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venerdì 19 aprile 2013

Elezioni Quirinale: Marini fumata nera


PORTOS / Franco Portinari
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Candidato per PD e PdL Marini!


PORTOS / Franco Portinari
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PORTOS / Franco Portinari
Etichette: BeB, Franco Marini, fumata nera, postcards, Quirinale

L’AMACA
MICHELE SERRA
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Il clamoroso “no” di quasi metà dei grandi elettori del centrosinistra leva sul nascere ogni argomento a chi volesse attribuire alla “sinistra dei salotti”, al capriccio degli intellettuali, a un radicalismo di minoranza l’ostilità all’operazione Marini. Sono gli umori popolari, di questi tempi, a essere radicali, e non è il radical-chic, è il radicalpop a far vacillare le certezze dei palazzi. Non hanno disobbedito poche teste calde, hanno disobbedito deputati e senatori avvezzi alla disciplina, fedeli all’idea, tutt’altro che movimentista, che un partito sia una cosa importante, e un segretario un capo da rispettare.
Se esiste un Nume della sinistra speriamo illumini i suoi capi, li aiuti a non confondere questa clamorosa bocciatura con il boicottaggio delle solite mosche cocchiere, con l’agitazione di giornali e circoli minoritari per vocazione. Sono gli amici della sinistra, non i suoi nemici a essersi messi le mani nei capelli, è il suo popolo ad avere creduto a Bersani quando, dopo la botta elettorale, indicava nel cambiamento la sola strada percorribile. Poche (per fortuna) voci dall’interno del Pd, ieri, cercavano di contrapporre il sindacalista Marini all’accademico Rodotà, l’uomo del popolo all’intellettuale. E dire che se ha un merito storico da rivendicare, la sinistra italiana, è avere raccolto intellettuali e popolo sotto le stesse bandiere.
19/04/2013



 
Nico Pillinini




Nomen nominis
Kurt


Romaniello





Bersani, dileggiato e sbeffeggiato, secondo me a dispetto della maggioranza del partito, si sta giocando bene la sua partita a poker.......A oggi 18 aprile il risultato è 1-0 per lui. Vedrete che ora proporrà un altro candidato che possa andare bene anche al PdL., ma che domani sarà bocciato! E poi dirà "o ragassi ci ho provato ma nel mio partito non me lo hanno concesso di votare un nome che potesse andare bene anche a voi! del PdL" .....e poi il 20 aprile calerà la sua carta vincente. Chi? ......secondo me colui che fin dall'inizio era nei suoi piani...volete un indizio? Sòccia,...




