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mercoledì 1 maggio 2019

Tempi duri per la satira: New York Times chiede scusa per una vignetta.

Un Donald Trump cieco con la kippà in testa trascinato da un cane bassotto dal volto di Beniamin Netanyahu: questa vignetta, di Antonio Antunes,  è stata pubblicata da un giornale democratico, da sempre molto attento alla realtà della comunità ebraica americana come il New York Times, nella sua edizione internazionale cartacea. E come era inevitabile sta scuotendo l’opinione pubblica americana.
Dopo una prima dichiarazione in cui ammetteva che non fosse giusto “pubblicare una vignetta dai toni antisemiti”, senza però chiedere scusa, il giornale ha pubblicato un Tweet di scuse in cui promette, sulla scia dell’imbarazzo, «cambiamenti significativi nel suo processo decisionale». «Siamo profondamente dispiaciuti per la pubblicazione di un fumetto politico antisemita giovedì scorso nell’edizione stampata del The New York Times che circola al di fuori degli Stati Uniti, e ci impegniamo a fare in modo che nulla di simile accada ancora.




Sono allibita. Questa è una vignetta di satira politica, ma sicuramente non è assolutamente offensiva ed antisemita.
Esprimo la mia solidarietà ad Antonio!

António rejeita críticas de antissemitismo

“É uma crítica à política de Israel, que tem uma conduta criminosa na Palestina, ao arrepio da ONU, e não aos judeus”, argumenta António. A Casa Branca e várias associações judaicas norte-americanas criticaram o cartoon, acusando-o de ser antissemita. O “The New York Times” pediu desculpas publicamente

Expresso

António, o premiado cartunista que assina o cartoon do Expresso, rejeita as críticas de antissemitismo feitas pelos leitores norte-americanos a um trabalho seu publicado a 19 de abril neste semanário e na semana passada replicado na edição internacional do "The New York Times".

"A leitura que fiz é a de que a política de Benjamin Netanyahu, quer pela aproximação de eleições, quer por estar protegido por Donald Trump, que mudou a embaixada para Jerusalém reconhecendo a cidade como capital, e que permitiu primeiro a anexação dos Montes Golã e depois da Cisjordânia e mais anexações na Faixa de Gaza, o que significa um enterro do Acordo de Oslo, representa um aumento da violência verbal, física e política. É uma política cega que ignora os interesses dos palestinianos. E Donald Trump é um cego que vai atrás. A estrela de David [símbolo judaico] é um auxiliar de identificação de uma figura [Netanyahu] que não é muito conhecida em Portugal", explicou o cartunista ao Expresso.

O cartoon em causa mostra Donald Trump cego a ser guiado por um cão guia com a cara de Benjamin Netanyahu e uma trela com a estrela de David. Tanto a Casa Branca como várias associações judaicas norte-americanas criticaram o cartoon, acusando-o de ser antissemita, obrigando o "The New York Times" a pedir desculpas publicamente. "É uma crítica à política de Israel, que tem uma conduta criminosa na Palestina, ao arrepio da ONU, e não aos judeus". explica o colaborador do Expresso.



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Nota:
Metto un'altra vignetta che nel 2011 fu accusata di antisemitismo con tantissime polemiche.
Qui l'articolo https://www.jpost.com/International/UNs-Richard-Falk-under-fire-for-anti-Semitic-cartoon



mercoledì 17 aprile 2019

Sinè Madame

Le premier journal satirique féminin

SINÉ MADAME

Exclusivité mondiale!
Siné Madame, le premier mensuel satirique et sociétal entièrement écrit et illustré par des femmes. Catherine Sinet, directrice de la rédaction, et toute l’équipe sont très heureuses de vous présenter Siné Madame, en vente à partir du 17 avril au prix de 2,30 euros.
In esclusiva mondiale!
Siné Madame, il primo mensile satirico e sociale interamente scritto e illustrato da donne.
Catherine Sinet,  capo redattore, e tutta la squadra sono molto contente di
presentare Siné Madame, in vendita dal 17 aprile al prezzo di 2,30 euro.



giovedì 1 novembre 2018

Enzo Apicella ( 1922 - 2018 )

Last night I tweeted that I'd just heard about the death of the great cartoonist, designer and Restrauteur #EnzoApicella, aged 96. About an hour after the email announcing his death, another arrived from his email account. Here's what it contained. What a pro, what a trooper. RIP
Martin Rowson



Ieri 31 ottobre si è spento Enzo Apicella, disegnatore comunista.

Nato a Napoli nel 1922, Vincenzo, detto Enzo, Apicella, personaggio eclettico, è stato un fumettista, designer, pittore e un giornalista.
Il suo talento di disegnatore emerse subito anche se cominciò ad esprimerlo compiutamente solo nel 1953 quando contribuì a fondare la rivista “Melodramma”, a Venezia nel 1953.
Trasferitosi a Londra, Apicella si è occupato di scenografie e cartoni animati per la televisione.
Ma è stato anche un disegnatore d’interni per circa 150 ristoranti e locali di tendenza, non solo in Gran Bretagna.
Lo storico dell’arte inglese Bevis Hillier lo ha descritto come “Uno dei creatori degli anni sessanta”.

Apicella è stato anche un membro della Chartered Society of Designers ed è inserito nel Dictionary of British cartoonists and caricaturists.
Comunista convinto, il fumettista napoletano ha sempre messo a disposizione il suo talento artistico e la sua professione di giornalista al servizio dell’impegno politico.
Ha pubblicato vignette e articoli su
The Observer, The Guardian, Punch,
The Economist, Private Eye, Harpers & Queen e il quotidiano italiano “Liberazione”, organo del Partito della Rifondazione Comunista.
I suoi disegni sono stati spesso dedicati alla questione palestinese e al Medio oriente.
La sua assistente Cristina Micalusi ha riferito che il disegnatore, gravemente ammalato, si è spento ieri mattina in una clinica di Roma.


