mercoledì 24 agosto 2016

24 agosto 2016 terremoto



A capo scoperto chiniamo il pensiero.
Si vinca la boria
si fermi la lingua
si moderi il web.
Piangiamo i morti
curiamo i feriti
confortiamo i derelitti.
A capo scoperto chiniamo il pensiero.
Luciano Lodoli


EARTHQUAKE IN ITALY    SWAHA
A 6.2-magnitude earthquake has hit central Italy today.
24 Aug 2016




EARTHQUAKE IN AMATRICE    Marian Kamensky
EARTHQUAKE IN ITALY
24 Aug 2016




Italy earthquake    Saad Murtadha
Italy earthquake... Old pitch and re post.
24 Aug 2016


Italy Victims    Dimitris Dimarelos
Rest in peace.
24 Aug 2016






Earthquake in Italy: Hope
Paolo Lombardi


Naufragio

Il terremoto è un naufragio in terra. Le case diventano imbarcazioni scosse tra le onde e sbattute sugli scogli. Si perde tutto, si conserva la vita, lacera, attonita che conta gli scomparsi sul fondo delle macerie.
Si abita un suolo chiamato per errore terraferma. È terra scossa da singhiozzi abissali. Questi di stanotte sono partiti da oltre quattromila metri di profondità. Qualche giorno fa stavo agli antipodi, oltre quattromila metri sopra il mare. Quel monte delle Alpi non è un meteorite piovuto dal cielo, ma il risultato di spinte e sollevamenti scatenati dal fondo del Mediterraneo. Forze gigantesche hanno modellato il nostro suolo con sconvolgimenti.
Si abita una terra precaria, ogni generazione cresce ascoltando storie di terremoti. Così, con le narrazioni, i vivi smaltiscono le perdite. Le macerie si spostano, si abita di nuovo lentamente, ma al loro posto restano le voci, le parole degli scaraventati all’aperto, a tetti scoperchiati. Ricordano, ammoniscono a non insuperbirsi di nessun possesso.
Arriva cieco di notte il terremoto e sconvolge i piccoli paesi. Ma i mezzi di soccorso sono di stanza nei grandi centri. Fosse un’invasione, quale generale accentrerebbe le sue forze lontano dai confini? Per il protettor civile questo ragionamento non vale. Ogni volta deve spostare le sue truppe con lento riflesso di reazione. Ai naufraghi nelle prime ore serve il conforto al cuore di un qualunque segnale di pubblica prontezza. Invece arriva prima un parente, un volontario, un giornalista. Il terremoto è anche un’invasione, contro la quale avere riserve piccole e pronte sparpagliate ovunque.
“Si sta come/ d’autunno/ sugli alberi/ le foglie”. La frase di guerra di cent’anni fa del soldato Ungaretti Giuseppe racconta il sentimento di stare attaccati all’ albero della vita con un solo piccolo punto di congiunzione.

Erri De Luca









la Valnerina è una vena
mio padre è sangue e torna al cuore
dei Monti Sibillini
periodicamente, immancabilmente
dopo le Colonne d'Ercole di Orte, tutto cambia
anche la sua nuca
qui, in questa FIAT 850
densa di fumo di Colombo morbide
vivo il momento mistico
c'è un trucco, qualcosa
che sospende l'infelicità
lo rispettiamo
quasi si sorride
qualcosa si ricongiunge
qualcosa
in questo trivio di terre lingue genti
genti dure, mani dure
fiume cascate paesi
arroccati su fianchi di montagne
che sembrano cadere
cadono, stanotte
tornano, nel sonno, come sangue
in un'arteria
Fabio Magnasciutti

Not give up    Cecigian
Earthquake in Italy: we not give up!
24 Aug 2016



Un amico di Rieti mi ha comunicato:
Carissimi amici del forum,
desidero ringraziare pubblicamente, dopo averlo fatto singolarmente, tutti quelli di voi che mi hanno inviato messaggi di solidarietà per la mia terra tanto colpita.
Qui a Rieti città nessun danno per fortuna, ma tanta paura e giorni segnati dall'ansia e dal ripetersi delle scosse.

