"La Stampa" 29 settembre 2010
domenica 3 ottobre 2010
Forattini disoccupato
Giorgio Forattini si lamenta e si definisce disoccupato. Nessuno gli offre più lavoro e da antesignano della vignetta è passato a martire di una satira che definisce a senso unico, omologata a sinistra. Lo ha intervistato Leonardo Metalli per il Tg1. (video)
Qualche vignetta :
da panorama.it
Sotto un 'intervista al Tempo:
Intervista a Forattini
È rimasto sorpreso che l'ex capo del governo D'Alema non si ricordi della querela nei suoi confronti per la vignetta sulla «sbianchettatura» del dossier Mitrokhin e che la giornalista del Corriere che lo ha intervistato si sia ben guardata dal ricordarglielo?
«Capisco questo atteggiamento perché c'è sempre stata una timidezza reverente nei suoi confronti da parte dei giornalisti. D'Alema mi querelò nel 1999 per una vignetta sulla lista dei comunisti pagati dal Kgb. A quei tempi lui era il Presidente del Consiglio ed era stato l'ultimo presidente del Consiglio a non volerla pubblicare. Oggi D'Alema mente. Quando ha ritirato la querela nei miei confronti, nel 2001, lui non era più il capo del Governo. In quel periodo i suoi stessi compagni gli avevano fatto il vuoto intorno per la querela per la quale andai via da Repubblica».
Perché D'Alema ritirò la querela?
«Decise di presentarsi da quello.... come si chiama?!... Michele Santoro! Era il periodo successivo allo scontro su Satyricon di Daniele Luttazzi. In quell'occasione D'Alema tirò fuori un foglietto del mio avvocato Corso Bovio dicendo che quella che avevo fatto io era satira. E ritirò la querela».
Perché se ne andò da Repubblica?
«Nessuno mi difese nel 1999. Tanto meno l'Ordine dei giornalisti. In tanti anni ho ricevuto querele solo da esponenti della sinistra. Non mi ha mai difeso nessun esponente di sinistra. Quando disegnavo Craxi e lo dipingevo come un "duce" mi telefonava Sandro Pertini per dirmi che il capo del governo di allora era antifascista. Io gli rispondevo che non pensavo che Craxi fosse fascista, ma volevo solo dipingerlo come "duce della politica". Sono sempre stato querelato da sinistra perché gli uomini di sinistra sono nemici della satira».
Ai tempi di Repubblica come venivano viste le sue vignette sulla sinistra e cosa le dicevano quando attaccava i leader del centrosinistra?
«A Scalfari arrivavano continuamente le telefonate dei politici contro le mie vignette. I direttori dei giornali, negli anni, hanno maturato la convinzione che la satira è un rischio per le querele miliardarie dei politici. In tanti anni di pressioni, la sinistra ha ottenuto quello che voleva: si sono fatti la loro satira, la loro cultura. La televisione è dominata da loro. Io non vado mai in televisione. Ma quando ci vado sono dolori. Dopo la prima puntata della trasmissione arrivano le telefonate dei politici e io sparisco. Ricordo le telefonate di Enrico Berlinguer e io sparivo. Repubblica era quasi un giornale liberale nel 1976. Poi sono arrivati questi ragazzi del '68 e il clima è diventato più difficile per me che non amavo girare per le redazioni perché il clima non era dei migliori. Le mie vignette venivano messe sotto processo e Repubblica non mi ha mai difeso come avrebbe dovuto. Ed era dovere di Ezio Mauro farlo perché erano d'accordo con D'Alema per farmi fuori».
Qual è il risarcimento più grande che le è stato chiesto?
«Quando mi ha querelato Ciriaco De Mita chiedendo 5 miliardi di lire solo perché lo avevo accostato a Calisto Tanzi. "Questo" (De Mita ndr) mi ha chiesto tutti quei soldi per quelle vignette. Per non parlare delle minacce di Romano Prodi che mi diceva: "Sono indignato". Questa situazione ha creato una situazione di autocensura nella satira verso la sinistra. Ma se attacchi Silvio Berlusconi diventi un eroe....».
PS: graditissimi eventuali commenti
Le barzellette del premier
Modificato lunedì 4 ottobre 2010
Il premier si vanta da sempre, delle sue barzellette e gli piace sfoggiarne una al giorno come le ragazze...ma le ultime sono pesanti... bestemmie, ebrei, Bindi...
I quotidiani cattolici: il premier
ha il dovere di sobrietà e rispetto.
Ma Monsignor Finischella frena.
Rosy Bindi: "Sono amareggiata"
SCHERZA CON I FANTI ...
La barzelletta di Berlusconi sta sollevando molte polemiche per la bestemmia finale.
Un po' meno, ed è grave, per l'inutile e gratuita offesa a Rosy Bindi.
Pubblicato da uber Uber Humour
Etichette: berlusconi, DIO, donne, religione
Realitisciò
Bestemmia Berlusconi, Mons. Fisichella minimizza:
"Bisogna sempre saper contestualizzare le cose"
Pubblicato da portos PORTOS Comic strip
Coerenza
MAX [fra parentesi]
Un concentrato di ilarità e pungente ironia.
MAURO BIANI - http://maurobiani.splinder.com/
L'ESPRESSO Barzelletta con bestemmia
L'Espresso -'Indegno, Berlusconi chieda scusa'
Su Hitler:
In una delle barzellette, i sostenitori di Hitler vengono a sapere che lui è ancora vivo e gli chiedono di tornare al potere. Hitler ci pensa un attimo e poi risponde: “Ritorno, ma ad una condizione… la prossima volta sarò cattivo.”
Sulla politica:
“Ho troppa fiducia nel popolo italiano per credere che esistano così tanti coglioni che votino contro i loro stessi interessi.”