Enzo era litigioso e veemente nel sostenere le sue ragioni e le sue idee, spesso settario, ma sempre con il sorriso, con l’ironia, l’autoironia e con tantissima generosità, politica e umana. Sempre coerente con se stesso e le sue idee.
Quando pubblicavo una vignetta secondo lui sbagliata mi riprendeva subito e mi spiegava il motivo. Mi mancheranno le sue vignette, i suoi like, i suoi commenti che sempre mi stupivano per la sua attenta e vigile partecipazione al mondo della satira politica.
Un caro abbraccio ai suoi familiari.

L'ultima vignetta postata su https://www.instagram.com/viciapicella/
il 10 ottobre scorso










Qui sotto qualche omaggio degli amici:

Enzo Apicella.
Per @ilmanifesto
Mauro Biani

RIP Enzo Apicella,descansa em paz.
RIP Enzo Apicella, riposa in pace.
Bonfim



Londra 31/10/18....se n'è andato Enzo Apicella giornalista e vignettista napoletano. Ho avuto modo di conoscerlo allo Spotornocomics nel 1999. Un mio ricordo di allora. Fai buon viaggio Enzo!
Pier Paolo Perazzolli

lunedì 22 ottobre 2018

Il Jesus di Staino saluta Avvenire

Da Sergio Staino blog



Avvenire, 21 ottobre 2018
Staino saluta con un abbraccio: «Jesus» non merita il microscopio



Caro Direttore,
non te la prendere troppo: ci abbiamo provato. È stato bellissimo trovarmi sulle pagine del tuo giornale, in mezzo ai tanti articoli che ogni giorno ci parlano delle sofferenze del mondo, delle lotte degli umili contro l’infamia, lo sfruttamento e l’ingiustizia. Un giornale attento alle grida di dolore che si levano dalle parti più lontane e nascoste del mondo e che, per questo, troppo spesso vengono dimenticate.
Certo il mio Jesus non risponde completamente ai canoni tradizionali: suona il basso, legge “internazionale” e ha la mamma ancora giovane che forse vede su Netflix qualche serial di troppo, ma, nelle mie intenzioni, mantiene tutta la carica rivoluzionaria contenuta nel messaggio evangelico. Per questo mi piaceva, da non credente, essere al fianco di quel grande rinnovamento che osserviamo oggi nella chiesa cattolica guidata da Francesco. Non pensavo assolutamente che qualcuno potesse prenderla così male anche se so benissimo che la satira e il fumetto, con la loro ironica ambiguità, possono facilmente risultare poco comprensibili da chi, per età e formazione, non è abituato a frequentarli.
Le prime lettere e i primi messaggi arrivati anche a me non lasciavano promettere bene, ma speravo fossero sparute figure rancorose che si trovano sempre dentro ogni comunità. Uno di questi messaggi, nella sua cattiveria mi ha fatto anche sorridere: «aspetto il giorno», mi diceva, «di vederla bruciare nelle Fiamme dell’inferno accanto a quell’attorucolo che oggi siede sul seggio di San Pietro». Ovviamente non ho battuto ciglio e sono andato avanti sorretto dalla tua amicizia e dalla stima che mi hai sempre dimostrato.
Ma adesso è troppo. Adesso le voci dissonanti, a volte al limite della volgarità sono troppe ed investono, sfruttando strumentalmente il mio lavoro, la tua figura, il valore del giornale da te diretto, fino, oserei dire a colui che oggi guida il mondo cattolico. È chiaro che in questa situazione è ben difficile lavorare: prendere la matita in mano sapendo bene che qualunque cosa io disegni verrà passata sotto microscopio alla ricerca di punti o sfumature che possano esser letti come offensivi o blasfemi, fa sì che venga a mancare quella serenità di fondo che permette di far incontrare il sorriso fraterno laico con un sorriso fraterno cattolico.
Per questo, caro Marco, è forse meglio chiudere qui o se vogliamo essere ottimisti, sospendere qui la nostra esperienza comune.
Un augurio di buon lavoro e un abbraccio forte a te e ai lettori che mi hanno seguito con affetto e curiosità fino a oggi,
Sergio Staino



Caro Sergio,

quando abbiamo avviato questa collaborazione, giusto un anno fa, pensavo a tutto meno che a metterti in una condizione che ti avrebbe tolto serenità... E invece è andata in questo modo. Ti ringrazio per la tua schiettezza e il tuo rigore morale. E mi dispiace, mi dispiace davvero.
Così come mi dispiace che altre persone, turbate e in qualche caso eccitate anche solo dall’idea di un «ateo che disegna per “Avvenire”», abbiano perso la loro serenità fino a concepire e scrivere invettive come quella che citi. Anche passandosi parola. Terribile, ma purtroppo per me non sorprendente. Proprio come la lente da microscopio ostile che hai sentito addosso, soprattutto per dimostrare che “Staino deride Gesù”, sebbene il “tuo” Jesus abbia fatto e faccia pensare e sorridere in modo dolce o amaro sulla vita, sulle ingiustizie, sul prezzo dell’amore per la verità, sulle scelte dei potenti, e mai sia oggetto e vittima di sberleffo, come fu fin sulla croce... Sappi, però, che non somigliano, quelle parole arse e brucianti, ai pensieri e alle parole di tanti cattolici accanto ai quali io cammino dentro le pagine di questo giornale “uguale e speciale”, ma prima ancora, e ormai da una vita, nella Chiesa e sulle strade del mondo. Strade che non sono solo nostre e lungo le quali incontriamo e affianchiamo donne e uomini che vengono da altre direzioni, ma hanno voglia di parlare la stessa lingua, di riconoscere il bene, di capirsi e di appassionarsi insieme per l’umanità e soprattutto per i più poveri e i più piccoli. Ognuno porta la luce che ha, e accende quella che trova o che gli viene donata lungo il cammino. Tu sei così.
Grazie, caro Sergio, per le parole che riservi ai nostri lettori e al nostro lavoro. Grazie per la limpida preoccupazione per il nostro Papa. Grazie per il tuo abbraccio di saluto in forma di “striscia”. Lo ricambio con altrettanta forza, perché so che non resterai svenuto... Diranno che ora sei senza avvenire, ma non è vero.
Marco Tarquinio


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Grazie Sergio,

di aver condiviso con i tuoi lettori questa tua decisione.

