domenica 26 ottobre 2025

"VIVA LA VIDA" di Andrea Arroyo

 


Dear Friends,

Kind Reminder — Today, Saturday, October 25!

Join us for the opening of Viva la Vida at the Sugar Hill Museum in Manhattan.

I’ll be painting live alongside the beautiful music of jazz legend Ms. Marjorie Eliot.

Can’t wait to see you there!

Peace,


Andrea Arroyo


"VIVA LA VIDA"

Opening Saturday, October 25, 3–5 PM

Sugar Hill Museum 

898 St. Nicholas Ave (155th St) New York, NY 10032

Doors open at 2:30pm, Performance at approximately 3:30pm, beverages and light bites served throughout. 

Free & Open to the Public.

Join us for an afternoon of art, music, and community. I’m thrilled to share that the reception will feature a special artistic collaboration — I’ll be painting live alongside the beautiful music of jazz legend Ms. Marjorie Eliot! 

This work celebrates the timeless dance between life and memory, honoring ancestry, heritage, and the intimate stories of loved ones. I invite everyone to bring small photographs (copies only) and cards to place on the Ofrenda, and to write messages on the provided cards and ribbons — creating a personal tribute that honors and remembers your loved ones. 

Exhibition on view through November 2, 2025

Presented by the Sugar Hill Museum, in collaboration with Northern Manhattan Arts Alliance and Morris-Jumel Mansion, and supported by Upper Manhattan Empowerment Zone Development, Lower Manhattan Cultural Council, and Mano a Mano: Mexican Culture Without Borders. Image: Viva la Vida (in-progress) 2025.



L'inaugurazione del 25/10 ha visto una speciale collaborazione artistica dal vivo con la straordinariamente bella leggenda del jazz e musa ispiratrice, la signora MARJORIE ELIOT!

Presentato dal Sugar Hill Museum, in collaborazione con la Northern Manhattan Arts Alliance e la Morris-Jumel Mansion. Con il supporto del Lower Manhattan Cultural Council Upper Manhattan Empowerment Mano a Mano: Ringraziamenti speciali: Juli Cooper Marjorie Eliot Rudel Parlor Entertainment. Foto di Michael Palma

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Alcune delle ultime opere di Andrea Arroyo:


La giustizia è la radice della pace.
Andrea Arroyo


Premio France Limousine Press Club 2025 per l' opera sulla libertà di stampa ad Andrea Arroyo!

Per la Palestina 
di Andrea Arroyo


sabato 11 ottobre 2025

Jane Goodall

“Siamo la specie più intellettuale che abbia mai camminato sul pianeta, ma non siamo intelligenti. Se sei intelligente non distruggi la tua unica casa.”

(Jane Goodall)



Jane Goodall (1934 - 2025).
The chimpanzee whisperer and tireless champion of conservation. Her work changed our understanding of both primates and humanity.
Rest in peace. 🌿🖤
Nahid Maghsoudi



Jane Goodall Portrait by R.J. Matson, Portland, ME

https://www.politicalcartoons.com/cartoon/300568



Jane Goodall by Taylor Jones, 

Politicalcartoons.com


Jane Goodall
Fue una etóloga inglesa y Mensajera de la Paz de la Organización de las Naciones Unidas.​​
 by Becs, 
CagleCartoons.com



Jane Goodall by Jeremy Banx




Deb Milbrath
4 October 2025
RIP Jane Goodall
WHAT AN INSPIRATION…WHAT A LEGACY… and what a message that transcends conservation, environmentalism focus. In these stressful times… I think the young can bring new hope and direction to our fractured world and country. It is all about our future.
https://www.cartoonmovement.com/cartoon/rip-jane-goodall



Gianluca Costantini
@channeldraw
·
1 ott
Jane Goodall 🖤

Dalcio Machado



"Morte di Jane Goodall, la primatologa che ha rimesso l'uomo al suo posto", testo e disegno sul sito web di Jeune Afrique...
Damien Glez



Ci sono momenti che segnano la fine di un'era e le ultime parole di Sir David Attenborough al funerale della Dott.ssa Jane Goodall sono state esattamente queste 🥹! In piedi davanti a un mare di persone in lutto, l'amato naturalista ha reso omaggio alla sua amica di una vita e compagna pioniera, definendola "la coscienza della conservazione". La sua voce tremava mentre parlava di sei decenni di amicizia, spedizioni condivise e un'incrollabile fede nel potere della speranza. "Il mondo è più silenzioso senza di lei", ha detto, "ma il suo spirito sussurra ancora tra gli alberi".

È stato più di un addio, è stata una promessa che la sua eredità avrebbe continuato a guidare coloro che ascoltano la voce della natura. 

▶️ Guarda il sentito omaggio di Sir David Attenborough a Jane Goodall: un addio da una leggenda all'altra 👇👇

https://newstoday79.com/.../sir-david-attenboroughs.../

mercoledì 1 ottobre 2025

Flotilla si avvicina alle coste di Gaza

 

David contro Golia

Gio

www.caricaturegio.altervista.it


La Global Sumud Flotilla è una missione umanitaria composta da circa 50 navi e 500 persone, salpata da vari punti del Mediterraneo per portare aiuti a Gaza.  Da quando Israele ha imposto il blocco a Gaza nel 2007, si sono svolte più di 37 missioni marittime. Questa è la quarta missione di quest'anno, la più numerosa, con partecipanti provenienti da 44 Paesi: l'obiettivo è spezzare il blocco navale imposto da Israele.

