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sabato 13 gennaio 2018

Quel 'Genius' di Trump!

© Ann Telnaes



Genius, si così si è definito quel genio di Trump  pochi giorni fa, ed ieri ha di nuovo fatto scalpore con le sue parole:

Ancora una volta Donald Trump fa infuriare il mondo intero, aumentando il suo isolamento sul piano internazionale e alimentando quello che oramai è più di un sospetto: la sua inclinazione a posizioni razziste e xenofobe, come nelle ultime ore hanno accusato le Nazioni Unite. Dall'Africa all'America Latina si solleva un'onda di indignazione senza precedenti. Proprio come quella provata dai membri del Congresso - repubblicani e democratici - presenti nello Studio Ovale quando il tycoon e' sbottato sulla questione immigrati, pronunciando l'ennesima frase shock: "Ma perche' gli Stati Uniti devono continuare ad accogliere questa gente da questo cesso di Paesi?". [...]



En av mina första publicerade Trumpteckningar (6 augusti 2015)
One of my first Trump cartoons. (Augusti 6th 2015)
© Riber Hansson


Shithole Country
https://www.politico.com/gallery/2018/01/02/matt-wuerker-cartoons-january-2018-002743?slide=0
© Matt Wuerker




He is thinking...
© Ramses


©Simanca


© Ben Jennings

Trump shock: "I do not want immigrants from Haiti, El Salvador and African states: countries' coffers". The UN: "It is racism".
You Wash your mouth out with soap. #ShitHoleCountiries #trumpRACIST #soap
© Durando


© Gary Huck

© Ellekappa



The Equation    Gianfranco Uber
'...not smart, but genius...and a very stable genius.'
08 Jan 2018


The Nightmare
 "non voglio immigrati da quei cessi di Paesi".
Così molto signorilmente Trump comunica ufficialmente di voler chiudere le frontiere nei confronti di Haiti e El Salvador.
©Uber


The Equation    Gianfranco Uber
'...not smart, but genius...and a very stable genius.'
08 Jan 2018
©Uber



....to President of the United States (on my first try). I think that would qualify as not smart, but genius....and a very stable genius at that!


Mauro Biani

lunedì 21 agosto 2017

Bannon, Bye-Bye.





Steve Sack


Bannon's off    Miguel Villalba Sánchez (Elchicotriste)
Bannon's off, and he wants revenge.
20 Aug 2017



There is certain bounds that you cannot untight...
Ramses


L'AFFONDAMENTO DELLO SS* "TRUMP"
Come ha detto l'appena giubilato Bannon la Presidenza Trump sta affondando.
I suoi frequenti rimpasti governativi non sembra servano ad assicurare una navigazione tranquilla e, come sempre capita,  molti dei suoi sostenitori in campagna elettorale stanno adesso, molto coraggiosamente, prendendo le distanze.
* (Steam Ship)
Gianfranco Uber


Now Bannon prepares revenge: "Hit enemies at the White House"
Durando






Adam Zyglis per washingtonpost.com


Matt Wuerker per washingtonpost.com












Kal si ispira al Trono di spade per Politico






SE PRIMA ERAVAMO IN TRE A BALLARE L'HULLY GULLY ...
Il Presidente più ridicolo di tutti i tempi è sempre più solo.
Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei.
Roberto Mangosi






I fatti:

"Bannon, you're fired". Trump silura l'architetto della sua vittoria, una presenza ormai indigeribile
Cresce il ruolo di Kelly alla Casa Bianca
Steve Bannon è fuori dalla Casa Bianca. Ufficialmente per decisione comune, in realtà per volere del presidente Donald Trump che, in un'escalation durata settimane, alla fine ha deciso di sbarazzarsi dell'uomo che più di ogni altro ha contribuito a realizzare la sua vittoria e disegnare la sua strategia. I rapporti tra i due si erano incrinati da tempo. Ma è difficile non vedere il licenziamento di Bannon, guru dell'ultradestra, come il prezzo politico che Trump paga al pasticcio di Charlottesville.

