Trump presidente!
"America the first!"
Trump bananaCagleCartoons.com, Jan. 21, 2025 | By Graeme MacKay
Paolo Lombardi
9 January 2025
Crazy
Almost-president Trump is off to a good start...
https://www.cartoonmovement.com/cartoon/crazy-3
Trump presidente!
"America the first!"
Trump bananaCagleCartoons.com, Jan. 21, 2025 | By Graeme MacKay
Paolo Lombardi
9 January 2025
Crazy
Almost-president Trump is off to a good start...
https://www.cartoonmovement.com/cartoon/crazy-3
“Uno scrittore usa la scrittura, un musicista la musica, e io uso la fotografia“.
Ci ha lasciato il 13 gennaio, all’età di 82 anni, Oliviero Toscani
Grazie, Toscani!
Mariagrazia Quaranta / Gio
cheese
a Oliviero Toscani
Fabio Magnasciutti
Valerio Marini
Oliviero Toscani
Manuel De Rossi
Riccardo Mannelli
Giannelli
Milko Dalla Battista
In rare occasioni disegno "coccodrilli", solo per coloro che stimo o, all'opposto, per quanti meritino bieco sarcasmo. Per Toscani non posso fare eccezione, in omaggio all'uomo e alla sua coerenza intellettuale ancor prima che per la sua capacità di fotografo e comunicatore.
UN GRANDE ROMPIBALLE
Senza pudore, lo chiamano ancora provocatore. Sui giornali, in tivù, negli ascensori. La morte che dovrebbe indurre a mitigare i termini e indurre a più miti giudizi, incoraggia invece i maldicenti e i mal-scriventi a maramaldeggiare. È il caso degli oltraggi, più o meno sibillini, più o meno incartati nel cellofan dell’ipocrisia delle condoglianze, che deve subire, anche post mortem, Oliviero Toscani. Molti continuano ad avercela con lui. E questo è per me un fatto che lo onora. Chi è stato davvero scomodo (e va da sé che ritengo positivo tale aggettivo) è giusto che lo resti anche una volta che si è chiuso l’uscio alle spalle, sbattendolo metaforicamente.
Il grande fotografo, che cominciò a 14 anni puntando l’obiettivo sul volto di Rachele, vedova di Benito, che continuò la sua fulminante carriera inerpicandosi per le balze del Mugello dove fotografò un altro scomodo, il priore di Barbiana don Lorenzo Milani, il sassolino più fastidioso nelle scarpe della Chiesa del secolo scorso, che fu catturato dalla moda, ma senza lasciarsi corrompere dalle sue pompe, mettendone anzi in evidenza il truce cinismo degli applauditi signori e padroni del Made in Italy, sfruttatori della volubilità planetaria e delle maestranze del Terzo Mondo pagate un dollaro a giornata o al mese, quell’uomo incazzoso che s’infervorava per cause meritevoli tutte destinate a essere perse, sì Oliviero Toscani è stato uno dei migliori comunicatori dei mali del mondo e dei malvagi che ne sono gli artefici, sia che si tratti di magliari come di guerrafondai. E poiché le motivazioni delle sue invettive e delle sue immagini erano etiche, se ne può facilmente dedurre che Toscani è stato un giusto tra gli ingiusti, uno sincero, uno che non esitava a dire quel che pensava a mostrare gli scandali di fronte ai quali la gente vile preferisce chiudere gli occhi e tirar via.
Toscani avrebbe meritato titoli e riconoscimenti da parte dello Stato. Che io sappia, non ne ha avuti. Da parte dei politicanti che pretendono di essere chiamati statisti ed eccellenze in quanto ministri ha ricevuto invece querele che gli sono costate condanne penali e fior di quattrini. Due tra i più esagitati suoi accusatori (o estorsori?) sono stati Matteo Salvini e Maurizio Gasparri.
Con Toscani se ne è andato uno di quelli che in Francia chiamano «emmerdeur» (non mi pare sia il caso di tradurre) e in Italia rompiballe. Ce ne vorrebbero di più di tale genia. Credo ne siano rimasti solo due o tre. Ed è una crisi gravissima, questa, ben più letale del calo delle nascite, in un Paese dal contenuto etico e civile in rosso da parecchio, troppo tempo. Perlomeno dal 1861.
PS Il Corriere della Sera non poteva scegliere foto peggiore di Toscani per ricordarlo in prima pagina. Una foto che fa apparire la sua indignazione come un ghigno di rabbia. L’ultimo sgarbo.
Ivano Sartori
Don Lorenzo Milani, priore di Barbiana, fotografato da Oliviero Toscani.