Sui problemi per fermare le violenze alle donne:
“Ci sarebbe bisogno di tanti poliziotti quante sono le belle ragazze in Italia, e penso che non ci riusciremmo mai.”
Su Mussolini:
“Mussolini non ha mai ucciso nessuno. Lui mandava la gente in vacanza al confino.”
A Bruxelles, alla fine della presidenza italiana della UE:
“Parliamo di calcio e di donne (rivolto a Gerhard Schroeder, sposato quattro volte.) Gerhard, inizi tu?”
Su di sé:
“Io sono il Gesù Cristo della politica. Sono una vittima paziente, sopporto tutto e mi sacrifico per il bene di tutti.”
* Tv devastante. "Quando accendo la televisione, alla sera, è una cosa devastante. A parte che adesso è ricominciato AnnoZero (brusio di disapprovazione)... non c'è alcun contraddittorio".
I problemi nel Pdl e i sagrestani della politica. "Questi che vengono fuori dalle sagrestie della politica, che hanno nella attività politica l'unica loro professione, hanno bisogno dei partiti così come delle imprese proprie, per avere i soldi dei gruppi in Parlamento, i soldi dello Stato per le elezioni, i finanziamenti... hanno bisogno di un giornale attraverso cui raccogliere i soldi... sono veri e propri imprenditori della politica".
La barzelletta sugli ebrei. "Un ebreo racconta a un suo familiare... Ai tempi dei campi di sterminio un nostro connazionale venne da noi e chiese alla nostra famiglia di nasconderlo, e noi lo accogliemmo. Lo mettemmo in cantina, lo abbiamo curato, però gli abbiamo fatto pagare una diaria... E quanto era, in moneta attuale? Tremila euro... Al mese? No al giorno... Ah, però... Bè, siamo ebrei, e poi ha pagato perché aveva i soldi, quindi lasciami in pace... Scusa un'ultima domanda... tu pensi che glielo dobbiamo dire che Hitler è morto e che la guerra è finita?... Carina eh?"
Una ragazza al giorno. "Io colleziono una storiella al giorno... e anche una ragazza al giorno"
"Domani vado in Parlamento". "Domani sono in Parlamento per otto ore, quante me ne diranno...(i ragazzi gli dicono 'noi arriviamo a 316')... sì, e allora mettetevi in lista che la prossima volta... metà donne, e poi tutti giovani... perché anche io lo dico: nel nostro partito di vecchio ci basto io, tutti gli altri devono essere giovani".
LA BESTEMMIA E IL PERDONO
La Chiesa con una mano punisce e con l'altra perdona.
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Quotidiani delle Venezie 2 ottobre 2010
In maniera netta, indubitabile, completa, Silvio Berlusconi ha bestemmiato alla fine di una barzelletta, davanti a un gruppetto di militari. Ha detto: “Orcod…”. Nella barzelletta, “Orcod” è il femminile di “orchidea”. Siamo a una festa da ballo, ogni dama si presenta al cavaliere con il nome femminile di un fiore, e il cavaliere risponde con lo stesso nome al maschile. Una dice: “Margherita” e lui “Margherito”, un’altra “Rosa” e lui “Roso”, la terza “Orchidea” ma questa terza è Rosy Bindi, e appena il cavaliere la vede ha un moto di orrore ed esclama “Orcod…”, ritraendosi. I militari ascoltano estasiati, quando mai avranno ancora un capo di governo che scherza come un amicone?, lui li gratifica con la più classica e la più blasfema imprecazione del popolo delle suburre. Berlusconi non è sciocco, capisce bene di aver detto qualcosa che se vien conosciuto lo può screditare, perciò conclude l’incontro con una preghiera: “Nessuno di voi mi tradisca, eh”. Sghignazzata generale. Tra gli sghignazzi, si sente anche qualche voce femminile.
E così, oltre al presidente che va a prostitute, registrato mentre comincia, finisce, va in bagno, si fa da solo i complimenti; oltre al presidente implicato in tanti processi per i più svariati reati; abbiamo anche un presidente bestemmiatore. È la bestemmia più sconcia che ci sia mai capitato di sentire. Perché non è la bestemmia dell’avvinazzato, in cui non senti la voce dell’uomo ma la voce del vino, non è la bestemmia sfuggita come improperio dalla bocca di chi patisce un trauma improvviso, una martellata, un pestone, cattiva abitudine e indizio di un’incultura di fondo, ma è la bestemmia calma, ponzata, usata a scopo oratorio, per far ridere di più chi ascolta, trastullarlo, buttargli davanti qualcosa di goffo, di comico, di risibile, su cui sghignazzare insieme: il Dio sotto forma di porco. In Italia. Non paese cattolico, ma centro del Cattolicesimo. Da parte del capo del governo. Un uomo che si professa cattolico. Che fa la comunione. Pubblicamente. Ripreso dalle tv. Per dire alla grande massa dei cattolici che lo vedono, che è una grande massa di votanti: “Votate me, sono come voi, pratico la vostra religione, eccomi qui, inginocchiato a ricevere il Dio in cui anche voi credete, non votate gli altri, sono comunisti, sono atei”. Dev’essere un super-cattolico, se ha il permesso di fare, lui divorziato, la comunione che agli altri divorziati non è concessa. Chissà cos’ha garantito, per ottenere quel permesso. Qualunque cosa abbia promesso, moltiplicare le scuole confessionali, aumentare il sostegno alla Chiesa, al clero, dare esempio di pratica cattolica, vien spazzata via da questa bestemmia pubblica, sana, grassa, ridente, gioiosa, aperta, uno sprizzo di allegria profanatoria, uno sputo in faccia al Padreterno. Ogni bestemmia è figlia di una doppia miseria, una miseria culturale e una miseria morale. Se ce l’hai con Dio e vuoi toglierlo di mezzo, puoi “decapitarlo” col ragionamento (“decapitaro, Emmanuel Kant, Iddio, Massimiliano Robespierre, il re”), mostrando che non c’è. Ma il filosofo che non crede non offende nessuno. L’ubriaco che bestemmia offende tutti, credenti e no. Ci sono tante persone, in tutta la storia, da duemila anni in qua, che ritenevano una colpa anche solo pronunciare senza necessità quel nome che Berlusconi ha insozzato. E non sono persone peggiori di Berlusconi. Non dico come governante, ma anche come semplice uomo, Berlusconi non ha nessun diritto di insultarle insultando ciò in cui credono. Prima chiede loro il voto, in nome dei loro valori, e poi sputa su quei valori, e quindi su loro. Adesso sta chiedendo scusa, dice che era solo una risata. Ma questa cosa non è scusabile. Molto semplicemente, non doveva accadere.