Nella notte tra il 23 e il 24 settembre, alcune imbarcazioni della Flotilla sono state attaccate in acque internazionali con droni, gas urticanti e bombe stordenti. La Farnesina sconsiglia di proseguire. Crosetto: «In acque israeliane non possiamo garantire la sicurezza»

La Global Sumud Flotilla dopo l'attacco di droni subito ha continuato la sua missione verso Gaza.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rivolto un appello alle persone a bordo delle barche della Global Sumud Flotilla, la grande iniziativa civile per portare cibo e altri beni essenziali nella Striscia di Gaza. Chiede di «evitare di porre a rischio l’incolumità di ogni persona» e di accettare la proposta fatta dal governo italiano, ieri rifiutata, di consegnare il cibo e i beni essenziali per Gaza al patriarcato di Gerusalemme.

La portavoce italiana dell’organizzazione, Maria Elena Delia, ha risposto all’appello dicendo però di non poter accettare la proposta. «Questa proposta arriva per evitare che le nostre barche navighino in acque internazionali con il rischio di essere attaccate», ha detto Delia. Poi ha aggiunto che la questione degli aiuti è importante e che la Flotilla è pronta a valutare delle mediazioni «ma non cambiando rotta, perché cambiare rotta significa ammettere che si lascia operare un governo in modo illegale senza poter fare nulla».




Marilena Nardi
27 September 2025
The abyss
The difficult crossing of the Global Sumud Flotilla and the risks of forcing Israel's blockade.
https://www.cartoonmovement.com/cartoon/abyss-5


IL RAGNO NEL BUCO
Sarà anche un' "armata Brancaleone" ma almeno loro hanno tentato, mettendoci non solo la faccia, di cavare quel maledetto ragno dal buco. 
E non mi riferisco ad Israele, lui dal buco ci è uscito da tempo, parlo della colpevole indifferenza con cui quasi tutto il Mondo sta guardando quanto è successo e sta ancora succedendo a Gaza e dintorni.
Un'indifferenza che, anche per il nostro Paese, rivela  una vergognosa connivenza.
Gianfranco Uber



Con la #FlottigliaGlobalePerGaza #globalsumudflottilla  
 Avanti, e sempre grazie. 
Mauro Biani


Sciopero per Gaza 

#19settembre #22settembre #lavoro #GlobalSumudFlotilla 

Mauro Biani


The freedom flotilla,
Andrea Arroyo




Fadi Abou Hassan

4 settembre 2025

Flottiglia globale Sumud

https://www.cartoonmovement.com/cartoon/global-sumud-flotilla-3


Andrea Arroyo

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Andrea Arroyo

Ultima ora 

Le forze navali israeliane salgono a bordo della flottiglia filo-palestinese a 75 miglia da Gaza

Greta Thunberg arrestata e presa in custodia dopo che sei imbarcazioni della flottiglia sono state abbordate

Almeno due imbarcazioni di una flottiglia filo-palestinese sono state abbordate dalle forze israeliane a circa 75 miglia dalla costa di Gaza, mentre le imbarcazioni tentavano di violare il blocco marittimo del territorio devastato dalla guerra e portare aiuti.

Diversi organi di stampa hanno riferito che anche altre imbarcazioni sono state intercettate.

Il raid è iniziato con la nave capo della flottiglia, Alma, il cui equipaggio è stato arrestato dai soldati israeliani mercoledì.

Tra gli ospiti a bordo dell'Alma c'era anche l'attivista ambientale Greta Thunberg .

In un videomessaggio pubblicato su Instagram poco prima dell'intercettazione, Thunberg ha detto: "Mi chiamo Greta Thunberg. Sono a bordo della nave Alma. Stiamo per essere intercettati da Israele".

Thunberg, insieme ad altri attivisti dell'Alma, è stata arrestata e portata in custodia nel porto israeliano di Ashdod.

La Global Sumud Flotilla, composta da oltre 40 imbarcazioni civili con a bordo circa 500 parlamentari, avvocati e attivisti, tra cui Thunberg, si stava dirigendo verso Gaza per portare aiuti umanitari, nonostante i ripetuti avvertimenti di Israele di tornare indietro.

Mercoledì pomeriggio le imbarcazioni stavano navigando in acque internazionali a nord dell'Egitto ed erano entrate in quella che è stata descritta come una "zona pericolosa" o "zona ad alto rischio".

Pur essendo ancora in acque internazionali, si tratta di un'area in cui in passato la marina israeliana ha fermato altre imbarcazioni che tentavano di rompere il blocco e che la flottiglia era stata avvertita di non attraversare.

Verso le 19:25, circa 20 navi della marina israeliana si sono avvicinate alla flottiglia e hanno ordinato alle imbarcazioni di spegnere i motori, hanno riferito gli attivisti sui social media. Le riprese in diretta dalla flottiglia mostravano i passeggeri seduti in semicerchio, con i giubbotti di salvataggio, in attesa di essere intercettati. La trasmissione si è interrotta poco dopo.

"Le nostre imbarcazioni vengono intercettate illegalmente", si leggeva mercoledì sera in un messaggio sulla pagina Instagram della flottiglia. "Le telecamere sono spente e le imbarcazioni sono state abbordate da personale militare. Stiamo lavorando attivamente per confermare la sicurezza e le condizioni di tutti i partecipanti a bordo".

venerdì 26 settembre 2025

A St-Just-le-Martel 2025, Marilena Nardi "Vachement obstinée."

