Giovannino Guareschi
Nascita di un umorista 1 maggio 1908
La storia di Giovannino senza paura (1908)
1° maggio 1908: a Fontanelle, l’infanzia
nasce a Fontanelle di Roccabianca (PR) Giovannino Oliviero Giuseppe Guareschi figlio di Lina Maghenzani, maestra elementare del paese, e di Primo Augusto, negoziante di biciclette, macchine da cucire e macchine agricole. La casa natale è anche sede della «Cooperativa Socialista» che, in occasione della «Festa del Lavoro», ha organizzato un comizio. Le bandiere rosse delle sezioni socialiste della Bassa si ammassano sotto le finestre di casa Guareschi.
«quella mattina (...) ho il primo contatto diretto con la politica e la lotta di classe. (...) Il capo di quei rossi, Giovanni Faraboli, un omaccio alto e massiccio come una quercia (...) fattosi alla finestra di cucina, mi mostra agli altri rossi (...) spiegando loro che, essendo io nato il primo maggio, ciò significa che sarei diventato un campione dei rossi socialisti! (...) E anni e anni passeranno carichi di travaglio da questo primo maggio, ma intatto mi rimarrà nella carne il tepore delle mani forti di Giovanni Faraboli.»
Continua...
MODA D'ESTATE
«Il cappello nuovo va bene; adesso si tratta di ricucire un po' il vestito»
(Candido 15/6/46)
Qualche disegno da "Bazar la satira a Parma dal 1908 al 1937"
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Vignetta di Giovannino Guareschi - Nel cielo di piazza Garibaldi (Straparma 1929) - Dettaglio
Giovannino Guareschi nella casa di Marore con il mandolino
Vignetta di Giovannino Guareschi - Il padre di Guareschi e l'avvocato Parolari
Giovannino Guareschi senza baffi
La classe di Giovannino Guareschi 1926-27
Vignetta di Giovannino Guareschi - Nel cielo di piazza Garibaldi (Straparma), 1929
Vignetta di Giovannino Guareschi - La direttissima Parma - Busseto (Bazar) 1937
Vignetta di Giovannino Guareschi - Ghiaia Fantasia natalizia (La Guardia al Brennero 1930)
Citazione da: "Università degli studi di Parma"
Passano i decenni ma il lavoro di Giovannino Guareschi non invecchia, anzi, come il vino buono, migliora. Grazie al suo successo internazionale, con 20 milioni di copie vendute nel mondo e oltre 400 edizioni in tutte le lingue, Guareschi è, e resta, ancora oggi uno degli scrittori italiani più tradotti e più amati dal pubblico internazionale. Le storie di Don Camillo e Peppone e il crocifisso che parla, sono un esempio di come uno scrittore si sia guadagnato fama e successo internazionale ma sia stato anche messo in ombra come autore dai suoi stessi personaggi. Ad oscurare il complesso lavoro di questo scrittore ci pensò inoltre “l’Unità” che nel giorno della sua morte, avvenuta a Cervia il 22 luglio del 1968, scrisse, “È morto lo scrittore mai nato” suggellando per oltre quarant’anni un vuoto critico da colmare.
Sono andata sabato scorso a vedere la mostra sulla satira e la cosa che più mi è piaciuta
è la proiezione di un filmato intervista a Guareschi.
In questa intervista racconta la sua vita e le sue opere nel suo modo modo caratteristico .
La frase che mi ha più colpito
Citazione
I miei libri Piccolo mondo antico "Don Camillo " "Lo zibaldino"ecc.
sono stati tradotti in tutte le lingue del mondo, tranne in italiano infatti la critica mi ha sempre ignorato.
Citazione
La storia di Giovannino senza paura (1968)
22 luglio 1968: a Cervia, il congedo
muore a Cervia (RA) per infarto cardiaco.
Le rosse bandiere dei socialisti della Bassa sventolavano sotto la sua finestra quando, il 1° maggio di sessant’anni prima, nacque a Fontanelle. La bandiera con lo stemma, la stessa che accompagnò nel suo ultimo viaggio la signora Maestra, lo accompagnò al cimitero delle Roncole. Per tutta la vita sventolò per lui la bandiera della Libertà.
«L’Italia meschina e vile, l’Italia provvisoria, come lo stesso Guareschi con amara intuizione la definì nel 1947, ci ha fornito ieri l’esatta misura del limite estremo della sua insensibilità morale e della sua pochezza spirituale.
