sabato 23 dicembre 2017
La Vespucci di Mario Magnatti
Carissimi auguri di buon Natale a tutti
Nave "A. VESPUCCI"
Tecnica mista su cartoncino 35x50
:-))) mmm
© Mario Magnatti Mariom
Merry Christmas!
« Christmas shopping » by my great grand uncle Adrien Hébert, painted between 1938 and 1945.
Merry Christmas and Happy New Year !
Bado
PS: Gli auguri di Bado, con un dipinto dello zio Adrien Hébert, famoso pittore canadese.
venerdì 22 dicembre 2017
HAPPY CHRISTMAS & NEW YEAR 2018!
HAPPY CHRISTMAS & NEW YEAR 2018!
THE INTERNATIONAL ASSOCIATIONS OF CARTOONISTS "MIKS" CONGRATULATES ALL MEMBERS, COLLEAGUES & FRIENDS THE ONCOMING HOLIDAYS AND WISHES HAPPY NEW YEAR 2018!!! - SOON EVERYTHING ABOUT THE - 4th MIKS 2018 - "BLACK SAILS"
Nenad Ostojic
THE INTERNATIONAL ASSOCIATIONS OF CARTOONISTS "MIKS" CONGRATULATES ALL MEMBERS, COLLEAGUES & FRIENDS THE ONCOMING HOLIDAYS AND WISHES HAPPY NEW YEAR 2018!!! - SOON EVERYTHING ABOUT THE - 4th MIKS 2018 - "BLACK SAILS"
Nenad Ostojic
L'albero di Natale di Roma : Spellacchio
L'annuncio del Comune di Roma
"Spellacchio è morto"
Cronaca di una fine annunciata
ElleKappa
Tiziano Riverso
Il dopo spelacchio
Franco Portinari / Portos
Giannelli
— Mauro Biani (@maurobiani) 22 dicembre 2017
Ma chi è Spellacchio?
Il nome glielo ha dato Vittorio Zucconi in un tweet quando l'albero è arrivato a Roma:
"È arrivato in piazza Venezia Spellacchio, il desolato abete che perfettamente rappresenta l' Amministrazione Raggi. Il #Nonalbero di una #Nonsindaca . Copritelo in fretta con le palle, possibilmente via Facebook."
È arrivato in piazza Venezia Spellacchio, il desolato abete che perfettamente rappresenta l' Amministrazione Raggi. Il #Nonalbero di una #Nonsindaca . Copritelo in fretta con le palle, possibilmente via Facebook. pic.twitter.com/KFlHz4RTR6— Vittorio Zucconi (@vittoriozucconi) 2 dicembre 2017
Fidenza: mostra delle caricature e collages di Giorgio Testi.
Worl Humor Awards presenta
La mostra retrospettiva dedicata a Giorgio Testi si svolge nei locali di Casa Cremonini, messi a disposizione dall’amministrazione comunale di Fidenza, nel periodo dal 22 dicembre 2017 al 7 gennaio 2018.
Inaugurazione Venerdì 22 dicembre alle ore 18.
La mostra a ingresso libero segue gli orari ed i giorni di apertura:
10,30 - 12,30 / 15,30 - 17,30 da mercoledì a domenica
Giorgio Testi
Pittore e disegnatore, è nato a Fidenza nel 1931 dove ha gestito, per oltre quarant’anni, insieme alla moglie un negozio di filatelia e numismatica che col passare del tempo si è trasformato in una galleria d’arte.
Assecondando la sua vena satirica ha alternato la pittura e la creazione di particolari mosaici utilizzando i francobolli con la collaborazione al fogliaccio locale.
Realizzando caricature di personaggi famosi ha partecipando a diversi concorsi umoristici.
A Vercelli, nel 2000, si è aggiudicato il primo premio alla Biennale dell’Umorismo nel mondo con la caricatura di Dario Fo.
