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I 4 DELL'APOCALISSE, caricature di Portos - 27 febbraioappendice alla settimana in vignette: 21 - 28 febbraio 2011
Re confesso (Vittorio Emanuele)
Quando si sente dire che il Paese reale è abbastanza raccapricciante, per reale s’intende con ogni probabilità la famiglia Savoia. Le performances artistiche del vivace Emanuele Filiberto (cantante e ballerino televisivo) diventano quasi apprezzabili, al confronto di quello che avrebbe fatto suo padre Vittorio Emanuele, l’uomo che si chiama come una fermata della metropolitana. In un video del 2006 pubblicato da Il Fatto Quotidiano, il Savoia ammetterebbe di aver assassinato in Corsica, nell’agosto del 1978, il diciannovenne Dirk Hamer. Insomma, avrebbe sparato a un tedesco con trent’anni di ritardo: sembra che adesso i suoi legali abbiano intenzione di far passare il tragico fatto per un episodio di Resistenza poco puntuale. L’orrore appare evidente, ascoltando l’audio del breve filmato: Sua Maestà si vanta, parlando a un detenuto nel carcere di Potenza, di essere stato proprio lui a far fuoco: “Mi hanno assolto ma li ho fregati tutti, grazie a una batteria di avvocati…”Una frase che, chissà perché, siamo convinti qualcun altro spera di poter pronunciare, di qui a qualche tempo.
Magari è solo un’impressione, per carità…
SOLISTA Mariano Apicella
Più che di un grande concerto, è stato protagonista in settimana di un notevole sconcerto: la sua esibizione, prevista per il 10 marzo al teatro degli Arcimboldi di Milano, ha venduto in prevendita un solo biglietto. Addirittura Morgan, esibitosi nei giorni scorsi al Palastracchino nonno Nanni di Tradate, ne ha venduti cinque. Si tratta evidentemente di un complotto contro il simpatico menestrello di Berlusconi, ordito dai soliti cantautori di sinistra, quelli stessi che con oscure manovre hanno portato Roberto Vecchioni a vincere la sessantunesima edizione del Festival di Sanremo. Ma il Governo non resterà di certo con le mani in mano.
E’ già allo studio di un’apposita commissione la necessaria contromossa.
Dopo quello Alfano, è il momento di un nuovo Lodo, stavolta con l’aggiunta di un quanto mai opportuno apostrofo: l’odo Apicella, un decreto legge in base al quale almeno due terzi della popolazione nazionale dovrà obbligatoriamente udire Apicella mentre canta durante i concerti in giro per lo Stivale. In alternativa, ad ascoltarlo gorgheggiare andranno i 28 rappresentanti del Gruppo di Responsabilità Nazionale, da Barbareschi a Scilipoti. Hanno giù dimostrato d’essere gente pronta al sacrificio supremo.
E’ curioso come, nella vita dei potenti, agli affetti più cari corrispondono spesso gli affitti meno cari: molti parenti di vip della politica, dello sport e della finanza risultano affittuari, a prezzi veramente stracciati, di appartamenti di pregio nel centro di Milano.
Il Pio Albergo Trivulzio, che tante soddisfazioni ci ha dato già durante lo scandalo di tangentopoli,
è l’ente responsabile dello strano fenomeno: il suo Presidente Giuseppe Trabucchi, rinverdendo
una grande tradizione italiana in occasione dei 150 anni dell’unità nazionale, ha cercato finché ha potuto di evitare le dimissioni.“Gli affitti sono assolutamente nella media del mercato – ha dichiarato - quello di Tirana, naturalmente: ormai siamo in piena globalizzazione, per cui tutto è regolare…
E poi, io il mio dovere l’ho sempre fatto: ero il Presidente del Consiglio d’Amministrazione, non mi occupavo della gestione operativa, avevo solo compiti d’indirizzo… e l’indirizzo io l’ho dato, eccome se l’ho dato: alla figlia di Dell’Utri, alla fidanzata di Pisapia, al dirigente juventino Marotta e a tanti altri… gli indirizzi degli appartamenti migliori, cribbio!
E allora, di cosa mi si rimprovera?” A pensarci bene, un ragionamento che fila alla perfezione.
Con il passare delle ore, però, si è dovuto ammettere che qualcosa non andava.
Caduta l’ipotesi che si trattasse di una riunione di condominio degenerata in uno stabile di Tripoli, siamo stati costretti a convenire con il resto d’Europa che si trattava di repressione ai danni della popolazione insorta contro il regime di Gheddafi. “Un amico è un amico – ha detto a caldo il ministro degli esteri Franco Frattini – bisogna perdonargli qualche piccolo difetto: un po’ di pigrizia, la mancanza di puntualità, 41 anni di dittatura…” Il mondo si chiede perché l’Italia abbia stretto un legame così saldo con il rais, un oppressore che tutto l’Occidente ha sempre guardato con diffidenza. Che c’entriamo noi, in buona sostanza, con un uomo anziano, dispotico, truccato come un mascherone, con una paradossale attrazione verso donne molto più giovani, le cui dichiarazioni , spesso e volentieri, hanno suscitato scandalo e ilarità?
Bè, a pensarci bene… forse è meglio non chiederselo.
Tratti da Il Misfatto Inserto di satira e maldicenze
de Il Fatto Quotidiano http://www.ilmisfatto.it/
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