lunedì 4 febbraio 2019
LA POLEMICA SU “SCENDI IL CANE” E “SIEDI IL BIMBO”
Scendi il cane? "Anche no". L'Accademia della Crusca precisa: le regole non cambiano
Si era diffusa la notizia di uno "sdoganamento" di un uso transitivo di verbi come sedere, scendere e altri. Ma l'Accademia smentisce
L’Accademia della Crusca: nell’uso formale e nei contesti ufficiali “siedi il bambino” o “scendi il cane” sono assolutamente da correggere. In altre parole, si può dire ma non si può scrivere.
LA POLEMICA SU “SCENDI IL CANE” E “SIEDI IL BIMBO”
“Scendi il cane”, “siedi il bambino”: due esempi di verbi intransitivi con complemento oggetto. Vittorio Coletti, socio dell’Accademia della Crusca ai numerosi lettori che avevano chiesto se fosse lecito costruire il verbo sedere con il complemento oggetto, aveva dato questa risposta:
«[…] Diciamo insomma che sedere, come altri verbi di moto, ammette in usi regionali e popolari sempre più estesi anche l’oggetto diretto e che in questa costruzione ha una sua efficacia e sinteticità espressiva che può indurre a sorvolare sui suoi limiti grammaticali».
Il messaggio è stato interpretato come un via libera ad espressioni come “scendere” o “uscire il cane”. Vittorio Coletti ha però, precisato che esistono gli usi regionali e popolari. Per la stessa ragione al Nord si usa l’articolo di fronte ai nomi di donna.
Il presidente dell’Accademia Claudio Marazzini, intervistato dall’Agi, ha chiarito: “Gli insegnanti sono chiamati a correggere quelle forme nell’italiano scritto e formale”.
“Coletti – ha precisato Marazzini – ha guardato con simpatia a una spinta innovativa che trasferisce un modo di dire popolare, accettandola nell’eccezione della quotidianità e delle situazioni familiari. Naturalmente se si traspone nella grammatica della scuola nascono dei problemi perché l’insegnante sarà comunque chiamato a correggere quelle forme nell’italiano scritto e formale. I fatti di grafia rientrano totalmente in un livello convenzionale perché la lingua scritta, a differenza di quella parlata, non nasce spontanea, ma è regolata. Di fronte alle tendenze del parlato il linguista è sensibile perché tenta di cogliere il mutamento in atto; ma il grammatico no e si erge a limite invalicabile”.
Le vignette sono di Franco Portinari / Portos
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Nota : il testo integrale dal sito della Crusca:
Da Accademia della Crusca
Quesito:
Molti lettori ci chiedono se è lecito costruire il verbo sedere con l’oggetto diretto di persona: siedi il bambino, siedilo lì ecc.
Siedi il bambino! No, fallo sedere!
Queste domande evocano situazioni, per così dire, tutte di ambito domestico, spesso caratterizzato da rapidità di linguaggio per affrontare determinate circostanze, ad esempio quando c’è urgenza di far sedere, mettere seduto, posare su una sedia o un divano un bambino, magari piangente. In questo significato l’uso transitivo di sedere è registrato in qualche dizionario, ad esempio nell’autorevole GRADIT ma non compare nello Zingarelli 2019. Si tratta di una costruzione nata, probabilmente, dall’assorbimento nel verbo semplice del composto causativo fare + sedere, una procedura sintetica che riguarda da tempo anche altri verbi di moto come salire e scendere ma anche uscire e persino, al sud, entrare, che in molti italiani regionali (non solo meridionali) ammettono, specie all’imperativo, il complemento oggetto (sali/scendi il bambino dalla nonna, esci il cane). Sedere con l’oggetto diretto di persona si legge ormai nei manuali sulla cura dei bambini o nelle istruzioni su come mettere un bambino sul seggiolino dell’automobile. Dunque, è una costruzione abbastanza diffusa e neppure solo recente. Google books riporta un “siedilo sopra una poltrona damascata” in un testo edito a Cremona nel 1865 (N.F., Memorie storiche della Colonna Mantovana nella guerra d’indipendenza 1848-49).
È lecita allora la costruzione transitiva di sedere? Si può rispondere di sì, ormai è stata accolta nell’uso, anche se non ha paralleli in costrutti consolidati con l’oggetto interno come li hanno salire o scendere (le scale, un pendio). Non vedo il motivo per proibirla e neppure, a dire il vero, per sconsigliarla. Ma certo è problematico definirla transitiva perché la prova di volgere il verbo al passivo (accertata invece ormai per salire, specie nel linguaggio alpinistico col valore di scalare: la cima è stata salita da…) non sembra per ora reggere (la mamma ha seduto il bambino sul seggiolino ma *il bambino è stato seduto sul seggiolino dalla mamma) come del resto non regge per altri verbi in costruzione transitiva non passivabile (per es. si può dire ho dormito un lungo sonno ma non *un lungo sonno è stato dormito da me). Diciamo insomma che sedere, come altri verbi di moto, ammette in usi regionali e popolari sempre più estesi anche l’oggetto diretto e che in questa costruzione ha una sua efficacia e sinteticità espressiva che può indurre a sorvolare sui suoi limiti grammaticali.
