venerdì 3 dicembre 2010

Bologna "Taxi & Umorismo"

Cari Amici
vi segnalo un appuntamento culturale (e a scopo benefico) che si terrà lunedì prossimo a Bologna.

Si tratta di questo: Alessandro Molinari Pradelli  ("giornalista, scrittore, ideatore e produttore di eventi culturali e gastronomici") ha ideato una mostra di opere di illustrazione, fumetto, satira, con relativo catalogo bilingue e presentazione di Francesco Guccini, congiunta ad un'asta delle stesse che servirà a raccogliere fondi da destinare all'Africa. La mostra si inaugura a Bologna ma poi diventerà itinerante e, nelle intenzioni, dovrebbe andare anche oltre confine.

62 Autori (io ho il piacere di essere tra questi...) hanno aderito all'iniziativa donando i propri disegni, vignette e illustrazioni (sono ben 133 opere! Tra le chicche, anche un rodovetro della sigla di SuperGulp di Bonvi) e lunedì prossimo oltre 50 di questi Autori saranno presenti all'inaugurazione della mostra e dell'asta.
Sarà possibile incontrarli, intervistarli, ecc, ecc... Credo si tratti del maggior "raduno" di disegnatori e umoristi mai organizzato prima in Italia e ovviamente... sarà possibile acquistare le loro opere.

Lo sponsor è la COTABO (consorzio taxi di Bologna) e molte delle vignette saranno proprio dedicate al tema dei taxi.

Vi allego la presentazione di Molinari Pradelli e quella di Guccini.
Aggiungo anche una delle immagini che ho realizzato io, l'invito è ovviamente a venire a vedere tutte le altre...
Chi fosse interessato può trovarci alle ore 16 presso  I Portici Hotel, Via Indipendenza 69, Bologna (a 300 m dalla stazione ferroviaria).
Per ulteriori info, non esitate a contattarmi.
Marilena Nardi 
Marilena Nardi


Presentazione
Sono stato contattato dalla COTABO (Consorzio Taxi – Bologna) per ideare ed organizzare una
manifestazione che riguardasse i taxi e la cultura, il tutto a favore del prossimo, con finalità sociali, di
beneficenza.
Un progetto in partenza dalla mia città, Bologna, capitale del buon senso e dell’ospitalità, unita alla
cultura; a proposito di cultura, la più antica Università al mondo.
Ho pensato di coinvolgere gli amici illustratori, artisti a tutto campo, dall’idea fulminante, geniale,
dalla matita facile, dalla disponibilità e dal rispetto.
Insomma, siamo riusciti a trascinare 62 maestri del disegno, dell’illustrazione, della satira, dell’umori-
smo. Tutti, disponibili a partecipare alla fase finale sviluppata in un giorno d’asta, il cui ricavato andrà
a finanziare la campagna di UNICEF “Scuole per l’Africa” ed il progetto “Il Fiore della Solidarietà”
dell’Antoniano di Bologna, oltre ad altre attività in favore dell’infanzia.
Partiamo da questo catalogo, che riproduce le opere che voi ci avete mandato, disposte secondo
l’Autore in ordine alfabetico. Noterete che le lingue del testo sono 2, e cioè italiano e inglese; questo
perché la CO.TA.BO, dopo aver allestito una mostra di presentazione delle opere a Bologna, conta
di renderla itinerante.
Alla stesura ed edizione di questo catalogo seguirà una giornata dedicata all’asta dei disegni, dove
saranno invitati tutti gli autori che hanno creduto in noi e hanno voluto partecipare, in qualità di te-
stimoni, per aggiudicare le opere ai migliori offerenti; da qui il ricavato che servirà per la beneficenza.
A proposito, debbo rivelare fin d’ora che la partecipazione degli Artisti è stata quasi unanime, incre-
dibilmente numerosa: li ringrazio, siamo riusciti a riallacciare i vecchi rapporti di conoscenza, d’ami-
cizia e di stima. Non parlo poi di quanti, caricati dall’idea di contribuire al bene di lontane, sfortunate
popolazioni, hanno inviato più disegni, hanno voluto forzare il freddo rituale per dilatare, ingigantire,
lievitare l’operazione. Un Autore ha donato 18 disegni.
Un augurio; che la mostra riproducente le opere inviate e presenti all’asta possa realizzarsi e diffon-
dersi in diverse sedi culturali, in differenti contesti. Che l’automezzo taxi possa, ancora una volta,
farsi portatore di cultura, di arte, di civiltà, di progresso.
Alessandro Molinari Pradelli