Ferdinando Camon
Il premier si vanta da sempre, delle sue barzellette e gli piace sfoggiarne una al giorno come le ragazze...ma le ultime sono pesanti... bestemmie, ebrei, Bindi...
I quotidiani cattolici: il premier
ha il dovere di sobrietà e rispetto.
Ma Monsignor Finischella frena.
Rosy Bindi: "Sono amareggiata"
SCHERZA CON I FANTI ...
La barzelletta di Berlusconi sta sollevando molte polemiche per la bestemmia finale.
Un po' meno, ed è grave, per l'inutile e gratuita offesa a Rosy Bindi.
Pubblicato da uber Uber Humour
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Realitisciò
Bestemmia Berlusconi, Mons. Fisichella minimizza:
"Bisogna sempre saper contestualizzare le cose"
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L'orcod...
Paride Puglia PUNCH
Paride Puglia PUNCH
Premier Lele Corvi http://www.lelecorvi.com/ |
Coerenza
MAX [fra parentesi]
Un concentrato di ilarità e pungente ironia.
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L'ESPRESSO Barzelletta con bestemmia
L'Espresso -'Indegno, Berlusconi chieda scusa'
La Repubblica - Berlusconi "privato" al suo compleanno
"Associazione a delinquere nella magistratura"
Alcuni esempi:"Associazione a delinquere nella magistratura"
Su Hitler:
In una delle barzellette, i sostenitori di Hitler vengono a sapere che lui è ancora vivo e gli chiedono di tornare al potere. Hitler ci pensa un attimo e poi risponde: “Ritorno, ma ad una condizione… la prossima volta sarò cattivo.”
Sulla politica:
“Ho troppa fiducia nel popolo italiano per credere che esistano così tanti coglioni che votino contro i loro stessi interessi.”
Sui problemi per fermare le violenze alle donne:
“Ci sarebbe bisogno di tanti poliziotti quante sono le belle ragazze in Italia, e penso che non ci riusciremmo mai.”
Su Mussolini:
“Mussolini non ha mai ucciso nessuno. Lui mandava la gente in vacanza al confino.”
A Bruxelles, alla fine della presidenza italiana della UE:
“Parliamo di calcio e di donne (rivolto a Gerhard Schroeder, sposato quattro volte.) Gerhard, inizi tu?”
Su di sé:
“Io sono il Gesù Cristo della politica. Sono una vittima paziente, sopporto tutto e mi sacrifico per il bene di tutti.”
* Tv devastante. "Quando accendo la televisione, alla sera, è una cosa devastante. A parte che adesso è ricominciato AnnoZero (brusio di disapprovazione)... non c'è alcun contraddittorio".
I problemi nel Pdl e i sagrestani della politica. "Questi che vengono fuori dalle sagrestie della politica, che hanno nella attività politica l'unica loro professione, hanno bisogno dei partiti così come delle imprese proprie, per avere i soldi dei gruppi in Parlamento, i soldi dello Stato per le elezioni, i finanziamenti... hanno bisogno di un giornale attraverso cui raccogliere i soldi... sono veri e propri imprenditori della politica".
La barzelletta sugli ebrei. "Un ebreo racconta a un suo familiare... Ai tempi dei campi di sterminio un nostro connazionale venne da noi e chiese alla nostra famiglia di nasconderlo, e noi lo accogliemmo. Lo mettemmo in cantina, lo abbiamo curato, però gli abbiamo fatto pagare una diaria... E quanto era, in moneta attuale? Tremila euro... Al mese? No al giorno... Ah, però... Bè, siamo ebrei, e poi ha pagato perché aveva i soldi, quindi lasciami in pace... Scusa un'ultima domanda... tu pensi che glielo dobbiamo dire che Hitler è morto e che la guerra è finita?... Carina eh?"
Una ragazza al giorno. "Io colleziono una storiella al giorno... e anche una ragazza al giorno"
"Domani vado in Parlamento". "Domani sono in Parlamento per otto ore, quante me ne diranno...(i ragazzi gli dicono 'noi arriviamo a 316')... sì, e allora mettetevi in lista che la prossima volta... metà donne, e poi tutti giovani... perché anche io lo dico: nel nostro partito di vecchio ci basto io, tutti gli altri devono essere giovani".
ahahahahaaahah - fabiomagnasciutti |
figlioli, non strumentalizzate - fabiomagnasciutti |
LA BESTEMMIA E IL PERDONO
La Chiesa con una mano punisce e con l'altra perdona.