Una lettrice chiede invece dell’ausiliare di sedere intransitivo: è essere, tanto più che in genere questo verbo si dà nei tempi composti soprattutto in forma pronominale (mi ero seduto, dopo che si fu seduto...).
Questo aspetto rende non del tutto semplice la risposta alla domanda di un’altra lettrice che chiede: “quest’anno sono seduto con Elena: che tempo verbale è sono seduto? Si tratta di un predicato nominale al presente o è solo il passato prossimo di sedere?”. Proprio l’assenza della diatesi media fa interpretare nella frase riportata seduto come aggettivo, nel nostro caso sinonimo di vicino: per questo andrebbe chiamato complemento predicativo (quindi parte del predicato nominale), come quando si accompagna a stare in una delle tante lettere di mamme ansiose: “il mio bimbo ha un anno e non sta seduto”. Per maggior chiarezza, si può pensare alla differenza che corre tra quando ci fummo tutti seduti… e quando fummo tutti seduti…: nel primo caso è percepibile l’atto, il movimento del sedersi di gente prima in piedi, e quindi il valore verbale espresso nel tempo composto; nel secondo, le persone sono già sedute, il movimento è concluso e si percepisce il valore nominale dell’aggettivo. Una conferma si può avere anche confrontando i tempi verbali delle coppie: siede/è seduto e si siede/si è seduto: nella prima, il tempo è lo stesso nei due membri (“Oggi Giorgio siede a destra/ Oggi Giorgio è seduto a destra”), nella seconda si oppongono un presente e un passato prossimo (“Oggi Giorgio si siede a destra/ Ieri si è seduto a sinistra”).
Vittorio Coletti
11 gennaio 2019
giovedì 31 gennaio 2019
INTERVISTA A GIO SUL SUO PREMIO NEL 8º Concurso de Humor Gráfico GIN
Mare di plastica di GIO 3° premio nel 8° Concurso de Humor Gráfico GIN |
INTERVISTA A GIO SUL SUO PREMIO NEL 8º Concurso de Humor Gráfico GIN, Spagna
Por Francisco Punal Suarez
31 / 01/ 2019
Congratulazioni Gio, per il terzo premio nel concorso GIN Graphic Humor
Grazie Francisco! Una bellissima soddisfazione! Un caro abbraccio
Riguarda l'inquinamento dei mari?
Ho immaginato che mangiare le microplastiche tutti i giorni trasformerà praticamente tutti gli esseri viventi e soprattutto quelli marini che ne sono sempre a contatto. Imballaggi degli imballaggi degli imballaggi? non stiamo bene! Non è impossibile, uno stato come la California per esempio da anni sta facendo del riuso un sistema integrato che funziona.
Perché l'umorismo e la satira sono importanti nella società?
Aiutano a "prevedere" e a dire con un sorriso ... "Diamoci una mossa!!!"
Qual è il tema del tuo disegno?
L'inquinamento che ci circonda e l'adattamento forzato per sopravvivere.
L'inquinamento che ci circonda e l'adattamento forzato per sopravvivere.
Come ti è venuto in mente di farlo?
In questo periodo fortunatamente è cresciuta la sensibilità della gente sui problemi derivanti dall'inquinamento ambientale ma si sottovalutano ancora i pericoli delle microplastiche disperse in mare per esempio, che stanno arrecando danni permanenti alle varie specie viventi.
In questo periodo fortunatamente è cresciuta la sensibilità della gente sui problemi derivanti dall'inquinamento ambientale ma si sottovalutano ancora i pericoli delle microplastiche disperse in mare per esempio, che stanno arrecando danni permanenti alle varie specie viventi.
Perché hai usato il tema dei due squali?
Ho sempre considerato gli squali martello un po' buffi con quella testa, sembrano quasi degli alieni. Hanno la fama di essere pericolosi per l'uomo, anche se non ci sono evidenze scientifiche, ma ho scoperto invece che sono inseriti tra le specie minacciate di estinzione.
Ho disegnato madre e figlio (con la capacità dei litri diversi naturalmente ...) proprio ad indicare come la contaminazione dell'ambiente stia diventando così impattante da poter influire anche sulle caratteristiche fisiche trasmesse di generazione in generazione.
Ho sempre considerato gli squali martello un po' buffi con quella testa, sembrano quasi degli alieni. Hanno la fama di essere pericolosi per l'uomo, anche se non ci sono evidenze scientifiche, ma ho scoperto invece che sono inseriti tra le specie minacciate di estinzione.
Ho disegnato madre e figlio (con la capacità dei litri diversi naturalmente ...) proprio ad indicare come la contaminazione dell'ambiente stia diventando così impattante da poter influire anche sulle caratteristiche fisiche trasmesse di generazione in generazione.
Ho immaginato che mangiare le microplastiche tutti i giorni trasformerà praticamente tutti gli esseri viventi e soprattutto quelli marini che ne sono sempre a contatto. Imballaggi degli imballaggi degli imballaggi? non stiamo bene! Non è impossibile, uno stato come la California per esempio da anni sta facendo del riuso un sistema integrato che funziona.
In quest'anno, in quali altri contests intendi partecipare?
disegni?
