Cari Amici,
ci indignano i vari Lusi, Belsito e Fiorito vari.
Ma rispetto a quanto sfilato dalle banche, questi sembrano quasi ladri da pollaio...
3,3 miliardi al Monte dei Paschi per tappare i buchi al bilancio, 445 milioni l'evasione contestata a Unicredit durante la gestione Profumo, 450 milioni fra tasse e sanzioni che il fisco ha chiesto a Banca Intesa, ecc.
(dal Fatto, con testi di Malagutti, Meletti e Perniconi)
a presto,
Marilena Nardi Contemori L'Asino
Bandanax L'Asino
Giannelli - Corriere della sera
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l'occasione fa l'uomo
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I corrotti ci sghignazzano in faccia
Quotidiani veneti del Gruppo "Espresso-Repubblica" 26 settembre 2012
Ma quanto rubano! Quanto mangiano, i nostri politici! Quanto sono corrotti, disonesti, marci! Non tutti, certo, ma molti più di quanti sospettavamo. Se vogliamo metterci a parlare della mostruosa corruzione di questi anni, dobbiamo anzitutto dar atto ai nostri politici di aver raggiunto i vertici della grandezza. Resteranno nella storia. Quando, fra cinquant’anni, noi non saremo niente, loro saranno nei testi di storia con tanto di foto. La foto giusta per spiegare ai figli dei nostri figli cosa sono, cosa fanno questi politici, è quella della festa romanesca con gli invitati travestiti da tori e maiali. Pare che vogliano dirci: cosa fanno i tori? Cosa fanno i maiali? E noi facciamo come loro. Ma se noi pensiamo che, così facendo, loro distorcano e tradiscano l’etica delle amministrazioni cui appartengono, e che basti buttar via queste poche mele marce per avere tutte le altre mele sane, sbagliamo profondamente. Non è corrotto un uomo, due, tre, dieci, una squadra o una giunta o un partito. È corrotto il sistema. Adesso andranno via (spero) l’amministratore della Lega, quello della Margherita, quello del Pdl laziale, ma non cambierà niente. Non è corrotto qualche politico. È corrotta la politica. La Giustizia non può farci niente. È impotente. Del resto, è stata squalificata vent’anni fa. Da vent’anni non è più automatico associare condannato a colpevole, non in fatto di mafia né di concussione-corruzione né di omicidio né di fondi esteri né di evasione… Nemmeno di sfruttamento della prostituzione. E non parliamo di mercato dei voti. I politici non rispettano una distinzione fra lecito e illecito, e noi, popolo, non possiamo farci niente, il potere non è in mano nostra ma in mano loro. La Cei parla di “rabbia degli onesti”: non “dei votanti di questo o quel partito”, ma “degli onesti”. E dice che bisogna preparare “una nuova generazione di politici”, quindi questa generazione è da rottamare. Lo sgomento di oggi non è che abbiamo trovato uno che, lemme lemme, s’è intascato, pare, un milione di euro, ma che costui vuole ricandidarsi e che, se si ricandida, può anche venir rieletto. Non c’è un filtro etico nella commissione che sceglie i candidabili, né nel partito che li mette in lista, né negli elettori che li votano. L’intero sistema è guasto. Un sistema giusto (sto esponendo una delirante-appassionante utopia) sarebbe quello che li cancella retroattivamente, dicendo: “Avete rubato, avete ingannato chi vi ha eletto, vi espello dalla carica, dovete restituire quel che avete rubato compresi gli stipendi, e cancello i vostri nomi dall’albo dei miei funzionari”. Una punizione retroattiva, valida nel passato. Loro invece vogliono un premio nel futuro, la rielezione. Ha qualche probabilità di essere applicata la punizione retroattiva? Nessuna. E il premio nel futuro? Qualche probabilità ce l’ha, purtroppo.
Ma perché i politici corrotti, una volta scoperti, non cambiano lavoro? Perché, e lo dichiarano onestamente, non sanno fare altro. Loro intendono la politica come un campo dove chi ci entra fa i propri interessi. In alto, al vertice, abbiamo avuto politici che facevano gli interessi delle proprie aziende, in basso (Camera, Senato, Regioni) abbiamo politici che fanno i politici anzitutto per i 12mila euro al mese di stipendio, poi per tutti i bonus che possono lucrare dagli affari in cui entrano, e dai malaffari che combinano. Chi ci entra, è bravo, da ammirare. Chi resta fuori, è un poveraccio, da compatire. Noi siamo qui a svergognare i corrotti dell’ultima sfornata, ma loro hanno compassione di noi. A essere dentro la morale imperante sono loro, i vincenti. Noi critichiamo e denunciamo, ma siamo i perdenti. Se qualcuno di loro legge questo articolo, guarda la firma e sghignazza.
