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giovedì 4 febbraio 2021

Quirinale, incarico a Mario Draghi. Ha accettato con riserva.

 Mario Draghi ha ricevuto l'incarico dal capo dello Stato. "Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto al Quirinale il professor Mario Draghi al quale ha conferito l'incarico. Il prof Draghi si è riservato di accettare", è la dichiarazione del Quirinale letta dal segretario generale Ugo Zampetti rilasciata dopo un'ora e dieci di colloquio tra Mattarella e Draghi. 

"Ringrazio il presidente della Repubblica per la fiducia che mi ha voluto accordare.

E' un momento difficile", ha detto Mario Draghi dopo l'incontro al Quirinale.

Mario Draghi

Gio / Mariagrazia Quaranta

http://www.caricaturegio.altervista.org/


Incarico

Franco Portinari


Staino


San Draghi

Temo che si sia perso solo del tempo prezioso. Le mattane di Renzi avrebbero dovuto far capire da subito che l'unica soluzione era questa senza dare al leader di Italia Viva tutto il tempo per sfogare il suo livore, non tanto nei confronti  di Conte come persona ma di non essere lui a capo del Governo nonchè  l'opportunità di rivendicare l'incarico a Draghi come una sua vittoria.

Noi tutti abbiamo perso del tempo, la classe politica quel poco di credibilità che aveva ancora.

Ora sarà meglio non aspettarsi miracoli, cerchiamo di uscire vivi dalla pandemia e dalla crisi economica ma, appena possibile, rivediamo un po' seriamente la legge elettorale.

Gianfranco Uber



Lo chiamavan Draghi, dicevan che era un mago  

L’Italia è grata all’Europa. I francesi ci hanno dato una mano a vincere una guerra d’indipendenza, i tedeschi e i simil-tedeschi, ossia gli austriaci, ci hanno sempre amato e occupato volentieri. Da Cecco Beppe a Hitler alla Merkel. Poi vengono in vacanza sul Lago di Garda, considerano Verona un hub della loro penetrazione commerciale, fanno a Roma quel che non è permesso a Francoforte, tipo fare bisboccia e spezzare le dita delle statue antiche, o tuffarsi nella Fontana di Trevi. La stessa Inghilterra, europea geograficamente ma non politicamente, ha fatto posto a Garibaldi quand’è sbarcato con i suoi Mille in Sicilia infilandosi con la sua bagnarola tra due navi inglesi per non essere cannoneggiato dai borbonici. Tutto questo Ursula lo ha ricordato a Mario Draghi, prima di affidargli l’incarico di formare il nuovo governo si fa per dire italiano. L’Italia è grata all’Europa, ma l'Europa sarà grata all'Italia?

Ivano Sartori



Con riserva #MarioDraghi #governo #VitoCrimi

Walter Leoni




Mario Draghi.

Sironi


Dopo il fallimento della politica Mario Draghi è l’uomo che deve salvare l’Italia dalla crisi politica.

#SuperMario #MarioDraghi #politicaitaliana #politica

Durando


Draghi

Tiziano Riverso


Conte Dracula
The @ECB president, Mario Draghi, has announced new measures to revive the #Eurozone economy, though his critics have labelled him "Count Draghila". [by @mwcartoons]





Biani



La crisi di Governo ha attivato il Maestro che rinuncia al consueto delay e sta sul pezzo della crisi, regalandoci subito il primo calembour del ciclo draghiano, tratto da un fumetto della sua infanzia da pronunciarsi rigorosamente “Mandrache”. Secondo il Maestro quindi per governare la compagine politica italiana ci vuole uno stregone che utilizza trucchi ipnotici, e come dargli torto?!
Sullo sfondo di una battaglia di grisaglia e con la composizione sedie-tavolino che fa venire il mal di mare, è chiaro comunque che la navigazione sarà in tempesta. Mattarella sembra spaventato come non mai e Draghi dall’aspetto sornione e vagamente perfido, ma il senese ci lascia intravedere il suo lato umano: il potentissimo uomo della BCE con quella mano pendula, non rinuncia ad un italico scongiuro.
[DragonTrainer]
Giannelli


#Draghi #Mattarella #crisidigoverno

Vauro


a scuola dai gesuiti

Soria



Gold man vs. poor man

Franco Stivali



Il paese dei farlocchi

Mellana




sabato 28 dicembre 2019

Che il 2020 sia migliore! di Francisco Punal Suárez

Dalcio Machado - Brasil

Che il 2020 sia migliore!
di Francisco Punal Suárez
Speciale per Fany Blog

L'umorismo, essendo rischioso e non avendo confini nella terra dell'immaginazione, è
capace di affrontare in modo creativo, con le sue armi desacralizzanti, qualsiasi argomento della vita sociale.