Ero a conoscenza di quell'articolo del Giornale che parlava della vignetta di Jesus e Salvini

che riporto qui sotto.



Avevo sorriso quando Franco Portinari ti ha disegnato, vestito da curato,


ed ha insinuato che di questo passo saresti stato l'unico del PD a prendere i voti.


Ma che amarezza leggere di tutti quei commenti che ti hanno scritto.
"Ma adesso è troppo. Adesso le voci dissonanti, a volte al limite della volgarità sono troppe ed investono, sfruttando strumentalmente il mio lavoro"

Non è facile fare satira come tu sai fare Sergio, sempre senza volgarità.
Ti eri messo in gioco anche se sei ateo in un giornale cattolico.
Il tuo Jesus non era affatto blasfemo ma faceva pensare alle ingiustizie alle cose amare della vita, alle scelte dei potenti e dei politici.

Continua a disegnare, per favore non avvilirti per le troppe voci dissidenti.

Abbiamo bisogno di buona satira, di satira libera.

Fany


giovedì 11 ottobre 2018

Il progetto UNNATURAL ELECTION di Andrea Arroyo

UNNATURAL ELECTION
"Unnatural Election: Artists Respond to the 2016 US Presidential Election"
Over 300 International Artists. Curated by Andrea Arroyo
Ritratto dell'artista Andrea Arroyo nel suo studio di Manhattan.

La " UNNATURAL ELECTION" che ha risvegliato la coscienza dell'artista messicana Andrea Arroyo davanti a Trump

(CNN Español) - È passato più di un anno e mezzo da quella notte, ma l'artista di origine messicana Andrea Arroyo lo ricorda come se fosse ieri.
L'8 novembre 2016, ha partecipato a una festa per celebrare quella che sarebbe stata la vittoria della prima donna presidente degli Stati Uniti. Ricorda che c'erano persone provenienti da diversi paesi, da diverse professioni, e che indossava un foulard messicano. L'atmosfera era festosa ma  improvvisamente le risate si trasformarono in lacrime.
"Alle 21 tutti hanno smesso di mangiare, la padrona di casa della festa ha cominciato a conservare lo champagne. Non c'era più niente da festeggiare".
Arroyo tornò a casa afflitta dal dolore e non riusciva a dormire. Si chiuse nel suo studio per dipingere, ma non bastava.

"In 40 minuti ho creato un sito web intitolato Unnatural Election, e ho invitato artisti da tutto il mondo per inviarmi le loro opere e mostrare i loro sentimenti e le loro reazioni a ciò che era successo", dice Arroyo.
I lavori cominciarono ad arrivare da vari luoghi.
"Era un processo di guarigione. Pensavo che il progetto sarebbe durato un paio di mesi, ma oggi continua a crescere e conta più di 300 artisti provenienti da 30 paesi."
 Il progetto comprende opere multidisciplinari che spaziano dall'illustrazione, al ricamo, al collage, all'animazione e alla fotografia. Arroyo è il curatore e stabilisce regole chiare, come il non permettere alle opere di deridere gli attributi fisici del presidente.
L'artista ha una lunga esperienza di oltre 25 anni. Il suo lavoro ha ricevuto numerosi premi. Il suo lavoro si concentra sui temi della donna e della giustizia sociale e comprende pittura, installazioni, scultura e illustrazione ed è stato pubblicato a livello nazionale e internazionale su media come il New York Times e il New Yorker.
Arroyo è stato anche curatore di "Tributo ai desaparecidos", un progetto artistico che rende omaggio alle oltre 30.000 persone scomparse in Messico (dalle donne di Juarez agli studenti di Ayotzinapa) e ad altre vittime di ingiustizia in tutto il mondo.
Si considera un artista attivista. Il progetto Unnatural Election non è solo una mostra online, ma anche una mostra itinerante che è stata esposta in luoghi come la New York University. L'artista prevede inoltre di pubblicare un libro con tutte le opere.
"La notte delle elezioni è stata una rivelazione. Ci ha fatto capire il paese in cui viviamo", dice Arroyo.
Il progetto ha ricevuto numerose critiche da parte dei sostenitori di Donald Trump, che lo definiscono antiamericano. Juan Pablo Andrade, consigliere del presidente per la diversità, l'ha accusata di essere una sostenitrice di Hillary Clinton e di ritrarre Trump come razzista e nemico delle donne.
Arroyo rispetta la sua opinione, ma sente di esprimere la sua voce di artista solo di fronte alle tante ingiustizie che vengono commesse. "Quando ho iniziato a ricevere i lavori mi sono reso conto che stavo colmando una lacuna, che c'era la necessità di creare un forum dove gli artisti potessero esprimersi e costruire una comunità per mostrare al mondo che non tutti noi pensiamo allo stesso modo", conclude.





From: CNN

La “elección antinatural” que despertó la conciencia de la artista mexicana Andrea Arroyo frente a Trump

(CNN Español) — Hace ya más de un año y medio de aquella noche, pero la artista de origen mexicano Andrea Arroyo lo recuerda como si fuera ayer.
Aquel 8 de noviembre del 2016, acudió a una fiesta para celebrar lo que sería la victoria de la primera mujer presidente de Estados Unidos. Recuerda que había gente de varios países, de distintas profesiones, y que llevó un flan mexicano. Que el ambiente era festivo y cómo de pronto las risas se tornaron en llanto.

“A las 9 de la noche todo el mundo dejó de comer, la anfitriona de la fiesta comenzó a guardar el champán. Ya no había nada que celebrar”. Arroyo se marchó a su casa desconsolada y no pudo dormir. Se encerró en su estudio a pintar pero no era suficiente.