Oliviero Toscani: Photography and Provocation
Museum für Gestaltung Zürich
Ausstellungsstrasse
April 12 - September 15, 2024
Opening:
April 11, 7PM
His images are arresting, disturbing, outrageous. As a photographer, creative director, and image editor, Oliviero Toscani made history and revolutionized commercial communications.
The Museum für Gestaltung Zürich is showing the first comprehensive retrospective of his work. Dedicated to a photographer who made provocation his credo, it will invite visitors to reconsider ethics, aesthetics, gender, racism, and other issues in their larger historical and social context
Cecilia Sala è libera!
Mariagrazia Quaranta / GIO
Mauro Biani
Allegra
Paolo Lombardi
Cecilia Sala pubblica il primo post sui social dopo la sua liberazione. La giornalista è tornata in Italia mercoledì dopo 21 giorni di prigioni in Iran. Nei suoi ringraziamenti anche un pensiero a chi è ancora imprigionato
La giornalista italiana Cecilia Sala è stata liberata dalla detenzione ed è tornata mercoledì, 8 gennaio, a casa a Roma dopo settimane di detenzione in un carcere iraniano.
L'aereo che trasportava Sala, 29 anni, è atterrato all'aeroporto di Roma Ciampino. Ad accoglierla c'erano i familiari e il compagno, sollevati. Scesa dall'aereo, Sala è corsa ad abbracciare il suo fidanzato, Daniele Raineri.
In un post pubblicato giovedì mattina sui social la giornalista de Il Foglio e di Chora Media ha ringraziato per la sua liberazione, ma ha anche voluto ricordare chi è ancora imprigionato. "Il cuore pieno di gratitudine, in testa quelli che alzando lo sguardo non possono ancora vedere il cielo". ha scritto Sala e ha aggiunto "Non ho mai pensato, in questi 21 giorni, che sarei stata a casa oggi. Grazie".
Ho la fotografia più bella della mia vita, il cuore pieno di gratitudine, in testa quelli che alzando lo sguardo non possono ancora vedere il cielo. Non ho mai pensato, in questi 21 giorni, che sarei stata a casa oggi. Grazie Cecilia SalaHo la fotografia più bella della mia vita, il
— Cecilia Sala (@ceciliasala) January 9, 2025
cuore pieno di gratitudine, in testa quelli che alzando lo sguardo non possono ancora vedere il cielo. Non ho mai pensato, in questi 21 giorni, che sarei stata a casa oggi. Grazie pic.twitter.com/wD2T4Ut3Vo
Andrea Arroyo
21 December 2024
Gisele Pelicot
Gisele Pelicot is a survivor and the wife of Dominique Pelicot, who was a victim in the Mazan mass rape case in France, followed by a trial that has shocked the world. Dominique Pelicot received the maximum 20-year sentence, while 51 other men were given lesser terms.
Feminism is survival.
She is a Shero.
https://www.cartoonmovement.com/cartoon/gisele-pelicot
Dopo un processo di più di tre mesi che ha sconvolto la Francia, il 19 dicembre il tribunale di Avignone ha condannato Dominique Pelicot alla pena massima di vent’anni per stupro aggravato. L’uomo aveva organizzato lo stupro di gruppo dell’ex moglie Gisèle Pelicot con decine di sconosciuti reclutati online.
Dominique Pelicot, 72 anni, ha ammesso di aver dato degli stupefacenti a Gisèle Pelicot per quasi dieci anni, così da poterla violentare con altri uomini.
Gisèle Pelicot, 72 anni, è diventata un simbolo delle battaglie femministe contro la cultura dello stupro e la violenza di genere, e per aver rifiutato il processo a porte chiuse, affrontando i suoi aggressori in tribunale. “La vergogna deve cambiare lato”, ha detto Pelicot per spiegare la sua decisione di mostrarsi alla stampa.
Gisèle Pelicot, merci madame
Gianluca Costantini
"Come puoi ricostruirti dalle rovine quando tuo padre è il peggior predatore sessuale degli ultimi decenni?"
Caroline Darian , figlia di Gisèle Pelicot Da una foto di Laura Stevens /
Gianluca Costantini
Qui l'intervista del Guardian a Caroline Darian
Latest @guardian
cartoon
#GisèlePelicot
Ben Jennings
Plop & KanKr
23 December 2024
Throw away your pigs!
The 51 accused of Gisèle Pelicot in the Mazan rape case were found guilty by the court.
https://www.cartoonmovement.com/cartoon/throw-away-your-pigs
Gisèle Pelicot #giselepelicot @el_pais
August Sciammarella
El caso Pellicot, que lleva por nombre el apellido del salvaje ejecutor, pasará a la historia por la valentía de la mujer que le ha puesto cara: Gisele.