Amo disegnare ma il tempo è sempre limitato, quindi lo faccio quando mi è possibile e non riesco a pianificare più di tanto. Elenco solo quelli a cui sono riuscita già a mandare qualcosa e di cui ancora non si conosce il risultato come Eskisehir, Knokke Heist, World Press Cartoon, Satyrikon, PortoCartoon, Goldpencil e Batom lapis humor.
Amo disegnare ma il tempo è sempre limitato, quindi lo faccio quando mi è possibile e non riesco a pianificare più di tanto. Elenco solo quelli a cui sono riuscita già a mandare qualcosa e di cui ancora non si conosce il risultato come Eskisehir, Knokke Heist, World Press Cartoon, Satyrikon, PortoCartoon, Goldpencil e Batom lapis humor.
Aiutano a "prevedere" e a dire con un sorriso ... "Diamoci una mossa!!!"
Francisco ringrazio l'Instituto Quevedo de las Artes del Humor (IQH) e la Fundacion GIN (Humoristan) per questo importante premio che sono onorata di ricevere e che mi dà l'opportunità di esprimermi come artista.
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Congratulazioni Maria Grazia Quaranta e grazie Francisco per la bella intervista!
Qui , Instituto Quevedo de las Artes del Humor (IQH), la notizia
GANADORES DEL 8º CONCURSO DE HUMOR GRÁFICO GIN
La Fundación GIN y el Instituto Quevedo de las Artes del Humor (IQH) de la Fundación General de la Universidad de Alcalá ya han dado a conocer a los ganadores del 8º Concurso de Humor Gráfico GIN.
El jurado, compuesto por miembros de ambas instituciones, ha decidido premiar a los autores que se mencionan a continuación, y cuyas obras han sido seleccionadas entre más de mil creaciones enviadas de artistas de todas partes del mundo:
- Primer premio: Brady Izquierdo (Cuba).
- Segundo premio: Manuel Arriaga (España).
- Tercer premio: Mariagrazia Quaranta, Gio (Italia).
SOBRE LOS GANADORES
Brady Izquierdo: nacido en Cuba en el año 1983, posee un trabajo gráfico compuesto por caricaturas, caricaturas políticas, cómics e ilustraciones. En 2007 se graduó en Educación Plástica en el Instituto Superior Pedagógico Rubén Martínez Villega, y a partir de 2009 colabora en la revista cubana La Calle del Medio, además de con la revista satírica digital Spot de Dinamarca. Aparte de participar en más de 40 exposiciones colectivas (nacionales e internacionales), ha realizado 12 exposiciones personales y es coautor de algunos libros como ‘Los viajeros del Sarcófago’ o ‘Miedo ambiente’.
Manuel Arriaga: dibujante autodidacta nacido en Ciudad Real (1954), cuya obra ha sido distinguida con premios y menciones en diversos certámenes de humor gráfico nacionales e internacionales (p.ej. Premio Ganador en el certamen Curuxa do Humor en 2015). Ha publicado viñetas en revistas como Jara y Sedal, Trofeo Caza y Safaris, entre otras, además de en diarios regionales de Murcia. También realizó ilustraciones para el libro ‘Cien consejos para conocer y proteger el medio ambiente’, editado por el Ministerio del Interior.
Mariagrazia Quaranta, Gio: nacida en 1963 en Abruzzi (Italia), se graduó en arquitectura pero también ha ejercido de diseñadora, caricaturista y caricaturista independiente para importantes revistas italianas e internacionales. Ha participado en exposiciones individuales y colectivas internacionales, y tiene como técnicas artísticas favoritas las acrílicas, las tintas de dibujo y los lápices solubles en agua. También ha sido galardonada en el Concurso Internacional de Humor y Sátira S-Coomix de Italia (primer puesto), en el Festival Mundial de PortoCartoon dentro de la categoría de caricatura (segundo puesto), y en el World Press Cartoon (tercer puesto), entre muchos otros premios.
martedì 29 gennaio 2019
OltreEconomia Festival: "Lands of Disobedience" (political cartoon contest)
By OltrEconomia
Purpose
This political cartoon competition is organized by the Oltreconomia Festival of Trento together with the #MyTakeOn project of the political cartoonist Emanuele Del Rosso.
Its theme is in line with the one of the sixth edition of the abovementioned festival, i.e. “Lands of Disobedience”. Lands – real or metaphorical – where civil disobedience takes place are everywhere. A positive and peaceful change has been achieved several times in history, and any of these experiences of civil activism taught us something. This competition asks cartoonists to tackle the theme of civil disobedience at large, so to give the public the chance to reflect on it in a fruitful way.
The contest is also sponsored by the Dutch and the Norwegian cartoonists collectives Cartoon Movement and Cartoon Home International and by the Italian Association “Strike!”.
Terms of Participation
1 - The competition is organized internationally and it is open to all amateur or professional cartoonists.
2 - The SUBJECT of the competition is "Lands of Disobedience". Under this title are topics like activism, peaceful protests, movements that oppose the status quo. Such lands can be real or imagined/metaphorical.
Purpose
This political cartoon competition is organized by the Oltreconomia Festival of Trento together with the #MyTakeOn project of the political cartoonist Emanuele Del Rosso.
