Il Quotidiano della Satira(potete sfogliare QUI lo speciale) compie un anno di vita! Festeggiamo per l'occasione con un inserto di 8 pagine e con la collaborazione di circa cinquanta autori di fama nazionale e internazionale. 100 copie dell'edizione cartacea saranno distribuite gratuitamente durante la manifestazione Vigne e Vignette che si svolgerà a Sant'Agata de' Goti dal 20 al 23 agosto del 2009...
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Pubblicato da Giulio Laurenzi Etichette: il quotidiano della satira, laurenzi
Dopo un periodo di forzata inattività ecco il ritorno di uno dei più incisivi vignettisti italiani BRULLIOTOI
I quadretti di Brulliotoi
Ma chi è Tullio Boi é un vignettista che si firma Brulliotoi: quasi l' anagramma del vero nome, Tullio Boi, è un ingegnere cagliaritano quarantasettenne che si rilegge come Brullio (che in sardo vuol dire "scherzo")Nei suoi Quadretti si trova una satira a tutto campo, una via di mezzo tra vignette e strisce comiche, rigorosamente minimaliste, in grigio ed agrodolce: i protagonisti sono generalmente i Cervelli, ma talvolta i Cerbedhus (la versione sarda!) o Cau-Boi, il muccoide disabile. Se volete conoscerli meglio: www.brulliotoi.it
Sotto qualche quadretto ripescato nell'armadiodi CAU :
LA RESILIENZA
Curiosità : la mia amicizia con Tullio è nata un anno e 1/2 fa quando si è iscritto al forum di Aenigmatica per conoscere quella pazza che tutti i giorni raccoglie un cestino di vignette .
Non ho mai avuto simpatia per Bossi (anzi!!!), ma quando parla di cambiare l'inno nazionale ... beh ... ad un musicofilo come me (che bypassa eventuali ragioni patriottiche) non può non venire un PENSIERO!
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Pubblicato da brulliotoi Etichette: brulliotoi, inno nazionale
Obama , presidente americano è molto colpito dalla satira questo è tutto nella norma ma in questi giorni ha fatto molto scalpore la comparsa di poster che lo ritraggono come il personaggio dei fumetti il cattivo per eccellenza il supercriminale Joker l'antagonista di Batman già dal n°1. slideshow con le vignette che hanno fatto più scalpore ed articolo sul washingtonpost.com
Poster Il presidente è ritratto come il cattivo di Gotham City nell'ultima versione interpretata da Heath Ledger, col trucco nero agli occhi, il cerone bianco, le cicatrici ai bordi della bocca. Sotto il volto, al posto del consueto «Hope», compare la scritta «Socialism».
Innanzitutto: Auguri di Buon Compleanno al mitico Roberto Mangosi!!!!! Mille di questi giorni (Matusalemme).
Quanti anni compie? Vi posso solo dire che io ho 2 anni in più e, facendo la somma delle nostre età, superiamo di poco i 100 anni. In pratica, assieme, siamo una quercia secolare!
Per Ferragosto si festeggia l'assunzione (in quanto, se uno viene assunto, si festeggia). Auguri, da parte del Governo, ai disoccupati, cassintegrati, prossimi al licenziamento autunnale e affini. Eh, sì. A Fini pure.
Il soggetto della vignetta, della serie "Agosto, vignetta mia non ti conosco", è Bossi. Causa colpo di sole a Isola La Russa, dorme beato; da duro leghista, di leggere questo Blog in italiano e siciliano, se lo sogna!
Dalla sua testa china, sopra il mio volto teso, scendono ricci scuri, quasi a voler celare i neri occhi profondi che sembran ricordare vaghe stelle d'oriente. E sotto il bianco velo immagini il profilo di due labbra tumide dischiuse nel sorriso...
ma la sua mano regge il detestato trapano. di Sergio Mori
Il cavadenti nell' arte:
Caravaggio - Il cavadenti 1609 Pittura ad olio 139,5 x 194,5 cm Firenze Palazzo Pitti
Il cavadenti-Pietro Longhi, ca 1750, Milano, Pinacoteca di Brera
Estrazione dentaria, Johann Liss, 1616.
Estrazione della pietra della follia, di Hieronymus Bosch.
Londra. Per anni le autorità di Bristol hanno provato a catturarlo mentre imbrattava i muri della città con i suoi graffiti. Oggi sono costrette a proteggerlo mentre lui, in gran segreto, organizza la più grande esibizione delle sue opere nel museo comunale. Si intitola “Banksy Versus Bristol museum”, ovvero Banksy contro il museo di Bristol, ed è l’ultima sfida del più celebre artista di strada. L’esposizione, gratuita, include cento opere: dai graffiti a un camioncino di gelati bruciato in mezzo all’atrio, a un agente in tenuta antisommossa in sella a un cavallo giocattolo per bambini. Ci sono anche dipinti inediti, composti con la sua tecnica dello stencil, ovvero gli stampi che gli consentono di lasciare il segno nel minor tempo possibile. Poi ancora statue modificate con un senso estremo del paradosso, come il leone dalla cui bocca pende la frusta del domatore, del quale non resta altro che la divisa ai piedi del basamento.