“En 40 minutos creé un website que titulé Elección Antinatural, e invité a artistas de todo el mundo a enviarme sus obras y mostrar sus sentimientos y reacciones ante lo ocurrido”, dice Arroyo. Las obras comenzaron a llegar desde diversos lugares.
“Fue un proceso de sanación. Yo pensaba que el proyecto iba a durar un par de meses pero a día de hoy sigue creciendo y creciendo con más de 300 artistas de 30 países”. El proyecto cuenta con obras multidisciplinares que van desde ilustraciones, bordados, collage, animación y fotografía entre otros. Arroyo es la curadora y establece normas claras, como no permitir que las obras se burlen de los atributos físicos del presidente.
La artista cuenta con una extensa trayectoria de más de 25 años. Su trabajo ha recibido numerosos galardones. Su obra se centra en los problemas de las mujeres y la justicia social e incluye pintura, instalaciones, escultura e ilustración y ha sido publicado nacional e internacionalmente en medios como The New York Times y The New Yorker.
Arroyo fue también curadora de "Tribute to the Disappeared", un proyecto de arte en honor a las más de 30.000 personas desaparecidas en México (de las mujeres de Juárez a los estudiantes de Ayotzinapa) y otras víctimas de la injusticia en todo el mundo.
Se considera artista activista. El proyecto Elección Antinatural no es sólo una exposición online; es también una exposición itinerante que se ha exhibido en lugares como la Universidad de Nueva York. La artista planea también publicar un libro con todas las obras.
“La noche electoral fue una revelación. Nos hizo darnos cuenta del país en que vivimos”, dice Arroyo.
El proyecto ha recibido numerosas críticas por parte de los seguidores de Donald Trump, que la tachan de anti-estadounidense. Juan Pablo Andrade, consejero para la diversidad del presidente, la acusó de ser partidaria de Hillary Clinton y de presentar a Trump como un racista y enemigo de las mujeres.
Arroyo respeta su opinión pero siente que tan sólo expresa su voz como artista ante las numerosas injusticias que se están cometiendo. “Cuando comencé a recibir las obras me di cuenta de que estaba llenando un hueco, que había una necesidad de crear un foro donde los artistas pudieran expresarse y construir comunidad para demostrar al mundo que no todos pensamos de la misma manera”, concluye.



"Unnatural Election: Artists Respond to the Impact of the election of Donald Trump" curated by Andrea Arroyo, over 300 international artists.

martedì 9 ottobre 2018

Hermenegildo “Menchi” Sábat

Hermenegildo “Menchi” Sábat 1933 - 2018

Hermenegildo “Menchi” Sábat  - autoritratto

I lost a great friend, a great master, the teacher and the World Press Cartoon, lost its Honorary President, Hermenegildo Sábat.

António Antunes
World Press Cartoon
Director

Nel  suo necrologio scrive il giornale Clarìn per cui ha lavorato per tanti anni:
"Ha incontrato re, chitarristi incomparabili e premi Nobel. Ha parlato con Jorge Luis Borges , ha incrociato lettere con Julio Cortázar , ha partecipato a feste vicino a Truman Capote , fotografato il clarinettista Benny Goodman , ha disegnato Che Guevara e ricevuto un premio tributo da García Márquez ."



From The Buenos Aires Times,
Famed political cartoonist Hermenegildo 'Menchi' Sábat dies aged 85
Hermenegildo “Menchi” Sábat, the award-winning political cartoonist best known for his work with the Clarín newspaper, died peacefully in his sleep yesterday at the age of 85.

Born in Montevideo in 1933, Sábat arrived in Argentina in 1965, leaving behind a job at Uruguay’s most important newspaper El País. He began his career in Argentina contributing to magazines such as Primera Plana and Crisis, as well as  the La Opinión newspaper.

venerdì 24 agosto 2018

Charlie Hebdo ha lanciato la stoccata sul ponte Morandi.





Charlie Hebdo ha lanciato la stoccata sul ponte Morandi.
Gli italiani hanno imbracciato la lupara. Per difendere l’onore ferito. E lo spirito europeista va a farsi benedire. Urge istituzione comitato europeo per il controllo della satira politicamente corretta e batteriologicamente pura.

Quel Je suis Charlie fu messo da molti sull'onda delle emozioni suscitate dalla strage parigina. Poi è bastata la punzecchiatura di Charlie Hebdo sulle case terremotate costruite dai mafiosi con le lasagne e si è scatenata la corsa al ritiro della solidarietà. Gli italiani sono così: pasticcioni, emotivi e permalosi. E spesso preferiscono difendere i connazionali mafiosi anziché i critici irrispettosi.

SCIACALLI NON SONO QUELLI DI CHARLIE HEBDO, MA QUELLI CHE SE NE SONO FREGATI DELLA PERICOLOSITà DEL PONTE E CHE ORA STANNO FACENDOSI UN'IGNOBILE GUERRA PER FAZIOSITà POLITICA. E IL POPOLO SI CONFERMA PLEBE PRENDENDOSELA CON I FRANCESI. VI PIACE LA SATIRA A SENSO UNICO, QUANDO FA COMODO, EH? NON SIETE MIGLIORI DEI POLITICI.

Invece che prendercela con la satira francese, dovremmo vergognarci di non avere una rivista satirica italiana.

Ivano Sartori


lunedì 7 maggio 2018

L'Umorismo e l' Historia: Kurt Halbritter

L'Umorismo e l' Historia
dai materiali della collezione Cresci/Sajini
a gentile concessione di Buduàr