Non esistono valori "sacri" che non possano essere esaminati attraverso il prisma dell'umorismo.

Ora, per i festeggiamenti di Capodanno, i disegnatori satirici offrono una visione.
Questo evento dovrebbe provocare una riflessione in mezzo al caos, l'inquinamento, 'egoismo, l'ambizione, la mancanza di solidarietà e le guerre, che caratterizzano il pianeta su cui viviamo.

Una data come questa, è per molti artisti, un mero pretesto per riferirsi a soggetti
della natura umana, o temi scottanti, che colpiscono milioni di persone in questo mondo tormentato, sempre attraverso il prisma dell'umorismo o della satira.

Tutto ciò che resta da dire è che l'umorismo non sia
mancante nel 2020!

giovedì 30 maggio 2019

Libro: "Lo sputasentenze" di Claudio Mellana




LO SPUTASENTENZE. AFORISMI, CALEMBOURS E RIFLESSIONI

Autore: Mellana Claudio
Neos Edizioni

Era talmente razzista che se avesse
potuto avrebbe proibito l’umorismo
nero.

venerdì 9 novembre 2018

Claudio Mellana (2)




LA VIGNETTA DELLA SETTIMANA: 18/10/2018

Tentazione





LA VIGNETTA DELLA SETTIMANA: 25/10/2018

Violenza cieca



L'Aforisma

La Differenza Tra Una brava persona atea e Una brava persona credente E che il primo lo è gratis.

LA VIGNETTA DELLA SETTIMANA: 2/11/2018

Legittima offesa


L'Aforisma

Pensate come sarebbe cambiata la storia se fossero stati i bambini a mangiare i comunisti.



LA VIGNETTA DELLA SETTIMANA: 9/11/18

Tra anatre


L'Aforisma (egocentrico)

Penso di essere il nuovo San Francesco. Spesso infatti quando parlo con gli altri mi sembra di rivolgermi a degli animali.



Claudio Mellana (Torino, 30 settembre 1948[1]) è un illustratore e fumettista italiano.
Ha cominciato pubblicando su riviste underground o politiche alla fine degli anni sessanta. Nel 1970 ha fondato con Dario Mairano la rivista underground Pelo e Contropelo, attiva sino agli anni ottanta. Nel 1975 viene realizzata a Torino la prima mostra di satira politica, chiamata anch'essa Pelo e Contropelo.
La sua prima importante collaborazione è del 1972 con Ca Balà, la rivista madre della moderna satira politica italiana, e poi si estende a svariati periodici e giornali: ABC, IO, Nuovasocietà, Pianeta, Radiocorriere, Il Collezionista. Suoi disegni compaiono su l'Unità, La Stampa, Stampa Sera, Paese Sera.
Si dedica, a partire dagli anni '70, quasi esclusivamente alla satira politica e realizza centinaia di vignette, e manifesti, per i giornali sindacali della CGIL.
Partecipa a numerose mostre, in Italia e all'estero, ricevendo anche riconoscimenti e premi.
Con Dino Aloi ha curato, per Feltrinelli, nel 1991 il libro Un Lavoro Da Ridere: Antologia Della Satira Del Movimento Operaio Dall'Ottocento a Oggi , nel quale vengono raccolte le vignette a carattere sindacale comparse nei periodici italiani dalla metà dell'800. Ancora con Dino Aloi, dal 1994, cura il Premio intitolato a Giorgio Cavallo per la satira e l'umorismo, per conto della città di Moncalieri. Nel 2007 collabora alla realizzazione della mostra "Ludere et ledere" (Umorismo grafico e satira politica) tenutasi a Bergamo. Nel 2008 alla mostra "Il sorriso graffiato" ( Fascismo e antifascismo nel disegno satirico dalla grande guerra alla Costituzione) tenutasi al Castello di Ussel a Chatillon in Valle d'Aosta. Nel 2010 alla mostra "Dalla Storia alla Satira" (Cronache ed eventi in caricatura da Cavour ad Andreotti) tenutasi all'Archivio di Stato di Torino. Nel 2010, insieme a Dino Aloi, pubblica "Umoristi in Piemonte" (Dizionario di autori e riviste per sorridere e graffiare dal 1848 ad oggi). Nel 2011 collabora alla realizzazione della mostra "La donna immaginata. L'immagine della donna" tenutasi a Torino.
Ha pubblicato, ad oggi, oltre 3000 vignette.

mercoledì 10 ottobre 2018

Claudio Mellana



LA VIGNETTA DELLA SETTIMANA: 10/10/2018






Per Salvini
Un evasore è colui che vive al di sopra delle mie possibilità.