--> Solo la direttrice del museo, Kate Brindley, e due consiglieri comunali, erano a conoscenza dell’installazione: «È stato Banksy a imporre la segretezza, è l’unico modo per lavorare con lui; mentre il suo team allestiva l’esibizione, ho detto allo staff che l’edificio era occupato dal set di un film». Da vandalo a patron artistico di Bristol: quella di Banksy, che oggi vive a a Londra, è una parabola del figliol prodigo in chiave urbana. La mostra resterà aperta fino al 31 agosto: l’obiettivo iniziale dei centomila visitatori non solo è stato già raggiunto, ma addirittura raddoppiato. Hotel, ristoranti e caffè della città registrano incassi record grazie al Banksy-effect. Il consigliere comunale Simon Cook ha disposto che dal 5 agosto il museo sia aperto fino tardi ogni mercoledì «per incontrare l’enorme richiesta del pubblico», inoltre è stato assunto ulteriore personale per gestire il grande afflusso di visitatori, con code già in strada.
In mostra c’è anche il “Pet Store”, gli animali robotizzati che l’artista aveva esposto lo scorso ottobre a New York: würstel che si cibano di senape, bastoncini di pesce che nuotano dentro un acquario e altre bizzarre rappresentazioni che servirebbero a sensibilizzare la coscienza sul benessere degli animali. «È la prima volta che utilizzano i fondi dei contribuenti per appendere i miei lavori invece che per toglierli di mezzo» dice il graffitaro più celebre del mondo alla Bbc, ma rigorosamente per posta elettronica. Infatti nessuno l’ha mai visto: la leggenda vuole che nemmeno il suo agente conosca la sua faccia e neppure i genitori conoscerebbero la sua identità artistica. Ma il Daily Mail, lo scorso anno, dichiarava di aver scoperto l’arcano: Banksy è Robin Cunningham, ha 35 anni e viene da una famiglia benestante di Bristol. Notizia né confermata né smentita, nonostante le fitte investigazioni del tabloid e di altre testate ben più rilevanti. L’unica cosa certa è che l’elusività dell’artista è un aspetto chiave della sua popolarità. La curiosità è talmente alta che qualcuno ha persino messo all’asta, su eBay, un cartone di pizza ritrovato a Los Angeles, con presunte tracce del suo dna.
Per molti Banksy è un genio, per altri solo un clown, ma nessuno gli ha mai negato un perspicace senso dell’umorismo. Irriverente e provocatore, usa l’ironia come un’arma ogni volta che attacca istituzioni, politici, capitalismo o quando riproduce scene e simboli di guerra: il graffito della bambina che abbraccia amorevolmente una bomba è ormai un’icona della guerrilla art, così come il lanciatore di fiori con il volto mascherato. A popolare le sue visioni ci sono milioni di ratti, soldati, poliziotti e scimpanzè, che in uno dei quadri in mostra prendono il posto dei ministri al parlamento inglese. In un altro, Simon Cowell, l’inventore dell’X Factor inglese, siede al tavolo di fronte alle ballerine di Degas.
È vero quel che dice parte della critica: le sue immagini sono simili, a volte indistinguibili, da quelle di Blek le Rat, alias Xavier Prou, l’artista di strada francese che, oltre ad aver utilizzato spesso i ratti nei suoi dipinti, inventava la tecnica degli stencil vent’anni prima del graffitaro di Bristol. Eppure, ironia della sorte, Prou è diventato popolare solo dopo, e solo grazie, al suo discepolo: «Banksy ha preso alcune mie idee e le ha cambiate; ha portato il mio stile a un livello internazionale, per me è come un figlio» spiega le Rat al “Times”. Viene in mente una delle opere esposte alla mostra di Bristol, una lastra su cui è incisa la frase di Picasso: “Il pessimo artista imita, quello bravo ruba”, con Banksy che ha manifestamente cancellato la firma del pittore per metterci la propria. L’arte di provocare oltre ogni limite, come quando scriveva sul suo sito: “È incredibile quanto, voi idioti, abbiate speso per comprare questa m...”. Dedicato, tra gli altri, a Brad Pitt e Angelina Jolie, i che avevano appena lasciato 200.000 dollari alla sua mostra di Los Angeles. Ma la lista è lunga: Banksy ha contraffatto 500 album di Paris Hilton inserendo titoli come “Perché sono famosa?”; è piombato nei musei, dal Metropolitan al Louvre, per sovrapporre i suoi quadri agli originali; ha dipinto scale e cieli paradisiaci sul muro israelo-palestinese in Cisgiordania. È un fenomeno globale, inarrestabile: qualche giorno fa hanno scoperto i suoi graffiti contro il capitalismo sui muri di Timbuktu, nel Mali. Genio o clown, conosciuto o anonimo, venduto a Hollywood o fedele solo alla smania di provocare, Banksy continua a sorprendere e far parlare di sé. Per quanto ancora?
Almeno fino quando, camminando per le strade di Londra, e incrociando l’inconfondibile segno del suo passaggio, non ci si senta più così tremendamente fortunati.
Clicca per ingrandire la vignetta. A proposito della vigna, è in preparazione una campagna che uscirà a breve suMamma! e chissà, magari anche su qualche cartaceo... Attendere prego. P.s. dai, le mie vignette portano bene :-). La vicenda Innse si è conclusa positivamente e può essere che ha fatto storia. Quando alla resistenza di un gruppo convinto, pervicace ed unito, si accompagna anche un minimo di visibilità mediatica (ad esempio il "famigerato" Tg3). Tanto per dire a quelli che "la televisione non conta". Sì certo, come no.