lunedì 18 novembre 2024

Musk: "These judges need to go" and help in the Trump's American election.

 


Musk 

Gio

www.caricaturegio.altervista.it


Musk: "These judges need to go"


Elon Musk interviene nel testa a testa tra il governo Meloni e i tribunali italiani sul trattenimento dei migranti nei Cpr in Albania. Il fondatore di Paypal e Tesla, commentando su Twitter la notizia postata da un utente sulla decisione di sospendere la convalida dei trattenimenti a Gjader di 7 migranti provenienti dall'Egitto e dal Bangladesh, ha scritto: «Questi giudici se ne devono andare». 


La risposta del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella:



“L’Italia è un grande Paese democratico, che sa badare a sé stessa nel rispetto della sua Costituzione.

Chiunque, particolarmente se, come annunziato, in procinto di assumere un importante ruolo di governo in un Paese amico e alleato, deve rispettarne la sovranità e non può attribuirsi il compito di impartirle prescrizioni”.



INTERVENTI A GAMBA TESA

Mattarella ha subito provveduto a rispondere all'indiscreta intromissione di Elon Musk nei rapporti tra Organi Istituzionali italiani.

Il miliardario americano, anche se ufficialmente ricopre da poco un ruolo pubblico, può dire quello che vuole, anche se la correttezza diplomatica normalmente lo sconsiglierebbe.

Ai suggerimenti indiscreti si risponde con i fatti.

E prontamente la deputata Sara Kelany di FdI propone un emendamento al Decreto Flussi che taglierebbe fuori il Tribunale delle Immigrazioni affidando alle Corti di Appello, notoriamente paralizzate dalla quantità di ricorsi, le decisioni sui trattenimenti che, nel frattempo, rimarrebbero attivi.

#elonmusk #magistratura #migranti #albania

Gianfranco Uber



Elon Musk, commentando su X, dimostra grande interesse alle vicende italiane (...e pure che non ci ha un cacchio da fa'

Lamberto Tommasini




 Department of Government Efficiency 

by Dave Whamond, Canada, PoliticalCartoons.com

https://politicalcartoons.com/cartoon/290241



Elon Musk’s Trojan Horse 

by Pierre Ballouhey, France, PoliticalCartoons.com



My Charlemagne illustration from 

@TheEconomist

 of 16/11/24.  Musk could create problems for The EU.

Peter Schrank



Elon Musk, Trump’s fellow con man https://washingtonpost.com/opinions/2024/

Ann Telnaes

( 21 ottobre - Elon Musk ha lanciato la sua ultima idea per sostenere Donald Trump: si tratta di una lotteria che - fino alle elezioni statunitensi in programma il 5 novembre - donerà 1 milione di dollari al giorno ai potenziali elettori 21 ottobre)




Pronto a prendere d'assalto la Casa Bianca 

Bertrams

#Trump #Musk #helm #geweld #dreiging #mythologie2024 



BY Benny



 Trump & Musk 

by Osama Hajjaj, Jordan


On the way to the White House - © Chappatte in 

@NZZ

  am Sonntag, Zürich 

 👉 https://chappatte.com/en/images/way-white-house


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Elon Musk ha aiutato Donald Trump a diventare presidente. Ora cercherà di imporre la sua visione del mondo, basata su assenza di regole e controllo tecnologico. Immagine di copertina di Doug Chayka da una foto di Dimitrios Kambouris (Getty): http://intern.az/1KWZ

al 5 ottobre al 5 novembre 2024, nel mese che ha preceduto le elezioni presidenziali statunitensi, Elon Musk ha postato su X un numero impressionante di messaggi: 3.247 per la precisione, più di cento ogni giorno. Considerando che l’imprenditore è seguito da oltre duecento milioni di persone e che in questa tornata elettorale ha appoggiato in ogni modo Donald Trump, il suo ruolo nella vittoria del repubblicano è stato fondamentale.

Le Monde ha raccolto e studiato i messaggi postati da Musk, analizzando come il proprietario di X si comporta sulla sua piattaforma e spiegando in che modo quest’ultima è diventata una macchina di propaganda al servizio del ritorno alla Casa Bianca dell’ex presidente.

Trump ha ricompensato Musk annunciando che lo nominerà alla testa del nuovo dipartimento per l’efficienza governativa statunitense (Doge), insieme a Vivek Ramaswamy (già candidato alle primarie del Partito repubblicano del 2024).






mercoledì 13 novembre 2024

Trump : "I'M BACK!