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La bestemmia di Berlusconi
Quotidiani delle Venezie 2 ottobre 2010
In maniera netta, indubitabile, completa, Silvio Berlusconi ha bestemmiato alla fine di una barzelletta, davanti a un gruppetto di militari. Ha detto: “Orcod…”. Nella barzelletta, “Orcod” è il femminile di “orchidea”. Siamo a una festa da ballo, ogni dama si presenta al cavaliere con il nome femminile di un fiore, e il cavaliere risponde con lo stesso nome al maschile. Una dice: “Margherita” e lui “Margherito”, un’altra “Rosa” e lui “Roso”, la terza “Orchidea” ma questa terza è Rosy Bindi, e appena il cavaliere la vede ha un moto di orrore ed esclama “Orcod…”, ritraendosi. I militari ascoltano estasiati, quando mai avranno ancora un capo di governo che scherza come un amicone?, lui li gratifica con la più classica e la più blasfema imprecazione del popolo delle suburre. Berlusconi non è sciocco, capisce bene di aver detto qualcosa che se vien conosciuto lo può screditare, perciò conclude l’incontro con una preghiera: “Nessuno di voi mi tradisca, eh”. Sghignazzata generale. Tra gli sghignazzi, si sente anche qualche voce femminile.
E così, oltre al presidente che va a prostitute, registrato mentre comincia, finisce, va in bagno, si fa da solo i complimenti; oltre al presidente implicato in tanti processi per i più svariati reati; abbiamo anche un presidente bestemmiatore. È la bestemmia più sconcia che ci sia mai capitato di sentire. Perché non è la bestemmia dell’avvinazzato, in cui non senti la voce dell’uomo ma la voce del vino, non è la bestemmia sfuggita come improperio dalla bocca di chi patisce un trauma improvviso, una martellata, un pestone, cattiva abitudine e indizio di un’incultura di fondo, ma è la bestemmia calma, ponzata, usata a scopo oratorio, per far ridere di più chi ascolta, trastullarlo, buttargli davanti qualcosa di goffo, di comico, di risibile, su cui sghignazzare insieme: il Dio sotto forma di porco. In Italia. Non paese cattolico, ma centro del Cattolicesimo. Da parte del capo del governo. Un uomo che si professa cattolico. Che fa la comunione. Pubblicamente. Ripreso dalle tv. Per dire alla grande massa dei cattolici che lo vedono, che è una grande massa di votanti: “Votate me, sono come voi, pratico la vostra religione, eccomi qui, inginocchiato a ricevere il Dio in cui anche voi credete, non votate gli altri, sono comunisti, sono atei”. Dev’essere un super-cattolico, se ha il permesso di fare, lui divorziato, la comunione che agli altri divorziati non è concessa. Chissà cos’ha garantito, per ottenere quel permesso. Qualunque cosa abbia promesso, moltiplicare le scuole confessionali, aumentare il sostegno alla Chiesa, al clero, dare esempio di pratica cattolica, vien spazzata via da questa bestemmia pubblica, sana, grassa, ridente, gioiosa, aperta, uno sprizzo di allegria profanatoria, uno sputo in faccia al Padreterno. Ogni bestemmia è figlia di una doppia miseria, una miseria culturale e una miseria morale. Se ce l’hai con Dio e vuoi toglierlo di mezzo, puoi “decapitarlo” col ragionamento (“decapitaro, Emmanuel Kant, Iddio, Massimiliano Robespierre, il re”), mostrando che non c’è. Ma il filosofo che non crede non offende nessuno. L’ubriaco che bestemmia offende tutti, credenti e no. Ci sono tante persone, in tutta la storia, da duemila anni in qua, che ritenevano una colpa anche solo pronunciare senza necessità quel nome che Berlusconi ha insozzato. E non sono persone peggiori di Berlusconi. Non dico come governante, ma anche come semplice uomo, Berlusconi non ha nessun diritto di insultarle insultando ciò in cui credono. Prima chiede loro il voto, in nome dei loro valori, e poi sputa su quei valori, e quindi su loro. Adesso sta chiedendo scusa, dice che era solo una risata. Ma questa cosa non è scusabile. Molto semplicemente, non doveva accadere.
Ferdinando Camon
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sabato 2 ottobre 2010
Balairatt
Riprendo da *S.P.Q.R.*
PS: Beh, nemmeno gli Svizzeri sono troppo dolci coi padani
«Ci rubano lavoro». L'offesa svizzera
con quel topo anti italiano
Transfrontalieri rappresentati da tre ratti. Uno si chiama Giulio e ha uno scudo con tre monti
Sono Padani Questi Ratti
LOCARNO - Ci sono tre topi. Anzi, tre ratti. Il primo si chiama Fabrizio, vive a Verbania, ma fa il piastrellista in Ticino. Il secondo si chiama Bogdan. È rumeno. Non ha né un domicilio, né un lavoro. Il terzo si chiama Giulio. E come Tremonti è un avvocato italiano. Non è l’inizio di una barzelletta. E i tre animali sono i protagonisti della curiosa campagna lanciata oggi in Ticino. Dietro all’iniziativa sembra ci siano personaggi noti del mondo imprenditoriale e politico ticinese. Nel mirino i ‘tre mali dell’economia ticinese’: i frontalieri, i criminali stranieri e lo scudo Tremonti. Marco Car per Inserto Satirico.