 




44° Salon International de la caricature, du dessin de presse et d’humour di St-Just-le-Martel - 27 settembre / 5 ottobre.


La precedente edizione  ha visto Marilena Nardi, vincitrice del massimo riconoscimento, ovvero il Premio Humour Vache consistente in molta gloria, un trofeo in porcellana di Limoges e in una vacca vera... viva e vegeta, di nome Justine.(foto in fondo al post).


Così per l'edizione 2025 Marilena Nardi ha avuto l’onore di disegnare integralmente il manifesto  e di essere invitata al Salon con una corposa (oltre 80 lavori) mostra personale dal titolo Nardi, "Vachement obstinée".

Congratulazioni Marilena!!




Dice Marilena Nardi della sua mostra: 

Vachement obstinée

Aujourd’hui, face à la crise de la presse, aux risques de procès et d’attaques personnelles, à la dévalorisation du graphisme et à l’avènement de l’IA, dessiner est un acte de résistance, ou du moins de grande obstination. D’où le titre de cette exposition qui présente des dessins de divers types : caricatures (dont celles de personnages d’autrefois), dessins humoristiques (sur des thèmes qui me sont très chers), et dessins d’actualité.

Pourquoi ce recueil ? Parce qu’il représente mon parcours : je suis caricaturiste, illustratrice et professeur à l’Académie des Beaux-Arts de Venise. J’ai toujours cherché (et parfois même touvé !) l’équilibre nécessaire pour permettre à ces multiples « âmes » en moi de coexister. Le dessin même est une forme de communication qui utilise des registres multiples et différents. Dans le dessin de presse, domaine auquel je me consacre particulièrement depuis 15 ans, deux mondes se rencontrent : celui de l’art et celui du journalisme. Permettez-moi une métaphore. Le/a dessinateur/trice de presse est un peu comme un funambule : il évolue sur une corde tendue entre le journalisme, avec son besoin d’information et de véracité du contenu, et l’art, qui ouvre au lecteur des chemins de compréhension différents et plus profonds. Dans mes dessins, comme un funambule, parfois je suis un peu plus proche de l’actualité (avec la politique et les caricatures), d’autres fois je me rapproche du dessin expressif et poétique. L’humour comme balancier… ce qui dans mon cas ne veut pas dire nécessairement chercher le “comique” et le rire.

Mes dessins visent avant tout à faire réfléchir les lecteurs, à poser des questions, à susciter des doutes. Et certainement, dessiner m’aide moi-même à explorer plusieurs directions, d’une manière vachement obstinée et contraire.

Molto ostinata

Oggi, di fronte alla crisi della stampa, al rischio di cause legali e attacchi personali, alla svalutazione della grafica e all'avvento dell'intelligenza artificiale, disegnare è un atto di resistenza, o almeno di grande ostinazione. Da qui il titolo di questa mostra, che presenta disegni di vario genere: caricature (anche di personaggi del passato), disegni umoristici (su temi a me molto cari) e di attualità.

Le petit clown, 2025
Perché questa collezione? Perché rappresenta il mio percorso: sono caricaturista, illustratrice e docente all'Accademia di Belle Arti di Venezia. Ho sempre cercato (e a volte persino trovato!) l'equilibrio necessario per far coesistere queste molteplici "anime" dentro di me. Il disegno stesso è una forma di comunicazione che utilizza registri molteplici e diversi. Nel disegno editoriale, un campo a cui mi dedico da 15 anni, due mondi si scontrano: l'arte e il giornalismo. Permettetemi una metafora. Il vignettista editoriale è un po' come un funambolo: cammina su un filo teso tra il giornalismo, con il suo bisogno di informazione e contenuti veritieri, e l'arte, che apre al lettore percorsi di comprensione diversi e più profondi. Nei miei disegni, come un funambolo, a volte mi avvicino un po' di più all'attualità (con politica e caricature), altre volte gravito verso un disegno espressivo e poetico. L'umorismo come equilibrio... che nel mio caso non significa necessariamente ricercare il "comico" o la risata.

I miei disegni mirano soprattutto a far riflettere i lettori, a porsi domande, a suscitare dubbi. E certamente, il disegno mi aiuta a esplorare diverse direzioni, in modo molto ostinato e contraddittorio.

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"Nardi. Vachement obstinée"
Voilà le catalogue pour l'exposition qui s'ouvre aujourd'hui au Salon de l'Humour de Saint-Just-le-Martel Haute Vienne France. Préfacé par Thierry Vissol que je remercie, il s'agit d'un recueil de 116 dessins. Édition en nombre limité (200 copies signées et numérotées), format A4, couverture rigide, 90 pages, prix 24€.




🎖️ Prix de l'Humour Vache 





St-Just-le-Martel 2025 . tutto il programma



lunedì 22 settembre 2025

La mannaia di Trump sulla cultura americana, oltre la censura

 Da Pagina 21


Feggo, Vista del 4 luglio dal confine meridionale

La mannaia di Trump sulla cultura americana, oltre la censura

Ne fa le spese anche Felipe Galindo, conosciuto come Feggo, artista messicano nazionalizzato americano

scritto da Thierry Vissol 19 Settembre 2025 

Il desiderio di riscrivere la storia (o di scriverla) per valorizzare i poteri o le ideologie dominanti, imporre la propria visione della morale e l’adeguatezza dei comportamenti degli individui che vivono sotto il loro dominio, è antico quanto le società urbane organizzate attorno alla triade dei poteri politico-militari, economici, e religiosi.