Approfitto per comunicare gli estremi del conto corrente che noi Lions abbiamo aperto a favore dei colpiti dal sisma.
Per chi volesse eventualmente partecipare alla sottoscrizione, intestare a:

DISTRETTO LIONS 108L
EMERGENZA TERREMOTO 2016

IBAN: IT40B 08327 03226 000000009284

BANCA BCC ROMA AG. 26

SWIFT: ROMAITRR
 (solo per versamenti dall'estero)

grazie a tutti :) :-*
Jimmy

Toots Thielemans




Adieu Toots Thielemans
08/23/2016 par Michel Kichka
Adieu Toots Thielemans (94) et son harmonica se sont éteints. Toots était probablement le belge le plus célèbre après Tintin.



#Toots Thielemans died
Luc Descheemaeker


Pieter Fannes



Mina - Non gioco più
Sigla di chiusura del programma TV "Milleluci", andato in onda dal 16 marzo 1974.
Mina, accompagnata dal celebre armonicista Toots Thielemans, e dal maestro Gianni Ferrio che ne è l'autore insieme a Roberto Lerici, con questa canzone diceva addio alla sua carriera televisiva, primo passo di un ritiro definitivo dalle scene avvenuto poi nel 1978 con i concerti di Bussoladomani.


Sting & Toots Thielemans - Shape Of My Heart (1993)


Toots Thielemans - Midnight cowboy - Toots 90 21-10-12 HD

E' morto a 94 anni Toots Thielemans, uno dei jazzisti più celebri del panorama internazionale. Leggendario armonicista e chitarrista, Thielemans era nato a Bruxelles nel 1922. Il musicista, che viveva a La Hulpe, si è spento nel sonno nell'ospedale dove era ricoverato da un mese per i postumi di una caduta.

Theliemans aveva iniziato a suonare la fisarmonica a tre anni. Passò all' armonica a bocca nel 1939. Due anni dopo ascoltò Django Reinhardt, il grande chitarrista gitano, e comprò la sua prima chitarra. Scoprì più tardi il be bop di Charlie Parker e volò per la prima volta negli Stati Uniti nel 1947. Iniziò le sue collaborazioni straordinarie con Benny Goodman, che lo scritturò per un tour in Europa. Dopo, gli incontri ravvicinati a suon di swing divennero sempre più frequenti: con la cantante Dinah Washington, con il pianista George Shearing dal 1953 al 1959, e poi come richiestissimo sessionman con Peggy Lee, Quincy Jones, Paul Simon, Oscar Peterson e altre star di prima grandezza.

L'elenco delle sue collaborazione è comunque lunghissimo e comprende Ella Fitzgerald, Charlie Parker, Bill Evans, Gilberto Gil, Dizzy Gillespie, Pat Metheny e tanti altri. Il suo merito principale è aver portato nel jazz l'armonica cromatica, elevandola al rango degli altri strumenti.

"Toots" ha lasciato il segno anche nel cinema, contribuendo a molte colonne sonore, tra cui quella del cult movie Un uomo da marciapiede, Sugarland express e Getaway!. E uno dei più apprezzati modelli di armonica cromatica porta il suo nome: la "Toots" della Hohner.
(fonte)

lunedì 22 agosto 2016

Busseto: mostra concorso internazionale WORLD HUMOR AWARDS



Dal sito dei World Humor Awards

E’ iniziato il conto alla rovescia, l’inizio della prima edizione dei World Humor Awards è ormai prossimo.
La prima data da segnare sul calendario è il 24 Agosto quando inaugurerà la mostra delle opere in concorso presso le Scuderie di Villa Pallavicino a Busseto.
I partecipanti sono stati tantissimi, 140 stranieri di 51 paesi e 70 italiani per il disegno a tema, ai quali vanno aggiunti altri 25 stranieri e 20 italiani per la caricatura. A tutti loro vogliamo dire grazie per il fantastico entusiasmo dimostrato!