 

Brighty 
@Brighti
 on #Trump #TrumpIsUnfitForOffice #electionday2024 
@TheSun
 – political cartoon gallery in London http://original-political-cartoon.com






Libertà spenta (Libertà spesa)

GIO
www.caricaturegio.altervista.it


Negazionismo climatico, muri anti migranti, dazi, spese militari, fondamentalismo religioso, carta bianca per Israele e alleanze con gli autocrati in giro per il mondo. The Donald is back.

Marilena Nardi per Left
#Trump #satire #caricature #freedom #USAToday #editorialcartoon




I’m back
#Trump #editorialcartoon #caricature #satire
Marilena Nardi


Ella Baron 
@guardian
 
@EBaronCartoons
 
#DonaldTrump2024  #Trump  #USAElection2024 #HarrisWalz  #Harris #USA2024 #democracy #Republicans #Democrats #WhiteHouse 



Farewell to America? 
by Patrick Chappatte, Le Temps, Switzerland
https://politicalcartoons.com/cartoon/290138

Dave Brown 
@DaveBrownToons
 
@Independent
 #Trump #Liberty #TrumpIsUnfitForOffice #USElection2024 #PresidentialElection2024 


Peter Brookes 
@BrookesTimes
 
@thetimes
 #Trump #WhiteHouse #TrumpIsUnfitForOffice #USElection2024 #PresidentialElection2024


Ben Jennings 
@BJennings90
 on Trump’s victory and a bleak outlook for the planet 
@guardian
 #DonaldTrump2024  #Trump 




Peter Brookes 
@BrookesTimes
 
@thetimes
 #Trump #WhiteHouse #TrumpIsUnfitForOffice #USElection2024 #PresidentialElection2024 



Martin Rowson on what Trump’s victory will mean for the environment 
@Guardian


Dave Brown's #RoguesGallery cartoon, after #ToulouseLautrec, for 
@Independent
 ... #Trump #Starmer #KeirStarmer #USElections2024 #PresidentialElection #SpecialRelationship


Peter Schrank: The Future is bleak. The Future is orange #DonaldTrump #DonaldTrump2024 #USAElection2024 #TrumpIsUnfitForOffice #RepublicansAgainstTrump 
@schrankartoons
 #USDemocracy


Peter Schrank on #DonaldTrump #DonaldTrump2024 #USAElection2024 #EU 
@schrankartoons
 #OlafScholz 
@EncompassEurope



#Election2024 #Trump
La #paura funziona sempre, ma logora lentamente qualsiasi comunità democratica, specialmente i più fragili, i più deboli.
Mauro Biani


Andrea Arroyo



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 By Left

The day after. Tutte le mosse illiberali che ci dobbiamo attendere da un presidente come Trump
Di Riccardo Alcaro -6 Novembre 2024

Negazionismo climatico, muri anti migranti, dazi, spese militari, fondamentalismo religioso, carta bianca per Israele e alleanze con gli autocrati in giro per il mondo. The Donald is back
Ora che il risultato delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti è certo, possiamo tracciare un primo quadro di quanto possiamo aspettarci da una seconda amministrazione Trump sulla base di dichiarazioni e intenzioni già esposte da Donald Trump stesso e dai suoi collaboratori più stretti.

In politica interna, il quadro è fosco. Trump è intenzionato a subordinare alla Casa Bianca il dipartimento di Giustizia, utilizzandolo come strumento contro avversari politici, rilanciando su scala molto più grande una pratica già sperimentata durante il suo primo mandato. Il neo-presidente e i suoi collaboratori presteranno anche grande attenzione a riempire l’amministrazione federale, almeno in posizioni chiave delle varie agenzie governative, con personale selezionato sulla base del criterio della fedeltà a Trump. Quest’ultimo è un aspetto centrale dell’informale agenda di governo per un secondo mandato Trump, nota come Project 2025, preparato dal think tank ultra-conservatore Heritage Foundation.