È probabile che esistesse già da molto tempo nelle società senza scrittura che le hanno precedute, così come nelle società cosiddette primitive (intese come non occidentalizzate) studiate da oltre due secoli dagli etnologi attraverso i miti e le norme comportamentali. In Europa, il Calvinismo e la sua applicazione moralizzante nella Repubblica di Ginevra hanno introdotto nel Seicento una nuova forma dittatoriale di controllo sociale, da cui derivano prima il puritanesimo anglosassone e poi, a partire dagli anni Venti del secolo scorso negli Stati Uniti, i preludi del movimento woke, con vere e proprie guerre culturali volte a imporre il dominio di un politicamente corretto cioè di un ethos culturale e morale corrispondente a una visione puritana del mondo.

La guerra culturale american (e non solo): woke versus MAGA

Dalla sfera della cultura, i temi nel tempo si sono allargati all’aborto, all’omosessualità, ai diritti dei transgender, alla pornografia, al multiculturalismo, ai punti di vista razziali e ad altri conflitti basati su valori, moralità e stili di vita. Assumerà una dimensione mondiale con i movimenti identitari e le campagne come #metoo e #blacklivesmatter. Diffusa grazie alla cassa di risonanza degli social network, si è quindi creato, prima negli USA per decenni, poi anche nel resto del mondo occidentale democratico, una Doxa vittimistica nella quale la diversità è ridotta al colore della pelle, al genere, alla religione o all’orientamento sessuale.

Nessuno può mettere in dubbio la legittimità delle battaglie contro le discriminazioni, contro il sessismo e la misoginia, il razzismo, le disuguaglianze, né l’importanza politico-sociale di permettere alle minoranze di esprimere i loro disaggi e le loro rivendicazioni che non vengono prese in considerazione dai politici e dai media mainstream. Tuttavia, è incomprensibile il conflitto che si è creato tra wokisti e antiwokisti.

Non si può fare finta che la Cancel culture non sia l’espressione della rabbia di una popolazione emarginata che non ha altra possibilità di fare sentire se non con internet. Una popolazione stufa della passività delle istituzioni e delle autorità di fronte al razzismo, all’ingiustizia sociale, al sessismo, all’omofobia, alla transfobia. Una rabbia esacerbata da coloro che esprimono il loro disaccordo, disgusto o addirittura il loro odio nei confronti di queste minoranze.

Di fatto questi eccessi sono contrastati da eccessi inversi, condanne e repressioni. Ognuna delle parti in causa si considera come quella buona e gli altri sono sempre e solo i cattivi, pervertiti sociali o malati di mente, a seconda di chi si esprime. Questo mette in luce la contraddizione esistente tra la volontà di sembrare culturalmente corretto, in linea con i messaggi delle minoranze razziali o di orientamento sessuale, promossi dai movimenti woke e la realtà vissuta da una grande parte della società che si sente tradita e abbandonata dall’esagerata attenzione data a questi movimenti al discapito delle sue difficoltà nella sua vita quotidiana (povertà, disoccupazione, mancanza di servizi pubblici, sicurezza sul lavoro, educazione, paura della concorrenza degli immigranti, terrorismo islamico…).

Questa riduzione del mondo in buoni (autocertificati) e cattivi (da rieducare) ha spinto a destra molti liberali americani e sta contribuendo al successo politico e culturale di Donald Trump e dei MAGA. Il rischio è che cominci ad avere gli stessi effetti nel resto dell’Occidente.

Dall’inizio del suo secondo mandato, il presidente Trump vuol mettere a tacere ogni opposizione politica e riscrivere la storia americana in chiave patriottica, ovvero sradicare la diffusione dell’ideologia woke e l’ideologia di sinistra dei democratici al quale l’ha associata perché ha promosso questa ideologia corrosiva. Lo afferma chiaramente in un Ordine Esecutivo del 27 marzo 2025, intitolato Ripristinare la verità e la saggezza nella storia americana.

«Suo obbiettivo è chiaramente definito. Negli ultimi dieci anni, gli americani hanno assistito a uno sforzo concertato e diffuso per riscrivere la storia della nostra nazione, sostituendo fatti oggettivi con una narrazione distorta guidata dall’ideologia piuttosto che dalla verità. Questo movimento revisionista cerca di minare i notevoli risultati raggiunti dagli Stati Uniti mettendo in cattiva luce i suoi principi fondanti e le sue pietre miliari storiche. In base a questa revisione storica, l’eredità senza pari della nostra nazione in termini di promozione della libertà, dei diritti individuali e della felicità umana viene ricostruita come intrinsecamente razzista, sessista, oppressiva o comunque irrimediabilmente imperfetta. Anziché promuovere l’unità e una comprensione più profonda del nostro passato comune, lo sforzo diffuso di riscrivere la storia approfondisce le divisioni sociali e alimenta un senso di vergogna nazionale, ignorando i progressi compiuti dall’America e gli ideali che continuano a ispirare milioni di persone in tutto il mondo».

Questo ordine esecutivo fa seguito ad altri tre, con lo stesso orientamento ideologico antiwoke, firmati da Trump il giorno del suo secondo insediamento come presidente degli Stati Uniti, il 20 gennaio 2025: l’ordine esecutivo 14151, intitolato Porre fine ai programmi radicali e dispendiosi del governo DEIA (Diversità, Equità, Inclusione e Accessibilità) e alle preferenze; l’ordine esecutivo 14168, intitolato Difendere le donne dall’estremismo dell’ideologia di genere e ripristinare la verità biologica nel governo federale, e l’ordine esecutivo 14172, intitolato Ripristinare i nomi che onorano la grandezza americana.