Per quanto abbia definito, in una recente intervista, i suprematisti bianchi "un gruppo di clown", Bannon è da tempo il punto di riferimento dell'alt-right all'interno dell'amministrazione. Da questo punto di vista, la posizione di Trump sui fatti di Charlottesville è stata molto più ambigua, quasi comprensiva: un fatto che ha provocato indignazione bipartisan, con la presa di distanza dell'esercito e la decisione dei top manager di mettere fine alla loro collaborazione con la Casa Bianca. È probabile che Trump non si rendesse conto fino in fondo delle conseguenze che la condanna tardiva – e poi la retromarcia – delle violenze perpetrate dall'estrema destra avrebbero avuto. Ma questa volta le reazioni sono state talmente pesanti da averlo spinto ai ripari.

Lo dice chiaramente il NyTimes: l'uscita di scena di Banon, il nazionalista di estrema destra che ha trasformato il realtà alcune delle promesse elettorali di Trump, aumenta le possibilità per il presidente di fronteggiare le critiche di quella stessa base conservatrice che lo ha supportato nel corso dell'ultimo anno.

Ma i fatti di Charlottesville sono solo l'ultimo capitolo di un allontanamento che sembrava inevitabile. Da tempo, infatti, i rapporti tra Trump e Bannon si erano raffreddati. Il tycoon si era convinto che molte fughe di notizie che in questi mesi hanno messo in imbarazzo la Casa Bianca fossero opera dello spregiudicato Bannon. Poi l'intervista (o colloquio rubato, secondo la versione di Bannon) a The American Prospect, in cui l'ormai ex stratega contraddiceva il presidente sulla Corea del Nord, affermando che "non esiste nessuna soluzione militare alla crisi". Ancora una volta, grande imbarazzo, con il segretario di Stato Rex Tillerson e il capo del Pentagono James Mattis costretti a correggere il tiro, e a ribadire con forza come gli Usa siano più che pronti a un'azione di forza se il regime di Pyongyang dovesse insistere con le sue provocazioni. Ma le urla rabbiose di Trump, nella sua residenza estiva in New Jersey, avevano già fatto capire a tutti che le ore di Bannon erano contate. Tanto più che nella stessa intervista Bannon si vantava di avere il potere di decidere cambiamenti nel personale del Dipartimento di Stato.

Anche l'ex amico Bannon entra così nella lista dei "silurati" da Trump. Sotto pressione su vari fronti – dal Russiagate agli scarsi risultati politici – in quasi sette mesi il presidente ha rivoluzionato più volte la sua amministrazione puntando a circondarsi di fedelissimi. Ricorrendo alle parole che più apprezza - "You are fired!", sei licenziato, lo slogan che ha reso popolare nello show televisivo 'The Apprentice' – ha fatto cadere prima la testa di Sally Yates, il ministro della Giustizia ad interim e una delle ultime eredità dell'era Obama. A poche ore dalla scadenza del suo mandato (sarebbe stata automaticamente sostituita da Jeff Sessions la cui conferma in Senato era attesa il giorno seguente) Yates è stata fatta fuori a sorpresa per essersi "rifiutata di attuare" il bando degli arrivi da sette paesi a maggioranza musulmana. Yates è colei che ha messo in guardia la Casa Bianca su Michael Flynn, ritenuto 'ricattabile' dai russi. Proprio a Michael Flynn, travolto dal Russiagate, Trump è stato a malincuore costretto a rinunciare. Fra le vicissitudini di Flynn ha traballato anche il ministro della Giustizia James Sessions, che per mettersi al riparo dalla critiche ha scelto di astenersi dalle indagini sul Russiagate. Una decisione che continua a pagare duramente, essendo oggetto di critiche quasi quotidiane da parte del presidente. Sullo spettro delle interferenze elettorali russe è caduto anche il direttore dell'Fbi, James C0mey, licenziato ufficialmente per la gestione dell'emailgate. La scure di Trump si è poi scagliata contro i procuratori generali dell'era Obama e in particolare sul potente procuratore di New York Preet Bharara. A fine luglio altre due uscite eccellenti: il capo dello staff Reince Priebus e il portavoce della Casa Bianca Sean Spicer, caduti sotto la scure del nuovo fedelissimo di Trump, il direttore della comunicazione Anthony Scaramucci. Ma anche quest'ultimo è stato silurato in poco tempo, con l'arrivo del gen. John Kelly al posto di Priebus.