Artisti e autori del Mondo piccolo
Giorgio Testi
(1931 - 2007)
Caricature e Collages
22 dicembre 2017 - 7 gennaio 2018
Casa Cremonini - Piazza Duomo, 1 Fidenza
10,30 - 12,30 / 15,30 - 17,30 da mercoledì a domenica
La mostra retrospettiva dedicata a Giorgio Testi si svolge nei locali di Casa Cremonini, messi a disposizione dall’amministrazione comunale di Fidenza, nel periodo dal 22 dicembre 2017 al 7 gennaio 2018.
Inaugurazione Venerdì 22 dicembre alle ore 18.
La mostra a ingresso libero segue gli orari ed i giorni di apertura:
10,30 - 12,30 / 15,30 - 17,30 da mercoledì a domenica
Giorgio Testi
Pittore e disegnatore, è nato a Fidenza nel 1931 dove ha gestito, per oltre quarant’anni, insieme alla moglie un negozio di filatelia e numismatica che col passare del tempo si è trasformato in una galleria d’arte.
Assecondando la sua vena satirica ha alternato la pittura e la creazione di particolari mosaici utilizzando i francobolli con la collaborazione al fogliaccio locale.
Realizzando caricature di personaggi famosi ha partecipando a diversi concorsi umoristici.
A Vercelli, nel 2000, si è aggiudicato il primo premio alla Biennale dell’Umorismo nel mondo con la caricatura di Dario Fo.
Dario Fo © Gio Testi |
Paola Borboni © Gio Testi |
giovedì 21 dicembre 2017
mercoledì 20 dicembre 2017
martedì 19 dicembre 2017
La salma di Vittorio EmanueleIII torna in Italia.
QUI GIACE UN
RE
CHE PORTO'
IN GUERRA
L'ITALIA
A FIANCO
DEI NAZISTI
CHE FIRMO'
LE LEGGI RAZZIALI
CHE ACCETTO'
LA DEPORTAZIONE
DEGLI EBREI
E CHE NON SEPPE
NEPPURE GESTIRE
UN ONOREVOLE
ARMISTIZIO
UNA COLONNA INFAME
Il rientro in Italia delle spoglie di Vittorio Emanuele III non provoca in me una grande disapprovazione. I giovani di oggi, di questo Re, non ne sanno proprio nulla ed è male.
Avrei trovato persino giusto che il rientro fosse gestito in modo ufficiale ma solo al fine di non dimenticare la Storia e di non farla dimenticare.
Gianfranco Uber
ANSA: Vittorio Emanuele III è stato portato su suolo italiano a settant'anni dalla morte, due giorni dopo l'arrivo, da Montpellier, della regina Elena.
Un velivolo dell'Aeronautica militare ha prelevato la bara ad Alessandria d'Egitto, dove giaceva nella cattedrale di Santa Caterina e, dopo una tappa intermedia, ha fatto scalo all'aeroporto di Cuneo-Levaldigi. La bara è poi giunta al Santuario di Vicoforte (Cuneo), per una cerimonia descritta come "sobria e discreta": ai giornalisti, ai turisti e ai pellegrini le porte sono state aperte solo dopo due ore. A chiedere al Presidente della Repubblica di interessarsi per far rientrare in Italia le spoglie di Vittorio Emanuele III è stata la famiglia Savoia e Mattarella si è rivolto al Governo per il supporto necessario. Sarebbe stato altrimenti molto difficile, infatti, viene rilevato in ambienti del Quirinale, organizzare il trasferimento dall'Egitto all'Italia.