World Humor Awards
"Dal Mondo Piccolo al Mondo Grande"
Agosto - Dicembre 2016



Il secondo, ma non meno importante, appuntamento è per il 1 settembre, sempre a Busseto, per la consegna del primo riconoscimento: premio alla letteratura umoristica intitolato a Giovannino Guareschi.
La giuria ha selezionato il vincitore di questa primissima edizione del premio che sarà consegnato, con una cerimonia ufficiale, allo scrittore Arto Paasilinna, che pubblica in Italia con la casa editrice Iperboreain sua vece sarà presente all’evento il figlio Petteri direttamente dalla Finlandia.

World Humour Awards
"dal Mondo Piccolo al Mondo Grande"
1 edizione 
Mostra concorso internazionale disegno umoristico a tema:
"CAMBIAMENTO CLIMATICO"
e CARICATURA

Busseto, Scuderie di Villa Pallavicino
24 Agosto - 4 Settembre 

Apertura mercoledì 24 agosto ore 18
e venerdì, sabato, domenica ore: 15 - 19




Karel Thole DON CAMILLO NEL MONDO


Ne parla anche: http://www.parmatoday.it/eventi/world-humor-awards-2913507.html


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Fidenza: "WORLD HUMOR AWARDS" Anteprima "dal Mondo Piccolo al Mondo Grande"

domenica 21 agosto 2016

Rio 2016 : i protagonisti

Le Olimpiadi sono al termine.
Qui alcuni dei grandi protagonisti nei cartoon di grandi disegnatori internazionali.


I protagonisti
Luiz Carlos Fernandes


Rafaela Silva , judoka brasiliana, vincitrice della prima medaglia d'oro per il Brasile.
Proprio lei che è nata nella favela.


Rafaela Silva dá ao Brasil sua primeira medalha de ouro na Rio-2016
Osmani Simanca

Medalha de Ouro no Jogos Olímpicos 2016: judoca Rafaela Silva
Luiz Carlos Fernandes



Usain Bolt 9 gold



David Rowe


Bolt
Amorim
-





Allyson Felix 6 gold medal  3 silver
-



Michael Phelps 23 gold 3 silver  2 bronze olimpic medal



Worthy Medal by Glenn McCoy for Times free press



Michael Phelps
Amorim



Simon Biles 4 gold 1 bronze medal


Simone Biles
Amorim







Thiago Braz  gold medal primato olimpico 6.6
Thiago Braz
Amorim



Thiago Braz alle Olimpiadi
Dalcio


Bruno Schmidt  AlisonCerutt  gold medal for Beach volley Rio 2016


#BrunoSchmidt #AlisonCerutt
Amorim

venerdì 19 agosto 2016

Bruno Bozzetto: "Vita con Beeelen"

Vita con Beeelen (1)


Vita con Beeelen (2)


Vita con Beeelen (3)



Il segreto della felicità di Bruno Bozzetto: "Mia moglie, papà e una pecora"
di LUCA RAFFAELLI

L'intervista. Il padre dell'animazione italiana e del Signor Rossi si racconta in un documentario che sarà presentato alla mostra di Venezia. "Sì, ho ancora tanti progetti. Ma anche se non li realizzo, l'importante è divertirsi"
*****

"Ma lei l'ha visto? Io non ne ho il coraggio!". È Bruno Bozzetto a parlare, e la sua mancanza di coraggio riguarda il documentario che è stato realizzato su di lui da Marco Bonfanti. Si intitola Bozzetto non troppo, è prodotto da Zagora e Istituto Luce Cinecittà con Sky Arte HD, e verrà presentato al festival di Venezia nella sezione Classici - Documentari sul cinema. È un ampio ritratto del grande artista dell'animazione italiana, autore di tre lungometraggi (West and SodaVip, mio fratello superuomo e Allegro non troppo), di cortometraggi premiati in tutto il mondo (da ricordare l'Orso d'oro a Berlino per Mister Tao nel 1990 e la nomination all'Oscar per Cavallette l'anno successivo) e creatore di un personaggio icona dell'italiano medio: il Signor Rossi.