«Giovannino Guareschi è lo scrittore italiano più letto nel mondo con traduzioni in tutte le lingue e cifre di tiratura da capogiro. Ma l’Italia ufficiale lo ha ignorato. Molti dei nostri attuali governanti devono pur qualcosa a Guareschi e alla sua strenua battaglia del 1948 se oggi siedono ancora su poltrone ministeriali, ma nessuno di essi si è mosso. Nessuno di essi si è fatto vivo (...). Anche Giovannino Guareschi ormai riposa al cimitero dei galantuomini. È un luogo poco affollato. L’abbiamo capito ieri, mentre ci contavamo tra di noi vecchi amici degli anni di gioventù e qualche giornalista, sulle dita delle due mani.»
Baldassarre Molossi, Gazzetta di Parma, 25 luglio 1968
Buon compleanno Giovannino!
Il mio amatissimo zio Renzo, ventenne sottotenente degli alpini appena scampato - tra i pochi - alla disfatta di Nikolajewka, finì (e ci rimase per più di un anno) in un campo di prigionia tedesco dove conobbe il grande Guareschi... erano gli Internati Militari Italiani (IMI), soldati che, ad armistizio avvenuto, rifiutarono di rimanere alleati dei nazisti.
Un'altra resistenza, di cui si conosce poco. Qualcosa lo trovate qui:http://www.giovanninoguareschi.com/ex-imi.htmLuda
“Per rimanere liberi bisogna,
a un bel momento, prendere
senza esitare la via della prigione!”
(Giovanni Guareschi)
A suo modo un enigmista. In queste vignette giocava con le parole e costruiva Tarocchi (Daren)
Contrordine compagni! La frase pubblicata sull'Unità:
“Bisogna protestare vibratamente contro il Renato, illiberale e reazionario”,
contiene un errore di stampa e pertanto va letta:
“Bisogna protestare contro il Senato illiberale e reazionario!”
da mondo piccolo.it
Barilli: «Vi racconto Guareschi Chi lo odia, detesta la libertà»
da gazzettadiparma.it
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il trailer
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"Il mio film senza censura
per un Guareschi inedito"
da parma.repubblica.it
“L’ha visto Pajetta.
In Russia le provvidenze per i lavoratori sono così complete che hanno diritto all’assistenza medica non solo le donne che stanno per avere un figlio, ma anche quelle che stanno per avere un nipote.”
mm 223×283, 7 gennaio 1951 (Candido)
Politica internazionale
“Chi è morto giace
chi vive fa la pace.
Sul ponte del Georgiano
noi ci daremmo la mano…”
mm 224×238, 20 settembre 1953 (Candido)
“Lezione di economia politica politica
E adesso che li abbiamo tenuti accesi con la minaccia della guerra, vediamo
di spegnerli con la minaccia della pace”
mm 380×278, 1955 (Candido)
Russia
Partito comunista
“L’ha visto Pajetta
La Russia è così disarmata che per scavare le gallerie non possono fare esplodere le mine, ma devono assalire le montagne all’arma bianca.”
mm 223×283, 25 febbraio 1951 (Candido)
Kennedy
“Incontro alla Casa Bianca
Kennedy: -Sapesse che fatica doversi reggere con le stampelle!
Fanfani: -A me lo dici?...”
mm 224×284, 25 giugno 1961 (Candido)
Luna
“Consoliamoci!
Quella più grossa è la luna sovietica, l’altra è la luna americana
E’ quella laggiù in fondo?
E’ lo stellone italiano l’ hanno lasciato un sacco di anni fa
e, non si sa come, ancora si regge”
mm 229×284, 9 febbraio 1958 (Candido)
“Togliatti si aggiorna
Questo compagno Giolitti s’è messo a fare il Malenkov antipartito: lo liquidiamo come il Neri e la fiamma?
No: lo mandiamo come guardiafili avventizio all’Azienda Elettrica Municipale di Bologna.”
mm 380×278, 21 luglio 1957 (Candido)
Il sipario di carta
“Il sipario di carta”
mm 224×238, 28 giugno 1953 (Candido)
Democrazia cristiana
“E adesso siete liberi di volare per l’azzurro cielo della Democrazia…”
mm 380×278, 14 giugno 1953 (Candido)
“Sicurezza
non temete che la unificazione socialista vi metta in crisi?
Sciocchezze! Col sedere saldato alla poltrona da
quel mastice, chi non potrà smuovermi?”
mm 380×278, 9 settembre 1956 (Candido)
Obbedienza cieca pronta assoluta
Contrordine compagni!