¡Bravo, brava mujer!
Nani
A horrifying, monthslong mass #rape and drugging trial concluded in France Thursday, with Dominique Pelicot and 50 other men all found guilty of the rape or sexual assault of his former wife Gisèle Pelicot. #CartooningForPeace #WomensHealth
Firuz Kutal
Gisèle Pélicot, has a message for the world: ”La honte doit changer de camp,”(“Shame must change sides").
Dimitris Georgopalis
www.georgopalis.com
Termina el juicio de Gisele Pericot, por haber sido violada en masa despues de ser drogada por su exmarido el cual lleva una pena de 20 años de prision y por mas de 50 hombres en una decada. Esto parece una novela macabra, pero no es la realidad de esta y muchas mujeres abusadas en el mundo actual.
"Que la verguenza cambie de lado" es una frase contundente de la victima, porque siempre la mujer mas alla del daño fisico y psicologico, suele recibir un daño moral y social. El valor de Gisele al haber hecho publica su identidad durante el juicio, da un paso al frente para que se haga justicia.
Gisele Pericot Persona del Año por la revista Time. #giselepericot
Rayma
DROGATA E «CEDUTA» DAL MARITO AD ALTRI UOMINI rPERCHÉ LA STUPRASSERO
Nel processo a Dominique Pelicot e ad altri cinquanta imputati – cominciato in Francia il 2 settembre – molti aspetti sono apparsi così incredibili da sembrare quasi surreali. Nel 2020 Gisèle Pelicot, una pensionata di 71 anni che vive nella cittadina francese di Mazan, è stata informata dalla polizia che l’uomo con cui era sposata da quasi cinquant’anni, Dominique, era stato arrestato per aver cercato di filmare sotto le gonne di alcune donne in un centro commerciale.
All’inizio Gisèle era stata cautamente comprensiva. Se Dominique fosse stato disposto ad andare in terapia, pensava, sarebbero potuti restare insieme. Ma poi la polizia l’ha messa di fronte a qualcosa di infinitamente più scioccante. Nel computer del marito c’era una cartella chiamata “abusi” che conteneva circa ventimila foto e video di Gisèle violentata e aggredita da diversi uomini – 72 in totale – e da suo marito.
Per circa dieci anni, le hanno detto, lui aveva drogato il suo cibo e le sue bevande e aveva invitato uomini che incontrava su internet ad abusare di lei. In tribunale Dominique Pelicot ha ammesso la sua colpevolezza. “Sono uno stupratore, come tutti quelli che sono in quest’aula”, ha detto. Anche quattordici degli altri imputati hanno confessato, ma la maggior parte si è dichiarata innocente, sostenendo che pensava di partecipare semplicemente a un gioco “erotico” tra marito e moglie. Continua… (Sophie Gilbert, The Atlantic, Stati Uniti)
«La voglia di ridere non morirà mai».
(Riss, direttore di Charlie Hebdo)
Riccardo Mannelli
#CharlieHebdo
10 anni dopo, i nuovi terroristi #CharlieHebdo10 #vrijheidvanmeningsuiting #cartoonisten #WhashingtonPost #Bezos #Musk #Murdoch #Bolloré #olichargen #veilingComedian #MaurizioCattelan per @courrierinternational
Joep Bertrams
Chappatte
BY OPEN WINDOWS
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(rough of cartoon killed) (bozza del fumetto eliminata) |
Why I'm quitting the Washington Post
Democracy can't function without a free press
Ann Telnaes
Jan 04, 2025
I’ve worked for the Washington Post since 2008 as an editorial cartoonist. I have had editorial feedback and productive conversations—and some differences—about cartoons I have submitted for publication, but in all that time I’ve never had a cartoon killed because of who or what I chose to aim my pen at. Until now.
The cartoon that was killed criticizes the billionaire tech and media chief executives who have been doing their best to curry favor with incoming President-elect Trump. There have been multiple articles recently about these men with lucrative government contracts and an interest in eliminating regulations making their way to Mar-a-lago. The group in the cartoon included Mark Zuckerberg/Facebook & Meta founder and CEO, Sam Altman/AI CEO, Patrick Soon-Shiong/LA Times publisher, the Walt Disney Company/ABC News, and Jeff Bezos/Washington Post owner.
While it isn’t uncommon for editorial page editors to object to visual metaphors within a cartoon if it strikes that editor as unclear or isn’t correctly conveying the message intended by the cartoonist, such editorial criticism was not the case regarding this cartoon. To be clear, there have been instances where sketches have been rejected or revisions requested, but never because of the point of view inherent in the cartoon’s commentary. That’s a game changer…and dangerous for a free press.