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Altan
FRANCESCO GUCCINI

Che dire, sul taxi (o tassì) e/o i taxisti ( tassisti)? “Scrivi tu l’introduzione!”, mi dice con garrula voce il Molinari Pradelli, e io cerco di prendere tempo, come sempre, ho scritto più introduzioni/presentazioni che canzoni e romanzi e ogni tanto una pausa non guasterebbe. “Adesso vedo, ho molto da fare, non so, per quando ti ci vorrebbe?” Prima mi arruffiana: “Ma cosa ti ci vuole, tu sei bravissimo in queste cose!” Dopo: “Hai tutto il tempo che vuoi!” mente per la gola l’infame. Poi mi chiama il giorno dopo: “Hai già fatto? Aspettano solo te per andare in stampa”. Così scopro che “hai tutto il tempo che vuoi” voleva dire “oggi stesso”, anzi, “ieri sarebbe stato meglio”. Così eccomi qua, e invece di: a) finire di leggere l’ultimo giallo di Camilleri, b)guardare quel film alla televisione che avevi perso e che oggi misteriosamente ridanno e vorresti tanto vederlo, c)correggere le bozze del giallo che Machiavelli ed io abbiamo scritto e se non consegnamo al più presto“ci fanno neri”, d)farmi semplicemente i cavoli miei, eccomi qua, dicevo, a trovare uno spunto qualunque per entrare in argomento. Già, uno spunto. Non ho mai avuto patente quindi uso spesso il taxi, dovunque vada. Come molti, anch’io ho sognato di salire su un taxi e dire: “Presto, segua quella macchina!” ma non l’ho mai fatto, perché davanti non c’è mai stata una macchina da seguire e per paura che il tassista si volti e dica, con fare scocciato: “Senta io sono qui per lavorare. Oggi è il quinto che mi fa questa tomella. Mi dica dove deve andare e bóna lè!”. Oppure, sentire il tassista che si volta e afferma: “Grazie, è una vita che sogno che qualcuno me lo dica!”

Potrei allora buttarla sull’internazionale (si fa sempre bella figura) e parlare dei tassisti di New York, oggi di etnie fra la più misteriose esclusa quella americana, che parlano un inglese improbabile e che non conoscono assolutamente la città, o di quelli di Londra, su quelle loro auto colossali e caratteristiche, anche loro parlanti un inglese improbabile (forse corretto, ma alle mie orecchie latine TUTTI i parlanti inglese parlano un inglese improbabile), o di quelli di Madrid, che al mio tentativo di parlare spagnolo mi guardano stupefatti e alla mia replica in italiano sorridono e mi portano sicuri a destinazione. Ho preso tassì a Parigi, a Barcellona, a Buenos Aires e a Rio de Janeiro (e qui, data la loro velocità

e lo stato del traffico, un’assicurazione sulla vita non guasterebbe). L’ho preso anche a Budapest, un posto dove Italia si dice, mi sembra, Olaz, o qualcosa di simile, e quindi si capisce come lì ci sia la necessità di un foglietto con l’indirizzo scritto altrimenti, data la nota comprensibilità della lingua magiara, sono guai. Finiscono qui le miei esperienze internazionali di tassì.

Certo ho preso tassì anche in Italia (ma fa meno fi ghetto), a Roma e a Milano, addirittura a Porretta Terme. Anche a Napoli, una volta. Era naturalmente un tassista abusivo (avevo fretta d’andare in stazione, poi erano tutti abusivi, lì dov’ero), non m’intendo d’automobili ma era una macchina molto piccola ed eravamo in quattro. Aveva un mangianastri che trasmetteva canzoni napoletane a un volume terrificante, si buttò in mezzo al traffico con coraggio leonino cantando lui stesso squarciagola. A un incrocio, dove tutti incuranti dei semafori volevan passare da tutte le parti, si è preso in pieno con un’altra auto. I due autisti sono scesi questionando a gran voce con enorme mulinio delle braccia. Pensavo, qui ci scappa il morto. Invece, senza essersi toccati, sono risaliti sulle rispettive vetture, il mio dopo aver raccattato per terra mezzo parafango anteriore e averlo messo nel portabagagli. Il tutto in un tripudio di clacson. Un’esperienza entusiasmante. Ma in questo libro si parla della COTABO, quindi tassisti rigorosamente bolognesi, niente etnie misteriose, al culmine dell’internazionale puoi sentire un’inflessione ferrarese, che puoi comprendere con relativa facilità. I piloti conoscono bene la città, aiuta il fatto che Bologna, be’, ammettiamolo, non sia una metropoli, al massimo c’è qualche neofita del mestiere che usa il navigatore, ma è legittimo, anch’io quando vado un poco in periferia mi perdo. Non c’è bisogno di interprete o di biglietti scritti. Non ho patente, dicevo, e uso spesso il taxi, anzi, il radiotaxi, che è comodissimo. Basta non chiamare quando piove o quando ci sono delle fiere, allora si rischia di trovare occupato e, se si prende la linea, di ascoltare per ore allegre musichette. Finalmente (a volte MOLTO finalmente) compare una voce amica, anche se distaccata e professionale, “COTABO dicaaa” (è difficile imitare scrivendo il tono distaccato e professionale). Dato l’indirizzo la stessa voce mi chiede o il nome e cognome, o il numero di telefono, o tutti e due (anche nessuno dei due). Ora mi chiedo: se dessi un nome falso, o un numero di telefono inesistente, come farebbero al centralino a verificare l’inesattezza dei dati. Molto meglio quando, al mio “via Paolo Fabbri 43, per favore” una voce petroniana risponde: “Ciao Guccio, come va, ti mando subito una macchina”. Ci sarebbe da dire qualcosa sui disegnatori e le loro bellissime centotrentatre (133) interpretazioni dei tassì, ma vorrei ricordarli parlando invece di un loro collega mio amico che purtroppo non c’è più e quindi non ha potuto collaborare al libro: Franco Bonvicini, meglio conosciuto come Bonvi, con un storiella che riguarda appunto un tassì degli anni ottanta. Una sera arriva al solito ristorante che spesso frequentavamo, a due passi dalle Due Torri. Entra e dice al gestore: “Gianni, fammi un piacere, sono venuto in tassì e non ho spiccioli. Va a pagarlo tu, per favore, che poi facciamo i conti”