Ritornando al documentario: Bozzetto, ma qual è il problema?
"Credo di essere l'unico a parlare in tutto il film. Me lo conferma?".

Sì, è così.
"Ecco. Non sono mai stato dall'altra parte della macchina da presa, ho il terrore di rivedermi. Lo farò se davvero viene a trovarmi il regista con la versione definitiva".

Voglio tranquillizzarla. Lei fa un'ottima figura. E nel documentario viene fuori tutta la poesia del suo cinema e anche il suo raffinato senso dell'umorismo.
"Beh, mi fa piacere. Sa che c'è? Che uno dice "documentario" e pensa di vedere un film che mostra la realtà. Marco mi diceva "non ti preoccupare, andiamo a ruota libera", ma poi quando il primo ciak è venuto male, perché magari ti sei impappinato, ecco che ripeti la scena tre, quattro volte e quella comunque diventa una finzione. Io l'attore proprio non lo so fare. E quello cui mi ha sottoposto il regista non era un dialogo. Mi faceva delle domande e poi stavo solo davanti alla telecamera".

Eppure una delle curiosità che viene rivelata nel film è in alcune sue prove d'attore quand'era giovanissimo.
"Ma guarda cosa è andato a pescare! Sono spezzoni che evidentemente gli hanno dato le mie figlie. Da quelli si capisce bene perché ho rinunciato. L'unica cosa che mi rincuora è che con il montaggio si può lavorare tanto da far credere l'impossibile. Mi dice come comincia il film?".

Con il suo ingresso alla mostra che le è stata organizzata qualche mese fa al Walt Disney Family Museum di San Francisco. Poi la prima parte è tutto sulla sua casa di Bergamo, i suoi cani, i suoi gatti e la sua pecora (che peraltro è diventata una diva del web). C'è una sequenza molto divertente in cui lei le dà da mangiare.
"Immagino. Lei sì che è brava e spontanea. Io invece ero in difficoltà, anche se Marco faceva di tutto per mettermi a mio agio. Però mi ha detto che c'è un dietro le quinte in cui a un certo punto mando tutti a quel paese dicendo "basta, non ne posso più, questa ripresa va bene così"".

Nel film lei parla molto della sua famiglia.
"Sono stato molto contento di poter dire qualcosa su mio nonno, Girolamo Poloni, un grande artista che passava un mese in una chiesa sdraiato a dipingere come faceva Michelangelo".

E credo si commuova quando parla di suo padre.
"È stato molto più che un padre. È stato un fratello, un amico, un collaboratore, un socio. Anche se non capiva nulla di quello che facevo, non aveva idea di cosa fossero i cartoni animati, è stato sempre al mio fianco. Fu lui a costruire il mio primo banco da ripresa adattando un'asse per il ferro da stiro. Non vorrei azzardare troppo con il paragone, ma se Walt Disney ha avuto l'aiuto del fratello, io ho avuto quello di mio padre. Se non ci fosse stato lui la mia vita sarebbe stata tutta un'altra storia. Ma anche se non ci fosse stata mia moglie Wally".


In "Bozzetto non troppo" lei dice che andate d'accordo su tutto tranne che sul ballo. Ma vi si vede fare due passi di foxtrot.
"Già, è vero. E nonostante sia lei quella brava mica è stato facile convincerla! Ma se non ci fosse stata lei a tenere unita e organizzata una famiglia non semplice da gestire, con quattro bambini e non so quanti cani, non avrei certo potuto avere il tempo e la tranquillità di potermi dedicare al lavoro".