Its theme is in line with the one of the sixth edition of the abovementioned festival, i.e. “Lands of Disobedience”. Lands – real or metaphorical – where civil disobedience takes place are everywhere. A positive and peaceful change has been achieved several times in history, and any of these experiences of civil activism taught us something. This competition asks cartoonists to tackle the theme of civil disobedience at large, so to give the public the chance to reflect on it in a fruitful way.
The contest is also sponsored by the Dutch and the Norwegian cartoonists collectives Cartoon Movement and Cartoon Home International and by the Italian Association “Strike!”.
Terms of Participation
1 - The competition is organized internationally and it is open to all amateur or professional cartoonists.
2 - The SUBJECT of the competition is "Lands of Disobedience". Under this title are topics like activism, peaceful protests, movements that oppose the status quo. Such lands can be real or imagined/metaphorical.
domenica 27 gennaio 2019
Giornata della Memoria, 2019
"Panni stesi"
Per non dimenticare - 27 Gennaio 2019 - Giornata della memoria
Marco D'Agostino
#giornodellamemoria – Der Untermensch
Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria, celebrazione internazionale che onora le vittime dell’Olocausto: il massacro genocidio di 12/17 milioni di umani dei quali circa 6 milioni appartenenti al popolo ebreo: Shoah. Per arrivare a raggiungere 12, o peggio 17 milioni, dobbiamo elencarne altrettanti, o peggio di più, tra disabili, dissidenti politici, massoni, omosessuali, pentecostali, polacchi non ebrei, rom e sinti (il loro olocausto si chiama Porajmos) slavi, testimoni di Geova…
La Germania nazista ben coadiuvata dai suoi seguaci li archiviava solo in un nome: Der Untermensch, i sub-umani…
Il giorno della Memoria è (dovrebbe essere) genuflessione, ascoltando echi assordanti di donne uomini e bambini che abbiamo marchiato subumani fino alla morte. Non li abbiamo riscattati, perciò quegli echi potranno mai più spegnersi. E’ vitale dunque per noi ricordarli tutti, proprio tutti, perché se non lo facciamo corriamo poi il rischio di innalzare barriere per diversificare gli uni dagli altri…
27 Gennaio, Giornata della Memoria,
per non dimenticare e fermare i nuovi nazismi.
27th of January, International Holocaust Remembrance Day,
not to forget and stop the new Nazisms.
Marco De Angelis
Ilya Katz
Giorno della memoria 2019
Più passa il tempo e più il ricordo del baratro in cui era caduta l'umanità si affievolisce e aumenta il rischio di poterci ricadere.
Tra poco fatalmente mancheranno anche i pochi testimoni sopravvissuti all'Olocausto.
Riuscirà a sopravvivere la memoria della Shoah senza essere ridotta ad un giorno di calendario?
Le pietre d'inciampo rubate, le svastiche graffite, gli sgomberi dei CARA e degli SPRAR
sono li per ricordarci ogni giorno che l'idiozia è dietro l'angolo, sta a noi capire che la cosa ci interessa anche se non tutti ci chiamiamo Pasquale.
Gianfranco Uber
Nel giorno della memoria..... per non dimenticare anche tutti quei bambini...😢
Pierpaolo Perazzolli
Gianlorenzo Ingrami
#pernondimenticare #giornatadellamemoria
Romaniello
Vanessi
Antonio Guarene
Giannelli
Mauro Biani
Per la terra sarebbe stato un vero affare :)
Buno Bozzetto
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sabato 26 gennaio 2019
174517 Deportato: Primo Levi
174517
Deportato: Primo Levi
Una graphic novel su Primo Levi ispirata a “La tregua” e “Se questo è un uomo”.
174 517 era il numero di matricola impresso sulla sua pelle, un segno indelebile che marchia il deportato e annienta la persona. Un numero non casuale ma altamente simbolico: Primo Levi viaggiava sul vagone numero 174 ed era il cinquecentodiciassettesimo uomo sceso da quel treno. Era il 26 febbraio 1944, quando varcava la porta di un inferno inimmaginabile.
La graphic novel di Franco Portinari e Giovanna Carbone ripercorre le tracce di Primo Levi, dalla sua deportazione ad Auschwitz fino al suo ritorno a casa.
Un racconto che trova nuova vita nella forma dell’illustrazione e che merita, oggi più che mai, una rilettura attenta per fare memoria e non permettere all’orrore di ripetersi.
edizioni la meridiana
Ecco la tavola che Bruno Luvera ha richiesta a Franco Portinari per accompagnare la segnalazione su Billy, il vizio di leggere della Graphic Novel “174517. Deportato: Primo Levi”.
Una esclusiva per Billy. Una immagine da condividere. Perchè lo sguardo di Primo Levi, nel tratto di Portinari, ci arrivi dentro con la sua inquietante domanda: 'Voi che... considerate se questo è un uomo'.
Grazie Bruno Luvera. Grazie Billy, il vizio di leggere
Deportato: Primo Levi
Una graphic novel su Primo Levi ispirata a “La tregua” e “Se questo è un uomo”.
174 517 era il numero di matricola impresso sulla sua pelle, un segno indelebile che marchia il deportato e annienta la persona. Un numero non casuale ma altamente simbolico: Primo Levi viaggiava sul vagone numero 174 ed era il cinquecentodiciassettesimo uomo sceso da quel treno. Era il 26 febbraio 1944, quando varcava la porta di un inferno inimmaginabile.
