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giovedì 28 aprile 2016

Salvini incontra Trump


Moise


Trump truppen


“Matteo, ti auguro di diventare presto primo ministro in Italia”  dice Trump a Salvini-Gongolo. Qualche testata l’ha tradotto in “tu sarai presto presidente del consiglio”. Tenuto conto che per il Trump di turno ancora non è tempo di diventare presidente degli States (ché, in quanto  esportatori di democrazia,  dopo il nero alla White House devono almeno insediare ancora una femmina bianca), cosa può servire al nostro connazionale alla ricerca del tanfo perduto, ‘sto trumpolino di lancio?  Così come per le visite in Corea del Nord in compagnia razzista, i selfie con (la) Le Pen, le sceneggiate a Bruxelles (aeroporto compreso), al momento sembrerebbe nulla perché tutte queste piazzate sono prive di senso logico che le accomuna (a parte lo scatenarsi di sanissime risate grazie al Crozza delle meraviglie).  Tuttavia è innegabile che  il nostro connazionale, via-via inanellando  questo tipo di performance, prosegue a raccogliere consensi e magari (quando il Trump di turno si insedierà alla Casa Bianca) la nomina a capo di governo.
Più che porci domande sul soggetto in questione, non sarebbe meglio chiederci com’è che certi soggetti da fumettista Bonvi, o meglio, certe espressioni comunicative acchiappano così bene gli italiani come se fosse la prima volta? E dunque: sarà perciò che dopo un Berlusconi, di un Grillo che attende il turno,  potevamo avere solo un Renzi?
Mi rifiuto di crederlo. La media del pubblico italiano non può e non deve “rappresentare l’evoluzione mentale di un ragazzo che fa la seconda media e che non sta nemmeno seduto nei primi banchi”…
27 aprile 2016



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Link
Salvini incontra Trump negli Usa: “Forza Matteo, presto diventerai premier”

venerdì 29 gennaio 2016

“Grillo contro Grillo”

Cercasi capo comico
di Portos



NON E' MAI TROPPO TARDI
Beppe Grillo si sgancia dalla conduzione del M5S.
Una mossa che, secondo me, sarebbe stato meglio avesse fatto prima. Anche in mutande.

Il Movimento resterà pur sempre una sua geniale trovata in grado di smuovere una granitica classe politica tesa solo a difendere i privilegi stratificati e accumulati con uguale responsabilità da destra e da sinistra.
Uber



Giannelli






Perché quella di Grillo non sarà più satira

La notizia che nel 2016 Grillo tornerà in tour con un nuovo monologo è stata commentata dalla stampa italiana con i non-argomenti che di solito riserva alle note di colore, o agli sfottò; ma l’evento è molto più interessante di quanto possa sembrare a chi, in materia, è digiuno. Infatti, quella che Grillo porterà sul palco non sarà più satira.

La satira nasce politica con Aristofane: esprime un punto di vista. Un punto di vista è sempre opinabile, ma non per questo pregiudiziale: lo diventa, però, se il comico fa attività partitica. Dal momento in cui il comico decide di compiere questo passo, la sua satira diventa, inevitabilmente, propaganda.

Il comico che fa propaganda ne ricava vento in poppa: è la lusinga del potere. E prima che gli influencer del PD mi strumentalizzino per l’ennesima volta (non mi illudo, lo faranno comunque), aggiungo questo: il problema riguarda tutti i satirici che pubblicano su giornali di partito; e quelli che, in periodo elettorale, invitano un segretario di partito in un loro programma tv per fargli da spalla comica; e quelli che salgono su palchi identitari senza fare satira sull’identità ospite. Satira e comicità sono forme particolari di argomentazione del verosimile. Sono tecniche di persuasione, ma l’effetto a cui devono persuadere è la risata, non il voto. Altrimenti non è più arte: è propaganda.

Grillo, animale da palcoscenico, fiuta il pericolo, e così titola la nuova impresa “Grillo contro Grillo”, come se questo bastasse a farlo tornare vergine. Purtroppo, con la scelta di fare attività partitica, Grillo ha ceduto alla lusinga del potere, che è nemico della satira; e questa decisione, benché ottima per il marketing, ha cambiato la natura della sua comicità per sempre. Grillo adesso vorrebbe tornare quello di prima, dice che si fa da parte. Troppo tardi. Ed è falso: ha forse rinunciato alla proprietà del marchio Movimento 5 Stelle? Ci rinunci, dunque, e potremo giudicare fino a che punto è credibile la sua satira contro Casaleggio, Fico, Di Battista e Di Maio (ooops!).