LA VIGNETTA DELLA SETTIMANA: 7/10/2018



Si avvicina Natale
Il bimbo guardò la statuetta di Gesù Bambino e con i lucciconi agli occhi gli disse:” Perché a me hai fatto dono della fede e a mio fratello di una play station?”


Claudio Mellana (Torino, 30 settembre 1948[1]) è un illustratore e fumettista italiano.
Ha cominciato pubblicando su riviste underground o politiche alla fine degli anni sessanta. Nel 1970 ha fondato con Dario Mairano la rivista underground Pelo e Contropelo, attiva sino agli anni ottanta. Nel 1975 viene realizzata a Torino la prima mostra di satira politica, chiamata anch'essa Pelo e Contropelo.
La sua prima importante collaborazione è del 1972 con Ca Balà, la rivista madre della moderna satira politica italiana, e poi si estende a svariati periodici e giornali: ABC, IO, Nuovasocietà, Pianeta, Radiocorriere, Il Collezionista. Suoi disegni compaiono su l'Unità, La Stampa, Stampa Sera, Paese Sera.
Si dedica, a partire dagli anni '70, quasi esclusivamente alla satira politica e realizza centinaia di vignette, e manifesti, per i giornali sindacali della CGIL.
Partecipa a numerose mostre, in Italia e all'estero, ricevendo anche riconoscimenti e premi.
Con Dino Aloi ha curato, per Feltrinelli, nel 1991 il libro Un Lavoro Da Ridere: Antologia Della Satira Del Movimento Operaio Dall'Ottocento a Oggi , nel quale vengono raccolte le vignette a carattere sindacale comparse nei periodici italiani dalla metà dell'800. Ancora con Dino Aloi, dal 1994, cura il Premio intitolato a Giorgio Cavallo per la satira e l'umorismo, per conto della città di Moncalieri. Nel 2007 collabora alla realizzazione della mostra "Ludere et ledere" (Umorismo grafico e satira politica) tenutasi a Bergamo. Nel 2008 alla mostra "Il sorriso graffiato" ( Fascismo e antifascismo nel disegno satirico dalla grande guerra alla Costituzione) tenutasi al Castello di Ussel a Chatillon in Valle d'Aosta. Nel 2010 alla mostra "Dalla Storia alla Satira" (Cronache ed eventi in caricatura da Cavour ad Andreotti) tenutasi all'Archivio di Stato di Torino. Nel 2010, insieme a Dino Aloi, pubblica "Umoristi in Piemonte" (Dizionario di autori e riviste per sorridere e graffiare dal 1848 ad oggi). Nel 2011 collabora alla realizzazione della mostra "La donna immaginata. L'immagine della donna" tenutasi a Torino.
Ha pubblicato, ad oggi, oltre 3000 vignette.

mercoledì 14 settembre 2016

Querelare Charlie Hebdo?


Querele
La querela a Charlie Hebdo non è satira che fa ridere, è satira che fa pensare.
Mauro Biani




Il dramma di Amatrice continua… – da Il Fatto Quotidiano – http://www.natangelo.it #charliehebdo #amatrice #pasta
Natangelo




Querelare Charlie Hebdo? La strada della libertà non si può bloccare con le censure
Gianni Rossi

D'ora in poi si potrà ancora dire o parlare di un "accordo all'amatriciana", "politiche e promesse in salsa amatriciana", come sinonimo di inciucio, pastrocchio di basso livello? O c'è il rischio che il presenzialista sindaco di Amatrice ci quereli tutti? E parlare di mafia, malaffare, di amministratori corrotti o distratti, di edifici per lo più pubblici (scuole, ospedali, caserme) che crollano, pur essendo stati ristrutturati proprio con i fondi dei precedenti terremoti? E si potrà ricordare quello che sentenziano tutti i più autorevoli sismologi del mondo che "ne uccide più l'incuria e l'incompetenza degli uomini, che il sisma"?