La graphic novel di Franco Portinari e Giovanna Carbone ripercorre le tracce di Primo Levi, dalla sua deportazione ad Auschwitz fino al suo ritorno a casa.
Un racconto che trova nuova vita nella forma dell’illustrazione e che merita, oggi più che mai, una rilettura attenta per fare memoria e non permettere all’orrore di ripetersi.
edizioni la meridiana
Ecco la tavola che Bruno Luvera ha richiesta a Franco Portinari per accompagnare la segnalazione su Billy, il vizio di leggere della Graphic Novel “174517. Deportato: Primo Levi”.
Una esclusiva per Billy. Una immagine da condividere. Perchè lo sguardo di Primo Levi, nel tratto di Portinari, ci arrivi dentro con la sua inquietante domanda: 'Voi che... considerate se questo è un uomo'.
Grazie Bruno Luvera. Grazie Billy, il vizio di leggere
venerdì 25 gennaio 2019
Ciao Nadia, amica della stampa libera
Da Articolo 21
Ciao Nadia, amica della stampa libera
“Fai quel che devi, accada ciò che può” era il motto di Roberto Morrione, il nostro indimenticabile direttore. Ma quel motto l’aveva fatto suo anche Nadia, amica fedele di RaiNews24, di Report, di tutta la stampa libera. Una passione inossidabile quella per il giornalismo che Nadia Redoglia ha coltivato in silenzio e per anni in parallelo alla sua attività ufficiale. Una passione incrollabile per il giornalismo perché sostenuta da un’incrollabile passione civica, sempre in difesa dei più deboli. Una vita a sbattersi contro le disuguaglianze e le ingiustizie.
Una vita passata a pensare alla cura degli altri, anche quando avrebbe potuto e dovuto prendersi cura di se stessa. Se avevi un problema, o finivi sotto il tiro incrociato da parte del potere, Nadia era la prima persona che un giornalista trovava al suo fianco nel momento del bisogno. Quasi una perversione dettata dalla sua infinita generosità. Ricordo quando al ritorno da un viaggio in Medio Oriente mi donò una bottiglietta con l’acqua del Giordano, in occasione della nascita di mio figlio. O quando volle accompagnarmi nelle miniere di amianto a Balangero, mettendo a rischio la sua incolumità, solo per provare le emozioni che si vivono nel realizzare un’inchiesta giornalistica.
Da allora ha seguito tutte le inchieste sui temi più pruriginosi, ha scritto su ecomafie, guerre, sulle deformazioni del rapporto tra politica e stampa. L’ha fatto sempre con caparbietà, tenacia, lucidità. E’ raro trovare tanta determinazione in uno scricciolo di donna, una forza alimentata dal desiderio della scoperta, di togliere la maschera agli ipocriti. L’ha fatto fino all’ultimo, fino a quando l’infame malattia l’ha fiaccata. Siamo certi, conoscendola, che ha cercato d’entrare nella morte a occhi aperti. Ci mancherai Nadia. L’unica consolazione, magra, è che hai raggiunto il tuo, il nostro, maestro, Roberto Morrione.
Sigfrido Ranucci
Ho conosciuto Nadia sul forum di Aenigmatica, dove scriveva col nick name KK.
Mi mancheranno tantissimo i suoi articoli, i suoi messaggi.
Un grande abbraccio alla famiglia.
Ciao amica cara...
Ci ha lasciato Nadia Redoglia
Ci ha lasciato oggi l'amica e collega Nadia Redoglia. Non diremo che ha vinto la malattia, non perché non sia così, ma perché Nadia non era proprio tipo su cui qualcuno o qualcosa potesse vincere. Sessantatrè anni, giornalista da sempre, pubblicista da quasi 15 anni, ha scritto per Verde Ambiente, per l'Unione Sarda, per MondoErre, per l'Eco del Chisone. Quest'anno per la prima volta non c'era col suo caschetto d'argento al corteo del Primo Maggio, dietro lo striscione della Subalpina. Ma non aveva fatto comunque mancare il consueto appoggio per promuovere il Premio Morrione. Combattiva, fortemente impegnata nelle battaglie civili e professionali, negli ultimi anni incisivi i suoi brevi editoriali per Articolo 21. Vogliamo ricordarla con le parole che lei stessa scrisse per la morte di Santo Della Volpe: "Pochi mestieri offrono condivisione, complicità, passione tenerezza. Il nostro ne fa parte. Se poi questo mestiere appartiene a Giornalisti come Santo, allora questo mestiere diventa il più bello del mondo… Smette addirittura d’esser lavoro per diventare un tutt’uno con chi quel mestiere lo esercita. (Nadia Redoglia)".
A Corrado, alla famiglia e agli amici di Nadia le nostre sincere condoglianze.
Qui tutti gli articoli di Nadia
Banksy's Balloon Girl, avatar di KK *= Il famoso stencil di Balloon Girl di Banksy, che è apparso per la prima volta a Londra nel 2002, è stato trasformato per assomigliare ad una ragazza siriana che lascia il palloncino rosso a forma di cuore sul sito web dell'artista e appare insieme a una spiegazione di come i graffiti figuravano nella crisi siriana, la rivolta civile si è trasformata in un conflitto che ha causato la morte di oltre 100.000 persone.