E adesso, sui criteri di selezione della classe dirigente di un partito, lascio la parola a Paolo Cirino Pomicino.
Daniele Luttazzi
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Grillo: «Rivoglio la libertà del comico La politica? È una malattia mentale»

venerdì 7 agosto 2015

Maiali in fuga sull'autostrada del sole



Nella notte da incubo sull'A1, con due incidenti che hanno provocato il tragico bilancio di una donna morta e due feriti gravi, e che è stato il prologo ad una giornata caotica per la viabilità, c'è stato anche il caos provocato dal carico di maiali perso da un camion.

Su un carico di 127 animali, 48 sono morti nello scontro o sono stati abbattuti dai veterinari.

12 ore per recuperarli tutti e 13 km di coda in un caldo infernale con autostrada chiusa tra Parma e Piacenza.


operazioni difficili recuperarli
qui il video

vignetta di Vincino
foto da la Repubblica Parma
e Gazzetta di Parma

mercoledì 5 agosto 2015

Intervista a Carlo Gubitosa, autore di "Satira al telefono"


Satira al telefono di Carlo Gubitosa, 
ebook di Quintadicopertina, casa editrice digitale.

L'ebook (che utilizza la tecnologia di sincronizzazione audio/testo) raccoglie telefonate  a partiti politici, istituzioni e sedi del potere, registrate da Carlo Gubitosa all'insaputa degli interlocutori e poi pubblicate su Il Male di Vauro e Vincino, dall’autunno 2011 alla primavera 2012. Le domande erano scomode, paranoiche, paradossali, ma le risposte erano ancora peggio.
Ne esce un ritratto dell'Italia commissariata dalla Troika, fatto di domande spiazzanti e surreali, arricchito dalle vignette ed illustrazioni di Vauro, Vincino, Flaviano Armentaro, Mauro Biani, Maurizio Boscarol, Makkox, Marco Pinna, Marco Scalia, Alessio Spataro, Marco Tonus e Filippo Ricca.
La prefazione è di Vincino e la copertina che potete vedere qui sotto di Vauro.


Fany  raggiunge Carlo e gli pone qualche domanda:

Da cosa è nato questo progetto Carlo? una tua idea originale o frutto della redazione de Il Male?

E' nato per caso: sentendo Bossi parlare di secessione per l'ennesima volta, e vivendo a Bologna, mi e' venuto in mente di telefonare alla Lega Nord per scoprire se la mia citta' di adozione sarebbe rientrata nella padania. Nel mio telefono c'era un programma per registrare le chiamate che usavo per tenere traccia delle interviste telefoniche, e cosi' ho cominciato per gioco a registrare telefonate che inizialmente condividevo solo con amici e parenti. Poi c'e' stata la seconda casualita': l'incontro con Vincino Gallo che e' sfociato in una bella collaborazione con la riedizione dello storico settimanale di Satira "Il Male", riportato in edicola da Vincino assieme a Vauro Senesi. E fu cosi' che la curiosita' si e' trasformata in una rubrica settimanale.

Ti sei divertito a fare queste telefonate?

Moltissimo. E' bastato fare due chiacchiere con i terminali del potere per capire che il re e' davvero nudo: il partito di Berlusconi per la sua sede di Avellino metteva sul sito i numeri di telefono della cartoleria di fronte, nemmeno nella sede nazionale del PD sapevano che pesci pigliare quando e' stata calata dal cielo la premiership di Mario Monti. Era ridicolo e tragico al tempo stesso guardare che dietro la faccia autorevole e ufficiale del paese c'era un caravanserragio di cialtroneria che non risparmiava niente e nessuno.

La tua preferita?

Ce ne sarebbero tante: una che ricordo con piu' affetto e' quella fatta al webmaster del PD di Firenze, che aveva pagato di tasca sua per un sito che poi fu abbandonato dal partito. Una ennesima umiliazione inflitta ai militanti di una sinistra che non esiste piu'.

Perchè consigli di leggere ed ascoltare l'ebook?

Perche' mi sono divertito molto a realizzarlo e in piu' puo' essere utile rileggere con gli occhi della satira la stagione del potere montiano, che non abbiamo ancora analizzato e metabolizzato a sufficienza.