4 - 
Kurt Halbritter 


Il 31 dicembre 2015, sono diventati  liberi i diritti sul Mein Kampf di Adolf Hitler, il crescente aumento del pensiero di destra estrema in questi anni  fa temere un pullulare di ristampe di questo libro per leggerlo con le lenti dell’ideologia.
 Kurt Halbritter (1924/1978) eccellente disegnatore, autore tra l’altro di un delizioso libro sugli animali fantastici,  lo illustrò negli anni 70, o meglio, essendone proibita la ristampa dall’allora detentore dei diritti( lo stato della Baviera), fece una raccolta di disegni seguendo i titoli dei capitoli e frasi significative.
Con il distacco e la conoscenza degli eventi, per averli vissuti di persona,  ci consegna il clima, le piccole manie, i vezzi di una società che si lascia avvolgere dall’ideologia nazionalsocialista senza scossoni, ma con il compiacimento di chi sa che, chiudendo un poco gli occhi, potrà trarre vantaggi, non solo personali ma per tutto l’alveare Germania.
L’esempio dell’alveare o anche del formicaio mi sembra azzeccato perché le persone abbandonano lo status di singoli raziocinanti per sposare il raziocinio del gruppo, del popolo. Al contrario delle dittature di sinistra, che si insediano con una rivoluzione anche violenta, il nazismo convinse i tedeschi con mosse e ragionamenti suadenti per poi , dopo il 1933 a elezioni vinte, scatenarsi contro  gli ebrei ,gli handicappati, i diversi, gli avversari politici additandoli   come il nemico interno  a una popolazione arianizzata con il miele, che  sentendosene  gratificata accetta di combattere il suo vicino o addirittura all’interno del proprio nucleo famigliare (6).
Tale  è il percorso di Halbritter con questa raccolta tavole , disegnate con grande maestria e sensibilità oltre che con sottile senso dell’umorismo.
Cerca nel popolo minuto, al contrario di Grosz che scava nel vizio, nell’opulenza , nell’immoralità. I suoi protagonisti sono cittadini , piccola e media borghesia . In queste 10 tavole c’ è tutto il racconto del nazismo entro il confine della Germania, dalla vecchietta eccitata dai tamburi e le bandiere (1),  i prelati che pur di non accettare il comunismo accettano il male assoluto (3), la bimba che legge il giornale e trova normale apparentare ebrei e insetti (4), alla mamma rassicurata sul destino del suo piccolo handicappato (8),  infine a guerra perduta il soldato prigioniero che inizia a mettere le mani avanti (10).
Una piccola notazione personale il volume mi è stato regalato da Giuliano nel dicembre 1975 e le traduzioni sono di sua mano. Grazie ancora.
Ugo Sajini







Kurt Halbritter über sich selbst

Ich wuchs in einer Zeit auf, von der man behauptet (damals wenigstens), sie sei eine „große“. Mein Beruf war eigentlich das erste, was ich frei wählen durfte, und ich wählte prompt falsch.
Karikaturist wurde ich erst viel später. Es war sozusagen der Anfang meines zweiten Lebens. Krieg, Kriegsgefangenschaft, dann die Heimkehr und die Frage: Was nun? Wieder zurück in den alten Beruf, oder endlich tun, wonach mein Herz verlangte – zeichnen, malen, illustrieren? 

Das mit der Malerei war eine Seifenblase. Sie zerplatzte ganz still und lautlos. Dagegen öffnete sich mir ein Gebiet, das an keiner Akademie oder Werkkunstschule gelehrt wird. Das Stiefkind der großen Kunst, die Karikatur, hatte ihr Opfer – mich.

Es kam nicht einmal überraschend. Soweit ich mich zurückerinnern kann, hatte ich zu Bleistift und Papier ein inniges Verhältnis. Das erste meines Lebens überhaupt. Wenn meine „Erstlingswerke“, die Bildnisse von damals, alle einen Hauch des Lächerlichen aufwiesen, so war es nie Absicht. Die „Zeichenstunde“ war das Schönste an der Schule und versöhnte mit mancher Stunde, die mit „nützlicheren“ Fächern belegt war. Ich begreife heute noch nicht jene Menschen, die in ihrer Schulzeit die schönste und sorgenloseste Zeit ihres Lebens erblicken. Meine Sorgen jedenfalls waren im Verhältnis zu heute kaum geringer.

Die anderen wurden Dr. med., Bankbeamter, Verkäufer, Regierungsrat, Autohändler, ich wurde Karikaturist: ein Mensch, der Männchen malt, - ulkige, versteht sich. Sie haben ihre Kollegen und ich die meinen, und jeder übertreibt auf seine Weise, wobei noch dahingestellt bleibt, wer die Übertreibung besser beherrscht. Das Übertreiben ist ganz anderen Leuten vorbehalten als ausgerechnet einem Karikaturisten, der nur zeichnet, was er sieht, hört, erlebt und denkt. Die Welt ist voller Übertreibungen, die kein Zeichner, und sei er noch so sehr Karikaturist, erreichen könnte. Die gute Karikatur kommt mit der Hälfte der Übertreibungen aus, deren sich ein schlechter Politiker bedient.

Karikatur ist Ausdruck eines „humoristischen“ Verhaltens für die, die nicht mehr darin sehen oder hineinlegen wollen. Sie ist Kritik, Kommentar und Angriff für jene, die in der Karikatur mehr sehen als Unterhaltung und Auflockerung einer Zeitungsseite. Die Karikatur beginnt, wo das Wort seinen Wert verliert, und endet, wo sie durch das Wort ersetzt werden kann. Einen Kompromiß gibt es allenfalls, wo sich Wort und Zeichnung die Waage halten.

Eine Karikatur ist noch lange nicht schlecht, weil man nicht über sie lachen kann, aber sie ist auch nicht deshalb gut, weil man über sie lacht.

Eine Karikatur zu verstehen, ist nicht immer leicht. Einen Karikaturisten zu verstehen, fast unmöglich. Nun sollte ein Karikaturist zwar seine Arbeit ernst nehmen, nicht aber sich. Das erspart ihm manchen Ärger und verhilft ihm zu einer besseren Einstellung gegenüber seiner Umwelt, die ihm letzten Endes zu seinem Beruf verholfen hat. Er wird außerdem mehr Verständnis für seine Mitmenschen aufbringen müssen, als diese für ihn.
www.kurt-halbritter.com



Der Frankfurter Karikaturist Kurt Halbritter - Mitbegründer des Satiremagazins „Pardon“ – wäre dieses Jahr 90 Jahre alt geworden. Aus diesem Anlass widmet ihm das caricatura-Museum Frankfurt eine eigene Ausstellung.

Nota:
 Kurt Halbritter , 22 settembre, 1924 , Francoforte - 21 maggio, 1978,  è stato un artista di disegno satirico , caricaturista e scrittore tedesco.
Era un fiero oppositore del Nazismo , ed ha anche pubblicato un libro di satira del nazismo, con lo stesso titolo del libro di Hitler , " Mein Kampf ".
Famosi due libri che hanno avuto un grande successo dopo la sua morte: "Halbritters Tier- und Pflanzenwelt" - Un libro di cartoni animati di animali e piante, e "Halbritters Waffenarsenal" - un libro simile sulla storia di fabbricare armi con un sacco di humor.

sabato 21 aprile 2018

I Chinson di Mario Airaghi




Nell’elegantissimo centro di Cernusco sul Naviglio (MI)
 oggi sabato 21 aprile 2018 alle 10.00: presso la Bottega del Libro di via Bourdillon 11,
Mario Airaghi ha presentato in anteprima il suo nuovo libro al pubblico.