A questi ordini hanno fatto seguito azioni concrete come la nomina del vicepresidente J.D. Vance al Consiglio di amministrazione della Smithsonian Institution, poi con il suo ordine di missione: esaminare i contenuti della Smithsonian alla ricerca di ideologie «improprie, divisive o antiamericane». Di fatto, per Trump: «Un tempo ampiamente rispettata come simbolo dell’eccellenza americana e icona globale dei risultati culturali, la Smithsonian Institution è stata, negli ultimi anni, influenzata da un’ideologia divisiva e incentrata sulla razza. Questo cambiamento ha promosso narrazioni che descrivono i valori americani e occidentali come intrinsecamente dannosi e oppressivi».


Perché tanto accanimento contro l’istituzione culturale più prestigiosa degli Stati Uniti?

Fu creata grazie alla donazione del suo patrimonio agli Stati Uniti da parte di un ricchissimo scienziato britannico, John Smithsonian, per fondare «a Washington, con il nome di Smithsonian Institution, un istituto per l’incremento e la diffusione della conoscenza». La donazione fu approvata dal Congresso nel 1836 e, il Senato degli Stati Uniti approvò la legge che istituiva la Smithsonian Institution, firmata dal presidente James K. Polk nel 1846. Da allora, è diventata la più grande struttura di cultura e di ricerca storica degli USA, con ventuno musei o gallerie direttamente collegati all’istituzione, e diversi centri di ricerca. Organizza mostre temporanee, conferenze e altri eventi occasionali. Infine, condivide i suoi tesori con oltre 90 altri musei in ventitré Stati diversi. Uno dei problemi principali di Trump è che l’Istituzione sia un covo di democratici: al 4 agosto 2025, il suo consiglio di amministrazione era composto da 10 membri democratici, 5 repubblicani (tra cui il vicepresidente Vance) e 2 indipendenti.

Tra i musei, quattro sono considerati da Trump come i più pericolosi perché i loro contenuti potreberro presentare «narrazioni divisive, escludendo i ricchi, bianchi e maschi». Se quasi tutti i musei sono sotto critica, quattro di loro sono considerati come i più pericolosi. Tra questi ci sono: il California African American Museum (CAAM) di Los Angeles, inaugurato nel 1984 e dedicato alla storia e al contributo culturale degli afroamericani nell’America occidentale; il National Museum of the American Indian, fondato nel 2004, dedicato alla storia, alla cultura e alle arti degli indiani nordamericani; il National Museum of African American History and Culture o NMAAHC  fondato nel 2003.

Tuttavia, per Trump, il più pericoloso sarebbe il futuro National Museum of the American Latino, la cui la creazione è stata decisa dal Congresso nel 2020. Questo museo intende dimostrare che la storia dei latinoamericani fa parte della storia americana, tanto più che essi, 63,7 milioni, rappresentano il 19% della popolazione. Numerose istituzioni hanno reso il bilinguismo inglese-spagnolo una norma sui loro siti web ufficiali, come il governo, l’FBI, Medicare o la Biblioteca Nazionale di Medicina. In attesa della sua inaugurazione, è stata aperta nel giugno 2022 una galleria temporanea, la Molina Family Latino Gallery, in un altro museo dello Smithsonian, il National Museum of American History, con una mostra intitolata ¡Presente! A Latino History of the United States che doveva durare fino a novembre 2025.

A seguito della missione affidata al vicepresidente Vance, Trump ha firmato un nuovo ordine esecutivo il 21 agosto 2025 intitolato Il presidente Trump ha ragione riguardo allo Smithsonian, un promemoria in 26 punti che mira a correggere i contenuti delle mostre e di altri programmi. Il suo bersaglio sono le opere d’arte e le mostre volte a educare il pubblico su «una società che privilegia i bianchi e la bianchezza», perché definiscono la cosiddetta «cultura dominante bianca» come «il modo in cui i bianchi, le loro tradizioni, i loro atteggiamenti e il loro stile di vita sono stati normalizzati nel corso del tempo» e descrivono «la famiglia nucleare», «l’etica del lavoro» e «l’intelletto» come qualità bianche radicate nel razzismo. In sintesi, Trump sta compiendo il primo passo per cancellare la teoria critica della razza, le storie LGBTQ+ e altre narrazioni che ritiene antipatriottiche.

L’ordine esecutivo elenca una serie di mostre e opere d’arte (con riproduzioni fotografiche) che devono essere chiuse o rimosse dall’esposizione che sia nella National Portrait Gallery, nell’American History Museum, nel National Museum of African Art, nel National Museum of the American Latino, Museum of American Art.

È così, la mostra Sulla storia latina degli Stati Uniti, prima citata, è stata smantellata a fine agosto, tanto più che era illustrata dal quadro in coda a questo articolo, realizzato dal nostro amico Felipe Galindo, conosciuto come Feggo, artista messicano nazionalizzato americano. Raffigura dei migranti che guardano i fuochi d’artificio del Giorno dell’Indipendenza «attraverso un’apertura nel muro di confine tra Stati Uniti e Messico».

