretendono (per pranzi, merende e bibite) qualche euro e non solo qualche centesimo? Come la dobbiamo mettere, quanto a “discriminazione” con gli studenti che, se vogliono mangiare, sono costretti a portarselo da casa perché spendere 2 euro per quel panino distribuito internamente alla scuola è impossibile, visto che i loro genitori con quelli sono costretti a farci il pranzo per tutta la famiglia?
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