In Parlamento vorrebbero rendere illegali le autointercettazioni, tu nel frattempo ci hai fatto un libro con tanto di audio delle telefonate, cosa ne pensi?

Che fino a quando non verra' detto il contrario, il diritto di cronaca e di libera espressione del pensiero satirico continuano a essere in vigore, e sara' molto difficile impedire ai cittadini di registrare le proprie telefonate. Lo stesso presidente del Senato Pietro Grasso ha dichiarato che le registrazioni delle telefonate tra privati sono "legittime e utili contro la corruzione".

Chi sei Carlo? 

Su Wikipedia sono indicato come scrittore e giornalista, attualmente sbarco il lunario come informatico, ma mi sento semplicemente una persona curiosa e logorroica. 

I tuoi desideri?

Mi piacerebbe che in Italia si leggesse di piu', che si potesse vivere di scrittura, che l'editoria ritorni ad essere un settore dove al centro c'e' la cultura e non il profitto.

E per finire perchè Carlo, tu che sei stato insieme a Mario Biani il fondatore di Mamma, meglio di qualsiasi altro mi puoi rispondere, la satira in Italia è morente?

La satira e' un termometro della vivacita' culturale di un paese, della distanza tra il popolo e il potere, della diffusione del pensiero libero. E in questa stagione di pensiero unico purtroppo non gode di ottima salute. Ma e' una ragione di piu' per praticare questo linguaggio libero, libertario e liberatorio.

Ps: mi ha un po' ricordato la zanzara di Cruciani, non è che ti hanno copiato l'idea?
http://fany-blog.blogspot.it/2013/09/la-zanzara-punge-guido-barilla.html

Credo di no

Grazie Carlo, gentilissimo!


Articolo tratto dal audio ebook di Quintadicopertina, Satira al telefono di Carlo Gubitosa

Dialogo con il Ministero delle Finanze:

CARLO G.: Salve, mi scusi, volevo un’informazione, io sono un semplice cittadino...
MINISTERO: Deve chiamare l’ufficio relazioni, questa è la segreteria particolare del capo di gabinetto...
CG: Magari lei mi può rispondere in un secondo... io ho visto che questo famoso spread è sceso a 300, ma adesso come si riflette questa cosa sui nostri conti correnti...
M: Ma che domanda, mi perdoni, non lo sappiamo, non è una pratica d’ufficio, non so che dirle, siamo tutti uguali...
CG: Non è che ci alzano i tassi sui conti correnti? Che beneficio c’è?
M: Non lo so, stiamo nella stessa barca, anche se lavoriamo nello stesso ufficio siamo tutti nella stessa barca...
CG: No, perché abbiamo fatto tutti questi sacrifici per lo spread, però adesso che ci torna? gubitosa
M: Eh lo so, ma qui bisogna andare in Parlamento non qui.
CG: Mi consola, quindi non sono il solo a brancolare nel buio...
M: Certo, è la conferma, siamo tutti stipendiati, come lei.
CG: Quindi anche lei non sa che benefici arriveranno?
M: No, macché, non lo so, sarei una maga.
CG: E tutte queste lacrime e sangue? Abbiamo abbassato lo spread e mo’ manco ci dicono che sò, uno zerocinque per cento in più sui conti correnti.
M: Deve parlare con loro direttamente, chiami la segreteria di Monti che fa prima.
CG: Ma non ci abbassano neanche la benzina?
M: Ma che... mi perdoni... guardi... [Ride]
CG: Ma allora qual era lo scopo di tutto questo?
M: Senta, non è che posso stare al telefono, io la capisco, la capisco, sono nelle stesse condizioni sue, io prendo milleduecento e sto qui dentro, mi levano l’inps, tutto quello che levano a lei, uguale e identico, abbiamo i figli, non lo so come andremo avanti, che le devo di’? Non so che dirle, siamo tutti nella stessa barca.
CG: Allora le esprimo la mia solidarietà, e speriamo che ci dicano qualche cosa magari a livelli più alti.
M: Tanto non ce lo diranno, le cose cattive non ce le dicono tutte.
CG: Speriamo di vedere la luce in fondo al tunnel.
M: Appunto, appunto.