La frase pubblicata sull’Unità: ‘In ogni paese bisogna organizzare una grande fetta dell’unità’,
contiene un errore e pertanto va letta: ‘In ogni paese bisogna organizzare una grande festa dell’unità’.”
mm 223×283, 14 ottobre 1951 (Candido)
“Obbedienza cieca pronta assoluta
Contrordine compagni! La frase pubblicata sull’Unità: ‘Bisogna fare opera di rieducazione dei compagni insetti’, contiene un errore di stampa e pertanto va letta: ‘Bisogna fare opera di rieducazione dei compagni inetti.”
mm 223×283, 31 gennaio 1954 (Candido)
“Obbedienza cieca pronta assoluta
Contrordine compagni! La frase pubblicata sull’Unità: ‘Gli attivisti devono dedicare la gita al partito’ contiene un errore di stampa e pertanto va letta: ‘Gli attivisti devono dedicare la vita al Partito!’ ”
mm 224×283, 14 marzo 1954 (Candido)
“Obbedienza cieca pronta assoluta
Contrordine compagni! La frase pubblicata sull’Unità: ‘Bisogna spiegare ai lavoratori il significato delle manacce governative’
contiene un errore di stampa e pertanto va letto.
’...Il significato delle minacce governative.’”
mm 224×283, 28 marzo 1954 (Candido)
Apertura a sinistra
“Marcia su Pella
Pastore che guida l’autocarro sul quale viaggiano De Gasperi, Saragat, Gronchi, Gonella e Pacciardi,
dice a Di Vittorio: – Fammi il pieno: l’apertura è a sinistra!”
mm 289×259, 13 dicembre 1953 (Candido)
Maggioranza stabile
“Argomento convincente
E Può avere dei dubbi? Non vede come funziona bene la Russia dove c’e da 30 anni
la maggioranza stabile?”
mm 280×236, 11 maggio 1958 (Candido)
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Citazione
Guareschi resta nella memoria anche per i dialoghi scritti per Carosello[/b].
Ecco qui il testo integrale dei botta e risposta tra i personaggi Toto e Tata.
TOTO: «Tata, facciamo un gioco nuovo: giochiamo a babbo e mamma».
TATA: «Sì, Toto, mi piace. Allora tu fai la mamma e io il babbo».
TOTO: «Non si può: tutti i babbi sono uomini e tutte le mamme sono donne».
TATA: «E perché?».
TOTO: «Perché!… Perché, per esempio, i babbi devono fare il soldato».
TATA: «Toto, a me mi piace fare il soldato. Andare nell’artiglieria con i cannoni».
TOTO: «È proibito. Io faccio il babbo e tu la mamma».
TATA: «Allora, se tu fai il babbo, lavi i piatti».
TOTO: «No. I piatti li deve lavare la mamma».
TATA: «Ma però il babbo li lava!».
TOTO: «Io non li lavo!».
TATA: «E allora io non ti do le chiavettine della macchina così stasera non puoi andare coi tuoi stupidi amici a giocare».
TOTO: «E io prendo il taxi».
TATA: «E allora, quando vieni a casa tu non trovi più nessuno perché io prendo Tata e Tato e torno da mia madre».
TOTO: «Uh! La solita storia! L’hai detto mille volte».
TATA: «Ma questa volta lo faccio! Sì, me ne vado! Ecco quello che volevi! Volevi liberarti di me! Uh come sono infelice!…».
Tata piange disperatamente.
TOTO: «Basta! Smettila che sentono i vicini! Va bene, laverò i piatti!».
TATA: «Li devi anche sciugare! E poi anche le forchettine e i bicchierini e anche tirare lo spazzettone che me sono frangile e mi fa male le braccine…».
TOTO: «Sì! Ma smettila!».
TATA: «Ecco, sempre lui vuole avere ragione. Lui se ne approfitta perché sono una povera donna sempre chiusa in casa mentre lui va a divertirsi con gli amici!».
TATA: piange
TOTO: «Basta! Questa sera ti porto al cinema!».
TATA: «Non mi piace il cinema. Io voglio andare alla rivista!».
TOTO: «Va bene! Andiamo alla rivista!».
TATA: «Ah, lui gli piace andare alla rivista perché ci sono le ballerine».
TOTO: «E allora andiamo al cinema!».
TATA: «No, al cinema no! Io voglio andare all’Opera a vedere la Tranviata…».
TOTO: «Andiamo all’opera!».
TATA: «E come faccio se non ho nemmeno un vestitino da sera come la signora Matilde?».
TOTO: «Compreremo il vestito!».
TATA: «Anche le scarpine, la borsettina e il braccialettino coi diamantini piccolini piccolini?».
TOTO: «Tata, tu sei matta! Vestito, scarpine, borsettina e poi anche il braccialettino coi diamantini? Dove li prendo i quattrini?».
TATA: «Allora mi sacrifico io: rinuncio alle scarpine, alla borsettina, al vestitino con la codina e anche alla Tranviata. Mi contento del braccialettino coi diamantini! Però lo voglio subito!».
TOTO: «Tata, è tardi. E poi non ho tutti i soldi per pagarlo».