Secondo l’ordine esecutivo è divisiva perché afferma che i fondatori dell’America «temevano l’immigrazione non bianca». Una realtà storica, pure, per i WASP (White Anglo-Saxon Protestant) di tutti i tempi, ma una realtà storica che i MAGA non vogliono accetare. Il testo che commenta questo dipinto, in una sezione della mostra intitolata Paura e pregiudizio, non fa altro che riconoscere questa lunga e documentata storia: «Molti politici statunitensi, a partire da Benjamin Franklin, hanno temuto l’immigrazione non bianca. Anziché essere riconosciuti come costruttori di comunità, gli immigrati latinoamericani sono talvolta descritti come invasori. Molti hanno rischiato la vita per immigrare perché credono negli ideali statunitensi quali la democrazia, l’uguaglianza e le opportunità».

Feggo ha creato questa immagine nel 1999, da allora è stata esposta e riprodotta ampiamente. Faceva parte della sua serie Manhatitlan: Mexican and American Cultures Intertwined (Manhatitlan: culture messicana e americana intrecciate), un progetto con opere su carta, animazioni e un libro e che ha ricevuto numerosi premi ed è presente in molte collezioni private e pubbliche, tra cui la Biblioteca del Congresso.

L’elenco delle «opere d’arte discutibili» presentato in questo decreto esecutivo – e successivamente ritirate dalle sale espositive di diversi musei – ricorda gli anni bui e difficili in cui Adolf Hitler decise di eliminare dai musei tedeschi quelle opere d’arte che definiva «arte degenerata».

Siamo molto lontani dalla missione del Museo Nazionale di Storia Americana descritta sul suo sito web: «La nostra missione è quella di consentire alle persone di creare un futuro giusto e compassionevole attraverso l’esplorazione, la conservazione e la condivisione della complessità del nostro passato».

mercoledì 17 settembre 2025

53° PREMIO SATIRA Forte dei Marmi - edizione 2025

 


53° PREMIO SATIRA Forte dei Marmi - edizione 2025

Per la satira illustrata è stato premiato Fabio Magnasciutti, disegnatore che ogni giorno commenta le notizie di prima pagina con tratto raffinato e pittorico, riuscendo a donare poesia anche ai temi più drammatici.

Tratto asciutto e parole essenziali, il lavoro di Fabio unisce la tradizione della vignetta satirica alla leggerezza poetica: uno sguardo laterale che racconta l'attualità e la vita in ogni suo aspetto.

Magnasciutti era già stato premiato nel 2015. 

Congratulazioni Fabio!!






Beppe Cottafavi e Fabio Magnasciutti



Le stelle dell’umorismo al 53° Premio Satira Forte dei Marmi

Sabato 13 settembre 2025, alle ore 18:00, si terrà la 53ma edizione del Premio Internazionale di Satira Politica Forte dei Marmi, storico riconoscimento che dal 1973 incorona i protagonisti di satira e umorismo in tutte le sue declinazioni. Come da tradizione, la premiazione si terrà anche quest’anno alla Capannina di Franceschi.

L’edizione 2025 del Premio – diretto da Beppe Cottafavi – punta i riflettori sulle nuove leve della comicità: artisti che, oltre a ottenere crescente successo negli spettacoli dal vivo, hanno saputo conquistarsi spazi televisivi di rilievo. «Talenti che sono anche autori di sé stessi: non solo dei propri testi, ma scrivono sui giornali e pubblicano libri. E proprio alla autorialità e alla qualità della scrittura comica e satirica nella stand-up, in tv, nei libri e sui giornali è dedicato il premio di quest’anno» annuncia Cottafavi.

A ricevere il Premio per il programma tv sarà infatti Valerio Lundini, ideatore e protagonista di “Faccende complicate” (RaiPlay e Rai 3), serie di reportage itineranti che, partendo da temi di attualità, deragliano tracciando percorsi comici ai limiti dell’assurdo. Già premiato nel 2021 per “Una pezza di Lundini”, il comico si conferma uno dei più originali interpreti della scena italiana.

Edoardo Ferrario sarà premiato per l’interpretazione di Maicol Pirozzi, tra i più apprezzati e virali personaggi del “GialappaShow”, esilarante parodia dei tanti guru dell’imprenditoria che affollano la rete promettendo denaro e successo. La migliore invenzione satirica delle ultime stagioni.

Il Premio per la stand-up va a Monir Ghassem, giovane monologhista romana dalle radici iraniane, ospite ricorrente di “Propaganda Live”, e a Martina Catuzzi, comica pugliese che fa della scorrettezza – anche sui social network, dove le sue battute scatenano spesso reazioni indignate – il suo marchio di fabbrica.

Al comico romano Saverio Raimondo, presenza fissa con i suoi monologhi dissacranti nel programma “In altre parole” di Massimo Gramellini, va il Premio per il giornalismo; il riconoscimento per il libro va a Stefano Rapone con “Racconti scritti da donne nude” (Rizzoli Lizard), spassosa raccolta di storie brevi e imprevedibili provocatoriamente candidata al Premio Strega.

Il Premio per l’animazione va a “Il Baracchino” (Prime Video), di Nicolò Cuccì e Salvo Di Paola, serie dalla scrittura raffinata e piena di citazioni, intrisa di una comicità profonda e spesso amara – oltre che impreziosita da una squadra di doppiatori d’eccezione, come i già citati Ferrario e Rapone.

Torna anche il riconoscimento per il programma radiofonico, assegnato a Chiara Galeazzi e Francesco Lancia per “Chiacchiericcio” (Radio Deejay), contenitore quotidiano di attualità dal graffio satirico e mai banale.

Per la satira illustrata sarà premiato Fabio Magnasciutti, disegnatore che ogni giorno commenta le notizie di prima pagina con tratto raffinato e pittorico, riuscendo a donare poesia anche ai temi più drammatici.