Gianni esce, vede il tassista fermo vicino alla macchina e dice: “Sono venuto a pagare per Bonvi, quant’è?” “Centocinquantamila lire” “Centocinquantamila lire?! Ma da dove viene?” “Be’ l’ho caricato all’aeroporto di Pisa”.

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Giuliano
  Una risata a bordo del taxi
Vedu

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Martellini
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Jezek



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Bruna


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Giannelli
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Staino


Alle pareti dell’albergo di via Indipendenza sono appese le creazioni di vignettisti che campeggiano nelle pagine dei quotidiani come Altan, Massimo Bucchi, Staino, Gianni Allegra, Giannelli, Giuliano, Moimir Jezek, Alessandro Vannini, ci sono quelle del fondatore della Gamma Film Gino Gavioli e di Roberto Mangosi de La Settimana Enigmistica oppure solide fondamenta del fumetto italiano quali Paolo Piffarerio, che ha collaborato alle Storie… a fumetti di Enzo Biagi, Leo Cimpellin con le tavole di Martin Mystère, Giorgio Sommacal qui presente con un’intera storia di Cattivik, Emanuele Barison e il suo Lazarus Ledd, le glorie locali Lucio Filippucci, Giovanni Romanini e Sergio Tisselli e infine Giuseppe Palumbo e Roberto Perini, illustratori delle copertine rispettivamente di Stefano Benni e Daniel Pennac. Ben quaranta di loro si daranno di nuovo appuntamento lunedì prossimo, sempre all’Hotel I Portici alle 15.30, per partecipare all’asta benefica delle loro opere. Il ricavato andrà tutto a favore del progetto Unicef Scuole per l’Africa e del progetto Antoniano Onlus Un Sorriso per Haiti (base d’asta cento euro).
Banditore sarà il consigliere regionale Maurizio Cevenini, parteciperanno poi l’autore di Supergulp! Guido De Maria, che porterà un rodovetro con un taxi disegnato da Bonvi, lo scrittore Luigi Lepri, il regista Sebastiano Spada, il maestro Giorgio Zagnoni e Francesco Guccini, autore della prefazione al catalogo della mostra. «Non si era mai visto un raduno simile con così tanti illustratori, Bologna è una grande città con un grande senso civico e vogliamo accogliere tutti questi fuoriclasse e portarceli a casa grazie a Cotabo - ha affermato Alessandro Molinari Pradelli - siamo la prima Università del mondo, da quelle aule è uscita gente come Andrea Pazienza e Magnus, ma senza ospitalità saremmo nulla e i tassisti di questa cooperativa nata nel ’69 in tutto questo hanno un loro ruolo». La mostra sarà visitabile fino al 6 gennaio. (fonte)

Elenco autori:
Hanno inviato le proprie opere: ALLEGRA, ALTAN, BARISON, BOBO’, BONFATTI, BORTOLATO, BRUNA, BUCCHI, CALEGARI, CALLIGARO, CAMPANER, CARDELLI, CATTONI, CAVAZZANO, CECCON, CEMAK, CHIOSTRI, CIMPELLIN, CONTEMORI, COPPOLA, COSSI, COSTA, DE ANGELIS, DEL TESSA, DONARELLI, FILIPPUCCI, FREMURA, FURLAN, GAVIOLI, GHIGLIANO, GIAIOTTO, GIANNELLI, GIULIANO, ISCA, JEZEK, MAFFIOTTI, MANGOSI, MARCENARO, MARTELLINI, MASTANTUONO, MATTICCHIO, MELANTON, MORA, NARDI, ORIGONE, PALUMBO, PAPARELLI, PASSEPARTOUT, PERILLI, PIFFARERIO, PONGIGLIONE, REBORI, ROMANINI, SIRONI, SOMMACAL, STAINO, TISSELLI, TROIANO, VALENTE, VANNINI, VEDU’.

http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cultura/2010/1-dicembre-2010/taxi-strisce-1804286140314.shtml

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/12/01/taxi-umorismo.html

Taxi e Umorismo: asta a favore di Antoniano Onlus per i bambini di Haiti

Bologna "Taxi & Umorismo", la solidarietà viaggia in taxi - Unicef Italia

Una risata a bordo del taxi

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