...ma è l'UDC il più votato partito elvetico!
ma in Ticino non ha molti estimatori, questo sarà stato un modo di "farsi belli"
Ed ecco, dalla civilissima Svizzera, e dalla parte più italiana della Svizzera, il Canton Ticino, esce uno spot pubblicitario che ci raffigura come topi, anzi toponi. I toponi sono topi grassi. Perché mangiano molto formaggio. Svizzero. Non lo fanno, ma lo mangiano. Entrano in casa e sbafano tutto. Peggio che ladri, sono ladri e rapinatori e parassiti insieme. La didascalia dice: “I ratti invadono la Svizzera italiana”, ma il messaggio è: “I ratti italiani invadono la Svizzera”. Perché non ci siano dubbi sull’identificazione uomini-topi, i topi, tre, hanno dei nomi. Uno si chiama Fabrizio, vive a Verbania ma va a lavorare in Ticino. Il secondo si chiama Bogdan, è rumeno, non ha né casa né lavoro: come uomo, un sotto-uomo, come topo, un sotto-topo. Il terzo si chiama Giulio, e fa l’avvocato. Un Giulio che fa l’avvocato è Tremonti, e Tremonti è descritto poco dopo come citrullo, disonesto, dannoso ai suoi concittadini, sabotatore delle oneste e professionali banche svizzere. Perché, introducendo lo scudo fiscale, richiama dalla Svizzera i capitali illecitamente esportati. Dei tre tipi che incarnano la malaumanità europea, noi italiani siamo presenti in due. La società svizzera-ticinese è laboriosa, risparmia e accumula (il formaggio è lì pronto, una forma enorme), “guadagna bene” (lo dice il testo, con legittimo vanto), insomma rappresenta il benessere capitalistico, e chi sta bene Dio è con lui. Noi italiani siamo il male, e facciamo il male. Non noi napoletani o noi siciliani, insomma noi italiani del Sud, facilmente e ingiustamente disprezzati dal Nord: ma noi italiani del Nord, anzi del Nord del Nord, noi frontalieri della Svizzera. Noi rubiamo il lavoro. Ci facciamo pagare con una cicca, e così eliminiamo ogni concorrenza. I lavoratori svizzeri sono troppo umani e dignitosi, non si fanno pagare da straccioni. E poi hanno una moneta buona, solida, stabile. Non hanno l’euro, ballerino e spregiato. Noi italiani del Nord, sottolavoratori della zona euro, siamo accecati dal salario decente e dal franco.
Ma queste non sono esattamente le accuse che noi, italiani del Nord, rivolgiamo agli europei dell’est e agli africani del nord? Vengono da aree dove il lavoro è zero, hanno monete rifiutate dalle nostre banche, qui fanno i sottolavori sporchi o malsani o rischiosi che noi scartiamo, si accontentano delle sottopaghe che noi sdegniamo, qui vivono la loro miserabile sottovita, e noi li accusiamo di rubarci i posti (se non ci fossero loro, li occuperemmo noi), entrare nelle case sfitte, e ripagarci stuprando le nostre donne, rubando nelle nostre case, e riempiendo le nostre prigioni. Non diciamo “siete topi”, ma gli incendiamo gli insediamenti, per farli scappare. Come gli svizzeri con noi. Gli italiani ai confini della Svizzera sono ratti, dicono, “e noi vogliamo derattizzare”. Testuale. È un calcio in pancia che ci sveglia di soprassalto. Apriamo gli occhi, e ci troviamo trasformati in topi. Ferdinando Camon
Dice l'autore della campagna pubblicitaria:
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Animalizzare il nemico(Ferdinando Camon)
Balairatt, 'affaire' di Pierre Rusconi e UDC
PS: Beh, nemmeno gli Svizzeri sono troppo dolci coi padani
«Ci rubano lavoro». L'offesa svizzera
con quel topo anti italiano
Transfrontalieri rappresentati da tre ratti. Uno si chiama Giulio e ha uno scudo con tre monti
Sono Padani Questi Ratti
LOCARNO - Ci sono tre topi. Anzi, tre ratti. Il primo si chiama Fabrizio, vive a Verbania, ma fa il piastrellista in Ticino. Il secondo si chiama Bogdan. È rumeno. Non ha né un domicilio, né un lavoro. Il terzo si chiama Giulio. E come Tremonti è un avvocato italiano. Non è l’inizio di una barzelletta. E i tre animali sono i protagonisti della curiosa campagna lanciata oggi in Ticino. Dietro all’iniziativa sembra ci siano personaggi noti del mondo imprenditoriale e politico ticinese. Nel mirino i ‘tre mali dell’economia ticinese’: i frontalieri, i criminali stranieri e lo scudo Tremonti. Marco Car per Inserto Satirico.
[...]Ultima annotazione: Michel Ferrise, l'ideatore della campagna, ha detto che l'anonimo committente gli aveva «chiesto di trovare un'idea originale che portasse i ticinesi ad aprire gli occhi su determinate questioni» e che aveva scelto i ratti perché «il ratto è qualcosa di spregevole» e contiene «il concetto di "derattizzazione"». Che sia razzista, non c'è dubbio. Originale no. Lo dice una vignetta pubblicata un secolo fa dalla rivista americana Judge in cui il vecchio zio Sam assiste corrucciato allo sbarco, da una nave proveniente «direttamente dalle topaie dell'Europa», di migliaia di topi di fogna coi baffi alla figaro che hanno scritto sui cappelli o sul coltello che reggono tra i denti: «Mafia», «Anarchia», «Assassinio»...Non è la Svizzera ad essere razzista, ma un gruppo di cittadini, fino adesso non indentificati (domani ci sarà una conferenza stampa) e che le autorità tutte hanno condannato l'iniziativa
È passato un secolo, e noi italiani, grazie a quelli come il signor Ferrise e i suoi committenti, siamo alle prese ancora con le stesse porcherie...Gian Antonio Stella
...ma è l'UDC il più votato partito elvetico!
ma in Ticino non ha molti estimatori, questo sarà stato un modo di "farsi belli"
Razzista sarà lei
La campagna pubblicitaria dove i frontalieri piemontesi e lombardi del Canton Ticino vengono raffigurati come topi famelici che divorano il formaggio svizzero non è affatto razzista. Lo ha spiegato chi l’ha commissionata, un politico locale che è presidente dell’Udc e di nome fa Pierre, ma con Casini per fortuna non c’entra niente.