Le altezze reali
Riccardo Marassi
#savoia
Lucio Fontana
Fogliazza
Non ero basso
Mauro Biani
Chi non conosce la storia è condannato a ripeterla
Durando
re
Riverso
Re
Ingrami / CeciGian
i privilegi non finiscono mai
Giuliano
TUTTI I SILENZI COLPEVOLI DEL RE DI AUSCHWITZ
Smemorati storici - Il rientro della salma di Emanuele III con volo di Stato avallato dal presidente della repubblica
L’operazione è stata condotta in segreto, escludendo del tutto l’opinione degli italiani. Torna in Italia, circondata da strane dichiarazioni di commosso cordoglio, la salma di Vittorio Emanuele Terzo. Torna dopo aver fatto passare, quasi in sordina il corpo della moglie Elena, frequentatrice assidua (ci ricordano le fotografie e gli archivi dei giornali), della Camera dei fasci e delle corporazioni. I parenti hanno ringraziato il presidente Mattarella, che ha agito in segreto, come se il capo dello Stato avesse l’autorità per assolvere, “motu proprio”, i criminali di guerra.
Vittorio Emanuele terzo è stato un criminale di guerra, e poichè molti sembrano averlo dimenticato, occorre ricordare che si tratta del solo re europeo che ha firmato e lasciato attuare fino ai dettagli le “leggi razziali” che hanno privato i cittadini italiani ebrei del diritto di vivere e del diritto di morire, per poter essere consegnati, non più italiani, a Hitler e a gli impresari di Auschwitz.
Tutto ciò impedisce il ritorno di una salma che è stata giustamente tenuta lontana fino a quando avrebbe potuto dare luogo a una folle e assurda celebrazione di gente storicamente ottusa e senza memoria? No, naturalmente. Le salme appartengono a familiari e amici. Ma tutto sta avvenendo in una condizione di vuoto morale e politico di molti, di silenzio non dovuto dei testimoni, e di mancanza di rispetto del presidente della Repubblica per la storia italiana e il prezzo di dolore e di morte pagato dagli Italiani al re complice di tutti i delitti del fascismo e del nazismo. E ciò provoca indignazione e disorientamento. Siamo il solo Paese europeo in cui il re si è prestato a svendere i suoi cittadini ebrei.
Siamo il solo Paese in cui il re è stato co-autore di un colpo di Stato che ha violato lo Statuto Albertino (la Costituzione di allora), ha permesso e avallato e sottoscritto un lungo governo di omicidi, persecuzioni e delitti su commissione persino all’estero, e poi una guerra che, da capo delle forze armate, non poteva non sapere l’esito tragico e la trappola mortale per i suoi uomini.
Ma le “leggi razziali” sono il suo capolavoro di monarca indifferente alla gravità del delitto che stava compiendo. È vero che persino i fascisti se ne solo liberati (a Salò) profittando della vergognosa fuga di questo re che abbandona il suo regno nel momento del più grave pericolo. Ma non si vede perchè, in Europa, solo l’Italia, con i buoni uffici del presidente di una Repubblica nata dalla Resistenza, non voglia avere un passato e insista in un umiliante e vergognoso oblìo.
Ci hanno detto che sono passati settant’anni. È vero. Settant’anni da Auschwitz. Con la sua firma in calce alle leggi razziali, Vittorio Emanuele terzo è diventato (e resta, da criminale di guerra) il re di Auschwitz.
di Furio Colombo | 18 dicembre 2017
RE
CHE PORTO'
IN GUERRA
L'ITALIA
A FIANCO
DEI NAZISTI
CHE FIRMO'
LE LEGGI RAZZIALI
CHE ACCETTO'
LA DEPORTAZIONE
DEGLI EBREI
E CHE NON SEPPE
NEPPURE GESTIRE
UN ONOREVOLE
ARMISTIZIO
UNA COLONNA INFAME
Il rientro in Italia delle spoglie di Vittorio Emanuele III non provoca in me una grande disapprovazione. I giovani di oggi, di questo Re, non ne sanno proprio nulla ed è male.
Avrei trovato persino giusto che il rientro fosse gestito in modo ufficiale ma solo al fine di non dimenticare la Storia e di non farla dimenticare.
Gianfranco Uber
ANSA: Vittorio Emanuele III è stato portato su suolo italiano a settant'anni dalla morte, due giorni dopo l'arrivo, da Montpellier, della regina Elena.