QUI potete comprare il libro digitale in promozione

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disegno di Vincino dalla prefazione di "Satira al Telefono"



Codice deontologico dell’attività giornalistica:
Il Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica parla chiaro: “Il giornalista che raccoglie notizie (...) rende note la propria identità, la propria professione e le finalità della raccolta”.
E deve farlo tutte le volte che “nell’ambito dell’attività giornalistica e per gli scopi propri di tale attività” intende attuare “l’esercizio del diritto dovere di cronaca, la raccolta, la registrazione, la conservazione e la diffusione di notizie su eventi e vicende relativi a persone, organismi collettivi, istituzioni, costumi, ricerche scientifiche e movimenti di pensiero”.
Ma allora perché tutti i contenuti di questo libro sono stati ottenuti registrando telefonate a insaputa dei miei interlocutori, millantando le identità, le professioni e le motivazioni più varie, e usando le reti telefoniche per infiltrarmi all’interno di sedi di partito, uffici della Banca d’Italia, compagnie ferroviarie, parrocchie, uffici SIAE, Università private, alberghi, ospedali, moschee, negozi di dischi usati, uffici Digos, procure, organizzazioni militanti di estrema destra, ministeri, redazioni di quotidiani nazionali e centri di ricerca?
Lo spiega lo stesso codice deontologico quando aggiunge che l’obbligo del giornalista di giocare a carte scoperte resta in vigore “salvo che ciò comporti rischi per la sua incolumità o renda altrimenti impossibile l’esercizio della funzione informativa”. Escludendo i rischi per la mia incolumità, resta da chiedersi se c’erano altri modi per raccogliere le stesse informazioni con strumenti diversi dalle telefonate sotto mentite spoglie.
Carlo Gubitosa

giovedì 5 febbraio 2015

Sergio Mattarella, 12° Presidente della Repubblica


lunedì 2 febbraio 2015
ELEZIONE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
Un saluto carico di aspettative al nuovo Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella.
Non so se fara' riemergere la Balena Bianca (ma si era mai inabissata del tutto?), l'importante sarebbe se ci restituisse un'Italia migliore.
Ps.
devo il suggerimento della punta dello sttivale a Francesco il mio nipotino tedesco.
Uber


Terna 
Portos



L'incubo del Cavaliere
Giannelli



Giuro
Giannelli



Foto ricordo
Giannelli


Chiedere è lecito, evadere il fisco meno.
Gava


Gava


Giuro
Tullio Boi




Soria




arbitro
GLMart



SERGIO
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E' stato appena eletto il dodiicesimo Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella e le rubriche di satira & vignette hanno cominciato a riempirsi di millemila variazioni-sul-tema, con raffigurazioni di mattarelli, spianatoie di pasta sfoglia, mattarellate barzellettistiche di vario tipo eccetera eccetera eccetera...
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Ho pensato un bel po' a cosa mi sarebbe piaciuto disegnare per raccontare vignettisticamente quello che è senza dubbio un evento fortemente smbolico ed importante nella vita di una Nazione e sono giunto alla conclusione che i mattarelli - così come i manganelli - non mi piacciono e che il nuovo Presidente - da quella persona seria, saggia e pacata che pare essere - meritava qualcosa di più che una mera associazione sinonimica con uno strumento di spianamento/percussione.
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Questa ovviamente non è una vignetta di Satira nel vero senso della parola, bensì una vignetta benaugurale per un Buon Futuro, per il nuovo Presidente, per l'Italia e per noi tutti!
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L’Editoriale a Fumetti di oggi si ispira a questa notizia:
https://www.ansa.it/sito/notizie/speciali/corsa_al_colle/2015/01/29/quirinale-mattarella-presidente-della-repubblica-renzi_26b6fb23-2d5e-470e-896d-d81939e2c4c0.html
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La vignetta è visionabile anche sul mio Spazio Flickr QUA:
https://www.flickr.com/photos/moisevivi/16231567540/
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…e sulla rubrica “MoisEditoriali” di afNews.info QUA:
http://www.afnews.info/wordpress/2015/02/01/sergio/
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Moise



ECCE GRILLOBOMBO
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L’Editoriale a Fumetti di oggi si ispira a questa notizia QUA:
http://www.ansa.it/sito/notizie/speciali/corsa_al_colle/2015/02/03/beppe-grilllo-diserta-giuramento-ma-chiede-incontro-a-mattarella_d0861ff6-b340-45d4-abd1-1b77232df52a.html
…e a questa citazione cinefila QUA:
http://it.wikiquote.org/wiki/Ecce_bombo
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La vignetta è visionabile anche sul mio Spazio Flickr QUA:
https://www.flickr.com/photos/moisevivi/16247394120/
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…e sulla rubrica “MoisEditoriali” di afNews.info QUA:
http://www.afnews.info/wordpress/2015/02/03/ecce-grillobombo/