Anche Ciarrapico ha respinto con sdegno l’etichetta di antisemita: in fondo al Senato aveva soltanto detto che tutti gli ebrei sono dei Giuda. Persino Berlusconi, fra un attacco ai giudici e una barzelletta blasfema su Rosi Bindi, ha trovato il tempo per raccontarne una sulla tirchieria degli ebrei (originale, vero?), ma nemmeno lui è razzista. E nemmeno Bossi, che ha dato dei «porci» ai romani. Era una battuta: di Boldi, per la precisione. (Qualcuno l’aveva attribuita a Obelix, che però ha smentito. Lui diceva «Sono pazzi questi romani». Era un raffinato, Obelix). E chi vuol cacciare i rom in quanto rom? Guai a ricordargli il precedente di Hitler: si offende. Come quel professore di musica che su Facebook si augura lo sterminio dei disabili. «Nazista io? Inconcepibile».
Forse è il momento di tracciare una linea nel discorso pubblico. Di qua razzismo, di là goliardia. E’ che non si capisce bene dove vogliano collocarla, questa linea, gli arzilli avanzi del Bagaglino. Per loro dileggiare una comunità non esprime pregiudizio, ma incontenibile simpatia. Per me il confine resta il rispetto della dignità di ogni individuo. Ma sono un vecchio topo liberale, non faccio testo (e non mangio neanche il formaggio).
Gramellini LASTAMPA.itLa Svizzera ci tratta come topi
Un personaggio di Kafka, destandosi una mattina, si trovò tramutato in scarafaggio: “Che cosa m’è accaduto?”, si domandò terrorizzato. Il terrore non lo molla più. Noi, lettori occidentali, pensavamo che il grande scrittore praghese, ebreo, intuisse e rappresentasse gli incubi delle minoranze oppresse: essere declassati da uomini ad animali. Ma pensavamo tutto questo sforzando il cervello, per intuire una condizione che non sarà mai nostra: noi siamo occidentali, siamo europei, siamo cristiani, le condizioni a-umane o sub-umane non possono toccarci, sarebbe una contraddizione della storia, e noi siamo autori di storia, padroni della storia. Noi italiani, poi, siamo il centro della cristianità, il cuore dell’arte e della genialità. Mai saremo visti, dai fratelli europei, come animali repellenti o feroci. Non siamo lupi. Non siamo scimmie.
Ed ecco, dalla civilissima Svizzera, e dalla parte più italiana della Svizzera, il Canton Ticino, esce uno spot pubblicitario che ci raffigura come topi, anzi toponi. I toponi sono topi grassi. Perché mangiano molto formaggio. Svizzero. Non lo fanno, ma lo mangiano. Entrano in casa e sbafano tutto. Peggio che ladri, sono ladri e rapinatori e parassiti insieme. La didascalia dice: “I ratti invadono la Svizzera italiana”, ma il messaggio è: “I ratti italiani invadono la Svizzera”. Perché non ci siano dubbi sull’identificazione uomini-topi, i topi, tre, hanno dei nomi. Uno si chiama Fabrizio, vive a Verbania ma va a lavorare in Ticino. Il secondo si chiama Bogdan, è rumeno, non ha né casa né lavoro: come uomo, un sotto-uomo, come topo, un sotto-topo. Il terzo si chiama Giulio, e fa l’avvocato. Un Giulio che fa l’avvocato è Tremonti, e Tremonti è descritto poco dopo come citrullo, disonesto, dannoso ai suoi concittadini, sabotatore delle oneste e professionali banche svizzere. Perché, introducendo lo scudo fiscale, richiama dalla Svizzera i capitali illecitamente esportati. Dei tre tipi che incarnano la malaumanità europea, noi italiani siamo presenti in due. La società svizzera-ticinese è laboriosa, risparmia e accumula (il formaggio è lì pronto, una forma enorme), “guadagna bene” (lo dice il testo, con legittimo vanto), insomma rappresenta il benessere capitalistico, e chi sta bene Dio è con lui. Noi italiani siamo il male, e facciamo il male. Non noi napoletani o noi siciliani, insomma noi italiani del Sud, facilmente e ingiustamente disprezzati dal Nord: ma noi italiani del Nord, anzi del Nord del Nord, noi frontalieri della Svizzera. Noi rubiamo il lavoro. Ci facciamo pagare con una cicca, e così eliminiamo ogni concorrenza. I lavoratori svizzeri sono troppo umani e dignitosi, non si fanno pagare da straccioni. E poi hanno una moneta buona, solida, stabile. Non hanno l’euro, ballerino e spregiato. Noi italiani del Nord, sottolavoratori della zona euro, siamo accecati dal salario decente e dal franco.
Ma queste non sono esattamente le accuse che noi, italiani del Nord, rivolgiamo agli europei dell’est e agli africani del nord? Vengono da aree dove il lavoro è zero, hanno monete rifiutate dalle nostre banche, qui fanno i sottolavori sporchi o malsani o rischiosi che noi scartiamo, si accontentano delle sottopaghe che noi sdegniamo, qui vivono la loro miserabile sottovita, e noi li accusiamo di rubarci i posti (se non ci fossero loro, li occuperemmo noi), entrare nelle case sfitte, e ripagarci stuprando le nostre donne, rubando nelle nostre case, e riempiendo le nostre prigioni. Non diciamo “siete topi”, ma gli incendiamo gli insediamenti, per farli scappare. Come gli svizzeri con noi. Gli italiani ai confini della Svizzera sono ratti, dicono, “e noi vogliamo derattizzare”. Testuale. È un calcio in pancia che ci sveglia di soprassalto. Apriamo gli occhi, e ci troviamo trasformati in topi. Ferdinando Camon
Dice l'autore della campagna pubblicitaria:
Alle 11.05 Ferrise ha preso la parola: "Siete qui in tanti. Segno che l'idea ha avuto successo. Oggi mi tolgo un sassolino dalla scarpa e dico che è stato dato un senso sbagliato alla campagna. Guardate l'immagine (indica il cartellone) vi sembra un'immagine razzista? Mi sembra che in Italia la satira sia una realtà, perchè in Ticino non puo' essere così?".