I CHINSON


I Chinson, sono un variegato gruppo di personaggi creati da Mario Airaghi per darci la sua visione della società di oggi, esaminata attraverso una satira divertente e al tempo stesso amore.

C'è Jul, nerd sfigato e petulante,  Punky, la pacifista-femminista-animalista, col suo fidanzato Bret; e poi Alain, il cameriere a tempo determinato,  Crok, giovane disincantato dal ciuffo ribelle; e ancora l’intellettualoide Rady,  la consumista compulsiva Scotly; e per finire  Gerry Boy, qualunquista e disimpegnato, Tracy, ragazza da oratorio, e Bob, il giovane rasta. Senza dimenticare il cane Prot, nome (inquietantemente) onomatopeico e occhi aperti sul mondo.

I Chimson è libro SBAM! 




Note Biografiche


Mario Airaghi, architetto, vignettista, pittore e disegnatore con una particolare predilezione per la satira. Ha pubblicato sulle riviste satiriche on-line NON SAI, FANYBLOG, ITALIAN COMICS, CARTOONPARADE, SFERA, e sui giornali web come Postik, Esistentepaziente, Barricate, Ultima voce. Ogni domenica pubblica una striscia su Giornale Pop ed è ospite fisso della rivista digitale Sbam! Comics.



 Due vignette rubate dalle pagine Facebook dei Chinson

I Chinson
Satira n'eurodeficiente


sabato 22 luglio 2017

Attenzione! E' contagiosa!

E' una malattia molto contagiosa.
Si trasmette per via aerea ad uno o più individui che poi la passano ad altri soggetti, soprattutto se recettivi.

Alcuni sintomi caratteristici irreversibili sono il risus parossisticus, il sonnambulismo, l'aumento dell'appetito, a volte palpitazioni, vomito, colorito epidermico rossastro e vivacità delle sinapsi.
Raramente il virus non si manifesta subito ma si può incubare, e quando incuba è brutto, per almeno una settimana nei soggetti predisposti.

I fattori di rischio del contagio riguardano le persone di ogni età e sesso (tutti), ma alcuni fattori in particolare possono aumentare il rischio di contrarla: lo stretto contatto con gli umoristi e l'abuso di vignette stupefacenti.

L'agente patogeno veicolante è la Fanyte riderellosis.
Se il vostro sistema immunpolitireligiobacchettonico non lo blocca, il paziente è e rimarrà per lungo tempo contagioso.
Ci sono anche i falsi positivi, ma è facile accorgersi perchè invece di divertirsi si rosica.

Non si sono per fortuna trovate cure efficaci di contrasto.
Una volta preso il virus, l'unica profilassi ancora in fase di sperimentazione è quella di conviverci allegramente e se dovesse sparire di ... rifarsi contagiare!

Si consiglia: almeno una volta al dì su http://fany-blog.blogspot.it/ 

:)))


Gio
www.caricaturegio.altervista.it


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Nota:
Ieri 21 luglio FANY-BLOG ha compiuto 8 anni 🎉
Qui il primo post

mercoledì 22 febbraio 2017

Funerale: la satira di Paolo Virzì


Paolo Virzì, dalla Pazza Gioia alla Pazza Tristezza su l'Unità di oggi.


Ci voleva un'idea per tenere unita la sinistra.
Un'idea forte, sprezzante, capace di aggregare tutti.
Fu così che quella notte Matteo sognò il suo funerale.
Affollato, commovente, epico, bellissimo.
Ecco l'idea finalmente: "Morire per unire!
Vediamo cos'avrà da obiettare la minoranza stavolta!"
si diceva Matteo.
Ma il trillo dell'iPhone lo svegliò.
Era Orfini.

Testo e disegno di Paolo Virzì

sabato 17 settembre 2016

44° Premio Satira Politica 2016 Forte dei Marmi : i premiati

Fonte Premio Satira Politica

17 Settembre 2016  ore 17.30
Capannina di Franceschi Forte dei Marmi


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IL PREMIO SPECIALE "CITTA’ DELLA SATIRA 2016" È STATO ASSEGNATO A:
I GATTI MÉZZI  (Francesco Bottai, Tommaso Novi)
Metti due pisani doc, Tommaso Novi pianista, compositore e cantante, e Francesco Bottai chitarrista, compositore e cantante, uniti dalla passione per la musica - tra il jazz e lo swing - e il vernacolo pisano.   Hanno iniziato  a suonare insieme - come dicono di se stessi  - arruffati  e un po’ incazzati, come se la vita fosse una secchiata d’acqua in faccia quando meno te l’aspetti. Da più di dieci anni cantano una Pisa d'antan dove anche i gatti, in un vicolo, possono essere sorpresi dalla pioggia fino a diventare mézzi e l’intera Toscana, in modo ironico e spiazzante.

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IL 44° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER IL DISEGNO SATIRICO A:
VANNA VINCI
La Bambina Filosofica non è kantiana: di Immanuel gliene bastano 5 minuti ogni sera per sconfiggere l’insonnia. Non è darwinista: Darwin gli va storto perché ha applicato l’evoluzione all’uomo invece che alla donna.
Non è aristotelica e nemmeno platonica, non è stoica e tantomeno epicurea, non è idealista ma neanche materialista, non è illuminista o al contrario romantica, né marxista oppure esistenzialista. Soprattutto la Bambina Filosofica non è una filosofa.
Semplicemente è una autentica rompiballe, piccola ma cattiva, che non sbaglia mai una battuta. Come le fa dire sua madre di penna, Vanna Vinci, citando Leo Longanesi: «Sono un carciofino sott’odio».