Moise



mattarellum
Franco Stivali



Riverso




31 gennaio 2015 - Nonostante l'opposizione di Forza Italia Sergio Mattarella subentra a Giorgio Napolitano alla Presidenza della Repubblica.
© Milko Dalla Battista



Romaniello




Lupini



Renzusconi ed il nuovo in famighia Mattarella-Mattaré
Elchicotriste


L'arcigno Mattarella
Vincino



Vincino


Natangelo


Natangelo


Tutte le Donne e gli Uomini nel Presidente

di Nadia Redoglia
Nel 2013 Barbara Spinelli scriveva: “…[Bersani] non può che scegliere un Presidente che nell’ultimo ventennio abbia avversato l’anomalia berlusconiana, e pensato più di altri l’intreccio fra crisi economica, crisi della democrazia, crisi della legalità, crisi dell’informazione, crisi dell’Europa…”

L’allora premier Bersani propose in tal senso anche Sergio Mattarella oltre che Prodi.  Perché dunque non fu già allora nominato Mattarella? Perché la spregiudicata carica dei 101 insieme con i seguaci del pregiudicato e le file degli ortotteri avevano già sentenziato la sua condanna (di Bersani). Oggi il nostro presidente è proprio Sergio Mattarella (Romano Prodi c’è parso come un fumogeno sparato per fare scena). Perché? Perché Prodi avrebbe seriamente compromesso, per non dire distrutto, il patto nazareno (probabilmente già in embrione fin dal 2013 grazie a 101 gameti). Se teniamo poi conto del Letta (stai sereno) allettato, i conti tornano: Renzi e Berlusconi avevano già pianificato la strategia di governo. Il primo a tutti gli effetti, seppur con mugugni interni facilmente manovrabili (e s’è visto), il secondo grazie a gincane tra vittimismo (per contestazioni interne), sofferte espressioni alla Silvio (Pellico) e isterici squittii mentre pesta i piedi sulla scelta del dodicesimo presidente della Repubblica: performance più che idonee a sensibilizzare i suoi (ancora cospicui) e soprattutto elettori adoranti di “beati i perseguitati per la giustizia” e “traditi uomini di buona fede”. Ma poi si deve andare avanti “per il bene del Paese”. E avanti i due andranno ancora, fidatevi.

Onoriamo il Presidente della (nostra) res publica perché è nelle sue mani che noi, gente per bene,  riponiamo dignità, fiducia e speranza: “elementi” che proprio nulla hanno a che fare con anomalie del diritto e crisi della legalità. E’ solo nella sua persona che possiamo trovare la ragione per crederci.

2 febbraio 2015

domenica 11 gennaio 2015

Checkpoint Charlie Hebdo

Questa è la quarta raccolta di disegni in memoria degli amici di Charlie Hebdo,
tutta italiana...


CHARLIE HEBDO
Ascoltavo Radio Anch'io.
Ha ragione Serra, noi alle libertà democratiche ci siamo arrivati lentamente e non senza dolore.
Sia chiaro che la condanna dei fatti di ieri a Parigi deve essere incondizionata e totale.
Resta per me il dubbio sul fatto che tutto quello che si può fare si debba fare o se limitare volontariamente la nostra libertà possa proprio scaturire da un maggior senso di responsabilità che la nostra civiltà dovrebbe avere.


Checkpoint Charlie Hebdo
di Nadia Redoglia
I Colleghi parigini puntavano la matita affilatissima. Mirando centravano perfettamente ogni entità che violentemente o pacatamente accampa il diritto di (arrogante) supremazia in quanto “eletta” e perciò autorizzata a stabilire che “tutti gli altri” possono pur essere schifosi o quasi e pertanto alla bisogna sterminabili.
La presunzione del termine “ELETTO” che segue sostantivi come “razza/popolo/stirpe ecc.” conduce SEMPRE alle più terrificanti piaghe per l’umano essere. L’ultimo che (ufficialmente) ne dimostrò l’assunto al mondo intero fu Hitler.

sabato 1 novembre 2014

Sentenza d'appello di Stefano Cucchi

Stefano Cucchi è morto da circa 5 anni. Oggi è arrivata la sentenza con la quale sono stati scagionati completamente tutti gli indagati. Poliziotti, medici e infermieri.
Non c'è nessun colpevole per lo Stato italiano.
Non c'è stata alcuna giustizia per lui e per la sua famiglia.