È vero, Charlie Hebdo usa una "satira urticante", non perdona nessuno, neppure Dio o Allah, Gesù e Maometto, potenti vivi e poveri morti ammazzati, papi e imam, politici di destra o di sinistra. Charlie è stato ruvido anche con i propri morti, uccisi nella redazione (segnale di avvio della nuova stagione del terrorismo fondamentalista), al teatro Bataclan e bistrot vicini, a Nizza, all'aeroporto e nel metro di Bruxelles. Se si leggessero le sue pagine, però, ci si renderebbe conto che si tratta anche di un settimanale che analizza con serietà e con studiosi esperti i fatti politici, economici e culturali del mondo.

Molti, dopo il 7 gennaio del 2015 e la manifestazione dell'11 con 4 milioni di persone per le strade di Parigi, sono tornati a leggerlo, e molti oggi non lo comprano più, non condividendone la libertà urticante della sua visione editoriale-cultural-politica. Ma nessuno ha mai ritenuto diffamante i contenuti delle sue vignette legate a eventi di cronaca sanguinaria. Neppure il sindaco e gli abitanti di Nizza se la sono presa per le vignette sull'attentato del 14 luglio, come quella che recitava così: "Nizza: come è riuscito il camion ad entrare nella zona vietata?", dal camion con su scritto "Gelati", un arabo stilizzato risponde al vigile urbano: "Vengo a freddare i turisti", e il poliziotto, "OK, andate pure". In un'altra il camion sfrecciava con la dicitura agghiacciante: "Dio esiste e pesa 10 tonnellate"!.

La libertà di espressione anche nelle sue forme artistiche per immagini è una delle conquiste più importanti, che ci riportano proprio alla rivoluzione francese del 1789. Scorrendo alcune esposizioni al Louvre e al Museo d'Orsay ci siamo soffermati spesso sulle stampe di vignette satiriche nell'Ottocento e nei primi anni del Novecento: erano di una "cattiveria", politicamente scorrette, come neppure oggi ci si immagina. Eppure, i politici, l'imperatore, i generali, i "poteri forti" insomma, non si appellavano ai giudici per "ristabilire l'onore" messo in berlina. C'era sempre chi dalla tribuna avversa si "vendicava" con altrettanta virulente satira.

E poi che dire del messaggio insito nelle due vignette in questione? Certo, la prima era mal congeniata per i nostri gusti; ma la seconda "azzeccata", come direbbe Di Pietro. Ancora paghiamo nelle accise e nel disastro dei conti pubblici per le indecenti ricostruzioni dei paesi distrutti dai terremoti del Belice e dell'Irpinia (come non ricordare la puntuale e dettagliata Relazione della Commissione parlamentare presieduta da Oscar Luigi Scalfaro, poi divenuto capo dello Stato, "Le mani sul terremoto", con 58 mila miliardi di lire, circa 52 miliardi di euro, spesi dagli italiani e persi nei rivoli del malaffare politico camorristico?).

C'è chi parla, indaga, scrive, documenta con servizi radio e TV la tragedia, il dolore dei superstiti, gli sforzi sovrumani dei soccorritori, e chi invece usa "l'arma della satira" graffiante ed estemporanea. Tutti, comunque, cercano di informare e di fare una breccia nelle coscienze dell'opinione pubblica, colpita e commossa, che dopo i primi giorni rischia di addormentarsi, di perdere l'attenzione umanitaria e solidaristica. Ecco, la satira entra diretta nelle nostre coscienze come un pugno nello stomaco, per ricordarci il dramma e cosa c'è dietro a questi "disastri naturali", in un territorio che da secoli è considerato il più sismico d'Europa. In altre parti del mondo si è saputo affrontare queste calamità da tempo, senza che si creassero connubi tra politici locali e nazionali e ambienti del malaffare, col risultato di costruire, troppo spesso, edifici che poi crollano come castelli di sabbia, o peggio ancora intascarsi le tangenti senza neppure ricostruire.

Queste querele contro la libertà di espressione sono atti di censura anacronistici. Non andrebbero neppure prese in considerazione da parte dei magistrati. La libertà di coscienza e di opinione è una strada d'importanza universale, difficile da percorrere, irta di insidie, ma certo non teme i terremoti, quanto la mano degli uomini. Purtroppo!