Una menzione speciale della Giuria andrà ad Aurora Nina Allegra per la sua tesi di laurea su Sergio Staino.

Chiuderà la serata il “Premio Satira alla carriera” a Cochi Ponzoni, tra i più amati comici italiani, per aver portato in tv e a teatro, nell’impareggiabile duo con Renato Pozzetto, un linguaggio rivoluzionario e surreale, poetico e al tempo stesso popolare, che ancora oggi rappresenta un punto di riferimento per autori navigati e nuove leve.

Fonte: festival della satira

sabato 13 settembre 2025

Ciao Stefano Benni

 Ciao, Stefano…

© Riccardo Mannelli


Io ti amo

e se non ti basta

ruberò le stelle al cielo

per farne ghirlanda

e il cielo vuoto

non si lamenterà di ciò che ha perso

che la tua bellezza sola

riempirà l’universo

Io ti amo

e se non ti basta

vuoterò il mare

e tutte le perle verrò a portare

davanti a te

e il mare non piangerà

di questo sgarbo

che onde a mille, e sirene

non hanno l’incanto

di un tuo solo sguardo

Io ti amo

e se non ti basta

solleverò i vulcani

e il loro fuoco metterò

nelle tue mani, e sarà ghiaccio

per il bruciare delle mie passioni

Io ti amo

e se non ti basta

anche le nuvole catturerò

e te le porterò domate

e su te piover dovranno

quando d’estate

per il caldo non dormi

e se non ti basta

perché il tempo si fermi

fermerò i pianeti in volo

e se non ti basta

vaffanculo.

Stefano Benni


© Riccardo Mannelli


La Luisona di Stefano Benni 

Al bar Sport non si mangia quasi mai. C'è una bacheca con delle paste, ma è puramente coreografica. Sono paste ornamentali, spesso veri e propri pezzi d'artigianato. Sono lì da anni, tanto che i clienti abituali, ormai, le conoscono una per una. Entrando dicono: «La meringa è un po' sciupata oggi. Sarà il caldo». Oppure: «È ora di dar la polvere ai krapfen». 

Solo, qualche volta, il cliente occasionale osa avvicinarsi al sacrario. Una volta, ad esempio, entrò un rappresentante di Milano. Aprì la bacheca e si mise in bocca una pastona bianca e nera, con sopra una spruzzata di quella bellissima granella in duralluminio che sola contraddistingue la pasta veramente cattiva. Subito nel bar si sparse la voce: «Hanno mangiato la Luisona!». 

La Luisona era la decana delle paste, e si trovava nella bacheca dal 1959. Guardando il colore della sua crema i vecchi riuscivano a trarre le previsioni del tempo. La sua scomparsa fu un colpo durissimo per tutti. Il rappresentante fu invitato a uscire nel generale disprezzo. Nessuno lo toccò, perché il suo gesto malvagio conteneva già in sé la più tremenda delle punizioni. Infatti fu trovato appena un'ora dopo, nella toilette di un autogrill di Modena, in preda ad atroci dolori. La Luisona si era vendicata. La particolarità di queste paste è infatti la non facile digeribilità. 

Quando la pasta viene ingerita, per prima cosa la granella buca l'esofago. Poi, quando la pasta arriva al fegato, questo la analizza e rinuncia, spostandosi di un colpo a sinistra e lasciandola passare. La pasta, ancora intera, percorre l'intestino e cade a terra intatta dopo pochi secondi. Se il barista non ha visto niente, potete anche rimetterla nella bacheca e andarvene. 

(Da «Bar Sport» di Stefano Benni)

Vauro per Benni





Pennac, 'a Stefano Benni la malattia ha tolto la risata'
'Lassù ha aperto uno studio da psicanalista, domani vedrà Dio'
Quando morì Federico Fellini "Stefano Benni mi ha detto che è morto perché non poteva più sognare.
Ed era vero, era clinicamente vero.
I farmaci che prendeva Fellini per la sua malattia gli avevano impedito di continuare a sognare. Per trent'anni aveva appuntato i suoi sogni in un diario. Disegnava e dipingeva. E di colpo non ha più potuto sognare. A Stefano è successa la stessa cosa, ma con la risata: di colpo la malattia gli ha tolto la capacità di ridere, quella risata che per tutta la sua vita lui ci ha offerto". Lo ha detto lo scrittore francese Daniel Pennac ricordando l'amico Stefano Benni durante la camera ardente all'Archiginnasio.
    Pennac ha regalato ai familiari di Benni e ai tanti cittadini presenti un omaggio commosso e surreale, nel suo stile narrativo. Pennac ha rievocato scherzi e invenzioni condivise: "Il giorno in cui mi hai fatto ridere di più - ha detto - è stato quando mi hai detto che avresti aperto uno studio di psicanalista per curare gli insetti e gli animali: una formica individualista, un cane che non sopportava l'odore del padrone, un elefante complessato per la sua proboscide". Poi l'immagine finale, sospesa tra poesia e ironia: "Questa notte ho visto Stefano, ha aperto il suo studio di psicanalista lassù. Il suo primo cliente è un angelo che soffre di vertigini.
    Domani riceverà Dio, che è depresso perché avrebbe voluto un giorno in più per completare la creazione e rendere l'uomo un po' meno stupido, meno aggressivo, più tranquillo". Pennac ha concluso con un saluto tenero e ironico: "Coraggio, caro Stefano, con Dio. E presto arriveremo tutti lì, insieme a te".