Oltre ad essere stato pestato e lasciato morire, si continua a infierire sui familiari e sulla sua memoria con frasi come questa che riporto dal Fatto (più sotto l'articolo completo):
Gianni Tonelli, segretario generale del sindacato di polizia Sap, esprime “piena soddisfazione” per l’assoluzione in appello di tutti gli imputati. Non solo. Perché in una nota scrive: “In questo Paese bisogna finirla di scaricare sui servitori delloStato le responsabilità dei singoli, di chi abusa di alcol e droghe, di chi vive al limite della legalità. Se uno ha disprezzo per la propria condizione di salute, se uno conduce una vita dissoluta, ne paga le conseguenze. Senza che siano altri, medici, infermieri o poliziotti in questo caso, ad essere puniti per colpe non proprie”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/31/stefano-cucchi-sorella-meritiamo-giustizia-ferrero-si-autoassolve/1183405/
Marilena Nardi



"Il processo Cucchi è una delle peggiori vergogne dell'Italia di oggi."
Stefano Bartezzaghi



Sentenza
Di Mauro Biani per il Manifesto




E' Stato Cronos
Ancora sulla sentenza Cucchi.
Mauro Biani

Fulvio Fontana



di Apicella




Il dito media continua
Marco Careddu
la vignetta fa riferimento alla foto della scandalosa esultanza alla sentenza del primo processo qui sotto
Dita medi alzati dagli assolti a Cucchi
anno 2013




Sentenza
CeciGian


Orrore
CeciGian



di Pietro Vanessi





Prove insufficienti: un cadavere non basta
http://www.lastampa.it/2014/10/31/italia/cronache/caso-cucchi-tutti-assolti-in-appello-per-insufficienza-di-prove-WHni9dMihmx7avRNSdfE1M/pagina.html
Gianfalco


era il 2009
Paolo Lombardi




Orrore
fabiomagnasciutti





 Caso Cucchi: tutti assolti
 di Tiziano Riverso

*
un paese da sempre senza giustizia,in balia delle correnti dei magistrati
Vincino Gallo


Chi è Stato?
massimo gramellini
Recita il ritornello: le sentenze si rispettano. Però non possono diventare lotterie, come accade quando sugli stessi fatti il giudizio d’appello smentisce, ribaltandolo, il processo precedente. Per l’accusa Stefano Cucchi è morto in carcere di botte e di stenti. Per il primo giudice «soltanto» di fame e di sete. Per la corte d’assise neanche di quello. Ne dovremmo dedurre che sia ancora vivo. O che si sia ammazzato da solo. E infatti è questa la versione che ci vogliono apparecchiare: Cucchi si sarebbe lasciato morire di inedia. Se medici e infermieri hanno una colpa, è di non avere insistito con la forza per nutrirlo.
Una «responsabilità morale» ammette persino Giovanardi. E le fratture? E gli occhi pesti? E il corpo preso in consegna vivo dallo Stato e restituito cadavere alla famiglia? Una famiglia che ha sempre rispettato e aiutato le istituzioni, al punto di fornire prove a carico del figlio sul possesso di droga. Toccherà alla Cassazione mettere il timbro su questa storia allucinante, dove il latinorum dei giudici è contraddetto dalla potenza persuasiva delle foto. Purtroppo abbiamo fin d’ora una certezza: che quando una delle due sentenze risulterà sbagliata, nessun magistrato pagherà per il suo errore.
P.S. Solidarietà ai poliziotti e agli agenti penitenziari che accettano di farsi odiare dal prossimo per 1200 euro al mese. Ma il portavoce di un loro sindacato che - di fronte alla morte impunita di un uomo - dichiara: «Se uno ha disprezzo per la propria condizione di salute e conduce una vita dissoluta, ne paghi le conseguenze», dovrebbe fare soltanto una cosa. Vergognarsi.



di GLMart


Le vignette di ElleKappa - Repubblica.it


occhio alla salute
Natangelo


Nessuna pietà
Natangelo


Staino- Corriere


Vauro

 
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Disegni - Il fatto quotidiano



di Mario Airaghi