L’ex e prossimo nuovo presidente ha anche più volte espresso la convinzione che sia necessario usare la Guardia Nazionale o anche le stesse forze armate contro i “nemici interni”, una qualifica dai contorni non definiti che però lascia intendere un potenziale uso arbitrario delle forze di sicurezza contro avversari politici o cittadini che protestano. Non è il caso di immaginarsi le forze americane trasformarsi in una Gestapo che opera razzie notturne. Ma è un segnale inquietante di una potenziale riduzione delle libertà civili di protesta. Del resto Trump ha anche dichiarato di volere agire contro i dispensatori di fake news, ovvero i media non allineati, sebbene non sia certo in che modo e con quale efficacia il governo federale potrà limitare un diritto tanto garantito in America (dalla Costituzione, i tribunali e i singoli stati, oltre alla società civile) come quello della libertà di stampa.

Sul fronte dell’immigrazione, Trump ha già espresso l’intenzione di costruire campi di detenzione per immigrati irregolari in attesa di deportazione, anche se l’obiettivo espellere tutti gli 11-12 milioni di migranti irregolari resta chiaramente fuori portata.

Già durante il suo primo mandato, Trump ha nominato un numero significativo di giudici federali conservatori, e continuerà a farlo almeno nei prossimi due anni grazie al fatto che i Repubblicani hanno ottenuto la maggioranza al Senato, a cui spetta l’autorità di approvare le nomine presidenziali per le corti federali.

In politica economica, non è da escludersi lo smantellamento delle misure a sostegno dell’industria verde previste dall’Inflation Reduction Act, che ha introdotto sgravi fiscali e investimenti del valore di centinaia di miliardi di dollari per favorire la transizione verso tecnologie a impatto ambientale zero o ridotto. Trump favorirà senz’altro l’industria del fossile. Trump continuerà con la tradizionale politica dei Repubblicani di tagliare le tasse – in particolare alle aziende – con beneficio soprattutto per le classi sociali più alte, nonché di deregolamentare la finanza e impedire la regolamentazione del settore high tech, almeno delle compagnie allineate. È in questo senso anche che vanno lette le partnership molto strette fra Trump ed Elon Musk, proprietario di X (ex Twitter); SpaceX, Spacelink e Tesla, e tra il vicepresidente in pectore JD Vance e Peter Thiel, proprietario di Palantir (società di analisi di big data di cui si servono il Pentagono, la Cia e numerose aziende private).

Sul piano internazionale, Trump sembra intenzionato a perseguire un aggressivo protezionismo, imponendo tariffe generalizzate sulle importazioni del 10-20%, con percentuali particolarmente alte sui beni cinesi (dal 60% in su addirittura).

Quanto alla crisi in Ucraina, i consulenti di politica estera del presidente in pectore parlano di una manovra ‘a tenaglia’ per forzare Russia e Ucraina al tavolo dei negoziati, minacciando la prima di aumentare gli aiuti a Kyiv e la seconda di interromperli. Quale accordo possa venirne fuori è incerto, se non che alla Russia verrebbe lasciato il controllo di fatto dei territori ucraini che ora occupa e all’Ucraina imposta la neutralità. Non è chiaro se gli Stati Uniti sarebbero disposti a fornire ulteriori assistenze militari all’Ucraina come garanzia del mantenimento dell’accordo, cosa che a prima vista sembrerebbe naturale. Altrettanto incerta è la posizione sulle sanzioni a Mosca. Naturalmente, questa è solo un’ipotesi speculativa, tanto più che né l’Ucraina né soprattutto la Russia sembrano al momento orientate al negoziato, la prima per evitare una sconfitta e la seconda per ottenere una vittoria più larga ancora.

In Medio Oriente, Trump sembra incline a offrire al premier israeliano Binyamin Netanyahu carta bianca su Gaza, Libano e forse anche verso l’Iran, purché ciò non porti a un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti.

La politica nei confronti della Cina prevede, oltre alle tariffe, controlli all’esportazione in Cina di tecnologie avanzate e pressioni sugli alleati in Asia ed Europa per ridurre i legami economici e tecnologici con Pechino. Tuttavia, non è scontato che Trump sia disposto rafforzare in maniera significativa la deterrenza militare nella regione indo-pacifica a tutela degli alleati e soprattutto Taiwan, l’isola di fatto indipendente che però la Cina rivendica come parte del suo territorio nazionale.