Dal documentario la sua vita oggi sembra tranquilla: gli animali, la famiglia, gli amici, e poi la casa al lago.
"C'è anche lo Studio Bozzetto a Milano che lavora sempre ed io sono spesso lì. Comunque sono sempre occupato. E purtroppo ora il web con i social, le mail a cui rispondere, porta via un sacco di tempo. Se fossi all'inizio della mia attività butterei via il computer. E anche il cellulare. Si perde troppo tempo. Per fortuna alla mia età me lo posso permettere. A 78 anni devo pensare alla salute, avere i miei familiari vicino e a godermi la vita".

Però nel documentario la si vede parlare del progetto di un lungometraggio, "The Light Catcher".
"È un progetto che sto sviluppando da troppo tempo. All'inizio l'entusiasmo è tanto, ma poi passano gli anni, non trovi chi lo voglia finanziare e allora quell'energia positiva la perdi. Infatti ora ho un altro film ancora tutto da costruire e sviluppare, speriamo che abbia più fortuna. Altrimenti fa niente: le idee servono anche per potersi divertire"


Grazie alla mia grande amica Silvia Pompei, in diretta dagli Stati Uniti, eccovi la prima versione inglese di Beeelen che ovviamente ė intelligentissima e parla perfettamente 36 lingue)
Bruno Bozzetto

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PS:
«Bozzetto non troppo», l’annuncio: il film di Bonfanti alla Mostra del Cinema di Venezia 2016
È il documentario che racconta l’ascesa del cartoonist bergamasco. Il titolo riprende il suo «Allegro non troppo», pellicola in parte dal vero, in parte d’animazione, uscita quarant’anni fa in risposta a «Fantasia». Le riprese si sono svolte nelle abitazioni del disegnatore, sulle colline sopra Città Alta e sul lago a Riva di Solto, tra familiari e animali, oltre che nello studio milanese.

giovedì 18 agosto 2016

Salvini e la cammesella

ARLECCHINO DA GIUSSANO
La felpa variabile di Salvini è senza dubbio uno strumento di comunicazione indovinato anche se talvolta veicola un messaggio non del tutto corretto come ieri con quella della Polizia.
Un piccolo suggerimento per il futuro.
Gianfranco Uber


‘A cammesella
La sfilata di felpe più o meno insultanti indossate dal leader leghista è affare privato da chi si ritiene offeso e discriminato oppure compiaciuto e rappresentato. Gli interessati hanno il diritto di farsi valere/rivalere come meglio credono.
A tutt’altro fenomeno (da baraccone) appartiene l’ultima perfomance del soggetto in questione.
Chiunque abusivamente porta in pubblico la divisa o i segni distintivi di un ufficio o impiego pubblico, è punito con sanzione amministrativa (Art. 498 Codice Penale). Dunque possiamo chiuderla qui e procedere penalmente contro il consigliere comunale milanese Matteo Salvini, senza aspettare che esponga al pubblico ludibrio ulteriori divise istituzionali che, a suo dire, gli sarebbero state regalate dai rispettivi corpi appartenenti.
Se corrispondesse al vero mi piacerebbe peraltro sapere a che titolo un servitore dello Stato si permette di distribuire capi di abbigliamento che gli ho pagato io.


Salvini e la camicia da poliziotto
Tiziano Riverso


http://www.corriere.it/politica/16_agosto_16/salvini-la-maglietta-polizia-sindacato-attacca-gravissimo-lega-3ccd7c82-63b5-11e6-aa60-86dd3fdb1e51.shtml
Portos - Franco Portinari

Salvini: dalla maglia di polizia alla camicia di psichiatria
Beppe Mora


divisa perfetta per Salvini
Moise
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Nota

LA CAMMESELLA

Lui: E lèvate 'o mantesìno!
Lei: 'O mantesìno, gnernò, gnernò!
Lui: E lèvate 'o mantesìno!
Lei: 'O mantesìno, gnernò, gnernò!
Lui: Si nun to vuo' levá,
mme sóso e mme ne vaco da ccá!
Si nun to vuo' levá,
mme sóso e mme ne vaco da ccá!...