Banksy's Balloon Girl, avatar di KK * |
Ciao Nadia, amica della stampa libera
“Fai quel che devi, accada ciò che può” era il motto di Roberto Morrione, il nostro indimenticabile direttore. Ma quel motto l’aveva fatto suo anche Nadia, amica fedele di RaiNews24, di Report, di tutta la stampa libera. Una passione inossidabile quella per il giornalismo che Nadia Redoglia ha coltivato in silenzio e per anni in parallelo alla sua attività ufficiale. Una passione incrollabile per il giornalismo perché sostenuta da un’incrollabile passione civica, sempre in difesa dei più deboli. Una vita a sbattersi contro le disuguaglianze e le ingiustizie.
Una vita passata a pensare alla cura degli altri, anche quando avrebbe potuto e dovuto prendersi cura di se stessa. Se avevi un problema, o finivi sotto il tiro incrociato da parte del potere, Nadia era la prima persona che un giornalista trovava al suo fianco nel momento del bisogno. Quasi una perversione dettata dalla sua infinita generosità. Ricordo quando al ritorno da un viaggio in Medio Oriente mi donò una bottiglietta con l’acqua del Giordano, in occasione della nascita di mio figlio. O quando volle accompagnarmi nelle miniere di amianto a Balangero, mettendo a rischio la sua incolumità, solo per provare le emozioni che si vivono nel realizzare un’inchiesta giornalistica.
Da allora ha seguito tutte le inchieste sui temi più pruriginosi, ha scritto su ecomafie, guerre, sulle deformazioni del rapporto tra politica e stampa. L’ha fatto sempre con caparbietà, tenacia, lucidità. E’ raro trovare tanta determinazione in uno scricciolo di donna, una forza alimentata dal desiderio della scoperta, di togliere la maschera agli ipocriti. L’ha fatto fino all’ultimo, fino a quando l’infame malattia l’ha fiaccata. Siamo certi, conoscendola, che ha cercato d’entrare nella morte a occhi aperti. Ci mancherai Nadia. L’unica consolazione, magra, è che hai raggiunto il tuo, il nostro, maestro, Roberto Morrione.
Sigfrido Ranucci
Ho conosciuto Nadia sul forum di Aenigmatica, dove scriveva col nick name KK.
Mi mancheranno tantissimo i suoi articoli, i suoi messaggi.
Un grande abbraccio alla famiglia.
Ciao amica cara...
Ci ha lasciato Nadia Redoglia
Ci ha lasciato oggi l'amica e collega Nadia Redoglia. Non diremo che ha vinto la malattia, non perché non sia così, ma perché Nadia non era proprio tipo su cui qualcuno o qualcosa potesse vincere. Sessantatrè anni, giornalista da sempre, pubblicista da quasi 15 anni, ha scritto per Verde Ambiente, per l'Unione Sarda, per MondoErre, per l'Eco del Chisone. Quest'anno per la prima volta non c'era col suo caschetto d'argento al corteo del Primo Maggio, dietro lo striscione della Subalpina. Ma non aveva fatto comunque mancare il consueto appoggio per promuovere il Premio Morrione. Combattiva, fortemente impegnata nelle battaglie civili e professionali, negli ultimi anni incisivi i suoi brevi editoriali per Articolo 21. Vogliamo ricordarla con le parole che lei stessa scrisse per la morte di Santo Della Volpe: "Pochi mestieri offrono condivisione, complicità, passione tenerezza. Il nostro ne fa parte. Se poi questo mestiere appartiene a Giornalisti come Santo, allora questo mestiere diventa il più bello del mondo… Smette addirittura d’esser lavoro per diventare un tutt’uno con chi quel mestiere lo esercita. (Nadia Redoglia)".
A Corrado, alla famiglia e agli amici di Nadia le nostre sincere condoglianze.
Nadia Redoglia col marito Corrado Pasini |
Qui tutti gli articoli di Nadia
Banksy's Balloon Girl, avatar di KK *= Il famoso stencil di Balloon Girl di Banksy, che è apparso per la prima volta a Londra nel 2002, è stato trasformato per assomigliare ad una ragazza siriana che lascia il palloncino rosso a forma di cuore sul sito web dell'artista e appare insieme a una spiegazione di come i graffiti figuravano nella crisi siriana, la rivolta civile si è trasformata in un conflitto che ha causato la morte di oltre 100.000 persone.
lunedì 21 gennaio 2019
Addio Bort, il disegnatore di «Le ultime parole famose»
Bort circondato dai suoi personaggi |
Addio Bort, il disegnatore di «Le ultime parole famose»
Il disegnatore Mario Bortolato aveva 92 anni. Ha fatto sorridere generazioni di lettori con la rubrica «Le ultime parole famose» della Settimana Enigmistica.
Nato nel 1926 a Salzano in provincia di Venezia, «Bort» si era trasferito prima a Voghera (Pavia) poi ad Alessandria, in Piemonte. Laureato in Giurisprudenza aveva esordito negli anni Cinquanta sul periodico satirico Marc'Aurelio e in seguito, oltre che sul settimanale di quiz stra-imitato, si era fatto conoscere anche collaborando con riviste popolarissime come Famiglia Cristiana, Grazia, Il Monello e altre testate della casa editrice Universo, come Intrepido e Albi dell’Intrepido, che pubblicavano le sue barzellette (sino agli anni Sessanta si chiamavano così) anche a tutta pagina.