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Puoi leggere anche :
Animalizzare il nemico(Ferdinando Camon)
Balairatt, 'affaire' di Pierre Rusconi e UDC
venerdì 1 ottobre 2010
S.P.Q.R.
SENATUR PADANUSQUE
La battuta di Bossi (un po' vecchiotta in verità) sta suscitando un mare di polemiche.
In altri momenti poteva sembrare un complimento.
Etichette: bossi, lega, porcellum Uber Humour
S.P.Q.R.
...cosa si nasconderà dietro questa misteriosa sigla?
***
Secondo Pasquino (cartello del 30 giugno 1849):
Sempre Preti Qui Regneranno
****
Secondo Virgilio (Ecloga XI):
Sunt Proprie Quattuor Recoctae
(Trad.: Sono Proprio Quattro Ricotte)
e secondo voi? (salmastro)
*******
Secondo Pasquino (cartello del 30 giugno 1849):
Sempre Preti Qui Regneranno
****
Secondo Virgilio (Ecloga XI):
Sunt Proprie Quattuor Recoctae
(Trad.: Sono Proprio Quattro Ricotte)
e secondo voi? (salmastro)
rispondono
Salva Portiere Questa Rete
Senza Palle Questi Razzisti
Sono Perfetti Questi Romani! (phoenix2961)
SCRIVONO PROPRIO QUISQUIGLIE RIDICOLE
SCUSATEMI PER QUESTA RISPOSTA (seppiolina)
Jacovitti diceva: Senza Pietà Questi Romani (lia49)
Sempre Padani Quei Razzisti (kk)
la mia maestra mi insegnò: senza pagnotta questa reclama (klaussina)
(Se Poi Qualcuno Rispondesse Sarei Proprio Quantomeno Radioso! (pallas20)
Secondo Piccolo Quoziente Ragiona, Sembra Proprio Quadrumane Ridicolo (daren)
Stufa Proprio Questa Roma (Aurora sogna)
Una moglie al marito: Sonno Perdo Quando Ronfi (abab)
SONO PAZIENTI QUESTI ROMANI (peucezia)
Scusiamolo Perchè Quasi Rincitrullito(frankfrankfrank)
Stanno Partendo Querele: Rischi!!!
"Sono Psicolabile Quindi Rinchiudetemi" ?(kk)
*
Sembra Provvedimento Quantomeno Ridondante (daren)
Senatur Pensa Quanto Rosichi!!!(francuccia)
-Basta con le offese!
-Ma che vuoi? sei soltanto un cavallo Alemanno legato ad un carro di un milanese.
Giannelli http://www.corriere.it/
De Bullo Gallico
Italian Galery - PORTOS Comic strip
Traduzione: "Sono Pazzi Questi Romani!"
(Asterix e Obelix)
Una battuta. Ce ne erano di parecchie più amare, ma stavolta solo pernacchie. Aggiornamento. Ecco, appunto, per chi si fosse perso la prima pagina de La Padania, sempre di oggi.MAURO BIANI -http://maurobiani.splinder.com/ |
Mondo Animale 1
giors e gugu STRISCE BAVOSEnota = il truogolo di Bossi QUI
Sergio Riccardi L'Asino |
Fauna Federale
Paride Puglia PUNCH
Dialettica Padana Enrico Bertuccioli (EBERT) |
Origini fabiomagnasciutti |
La secessione der somaro
(ellekappa-trilussa)
Un ciuccio attempatello e scarcagnato
-che ar cambio ormai nun vale più 'na sega-
er socio der Sovrano Re Patacca,
(quello che cià er pendaglio raggrumato
ma core appresso a tutte le patonze)
se ne sortì, grattannose la panza,
cò na frasetta pè alliscià la Lega:
"li romani, sò porci, sò ladroni e sò magnaccia!"
Pè scaccolasse via 'sta vijaccata
ed allustrasse er popolo indignato,
li servi der Patacca fanno er coro:
ma nun è gnente, è solo 'nà frescaccia,
'na cosa detta senza la malizzia
da chi nun sa tenesse un cecio in bocca!
Ce vole propio tanta cattiveria
pè penzà che er somaro raja il vero.
Anzi, er ciuccio, a ripensacce mejo,
-informeno i scagnozzi der Magagna-
è solo un martire der libbero penziero.
E quanno torna ne la Capitale,
ve la fa vede lui Roma Capoccia,
cor fatto che ha inventato la padagna
-la gran cuccagna fonte di bisboccia
je svòta la saccoccia e se la magna.
Se va a rubbà la trippa puro ai gatti
e fa er federalismo cò l'abbacchio.
Ma li romani a 'sti buffoni a cacchio
che calano da loro a cercà rogna
ar massimo je fanno 'na scafetta,
e pe risponne ar ciuco ed ar suo
rajo
-romani sì, ma mica sò cornuti-
je fanno con il voto un ber cucchiaio
e poi con carma -tranquilli, nun c'è fretta-
li vonno vède all'arberi pizzuti.