Lei: E tèh, mme ll'aggio levato,
Ciccillo, cuntento, fa' chello ca vuo'...
E tèh, mme ll'aggio levato,
Ciccillo, cuntento, fa' chello che vuo'...
Sia benedetta mámmema,
quanno mme maritò.
Lui: Sia benedetta mámmeta,
quanno te maritò.
II
Lui: E lèvate 'a vesticciòlla, .........................
III
Lui: E lèvate 'o suttanino, ......................
IV
Lui: E lèvate stu curzetto, ......................
V
Lui: E lèvate 'a cammesella, .......................
VI
Lui: E damme, Ceccè', nu vasillo, ........................

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Traduzione in italiano:
La Camicetta

Lui: E levati il grembiule!
Lei: 'Il grembiule no, mai!
Lui: E levati il grembiule!
Lei: 'Il grembiule no, mai!
Lui: Se non te lo vuoi togliere,
mi alzo e me ne vado da qua!
Lui: Se non te lo vuoi togliere,
mi alzo e me ne vado da qua!

Lei: E tieni, me lo sono tolto,
Franceschino, ti ho accontentato, fai quello che vuoi...
Lei: E tieni, me lo sono tolto,
Franceschino, ti ho accontentato, fai quello che vuoi...
Sia benedetta mia madre,
quando mi fece sposare.
Lui: Sia benedetta tua madre,
quando ti fece sposare.
II
Lui: E levati il vestito, .........................
III
Lui: E levati la sottoveste, ......................
IV
Lui: E levati il corpetto, ......................
V
Lui: E levati la camicetta, .......................
VI
Lui: E dammi, mia cara, un bacio,


mercoledì 17 agosto 2016

mia nonna non ha mai visto il mare



mia nonna non ha mai visto il mare
non lo ha mai visto
lo aveva a 40 chilometri in linea d'aria
è morta senza vederlo
era una contadina, moglie di contadino
uno vero, non di quelli da cui i cittadini bucolici comprano il vino del contadino
un cappello, un paio di pantaloni, uno di scarpe, uno di mani
non un tramonto, un sospiro, mai
cucinava nel camino, che era anche luce e calore, niente bagno
proprio qui, dove sono, dove ora c'è una doccia con acqua calda, ricavata nei centimetri
me lo ha confermato oggi mio fratello
lui sa un sacco di cose
nel mio mondo l'avevo vista sulla spiaggia, talmente lo avevo voluto che era diventato vero
l'avevo vista così, come certamente sarebbe stato: interamente vestita, da capo a piedi, forse una concessione ai piedi nudi con l'alluce valgo ad assaggiare piano la sabbia, mentre guardava noi scomparire in quel liquido, preoccupata, per riemergerne e scomparire di nuovo
la guardavo, diversa dal rosa intorno, forse mi chiedevo perché ma non c'era un perché
forse pudore, forse il vento
forse costretta da qualcuno, da qualcosa
ma c'era lei e c'era il mare
un incontro che niente e nessuno aveva diritto di impedire
non era Emily Dickinson, non era Pavese, mai conosciuti, mai letti, non sapeva farlo
ma al mare non interessa la letteratura, fa il mare, va e torna, si infrange e muore, rinasce, ancora e ancora, sempre e non chiede cosa indossi
un incontro
che è sempre l'inizio di qualcosa
ma non lo ha visto
ha dato la luce a mia madre che ha visto il mare e ha dato la luce a me, che il mare l'ho visto, mi ci sono tuffato, ci ho fatto l'amore, ne sono uscito, mi ha accolto di nuovo
come fa con tutti, con tutte

