sabato 25 gennaio 2014

Francia: Hollande e la presunta love story.

Francia: rivista mette in piazza presunta love story, Hollande minaccia querela
Francois Hollande cerca di mettere a tacere le voci sulla sua presunta relazione con l’attrice Julie Gayet e minaccia azioni legali contro il settimanale Closer.
Secondo quanto pubblicato dalla rivista, il Presidente francese, che ha per compagna la giornalista Valerie Trierweiler, raggiungerebbe regolarmente, in sella al proprio scooter, l’abitazione della Gayet, dove avrebbe l’abitudine di trascorrere la notte.


François Hollande and Napoleon
By Riber Hansson, Sydsvenskan - 1/15/2014

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Ma come fa?
14/01/2014
Chiedo scusa per la futilità dell’argomento, ma i traffici sentimentali del presidente Hollande (pronuncia: Olaond, con bocca storpiata in una smorfia parigina di fastidio) suscitano in noi, maschi banali e insensibili alle grandi questioni geopolitiche, una vibrante e insopprimibile curiosità: come fa? Come fa, dico, un ometto dal viso di meringa occhialuta a saziare e straziare legioni di cuori femminili? E non si sta parlando di suffragette libro-repellenti, incantabili da una collana di lapislazzuli o dal miraggio di una scodinzolata in tv. Le donne che quel signore senza carisma – ogni volta che apre bocca sembra il vicepresidente di se stesso – è riuscito a sedurre vantano fascino e personalità da vendere, oltre che una dose ubriacante di puzza sotto il naso. Eppure la statista raffinata e la giornalista unghiuta hanno baccagliato come tigri al momento della sua incoronazione, una di loro è in ospedale a curare lo smacco del tradimento, mentre la favorita del momento – un’attrice, ma naturalmente un’attrice impegnata – si è battuta per lui in campagna elettorale. E questo per limitarsi alla lista di dominio pubblico.

Come fa? Le ipnotizza con il suo irresistibile sguardo da sogliola alla mugnaia? O le conquista con uno di quei comizi che hanno fatto russare davanti alla televisione milioni di francesi? Al confronto Sarkozy è Johnny Depp. A proposito, non è che anche madama Bruni ha incontrato Hollande davanti a una tisana e… No, impossibile, e comunque non lo voglio sapere.
Massimo Gramellini
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new course
By Joep Bertrams, The Netherlands - 1/15/2014


 
President Hollande
Jan-Erik Ander


 Cherchez la femme
Grande indignazione in Francia per gli incontri segreti del Presidente Hollande. 
Stupore in Italia per il fatto che ci andasse con lo scooter!
(votabile su CARTOONMOVEMENT)
Gianfranco Uber