TATA: «Non pensarci, Tato: il braccialettino coi diamantini ce l’ho già. E tu lo pagherai un po’ alla volta».
TOTO: «E come faccio?».
TATA: «Fai un po’ di economie: invece di uscire con gli amici lavi i piattini e così non compriamo la lavastoviglie e il braccialettino è pagato».
...QUI...e ..QUA
Citazione da: "Corriere della sera"
«La rabbia», cancellata la parte dell'autore emiliano, è rimasta solo quella di Pasolini
«Guareschi offeso». Via Bertolucci
I figli dello scrittore fanno dimettere il regista dal comitato per il centenario
DAL NOSTRO INVIATO
VENEZIA — Esplode la nuova Rabbia. Quarantacinque anni dopo la prima versione del film documento sull'Italia vista «da destra» e «da sinistra » da due personaggi del mondo culturale che più lontani non si poteva, Pasolini e Guareschi, il comunista eretico e il cattolico conservatore, La rabbia, ricomposta dalla Cineteca di Bologna secondo il progetto originario che l'affidava solo a Pasolini, scatena le ire degli eredi Guareschi.
Che, poche ore dopo la sua presentazione alla Mostra del Cinema, chiedono le dimissioni del presidente della Cineteca, il regista Giuseppe Bertolucci, dal Comitato per le celebrazioni del centenario della nascita di Giovannino Guareschi, di cui fanno parte, tra gli altri, Baricco, Zavoli, Ettore Mo, Gustavo Selva e Michele Serra. E Bertolucci, riconoscendo come legittima la richiesta, si dimette all'istante. A spingere Alberto e Carlotta, figli dello scrittore emiliano ideatore della saga di Don Camillo e Peppone, non è stata solo la scelta di Bertolucci, nata da un'idea di Tatti Sanguineti, di restituire al film la sua fisionomia originaria ricostruendo tramite i materiali degli Archivi Pasolini ospitati nella Cineteca bolognese quella parte iniziale a cui lo scrittore friulano aveva dovuto rinunciare per far posto, su pressione del produttore, al controcanto di Guareschi.
A irritarli ulteriormente sono state le dichiarazioni fatte da Bertolucci alla Gazzetta di Parma: «Guareschi è un autore che ha avuto i suoi meriti. Ma il suo testo in La rabbia è insostenibile, addirittura razzista. Gli abbiamo fatto un piacere a non recuperarlo ». Opinioni che hanno fatto prendere la penna ai figli di Guareschi. In una lettera a Vincenzo Bernazzoli, presidente del Comitato, scrivono: «Lei capirà che non possiamo, pur rispettando l'opinione di Bertolucci, accettare che da un esponente del Comitato d'Onore per Guareschi escano affermazioni di questo tenore. Saremmo del parere che lei invitasse il maestro a rassegnare le proprie dimissioni». Non ce n'è stato bisogno: «Ribadisco il mio giudizio fortemente critico rispetto a un testo che considero tra i meno felici di Guareschi — ha risposto Bertolucci —. Giudizio che riguarda solo un aspetto della sua opera. D'altro canto, consapevole che le mie affermazioni possano aver irritato Alberto e Carlotta, ritengo legittima la loro richiesta di mie dimissioni che rassegno nelle mani del presidente Bernazzoli, riaffermando il mio rispetto per un autore così significativo di una fase importante della nostra storia ». Comunque, La rabbia secondo Pasolini, dal 5 settembre nei cinema, avrà un seguito da «par condicio». «Dopo la ricostruzione della versione originale di Pasolini sarà la volta di quella di Guareschi », annuncia Luciano Sovena, presidente del Luce.
«Quella del '63 fu un'operazione mal riuscita, che aveva tentato di metter insieme due caratteri così incompatibili. Il risultato fu che ad entrambi i film venne amputato un pezzo. Completato il lavoro su Pasolini, abbiamo intenzione di fare la stessa cosa per ridare dignità dell'opera di Guareschi, recuperando quello che anche lì era stato eliminato».
Giuseppina Manin
31 agosto 2008
Scultura realizzata da Maurizio Zaccardi
posta di fronte al Museo "Il Mondo Piccolo".
Nella vecchia scuola rinata a nuova vita si "respirano le cose che lui amava".
http://www.mondopiccolofontanelle.it/fontanelle/Musei/museo%20fontanelle/Museo%20mondopiccolo.htm
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http://www.ibs.it/code/9788878471900//giovannino-guareschi-nascita-di.html?shop=5313
vignette da Giovannino Guareschi fondazione Mondadori
http://icri-go.gov.it/component/attachments/download/363.html
http://www.giovanninoguareschi.com/