I disegni di Bort sono variamente apparsi anche in televisione, partecipando anche a «Drive In» su Finininvest, chiamato da Antonio Ricci, e a «L’altra domenica» di Renzo Arbore, insieme al gruppo dei Disegnatori Riuniti, organizzato da Cassio Morosetti.
Nel 1955 vinse il Dattero d’Argento al Festival dell’Umorismo di Bordighera a pari merito con Pierre Farinole e poco dopo un volume americano dedicato ai migliori umoristi del mondo pubblicò una selezione delle sue vignette.
venerdì 18 gennaio 2019
Il talento dell'iraniana Mozhdeh Malek Oghli
Honorable Mention International Cartoon Contest- 42 Accademia Bugia-Italy 2018 - Mozhdeh Malek Oghli |
Il talento dell'iraniana Mozhdeh Malek Oghli
Di Francisco Punal Suarez
Speciale per Fany Blog
Mi sono congedato dall'anno in questo blog con un'intervista all'illustratrice polacca Izabela Kowalska-Wieczorek, e ora inizio il 2019 con un articolo sulla giovane artista iraniana Mozhdeh Malek Oghli, premiata con un premio speciale al 42° Lies Championship in Italia; con menzione d'onore nel 4° NotiCartum, in Colombia, e nella XXIII Mercosur Diogenes Taborda, in Argentina, nel 2018, tra gli altri riconoscimenti, oltre alla sua mostra personale di pittura all'Università di Guilan, a Rasht, dove studia.
Penso che sia necessario mettere in evidenza il lavoro delle vignettiste donne nel mondo. Anche loro sono creatrici preziose, nonostante l'emarginazione e la censura che subiscono nei loro paesi d'origine, le difficoltà con cui devono affrontare la loro vita, e le molte responsabilità che ricadono su di loro.
Realizzano anche la magia di esprimere su un pezzo di carta i loro sentimenti, il loro modo di vedere ciò che sta accadendo, il loro richiamo all'attenzione di fronte all'ingiustizia, il loro modo di ridere e riflettere, con la speranza e il desiderio di miglioramento umano, affrontando questioni che le riguardano come donne e artiste, e che generalmente non sono nei media mainstream e che i politici sono a disagio a parlare.
Mozhdeh Malek Oghli, nata nel 1996 nella città di Bandar Anzali, in Iran, dice che: "il disegno fa parte della mia anima e del mio corpo. Voglio dire, non riesco a respirare senza dipingere. Fin da bambina, il mio più caro amico è una matita, con la quale ballo sulla carta, e questa danza continuerà fino a quando vivrò".
venerdì 11 gennaio 2019
FABRIZIO DE ANDRÉ A 20 ANNI DALLA SCOMPARSA
FABRIZIO DE ANDRÉ A 20 ANNI DALLA SCOMPARSA
A Fabrizio De Andrè
Un po' stile Zanardi di Pazienza un po' stile Lempicka ma con tanta ammirazione!
Gio
www.caricaturegio.altervista.it
Mina ricorda Fabrizio sul Secolo XIX: “Ancora insegni. E sorprendi. E affascini tutti, non soltanto chi ha il dono dell’intelletto. E lo farai per sempre. Troppo c’è da imparare, da godere, da ciucciare, da rubare. Quel sorriso involontario che affiora sulle labbra quando ti ascolto si presenta solamente in casi eccezionali. Tu rimani un caso eccezionale. Ti ascolto ed è sempre come se fosse la prima volta. Una scoperta continua. C’è sempre qualcosa in più, qualcosa che si precisa meglio, qualcosa che ti segue e non ti molla. Per fortuna. Chissà dove sei, a chi regali la tua intelligenza, chissà cosa ti passa per la testa. Avremmo proprio bisogno del tuo pensiero illuminato. Siamo rimasti qui, deserti di te, senza possibili sostituti. Rivoglio la tua voce. Torna, Fabrizio. Torna”.
...nel giorno del 20° anniversario, un mio ricordo.
Pier Paolo Perazzolli
© FABRIZIO DE ANDRÉ by/por WALTER TOSCANO
Digital painting. / Pintura digital.
2017
My fan page/Mi página: http://www.facebook.com/WalterToscanoArtista?fref=ts
Scrive oggi Mauro Biani sulla sua pagina FB:
Nel 2009 per il decennale della morte di De Andrè, su proposta di Nicola, disegnai 15 tavole per altrettante canzoni. Iniziò da lì una mostra itinerante per molte librerie Feltrinelli (e non solo), diventando poi libro+cartoline per Stampa Alternativa. Ne pubblico qui qualcuna, ricordando con gratitudine quella bella esperienza.
Bocca di rosa
Mauro Biani
Il pescatore
Mauro Biani
Il testamento di Tito
Mauro Biani
Marinella
Mauro Biani
La ballata di Michè
Mauro Biani
Canzone del maggio.