Infine, in Europa, Trump cercherà rapporti bilaterali con i singoli Paesi, applicando tariffe differenziate e incentivando un incremento della spesa militare europea indirizzato all’acquisto di armamenti americani. Al contempo, è plausibile che promuova forze di destra che condividono una visione “nativista” dell’Occidente come entità culturalmente radicata nelle tradizioni europee e cristiane (e implicitamente bianche), invece che come una comunità ideale che ha definito e promosso valori come democrazia, stato di diritto, inclusività e autonomia della scienza dalla religione e dalla politica.

È bene concludere con un avvertimento: la realtà sarà immancabilmente diversa da quanto riportato sopra. Queste sono riflessioni istantanee elaborate sulla base delle dichiarazioni di Trump e dei suoi collaboratori il cui scopo è offrire una mappa di quanto potrebbe accadere nei prossimi quattro anni. Come recita un proverbio di dubbia attribuzione, “infelice chi vive in tempi interessanti”.


l’autore: Riccardo Alcaro è coordinatore delle ricerche e responsabile del programma “Attori globali” dello IAI. I suoi interessi di ricerca si concentrano sulle relazioni transatlantiche, in particolare sulle politiche di Stati Uniti ed Europa nel vicinato europeo


giovedì 7 novembre 2024

Animo Valencia!

La mia solidarietà a Valencia.

 
Floods in Spain. 
Cartoon by Marilena Nardi: https://buff.ly/3NN639t

#climate #climatcrisis #extremeweather #Spain #floods




Schizzi
GIO   / Mariagrazia Quaranta



 

Adriana Mosquera  (Nani)



.


@maurobiani

#Clima #cambiamenticlimatici #Valencia #mondo

Arca e negazione.




Atiq Shahid
@atiqshahid2
Spain catastrophe, we are with you!#Valencia #Spain #climatebrawl #ClimateActionNow #Climate #ClimateCatastrophe #Europe


Marco De Angelis
2 November 2024
Spain
Spain, floods, climate, change, Valencia, rain, Dana, disaster




lorenzotosa

Il racconto che viene fatto dall’Italia (e non solo) di quello che è accaduto ieri a Valencia è in bilico tra il distorto, il superficiale e il parzialmente falso.


Ieri a Paiporta, il comune più colpito dalla Dana, in mezzo al fango, tra la gente inferocita, c’erano (giustamente) le tre massime istituzioni: Re Felipe e Letizia di Spagna, il primo ministro socialista Sanchez e il Presidente della Generalitat Valenciana Carlos Mazón del Partito Popolare (e alleato di Vox).

Bene.

Dei tre, i primi, i reali di Spagna, sono rimasti lì, lei in lacrime, lui ad ascoltare, a prendersi insulti, fischi, persino del fango addosso. Senza alcuna responsabilità politica. E, quando è finita, Felipe ha detto: “Bisogna capire la rabbia della gente”.

Il secondo, Sanchez, è stato colpito da un bastone e, come da protocollo di sicurezza, a quel punto è stato portato via.

Sapete chi è stato l’unico verso cui nessuno ricorda le contestazioni, gli insulti, il fango? Carlos Mazon, l’unico che davvero si è meritato tutto questo. Che ha fatto quello che fanno sempre a destra in questi momenti. È scappato appena ha visto l’aria che tirava.

Lui che nega l’esistenza della crisi climatica.

Lui che ha minimizzato l’allerta meteo che stava arrivando.

Lui che ha eliminato l’unità di risposta rapida in caso di emergenza.

Lui che è responsabile primario del mancato allarme e del ritardo vergognoso dei soccorsi.

Eppure in tutto il mondo quello di ieri è diventato il giorno della contestazione al Re e al primo ministro.

E sapete chi chi c’è dietro a tutto questo? L’estrema destra, che ha rivendicato l’attacco a Sanchez. La stessa estrema destra negazionista del clima, tanto per far capire il livello di ipocrisia e sciacallaggio che si possono raggiungere.

Non amo i reali, la considero ovunque un’istituzione vetusta e superata. Ma le cose bisogna raccontarle tutte, fino in fondo. Altrimenti anche una tragedia immane come questa non sarà servita a nulla.

martedì 5 novembre 2024

Riber nelle matite dei colleghi

 

To Riber Hansson, artist, cartoonist and friend. 

My condolences and hugs especially to Eva, to his family, to all who loved him.