(28 settembre 2010)
La Repubblica.it
VAURO Le vignette di Vauro |
mi ha fatto tornare in mente:
"siam tre piccoli porcellin
berlusconi bossi e fin
mai nessun ci dividerà
trallallero trallallà!"
(nick.vv)
Dichiarazioni leghiste27 settembre 2010 - Lele Corvi-http://www.lelecorvi.com/ |
Scusateli Perchè Questi Ragliano
e ridaje...ottomax |
ma povero Bossi,
ha chiesto scusa (Police)
ha chiesto scusa (Police)
Secondo Pallas Questi "Rimorsi" Sono Posticci Quaquaraquà Ridicoli... (pallas20)
*
Le battute dal forum di ÆNIGMATICA QUI
PS:
Beh, nemmeno gli Svizzeri sono troppo dolci coi padani
http://www.corriere.it/cronache/10_settembre_29/stella-offesa-svizzera_bd5c981c-cb89-11df-a93d-00144f02aabe.shtml
Sono Padani Questi Ratti (Myriam)
ma questo è un altro brutto affare e ne riparlo qui
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mercoledì 29 settembre 2010
Il sig. G.
Uno scambio di commenti qui con G.Mauri*
mi ha ricordato questo pezzo di Giorgio Gaber
G&G (pubblicato da Renoir e presentato in anteprima nazionale a Lucca Comics & Games 2009), la prima opera a fumetti sul "cantattore", libro approvato dalla Fondazione Gaber.(Autori: Davide Barzi (testi), Sergio Gerasi(disegni)
mi ha ricordato questo pezzo di Giorgio Gaber
Giuoco di bambini: io mi chiamo G
È nato in un prato un fiore delicato,
è nato in un prato un fiore delicato.
È nato, è nato…
a) Io mi chiamo G.
b) Io mi chiamo G.
a) Non hai capito, sono io che mi chiamo G.
b) Sei tu che non hai capito, mi chiamo G anch’io.[...]
Grande Gaber!!
è nato in un prato un fiore delicato.
È nato, è nato…
a) Io mi chiamo G.
b) Io mi chiamo G.
a) Non hai capito, sono io che mi chiamo G.
b) Sei tu che non hai capito, mi chiamo G anch’io.[...]
Grande Gaber!!
G&G (pubblicato da Renoir e presentato in anteprima nazionale a Lucca Comics & Games 2009), la prima opera a fumetti sul "cantattore", libro approvato dalla Fondazione Gaber.(Autori: Davide Barzi (testi), Sergio Gerasi(disegni)
martedì 28 settembre 2010
Donne condannate a morte.
CHE PENA!
Giovedì 23 settembre, negli Stati Uniti è stata giustiziata Teresa Lewis. Non barbaramente lapidata a dire il vero ma uccisa con una più civile iniezione letale.
Pubblicato da uber
Etichette: giustizia, pena di morte
GRIECO http://www.coriandoli.it/ |
Sul caso di Teresa Lewis si è espresso anche il presidente iraniano Ahmadinejad, paragonando la donna a Sakineh Mohammadi Ashtiani, l'iraniana di 43 anni contro la cui lapidazione si è mobilitata parte della comunità internazionale, in Europa e negli Stati Uniti. (la notizia)
Come possiamo pretendere civiltà quando anche noi occidentali ci macchiamo degli stessi delitti.
VAURO Le vignette di Vauro |
Sembra che la pena di Sakineh sospesa momentaneamente sia stata cambiata da lapidazione a impiccagione la notizia
Scriveva il 7 settembre scorso Gianfranco Uber
Fidarsi è bene ma?
Il 7 settembre l'Iran aveva dato qualche assicurazione al nostro Ministro degli Esteri circa la sorte di Sakineh ma è di oggi la notizia che la poveretta non sarà più lapidata ma semplicemente "impiccata"
FIDARSI E' BENE MA...
Che tipo di assicurazioni avrebbe avuto Frattini da Teheran in merito ad un esito meno drammatico della vicenda Sakineh?
Pubblicato da uber
Etichette: IRAN, pena di morte, politica internazionale
Clay Bennett (Chattanooga Times Free Press)
USA-IRAN
Simmetrie
Tomas INSERTO SATIRICO
vuoi mettere l'impiccagione...
fabiomagnasciutti
Nota: L'evoluzione dell'uomo.
Cartoon: The Evolution of Man
Evolution
La vignetta di Peter Brookes da The Times è un commento sulla esecuzione mediante iniezione letale di Teresa Lewis, nello stato della Virginia. Teresa Lewis, che ha ordito un complotto per uccidere il marito e il figliastro, è stata processata e condannata per omicidio. Lei è una delle dozzina di donne da eseguire negli Stati Uniti dalla fine degli anni 1970. L'esecuzione è andata avanti nonostante le proteste di avvocati, celebrità internazionali e altri che hanno sostenuto che avrebbe dovuto essere dato clemenza a causa del suo basso quoziente intellettuale. Secondo la legge degli Stati Uniti, chiunque con un QI di 70 evita la pena di morte. Lewis è stato giudicata per avere un QI di 72.
Il fumetto è una parodia della rappresentazione classica della evoluzione dell'uomo . Sullo sfondo della bandiera americana, sono indicate le tappe fondamentali dell'evoluzione dell'uomo, dalla scimmia attraverso di Homo Sapiens , che si conclude col medico, che da l' iniezione letale ad una donna bendata legata su un tavolo.
L'evoluzione dell'uomo' è stata ampiamente parodiata prima. Vedi qui per ulteriori esempi.
READ MORE
• Eye-witness reveals haunting first-hand account of the execution of Teresa Lewis (Daily Mail)
• American murderer says sorry before execution (Daily Telegraph)
• Teresa Lewis executed in Virginia despite protests (The Guardian)
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