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IL 44° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA PER L’AUTORE È STATO ASSEGNATO   A:
 MATTIA TORRE
A Mattia Torre, sceneggiatore,  autore di testi disperati e comici per il teatro come “La gola”, per la televisione e il cinema come “Boris”, e per l’ultimissimo Corrado Guzzanti di “Dov’è Mario?” Epopea di un intellettuale che nottetempo si trasforma a sua insaputa in comico, ma che potrebbe anche essere il contrario.  Raccontando in quel radicale spaesamento esistenziale il nostro, nel mondo rovesciato che ci assedia.

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IL 44° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER LA TV A:
SAVERIO RAIMONDO
È un incrocio antropologico tra Luttazzi e Chiambretti, l'unico stand up comedian italiano che sembri vero. Si vede che ha studiato.
Lo premiamo, citandolo, perché crediamo che «la satira non deve cambiare il mondo, non deve far pensare, non deve trasformarsi in poesia né diventare pretesto (o arma) di lotta politica. La satira deve fare ridere, punto, il resto sono problemi tuoi».
«Nella trattativa con lo Stato, la mafia chiede l’esenzione dal canone Rai»: ecco, una battuta così contiene un’analisi politica ma soprattutto l’amore perduto per il buon senso.

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IL PREMIO "PINO ZAC 2015  PER LO STUDIO SPECIALISTICO  È STATO ASSEGNATO A:
GABRIELE NERI
per il libro “Caricature architettoniche. Satira e critica del progetto moderno”. (Quodlibet)
Daumier se la prendeva con il barone Hausmann che aveva spianato Parigi. Il “Punch” ironizzava sul signor Eiffel ritraendolo nelle sembianze della sua torre. Il “Canard enchaîné” non perdonava nessuna delle radiose utopie moderniste a Le Corbusier. Il “New Yorker” non risparmiava dosi di pesante ironia al Guggenheim. “Il  Selvaggio” del fascista Maccari ce l’aveva con il razionalismo del fascista Piacentini, quello dell’Eur.
Non si sono salvate dal ludibrio satirico la Sidney Opera House, le sedie tubolari di Breuer, il Museo di Bilbao, il cui   autore,  Frank Gerhy, è finito nei Simpson. SuTopolino troviamo invece Enzo Pianoterra, versione  Disney di Renzo Piano. E Fuksas diventa “Fuffas” l’archistar di “Crozza delle meraviglie”.
Il bel libro di Gabriele Neri, Caricature architettoniche. Satira e critica del progetto moderno fa crollare l’ultimo baluardo del culturalmente corretto.


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IL 44° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER IL WEB A:
MARTINA DELL’OMBRA
I suoi ragionamenti sono disarmanti. A volte partono da premesse errate per giungere a conclusioni paradossali ma logiche. Altre partono da conclusioni condivisibili per risalire alle motivazioni meno credibili.
Martina dell’Ombra è una web star che divide per gli stessi motivi per cui conquista visualizzazioni sui social: sembra troppo scema per essere vera. Scema non è per niente. Dal web fa rinascere con una nuova lingua la nobile arte della satira, una satira leggera, includendo anche i più giovani nella sua community di riferimento. Il suo sogno è quello di scendere in politica.

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IL 44° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA PER IL CINEMA A:
“SHOWBIZ” di LUCA FERRARI
Già definito "il lato B della Grande Bellezza", Showbiz documenta con turbo realismo le vite parallele, ieri e oggi, di quattro piccoli grandi protagonisti delle prime tv private a Roma. Tra sfilate di intimo femminile, archeologici talk show, macchiette fantasmatiche e locali trasgressivi vanno in scena la popolarità e il suo contrario, le luci della ribalta e l'oblio, le ore liete e i malanni della miseria e della vecchiaia. Dinanzi alle vittime del cannibalismo televisivo, Luca Ferrari si fa indagatore, poeta, complice e assistente sociale.

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IL 44° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER IL DISEGNO SATIRICO INTERNAZIONALE A:
 DAMIEN GLEZ (Burkina Faso)
Non c’è africano, che non abbia riso ai disegni satirici e alla battute di Damien Glez. Forti, irriverenti, attualissimi, con un taglio che richiama i grandi disegnatori internazionali senza mai trascurare i temi africani, i suoi disegni satirici arricchiscono da più di vent’anni il giornale satirico burkinabé “Journal du Jeudi”, unica pubblicazione satirica del continente che abbia resistito all’usura del tempo.
Glez disegna con il cuore prima che con la matita e l’emozione di traghettare l’umorismo della gente burkinabé verso la satira contro i potenti, continua ad assicurargli l’ammirazione dei suoi connazionali.

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PREMIO SPECIALE "PINO ZAC 2015" È STATO ASSEGNATO AL LIBRO:
“SULL’ORLO DEL PRECIPIZIO” di ANTONIO MANZINI (Sellerio)
Antonio Manzini ci spiazza e ci confonde. La scorsa  primavera ha esordito come regista al cinema con una commedia, quest’autunno partirà in Tv la prima fiction tratta dalla sua fortunata serie di libri sul  vice-questore Rocco Schiavone. Ma durante tutta l’estate è rimasto ai primi posti in classifica con il suo nuovo romanzo 7-7-2007. E pochi sanno che ha cominciato come attore ed era anche bravo. Perché lo premiamo? Perché ci confonde e ci sorprende, rimescola sempre le sue carte e ci disorienta.
In sintesi è spiazzante proprio come la vera satira deve sempre fare.
E tra l’altro  lo fa con un innato sense of humour. Quale sarà il suo prossimo travestimento?

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IL 44° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO ALLA CARRIERA A :
NINO FRASSICA
Per il lessico surreale che rende ancora più surreale la surrealtà dei fatti
Per quelli della notte
Per l’orosco
Per i nanetti di Sani Gesualdi
Per il bravo presentatore di Indietro tutta e di Sofia Coppola
Per complimenti per la connessione
Per l’opera tutta di vandalismo sui luoghi comuni
Perché è l’italiano contemporaneo che ci fa più ridere

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IL 44° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER  LA RADIO A:
GIOVANNI VERNIA
Dimostrazione vivente che una laurea in ingegneria elettronica con il massimo dei voti può portarti ovunque, perfino sul palco di “Zelig”, Vernia è riuscito miracolosamente a far convivere marketing e comicità, computer e “jeans muccati”, il rintronato da discoteca Johnny con il bravo ragazzo Giovanni.
Ballerino, entertainer, imitatore e ora pure voce radiofonica, in dieci anni Giovanni Vernia non ne ha sbagliata una. ESSIAMONOI che, per questo, lo premiamo. TI STIMIAMO, FRATELLO !