Marilena Nardi



🌱Al luccichio dei miei occhi, il mio amico, fumettista, scultore, scrittore e essere umano svedese, Riber Hanson, che ci ha lasciati venerdì 18 ottobre scorso🍃

Al luccichio negli occhi del mio amico, fumettista satira, scultore, scrittore e umano Riber Hansson 💚

Eva Granath ha scritto il 20 ottobre: "... Il mio amato Riber mi ha lasciato la mano venerdì mattina presto... ”

Riber era un uomo di chiarezza, eloquenza e serietà. La sua diligenza, il sarcasmo acuto e le sue intuizioni politiche erano eccezionali. Tramandava talento, intuizione, presenza radiosa, umiltà e un rispetto globale che caratterizzava la sua personalità unica. Queste qualità hanno definito il mio collega e amico Riber Hanson.

Sono profondamente grato che il destino mi abbia concesso l'opportunità di essere collega e amico di Riber negli ultimi venticinque anni della sua vita ricca e creativa, piena di produzione, gioia di vivere e acuta intuizione intellettuale.

Al nostro primo incontro nel 2000, mi ha raccontato dell'importanza del famoso fumettista svedese di satira Ewert Karlsson nell'ispirarlo ad entrare nel mondo dell'arte caricaturale. Sentivo quanto fosse profondamente importante per lui.

Riber era svedese nel cuore, ma è diventato anche un cittadino globale. Questa autentica identità svedese, caratterizzata dalla diversità e dal rispetto per gli altri, è una parte importante della nostra società. Purtroppo molti politici e alcuni "nazionalisti" cercano di convincerci del contrario.

Oggettività, coraggio e unicità sono stati caratterizzati dalla mia amica, che ci ha lasciati venerdì 18 ottobre.

Dopo un tempo di dolore e silenzio, le lacrime iniziarono a scorrere e le parole iniziarono a scorrere. Sono infinitamente grato per l'onore che mi ha dato scrivendo la prefazione del mio libro Take a Hajo, take a Break: Considering a Colleague's Work. Riber ha scritto: "... Le foto di Saad a volte mi fanno pensare al Valse Triste del compositore Jean Sibelius. Sorrido felice al valzer orecchiabile, mentre il triste tono melodico della musica pizzica nelle ghiandole lacrimali... ”

Sto ascoltando il Valse Triste di Jean Sibelius, e i miei occhi sono pieni di lacrime per la perdita di una persona e collega onesta, che mi mancherà ogni volta che metto penna su carta o mi viene in mente un'idea di cartone animato.

Il sorriso è misto a tristezza, gratitudine a desiderio. Piango la perdita di un artista umile, eloquente e nobile.

🌱Riposa in pace collega🍃

Hajo Saad



Riber Hansson and Eva Granath.

Dalcio



Riber Hansson.

Dalcio



by Ivailo Tsvetkov


by Shankar Pamarthy

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Le più sentite condoglianze alla famiglia.

sabato 26 ottobre 2024

"Omaggio a Riber Hansson" di Francisco Punal Suarez

 

Riber Hansson, caricaturista  sueco - Francisco Punal Suárez .

Omaggio a Riber Hansson

Di Francisco Punal Suarez


La notizia della morte del grande fumettista svedese Riber Hansson ha sconvolto l'intera corporazione dei cartoonist.

Ricorderò sempre che nel 2013 lo incontrai personalmente in Portogallo, quando eravamo entrambi parte della giuria del World Press Cartoon, (insieme a Marilena Nardi, Antonio Antunes e Ricardo Antunes) che si tenne nella città portoghese di Sintra, A 30 chilometri da Lisbona, e che purtroppo non è più organizzata.

Hansson, autentico rappresentante della satira politica a livello internazionale, era un uomo dal carattere gentile e la cui conversazione rappresentava una fonte inesauribile di saggezza. Vorrei ricordare, in questa occasione, le sue parole come un sentito omaggio al suo talento e al suo lavoro.

“L’umorismo e la satira – mi ha detto Riber – sono due ingredienti fondamentali della caricatura, perché ridendo dei potenti, in qualche modo li disarmate. Bisogna cogliere aspetti che i lettori del giornale conoscono e comprendono molto velocemente. Di solito dico che come fumettista hai dai due ai cinque secondi per catturare l'interesse del lettore. Ciò è particolarmente importante quando si tratta di cartoni animati come i miei, senza sottotitoli”.