Mauro Biani
La guerra di Piero
Mauro Biani
Geordie
Mauro Biani
Girotondo
Mauro Biani
Andrea
Mauro Biani
Volta la carta
Mauro Biani
Fabrizio De André - Creuza de ma (Live)
Alta sui naufragi
dai belvedere delle torri
china e distante sugli elementi del disastro
dalle cose che accadono al disopra delle parole
celebrative del nulla
lungo un facile vento
di sazietà di impunità
Sullo scandalo metallico
di armi in uso e in disuso
a guidare la colonna
di dolore e di fumo
che lascia le infinite battaglie al calar della sera
la maggioranza sta la maggioranza sta
recitando un rosario
di ambizioni meschine
di millenarie paure
di inesauribili astuzie
Coltivando tranquilla
l'orribile varietà
delle proprie superbie
la maggioranza sta
come una malattia
come una sfortuna
come un'anestesia
come un'abitudine
per chi viaggia in direzione ostinata e contraria
col suo marchio speciale di speciale disperazione
e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi
per consegnare alla morte una goccia di splendore
di umanità di verità
per chi ad Aqaba curò la lebbra con uno scettro posticcio
e seminò il suo passaggio di gelosie devastatrici e di figli
con improbabili nomi di cantanti di tango
in un vasto programma di eternità
ricorda Signore questi servi disobbedienti
alle leggi del branco
non dimenticare il loro volto
che dopo tanto sbandare
è appena giusto che la fortuna li aiuti
come una svista
come un'anomalia
come una distrazione
come un dovere
Compositori: Alvaro Mutis / Fabrizio De Andre' / Ivano Fossati
A Fabrizio De Andrè
Un po' stile Zanardi di Pazienza un po' stile Lempicka ma con tanta ammirazione!
Gio
www.caricaturegio.altervista.it
Mina ricorda Fabrizio sul Secolo XIX: “Ancora insegni. E sorprendi. E affascini tutti, non soltanto chi ha il dono dell’intelletto. E lo farai per sempre. Troppo c’è da imparare, da godere, da ciucciare, da rubare. Quel sorriso involontario che affiora sulle labbra quando ti ascolto si presenta solamente in casi eccezionali. Tu rimani un caso eccezionale. Ti ascolto ed è sempre come se fosse la prima volta. Una scoperta continua. C’è sempre qualcosa in più, qualcosa che si precisa meglio, qualcosa che ti segue e non ti molla. Per fortuna. Chissà dove sei, a chi regali la tua intelligenza, chissà cosa ti passa per la testa. Avremmo proprio bisogno del tuo pensiero illuminato. Siamo rimasti qui, deserti di te, senza possibili sostituti. Rivoglio la tua voce. Torna, Fabrizio. Torna”.
...nel giorno del 20° anniversario, un mio ricordo.
Pier Paolo Perazzolli
© FABRIZIO DE ANDRÉ by/por WALTER TOSCANO
Digital painting. / Pintura digital.
2017
My fan page/Mi página: http://www.facebook.com/WalterToscanoArtista?fref=ts
Scrive oggi Mauro Biani sulla sua pagina FB:
Nel 2009 per il decennale della morte di De Andrè, su proposta di Nicola, disegnai 15 tavole per altrettante canzoni. Iniziò da lì una mostra itinerante per molte librerie Feltrinelli (e non solo), diventando poi libro+cartoline per Stampa Alternativa. Ne pubblico qui qualcuna, ricordando con gratitudine quella bella esperienza.
Bocca di rosa
Mauro Biani
Il pescatore
Mauro Biani
Il testamento di Tito
Mauro Biani
Marinella
Mauro Biani
La ballata di Michè
Mauro Biani
Canzone del maggio.
Mauro Biani
La guerra di Piero
Mauro Biani
Geordie
Mauro Biani
Girotondo
Mauro Biani
Andrea
Mauro Biani
Volta la carta
Mauro Biani
Fabrizio De André - Creuza de ma (Live)
Alta sui naufragi
dai belvedere delle torri
china e distante sugli elementi del disastro
dalle cose che accadono al disopra delle parole
celebrative del nulla
lungo un facile vento
di sazietà di impunità
Sullo scandalo metallico
di armi in uso e in disuso
a guidare la colonna
di dolore e di fumo
che lascia le infinite battaglie al calar della sera
la maggioranza sta la maggioranza sta
recitando un rosario
di ambizioni meschine
di millenarie paure
di inesauribili astuzie
Coltivando tranquilla
l'orribile varietà
delle proprie superbie
la maggioranza sta
come una malattia
come una sfortuna
come un'anestesia
come un'abitudine
per chi viaggia in direzione ostinata e contraria
col suo marchio speciale di speciale disperazione
e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi
per consegnare alla morte una goccia di splendore
di umanità di verità
per chi ad Aqaba curò la lebbra con uno scettro posticcio
e seminò il suo passaggio di gelosie devastatrici e di figli
con improbabili nomi di cantanti di tango
in un vasto programma di eternità
ricorda Signore questi servi disobbedienti
alle leggi del branco
non dimenticare il loro volto
che dopo tanto sbandare
è appena giusto che la fortuna li aiuti
come una svista
come un'anomalia
come una distrazione
come un dovere
Compositori: Alvaro Mutis / Fabrizio De Andre' / Ivano Fossati
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