TheTimes: Hollande fails to make a clean breast of it....
Peter Brookes



PORTOS / Franco Portinari


Steve Bell- www.guardian.co.uk


Dave Brown -The Indipendent



L'empereur Holland
By Taylor Jones, El Nuevo Dia, Puerto Rico - 1/17/2014


El Affair Hollande
 By Dario Castillejos, El Imparcial de México - 1/16/2014



Hollande
By Arend Van Dam, politicalcartoons.com - 1/16/2014




My name is Hollande, François Hollande
Sofia Mamalinga
no comments



Tiziano Riverso



Popularity Hollande
By Tom Janssen, The Netherlands - 1/14/2014



BoB - Telegraph


Hollande Love
Pierre Ballouhey

Intanto paga lei
16/01/2014
Chiedo scusa se sono ancora costretto a occuparmi del gossipon de la semaine, ma i cugini francesi hanno un senso della parità tra i sessi abbastanza curioso e non molto dissimile dal nostro. Ieri il ministro (donna) della Cultura ha revocato la nomina dell’attrice e produttrice Julie Gayet in una importante giuria dell’Accademia di Francia a Roma. Come noi portinaie sappiamo fin troppo bene, Julie Gayet risulterebbe essere una conoscenza particolarmente intima dell’ineffabile presidente Hollande. Ora, delle due l’una. O Gayet è stata silurata all’improvviso non per i suoi demeriti, ma in quanto potenziale creatrice di imbarazzo al Budino in Capo. Oppure era stata precedentemente scelta non per i suoi meriti, ma proprio perché raccomandata dal Budino medesimo.
Naturalmente in Italia ci saremmo comportati allo stesso modo, con in più una cresta sulle ricevute. La differenza è che nell’abbassare lo sguardo sulle nostre miserie i maestri francesi avrebbero scosso la testa con un sogghigno di compatimento. Mentre noi, che maestri non siamo, ma allievi ripetenti e impenitenti, ci limitiamo a prendere nota della valenza universale ed eterna del problema. Come nel 1814 e nel 1914, anche nell’evoluto 2014, quando due amanti vengono scoperti, il maschio viene fatto passare per uno stupido farfallone e la femmina per una mantide perversa. E alla fine è quasi sempre intorno alla mantide che si scavano deserti. Fuor di metafora: lui si pente e lei perde il posto.
Massimo Gramellini




The French president has a mistress
Chappatte

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 Nota:  le foto!



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Links
Francia: rivista mette in piazza presunta love story, Hollande minaccia querela
Hollande's private life is the least of his problems

giovedì 23 gennaio 2014

"In Profonda Sintonia" il faccia a faccia di Renzi con Berlusconi.

La profonda sintonia
I nuovi Mostri


"C'è una profonda sintonia tra le proposte del Pd e quelle che abbiamo discusso oggi con Berlusconi su tre temi delicati e capaci di segnare la svolta: la riforma del titolo V, con l'eliminazione dei rimborsi ai gruppi consiliari regionali; la trasformazione del Senato in Camera delle autonomie senza elezione diretta dei senatori (altro messaggio indirizzato a Ncd, ndr); e la riforma delle legge elettorale. Abbiamo condiviso un'apertura alle altre forze politiche per scrivere il testo della legge che, se nelle prossime ore saranno definiti i dettagli, presenteremo alla direzione del partito che lunedì alle 16 lo voterà". 
Matteo Renzi  19-01-2014

Il modello che Renzi ha proposto a tutti i suoi interlocutori, e di cui nelle ultime ore ha discusso con l'ex premier, è il modello spagnolo 'made in Italy' con una soglia - a livello nazionale - all'8 per cento.


Le vignette


PROFONDA SINTONIA
Grande e comprensibile soddisfazione di Berlusconi per la "profonda sintonia" con Renzi sulle riforme istituzionali necessarie per arrivare finalmente alla terza Repubblica.
Restano probabilmente divergenze sull'Unione Europea ma per questo ci sarà tempo.
#profondasintonia
 Gianfranco Uber

Ritratto
Legge elettorale, c’è “profonda sintonia” dopo il lungo incontro Renzi-Berlusconi in casa Pd.
 Mauro Biani



La profonda sintonia
(I nuovi Mostri)
by Marilena Nardi




PORTOS / Franco Portinari


Priorità
CeciGian


 L'intruso
di Moise





Luigi Alfieri


Giannelli - Corriere della sera

e cosa si fa dopo cena?
Roberto Mangosi

 
 Perfetta sintonia
8Max


Krancic


Krancic


Giorgio Forattini



VAURO










fabiomagnasciutti


fabiomagnasciutti




fabiomagnasciutti

Le vignette di ElleKappa - Repubblica.it


Le conseguenze



"Un leader dirige, non comanda"


Gianni Cuperlo si dimette da presidente del Pd. Lo annuncia lui stesso durante la riunione della minoranza alla Camera, leggendo la lettera inviata a Matteo Renzi e pubblicata anche sulla sua pagina Facebook. Nel testo della missiva, Cuperlo dice di essersi dimesso perché "allarmato" dalla concenzione che il segretario ha del partito. E di averlo fatto non per "rancore, ma per essere libero".

Giannelli - Corriere della sera




SERGIO STAINO


Natangelo

Tiziano Riverso



VUKIC - vukicblog

VUKIC - vukicblog



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Nota :
Complimenti Mauro!