"Camullo" di Stefano Benni

Ciao Stefano, avevi cominciato a lasciarci già da un po', ma ora non possiamo pensare che il Lupo non ci sia più. 

Ti ricordiamo con il "Camullo" che avevi disegnato tu stesso.

Riempi pure l'altro mondo di storie!

Stefano Benni 12 agosto 1947 – 9 settembre 2025

Gallucci Editore

il treno per Forte dei Marmi va a Firenze
devo vedermi con questo premio (opera di Altan) che è già arrivato e ne ha approfittato per un bagno
è crucciato, si è reso conto di non essersi mai dato a Stefano Benni che ne starà ridendo dietro un bicchiere
Fabio Magnasciutti




festival_satira:

A Stefano Benni, uno dei più grandi scrittori satirici italiani, paradossalmente mai premiato dal Premio Satira.

Ascoltate la sua lingua che si impenna nelle invenzioni onomastiche e arriva qui a sfottervi («A Forte dei Marmi il jet-set internazionale si è riunito nella villa del conte Ottavio della Squama Bufalino per festeggiare la contessina Maggioranza della Squama Bufalino che compiva 18 anni»).

Il Premio, pentito, ti saluta, Lupo, e continuerà a leggerti.

Lamento del mercante d’armi

Ho venduto un pezzo di cannone

poi le ruote e un altro pezzo di cannone

la culatta e l’otturatore

il mirino e un altro pezzo di cannone

e altri tre pezzi di cannone

e adesso c’è uno in televisione

che dice che mi spara col mio cannone

chi lo sapeva che coi pezzi di cannone

avrebbe fatto un cannone?

Se lo avessi saputo

mica avrei accettato l’ordinazione.

Ho venduto cento elicotteri

con relativo armamento

e un sistema puntamento missili

e un sistema anti-sistema di puntamento

adesso l’elicottero è lì che spia

come un falco sopra casa mia.

Se lo avessi saputo cosa voleva fare

non gli avrei venduto la testata nucleare

era così distinto, un vero signore

chi poteva sapere che era un dittatore?

Se avessi saputo che un cliente

può diventare un nemico

della mia patria

dell’Occidente

vi giuro gente

lo giuro sui figli

lo giuro su Gesù

gli avrei fatto pagare

il cinquanta per cento in più.

Da qui si vede

la mia buona fede.

Stefano Benni


© Tartarotti


È morto all’età di 78 anni Stefano Benni, scrittore, giornalista e drammaturgo. A causa di una lunga malattia, si era ritirato a vita privata. Autore di vari romanzi e antologie di racconti di successo, tra i quali Bar Sport, Elianto, Terra!, La compagnia dei celestini, Baol, Comici spaventati guerrieri, Saltatempo, Margherita Dolcevita, Spiriti, Il bar sotto il mare e Pane e tempesta. I suoi libri sono stati tradotti in più di 30 lingue. In segno di protesta contro i tagli alla cultura e alla scuola attuati dal governo Renzi, nel 2015 pubblicò sulla sua pagina Facebook ufficiale una lettera in cui spiegava le sue ragioni nell'aver rifiutato il premio Vittorio de Sica, attribuito annualmente ad alte personalità italiane e straniere che si sono distinte nelle arti.


L’indicazione data da suo figlio, che ne ha annunciato la scomparsa è di leggere le opere di Stefano a voce alta:

“Una cosa che Stefano mi aveva detto più volte è che gli sarebbe piaciuto che la gente lo ricordasse leggendo ad alta voce i suoi racconti. Come alcuni di voi sapranno, Stefano era molto affezionato al reading come forma artistica, lettura ad alta voce – spesso accompagnato da musicisti. Quindi, se volete ricordarlo, vi invito in questi giorni a leggere le opere di Stefano che vi stanno più a cuore a chi vi sta vicino”.

giovedì 11 settembre 2025

WHA 25: “Special Guest” Enzo d’Alò

 By World Humor Awards


WHA 25: “Special Guest” Enzo d’Alò

Regista e sceneggiatore di film e serie televisive, nel 1996 esordì al cinema con la regia del film d’animazione “La Freccia Azzurra”, col quale si aggiudicò due Nastri d’Argento e il David di Donatello per la migliore colonna sonora, composta dal cantautore Paolo Conte.

Da allora ha firmato sette lungometraggi di animazione, tra i quali “La Gabbianella e il Gatto”, “Pinocchio” e il più recente “Mary e lo Spirito di Mezzanotte”.

Enzo d’Alò ha inoltre diretto “Pimpa il Musical a Pois”, scritto insieme a Francesco Tullio Altan, il cui debutto è avvenuto al Teatro Romano di Verona nell’ambito dell’Estate Teatrale nel programma del Festival Shakespeariano, dove per la prima volta ospita uno spettacolo pensato per emozionare grandi e piccoli, dove si canta, si sogna e si gioca sul serio.

Perché, come dice Shakespeare… “Tutto il mondo è un palcoscenico”!


Per i cinquant’anni della cagnolina a pois rossi creata da Altan, prende vita uno spettacolo teatrale unico nel suo genere: “Pimpa il Musical a Pois”. Diretto da Enzo d’Alò, tra i più importanti registi europei di cinema d’animazione, lo spettacolo nasce dalla collaborazione creativa tra lo stesso d’Alò e Altan. Un musical originale che celebra l’incontro tra il mondo dell’infanzia, con la sua fantasia inesauribile, e la magia senza tempo del palcoscenico.