 “La vignetta satirica – ha aggiunto – utilizza metafore stratificate e può quindi essere criticata in un modo che altrimenti sarebbe proibito o porterebbe a ritorsioni da parte di chi detiene il potere. L'umorismo funziona come lo zucchero sul fondo di una tazza amara. Voglio anche vedere la satira e l'umorismo come una cartina di tornasole di una società. Se compaiono queste espressioni, la società è sana, libera e democratica.

«Per me il punto di partenza per fare una caricatura – ha detto Riber – è che c’è un conflitto, una lotta di interessi, un dramma. E se sono coinvolti i leader mondiali, tanto meglio. Mi informo sempre, da più fonti, sull'evento che sto per disegnare: leggo la stampa, ascolto la radio, guardo la televisione, studio commenti alternativi, e poi traggo le mie conclusioni. Per le caricature personali vedo tutta una serie di ritratti dei personaggi che andrò a disegnare. Mi piace molto usare un linguaggio poetico, dove sono presenti metafora e similitudine. Bisogna disegnare aspetti che i lettori dei giornali conoscono e comprendono molto velocemente”.

Hansson riconosce di essere arrivato “tardi” a questa manifestazione artistica. Era il 1990, quando, a causa della recessione edilizia nel suo paese, smise di fare il disegnatore di architettura e dovette cercare un altro lavoro. Suo malgrado si ritrovò improvvisamente coinvolto in quella che sarebbe poi diventata la sua professione ideale. Aveva davanti a sé una sfida stimolante e creativa.

Per fortuna uno dei principali giornali svedesi, Svenska Dagbladet, a Stoccolma, gli diede un lavoro, e iniziò così la sua avventura da fumettista. Dopo il pensionamento ha continuato a pubblicare le sue illustrazioni su Sydsvenskan, il principale quotidiano della Svezia meridionale, e in altre pubblicazioni in tutto il mondo, e ha ricevuto inviti da diversi paesi per esporre le sue opere. Nel 2007 ha vinto il primo premio al World Press Cartoon, con un disegno di Putin, e nel 2012 il terzo premio, con una caricatura di Berlusconi. Le sue opere sono presenti al Museo Nazionale d'Arte, Stoccolma;

Biblioteca del Parlamento svedese; Museo della Satira e della Caricatura, Forte dei Marmi, in Italia; e il Museo di Storia Contemporanea, a Parigi, in Francia, tra gli altri. Hansson era un difensore dell'ambiente, della sostenibilità e si esprimeva contro la discriminazione contro le donne.

Il percorso – ha sottolineato Riber – per apprendere l'arte della caricatura è stato lungo e difficile. Ho studiato l'opera dei grandi maestri della pittura: Rembrandt, Picasso, Dürer, Hokusai e tanti altri artisti. Nei miei disegni riconosco l'influenza dell'americano David Levine e del maestro svedese Evert Karlsson EWK. Ho una visione del mondo complessa e interessante, perché devo leggere e studiare di più sui conflitti politici, umani e religiosi. I cartoni animati fanno riflettere le persone e le rendono meno arrabbiate, presentando una prospettiva sorprendente sui problemi piccoli e grandi, nella società e nel mondo”.

L'eredità culturale, artistica e satirica di Riber Hansson rimarrà sempre nelle pagine indelebili dell'umorismo grafico globale.

Antonio Antunes, Ricardo Antunes, Francisco Punal, Riber Hansson y Marilena Nardi, miembros del Jurado del World Press Cartoon 2013 -.

Berlusconi - by Riber Hansson a.

Censura - Riber Hansson .

François Hollande - Riber Hansson



Crisis -  Riber Hansson .

Democracia - Riber Hansson 

La nueva cara de Facebook - Riber Hansson -.

Monalisa -  Riber Hansson.


Oso Putin  - Grand Prix in World Press Cartoon 2007 - Riber Hansson.


Nueva arca de Noé -  Riber Hansson.

Trump  - Riber Hansson.

Riber Hansson y su esposa Eva, en Venecia - foto di Marilena Nardi


Homenaje a Riber Hansson

Por Francisco Punal Suárez 

La noticia del fallecimiento del gran dibujante sueco Riber Hansson ha conmovido a todo el gremio de los humoristas gráficos.