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La GiuriaRoberto Bernabò, Filippo Ceccarelli, Pasquale Chessa, Pino Corrias, Beppe Cottafavi, Serena Dandini, Massimo Gramellini, Bruno Manfellotto, Giovanni Nardi, Cinzia Bibolotti, Franco A. Calotti.
Ai Vincitori verranno consegnate le sculture: 
"L'Ape" di Pietro Cascella,  “Cavallo e cavaliere” di Ugo Guidi, "Omaggio a Pino Zac" di Emanuele Giannelli. “La Città della Satira” di Rinaldo Bigi


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Il 44° Premio Satira Politica 2016 per Il Disegno Internazionale va a Damien Glez (Burkina Faso)









Sarà la satira dell’Africa – quella forte e orgogliosa, che nasce nel cuore del continente, nel Burkina Faso – a conquistare il Premio Satira Politica 2016 per il disegno internazionale e che per la precisione sarà assegnato sabato 17 settembre – alle 17.30 alla Capannina di Franceschi – alle idee e al coraggio di un disegnatore come Damien Glez, molto attivo anche nell’Associazione “Cartooning for Peace”, associazione nata nel 2006 per difendere la libertà di satira nel mondo.
Ormai burkinabè come un vero nativo (e sposato a una famosa attrice  burkinabè), arrivato in Africa tanti anni fa come cooperante di nazionalità francese, Glez, che ha al suo attivo collaborazioni con “Le Monde”, “Le Figaro”, e “Libération”, oggi, alle soglie dei cinquant’anni, ha trovato nel paese africano il lievito per far crescere la sua passione per la caricatura e il disegno.
A cambiare il suo destino fu l’incontro con Boubacar Diallo, un autore umoristico affascinato dalla cultura europea, che coltivava dagli anni Ottanta l’idea di dar vita ad un giornale. I due decisero di fondare assieme "Le journal du jeudi”, una rivista satirico-umoristica che trovava le condizioni favorevoli nella fine dello stato di emergenza in Burkina e che si fondava sullo spirito della gente africana molto incline all’umorismo, uno spirito che volentieri ama spingersi sulle frontiere della satira, soprattutto quella contro i potenti.
Oggi il giornale vende oltre 10 mila copie alla settimana e rappresenta una pietra miliare nella storia dell’editoria satirica africana, non cerca in alcun modo di imitare i modelli europei o francofoni (uno per tutti il celeberrimo “Le Canard enchaîné”) ma traccia ogni settimana una propria via alla satira che Glez coltiva con i suoi disegni e con la sua capacità di imbastire questa apprezzata rivista.

Glez che è anche apprezzato docente universitario, autore televisivo e paroliere, ha da anni la cittadinanza burkinabè, ama stare a Ouagadougou, la capitale, dove si sente a casa, perché, dice, è il «pays des hommes intègres», il paese degli uomini onesti.
“Lavorare sulle notizie e sull’attualità - riconosce Glez – ti mantiene reattivo e ti impegna totalmente, riuscendo ad emozionarti quando puoi permetterti di maltrattare la notizia sotto il punto di vista della satira”. I suoi sono disegni dal grande tratto comunicativo, spesso amari e sempre diretti. Vanno al cuore del problema con un filo di sorriso sulle labbra: “L’attualità, recita un suo disincantato reporter di guerra, è come un film di James Bond. Termina quando il malvagio muore.” Ma nelle sue vignette satiriche troviamo anche i grandi temi internazionali che si riverberano sui Paesi africani: la fame (“Un bimbo affamato un tempo chiedeva cos’era la tv oggi chiede, guardando la tv, cos’è il riso!”), la tutela dell’ambiente, la libertà di espressione, minacciata spesso da corpulenti e insensibili soldati che pensano alla guerra anche quando parlano di pace, o quegli integralismi che sono una piovra che attanaglia il continente africano. Tutto questo senza mai dimenticare l’autoironia: “La carta stampata è indispensabile in Africa” – dice una donna intenta ad incartare il pesce – “Avete mai incartato il pesce con un sito web?”.

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Dal mio blog:


Damien Glez
Naufrages en Méditerranée... (2012)


Exposition des dessinateurs de Cartooning for peace en ce moment au festival de Cannes...
Woody Allen
by Damien Glez (2013)



COP21 : retrouvez le dessin du jour, par Cartooning for Peace / Dessins pour la Paix et Greenpeace France !
Glez (2015)  


Oggi Sabato 17 settembre ore 17,30 alla Capannina di Franceschi a Forte dei Marmi avrà luogo la Cerimonia di Premiazione del 44° Premio Satira Politica.

Il Premio Satira, nato nel 1973, premia scrittori, disegnatori, comici, registi, autori e blogger satirici. La Premiazione, condotta da Serena Dandini, sarà un vero e proprio festival della satira, grazie alla presenza dei protagonisti indiscussi di questa arte.

La giuria è composta da Serena Dandini, Massimo Gramellini, Filippo Ceccarelli, Beppe Cottafavi, Bruno Manfellotto, Pino Corrias, Roberto Bernabò, Pasquale Chessa e Giovanni Nardi, Cinzia Bibolotti e Franco A. Calotti.

Le sculture-premio del Premio Satira Politica (fuse in bronzo a cera persa, secondo l'antico metodo greco e romano, dalle fonderie artistiche di Pietrasanta) sono state create e modellate dagli scultori: Pietro Cascella (1921-2008), che si ispirò per la scultura "L'Ape" al disegno-logo della manifestazione, creato dal pittore Arturo Puliti nel 1973; Ugo Guidi ( 1912-1977 ) con la scultura "Cavallo e cavaliere”; Rinaldo Bigi (n. 1942 ) con la scultura "La Città della Satira”; Emanuele Giannelli (n. 1962 ) con la scultura "Omaggio a Pino Zac"

http://www.museosatira.it/

qui altri disegni di Damien Glez