La vignetta de il manifesto, di Mauro Biani ha fatto un record “terrificante” (prendendo in considerazione solo FB e senza contare Twitter, altro diluvio di retweet e siti vari): 3.500.000 visualizzazioni.
 Mauro commenta: "Cosa che fa piacere, ma che apre anche tutta una serie di domande sul pop del “tutti d'accordo”.

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martedì 21 gennaio 2014

Claudio Abbado e la musica maestra

...un omaggio ad un grande maestro della musica.
Edy - Pierpaolo Perazzolli - http://www.edydesign.com/


 20 gennaio 2014
Un grande maestro, Claudio Abbado,
 ci ha lasciati...
un piccolo omaggio.. lascio parlare lui stesso con una delle sue ultime interviste a Repubblica del 12 maggio scorso, dove parla del suo grande amore per la musica.



by frostyhu

CLAUDIO ABBADO    'Musica maestra'
12 maggio 2013
BOLOGNA : Quando Claudio Abbado affronta un' intervista, circostanza molto rara, il suo interlocutore dovrà misurarsi con le fertili qualità dell' attesa. Ci sono misteri piccoli e grandi nei suoi silenzi. In un mondo in cui tutti parlano di sé, e l' esposizione dell' ego è una pratica ossessiva, Abbado tende a ritrarsi, scansando l' esternazione per dare spazio all' ascolto. È come se sottolineasse che ogni parola ha un suono e un senso. Atteggiamento legato al fare musica. Perché «la musica insegna ad ascoltare», dice. «Ascoltando s' impara, e così dovrebbe essere anche nella vita: se tutti gli uomini conoscessero la musica, le cose funzionerebbero assai meglio». Il 26 giugno Claudio Abbado compie ottant' anni, ed è un' età che il direttore d' orchestra milanese, uno dei più amati e ammirati musicisti del nostro tempo, porta con straordinaria leggerezza. Abbado è un mito musicale. Eppure non c' è mitologia nella semplicità del suo tratto. Persino nel pieno del lavoro, quand' è in prova con una delle "sue" orchestre ("sue" perché le fonda e le modella, imprimendo loro una fisionomia all' insegna dell' eccellenza), esprime naturalezza e capacità di non farsi prendere dall' ansia. È una delle sue virtù più sorprendenti. Qualcosa che somiglia a un modo d' essere orientale, cui sono ascrivibili anche il suo amore per la natura, la sua profonda sintonia con gli amici e il suo vivere immerso totalmente nella musica. Per il fedele e immenso pubblico che lo ammira, i suoi ottant' anni sono una festa. La celebreranno tra l' altro i suoi prossimi concerti a Berlino (18, 19, 21 maggio, con i Berliner Philharmoniker) e un concerto a Bologna il 9 con l' Orchestra Mozart e Radu Lupu al pianoforte, che sarà replicato alla Salle Pleyel di Parigi l' 11. Nell' arco di mezzo secolo, l' insieme delle sue interpretazioni offre uno spaccato tra i più significativi e alti della direzione orchestrale del Novecento. Ne è una riprova il cofanetto che Deutsche Grammophon lancia per il compleanno, contenente vari cicli sinfonici da lui diretti e selezionati in 41 cd. (segue nelle pagine successive) (segue dalla copertina)
Le orchestre sono quelle che hanno scandito la sua carriera: la Mozart di Bologna (l' ultima nata, nel 2004), la Chamber Orchestra of Europe, la London Symphony, i Berliner Philharmoniker, i Wiener Philharmoniker, la Mahler Chamber Orchestra e la Lucerne Festival Orchestra. È anche in uscita il disco con la sua lettura della Seconda di Schumann, eseguita dall' Orchestra Mozart: «Forse tra le sinfonie di Schumann è la più nuova e appassionata», sostiene. «La scrisse in anni in cui era innamoratissimo di Clara. Cosa che emerge dalla ricchezza del pezzo». L' amore è uno spunto ideale per dare il via alla nostra conversazione.