Fabio Magnasciutti

tuffo

tuffatore



PS: anche la mia nonna come la tua Fabio era una contadina, moglie di contadino
uno vero... e non ha mai visto il mare, però una volta era stata a Roma e ne era fiera 

martedì 16 agosto 2016

Le Olimpiadi di Ugo Sajini

CERCHI OLIMPICI
Jonzac - 2006




-
INCONTRO DI SCHERMA


PALMARÈS


EX AEQUO

PODIO RISERVATO

PODIO PER IL LANCIO DEL PESO




SALTO CON L'OSTE




IL VINCITORE DI LOTTA GRECO-ROMANA




CANOA



ANELLI
Argento a Zemun - 1998



Ugo per tutti, tutti per Ugo
di Dino Aloi (Buduàr n.6, pag 67)

Ugo Sajini normalmente è abituato a realizzare vignette senza parole. È il mezzo che preferisce per comunicare anche per il fatto che, in questo modo, i disegni diventano immediatamente esportabili anche all'estero, dove possono essere compresi con grande facilità. Proprio all'estero ma anche in Italia, Ugo da sempre riscuote grande successo ed è considerato tra i più interessanti autori del panorama nostrano. Lo dimostra il suo ricchissimo curriculum, dove sono sciorinati molti, ma non tutti, dei suoi numerosissimi premi ricevuti.
Nonostante questo, l'artista ha collaborato e collabora tutt'oggi con giornali proponendo vignette di costume, di satira politica e di umorismo, vignette con cui si esprime con le parole. E anche a parole riesce a fare centro, facendoci sorridere con le sue riflessioni argute, i suoi aforismi o i suoi calembour. Perché Ugo ha l'umorismo che scorre nelle vene al posto del sangue, ed è più forte di lui, deve farlo emergere, talvolta di prepotenza, altre in modo più sinuoso e sottile, ma comunque ben presente e radicato nei suoi pensieri e nei suoi discorsi.
Da sempre (ci frequentiamo ormai da 25 anni) è uno dei miei autori preferiti. Oltre all'amicizia personale, mi ha sempre incuriosito il suo modo di scavare e lavorare sulla tavola grafica. È stato uno dei primi a usare il computer in questo settore e ne ha pagato anche le conseguenze venendo rifiutato in alcuni concorsi o semplicemente non riscuotendo il premio in quanto la sua opera non era considerata originale. Oggi tutto ciò è ampiamente superato, dato che quasi tutti gli autori usano normalmente il computer e non realizzano più le tavole a mano. Ma questo la dice lunga sulla sua voglia di sperimentare nuove formule. Se ne accorgerebbe bene chi dovesse vedere i suoi materiali, mai uguali tra loro, sempre alla ricerca di nuove soluzioni, pur mantenendo una coerenza grafica ed una riconoscibilità di tratto che lo rendono immediatamente identificabile.
Ha scelto l'essenzialità, scavando nella forma , come faceva Pietro Ardito per realizzare le sue raffinatissime caricature.
Una scelta difficile che talvolta supporta con tavole riccamente infarcite di segni, ma solo quando lo richiede la situazione che ha immaginato di disegnare. Tutto questo per dire che le sue opere vivono l'internazionalità e le influenze di grandi maestri del sorriso, come ad esempio il francese Bosc, strepitoso autore degli anni Cinquanta che in seguito si tolse la vita, quasi a smentire che gli umoristi prendono la vita con allegria, così com'è chiaro che Ugo ha respirato l'aria di Bordighera ai tempi in cui si radunava ogni anno per il Salone con i migliori umoristi di tutto il mondo. Questa sua formazione è stata importantissima per il continuo confronto a cui lo ha portato, stimolandolo in questa ricerca continua.
Nel volume interamente "a parole" che l'autore ha voluto realizzare per l'editore il Pennino, è sicuramente interessante scorgere nelle sue battute modalità e stili che sono tipici anche del disegno senza parole.
Ciò che conta è poter comunicare, e Ugo in questo è un vero maestro, mantenendo sempre un garbo discreto, evitando grevità o eccessi.