Over the years I have watched my overseas colleagues risk their livelihoods and sometimes even their lives to expose injustices and hold their countries’ leaders accountable. As a member of the Advisory board for the Geneva based Freedom Cartoonists Foundation and a former board member of Cartoonists Rights, I believe that editorial cartoonists are vital for civic debate and have an essential role in journalism.
There will be people who say, “Hey, you work for a company and that company has the right to expect employees to adhere to what’s good for the company”. That’s true except we’re talking about news organizations that have public obligations and who are obliged to nurture a free press in a democracy. Owners of such press organizations are responsible for safeguarding that free press— and trying to get in the good graces of an autocrat-in-waiting will only result in undermining that free press.
As an editorial cartoonist, my job is to hold powerful people and institutions accountable. For the first time, my editor prevented me from doing that critical job. So I have decided to leave the Post. I doubt my decision will cause much of a stir and that it will be dismissed because I’m just a cartoonist. But I will not stop holding truth to power through my cartooning, because as they say, “Democracy dies in darkness”.
Thank you for reading this.
Perché lascio il Washington Post
La democrazia non può funzionare senza una stampa libera
Anna Telnaes
04 gennaio 2025
Lavoro per il Washington Post dal 2008 come vignettista editoriale. Ho ricevuto feedback editoriali e conversazioni produttive, e alcune divergenze, sulle vignette che ho inviato per la pubblicazione, ma in tutto questo tempo non ho mai visto una vignetta eliminata a causa di chi o cosa ho scelto di indirizzare la mia penna. Fino ad ora.
La vignetta che è stata uccisa critica i dirigenti miliardari della tecnologia e dei media che hanno fatto del loro meglio per ingraziarsi il presidente eletto Trump. Ci sono stati diversi articoli di recente su questi uomini con lucrosi contratti governativi e un interesse nell'eliminare le normative che si stanno facendo strada a Mar-a-lago. Il gruppo nella vignetta includeva Mark Zuckerberg/fondatore e CEO di Facebook e Meta, Sam Altman/CEO di AI, Patrick Soon-Shiong/ editore del LA Times , la Walt Disney Company/ABC News e Jeff Bezos/ proprietario del Washington Post .
Sebbene non sia insolito che i redattori delle pagine editoriali si oppongano alle metafore visive all'interno di una vignetta se ritengono che non siano chiare o non trasmettano correttamente il messaggio voluto dal fumettista, tale critica editoriale non è stata il caso di questa vignetta. Per essere chiari, ci sono stati casi in cui sono stati respinti degli schizzi o richieste delle revisioni, ma mai a causa del punto di vista inerente al commento della vignetta. Questo è un punto di svolta... e pericoloso per una stampa libera.
Nel corso degli anni ho visto i miei colleghi all'estero rischiare i propri mezzi di sostentamento e a volte persino la vita per denunciare le ingiustizie e chiedere conto ai leader dei loro paesi. Come membro del comitato consultivo della Freedom Cartoonists Foundation con sede a Ginevra ed ex membro del consiglio di Cartoonists Rights , credo che i vignettisti editoriali siano vitali per il dibattito civico e abbiano un ruolo essenziale nel giornalismo.
Ci saranno persone che diranno: "Ehi, lavori per un'azienda e quell'azienda ha il diritto di aspettarsi che i dipendenti aderiscano a ciò che è buono per l'azienda". È vero, tranne per il fatto che stiamo parlando di organizzazioni di informazione che hanno obblighi pubblici e che sono obbligate a coltivare una stampa libera in una democrazia. I proprietari di tali organizzazioni di informazione sono responsabili della salvaguardia di tale stampa libera, e cercare di entrare nelle grazie di un autocrate in attesa porterà solo a indebolire tale stampa libera.
Come vignettista editoriale, il mio lavoro è di tenere sotto controllo le persone e le istituzioni potenti. Per la prima volta, il mio editore mi ha impedito di fare questo lavoro critico. Quindi ho deciso di lasciare il Post . Dubito che la mia decisione causerà molto scalpore e che verrà respinta perché sono solo un vignettista. Ma non smetterò di sostenere la verità del potere attraverso le mie vignette, perché come si dice, "La democrazia muore nell'oscurità".
Grazie per aver letto questo.
Thiago Lucas
20 December 2024
Signs of the times
Christmas Merry Christmas Jesus Christ Artificial Inteligence Jesus technology robot
https://www.cartoonmovement.com/cartoon/signs-times-0
Buon Anno!
di Marco De Angelis