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Il mio interessantissimo contributo al dibattito sulla satira stamattina su Canale 5 (finalmente un canale nazionalpopolare e non solo quella roba da carbonari che è La7). Provo a parlare insieme all'avvocato del comune di Amatrice (cioè uno che crede che - con 300 morti e migliaia di sfollati e vari paesi da ricostruire- sia più utile querelare un giornale di satira straniero per una vignetta) e insieme a Filippo Facci. Quando dall'alto dei miei studi in legge (sì, ho studiato legge) ho chiesto all'avvocato "Va bene, e come crede che finirà questa querela?" credo di aver intravisto il baratro.
Mario Natangelo







Davide Charlie Ceccon



Intervista a Marika Bret, giornalista di Charlie Hebdo.

Marika Bret: 
"Potremo commentare qualcosa quando riceveremo la denuncia, 
perchè al momento noi non abbiamo ricevuto assolutamente nulla. 
Non possiamo dare un commento prima di vedere le carte.
Si è dato molto spazio a chi ha criticato con forza le vignette,
 ma ci si è dimenticati di tutti quegli italiani che attraverso i loro blog 
hanno spiegato cos'è la satira, cos'è lo humor nero.
I giornali satirici, il linguaggio satirico sono molto poco conosciuti
 in Italia.
Queste vignette non vanno estrapolate dal contesto, da ciò che è Charlie Hebdo."
Giornalista: 
"Quindi insomma, secondo voi si è trattato di un problema di cattiva comprensione? le vignette non sono state capite?
Marika Bret: "SI!"




Paolo Lombardi


Fran


JE SUIS ENCORE CHARLIE


Tra il settembre 1997 e il marzo 1998 numerose scosse di terremoto colpirono l’Umbria e le Marche. L’allora sindaco di Gualdo Tadino, Rolando Pinacoli, oltre ad affrontare i problemi della ricostruzione decise che poteva aiutare i concittadini sdrammatizzando, con intelligenza, la catastrofe abbattutasi sulla comunità.
Chiese quindi a Dino Aloi di realizzare una mostra umoristica sul terremoto.
La mostra si fece, si intitolò Matite tremolanti.
Io realizzai una vignetta nella quale un anziano appoggiato ad un bastone, scosso da un improvviso e violento tremito, implorava “Speriamo sia solo il Parkinson”.
Nessuna associazione di malati strillò alla gratuita denigrazione di chi era affetto dalla terribile malattia e la mostra ebbe un ottimo successo.
La vignetta di Charlie sul recente terremoto é invece parsa a molti brutta, squallida, inopportuna, vergognosa, ecc.
Eppure la successiva vignetta di Charlie, di spiegazione, dovrebbe ormai aver chiarito che invece si trattava di una intelligente e violenta messa alla berlina della corruzione, dell’insipienza e delle infiltrazioni malavitose che innegabilmente sono le maggiori cause del disastro. Italianissimi problemi.
Le anime belle che si sono indignate al massimo possono dire che non hanno riso perchè l’humour nero non gli piace. Legittimo ma niente di più.
Certo se Benigni fa un film, dove si ride, sui campi di concentramento e Charlie Chaplin in Shoulder Arms (Charlot soldato) fa ridere sui soldati che muoiono al fronte nel 1918 tutti sono d’accordo nel dire che si tratta di trovate geniali. Ed è così.
Ma perché la vignetta di Charlie non sarebbe geniale? Perchè è cruda? Probabilmente. Ma ne avevano fatte molte anche sul dramma di Fukushima e quelle su Maometto hanno fatto ridere anche coloro che oggi si indignano. Solo che loro hanno poi versato un tributo di sangue alla libertà di essere anche eccessivi.
Per altro l’ambasciatore francese che si dissocia da Charlie dovrebbe anche dissociarsi da André Breton il quale nel manifesto del surrealismo da lui scritto ne descriveva le caratteristiche così:”…automatismo psichico …dettato dal pensiero in assenza di ogni controllo esercitato dalla ragione, al di fuori d’ogni preoccupazione estetica o morale”.
Perché Breton è anche di fatto il fondatore dell’Umour noir o meglio, quello che ci ha insegnato che ridere alla proposta di Jonathan Swift di risolvere il dramma della carestia in Irlanda mangiandosi i bambini, ben prima che lo facessero i comunisti, era da persone intelligenti.



Les lasagnes du maire
Paride Puglia