   Conta di più l' amore o l' amicizia nella vita di Claudio Abbado?
 «Sono sentimenti inseparabili, entrambi essenziali e spesso complementari. Amo certi amici e nutro amore per i figli. A Daniele, il maggiore, che fa il regista, mi unisce un' autentica amicizia. Abbiamo un rapporto libero e aperto».
    E per quanto riguarda gli altri tre?
  «L' amicizia e l' affetto sono una cosa sola sia con mia figlia Alessandra, sia con Sebastian che fa l' architetto a Londra e sia con Misha, il più giovane, che vive tra Londra e Cambridge. Suona il corno e il pianoforte, oltre al basso elettrico in un gruppo rock, e frequenta l' università. Un gentleman versatile».
    Chi sono le persone alle quali oggi pensa con più amore, oltre ai suoi figli?
«Di sicuro una è mia madre, che fu donna di generosità meravigliosa. Fece scappare vari partigiani durante la guerra e riuscì a far passare in Svizzera molti ebrei. Tanti sono tornati a ringraziarla, nel dopoguerra».
    Sua mamma Maria Carmela scrisse bei libri per ragazzi. 
 «Fu autrice di una raccolta di novelle siciliane ascoltate durante la sua infanzia in Sicilia e di un volume di fiabe tradotte da mio nonno Guglielmo Savagnone dal poeta persiano Ferdowsi».
    Un nonno formidabile, narrano le cronache di famiglia. 
 «Un grande saggio, docente di diritto romano all' università di Palermo. Morì a novantasei anni, restando lucido fino alla fine. La sua sapienza delle lingue antiche era sterminata. Aveva tradotto dall' aramaico il testo originale del Vangelo, e dalla traduzione emerse l' esistenza di altri figli di Maria oltre a Gesù. L' aver rivelato che Gesù aveva fratelli e sorelle gli costò la scomunica. Ne andava fiero, perché era un riconoscimento della rilevanza della sua scoperta. Quando io ero bambino veniva con noi in Val d' Aosta, e passeggiando in montagna mi consegnava frasi che sarebbero rimaste dentro di me per sempre. Rapide e lapidarie».
    Mi dia un esempio.
«La generosità arricchisce».
    Che ricordo serba di suo padre?
«Mio papà Michelangelo, violinista e insegnante al conservatorio, mi ha insegnato la disciplina. Da ragazzo odiavo certe sue durezze, ma crescendo ho capito l' importanza di quell' impostazione. Facevo il liceo e parallelamente studiavo musica: composizione, pianoforte, direzione d' orchestra... Alle due di notte non mi lasciava andare a letto se non avevo terminato tutto. Grazie a lui ho imparato che le cose cominciate vanno concluse e non rinviate». 
 La sua memoria del fascismo e della guerra l' ha condizionata?
«Certo. Il clima era tremendo. Rammento il suono delle fucilazioni dei partigiani a Milano, in via Fogazzaro, dove abitavamo. Il rumore somiglia a quello delle saracinesche dei negozi che calano bruscamente. Ancora oggi, ogni volta che lo sento, penso a quelle raffiche di morte. Un' altra cosa che mi è rimasta impressa è l' irruzione della Gestapo a casa nostra. Avvenne per colpa mia». Quale colpa?
«Col gesso, sul muro esterno, avevo scritto "viva Bartòk". Un po' come si scrive "W il Milan". Ero entusiasta del compositore ungherese, di cui stavo studiandoi pezzi del Microcosmo. Quelli della Gestapo pensarono che fosse il nome di un partigiano. Per dissuaderli dovetti mostrare loro una partitura di Bartòk».
 Fu Bartòk il suo primo amore musicale? 