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Note Biografiche di Ugo Sajini:


Nasce nel 1947. Nel 1960 già disegna umorismo. Dal 1970 collabora con numerose testate, dalla rivista di fumetto Eureka all'edizione italiana di Playboy e al quotidiano Popolo di Roma, Buduàr.
Viene premiato in numerose rassegne in Italia e all'estero, da Montreal a Marostica e a Lecce.
Vive tra Vigevano, nella bella Lomellina, e lo spezzino, nelle belle 5 terre dove dice di far finta di coltivare la vite.

lunedì 15 agosto 2016

Capalbio: radical chic e profughi

Chicco Testa: «I profughi a Capalbio? 
Non vengano a bighellonare»
fonte





Nimby Kik contro i bighelloni
di Ivano Sartori
Chicco Testa, l'ex dirigente del Pci e del Pds con apprendistato nello Pdup-manifesto, ex Legambiente poi a capo di colossi industriali come Eni e Wind, attualmente in quota Renzi, ha detto «i profughi non devono venire qui a bighellonare». Non intendeva in Italia. No, parlava di Capalbio, il borgo maremmano da decenni «buen retiro», così lo chiamano quei fantasiosi dei giornalisti, dell'intellighenzia colta e di sinistra (le due cose vanno sempre di pari passo), la piccola Atene dei filosofi marxiani sempre più marziani rispetto a chi li ha votati. Dopo la dichiarazione dell'onorevole vendoliano Arcangelo Sannicandro che si è opposto con fierezza a una paga da metalmeccanico, ecco l'ohibò di Chicco (tutti lo chiamano così, ma non ce l'ha un vero nome?). Una boutade rivelatrice, che scioglie il nodo gordiano di tanti suoi contorcimenti verbali. Che la dice lunga sul populismo di chi predica bene e razzola male, di chi si converte in un battibaleno dall'energia pulita a quella nucleare pur di conservare la cadrega e i relativi generosi emolumenti.
Quella testa di Chicco non ha preso un colpo di sole, non gli è scappata. No, ha proprio voluto dire quel che ha detto. Ora, qualche pompiere si premurerà di spiegare che è stata una gaffe, come se le gaffe non fossero spie del pensiero, e lui preciserà che è stato frainteso, come si fa sempre in questi casi.
Comunque vada, abbiamo avuto modo di assimilare un'altra informazione, e cioè che le sperequazioni sociali, oltre che dal reddito, derivano da dove vai in vacanza. Capalbio è off limits per gli straccioni come lo è la Costa Smeralda di Briatore, come lo è la Forte dei Marmi dei Moratti e di Daniela Santanché. Gli extracomunitari vadano a bighellonare altrove. Sulle spiagge dove vanno gli elettori, non gli eletti.
Capalbio è difesa dalle mura. Che cosa ci vuole a mettere delle guardie armate alle sue porte? Perché i suoi ospiti dai portafogli ben pasciuti non si pagano qualche vigilante? Così sarebbe chiaro a tutti che quelli che sbraitano contro i muri e le frontiere sono gli stessi che se li tengono ben stretti per difendersi dalla volgare plebe.
 Nimby: not in my back yard, non nel mio cortile.
Non appena avranno chiuso l'ombrellone e ripiegato il lettino, e prima che la tintarella si scolorisca, questi gallinacci poco ruspanti li rivedremo in tivù. Dove andranno credendo di darla a bere ai gonzi. Ma chi crede più ai reduci del «buen retiro»? Buenas noches, compañeros.

Postilla per i più giovani
Nembo Kid è stato il nome italiano di Superman fino agli anni Sessanta.



Vignette di Portos - Franco Portinari




Mauro Biani

Estetica
CeciGian