Un velivolo dell'Aeronautica militare ha prelevato la bara ad Alessandria d'Egitto, dove giaceva nella cattedrale di Santa Caterina e, dopo una tappa intermedia, ha fatto scalo all'aeroporto di Cuneo-Levaldigi. La bara è poi giunta al Santuario di Vicoforte (Cuneo), per una cerimonia descritta come "sobria e discreta": ai giornalisti, ai turisti e ai pellegrini le porte sono state aperte solo dopo due ore. A chiedere al Presidente della Repubblica di interessarsi per far rientrare in Italia le spoglie di Vittorio Emanuele III è stata la famiglia Savoia e Mattarella si è rivolto al Governo per il supporto necessario. Sarebbe stato altrimenti molto difficile, infatti, viene rilevato in ambienti del Quirinale, organizzare il trasferimento dall'Egitto all'Italia.
Le altezze reali
Riccardo Marassi
#savoia
Lucio Fontana
Fogliazza
Non ero basso
Mauro Biani
Chi non conosce la storia è condannato a ripeterla
Durando
re
Riverso
Re
Ingrami / CeciGian
i privilegi non finiscono mai
Giuliano
TUTTI I SILENZI COLPEVOLI DEL RE DI AUSCHWITZ
Smemorati storici - Il rientro della salma di Emanuele III con volo di Stato avallato dal presidente della repubblica
L’operazione è stata condotta in segreto, escludendo del tutto l’opinione degli italiani. Torna in Italia, circondata da strane dichiarazioni di commosso cordoglio, la salma di Vittorio Emanuele Terzo. Torna dopo aver fatto passare, quasi in sordina il corpo della moglie Elena, frequentatrice assidua (ci ricordano le fotografie e gli archivi dei giornali), della Camera dei fasci e delle corporazioni. I parenti hanno ringraziato il presidente Mattarella, che ha agito in segreto, come se il capo dello Stato avesse l’autorità per assolvere, “motu proprio”, i criminali di guerra.
Vittorio Emanuele terzo è stato un criminale di guerra, e poichè molti sembrano averlo dimenticato, occorre ricordare che si tratta del solo re europeo che ha firmato e lasciato attuare fino ai dettagli le “leggi razziali” che hanno privato i cittadini italiani ebrei del diritto di vivere e del diritto di morire, per poter essere consegnati, non più italiani, a Hitler e a gli impresari di Auschwitz.
Tutto ciò impedisce il ritorno di una salma che è stata giustamente tenuta lontana fino a quando avrebbe potuto dare luogo a una folle e assurda celebrazione di gente storicamente ottusa e senza memoria? No, naturalmente. Le salme appartengono a familiari e amici. Ma tutto sta avvenendo in una condizione di vuoto morale e politico di molti, di silenzio non dovuto dei testimoni, e di mancanza di rispetto del presidente della Repubblica per la storia italiana e il prezzo di dolore e di morte pagato dagli Italiani al re complice di tutti i delitti del fascismo e del nazismo. E ciò provoca indignazione e disorientamento. Siamo il solo Paese europeo in cui il re si è prestato a svendere i suoi cittadini ebrei.
Siamo il solo Paese in cui il re è stato co-autore di un colpo di Stato che ha violato lo Statuto Albertino (la Costituzione di allora), ha permesso e avallato e sottoscritto un lungo governo di omicidi, persecuzioni e delitti su commissione persino all’estero, e poi una guerra che, da capo delle forze armate, non poteva non sapere l’esito tragico e la trappola mortale per i suoi uomini.
Ma le “leggi razziali” sono il suo capolavoro di monarca indifferente alla gravità del delitto che stava compiendo. È vero che persino i fascisti se ne solo liberati (a Salò) profittando della vergognosa fuga di questo re che abbandona il suo regno nel momento del più grave pericolo. Ma non si vede perchè, in Europa, solo l’Italia, con i buoni uffici del presidente di una Repubblica nata dalla Resistenza, non voglia avere un passato e insista in un umiliante e vergognoso oblìo.