18/04/13
SERGIO STAINO


19/04/13
SERGIO STAINO


LA RIVOLTA DI UNA GENERAZIONE
CURZIO MALTESE - La Repubblica
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LA CORSA di Pierluigi Bersani si è fermata ieri alle due e un quarto, quando Laura Boldrini ha letto il risultato del primo voto per il presidente della Repubblica. Una disfatta. Con la carta dell'accordo per Franco Marini presidente, il segretario (o ex?) del Partito democratico aveva provato a vincere su tre tavoli in contemporanea. Quello di grande elettore del prossimo capo dello Stato, l'altro di premier del possibile governo di larghe intese, il terzo di un congresso di partito parallelo. Ebbene, ha perso su tutta la linea. Da ieri pomeriggio è chiaro che non sarà Pierluigi Bersani a scegliere il presidente della Repubblica, non sarà mai premier di nessun governo o governissimo e già non è più lui, di fatto, il leader del Partito democratico. Forse non esiste neppure più un Pd, a giudicare dal voto sparso in cinque o sei tronconi. Spetterà al successore di Bersani rimettere insieme i pezzi del partito, trasformato da una scelta insensata nel più grande gruppo misto nella storia del Parlamento italiano.
Ora si dirà che è stata questa o quella corrente ad aver affondato il progetto di Bersani. Si contano i renziani e i prodiani, s'indaga sulla fedeltà dei veltroniani e perfino dei dalemiani, come si sarebbe fatto nella Prima Repubblica con le correnti democristiane. Ma è una falsa prospettiva. La verità è che nel Pd c'è stata una gigantesca rivolta generazionale. Con in prima fila proprio molti giovani portati in Parlamento da Bersani.
Non i giovani turchi di Fassina, che si erano già allineati. I giovani e basta, in maggioranza donne. «I giovani del Pd stanno con noi», aveva detto Beppe Grillo alla vigilia, a ragione. L'età media dei parlamentari del Pd è più o meno quella del Paese, un po' sopra i 45 anni, e quello è stato lo spartiacque. Sotto i 45 anni quasi nessuno, al di là delle correnti di appartenenza, ha seguito le indicazioni di inciucio della leadership e la scelta di Marini, vista come un arroccamento della nomenclatura, una strada senza futuro. Un suicidio assistito. Per giunta, assistito da Silvio Berlusconi. Si può essere cinici e intelligenti e astuti. A volte la sinistra italiana lo è stata. Per esempio, ai tempi della Bicamerale di Massimo D'Alema. Ma cinici, ostinati e dilettanti no. In ogni caso, i giovani del Pd non sono nessuna delle tre.
Fine corsa di Bersani, dunque. Per quanto, probabilmente fosse finita molto prima. In politica, come nel cinema e nella vita, la fine reale della storia non sempre coincide con l'ultimo atto. Nel caso di Bersani, i titoli di coda del suo film di leader erano già scorsi dopo la vittoria delle primarie. Da allora in poi il segretario non ne ha più azzeccata una. Una campagna elettorale grigia e moscia, un dopo elezioni da temporeggiatore confuso, infine la catastrofe di questi giorni. Gli dei accecano coloro che vogliono perdere, ricordava ieri il pindarico Nichi Vendola. Così è andata. Accecato dall'insuccesso, che dà sempre molto alla testa, Bersani non ha visto quanto si muoveva nella società italiana, nel cuore del popolo del centrosinistra, negli stessi uomini e donne che lui aveva fatto eleggere. Incapace a lungo di decidere, ha scelto alla fine da solo e contro tutti, imboccando alla massima velocità una strada senza uscita, fino all'inevitabile schianto.
Ora al centrosinistra, o quanto ne rimane, restano soltanto due possibilità di sopravvivenza. Andare in ginocchio dall'unico che potrebbe rimetterne insieme i cocci. L'unico candidato presidente che avrebbe un senso agli occhi del mondo, ammesso che all'Italia interessi ancora farne parte: Romano Prodi. Oppure riversare il voto su quel gran galantuomo di Stefano Rodotà, un simbolo di che cosa la sinistra italiana potrebbe o avrebbe dovuto essere, ma accettando di capitolare di fronte alla superiore intelligenza politica di un ex comico. La terza via, perseverare diabolicamente nel patto con Berlusconi, con il povero e incolpevole Marini o un altro, a questo punto significa
l'estinzione.




Capire la base
Natangelo


E se
Makkox

Elezioni Quirinale: cercasi padre della patria!

I requisiti per un buon Presidente della Repubblica : un uomo condiviso, uno al di sopra della casta, insomma un padre della patria!

martedì 16 aprile 2013
ELEZIONI QUIRINALE
In pieno svolgimento la campagna per l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica.
Da destra e da sinistra ferve la ricerca del candidato ideale per i prossimi sette anni al Quirinale.
Gianfranco Uber


fabiomagnasciutti


Larghe
CeciGian
Garante
Mauro Biani


Non è niente
Mauro Biani


Le vignette di ElleKappa - Repubblica.it


Proposte
Natangelo

Tiziano Riverso


VAURO

Umberto Romaniello


Portos
Etichette: Franco Marini, Matteo Renzi, papabile, postcards


Altan L'Espresso


Giannelli - Corriere della sera

Riccardo Manelli Il Fatto Quotidiano


Servono larghe intese
Gianfranco Uber


Gli Impallinati:
Pd, è scontro aperto tra Renzi da una parte e Finocchiaro e Marini dall'altra. Le parole del sindaco di Firenze ("Finocchiaro la ricordiamo per la splendida spesa all’Ikea con il carrello umano. Servono personaggi anti casta per il Quirinale") hanno provocato la dura replica di Finocchiaro ("Da Renzi attacco ignobile").
 
