domenica 13 novembre 2011

L'Inimitabile Cavaliere di Emilio Giannelli

13/11/2011
Disegnare per 20 anni quotidianamente un personaggio e poi ritrovarsi senza di questo, cosa si prova?
Risponde a questa domanda il grande Emilio Giannelli in un articolo al Corriere della Sera che riporto in questo post insieme all'ultima vignetta di oggi e qualcuna molto datata con un Berlusconi con tanto di bombetta. Non c'è bisogno di spiegarle basta soffermarsi a guardarle e poi ...




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03/12/2001

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La crisi - la satira

«La mia satira (senza rancore) sull’inimitabile Cavaliere»

Giannelli: migliaia di vignette, le migliori?
Quelle con George Bush


Emilio Giannelli
Emilio Giannelli
Piccolo, tondo, le scarpette con i tacchi, il naso a ciliegia e i capelli a calotta. Il premier esce da Palazzo Chigi e il suo profilo rischia di svanire, almeno un po’, dalle vignette di Emilio Giannelli, dal 1991 la finestra di satira sulla prima pagina del Corriere, ogni giorno un sorriso. Diciassette anni di disegni: la discesa in campo, il ribaltone, i ritorni e le sconfitte, la traversata del deserto, la maggioranza più ampia che il Paese abbia mai avuto, la crisi. Sul Cavaliere merlino napoleone berluscon de’ berlusconi «costruito sui dettagli» è ora di fare punto e a capo.

Giannelli, lei è da diciassette anni la spina nel fianco di Berlusconi.

«O viceversa? Eh eh».

Vi siete mai sentiti?

«Mai direttamente, nemmeno una volta. Neanche per sbaglio».

Però lei sa della sua irritazione.

«So che con i suoi si lamenta di come lo rappresento. Durante un paio di uscite pubbliche mi ha citato. Nell’ultima mi ha definito così: quel signore che ogni giorno mi prende di mira sul Corriere...».

Diciassette anni di vignette: ma quante sono?

«Migliaia. Ricordo che nel ’94, al momento della discesa in campo, disegnai un sole che si alzava con la faccia di Berlusconi. Il titolo era: sola che sorge ».

Lei è di sinistra?

ONU - 01/03/2003
«Da giovane stimavo Ugo La Malfa ».

Al Cavaliere ormai è legato a filo doppio.

«A Torino, recentemente, c’è stata una grande mostra sulla satira. Ogni disegnatore era abbinato a un personaggio, un politico, il suo pezzo forte ».

E lei?

«Ero in coppia con Berlusconi, eh eh».

Qualcosa gli deve, dunque?

«Berlusconi è il soggetto ideale per un vignettista. Lui ha superato il muro del suono della satira. Pensi a quando ha detto: fonderò un partito che si chiama Forza Gnocca».

Prima di lui, il deserto...?

«Si disegnavano Fanfani, Andreotti, De Mita, Spadolini, Craxi. Grigi e grigiastri, materiale ce n’era. Tutti hanno avuto momenti di gloria. Ma nessuno di loro era come Berlusconi. Inimitabile».

La vignetta più riuscita?

«Due, con George Bush. Nella prima, all’epoca della guerra in Iraq, il presidente americano è un cowboy con la mano sul revolver. Nella fondina, dall’altra parte, spunta un piccolo Silvio. Il titolo è: pistola. Oh, sia chiaro: si tratta di satira. Quando disegno non c’è mai rancore, accanimento. Perderei il sale dell’ironia».

La seconda?

«C’è un minuscolo Berlusconi lustrascarpe che lucida gli stivali di Bush e dice: "io do lustro all’Italia"».

Ma perché il premier si irrita così tanto?

«Forse perché i miei disegni appaiono sul Corriere. Su un altro giornale, credo, li sopporterebbe di più».

Il personaggio migliore per una vignetta?

«Quello che ha smarrito il senso del ridicolo».
«La vita è tutta un girar pagine. Ben vengano facce nuove».

A sentire che era pronto a fare le valigie da Palazzo Chigi che immagine le è venuta alla mente?

«Un paio di scarpette con il tacco appese al chiodo».

Secondo una leggenda, lei disse di no a Montanelli che le offriva una cifra strabiliante.

«Non è una leggenda: nel 1989 Indro mi voleva al Giornale. Mi avrebbe pagato 400 milioni (di lire) per fare vignette un giorno sì e uno no».

E lei non accettò.

«Gli risposi che era troppo per il mio valore e troppo per essere davvero libero».

Montanelli come reagì?

«Mi disse: non sei un bischero, Emilio, sei un trischero!».

Due toscani che trattano, bella storia.

«Avevamo un buon rapporto. E amici comuni».

C’è qualche personaggio da lei raffigurato che l’ha presa male?

«Vivo a Siena. Sono defilato, non ho mai frequentato la politica. Questo mi ha salvato dalle pressioni. È vero, qualcuno s’è offeso. Nessuno ha mai querelato. Poi...».

Poi?

«Poi, sì, ci sono le lettere anonime (e anche firmate, eh eh) che mi mandano i leghisti ogni volta che disegno Bossi in versione canina».

Tra i suoi bersagli c’è anche il segretario del Pd, Bersani.

«Ha degli aspetti comici. Assomiglia a Maurizio Ferrini. Ricorda il programma di Arbore, Quelli della notte? Sarà l’accento, la pelata. Mi aspetto sempre che prima o poi parli di pedalò...».

Che cosa pensa dell’Italia di oggi?

«Che viviamo un brutto momento, Berlusconi o non Berlusconi. Soprattutto per i giovani. Che abbiamo una classe politica a cui importa poco del Paese e cerca solo voti e potere. Ho 75 anni, c’ero al tempo della ricostruzione. Un’epoca austera, tuttavia avevamo la sensazione di crescere e migliorare. Oggi l’orizzonte è cupo. Con le vignette non si cambia il mondo. Ma almeno un sorriso lo si può strappare». 
Paolo Baldini
13 novembre 2011 12:51
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05/04/2011 Giannelli http://www.corriere.it/


 
4/11/2010 Giannelli http://www.corriere.it/

e poi pensare ed eventualmente lasciare una vostra opinione

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