Per Kelly si tratta di una nuova vittoria. Da quando il 31 luglio il 67enne si è insediato alla Casa Bianca nel delicato ruolo di 'capo di gabinetto' del presidente (una carica simile a quella di premier nella repubblica presidenziale Usa), il generale in congedo a 4 stelle dei Marine, con lo stesso piglio militaresco, ha liquidato i due personaggi più scomodi. Lo stesso giorno ha ottenuto la testa dello sboccato e ingombrante capo della comunicazione, nominato solo 10 giorni prima dal presidente, l'italo-americano Anthony Scaramucci. E oggi si è liberato dell'estremamente più ingombrante Bannon, ideologo del trumpismo, considerato il 'Rasputin', anima nera, del presidente. (fonte)

martedì 8 novembre 2016

Endgame: l'America vota



"El nuevo rostro" La de hoy.
https://twitter.com/Dariomonero/status/795611099030646785
Dario Castillejos


Just another reminder to those considering not voting today....

Matt Wuerker



Elections 2016

BY MICHAEL KOUNTOURIS, GREECE  -  11/7/2016 



Campaign 2016 The final stretch
BY PATRICK CHAPPATTE, THE INTERNATIONAL NEW YORK TIMES  -  11/8/2016


Clinton o Trump, oltre la metà degli statunitensi ha un’opinione negativa di entrambi i candidati, secondo i sondaggi.

Ecco cosa pensano alcuni elettori all’uscita dai seggi.

“È stato un processo molto difficile”, afferma un votante della North Carolina. “Stavolta non si tratta di votare per, ma quasi di votare contro. Ho avuto l’impressione che le questioni non siano state affrontate come al solito”.

“Ho votato per Hillary Clinton innanzitutto perché quando penso a Donald Trump credo che non abbia i tratti necessari per essere un leader”,sostiene un altro elettore della North Carolina. “È positivo quando ci sono leader che scuotono le cose, ma devono far sentire le persone a proprio agio e ottenere la loro fiducia”.

“Ho votato con orgoglio per Donald Trump per quello che fa e contro Hillary Clinton per quello che non fa”, dice un cittadino della Louisiana. “Credo che Donald renderà unito il nostro Paese, metterà assieme le forze del Paese, si circonderà di uomini e donne competenti che non sono stati comprati con il denaro”.

Tutti i sondaggi danno Hillary Clinton vittoriosa su Donald Trump. L’ultima rilevazione, quella che vede la candidata democratica in vantaggio di sei punti percentuali sul rivale repubblicano.

lunedì 30 aprile 2012

Secret Service sex scandal


New Secret Service Earpiece
By Chris Weyant, The Hill

11 US Secret Service agents and officers are being investigated over allegations that they brought back several prostitutes (at least 20 at the last count!) to a hotel in Cartagena ahead of President Obama's visit to Columbia for the Summit of the Americas last weekend.
The Cagle Post has a nice collection of cartoons about America's Secret Service sex scandal.

La squadra di agenti segreti che accompagnava il presidente al Summit of the Americas tenutosi nella cittadina colombiana di Cartagena de Indias è stata rimpatriata in tutta fretta perché, invece di pensare a proteggere Obama e i suoi uomini, è stata trovata a spassarsela nei locali notturni con prostitute giovanissime. fonte


Sex & Security
Alfredo Martirena
11 Secret Service and 10 military personnel are suspected of misconduct involving 21 women. The incident took place before President Obama arrived in Colombia for an economic summit. 18 Apr 2012


Secret Agent Man
By Bill Day, Cagle Cartoons








Fitzsimmons
Cagle Cartoons

Secret Service scandal
By Dave Granlund, Politicalcartoons.com




Sex scandal
 By Olle Johansson, Sweden


POSSIBILI SOLUZIONI CONSIGLIATE AD OBAMA:



Safe Arrival



New Secret Service Detail
M. Wuerker


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Secret Service failures put Obama at risk, says author (ABC News - audio report)
At least 20 women involved in Secret Service scandal, senator claims (Daily Telegraph)
Secret service agents took 20 women to Colombian hotel, says senator (The Guardian)