Berlusconi: "con Prodi presidente me ne vado all'estero".



lunedì 15 aprile 2013
IMPALLINATI
Prodi impallinato da destra, Renzi impallina la Finocchiaro e Marini, Amato come sempre sembra passare tra una palla e l'altra, possibile che non spunti qualche cecchino con la mira buona?
Gianfranco Uber


PORTOS / Franco Portinari


Giorgio Forattini 


 VAURO


Home Alone
Makkox

giovedì 18 aprile 2013

Toto Presidente: la Gabanelli rifiuta

La Gabanelli ha vinto le quirinarie di Grillo, ma rifiuta


Pensaci Milena
 Gianfranco Uber

Tiziano Riverso

L'Angelo di PORTOS / Franco Portinari



16/04/2013
Postcards di PORTOS / Franco Portinari
Etichette: Candidati al Colle, Giuliano Amato, Milena Gabanelli, postcards, Quirinale




Gabanelli


a ciascuno il suo
Grillo offre al pd una soluzione: votate Rodotà e potremo pensare a un governo insieme. Ma Bersani ha fiuto…
NATANGELO


 


Milena scrive al Corriere della Sera:


Mi rivolgo ai tanti cittadini che hanno visto in me una professionista sopra le parti e quindi adeguata a rappresentare l’inizio di un cambiamento nel Paese. Sono giornalista da 30 anni e ho cercato sempre, in buona fede, di fare il mio mestiere al meglio; il riconoscimento che in questi giorni ho ricevuto mi commuove, e mi imbarazza.

Certamente non mi sono mai trovata in una situazione dove sottrarsi è un tradimento e dichiararsi disponibile un segno di vanità. Forse non si sta parlando di me, ma dell’urgenza di dare un volto a un’aspettativa troppo a lungo tradita.

Che io non avessi le competenze per aspirare alla Presidenza della Repubblica mi era chiaro sin da ieri, ma ho comunque ritenuto che la questione meritasse qualche ora di riflessione. E non è stata una riflessione serena.

Quello che mi ha messo più in difficoltà in questa scelta è stato il timore di sembrare una che volta le spalle, che spinge gli altri a cambiare le cose ma che poi quando tocca a lei se ne lava le mani. Il mio mestiere è quello di presentare i fatti, far riflettere i cittadini e spronarli anche ad agire in prima persona. Ma quell’agire in prima persona è tanto più efficace quanto più si realizza attraverso le cose che ognuno di noi sa fare al meglio.

Io sono una giornalista, e solo attraverso il mio lavoro – che amo profondamente – provo a cambiare le cose, ad agire in prima persona, appunto.

17 aprile 2013 (modifica il 18 aprile 2013)

venerdì 5 aprile 2013

L'Angelo e il Pennuto

L'Angelo e il Pennuto 

- Non mi dici niente che sono tutto pettinato ed in tiro?
- Vero non sarai mica in streaming?
03/aprile/2013
Etichette: L'Angelo e il Pennuto, streaming


-In quattro parole il momento difficile dei Grillini
-Dalle stelle allo stallo
03/aprile/2013Etichette: dalle stelle allo stallo, grillini, L'Angelo e il Pennuto




-Preferisci essere sull'orlo del baratro
-Incarico esplorativo
04/04/2013              
Etichette: incarico esplorativo, L'Angelo e il Pennuto, orlo del baratro, vicolo cieco


-Non voglio finire sotto la lente di Standard&Poors
-Forse non mi sono spiegato quando l'ho esortato a superare i suoi deficit
5 aprile 2013
Etichette: deficit, L'Angelo e il Pennuto, Standard and Poors


-Deputati e senatori del M5S hanno fatto solo una scampagnata presso una struttura alberghiera alle porte della capitale
-Hotel 5 stelle?
-No, Agrill Turismo
Etichette: agriturismo, Grillo, L'Angelo e il Pennuto, M5S, riunione segreta