Ferdinando Camon/www.ferdinandocamon.it
Quotidiani veneti del Gruppo "Espresso-Repubblica" 26 settembre 2012
Ma quanto rubano! Quanto mangiano, i nostri politici! Quanto sono corrotti, disonesti, marci! Non tutti, certo, ma molti più di quanti sospettavamo. Se vogliamo metterci a parlare della mostruosa corruzione di questi anni, dobbiamo anzitutto dar atto ai nostri politici di aver raggiunto i vertici della grandezza. Resteranno nella storia. Quando, fra cinquant’anni, noi non saremo niente, loro saranno nei testi di storia con tanto di foto. La foto giusta per spiegare ai figli dei nostri figli cosa sono, cosa fanno questi politici, è quella della festa romanesca con gli invitati travestiti da tori e maiali. Pare che vogliano dirci: cosa fanno i tori? Cosa fanno i maiali? E noi facciamo come loro. Ma se noi pensiamo che, così facendo, loro distorcano e tradiscano l’etica delle amministrazioni cui appartengono, e che basti buttar via queste poche mele marce per avere tutte le altre mele sane, sbagliamo profondamente. Non è corrotto un uomo, due, tre, dieci, una squadra o una giunta o un partito. È corrotto il sistema. Adesso andranno via (spero) l’amministratore della Lega, quello della Margherita, quello del Pdl laziale, ma non cambierà niente. Non è corrotto qualche politico. È corrotta la politica. La Giustizia non può farci niente. È impotente. Del resto, è stata squalificata vent’anni fa. Da vent’anni non è più automatico associare condannato a colpevole, non in fatto di mafia né di concussione-corruzione né di omicidio né di fondi esteri né di evasione… Nemmeno di sfruttamento della prostituzione. E non parliamo di mercato dei voti. I politici non rispettano una distinzione fra lecito e illecito, e noi, popolo, non possiamo farci niente, il potere non è in mano nostra ma in mano loro. La Cei parla di “rabbia degli onesti”: non “dei votanti di questo o quel partito”, ma “degli onesti”. E dice che bisogna preparare “una nuova generazione di politici”, quindi questa generazione è da rottamare. Lo sgomento di oggi non è che abbiamo trovato uno che, lemme lemme, s’è intascato, pare, un milione di euro, ma che costui vuole ricandidarsi e che, se si ricandida, può anche venir rieletto. Non c’è un filtro etico nella commissione che sceglie i candidabili, né nel partito che li mette in lista, né negli elettori che li votano. L’intero sistema è guasto. Un sistema giusto (sto esponendo una delirante-appassionante utopia) sarebbe quello che li cancella retroattivamente, dicendo: “Avete rubato, avete ingannato chi vi ha eletto, vi espello dalla carica, dovete restituire quel che avete rubato compresi gli stipendi, e cancello i vostri nomi dall’albo dei miei funzionari”. Una punizione retroattiva, valida nel passato. Loro invece vogliono un premio nel futuro, la rielezione. Ha qualche probabilità di essere applicata la punizione retroattiva? Nessuna. E il premio nel futuro? Qualche probabilità ce l’ha, purtroppo.
Ma perché i politici corrotti, una volta scoperti, non cambiano lavoro? Perché, e lo dichiarano onestamente, non sanno fare altro. Loro intendono la politica come un campo dove chi ci entra fa i propri interessi. In alto, al vertice, abbiamo avuto politici che facevano gli interessi delle proprie aziende, in basso (Camera, Senato, Regioni) abbiamo politici che fanno i politici anzitutto per i 12mila euro al mese di stipendio, poi per tutti i bonus che possono lucrare dagli affari in cui entrano, e dai malaffari che combinano. Chi ci entra, è bravo, da ammirare. Chi resta fuori, è un poveraccio, da compatire. Noi siamo qui a svergognare i corrotti dell’ultima sfornata, ma loro hanno compassione di noi. A essere dentro la morale imperante sono loro, i vincenti. Noi critichiamo e denunciamo, ma siamo i perdenti. Se qualcuno di loro legge questo articolo, guarda la firma e sghignazza.
Ferdinando Camon/www.ferdinandocamon.it
Bisogna far sparire i politici e i banchieri, ci costano troppo e non rendono nulla.
RispondiEliminaTenete duro, i politici possono "pretendere" tutto ciò che loro si sono dati : vitalizi, paghe d'oro, pensioni, esenzioni, tutto pagato ecc.ecc.... ma ormai siamo fregati, nel senso in Italia NON c'è più lavoro (per lavoro intendo costruire qualcosa, qualsiasi cosa), in quanto i privati sono stati spremuti come limoni, le ditte sono state portate al fallimento (50.000 solo nel 2012 fino ad addesso studio CGIA di Mestre)e ii pubblico appena ottiene un centesimo viene rapinato dai suddetti politici, ma se siamo in un mondo globalizzato dove gli stati confinanti (Slovenia, Austria,Francia e perfino Svizzera, per non parlare di Cina India ecc.ecc) ti vendono lo stesso materia che vendi tu ma con uno sconto che va dal 20 al 60% ti blocca tutto, quindi non si vende, non si lavora, quindi niente iva, giù consumi di carburante e luce, niente irpef, niente di niente.............
RispondiEliminaViva il 2013 vedremo come faranno a pagarsi ....................
MA INTANTO FANNO MORIRE NOI...............