La strage di Bologna del 2 agosto del 1980. Ultime, dopo 34 anni.
Mauro Biani
2 agosto 1980
Edy Perazzolli
Anche quest’anno c'è sta la delusione dell’Associazione famigliari delle vittime, presieduta da Paolo Bolognesi.
Pper l’ennesima volta, c'era l’assenza del presidente del Consiglio.
Renzi non si è fatto vedere la possibilità di ricevere fischi era alta.
Molto più facile muoversi su terreni sicuri come a Genova all’arrivo della nave Concordia o a Palazzo Chigi a ricevere la squadra italiana di scherma per festeggiare le medaglie, mandando al suo posto il ministro Poletti.
Ma Renzi, qualcosa ha fatto,rispetto a tutti quelli che lo hanno preceduto a Palazzo Chigi.
Dopo anni di sollecitazione delle associazioni dei famigliari delle vittime e di Bolognesi in particolare (che è entrato in Parlamento solo per raggiungere questo obiettivo), è stato rimosso dagli atti, nell’aprile scorso, le classifiche di segretezza (riservato, riservatissimo, segreto, segretissimo), questo consentirà la libera consultazione rispetto al limite minimo previsto di quarant’anni della “memoria dello Stato”, fatta da ben 110 chilometri di documenti.
E’ il primo atto verso la trasparenza perché il vero problema sulle stragi è da sempre il segreto di Stato. E’ stato un messaggio politico importante anche nei confronti di chi negli anni ha insabbiato: “Le coperture sono finite, nessuno può considerarsi al di sopra di ogni sospetto”. Questo è solo il primo atto di giustizia nei confronti dei famigliari delle vittime e dei cittadini, il secondo sarà quello di cambiare i dirigenti responsabili dei servizi, come ha dichiarato Bolognesi: “Gli uomini abituati a coprire non possono essere quelli che scoprono”.
Ed ora al lavoro!
"Di quel periodo ricordo chiaramente le urla di mia madre al telefono, è la cosa che mi è rimasta più impressa. Era da poco passata l'ora di pranzo e ho telefonato a mia madre per dirgli che il viaggio in treno era andato bene, eravamo partiti alle 10:10 dalla stazione di Bologna, la nostra meta era stata raggiunta, a Rimini, ignari di tutto. Non mi ha lasciato nemmeno parlare, urlava di pianto perchè temeva che anch'io e i miei amici potevamo essere tra le vittime. Non capivo, lei mi spiegava singhiozzando e nello stesso tempo si sentiva che era sollevata dal fatto che io ero li, al telefono, e non sotto le macerie, sentivo le voci delle madri dei miei amici attraverso la cornetta del telefono, che ci passavamo di mano in mano in seguito ai nomi che ogni madre chiamava al ricevitore. Non capivo bene, non capivamo. 20 giorni dopo al rientro dalle vacanze capii del tutto cosa era successo, capii cosa era rimasto di quella giornata, di quel mattino che ha sporcato di nero le pagine della nostra storia, per sempre. Era il 2 agosto 1980". Moreno Corelli (fonte: Blog di Beppe Grillo)
Paride Puglia
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