by PORTOS Comic strip


Nota: il post è stato modificato il giorno 6 aprile alle ore 23,30

sabato 23 marzo 2013

In nome del popolo insultato

Mauro Biani


In nome del popolo insultato

di Nadia Redoglia
Da un lato abbiamo quelli del Pdl che sabato 23 porteranno nelle piazze romane il popolo tutto unito contro la magistratura che processa e condanna gli onesti, cioè loro. Perciò, portandosi anche avanti con la prossima campagna elettorale, hanno promosso quel sabato bestiale (…sabato ti porterò in piazza, vedrai sarà più dolce dirci ti amo…). Dal lato opposto troviamo quegli altri creati da un binomio che, nonostante siano oggi  parlamentari eletti di fresco da un 25% circa, proseguono a insultare e/o deridere pubblicamente le istituzioni, agendo villanamente nei confronti di qualsiasi dialogo civile, e coprendo di liquami l’informazione del Paese.  S’arrogano, raccontando non verità e qualche volta balle vere e proprie, d’essere in grado di salvare il mondo. E’ promessa che si può fare senza sprofondare per la vergogna, perché, in effetti, dopo 20 anni che gli italiani hanno creduto a un unto del Signore, è facile far credere che come minimo il Signore sia giunto. E poi dato l’assunto “uno vale uno” è anche facile sovrapporlo all’antico uno e trino, ma  pure bino, fa uguale. Immaginiamo la felicità dei molti tra i loro seguaci al pensiero di disfarsi delle scie chimiche, microchip sotto cute umana, signoraggio bancario ecc. ecc. Ovviamente perché tutto ciò sia possibile è necessario che il garante dell’unità nazionale (tra gli insultati) affidi loro immediatamente il potere (ché tanto in pochi mesi avranno il 100% dei voti) così, magari, ingannano l’attesa sbattendo nel cessola Costituzione che impiccia il loro governare?
Non avremmo mai immaginato, dopo essere stati “solo” soprannominati coglioni, che un folto gruppo di parlamentari avrebbe lavorato (a loro dire seriamente) per dimostrare che lo siamo veramente…
22 marzo 2013
Altan


Altan

mercoledì 27 febbraio 2013

PD e M5S. Prove di dialogo.



Bersani apre alM5S
PORTOS / Franco Portinari



Mi auguro che il PD e i Cinquestelle votino insieme le riforme necessarie all'Italia.
L'alternativa è diventare lo spuntino del solito caimano.
 Marilena Nardi 


mercoledì 27 febbraio 2013
NERVI
Dopo la scialba campagna elettorale ora Bersani probabilmente sarebbe pronto ad andare a Nervi anche a nuoto ma Grillo non promette nessun aiuto anzi!
 Paride Puglia


ANALISI ELETTORALI
La situazione di ingovernabilità determinata dai risultati elettorali può essere anche ascritta alla grande affermazione del M5S ma in larga parte è frutto della mancata riforma elettorale e al conseguente mantenimento del famigerato "porcellum".
Dopo le polpette dell'IKEA un altro caso di possibile polpetta inquinata.


Bandanax L'Asino



dica trentatré trentatré e trentatré
Etichette: governo, magnasciutti, stabilità


via col ventolin
Etichette: domani, italia, magnasciutti





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Elchicotriste


Ignant millevignette

 
 Umberto Romaniello



Sul blog di Grillo: Bersani, morto che parla
Il segretario: lo dica in Parlamento e si assuma le sue responsabilità



Il nervoso di Bersani by Alberto Cane



grillo - bersani
Nico Pillinini


Grillo per la testa
Rasori e Sommacal


 L’AMACA
MICHELE SERRA
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Il centrodestra, padrone dell’Italia per vent’anni, esce da queste elezioni massacrato (sei milioni di voti in meno il Pdl, dimezzata la Lega). Voci fantascientifiche dicono che qualcuno, nel centrosinistra frastornato dalla mancata vittoria, cercherebbe intese con Berlusconi nel nome di un indimostrato e indimostrabile “senso di responsabilità nazionale”. Per giustificare un simile pateracchio, questi devoti al suicidio politico dicono che l’Europa ha paura di Grillo. Vero, l’Europa ha paura di Grillo. Ma ha il terrore di Berlusconi. Fortunatamente, da quel poco che si capisce in queste ore caotiche, Bersani non è di quell’avviso. Fantascienza per fantascienza, lascia immaginare un altro scenario, improbabile, rischioso ma – almeno – dinamico. Il centrosinistra che parla alle Cinque Stelle, le Cinque Stelle che accettano di parlare con il centrosinistra. Qualche punto forte (a morte il Porcellum, tagli drastici ai costi della politica, legge sul conflitto di interessi) gradito a entrambi gli elettorati: stiamo parlando del 55 per cento del Paese. E soprattutto la coscienza – Bersani lo sa – che qualunque accordo con Berlusconi costerebbe al Pd altri milioni di voti. Per primo il mio. 27/02/2013 (fonte)


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