 «Fu Debussy. Quand' ero piccolo ascoltai i Nocturnes dal loggione della Scala. Una magia nella quale avrei voluto vivere per sempre. In seguito per me arrivarono Bartòk, Stravinskij, Prokofiev e la scuola viennese: Berg, Schoenberg e Webern. Poi, dopo la guerra, tanti altri sono statii compositori che mi hanno catturato, e ogni volta c' è stata un' evoluzione. Il bello della musica è che non ha limiti. Si continua a esplorarla e affiorano idee sempre nuove. L' interpretazione musicale è un viaggio sconfinato».
Riascolta i suoi dischi del passato?
 «Cerco continuamente di andare avanti e di comprendere di più. Avevo inciso la Prima Sinfonia di Bruckner trent' anni fa, e di recente l' ho registrata in una nuova edizione (contenuta nel cofanetto in uscita per Deutsche Grammophon, ndr) che mi ha aperto un mondo: Bruckner, dopo venticinque anni dalla prima versione, riscrisse la sinfonia facendone un pezzo tanto più moderno, pieno di anticipazioni della scuola di Vienna. Si dice, giustamente, che Mahler sia stato un precursore della musica moderna. Ora, con quest' edizione più tarda della Prima Sinfonia, capiamo che anche Bruckner aveva una genialità profetica».  
A Berlino ha lavorato per dodici anni come direttore musicale dei Berliner. È stata la città più importante del suo percorso artistico?
«Ovviamente per me ha contato molto Milano, dove sono nato e cresciuto e dove per vent' anni ho fatto progetti e diretto alla Scala. È stato decisivo anche il mio periodo a Vienna, città culturalmente ricchissima, nella quale tra l' altro ho fondato il festival Wien Modern. Ma credo che non esista al mondo una città che si sia sviluppata tanto velocemente come Berlino dopo la guerra. È viva, civile, stimolante, piena di verde e generosa di cultura, con nove orchestre sinfoniche, tre teatri d' opera e vari teatri di prosa».
Come trova oggi l' orchestra dei Berliner? 
 «Magnifica e molto ringiovanita».
 Che significa per lei essere giovani?
«L' età come dato anagrafico non significa nulla. Quello che conta negli individui è la personalità». Un uomo riservato come lei ha faticato a vivere per decenni sotto i riflettori?
«Spesso è molto bello sentirsi utili. Ieri camminavo qui a Bologna con mia figlia Alessandra, e continuavo a incontrare gente che mi ringraziava per quanto cerco di fare in questa città, dove suoniamo con la Mozart e dove sto sostenendo il progetto del nuovo auditorio di Renzo Piano. Ma confesso che quando, a fine Novanta, mi ammalai gravemente, i giornali scrissero troppo di me. Tanta invadenza».  
Come si difende dagli assalti?
 «Se è una cosa è ingiusta o mediocre, io l' accantono. È una risorsa».
Oggi lei lavora meno di prima: dilaziona gli impegni.
«Sono comunque numerosi. Molti sono i concerti con la Mozart, anche in tournee, così come i dischi. E in estate sarò a Lucerna, con l' orchestra del festival. Inoltre con la Mozart abbiamo una residenza al Musikverein di Vienna e un' altra in Oman, Paese in grande espansione, dove hanno costruito un nuovo auditorio nel quale portiamo cicli regolari di concerti».
Quando non dirige quali sono le sue priorità?
«Lo studio, la lettura,i figli,i nipoti, gli amici, la natura. Mi piace camminare in Engadina, una valle a duemila metri d' altezza, luogo incontaminato che ritrovo ogni anno. Quanto alla Sardegna nove ettari di costa, di fronte a casa mia, sono diventati un parco naturale. Li strappai alla speculazione alcuni decenni fa, quando i soliti costruttori stavano per edificare qualche mostruosità edilizia. Vi piantai novemila piante. Ora sono tante, è diventato un bosco fiorito».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
LEONETTA BENTIVOGLIO