Ci hanno detto che sono passati settant’anni. È vero. Settant’anni da Auschwitz. Con la sua firma in calce alle leggi razziali, Vittorio Emanuele terzo è diventato (e resta, da criminale di guerra) il re di Auschwitz.
di Furio Colombo | 18 dicembre 2017
lunedì 18 dicembre 2017
Barcellona: Illegal Times, un numero unico satirico contro la censura
Illegal Times
Vignettisti di tutto il mondo denunciano la repressione dello Stato spagnolo in una pubblicazione satirica.
Fonte: http://illegaltimes.org/
Illegal Times
Sorry, this entry is only available in Catalan. For the sake of viewer convenience, the content is shown below in the alternative language. You may click the link to switch the active language.
Pilotes de goma, cops de porra i destrosses. La brutalitat policial es va desfermar el passat 1 d’octubre a Catalunya per impedir que la ciutadania pogués votar en el referèndum d’autodeterminació, un dret, el d’autodeterminació, reconegut internacionalment i que tots els estats de les Nacions Unides estan obligats a adoptar. Per sort, no van poder impedir-ho del tot, la ferma voluntat de resistir de milers i milers de gent anònima va permetre que 2.286.217 persones, el 43,03% de l’electorat sobre un cens de 5,3 milions acabessin votant, això sense comptar els vots de les urnes que es van acabar emportant tant la policia nacional com els mossos d’esquadra.
Les imatges d’aquella violència ferotge –que va deixar més de mil ferits, un dels quals va perdre la visió d’un ull–, de la policia entrant als col·legis electorals i agafant les urnes, van recórrer mig món i van mostrar la naturalesa autoritària d’un estat espanyol que segueix vulnerant drets humans bàsics com el de la llibertat d’expressió.
Però igual que la vulneració dels drets democràtics per part de l’estat no començava l’1 d’octubre, tampoc va acabar aquell dia. Després vingueren la dissolució del Parlament de Catalunya i del govern de la Generalitat elegits democràticament pels catalans i catalanes el 27 de setembre de 2015, la intervenció política de l’autonomia (la intervenció econòmica ja s’havia consumat feia uns mesos), així com l’encausament judicial i la presó preventiva per a dos activistes civils noviolents i de deu membres del govern, així com l’exili de la resta, i la censura, altre cop la censura, tancant un centenar de webs, assetjant mitjans de comunicació, investigant i encausant tuitaires, mestres, dibuixants i actors.
Aquesta publicació que teniu a les mans vol ser un crit plural i valent per denunciar els atacs contra els drets col·lectius i individuals, i entre ells la llibertat d’expressió. I ho fem utilitzant com a tota arma la ploma, en forma de vinyetes i de reflexions, les vinyetes que aporten una vintena llarga de dibuixants satírics d’arreu del món, molts dels quals col·laboren amb diaris de prestigi internacional, i les reflexions escrites per una quinzena d’activistes socials i culturals.
Juntes alcem la veu per cridar prou repressió. Ni a Catalunya ni enlloc.
Illegal Times,
contro la censura e per maggiori diritti,
un numero unico gratuito satirico.
25 cartoonists internazionali hanno collaborato con diciotto scrittori spagnoli in una pubblicazione satirica che mira a denunciare le politiche repressive della Spagna. Si tratta di una pubblicazione unica (non si prevedono altri numeri in futuro), in formato giornale e vi è anche un sito web dove si può scaricare il pdf della pubblicazione.
Artisti spagnoli e catalani e Kap, Ferreres, Manuel Fontdevila, Eneko, Fer, Azagra e internazionale Anthony Garner (collaboratore ARA), Martin Rowson (Guardian), Liza Donnelly ( 'The New Yorker' ), Marilena Nardi, Coco ( 'Charlie Hebdo'), Khalid Gueddar Terry Anderson o Tjeerd Royaards hanno contribuito disinteressatamente a questa pubblicazione con i loro disegni rivendicando la libertà di parola o di poter criticare gli eventi che hanno avuto luogo in Catalogna negli ultimi mesi , dalla violenza della polizia del 1 ottobre fino all'arresto dei membri del governo.