Siempre recordaré que en el 2013 lo conocí personalmente en Portugal, cuando ambos formábamos parte del jurado del World Press Cartoon, (junto a Marilena Nardi, Antonio Antunes y Ricardo Antunes)  que se realizaba en el ciudad portuguesa de Sintra, a 30 kilómetros de Lisboa,  y que ya lamentablemente no se organiza.

Hansson, un representante genuino de la sátira política a nivel internacional, era un hombre de un carácter apacible y cuya conversación representó una fuente inagotable de sabiduría. Quisiera recordar, en esta ocasión,   sus palabras como un sentido homenaje a su talento y obra.

“El humor y la sátira – me dijo Riber-  son dos ingredientes básicos de la caricatura, porque al reírte de los poderosos, de alguna manera los estás desarmando.  Uno tiene que dibujar aspectos que los lectores del periódico conocen y entienden muy rápido. Suelo decir que como dibujante tienes de dos a cinco segundos para captar el interés del lector. Especialmente esto es importante cuando se trata de caricaturas como las mías, sin subtítulos”.  

 “La caricatura satírica –añadió-  usa metáforas de varias capas y por lo tanto se puede criticar de una manera que de otro modo estaría prohibido o dar lugar a represalias por parte de quienes detentan el poder. El humor funciona como el azúcar en el fondo de la copa amarga.  Yo también quiero ver la sátira y el humor como una prueba de fuego de una sociedad. Si pueden aparecer estas expresiones, es una sociedad sana y libre y democrática.

“Para mi, el punto de partida para hacer una caricatura –expresó Riber- es que exista un conflicto, una lucha de intereses, un drama. Y si hay involucrados líderes mundiales, mejor. Siempre me informo, en más de una fuente,  sobre el evento que voy a dibujar: leo la prensa, escucho la radio, veo la televisión, estudio comentarios alternativos, y luego saco mis conclusiones. Para las caricaturas personales, veo toda una serie de retratos de los personajes que voy a dibujar. Me gusta mucho emplear un lenguaje poético, donde la metáfora y el símil, estén presentes.  Uno tiene que dibujar aspectos que los lectores del periódico conocen y entienden muy rápido”.

Hansson reconoció  que llegó “tarde” a esta manifestación artística. Eso fue en el 1990, cuando por la recesión de las construcciones en su país, dejó de ser dibujante arquitectónico y tuvo que buscarse otro trabajo. En contra de su voluntad, de repente se vio involucrado en lo que más tarde sería su profesión ideal. Tenía ante si un reto estimulante y creativo.

Por suerte uno de los principales diarios suecos Svenska Dagbladet, de Estocolmo,

le dio empleo, y así comenzó su aventura como humorista gráfico. Después de estar jubilado continuó  publicando sus ilustraciones en Sydsvenskan, el periódico líder en el sur de Suecia, y en otras publicaciones del mundo, y recibió invitaciones de varios

países para exponer sus obras. En el 2007 obtuvo el primer premio en el World Press Cartoon, con un dibujo de Putin, y en el 2012, el tercer premio, con una caricatura

de Berlusconi. Sus obras están presentes en el Museo Nacional de Arte, de Estocolmo;

Biblioteca del Parlamento sueco; Museo de la Sátira y la Caricatura, de Forte del Marmi, en Italia; y el Museo de Historia Contemporánea, en París, Francia, entre otros. Hansson fue un defensor del medio ambiente, de la sostenibilidad, y se manifiestó en contra de la discriminación de la mujer.

El camino –recalcó Riber- para aprender el arte de la caricatura ha sido largo y difícil. He estudiado la obra de los grandes maestros de la pintura: Rembrandt, Picasso, Durero, Hokusai y muchos otros artistas. En mis dibujos reconozco la influencia del norteamericano David Levine, y del maestro sueco Evert Karlsson EWK. Poseo una visión compleja e interesante del mundo, porque tengo que leer y estudiar más acerca

de los conflictos políticos, humanos y religiosos. Las caricaturas hacen pensar a las personas y las hacen menos enojadas, al presentar un ángulo sorprendente de los problemas pequeños y grandes, de la sociedad y el mundo”.

El legado cultural, artístico y satírico  de Riber Hansson permanercerá siempre en las páginas endelebles del humor gráfico mundial. 


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Riber, uno dei cartoonist miei preferiti.

Che grande tristezza.

Un grande abbraccio ai suoi cari.