Lunedì 27 gennaio, alle ore 18, nel Teatro alla Scala - con sala vuota e porte aperte - l’Orchestra Filarmonica eseguirà la Marcia funebre (Adagio assai) dall’Eroica di Beethoven, in memoria di Claudio Abbado. L’esecuzione, sotto la bacchetta di Daniel Barenboim, Direttore Musicale della Scala, verrà diffusa nella Piazza.

On Monday 27 January at 6 pm at the Teatro alla Scala – with empty theatre and open doors – the Philharmonic Orchestra will execute the Funeral March (Adagio assai) from Beethoven’s Eroica, in memory of Claudio Abbado. The execution, under the baton of Daniel Barenboim, La Scala’s Musical Director, will be broadcast in the Square.







Claudio Abbado durante le prove di Boris Godunov, 1979

Giannelli - Corriere della sera
 

Pergolesi - Stabat Mater


Claudio Abbado di Cadei


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LINKS:
http://www.orchestramozart.com/index.php?page=rassegna-stampa
L'altra voce della Musica. In viaggio con Claudio Abbado tra Caracas 
 http://it.wikipedia.org/wiki/Claudio_Abbado
Abbado, per sempre

Presentazione finalisti Terza edizione Premio TV Roberto Morrione

Premio Morrione: la grande passione per le inchieste conquista i giovani.
Ben 66 progetti hanno partecipato!
Il 30 gennaio la cerimonia di presentazione dei progetti finalisti



Premio                 3° edizione
Roberto Morrione

 
"Illuminare gli angoli bui del mondo"
Presentazione dei progetti finalisti della Terza edizione del Premio Tv per il giornalismo investigativo Roberto Morrione

Giovedì 30 Gennaio 2014 Ore 17.30
Roma Tempio di Adriano, Piazza di Pietra

                  Ingresso libero fino ad esaurimento posti

Intervengono
Lidia Ravera, Assessore Cultura Regione Lazio
Marcella Sansoni, Presidente giuria Premio Morrione
Francesca Barzini (TG3), Alessandro Gaeta (TG1),
Mario Sanna (Rainews24) - tutor dei tre progetti finalisti
Gli Autori dei tre soggetti finalisti

Presenta
Marino Sinibaldi, Direttore Rai Radio3

a seguire
"Una questione di sguardo"
incontro con: Pietro Marcello, regista - Renato Farina, AD Eutelsat Italia
modera Stefano Lamorgese, giornalista Rainews24

Proiezioni delle inchieste vincitrici della 2° Edizione

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In collaborazione con: 
Articolo 21, Rai Teche, Regione Lazio, Assemblea Legislativa Emilia Romagna, Rai, Rainews 24, Raiwold, Eutelsat, Albaraka, Fnsi, UsigRai e Misteri di Italia   Liberainformazione.org, Scuola di giornalismo Lelio Basso, Tavola della Pace, UCSI, Premio città di Sasso Marconi, Gruppo dello Zuccherificio di Ravenna.

Media Partner:
 RaiNews24, Internazionale e Rai Radio 3





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Link:


lunedì 20 gennaio 2014

Ritratto di Luciana Castellina

Il 12 gennaio su la Repubblica un grande ritratto di Riccardo Mannelli
e l'intervista di Antonio Gnoli
a
Luciana Castellina

"Tutti quegli anni davanti ai cancelli delle fabbriche per vedere oggi
la classe operaia diventare irrilevante"


Luciana Castellina: i ricordi,
le passioni, la politica
di una 'inossidabile comunistaccia'

di ANTONIO GNOLI
Luciana Castellina
Tutte le case di sinistra in qualche modo si somigliano. Ammetto che è un pensiero vago. Perfino insulso. Mi afferra una volta varcata la soglia dell'abitazione di Luciana Castellina. I libri, tanti e disposti quasi in ogni stanza, le foto attaccate ovunque alle pareti, i manifesti, i quadri, il lieve disordine che fa molto vissuto evocano una certa idea della politica e della morale. Sì, le case a volte parlano come e più degli umani. Sedimentano storie, forniscono indizi, mostrano il lato meno scontato del carattere: "Abito qui da sempre", dice, "in questo quartiere borghese con scarsa propensione all'avventura, nella Roma moderata e riccastra che si incistò ai Parioli dagli anni Trenta. Se fosse stato per questo clima di spenta moralità e di scarso agonismo non avrei fatto tutto quello che poi ho realizzato. Ho ereditato questa casa, senza sceglierla. E penso che alla fine i ricordi e le abitudini me l'abbiano resa non dico indispensabile, ma vicina, quasi una parte di me".

Si sente una privilegiata?

sabato 18 gennaio 2014