Vignettisti di tutto il mondo denunciano la repressione dello Stato spagnolo in una pubblicazione satirica.
Fonte: http://illegaltimes.org/
Illegal Times
Sorry, this entry is only available in Catalan. For the sake of viewer convenience, the content is shown below in the alternative language. You may click the link to switch the active language.
Pilotes de goma, cops de porra i destrosses. La brutalitat policial es va desfermar el passat 1 d’octubre a Catalunya per impedir que la ciutadania pogués votar en el referèndum d’autodeterminació, un dret, el d’autodeterminació, reconegut internacionalment i que tots els estats de les Nacions Unides estan obligats a adoptar. Per sort, no van poder impedir-ho del tot, la ferma voluntat de resistir de milers i milers de gent anònima va permetre que 2.286.217 persones, el 43,03% de l’electorat sobre un cens de 5,3 milions acabessin votant, això sense comptar els vots de les urnes que es van acabar emportant tant la policia nacional com els mossos d’esquadra.
Les imatges d’aquella violència ferotge –que va deixar més de mil ferits, un dels quals va perdre la visió d’un ull–, de la policia entrant als col·legis electorals i agafant les urnes, van recórrer mig món i van mostrar la naturalesa autoritària d’un estat espanyol que segueix vulnerant drets humans bàsics com el de la llibertat d’expressió.
Però igual que la vulneració dels drets democràtics per part de l’estat no començava l’1 d’octubre, tampoc va acabar aquell dia. Després vingueren la dissolució del Parlament de Catalunya i del govern de la Generalitat elegits democràticament pels catalans i catalanes el 27 de setembre de 2015, la intervenció política de l’autonomia (la intervenció econòmica ja s’havia consumat feia uns mesos), així com l’encausament judicial i la presó preventiva per a dos activistes civils noviolents i de deu membres del govern, així com l’exili de la resta, i la censura, altre cop la censura, tancant un centenar de webs, assetjant mitjans de comunicació, investigant i encausant tuitaires, mestres, dibuixants i actors.
Aquesta publicació que teniu a les mans vol ser un crit plural i valent per denunciar els atacs contra els drets col·lectius i individuals, i entre ells la llibertat d’expressió. I ho fem utilitzant com a tota arma la ploma, en forma de vinyetes i de reflexions, les vinyetes que aporten una vintena llarga de dibuixants satírics d’arreu del món, molts dels quals col·laboren amb diaris de prestigi internacional, i les reflexions escrites per una quinzena d’activistes socials i culturals.
Juntes alcem la veu per cridar prou repressió. Ni a Catalunya ni enlloc.
Illegal Times,
contro la censura e per maggiori diritti,
un numero unico gratuito satirico.
25 cartoonists internazionali hanno collaborato con diciotto scrittori spagnoli in una pubblicazione satirica che mira a denunciare le politiche repressive della Spagna. Si tratta di una pubblicazione unica (non si prevedono altri numeri in futuro), in formato giornale e vi è anche un sito web dove si può scaricare il pdf della pubblicazione.
Artisti spagnoli e catalani e Kap, Ferreres, Manuel Fontdevila, Eneko, Fer, Azagra e internazionale Anthony Garner (collaboratore ARA), Martin Rowson (Guardian), Liza Donnelly ( 'The New Yorker' ), Marilena Nardi, Coco ( 'Charlie Hebdo'), Khalid Gueddar Terry Anderson o Tjeerd Royaards hanno contribuito disinteressatamente a questa pubblicazione con i loro disegni rivendicando la libertà di parola o di poter criticare gli eventi che hanno avuto luogo in Catalogna negli ultimi mesi , dalla violenza della polizia del 1 ottobre fino all'arresto dei membri del governo.
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